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Autore: LadyDanger    07/01/2012    7 recensioni
-Non avevo scelta.
-Io non ero una scelta abbastanza valida?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 7

24 dicembre 2005

 Erano almeno otto anni che non mi sedevo su questo pontile. Erano almeno otto anni che non mi sedevo da nessuna parte con lui. Aveva ancora l’anello che ci eravamo scambiati in prima superiore, era un po’ arrugginito ma si riconosceva bene. Quando passi così tanto tempo lontana da casa ti chiedi se le persone che ami ti appartengano ancora, se sono come le avevi lasciate.

 Le avevo lasciate.

 Non me lo ero mai detta, non lo avevo mai ammesso. Ho davvero avuto il coraggio di andarmene via per otto lunghi anni? Mi guarda, mi fissa come se non mi riconoscesse, come se fosse seduto di fianco ad una sconosciuta incontrata all’aeroporto e non alla sua migliore amica.
I presupposti per un addio c’erano tutti e lui avrebbe avuto anche i pretesti e non lo avrei potuto biasimare, perché la colpa questa volta è tutta mia.

 - Non avevo scelta, Matt.
- Io non ero una scelta abbastanza valida?
- Visto ciò che è successo in questi anni, ho avuto modo di capire che non lo eri quanto pensavo.

 Dove diavolo sono le fossette. Andiamo, so che sono nascoste lì, a fianco della bocca.
Con un gesto quasi involontario il mio dito delinea i contorni del suo viso e incontra ciò che in Matt non avevo mai visto e mai avrei pensato di vedere: debolezza. Per un istante che è sembrato una via, è stato fragile, quasi come fosse trasparente, una lastra di cristallo in sul bordo di una scogliera. Quella massa di muscoli sembrava essere sparita di colpa. La lacrima scendeva lentamente da quegli occhi che avevano riso così tante volte e altrettante mi avevano sollevata mentre rischiavo di cadere e farmi male.
Piange.

 - Se solo.. Se solo tu potessi sapere quanto mi è costato Kim. Se solo tu potessi capire il male che ho provato quando immaginavo che ci fossi tu al posto suo e invece tu eri a migliaia di miglia da me. Mi svegliavo e pensavo che al mio fianco ci saresti stata tu e invece non trovavo altro che lei. Perché sei andata via? Perché non hai capito? Perché non hai provato a prenderti ciò che volevi?

 I suoi occhi verdi sono chiusi e il suo viso ha incastrato la mia mano tra il suo collo e la sua spalla. La sua pelle è bollente a contatto con la mia mano gelida. Sento le lacrime che scorrono lungo le mie dita e bruciano la mia pelle più del fuoco. Perché devi essere così assolutamente amabile Matthew?
L’aria gelida mi muove i capelli e mi irrigidisce i muscoli della faccia. Mi bacio la mano. Sa che amo questo gesto. Sa che penso sia il più intimo tra tutti quelli che possono esserci tra un uomo e una donna.
Ha le labbra calda e bagnate dalle lacrime. Mi guarda e quegli occhi mi fanno morire, mi hanno sempre fatto morire. Riescono ad essere delicati e opportuni, non sono mai invadenti, ti guardano e non ti si fiondano addosso violentemente, ti sfiorano come si accarezza un fiore.

 “Ti amo Kim”

 Un sussurro che si perde nel vento, che viene coperto dal rumore incessante dell’oceano che si infrange sulla battigia. Questa volta sono i miei occhi a basta come risposta.
Gli è sempre bastato guardarmi negli occhi per capire, per comprendere, per coincidere con me.
E sono stata così stupida da lasciarlo. L’ho lasciato per un pensiero stupido, egoista, per vedere il mondo e cosa ottenere in cambio? Otto anni della mia vita passati lontani da ciò che amavo.

 “Anche io”

 Le braccia di Matt mi stringono in un abbraccio. Nell’abbraccio. Il freddo sparisce, il vento sparisce, la debolezza sparisce. Ci sono persone che riescono a sconfiggere il mondo tanto sono forti e poi davanti a loro stesse crollano. Quando sono con Matt, davanti a me stessa sono invincibile.
Quando c’è lui so dov’è casa mia, so chi sono, cosa voglia, qual è il mio posto nel mondo. E per otto anni non ho fatto altro che vagare in cerca di qualcosa che avevo sempre avuto a fianco.

- Non sai quante canzoni ho scritto pensando a te Kim.
- Lo so. Sono venuta a qualche concerto.
-  Perché non me lo hai detto?
- Era meglio che non sapeste niente. Non sarebbe stato giusto.

 Confined in me was you heart.
I know it’s hurting you,
but it’s killing me.

 - La riconosci?
- Dubiti? Unholy Confessions.

 Le sue labbra sono di nuovo appoggiate alle mie e improvvisamente sento caldo, un torpore piacevole, nessuna fitta, nessun dolore impossibile da localizzare. Rimaniamo in quella posizione per parecchi minuti considerato lo stato delle mie, e delle sue, mani. Ha sempre avuto delle mani bellissime. E’ sempre stato bellissimo.

 - Andiamo a casa, Matt?
- Val è via per qualche giorno, penso tu possa restare da me stanotte.
- Ho avuto paura di perderti. Avevi il diritto di andare via da me, perché non lo hai fatto?
- Perché sarebbe stato come abbandonare casa mia e tu lo sei, Kim.

Le fossette, sono tornate. Si sono impossessate nuovamente del suo volto e il mio cuore sta per scoppiare.
Come ho fatto a passare così tanto tempo lontano da tutto questo, pensando che non sarebbe stato la cosa giusta, pensando che sarebbe stato tutto un tremendo errore? Lui è la risposta a tutte le domande che mi sono sempre fatta e a cui non ho mai voluto rispondere.


- Sei il più bel regalo di Natale che potessi avere, Kim.

Gli sorrido, mi prende la mano e, finalmente, torniamo a casa, insieme.



Ebbene sì, è sbocciato l'ammmmmore v.v buona lettura dolcezze <3
   
 
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