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Autore: jessyjb    07/01/2012    1 recensioni
Tre storie.
Tre storie che si incastrano tra di loro.
Tre storie di amori impossibili.
Tre situazioni diverse di amore.
Tre ragazze: Antonella, Rose e Sara.
Passione, semplicità e tradimento.
Tra confusione e sentimenti queste tre ragazze capiranno quale sia il vero amore...oppure no?
[AVVISO: Contenuto Yuri, se no piace tu no legge :) ]
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Shoujo-ai, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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{Note:
 Quarto capitolo. Dopo la presentazione dei tre personaggi principali ho deciso di scrivere i futuri capitoli in terza persona, sperando che venga una cosa magari anche un pochino più bellina :)
 Grazie a tutti che continuate a leggere, seguire la mia storia :)
 Enjoy :)


4. Concierto
--- PASSION ---

 

- El corazón no tiene cara
Te prometo que lo nuestro
nunca va a terminar
Y el amor
Vive en el alma
Ni con un deseo sabes que
nada de ti ira cambiar -
(PRINCE ROYCE - CORAZON SIN CARA)

 

Quella sera il locale era pieno come non mai.
Da fuori si poteva sentire una dolce melodia, una vecchia canzone dei Led Zeppelin cantata da una ragazza piena di talento.
Antonella si stava esibendo con la sua band di tributo alle migliori canzoni rock, al locale “Spring” poco fuori Firenze, aveva raggiunto il pienone.
La musica cessò.
- Grazie a tutti di essere venuti! Siete tantissimi! Ancora due canzoni poi tutti al bar a bere!” -
Il pubblicò urlò tutto il proprio consenso.
Un'altra melodia cominciò, Nirvana questa volta.
Antonella cantava, cantava e cantava ancora, quando il suo sguardo si posò su una figura.
Una figura che conosceva benissimo ma che non vedeva da tantissimo tempo.
Continuò a fissarla confusa chiedendosi come mai si trovava li a pochi metri da lei dato che non si vedevano né sentivano da parecchi mesi.
Antonella ci rimase talmente male tanto che sbagliò quasi le parole dell'ultima canzone, ma riuscii comunque a finire e a far applaudire tutti gli spettatori in modo entusiasta.
Dopo i ringraziamenti decise di correre, letteralmente, nei camerini.
Si chiuse dentro e sospirò parecchie volte, che ci faceva lei qui?
Cosa voleva? Non riusciva proprio a trovare una risposta.
Non si sentivano da mesi, dopo il grande litigio e ora lei appariva così dal nulla.
Sospirò per un'altra volta ancora prima di sentire un leggero toc toc alla porta del camerino.
“Anto!”
Antonella non aveva voglia di fare nulla, era troppo confusa e il suo animo stava andando in pezzi.
“Dai Anto apri! So cosa ti sta succedendo, l'ho vista anche io Veronica.”
Tremai solamente a sentire il suo nome, da quando un nome poteva far venire la pelle d'oca?
Antonella prese la forza, o meglio la decisione di alzarsi, ed aprire a Jennifer.
“Finalmente! Pensavo ti fossi buttata dalla finestra.” la fissò negli occhi verdi, proprio come i suoi e continuò a parlare “Come stai?”
Antonella si trovò impreparata con quella domanda.
Già, come stava?
“Non lo so, so solo che non ero pronta a rivederla, non ora cavoli! Non ora che sembra che stia migliorando la mia vita.”
Ora c'era Giulia, la sua fidanzata, a cui pensare, non ne voleva più sapere di Veronica e i suoi problemi, basta.
Jennifer la guardò per un tempo infinito e si sedette accanto alla scrivania ricominciando a parlare.
“Immaginavo, ma, lo so che probabilmente non ne hai la minima voglia, ma perchè no, perchè non le vai a parlare? Solo per sentire che vuole.”
Antonella sbarrò gli occhi fissando Jennifer a bocca aperta.
Andare a parlarle?!
Assolutamente no, piuttosto la morte.
“Mai! Lo sai meglio di me che non sono pronta ad affrontare una cosa del genere, probabilmente, finirei solamente per piangere e non credo sarebbe un bello spettacolo.” concluse in modo drammatico.
“Allora ci andrò a parlare io.” sentenziò Jennifer.
“NO! Ok – Antonella sospirò – ci vado.”
Jennifer la guardò ad occhi sbarrati, lei aveva buttato quella così lì tanto per, non pensava che l'avrebbe fatto realmente.
Era rimasta veramente colpita dal suo coraggio.
Le sorrise dolcemente.
“Stai tranquilla, non c'è fretta.”
Antonella sorrise in modo nervoso.
“Lo so, ma, meglio togliere il cerotto o no?”
Giusto.
Antonella rimase a fissare la porta per altri istanti quando prese il coraggio di appoggiare la mano sulla maniglia e aprire la porta.
Ora bisognava solo trovare Veronica in mezzo a tutta quella folla.
Percorse il corridoio per poi salire le scale, magari era ancora nel luogo in cui l'aveva vista prima.
E infatti non si sbagliò nemmeno stavolta.
Veronica era ancora su quel piano, ma si era spostata leggermente, ora era appoggiata a guardare le stelle sul balcone, li non c'era nessuno, le persone preferivano stare al bar o gettarsi a ballare nella pista.
Antonella prese a respirare velocemente, prima di prendere un grosso respiro per trovare il coraggio di fare quei cinque passi importanti.
Uno.
Due.
Tre.
Quattro.
Mancava l'ultimo, un ultimo passo e sarebbe arrivata da lei.
La guardò un'ultima volta, bellissima nei suoi jeans a sigaretti color cielo, scarpe nere con tacco, una camicetta viola  e i capelli biondissimi lasciati sciolti sulle spalle dondolavano con il leggere frusciare del vento.
Prese coraggio e decise di avvicinarsi definitivamente compiendo quel piccolo passo.
“Me lo sono chiesta un'infinità di volte in questi ultimi 20 minuti, ma proprio non riesco a capire per quale cavolo di motivo tu sia qui.”
Antonella espresse tutto il suo risentimento in quelle poche parole.
Veronica si girò di scatto, colpita dalla voce che proveniva dalla sue spalle.
Con espressione stupita osservò l'espressione, ferita, di quella che una volta era la sua fidanzata.
Mai si era sentita così male osservando una persona.
Cos'aveva fatto, anzi come aveva potuto, fare in modo che una persona così solare e allegra avesse quell'espressione triste e ferita?
Veronica sospirò tristemente e decise di prendere parola.
“Ciao anche a te straniera – cercò di fare dell'ironia, per spezzare un po' quell'atmosfera – sono tornata da poco a casa e degli amici mi avevano invitato per bere qualcosa e casualmente ci siamo ritrovati in questo locale. Non sapevo che avresti cantato né che tanto meno mi avresti vista. Non era mia intenzione farti soffrire...un'altra volta.”
Antonella continuò ad osservare Veronica. Non sapeva  più che fare, era arrivata lì con il petto gonfio di coraggio e poi?
E poi di fronte a lei, alla sua voce che, doveva ammetterlo, le era mancata, si era arresa, arrivando così solo con una gran voglia di piangere, ma non poteva, non voleva che Veronica la vedesse così debole.
“Mi fa piacere, veramente. Tante care cose Veronica.” e così com'era arrivata Antonella decise di andarsene.
O meglio.
Cercò di farlo.
Ma qualcosa glielo impedii.
La mano di Veronica si era posata sul polso di Antonella, fermando la sua intenzione di fuga.
“Veronica lasciami.”
Antonella parlò a denti stretti, nonostante avesse solo una gran voglia di urlarle contro tutto il suo rimorso.
“No. Scusa ma ora che ti ho ritrovato non ho intenzione di lasciarti andare così presto, non avevo nessuna intenzione di cercarti, ma stasera quando ti ho rivista ho capito il grosso errore che ho fatto.”
Antonella sbarrò gli occhi, la fissò e poi decise di fare quello che mai aveva avuto il coraggio di fare.
Le mollò uno schiaffo sulla guancia destra.
Veronica portò la mano a tastare la guancia che sicuramente era diventata di un rosso accesso e guardò sbalordita Antonella.
Veronica non si aspettava una reazione così violenta da parte sua.
Ma in fondo se lo meritava, eccome.
Continuarono a guardarsi per momenti che a loro parvero infiniti, Antonella fu la prima a distogliere lo sguardo girando il viso verso destra.
Rimasero nel silenzio mentre la tipica musica da discoteca continuava a suonare furiosamente.
“Vero...- le venne spontaneo tornare ad usare il nomignolo che sempre le aveva dato – non ce la faccio...non ce la posso fare un'altra volta....non adesso. Mi dispiace.”
La guardò un'ultima volta poi decise di correre via, lontano da lei, lontano da tutto.

  
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