NdA: Questo capitolo segue
appositamente la linea della storia originale, gli stessi dialoghi sono
riportati fedelmente...almeno nella prima parte! Ad un certo punto, ovviamente,
il mio racconto comincia a distaccarsi dal copione per prendere tutt'altra
direzione.
Ci tenevo a precisare che non sono una grande fan della coppia Gunn-Fred quindi,
per quanto mi riguarda, vi preannuncio che dopo questo capitolo non ci saranno
altri riferimenti, quindi potrebbe capitare che ad un certo punto della storia
potreste chiedervi:"Ma Fred e Gunn?" Beh, non ve lo chiedete perchè da me non
avrete risposta! =P Qui è di un'altra coppia che mi occupo, mica posso pensare a
tutto io! =)
Spero che vi piaccia ugualmente.
Buona lettura!
[Hyperion
Hotel]
Wesley, nel suo ufficio, aveva appena finito di medicare la ferita di Gunn.
"Ho dovuto pulire bene la ferita. Vuoi qualcosa per il dolore?" chiese l'inglese
al suo 'paziente'.
"Quale dolore?" gli rispose Gunn, perso negli occhi di Fred che, seduta di
fronte a lui, gli sorrise a sua volta, sotto lo sguardo di un sempre più
avvilito Wesley.
Angel, dalla hall, aveva osservato tutta la scena, ma, ancora perso nei suoi
pensieri, non ne aveva afferrato il significato.
Il vampiro si girò invece verso Cordy, che si stava allisciando il vestito:
"Credi che possa ancora riportarlo indietro? Perchè altrimenti dovremmo prendere
moolti più casi per poterlo pagare" cinguettò evidentemente imbarazzata, con lo
sguardo basso sul proprio vestito, onde evitare appositamente quello di lui.
"Cordy..." tentò di esordire Angel per intavolare una discussione.
"Lo sai? Credo sia molto meglio non parlare della...aehm..." piccola pausa e un
timido tentativo di alzare lo sguardo verso di lui, per poi subito riabbassarlo
imbarazzata "...nostra piccola avventura. Qualunque cose strana possa essere
avvenuta, qualunque cose possa essere...stata" risatina nervosa "Piccante".
Angel percepì distintamente il suo imbarazzo riguardo l'argomento. Va bene che
era un musone scontroso, ma andiamo: chi non si sarebbe accorto che Cordelia era
imbarazzatissima? Ammise che questo succedeva molto raramente... Probabilmente il problema più grande erano i loro
amici nella stanza accanto con la porta era aperta: una qualsiasi
parola detta malamente avrebbe potuto far loro intendere ciò che era realmente
successo, cosa che, evidentemente, Cordy preferiva rimanesse privata. Angel
comprese questo suo bisogno e cercò di non farla sentire più a disagio di quanto
già non fosse:
"Io voglio solo fingere che non sia mai successo" disse con malcelata
nonchalanche, avanzando di qualche passo per voltarle le spalle.
"Sì, esatto!" confermò lei squittendo nervosamente.
"Cancellarlo dalla mia memoria" continuò lui, ma a queste parole lei sembrò
contrariata
"Cosa? E' stato forse disgustoso?" si risentì facendolo girare di colpo
"No! Io...ecco...i-io vorrei solo...se noi dovessimo..." balbettò Angel. Ecco,
ora era veramente spiazzato. Non sapeva che dire! Si era notato, eh? Che avrebbe
potuto dire che non suonasse male? L'unica
soluzione era continuare a balbettare, buttandola in confusione. Non che
riuscisse a fare altro. Quello gli venne decisamente naturale.
"...vorrei che tutto fosse per noi...nuovo" si fermò terrorizzato 'E ora? Glielo
dico?'
"Iniziare dal principio".
Cordelia lo guardò perplessa:
"Non ti seguo molto bene, sai?"
"Cordy, tu ed io lavoriamo insieme da molto tempo..." riprese lui. Finalmente si
era convinto: glielo avrebbe detto. Al diavolo tutto! Sorvolò sulla smorfia che
Cordy aveva fatto e continuò imperterrito:
"Quello che voglio dire è che tu sei diventata una donna davvero...straordinaria"
e a queste parole lei sorrise raggiante, ma non fu l'unica a sorridere: anche
Lorne era comparso in cima alle scale e si stava silenziosamente godendo la
scenetta. Fortunatamente Angel non lo aveva ancora visto e, rincuorato dalla
reazione di lei, era più che mai deciso a continuare.
"Lo so che noi non siamo sempre andati d'accordo però i-io credo che noi due,
insomma, tu ed io..." esitò un attimo conscio che la sua voce stava tradendo
troppa emozione.
"Tu ed io?" lo incoraggiò Cordelia.
"Beh, ecco noi..." ma non fece in tempo a finire la frase perchè un
urlo di
Connor lo interruppe: il ragazzino iniziò a piangere a squarciagola.
"Connor!" esclamarono all'unisono Angel e Cordelia. Quest'ultima, più vicina
alle scale, nonostante i tacchi alti, fu più veloce del vampiro e, superato
Lorne senza tanti complimenti, si precipitò nella camera del neonato.
Angel
invece si fermò di colpo quando vide Lorne sulle scale e gli lanciò
un'occhiataccia degna dei suoi tempi peggiori: dato il sorrisetto compiaciuto
cucito su quelle labbra, non ci voleva molto a capire che il demone verde non era arrivato
già da un po' e si
stava guardando tutta la scena ridendo della goffaggine di Angel... Il vampiro lo avrebbe
torturato, per questo, ma non ora: adesso doveva pensare a SUO figlio.
"Ma non è possibile! L'ho appena messo a letto, dormiva come un angioletto..."
cercò di giustificarsi Lorne, fingendo di credere che l'occhiataccia di Angel fosse
dovuta alla sua distrazione nei confronti del piccolo.
Anche Wesley, richiamato dal trambusto, si affacciò:
"Serve una mano?" chiese, sperando di poter essere utile per distrarsi dai suoi
pensieri.
"Oh, non ti preoccupare, non è un'apocalisse, è solo il piccolo che piange un
po' per attirare l'attenzione di mamma e papà, se la caveranno benissimo da
soli" rispose Lorne al posto di Angel che ormai aveva raggiunto a grandi
falcate la propria camera da letto. Così dicendo, conscio della ramanzina che lo
attendeva, Lorne decise di andare volontariamente incontro al suo destino e si
avviò verso la stanza di Angel.
TO BE CONTINUED