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Autore: pluffabuffa    07/01/2012    0 recensioni
Un lampo, capisco che la mia vita è giunta al termine; non ho più paura. Nel mio inconscio rivivo tutta la mia vita: mi soffermo a tre anni prima, durante il torneo tremaghi, davanti a me ho l'immagine di me e George vecchi; forse l'unico rimpianto è quello di non poter invecchiare con lui, di non poter continuare con il negozio.
Ragazzi, questa è la mia prima storia, e forse l'ultima.
VI PREGO RECENSITE, vorrei sapere se la mia "carriera" di scrittrice possa continuare, magari con una vera storia, o sono un caso perso, che si deve rassegnare a leggere le fan fiction altrui. Nei miei molti diffetti non c'è la permalosità (si dice così?) perciò, qualsiasi cosa, non mi offenderò.
Grazie :)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Non ho sonno, o per meglio dire, il mio sonno è mascherato da uno stato di tensione e di ansia da cui non sono ancora riuscito a liberarmi, perciò penso.
Mi chiedo il perché di tutta questa sofferenza, chiedendomi se un giorno si potrà; tornare ad essere gli uomini felici, spensierati, incoscienti, che amano e vivono senza temere la morte; che ora grava su di noi come un macigno.
Poi, immmerso nei miei pensieri, sale la malinconia per i bei giorni passati, la voglia di tornare indietro, per sigillare quei ricordi, che ora appaiono sfocati nella mia testa; in breve scivolo in un sonno amaro e teso.
Ma non è riposo: mi sento insidiato, minacciato, ad ogni istante sono pronto a contrarmi in uno spasimo di difesa.
Ed ecco giungere, ahime troppo presto, la sveglia.
Sono costretto ad alzarmi , a far circolare nel mio inconscio nuovi pensieri.
Ah, maledetta guerra, che ovunque ti posi porti dolore e sofferenza e rendi gli uomini simili a bestie, incapaci di provare altri sentimenti all'infuori dell'odio e della paura.
Intorno tutto ci è nemico, sopra di noi si rincorrono le nuvole maligne, per separarci dal sole.
Fuori vi sono uomini, saranno cinquemila, e sono una sola grigia macchina; sono esattamente determinati, non pensano e non vogliono, camminano.
Ah, maledetta guerra, che rendi tutti noi simili a delle macchine senza vita.
Ed ecco che inizia, la fatidica guerra.
"espelliarmus"
"impedimenta"
"cruciatus"
"avada kedavra"
E io sono qui, immerso in un tepore, estraneo a ciò che mi è attorno, ma so che non durerà ancora per molto.
Un dolore lacinante, mi accorgo troppo tardi della bacchetta rivolta verso di me, ma riesco a udire le parole pronunciate dal proprietario della bacchetta "avada kedavra!".
Per un minuto tutto si annulla nella vertigine della sofferenza, poi, tutto si fa buio e cala su di me la dolce sensazione di morte.
Non ho più paura.
Prima di cedere la mia vita alla parola fine, vedo dinnanzi a me una figura, fatico a mettere a fuoco, ma so chi è: il mio specchio, la mia metà, George.
Sorrido, poi, con un sospiro, pronuncio le ultime parole che saranno dette da me in questa terra "Ci vedremo là, fratello."
Poi,intravedo una strana luce avanzare nell'oscurità, capisco che non è altri che la morte, che è venuta a chiamarmi a sé; la accolgo come una vecchia amica, congedandomi da questa vita di dolore e sofferenza con le labbra increspate in un ultimo sorriso, il mio ultimo sorriso.
Ah, maledetta guerra, che affretti il destino di morte. 
  
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