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Autore: Alex Simon    07/01/2012    3 recensioni
-Bé... ma questo vuol dire che hai dei dubbi- Ecco che ricominciava a fare il dongiovanni tentatore, si avvicinava a lui sempre di più inchiodandolo con le spalle alla porta, in modo da non farlo scappare, con le sue forti dita gli alzava il mento legando gli sguardi tra loro. - E' così? Hai dei dubbi micetto? Ti stai finalmente rendendo conto di chi sia il tuo uomo? Il tuo vero ed unico amore?-
-Io ti detesto però non voglio che un bravo ragazzo come Al debba rimetterci, non farti illusioni-
-No no no tu non detesti me...- Si stava facendo fin troppo vicino, lui, le sue labbra, i suoi occhi, il suo fiato caldo -Detesti il fatto di amarmi ancora-
-Nei tuoi sogni-
-Nei miei sogni sei nudo e pazzo di me quindi no, non penso che questo sia un meraviglioso sogno-
Genere: Generale, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alphons Heiderich, Edward Elric, Envy, Roy Mustang, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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[Chap_9 Pt.1]

Quella mattina il sole sorse all'orizzonte in modo differente dal solito, per la prima volta dopo lunghi giorni di abbondante nevicate riusciva a sovrastare le nuvole grigie e farsi vedere in un cielo finalmente limpido.

Certo l'aria restava fredda e i gradi non si alzavano ma gli spazzaneve avevano l'occasione di uscire e dare il meglio sgomberando le strade dalla neve che andava lentamente a sciogliersi, così anche gli aereo porti potevano finalmente riaprire e permettere a turisti e lavoratori di spostarsi in libertà.

Edward Elric questo non l'aveva ancora capito poiché era immerso ancora nel mondo dei sogni e non sembrava volersi per niente svegliare, era così bello stare tra le coperte, al riparo dal freddo con il caminetto acceso e tutto ciò di cui aveva bisogno a portata di mano.

Peccato che però non si trovava nella sua stanza bensì in quella di Roy Mustang, la sera prima si era fermato a parlare con lui, aveva scoperto molte cose e fatto almeno in parte chiarezza sui suoi sentimenti.

Ma la stanchezza dovuta agli avvenimenti di quella lunga giornata aveva avuto la meglio su di lui e si era addormentato senza nemmeno rendersene conto.

D'altro canto il caro Mustang non poteva certo rovinarsi quella deliziosa visione svegliandolo, dormiva così bene e poi non aveva l'occasione di stare così tanto tempo con lui da troppo tempo, e allora aveva deciso di metterlo sotto le coperte e dormire al suo fianco come una volta.

Sarebbe rimasto tutto in quella perfetta atmosfera di vetro se il sole non avesse iniziato ad invadere la stanza, felice di essere tornato a splendere nel cielo di New York, soprattutto sul viso del nostro biondino che infastidito fu costretto a svegliarsi e girarsi tra le coperte in modo da non essere più esposto.

Però dovette comunque aprire gli occhi visto che si trovò su un petto fin troppo spazioso e forte per essere quello di Alfonse e tra l'altro non ricordava nemmeno di essere tornato nella loro stanza.

-Ma che...?- Confuso alzò lo sguardo incontrando il viso beato e sereno del suo ex che dormiva ancora profondamente e finalmente ricordò ciò che era accaduto, aveva praticamente confessato di essere in crisi con il suo attuale e presunto fidanzato e di considerarlo solo un amico, ciò doveva avergli dato il via libera per comportarsi da maniaco.

Però era tanto dolce... non se la sentiva di svegliarlo per strillargli addosso,  non l'aveva per forza fatto con cattive intenzioni, forse non voleva svegliarlo e basta... o conoscendo la situazione non voleva riportarlo in camera.

Ma cosa avrebbe pensato Alfonse di tutto questo? Sapeva di comportarsi da ipocrita, prima gli aveva chiesto una pausa di riflessione e poi si trovava a letto con il suo ex, insomma non avevano fatto mica qualcosa di male ma era sicuramente equivocabile!

“Aspetta ma noi ci siamo baciati... cioè no, io ho baciato lui perché ero arrabbiato e lui mi ha volentieri assecondato, accidenti! Però... pensandoci, non è stato come il bacio che ho dato ad Al, quello non era niente, lui non mi suscita certi sentimenti, perché è così difficile? Forse ha ragione questa zucca vuota... odio solo il fatto di amarlo ancora, ho paura di quello che potrebbe accadere, non voglio essere ferito ancora, ma come lo dico ad Al? E poi varrebbe la pena rischiare?”.

Si alzò molto lentamente coprendo la parte del letto doveva aveva dormito per non svegliare l'altro e a piccoli passi cercò le sue scarpe, le indossò e uscì dalla stanza entrando nella sua.

Alfonse si stava cambiando e quando lo vide a quelle condizioni: Capelli spettinati, vestiti sgualciti del giorno prima, uno strano profumo addosso che sicuramente gli era rimasto a causa del proprietario, pensò per un istante male...

-Dove sei stato? Non sei neanche tornato questa notte...-

-Scusa ma mi sono addormentato...- Cercava di sviare il discorso per non rivelare da chi era stato e a fare cosa.

-Non importa, ascolta Ed non voglio metterti fretta ma hai visto il tempo fuori? Possiamo ripartire adesso... e devo sapere se tornerai in Francia con me- Lo disse tristemente, dubitando quasi sicuro che in Francia ci sarebbe tornato da solo al 90% delle possibilità.

-Non ci avevo fatto caso...- Era inutile girarci intorno, gli era bastata una serata per capire i suoi veri sentimenti o meglio li aveva capiti grazie a Roy anche se era strano a dirsi, sentiva che la sua casa era L'America e per niente al mondo se ne sarebbe mai andato. -Bé Al... io resterò qui, mi dispiace ma è questa casa mia-

-Capisco... lo avevo immaginato, sei così diverso da quando siamo arrivati, questo è il tuo posto e sicuramente non potrà mai essere il mio, perché non mi ami giusto?-

-Sei davvero un caro ragazzo Al, dolce e fantastico ma io sono Americano, al 100% e non siamo proprio sulla stessa lunghezza tonda, credo che le tue delicate attenzioni faranno felici altre persone, ma non possiamo fingere e non possiamo nemmeno cambiare per compensarci-

-Tu adori la calda passione, gli uomini duri come la roccia e arroganti, i cibi stra fritti e quelli troppo dolci, sei così innovativo e rivoluzionario, sei vegetariano, ribelle, fantastico e bellissimo-

-E tu tanto dolce, dedito allo studio e al lavoro, delicato, morbido e caldo... tu hai bisogno di una principessa al tuo fianco, non di qualcuno che beve vodka ghiacciata e sia ribelle come me-

-Quindi... stiamo rompendo... mi mancherai, credo sia una stronzata chiederti di rimanere amici-

-Dipende dai punti di vista, possiamo comunque provarci...-

-D'accordo allora... amici...- Fu tentato di abbracciarlo ma represse quello scomodo istinto, dentro di sé sapeva che sarebbe andata a finire così, lui ed Edward appartenevano a due mondi totalmente differenti ma ci sarebbe voluto moltissimo tempo per dimenticarlo e innamorarsi nuovamente, di questo ne era certo.

-Amici...- Piombò un silenzio imbarazzante nella stanza che si poteva addirittura tagliare col coltello per quanto era denso, così tirò un sospiro e cercò di venirne fuori -Credo sia meglio darmi una sistemata... se mi aspetti ti aiuto con la reception-

-Va bene...-

Entrò nel bagno velocemente e con altrettanta fretta si spazzolò i capelli e fece una doccia lampo per poi uscire e vestirsi, nell'armadio c'erano ancora i suoi vestiti ma non quelli di Alfonse, che se ne sarebbe davvero andato via.

Scesero alla reception in totale silenzio, era così imbarazzante ma non poteva nascondere di essere in parte sollevato, era come togliersi un grande peso dal cuore, in questo modo non l'avrebbe più illuso permettendogli di rifarsi una vita.

-Mi scusi? Sa dirmi se gli aereo porti hanno già riaperto?-

-Oh no ragazzo, tutti gli aereo porti sono chiusi, il massimo che puoi trovare è qualche taxi-

-Ma come... la neve è stata spalata e il cielo è limpido-

Il receptionist sembrò guardarlo stupefatto, come se non avesse capito una cosa importantissima.

-Non sai che giorno è oggi?-

-Il... 22 di Dicembre?-

-Sei rimasto un po' indietro caro, è il 24...  oggi è la vigilia di natale, tutti i mezzi non sono disponibili, ripeto, sei fortunato se trovi un taxi ma di aereo porti non se ne parla nemmeno-

-D'accordo e allora come possiamo fare? La nostra prenotazione è scaduta-

-Lei è?-

-Elric, sono nella suite all'ultimo piano, la 3200-

-Oh ecco si si, non c'è alcun problema la sua prenotazione contava fino a capodanno, lei ha scelto il pacchetto delle feste natalizie che scade esattamente il 2 di Gennaio-

-Oh capisco, la ringrazio allora...-

-Di nulla si figuri, se ha fretta di andare via comunque gli aereo porti apriranno nuovamente il 26 Dicembre-

-La ringrazio ancora, scusi il disturbo-

Si voltò verso Alfonse prendendolo per un braccio per trascinarlo via di lì vista la figuraccia che aveva appena fatto.

-Bé che è successo?-

Chiese lui non avendoci capito niente.

-Oggi è il 24 Dicembre Heide tutti gli aereo porti sono chiusi, la nostra prenotazione scade il 2 Gennaio quindi possiamo restare però ti sarà possibile andare solo dopodomani...-

-Accidenti... grandioso-

Sbuffò incamminandosi con tanto di valige alla mano verso l'ascensore, aveva ricevuto una bella batosta.

Oltre alla loro rottura ora doveva passare il natale in un hotel, da solo tra l'altro.

Edward si senti quasi in colpa per l'accaduto, non era certo responsabile di ciò che stava avvenendo, insomma non l'aveva mica deciso lui di chiudere gli aereo porti il giorno della vigilia e quello di natale, d'altro canto però se si fosse accorto prima di questi suoi sentimenti, Alfonse sarebbe potuto andare via tranquillamente e invece era costretto a trascorrere il natale lontano da casa, con il suo ormai ex.

Sbuffò non sapendo più che pesci prendere ma a stomaco vuoto non poteva certo ragionare meglio pensò, così per il momento lasciò Alfonse da solo e andò a prendere qualcosa da mangiare per portarlo anche a lui in camera, non voleva invadere troppo il suo spazio emozionale ed imporre la sua presenza, ma per la colazione almeno potevano convivere pacificamente, in seguito avrebbe trovato qualcosa da fare.

Quando arrivò dinanzi alla porta della suite con un meraviglioso carrello pieno di delizie quasi ebbe timore nel bussare, ma lo fece con la convinzione che morire di fame non avrebbe giovato a nessuno dei due, spazio emozionale o meno.

-Non ho fame- Disse subito Alfonse appena lo vide, seduto sul letto con le gambe raccolte al petto e un'espressione imbronciata.

-Devi mangiare lo stesso, senti so che è una bella batosta questa ma non puoi iniziare a trascurarti in questo modo-

-Va bene va bene, ma perché sei ancora qui? Voglio dire, non hai ancora parlato con Mustang?-

-Per dirgli cosa scusa? Io e quell'essere non siamo nemmeno della stessa specie, figurati se posso o voglio avere un confronto razionale con lui-

-Vuoi dire che non ti sei accorto di provare ancora qualcosa per lui?-

Ora finalmente tutto gli apparve più chiaro!

Era così giù non solo per la loro rottura, ma aveva capito che tutto quel casino era stato frutto di rinnovati sentimenti verso una certa persona, che avrebbe fatto meglio a non intromettersi molto.

-Oh no Al! Non ti ho mica tradito con Roy, ma per piacere...-

-Forse dovresti riconsiderare il tuo odio nei suoi confronti, non parlo da ex quanto più da amico, ho notato che quando sei con lui ti illumini, che si tratti di rabbia o di qualcosa di indecifrabile che leggo nei tuoi occhi, sei sicuro di odiarlo veramente?-

-Ma perché state tutti con questa convinzione? Si lo odio per quello che mi ha fatto, ne sono certo-

-Però sei tentato di perdonarlo... sempre da amico posso dirti che in lui ci vedo il tuo uomo ideale: Forte, arrogante, seducente... ha fascino lo ammetto-

-Ma è un puttaniere-

-Credo che sia davvero pentito, ora che posso osservare le cose da un punto di vista oggettivo ed esterno penso che ci tenga davvero a farsi perdonare-

Ma perché doveva diventare così saggio tutto insieme? Insomma da ex doveva arrabbiarsi, litigare e magari dargli dell'ipocrita non difendere quello che era stato fino ad un giorno prima il suo diretto rivale.

-Lo so che è pentito ma non mi va di perdonarlo...-

-Hai paura che possa ripetere ciò che ti ha fatto, ma pensala così: Se lo ripete, invece di scappare dall'altra parte del pianeta, tu vendicati su di lui-

-Già su questo devo darti ragione, non gli ho mai detto apertamente come mi ha fatto sentire e nemmeno l'ho punito-

Prese ancora una ciambella, una delle poche che erano rimaste sul vassoio mentre passeggiava per la stanza nervosamente, incapace di stare fermo per qualche strano motivo, c'era qualcosa nell'aria quella mattina, qualcosa che lo faceva sentire libero e potente.

Bussarono alla porta con mano gentile, tanto che rimase sorpreso nel vedere di chi si trattava, parli del diavolo e spuntano le corna appunto: Roy Mustang avanzò verso di lui con andatura sicura, degnando solo di un cenno con la mano il povero Alfonse che era diventato il terzo in comodo.

-Non lo perdi il vizio di lasciarmi mentre dormo- Gli sussurrò all'orecchio per non metterlo nei guai con l'altro, ovviamente non sapendo che avevano rotto da meno di un ora o forse più.

-E tu non perdi quello di essere un tremendo stronzo-

Sibilò prima di appioppargli un sonoro cinque su una guancia, il più forte che aveva mai dato a qualcuno, anche Alfonse rimase a bocca aperta non conoscendo questo lato del suo carattere.

-Ma che ti ho fatto adesso?-

Chiese la vittima massaggiandosi la guancia dolorante, che quasi non sentiva più per quanto si era indolenzita.

-Mi sono reso conto di non averti mai punito per ciò che mi hai fatto e non ti ho mai detto come mi sono sentito, brutto cretino, hai idea di cosa si provi ad essere abbandonati? Dico io cavolo, mi stai alle costole per cinque anni della mia esistenza e poi osi tradirmi con una puttana? Hai idea di cosa ho passato? Mi sono sentito un vero scemo, un ingenuo, un giocattolo rotto! Non avevi nemmeno il diritto di perseguitarmi qui in hotel con le tue avance! Dio se l'avessi saputo prima non avrei perso un anno a starti dietro, si ci siamo divertiti è vero però la cosa più importante in un rapporto è la fiducia e tu non me l'hai dimostrata, vuoi sapere se provo ancora qualcosa per te? Si è ovvio però non posso permettermi di prendere in giro me stesso e tornare da te! Perché sarebbe questo: Una presa in giro!!-

Buttò fuori tutta l'aria che aveva incamerato in quell'interminabile sfuriata senza fine, però si era sfogato, aveva finalmente ammesso ciò che si portava dentro e doveva proprio ammettere che si sentiva benissimo, come se si fosse tolto un macigno opprimente dal cuore e ora potesse respirare a pieni polmoni.

-El... l'hai detto in inglese-

Altra dimostrazione di totale stupidaggine alla Roy Mustang, invece di replicare, di dire qualcosa di sensato sparava solo scemenze, perché lui era questo: Un distributore gratuito di cazzate!

-Non me ne frega niente se l'ho detto in inglese per la fretta, devi rispondermi!-

Esigeva una risposta chiara e precisa di quello che provava e di ciò che pensava al riguardo, niente più giri di parole ormai, dovevano chiarire il tutto senza tralasciare nulla, nemmeno il minimo particolare.

-Va bene va bene- Lo prese velocemente per un braccio portandolo fuori dalla stanza, facendo segno però ad Alfonse di aspettare ancora un po' ma d'altro canto quel poveretto non aveva capito nulla di ciò che Edward avesse appena detto, già non riusciva a capirlo quando parlava molto lentamente figuriamoci in quella circostanza.

-Che devo dirti? Io ho ammesso un milione di volte di essere stato un cretino, non dovevo tradirti e lo so, ammetto di essere stato un immaturo e di non aver mai apprezzato ciò che avevo davanti agli occhi quando era l'unica cosa di cui avevo realmente bisogno, all'inizio sei stato come un capriccio ne sono cosciente, ti volevo perché eri diverso, perché eri speciale ma poi sei diventato molto di più, io ho imparato ad amarti veramente e ho sottovalutato ciò che sentivamo l'uno per l'altro per la debolezza di una notte, Ed per piacere perdonami, non odiarmi, io sono cambiato e non commetterò mai più lo stesso errore, è stata tutta colpa mia e voglio rimediare con tutto me stesso, sono al tuo fianco e ci sarò sempre, d'ora in poi ci penso io a te-

Avvicinò la mano alla sua per stringerla, aspettando una risposta e nel frattempo ancora una volta gli sguardi si incontrarono e si fusero in una cosa sola, inscindibile e perfetta.

-So che sei pentito e ti credo ma ho paura Roy... devo fidarmi nuovamente di te e non so se ci riuscirò-

-Ma ci siamo baciati, io ti amo e tu ami me... ti darò tutto il tempo del mondo, aspetterò altri cinque anni e più se sarà necessario ma ti voglio El... voglio il vecchio te, puoi nasconderti sotto un taglio di capelli diverso e questi vestiti comuni ma la tua personalità grida per venire fuori ogni volta che sei con me e non puoi smentirlo-

Non sapeva più che dire, si ammutolì per mancanza di risposte perché in parte era vero, sentiva il bisogno di essere più libero e di fare ciò che volva, cosa che nell'ultimo anno non aveva mai fatto, forse tornare alle origini non sarebbe stato affatto male ma allo stesso tempo era insicuro.

-Anche perché...- Continuò il moro attirando nuovamente la sua attenzione -Recentemente ho sentito un tuo caro amico che era in viaggio con la sua band nel sud America e gli ho riferito che eri qui a New York-

-Cosa...?-

Un brivido gelato gli attraversò la schiena nel sentire quelle parole che preannunciavano solo sventura, morte e distruzione.

-Hai capito benissimo, Envy sa che sei qui a New York-

-E che ha detto? Voglio dire, n-non tornerà vero?-

-Oh dai non vuoi rivederlo?-

-Certo che voglio ma non conciato così!!-

-Adesso ti vergogni eh?- Scoppiò in un indelicata e sonora risata immaginando la scena dei dure cari compagni che si ritrovano e soprattutto delle torture che Envy potrà architettare per punirlo dopo averlo visto.

-Non è che mi vergogno ma Envy è Envy e si infurierà tantissimo con me! Dimmi che non gli hai detto di venire!-

-No io non gli ho detto nulla, è lui che ha insistito per sapere il nome dell'hotel e che ha sospeso il suo tour per precipitarsi qui-

-C-come? E questo quanto tempo fa?!-

-Due giorni fa, ero venuto nella tua stanza a posta per avvisarti prima che mi schiaffeggiassi e per dirti che Envy ha chiamato ed era in autostrada, sai era stato impedito dal tempaccio che c'è stato negli ultimi giorni ma quel ragazzo supera di gran lunga ogni forza della natura-

-E me lo dici così tranquillamente?! Sarà sicuramente arrivato a quest'ora, da qui all'autostrada sono dieci minuti e noi parliamo da molto di più!!-

-Forza scendiamo nell'atrio sono sicuro che ancora non è arrivato, forse hai tempo per rimediare ai tuoi disastri-

Ma certo era così ovvio, mentre lui andava nel panico più totale quell'imbecille lo prendeva per mano e lo scortava fino all'ascensore e poi nella hall dell'hotel dove iniziò a guardarsi intorno, senza nemmeno difficoltà visto che a quell'ora tutti erano nelle varie sale svago in attesa del pranzo.

Era deserto, fatta eccezione per un facchino che portava due enormi valige nere con delle catene ai lati, molto strane ed eccentriche ma di chi potevano essere?

-Ehi guarda, ho torto: Envy è arrivato-

Sembrava essere tutto un gioco per lui, non pensava che poteva rimetterci la pelle, pensava solo a se stesso.

Gli si gelò il sangue nelle vene: All'ingresso c'era un ragazzo, alto, magro ma non troppo, con la giusta dose di muscoli allenati, lunghi capelli neri pieni di ciocche verdi, occhi color ametista, un espressione tra lo sconcertato e l'arrabbiato, indossava una canottiera nera nonostante fuori ci fosse ancora la neve, vi era disegnato un teschio sopra color argento e aveva i jeans stretti e strappati sulle ginocchia, una vera rock star insomma, con tanto di stivali di pelle e una chitarra posta nell'apposito fodero vicino le appariscenti valige.

-Ehi Envy!- Iniziò a chiamarlo Roy sventolando in aria una mano. -Guarda chi ti ho portato!- E nel frattempo il povero biondino cercava di nascondersi alle sue spalle come se poi non fosse già stato visto, anche molto bene dall'altro.

-Roy non peggiorare la situazione per favore-

Sibilò mentre il moro cercava di scansarsi in modo da renderlo ancora più visibile ma ad ogni passo che faceva Edward lo imitava cercando di restare nell'anonimato.

-Dovrai affrontarlo prima o poi, perché non ora?-

-Perché ho paura adesso...-

Si accorse però di avere la mano libera, prima stretta dall'altro e quindi di avere la possibilità di scappare senza essere ostacolato o trattenuto da nessuno.

Si lanciò quindi di corsa verso l'ascensore mentre Envy e Roy cercavano di raggiungerlo a passo lento e minaccioso, quando riuscì ad entrare tra quelle porte miracolose cliccò insistentemente il bottone che lo avrebbe portato al suo piano, temendo per un istante per la sua vita se avessero fatto prima loro della chiusura delle porte metalliche, ma si salvò quasi per miracolo anche se il saluto di Envy non fu poi così caloroso.

-Shorty... I'll Kill You- (Piccoletto... Ti ucciderò).

-Hi Envy, nice to see you again, i missed you... you too right?- (Ciao Envy, sono contento di vederti ancora, mi sei mancato, anche tu vero? -Oppure: Anche tu hai sentito la mia mancanza vero?).

Le porte dunque si chiusero e iniziò la sua corsa verso l'ultimo piano sperando che Envy non avesse preso le scale e lo stesse raggiungendo in un lampo, cosa di cui era perfettamente in grado.

Ma fortunatamente quando arrivò non trovò nessuno a sbarrargli la strada così corse verso la sua camera e si chiuse dentro buttandosi sul letto nel patetico tentativo di nascondersi tra le coperte mentre Alfonse, rimasto lì ad aspettarlo lo fissava sconvolto.

-Edward che sta succedendo?-

Cercò di guardarlo tra quel cumulo di coperte ma non ci riusciva proprio, si era come creato una barriera per difendersi da chissà cosa.

-Envy is here, i'm scared...he wants to kill me...- (Envy è qui, sono spaventato, lui vuole uccidermi)

-Edward sai che non ti capisco se parli inglese, riprenditi un secondo-

-I'm sorry... cioè volevo dire, scusa Heide ma sono agitato e non mi sono reso conto di parlare inglese, dicevo che Envy è qui in hotel e sta venendo e vuole uccidermi-

-Perché dovrebbe ucciderti?-

-He saw me... mi ha visto, ha visto il mio cambiamento e non ne è contento, è arrabbiato-

-Ed fai un respiro profondo, stai mischiando l'inglese con il tedesco-

-Yes i know... lo so, i'm so scared Al... sono così spaventato, non posso farci niente-

-Non so come aiutarti Ed... se è tuo amico risolverete le cose-

-Lo so... ma per ora dovrò affrontare l'uragano della sua furia-

Detto fatto, qualcuno iniziò a bussare alla porta prepotentemente e non poteva trattarsi di altri se non di Envy, era quel suo tipico modo di fare.

-Shorty, be a man and open this door Now!!- (Piccoletto sii uomo e apri questa porta adesso!).

-Che ha detto?-

Sussurrò il tedesco non avendoci capito niente di niente.

-Vuole che gli apra la porta...-

-Shorty listen to me!-(Piccoletto ascoltami)

-I'm sorry Envy but i can't...- (Scusa Envy ma non posso/non ne sono in grado).

-You have to open this door Edward, we need to talk face to face-

(Tu Devi aprire questa porta Edward, noi dobbiamo/abbiamo bisogno di parlare faccia a faccia).

-Okay... wait- (okay aspetta).

Si alzò e titubante posò la mano sul pomello della porta mentre Alfonse per lasciargli un minimo di intimità o per paura si scansò verso la finestra in modo da non essere visibile.

Quando si trovò faccia a faccia con il suo migliore amico ebbe quasi paura di ciò che potesse dire o fare, osservò solo la sua espressione che mutava di secondo in secondo mentre lo guardava bene.

-Come ti sei conciato razza di scemo...?-

-Mi dispiace... ho passato un brutto periodo-

-Si lo vedo ma adesso non temere, me la pagherai dopo ma prima devo occuparmi del tuo look orrendo e renderti per lo meno presentabile, forza imbranato ora ci pensa Envy a te-

Gli tese la mano avvolta da un guanto di pelle con al polso un bracciale spinato, proprio nel suo stile, lo fece sentire finalmente a casa dopo tutti quegli anni e si sentiva bene adesso, consapevole del fatto che qualcuno gli volesse bene e lo trattasse come un fratello.

-Thank you brother...- (Grazie fratello)

-Come on...- (Dai…)

Si sentiva come un bambino smarrito che in quella mano aveva ritrovato la strada di casa, gli piaceva vedere il sorriso di Envy, era bello e tenero per una volta, in quel momento si sarebbe anche lasciato cadere tra le sue braccia sicuro di potervi trovare rifugio e pace, finalmente qualcuno capace di capirlo e amarlo come lui voleva.

[Chap.9 Pt.2]

Era il primo pomeriggio, la neve quel giorno aveva ripreso a scendere sulla città di New York sorprendo tutti gli abitanti che avevano sperato anche se per un solo giorno in un po' di quiete.

Sembrava che il tempo giocasse le carte a suo sfavore, questo pensava Edward Elric mentre trovava nel getto dell'acqua calda un che di confortante, quell'abbraccio delicato e rilassante che distendeva i suoi muscoli tesi.

Envy era tornato in città solo per lui, con l'aiuto ovviamente di madre natura che aveva smesso di avventarsi sulla città giusto il tempo necessario per aggiungere all'allegra comitiva dell'hotel un altro ospite.

-Non eri in viaggio con la band?-

Chiese mentre usciva dalla cabina della doccia mettendosi l'accappatoio, Envy lo aspettava fuori mentre preparava chissà che cosa, una grande idea ovviamente a suo dire.

-Si ma il tempo ha interrotto il tour e poi ho ottenuto un posto fisso qui a New York quindi credo che metterò radici-

-Sul serio? E' fantastico hai avuto un ingaggio-

-Non provare a fare il ruffiano tesoro, un mio amico ha aperto il locale dei suoi sogni, un pub stra fico e noi saremo la band principale e comunque se dovesse essere una cosa temporanea ne ho una lista piena di locali che mi richiedono, il tour ha dato i suoi frutti-

Uscì dal bagno con indosso solo i boxer visto che il suo caro amico gli aveva come dire sequestrato tutti i vestiti, all'inizio doveva requisire solo quelli che riteneva orrendi, ma purtroppo la cosa si è espansa in tutto il suo guardaroba, fatta eccezione per qualche stivale e un paio di jeans attillati.

-Sono comunque contento per te, se volessi fare il ruffiano credimi ci sarei già riuscito-

-Non sei furbo quanto me quindi non montarti e ora siediti-

Ordinò accennando con il capo ad una sedia mentre prendeva uno strano aggeggio e della colla a caldo particolare.

-Non vorrai uccidermi spero-

-Anche se fosse scapperesti per tutto l'hotel in mutande? No piccolo idiota, questa è colla a caldo per capelli e queste- Allungò la mano verso lunghe ciocche dorate, identiche ai suoi capelli -Sono le ciocche che sostituiranno momentaneamente la tua chioma, almeno fino a quando non ricresce, guarda che scempio, se ti rasavi a zero era la stessa cosa-

Sentenziò arrabbiato facendo accomodare con “Gentilezza” per poi iniziare ad asciugargli i capelli con il phon.

-Come sei cattivo...-

-Una cosa buona l'hai fatta almeno, sono contento che tu abbia smesso di farti, anche io ci ho dato un taglio, non voglio essere un cattivo esempio per i miei milioni di fans... almeno non troppo-

-Milioni di Fans? Allora ho l'onore di essere nella stessa stanza con una vera rock star, me lo fai l'autografo?-

-Ma certo caro, quando ti colpirò lo farò così forte che la mia mano sarà un bellissimo ricordo indelebile e potrai andare in giro dicendo: “Ehi sono stato picchiato da una rock star!!” ci stai?-

-No, grazie lo stesso ma credo che passerò per questa volta-

-Bravo, ora sta fermo che inizio con la colla-

-Va bene...-

-Allora... chi è lo sfigato di cui mi parlava il tuo ex ancora più sfigato?-

-Si chiama Alfonse Heiderich, l'ho conosciuto in Francia... e per la cronaca anche lui è il mio ex... ci siamo lasciati, o meglio io l'ho lasciato perché ero incerto sui miei sentimenti, alla fine aveva ragione quell'idiota di Mustang, è stato solo un rimpiazzo-

Disse con l'amaro in bocca e quasi con voce rotta, dall'avere due contendenti era passato all'essere single e infelice.

-Spiegami, perché sei scappato in Francia facendo perdere a tutti le tue tracce? Questa ancora non l'ho capita-

-Roy non te l'ha detto? Lo trovai a letto con una sgualdrina...-

-Quel brutto piccolo figlio di buona donna!! Lo picchierò con la pistola a caldo!-

-Il punto non è lui, sono io, sono ancora innamorato e non so come comportarmi, perché da una parte so che è dispiaciuto veramente e non lo ripeterà più ma chi me lo assicura?-

-Piccoletto, se non domandi non potrai mai avere una risposta, buttati, se davvero ami quel pesce lesso allora non piangerti addosso ma fagli vedere ciò che si perde! Cavolo se ti ha corteggiato in questo stato ti ama davvero tanto!-

-Dici che dovrei provare?-

-Ehi questo non è l'Edward Elric che conosco- Posò la pistola a caldo, prese uno specchio e gli andò davanti facendogli vedere la sua immagine riflessa -Questo, sei tu. Sei affascinante, bello, accattivante, cavolo ragazzino datti una mossa! Basta dormire! L'Edward Elric che conosco sarebbe andato da lui e se lo sarebbe fatto, se sei innamorato allora fa quello che ti senti, grida, salta, ama ma non deprimerti!-

Sulle sue spalle cadevano di nuovo delle splendide ciocche dorate, lunghe e lucenti, era come essere tornato indietro nel tempo e non riusciva a crederci.

-Basta fare la vecchia zitella innamorata, ora ti metti quei pantaloni di pelle, quegli stivali, la maglia con il teschio blu che ti ho gentilmente prestato, aggiungi qualche accessorio e vai! Vai in discoteca, in un pub, vai dove cavolo ti pare ma non restare qui a poltrire chiaro?-

-Chiaro, grazie Envy sei una vera rock star-

-Di niente piccoletto-

Gli diede una pacca amichevole sulla spalla e lo abbracciò, ora che non poteva vederli nessuno, altrimenti la sua reputazione da duro ne avrebbe risentito.

Nella hall intanto Roy e Alfonse si erano accomodati su delle poltrone in attesa di sapere qualcosa dai due amici per la pelle, Envy aveva preso possesso della sua stanza sfrattandolo, perché gli serviva per fare un qualcosa di epico e fantastico di cui non era permesso avere alcun accenno.

Alfonse da parte sua cercava un modo per distrarsi, ora che aveva rotto con Edward si sentiva come una pecorella smarrita dal gregge, non aveva nemmeno un punto di riferimento così vagava alla ricerca di qualcosa.

-Così avete rotto... mi dispiace, sul serio... pensavo che ti avrei battuto lealmente non che ti piantasse lui-

-Non importa, è meglio così insomma se dovevamo vivere la nostra storia in una fantasia non ne sarebbe valsa la pena e non avremmo avuto nient'altro che rimpianti-

-Già...-

-Ehi si apre l'ascensore...-

Entrambi si misero in piedi impazienti di vedere il risultato di quella lunga giornata, di sapere cosa stesse tramando Envy, se avesse intaccato Edward o se l'avesse semplicemente ucciso.

Ma ciò che videro superò le aspettative di entrambi, non potevano credere ai propri occhi e non sapevano se essere sconcertati o confusi.

Edward era tornato in pista, anzi El era tornato.

Camminava verso di loro con un effetto rallenty che rendeva il tutto affascinante e catturava la loro attenzione come una falena viene attratta dalla luce, rendendoli incapaci di pensare o di formulare una frase di senso compiuto senza sbavare.

Capelli biondi come il grano, setosi e lisci nuovamente lunghi, occhi di gatto magnetici, un sorriso provocante, pantaloni di pelle, stivali, canottiera con il teschio e per ripararsi dal freddo aveva portato una giacca di lana pesante che poi avrebbe sicuramente tolto.

-Edward sei... così... diverso...-

Provò ad accennare Alfonse.

-Già... cioè... sexy...-

Le uniche parole che uscirono dalla bocca dell'altro.

-Grazie... almeno credo, io e Envy usciamo: Discoteca, alcolici, macchine truccate... avete capito no? Ci state?-

-Edward penso sia pericoloso...-

Cercò di farlo riflettere Alfonse facendo sempre l'anima candida e saggia del gregge che non smarrisce mai la retta via.

-Si lo so Al...- Annuì senza alcun interesse per l'avvertimento, come se fosse un noioso adulto che cerca di stoppare il suo divertimento da adolescente.

-E poi fuori c'è una tormenta non potete uscire- Continuò cercando almeno una buona ragione per trattenerlo all'interno dell'hotel e non farlo avventurare fuori, dove sarebbe andato incontro a morte certa con quel vestiario.

-Non importa allora, andremo alla discoteca dell'hotel, sapevi che ce n'è una? Fanno entrare solo i maggiorenni quindi nessun limite per gli alcolici e nessun bambinetto-

-Aspetta aspetta aspetta, non ti sembra di esagerare? Voglio dire, alcolici? Divertimento? Auto truccate, ma che succede? Mi sono perso qualche passaggio per caso?-

-Al non mi rompere, sono maggiorenne e vaccinato posso fare quello che voglio compreso riprendermi la mia vita, per troppo tempo mi sono pianto addosso e ora è il momento di finirla-

Decretò voltandosi verso Envy che stava arrivando giusto in tempo per avviarsi nella discoteca.

-Visto che non possiamo uscire, prendi Roy-

Gli mollò il cappotto iniziando a camminare verso la sua libertà, verso una festa che sarebbe durata tutta la notte e anche più.

-Io lo seguirei fino all'inferno...-

Sussurrò questo ammaliato dal caratterino di cui si era infatuato anni addietro, mentre Alfonse non poteva che fissarlo sconcertato, senza parole.

-Io invece lo seguo per impedirgli di fare cazzate-

Infatti anche se titubante lo segui mantenendo una certa distanza, fino a che i due entrarono nella discoteca sorvegliata da un butta fuori alto e muscoloso, per un attimo ebbe un po' paura ma ci pensò Mustang a fargliela passare ricordandogli di essere maggiorenne e quindi di essere il benvenuto.

Quasi si sentiva un cattivo ragazzo in mezzo a tutta quella gente che ballava, beveva e raramente parlava visto il volume della musica.

Trovarono Edward ed Envy già al bancone, seduti mentre ridevano tra loro e li raggiunsero rovinando il loro divertimento.

-Che vuoi fare?-

-Al perché non vai in camera e dormi?-

-Perché tu sei qui e stai facendo una cavolata-

-Non ti riguarda- Si sentiva così sotto pressione quando aveva intorno quel ragazzo, come aveva fatto a non rendersene conto prima? Gli stava tarpando le ali con la sua politica moralista -Mi scusi, una vodka prego-

Disse al barista che subito lo accontentò versandogli il liquido in un bicchierino che lui prese volentieri.

-Alla nostra- Augurò Envy portando in alto il suo drink, stessa bevanda, stesso gesto, lo mandarono giù tutto d'un fiato senza nemmeno dare tempo al ghiaccio di sciogliersi per poi posare il bicchiere vuoto sul bancone con un sospiro.

-Wow che botta- Ammise Edward lasciandosi però andare ad una leggera risata soddisfatta.

-Di già piccoletto? Non te ne berresti una bottiglia, stramazzeresti a terra prima-

Lo sfidò con aria arrogante l'amico, ma come tutti sapevano ai tempi del college: Quando Envy sfidava Edward, non c'era mai una volta in cui rifiutava, pur di rimetterci la faccia perdeva lottando.

-Ma per favore, un altro, barista-

-Anche per me-

Era una scena da brividi per il tedesco, voleva fare qualcosa per fermarli ma non sapeva che cosa e aveva come le mani legate in quella gabbia di pazzi.

-Bene Envy, continuerò finché non sarò così ubriaco che i tuoi capelli mi sembreranno alla moda-

-E io finché i tuoi non sembreranno l'acconciatura di un chihuahua con i colpi di sole-

-Me li hai fatti tu grande genio...-

-Si lo so, ma a farti sembrare un chihuahua tremante è la statura e anche quei tuoi occhioni innocenti e spauriti contribuiscono-

-Ve lo dico io adesso cosa farò- Si intromise Alfonse -Visto che nessuno qua sembra voler ragionare, me ne torno in camera e domani magari ne riparleremo con più calma- fece per voltarsi ma aggiunse solo una piccola cosa per Roy -Riportalo in camera tu, ma non so se vorrò vederlo...-

-Ci penso io, vai a riposare che è meglio-

Edward Elric non pensava che sarebbe mai andata a finire in quel modo, la stessa mattina era un ragazzo innocente, buono e rispettoso, nella norma insomma. Nel pomeriggio aveva subito un cambiamento dettato dal suo migliore amico e dalla sua vena ribelle che era tristemente stata sepolta in quegli anni, la sera si erano trovati in una discoteca e aveva a dir poco esagerato, quando Alfonse si era ritirato dalla scena non volendo assistere a quello scempio, lui ed Envy avevano iniziato la loro gara di alcolici bevendo almeno una bottiglia di vodka a testa.

Come si era concluso il tutto? Più o meno alla parità visto che il barista si era rifiutato di servirli ancora, altrimenti avrebbe dovuto chiamare il butta fuori.

Così trovandosi senza uno scopo e non proprio coscienti avevano iniziato a ballare tra la folla, e non erano certo mancati gli spasimanti che ci provavano con il bel biondino e che prontamente venivano intimiditi da Roy che gli stava sempre vicino, forse nella speranza di un flirt o di qualcosa di più che però non gli era stato concesso.

Verso le quattro del mattino poi mentre la folla sgomberava l'area anche loro decisero di fare lo stesso visto che la festa andava a morire.

Peccato che Edward non si reggeva a dir poco in piedi e moriva di sonno visto il mal di testa e la stanchezza.

Si trovarono così in quella situazione assurda, Envy era già in camera per cambiarsi e mettersi sotto le coperte il prima possibile visto che nel pomeriggio avrebbe avuto le prove con la band per la serata rock di natale al pub e Roy stava riaccompagnando Edward in camera.

-Hai esagerato sai?-

-Non trattarmi come un bambino...-

-Ma dai El non ti reggi in piedi... guardati-

Teneva la mano sul suo fianco per non farlo cadere a terra ma improvvisamente lo lasciò per permettergli di capire che da solo sarebbe caduto, comunque non glie lo permise riprendendolo immediatamente.

-Ma sei scemo? Stavo per cadere...-

Rimproverò con i pugni stretti al suo petto mentre la mano dell'altro era passata sulla schiena per tenerlo meglio e guardarlo negli occhi languidi.

-Allora lo ammetti che hai esagerato...-

-Zitto e accompagnami in camera non ho voglia di sentire i tuoi commenti, se volevi giudicare potevi anche restare in camera e non venire-

Per facilitare il tutto lo prese direttamente in braccio camminando lungo il corridoio senza il minimo sforzo, merito dei suoi super muscoli, come avrebbe sicuramente detto in un altra circostanza.

-Mi ha chiesto Alfonse di riaccompagnarti, ci è rimasto male-

-Non può ordinarmi quello che posso o non posso fare, deve pensare a se stesso, domani potrà partire per la Francia e ricomincerà da capo-

-Vedi di essere gentile con lui, capisco che stai cercando di riprenderti la tua vita ma non è pur sempre una scusante-

-D'accordo, ma devi farmi un piccolo favore adesso-

-Sarebbe?-

-Non ho voglia di dormire con il mio ex, visto che Envy sta nella tua stanza pensavo di stare con lui-

Sapeva benissimo come ammaliare una persona, per di più se si trattava di un ragazzo ancora pazzo di lui.

-Dovrei dormire con il tuo ex...?-

Non sembrava tuttavia molto convinto a cedergli il posto nella sua stanza, per dormire con Alfonse poi, che già reputava uno sfigato.

-Please Ro...-

Mise quindi in mostra l'espressione alla quale il caro Mustang non sapeva resistere, quella che lo convinceva a fare qualsiasi cosa: “L'espressione da cucciolo alla Edward Elric” tremendamente adorabile, accompagnata poi dal suo nomignolo affettivo.

-D'accordo d'accordo ma mi aspetto una ricompensa sai?-

-Non me lo dimenticherò-

Gli fece l'occhiolino scendendo finalmente a terra per andare nella camera dove dormiva sicuramente beato il suo amico e lasciandolo alla ramanzina del suo ex che sicuramente gli avrebbe dato del fesso per essere capitolato.



[Angolino Autrice]

Ed eccomi qua ^____^ scusate un po' di ritardo di solito aggiorno la mattina ma oggi sn andata un po' a spasso u.ù spero vi piacciano questi due nuovi capitoli, non ho molto da dire in realtà penso che parlino da soli XD mi diverto però  a descrivere le pazzie che combina Edward u.u con Envy poi.... ahahahahaha XD che ne pensate? Non è adorabile la nostra piccola Rock star?

Allora, vi faccio la solita anticipazione ^-^
Envy ha un problema ù.u chi deve risolverglielo? ED XD

-Fai in modo di trovare una soluzione e saremo pari, annullerò la mia punizione per il modo in cui ti sei fatto trovare-
-E cosa avresti fatto…?-
-Mi avresti fatto da servo per un mese, sai che non sono bravo nelle pulizie e le faccende di casa e poi mi serve qualcuno che stiri, lavi, cucini e all’occorrenza dia da mangiare al mio animaletto domestico-
-Hai preso un cucciolo?- domandò intenerito curioso di sapere quale animale fosse: Un tenero gattino, un cagnolino, una deliziosa coppia di canarini…!
-Si un pitone, si chiama Squama vedrai che andrete d’accordo…-
Edward inorridì a quelle parole: Lui odiava i rettili e qualsiasi altra cosa strisciasse! Gli facevano semplicemente schifo, non c’era un'altra spiegazione.
-Col cavolo!! Io non darò da mangiare a quel tuo piccolo mostro e scordati che venga a trovarti! Non voglio trovarmelo tra le caviglie!-
-Sarebbe possibile… sai potrebbe scambiarti per il pranzo data la statura-
Con un gran sorriso gli posò una mano sulla testa come se tutto ciò fosse normale, mentre a lui venivano i sudori freddi al solo pensiero.
-E che diavolo mangia quel coso…?-
-Topi, ma dovrai darglieli vivi… ama stritolarli per conto suo-
-Come puoi pretendere che io, un vegetariano amante degli animali compri dei topini indifesi per buttarli nelle fauci di un viscido mostro?!-
-Allora mio caro, trovami un posto dove suonare, possibilmente vicino e con del pubblico per quanto il tempo permetta-

Envy Envy Envy...... u.u così me lo traumatizzi Edduccio..... bé ma ora, passando ai ringraziamenti ^_^

MXI

HaChiElriC

aubry97


^__^ ci sentiamo ragazze un bacione!!!

Enjoy!!

 

  
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