[Chap_9 Pt.1]
Quella
mattina il sole sorse
all'orizzonte in modo differente dal solito, per la prima volta dopo
lunghi
giorni di abbondante nevicate riusciva a sovrastare le nuvole grigie e
farsi
vedere in un cielo finalmente limpido.
Certo
l'aria restava fredda
e i gradi non si alzavano ma gli spazzaneve avevano l'occasione di
uscire e
dare il meglio sgomberando le strade dalla neve che andava lentamente a
sciogliersi, così anche gli aereo porti potevano finalmente
riaprire e
permettere a turisti e lavoratori di spostarsi in libertà.
Edward
Elric questo non
l'aveva ancora capito poiché era immerso ancora nel mondo
dei sogni e non
sembrava volersi per niente svegliare, era così bello stare
tra le coperte, al
riparo dal freddo con il caminetto acceso e tutto ciò di cui
aveva bisogno a
portata di mano.
Peccato
che però non si trovava
nella sua stanza bensì in quella di Roy Mustang, la sera
prima si era fermato a
parlare con lui, aveva scoperto molte cose e fatto almeno in parte
chiarezza
sui suoi sentimenti.
Ma
la stanchezza dovuta agli
avvenimenti di quella lunga giornata aveva avuto la meglio su di lui e
si era
addormentato senza nemmeno rendersene conto.
D'altro
canto il caro
Mustang non poteva certo rovinarsi quella deliziosa visione
svegliandolo,
dormiva così bene e poi non aveva l'occasione di stare
così tanto tempo con lui
da troppo tempo, e allora aveva deciso di metterlo sotto le coperte e
dormire
al suo fianco come una volta.
Sarebbe
rimasto tutto in
quella perfetta atmosfera di vetro se il sole non avesse iniziato ad
invadere
la stanza, felice di essere tornato a splendere nel cielo di New York,
soprattutto sul viso del nostro biondino che infastidito fu costretto a
svegliarsi e girarsi tra le coperte in modo da non essere
più esposto.
Però
dovette comunque aprire
gli occhi visto che si trovò su un petto fin troppo spazioso
e forte per essere
quello di Alfonse e tra l'altro non ricordava nemmeno di essere tornato
nella
loro stanza.
-Ma
che...?- Confuso alzò lo
sguardo incontrando il viso beato e sereno del suo ex che dormiva
ancora
profondamente e finalmente ricordò ciò che era
accaduto, aveva praticamente
confessato di essere in crisi con il suo attuale e presunto fidanzato e
di
considerarlo solo un amico, ciò doveva avergli dato il via
libera per
comportarsi da maniaco.
Però
era tanto dolce... non
se la sentiva di svegliarlo per strillargli addosso,
non l'aveva per forza fatto con cattive
intenzioni, forse non voleva svegliarlo e basta... o conoscendo la
situazione
non voleva riportarlo in camera.
Ma
cosa avrebbe pensato
Alfonse di tutto questo? Sapeva di comportarsi da ipocrita, prima gli
aveva
chiesto una pausa di riflessione e poi si trovava a letto con il suo
ex,
insomma non avevano fatto mica qualcosa di male ma era sicuramente
equivocabile!
“Aspetta
ma noi ci siamo baciati... cioè no,
io ho baciato lui perché ero arrabbiato e lui mi ha
volentieri assecondato,
accidenti! Però... pensandoci, non è stato come
il bacio che ho dato ad Al,
quello non era niente, lui non mi suscita certi sentimenti,
perché è così
difficile? Forse ha ragione questa zucca vuota... odio solo il fatto di
amarlo
ancora, ho paura di quello che potrebbe accadere, non voglio essere
ferito
ancora, ma come lo dico ad Al? E poi varrebbe la pena
rischiare?”.
Si
alzò molto lentamente coprendo la parte del letto doveva
aveva dormito per non
svegliare l'altro e a piccoli passi cercò le sue scarpe, le
indossò e uscì
dalla stanza entrando nella sua.
Alfonse
si stava cambiando e
quando lo vide a quelle condizioni: Capelli spettinati, vestiti
sgualciti del
giorno prima, uno strano profumo addosso che sicuramente gli era
rimasto a
causa del proprietario, pensò per un istante male...
-Dove
sei stato? Non sei
neanche tornato questa notte...-
-Scusa
ma mi sono
addormentato...- Cercava di sviare il discorso per non rivelare da chi
era
stato e a fare cosa.
-Non
importa, ascolta Ed non
voglio metterti fretta ma hai visto il tempo fuori? Possiamo ripartire
adesso... e devo sapere se tornerai in Francia con me- Lo disse
tristemente,
dubitando quasi sicuro che in Francia ci sarebbe tornato da solo al 90%
delle
possibilità.
-Non
ci avevo fatto caso...-
Era inutile girarci intorno, gli era bastata una serata per capire i
suoi veri
sentimenti o meglio li aveva capiti grazie a Roy anche se era strano a
dirsi,
sentiva che la sua casa era L'America e per niente al mondo se ne
sarebbe mai
andato. -Bé Al... io resterò qui, mi dispiace ma
è questa casa mia-
-Capisco...
lo avevo
immaginato, sei così diverso da quando siamo arrivati,
questo è il tuo posto e
sicuramente non potrà mai essere il mio, perché
non mi ami giusto?-
-Sei
davvero un caro ragazzo
Al, dolce e fantastico ma io sono Americano, al 100% e non siamo
proprio sulla
stessa lunghezza tonda, credo che le tue delicate attenzioni faranno
felici
altre persone, ma non possiamo fingere e non possiamo nemmeno cambiare
per
compensarci-
-Tu
adori la calda passione,
gli uomini duri come la roccia e arroganti, i cibi stra fritti e quelli
troppo
dolci, sei così innovativo e rivoluzionario, sei
vegetariano, ribelle,
fantastico e bellissimo-
-E
tu tanto dolce, dedito
allo studio e al lavoro, delicato, morbido e caldo... tu hai bisogno di
una
principessa al tuo fianco, non di qualcuno che beve vodka ghiacciata e
sia
ribelle come me-
-Quindi...
stiamo
rompendo... mi mancherai, credo sia una stronzata chiederti di rimanere
amici-
-Dipende
dai punti di vista,
possiamo comunque provarci...-
-D'accordo
allora...
amici...- Fu tentato di abbracciarlo ma represse quello scomodo
istinto, dentro
di sé sapeva che sarebbe andata a finire così,
lui ed Edward appartenevano a
due mondi totalmente differenti ma ci sarebbe voluto moltissimo tempo
per
dimenticarlo e innamorarsi nuovamente, di questo ne era certo.
-Amici...-
Piombò un
silenzio imbarazzante nella stanza che si poteva addirittura tagliare
col
coltello per quanto era denso, così tirò un
sospiro e cercò di venirne fuori
-Credo sia meglio darmi una sistemata... se mi aspetti ti aiuto con la
reception-
-Va
bene...-
Entrò
nel bagno velocemente
e con altrettanta fretta si spazzolò i capelli e fece una
doccia lampo per poi
uscire e vestirsi, nell'armadio c'erano ancora i suoi vestiti ma non
quelli di
Alfonse, che se ne sarebbe davvero andato via.
Scesero
alla reception in
totale silenzio, era così imbarazzante ma non poteva
nascondere di essere in
parte sollevato, era come togliersi un grande peso dal cuore, in questo
modo
non l'avrebbe più illuso permettendogli di rifarsi una vita.
-Mi
scusi? Sa dirmi se gli
aereo porti hanno già riaperto?-
-Oh
no ragazzo, tutti gli
aereo porti sono chiusi, il massimo che puoi trovare è
qualche taxi-
-Ma
come... la neve è stata
spalata e il cielo è limpido-
Il
receptionist sembrò
guardarlo stupefatto, come se non avesse capito una cosa
importantissima.
-Non
sai che giorno è oggi?-
-Il...
22 di Dicembre?-
-Sei
rimasto un po' indietro
caro, è il 24... oggi
è la vigilia di
natale, tutti i mezzi non sono disponibili, ripeto, sei fortunato se
trovi un
taxi ma di aereo porti non se ne parla nemmeno-
-D'accordo
e allora come
possiamo fare? La nostra prenotazione è scaduta-
-Lei
è?-
-Elric,
sono nella suite
all'ultimo piano, la 3200-
-Oh
ecco si si, non c'è
alcun problema la sua prenotazione contava fino a capodanno, lei ha
scelto il
pacchetto delle feste natalizie che scade esattamente il 2 di Gennaio-
-Oh
capisco, la ringrazio
allora...-
-Di
nulla si figuri, se ha
fretta di andare via comunque gli aereo porti apriranno nuovamente il
26
Dicembre-
-La
ringrazio ancora, scusi
il disturbo-
Si
voltò verso Alfonse
prendendolo per un braccio per trascinarlo via di lì vista
la figuraccia che aveva
appena fatto.
-Bé
che è successo?-
Chiese
lui non avendoci
capito niente.
-Oggi
è il 24 Dicembre Heide
tutti gli aereo porti sono chiusi, la nostra prenotazione scade il 2
Gennaio
quindi possiamo restare però ti sarà possibile
andare solo dopodomani...-
-Accidenti...
grandioso-
Sbuffò
incamminandosi con
tanto di valige alla mano verso l'ascensore, aveva ricevuto una bella
batosta.
Oltre
alla loro rottura ora
doveva passare il natale in un hotel, da solo tra l'altro.
Edward
si senti quasi in
colpa per l'accaduto, non era certo responsabile di ciò che
stava avvenendo,
insomma non l'aveva mica deciso lui di chiudere gli aereo porti il
giorno della
vigilia e quello di natale, d'altro canto però se si fosse
accorto prima di
questi suoi sentimenti, Alfonse sarebbe potuto andare via
tranquillamente e
invece era costretto a trascorrere il natale lontano da casa, con il
suo ormai
ex.
Sbuffò
non sapendo più che
pesci prendere ma a stomaco vuoto non poteva certo ragionare meglio
pensò, così
per il momento lasciò Alfonse da solo e andò a
prendere qualcosa da mangiare
per portarlo anche a lui in camera, non voleva invadere troppo il suo
spazio
emozionale ed imporre la sua presenza, ma per la colazione almeno
potevano
convivere pacificamente, in seguito avrebbe trovato qualcosa da fare.
Quando
arrivò dinanzi alla
porta della suite con un meraviglioso carrello pieno di delizie quasi
ebbe
timore nel bussare, ma lo fece con la convinzione che morire di fame
non
avrebbe giovato a nessuno dei due, spazio emozionale o meno.
-Non
ho fame- Disse subito
Alfonse appena lo vide, seduto sul letto con le gambe raccolte al petto
e
un'espressione imbronciata.
-Devi
mangiare lo stesso,
senti so che è una bella batosta questa ma non puoi iniziare
a trascurarti in
questo modo-
-Va
bene va bene, ma perché
sei ancora qui? Voglio dire, non hai ancora parlato con Mustang?-
-Per
dirgli cosa scusa? Io e
quell'essere non siamo nemmeno della stessa specie, figurati se posso o
voglio
avere un confronto razionale con lui-
-Vuoi
dire che non ti sei
accorto di provare ancora qualcosa per lui?-
Ora
finalmente tutto gli
apparve più chiaro!
Era
così giù non solo per la
loro rottura, ma aveva capito che tutto quel casino era stato frutto di
rinnovati sentimenti verso una certa persona, che avrebbe fatto meglio
a non
intromettersi molto.
-Oh
no Al! Non ti ho mica
tradito con Roy, ma per piacere...-
-Forse
dovresti
riconsiderare il tuo odio nei suoi confronti, non parlo da ex quanto
più da
amico, ho notato che quando sei con lui ti illumini, che si tratti di
rabbia o
di qualcosa di indecifrabile che leggo nei tuoi occhi, sei sicuro di
odiarlo
veramente?-
-Ma
perché state tutti con
questa convinzione? Si lo odio per quello che mi ha fatto, ne sono
certo-
-Però
sei tentato di perdonarlo...
sempre da amico posso dirti che in lui ci vedo il tuo uomo ideale:
Forte,
arrogante, seducente... ha fascino lo ammetto-
-Ma
è un puttaniere-
-Credo
che sia davvero
pentito, ora che posso osservare le cose da un punto di vista oggettivo
ed esterno
penso che ci tenga davvero a farsi perdonare-
Ma
perché doveva diventare
così saggio tutto insieme? Insomma da ex doveva arrabbiarsi,
litigare e magari
dargli dell'ipocrita non difendere quello che era stato fino ad un
giorno prima
il suo diretto rivale.
-Lo
so che è pentito ma non
mi va di perdonarlo...-
-Hai
paura che possa
ripetere ciò che ti ha fatto, ma pensala così: Se
lo ripete, invece di scappare
dall'altra parte del pianeta, tu vendicati su di lui-
-Già
su questo devo darti
ragione, non gli ho mai detto apertamente come mi ha fatto sentire e
nemmeno
l'ho punito-
Prese
ancora una ciambella,
una delle poche che erano rimaste sul vassoio mentre passeggiava per la
stanza
nervosamente, incapace di stare fermo per qualche strano motivo, c'era
qualcosa
nell'aria quella mattina, qualcosa che lo faceva sentire libero e
potente.
Bussarono
alla porta con
mano gentile, tanto che rimase sorpreso nel vedere di chi si trattava,
parli
del diavolo e spuntano le corna appunto: Roy Mustang avanzò
verso di lui con
andatura sicura, degnando solo di un cenno con la mano il povero
Alfonse che
era diventato il terzo in comodo.
-Non
lo perdi il vizio di
lasciarmi mentre dormo- Gli sussurrò all'orecchio per non
metterlo nei guai con
l'altro, ovviamente non sapendo che avevano rotto da meno di un ora o
forse
più.
-E
tu non perdi quello di
essere un tremendo stronzo-
Sibilò
prima di appioppargli
un sonoro cinque su una guancia, il più forte che aveva mai
dato a qualcuno,
anche Alfonse rimase a bocca aperta non conoscendo questo lato del suo
carattere.
-Ma
che ti ho fatto adesso?-
Chiese
la vittima
massaggiandosi la guancia dolorante, che quasi non sentiva
più per quanto si
era indolenzita.
-Mi
sono reso conto di non
averti mai punito per ciò che mi hai fatto e non ti ho mai
detto come mi sono
sentito, brutto cretino, hai idea di cosa si provi ad essere
abbandonati? Dico
io cavolo, mi stai alle costole per cinque anni della mia esistenza e
poi osi
tradirmi con una puttana? Hai idea di cosa ho passato? Mi sono sentito
un vero
scemo, un ingenuo, un giocattolo rotto! Non avevi nemmeno il diritto di
perseguitarmi qui in hotel con le tue avance! Dio se l'avessi saputo
prima non
avrei perso un anno a starti dietro, si ci siamo divertiti è
vero però la cosa
più importante in un rapporto è la fiducia e tu
non me l'hai dimostrata, vuoi
sapere se provo ancora qualcosa per te? Si è ovvio
però non posso permettermi
di prendere in giro me stesso e tornare da te! Perché
sarebbe questo: Una presa
in giro!!-
Buttò
fuori tutta l'aria che
aveva incamerato in quell'interminabile sfuriata senza fine,
però si era
sfogato, aveva finalmente ammesso ciò che si portava dentro
e doveva proprio
ammettere che si sentiva benissimo, come se si fosse tolto un macigno
opprimente dal cuore e ora potesse respirare a pieni polmoni.
-El...
l'hai detto in
inglese-
Altra
dimostrazione di
totale stupidaggine alla Roy Mustang, invece di replicare, di dire
qualcosa di
sensato sparava solo scemenze, perché lui era questo: Un
distributore gratuito
di cazzate!
-Non
me ne frega niente se
l'ho detto in inglese per la fretta, devi rispondermi!-
Esigeva
una risposta chiara
e precisa di quello che provava e di ciò che pensava al
riguardo, niente più
giri di parole ormai, dovevano chiarire il tutto senza tralasciare
nulla,
nemmeno il minimo particolare.
-Va
bene va bene- Lo prese
velocemente per un braccio portandolo fuori dalla stanza, facendo segno
però ad
Alfonse di aspettare ancora un po' ma d'altro canto quel poveretto non
aveva
capito nulla di ciò che Edward avesse appena detto,
già non riusciva a capirlo
quando parlava molto lentamente figuriamoci in quella circostanza.
-Che
devo dirti? Io ho
ammesso un milione di volte di essere stato un cretino, non dovevo
tradirti e
lo so, ammetto di essere stato un immaturo e di non aver mai apprezzato
ciò che
avevo davanti agli occhi quando era l'unica cosa di cui avevo realmente
bisogno, all'inizio sei stato come un capriccio ne sono cosciente, ti
volevo
perché eri diverso, perché eri speciale ma poi
sei diventato molto di più, io
ho imparato ad amarti veramente e ho sottovalutato ciò che
sentivamo l'uno per
l'altro per la debolezza di una notte, Ed per piacere perdonami, non
odiarmi, io
sono cambiato e non commetterò mai più lo stesso
errore, è stata tutta colpa
mia e voglio rimediare con tutto me stesso, sono al tuo fianco e ci
sarò
sempre, d'ora in poi ci penso io a te-
Avvicinò
la mano alla sua
per stringerla, aspettando una risposta e nel frattempo ancora una
volta gli
sguardi si incontrarono e si fusero in una cosa sola, inscindibile e
perfetta.
-So
che sei pentito e ti
credo ma ho paura Roy... devo fidarmi nuovamente di te e non so se ci
riuscirò-
-Ma
ci siamo baciati, io ti
amo e tu ami me... ti darò tutto il tempo del mondo,
aspetterò altri cinque
anni e più se sarà necessario ma ti voglio El...
voglio il vecchio te, puoi
nasconderti sotto un taglio di capelli diverso e questi vestiti comuni
ma la
tua personalità grida per venire fuori ogni volta che sei
con me e non puoi
smentirlo-
Non
sapeva più che dire, si
ammutolì per mancanza di risposte perché in parte
era vero, sentiva il bisogno
di essere più libero e di fare ciò che volva,
cosa che nell'ultimo anno non
aveva mai fatto, forse tornare alle origini non sarebbe stato affatto
male ma
allo stesso tempo era insicuro.
-Anche
perché...- Continuò
il moro attirando nuovamente la sua attenzione -Recentemente ho sentito
un tuo
caro amico che era in viaggio con la sua band nel sud America e gli ho
riferito
che eri qui a New York-
-Cosa...?-
Un
brivido gelato gli
attraversò la schiena nel sentire quelle parole che
preannunciavano solo
sventura, morte e distruzione.
-Hai
capito benissimo, Envy
sa che sei qui a New York-
-E
che ha detto? Voglio
dire, n-non tornerà vero?-
-Oh
dai non vuoi rivederlo?-
-Certo
che voglio ma non
conciato così!!-
-Adesso
ti vergogni eh?-
Scoppiò in un indelicata e sonora risata immaginando la
scena dei dure cari
compagni che si ritrovano e soprattutto delle torture che Envy
potrà
architettare per punirlo dopo averlo visto.
-Non
è che mi vergogno ma
Envy è Envy e si infurierà tantissimo con me!
Dimmi che non gli hai detto di
venire!-
-No
io non gli ho detto
nulla, è lui che ha insistito per sapere il nome dell'hotel
e che ha sospeso il
suo tour per precipitarsi qui-
-C-come?
E questo quanto
tempo fa?!-
-Due
giorni fa, ero venuto
nella tua stanza a posta per avvisarti prima che mi schiaffeggiassi e
per dirti
che Envy ha chiamato ed era in autostrada, sai era stato impedito dal
tempaccio
che c'è stato negli ultimi giorni ma quel ragazzo supera di
gran lunga ogni
forza della natura-
-E
me lo dici così
tranquillamente?! Sarà sicuramente arrivato a quest'ora, da
qui all'autostrada
sono dieci minuti e noi parliamo da molto di più!!-
-Forza
scendiamo nell'atrio
sono sicuro che ancora non è arrivato, forse hai tempo per
rimediare ai tuoi
disastri-
Ma
certo era così ovvio,
mentre lui andava nel panico più totale quell'imbecille lo
prendeva per mano e
lo scortava fino all'ascensore e poi nella hall dell'hotel dove
iniziò a
guardarsi intorno, senza nemmeno difficoltà visto che a
quell'ora tutti erano
nelle varie sale svago in attesa del pranzo.
Era
deserto, fatta eccezione
per un facchino che portava due enormi valige nere con delle catene ai
lati,
molto strane ed eccentriche ma di chi potevano essere?
-Ehi
guarda, ho torto: Envy
è arrivato-
Sembrava
essere tutto un
gioco per lui, non pensava che poteva rimetterci la pelle, pensava solo
a se
stesso.
Gli
si gelò il sangue nelle vene: All'ingresso c'era un ragazzo,
alto, magro ma non
troppo, con la giusta dose di muscoli allenati, lunghi capelli neri
pieni di
ciocche verdi, occhi color ametista, un espressione tra lo sconcertato
e
l'arrabbiato, indossava una canottiera nera nonostante fuori ci fosse
ancora la
neve, vi era disegnato un teschio sopra color argento e aveva i jeans
stretti e
strappati sulle ginocchia, una vera rock star insomma, con tanto di
stivali di
pelle e una chitarra posta nell'apposito fodero vicino le appariscenti
valige.
-Ehi
Envy!- Iniziò a
chiamarlo Roy sventolando in aria una mano. -Guarda chi ti ho portato!-
E nel
frattempo il povero biondino cercava di nascondersi alle sue spalle
come se poi
non fosse già stato visto, anche molto bene dall'altro.
-Roy
non peggiorare la
situazione per favore-
Sibilò
mentre il moro
cercava di scansarsi in modo da renderlo ancora più visibile
ma ad ogni passo
che faceva Edward lo imitava cercando di restare nell'anonimato.
-Dovrai
affrontarlo prima o
poi, perché non ora?-
-Perché
ho paura adesso...-
Si
accorse però di avere la
mano libera, prima stretta dall'altro e quindi di avere la
possibilità di
scappare senza essere ostacolato o trattenuto da nessuno.
Si
lanciò quindi di corsa
verso l'ascensore mentre Envy e Roy cercavano di raggiungerlo a passo
lento e
minaccioso, quando riuscì ad entrare tra quelle porte
miracolose cliccò
insistentemente il bottone che lo avrebbe portato al suo piano, temendo
per un
istante per la sua vita se avessero fatto prima loro della chiusura
delle porte
metalliche, ma si salvò quasi per miracolo anche se il
saluto di Envy non fu
poi così caloroso.
-Shorty...
I'll Kill You- (Piccoletto... Ti ucciderò).
-Hi
Envy, nice to see you again, i missed you... you too right?- (Ciao Envy, sono contento di
vederti ancora, mi sei mancato, anche tu
vero? -Oppure: Anche tu hai sentito la mia mancanza vero?).
Le
porte dunque si chiusero
e iniziò la sua corsa verso l'ultimo piano sperando che Envy
non avesse preso
le scale e lo stesse raggiungendo in un lampo, cosa di cui era
perfettamente in
grado.
Ma
fortunatamente quando
arrivò non trovò nessuno a sbarrargli la strada
così corse verso la sua camera
e si chiuse dentro buttandosi sul letto nel patetico tentativo di
nascondersi
tra le coperte mentre Alfonse, rimasto lì ad aspettarlo lo
fissava sconvolto.
-Edward
che sta succedendo?-
Cercò
di guardarlo tra quel
cumulo di coperte ma non ci riusciva proprio, si era come creato una
barriera
per difendersi da chissà cosa.
-Envy
is here, i'm scared...he wants to kill me...- (Envy è qui,
sono spaventato, lui vuole uccidermi)
-Edward
sai che non ti
capisco se parli inglese, riprenditi un secondo-
-I'm
sorry... cioè volevo
dire, scusa Heide ma sono agitato e non mi sono reso conto di parlare
inglese,
dicevo che Envy è qui in hotel e sta venendo e vuole
uccidermi-
-Perché
dovrebbe ucciderti?-
-He
saw me... mi ha visto,
ha visto il mio cambiamento e non ne è contento,
è arrabbiato-
-Ed
fai un respiro profondo,
stai mischiando l'inglese con il tedesco-
-Yes
i know... lo so, i'm so
scared Al... sono così spaventato, non posso farci niente-
-Non
so come aiutarti Ed...
se è tuo amico risolverete le cose-
-Lo
so... ma per ora dovrò
affrontare l'uragano della sua furia-
Detto
fatto, qualcuno iniziò
a bussare alla porta prepotentemente e non poteva trattarsi di altri se
non di
Envy, era quel suo tipico modo di fare.
-Shorty,
be a man and open this door Now!!- (Piccoletto
sii uomo e apri questa porta adesso!).
-Che
ha detto?-
Sussurrò
il tedesco non avendoci
capito niente di niente.
-Vuole
che gli apra la
porta...-
-Shorty
listen to
me!-(Piccoletto ascoltami)
-I'm
sorry Envy but i can't...- (Scusa Envy ma non posso/non
ne sono in grado).
-You
have to open this door Edward, we need to talk face to face-
(Tu
Devi aprire questa porta
Edward, noi dobbiamo/abbiamo bisogno di parlare faccia a faccia).
-Okay...
wait- (okay
aspetta).
Si
alzò e titubante posò la
mano sul pomello della porta mentre Alfonse per lasciargli un minimo di
intimità o per paura si scansò verso la finestra
in modo da non essere
visibile.
Quando
si trovò faccia a
faccia con il suo migliore amico ebbe quasi paura di ciò che
potesse dire o
fare, osservò solo la sua espressione che mutava di secondo
in secondo mentre
lo guardava bene.
-Come
ti sei conciato razza
di scemo...?-
-Mi
dispiace... ho passato
un brutto periodo-
-Si
lo vedo ma adesso non
temere, me la pagherai dopo ma prima devo occuparmi del tuo look
orrendo e
renderti per lo meno presentabile, forza imbranato ora ci pensa Envy a
te-
Gli
tese la mano avvolta da
un guanto di pelle con al polso un bracciale spinato, proprio nel suo
stile, lo
fece sentire finalmente a casa dopo tutti quegli anni e si sentiva bene
adesso,
consapevole del fatto che qualcuno gli volesse bene e lo trattasse come
un
fratello.
-Thank
you brother...- (Grazie fratello)
-Come
on...- (Dai…)
Si sentiva come un bambino smarrito che in quella mano aveva ritrovato la strada di casa, gli piaceva vedere il sorriso di Envy, era bello e tenero per una volta, in quel momento si sarebbe anche lasciato cadere tra le sue braccia sicuro di potervi trovare rifugio e pace, finalmente qualcuno capace di capirlo e amarlo come lui voleva.
[Chap.9 Pt.2]
Era
il primo pomeriggio, la neve quel giorno aveva ripreso a scendere sulla
città
di New York sorprendo tutti gli abitanti che avevano sperato anche se
per un
solo giorno in un po' di quiete.
Sembrava
che il tempo
giocasse le carte a suo sfavore, questo pensava Edward Elric mentre
trovava nel
getto dell'acqua calda un che di confortante, quell'abbraccio delicato
e
rilassante che distendeva i suoi muscoli tesi.
Envy
era tornato in città
solo per lui, con l'aiuto ovviamente di madre natura che aveva smesso
di
avventarsi sulla città giusto il tempo necessario per
aggiungere all'allegra
comitiva dell'hotel un altro ospite.
-Non
eri in viaggio con la
band?-
Chiese
mentre usciva dalla
cabina della doccia mettendosi l'accappatoio, Envy lo aspettava fuori
mentre
preparava chissà che cosa, una grande idea ovviamente a suo
dire.
-Si
ma il tempo ha
interrotto il tour e poi ho ottenuto un posto fisso qui a New York
quindi credo
che metterò radici-
-Sul
serio? E' fantastico
hai avuto un ingaggio-
-Non
provare a fare il
ruffiano tesoro, un mio amico ha aperto il locale dei suoi sogni, un
pub stra
fico e noi saremo la band principale e comunque se dovesse essere una
cosa
temporanea ne ho una lista piena di locali che mi richiedono, il tour
ha dato i
suoi frutti-
Uscì
dal bagno con indosso
solo i boxer visto che il suo caro amico gli aveva come dire
sequestrato tutti
i vestiti, all'inizio doveva requisire solo quelli che riteneva
orrendi, ma
purtroppo la cosa si è espansa in tutto il suo guardaroba,
fatta eccezione per
qualche stivale e un paio di jeans attillati.
-Sono
comunque contento per
te, se volessi fare il ruffiano credimi ci sarei già
riuscito-
-Non
sei furbo quanto me
quindi non montarti e ora siediti-
Ordinò
accennando con il
capo ad una sedia mentre prendeva uno strano aggeggio e della colla a
caldo
particolare.
-Non
vorrai uccidermi spero-
-Anche
se fosse scapperesti
per tutto l'hotel in mutande? No piccolo idiota, questa è
colla a caldo per
capelli e queste- Allungò la mano verso lunghe ciocche
dorate, identiche ai
suoi capelli -Sono le ciocche che sostituiranno momentaneamente la tua
chioma,
almeno fino a quando non ricresce, guarda che scempio, se ti rasavi a
zero era
la stessa cosa-
Sentenziò
arrabbiato facendo
accomodare con “Gentilezza” per poi iniziare ad
asciugargli i capelli con il
phon.
-Come
sei cattivo...-
-Una
cosa buona l'hai fatta
almeno, sono contento che tu abbia smesso di farti, anche io ci ho dato
un
taglio, non voglio essere un cattivo esempio per i miei milioni di
fans...
almeno non troppo-
-Milioni
di Fans? Allora ho
l'onore di essere nella stessa stanza con una vera rock star, me lo fai
l'autografo?-
-Ma
certo caro, quando ti
colpirò lo farò così forte che la mia
mano sarà un bellissimo ricordo indelebile
e potrai andare in giro dicendo: “Ehi sono stato picchiato da
una rock star!!”
ci stai?-
-No,
grazie lo stesso ma
credo che passerò per questa volta-
-Bravo,
ora sta fermo che
inizio con la colla-
-Va
bene...-
-Allora...
chi è lo sfigato
di cui mi parlava il tuo ex ancora più sfigato?-
-Si
chiama Alfonse
Heiderich, l'ho conosciuto in Francia... e per la cronaca anche lui
è il mio
ex... ci siamo lasciati, o meglio io l'ho lasciato perché
ero incerto sui miei
sentimenti, alla fine aveva ragione quell'idiota di Mustang,
è stato solo un
rimpiazzo-
Disse
con l'amaro in bocca e
quasi con voce rotta, dall'avere due contendenti era passato all'essere
single
e infelice.
-Spiegami,
perché sei
scappato in Francia facendo perdere a tutti le tue tracce? Questa
ancora non
l'ho capita-
-Roy
non te l'ha detto? Lo
trovai a letto con una sgualdrina...-
-Quel
brutto piccolo figlio
di buona donna!! Lo picchierò con la pistola a caldo!-
-Il
punto non è lui, sono
io, sono ancora innamorato e non so come comportarmi, perché
da una parte so
che è dispiaciuto veramente e non lo ripeterà
più ma chi me lo assicura?-
-Piccoletto,
se non domandi
non potrai mai avere una risposta, buttati, se davvero ami quel pesce
lesso
allora non piangerti addosso ma fagli vedere ciò che si
perde! Cavolo se ti ha
corteggiato in questo stato ti ama davvero tanto!-
-Dici
che dovrei provare?-
-Ehi
questo non è l'Edward
Elric che conosco- Posò la pistola a caldo, prese uno
specchio e gli andò
davanti facendogli vedere la sua immagine riflessa -Questo, sei tu. Sei
affascinante, bello, accattivante, cavolo ragazzino datti una mossa!
Basta
dormire! L'Edward Elric che conosco sarebbe andato da lui e se lo
sarebbe
fatto, se sei innamorato allora fa quello che ti senti, grida, salta,
ama ma
non deprimerti!-
Sulle
sue spalle cadevano di
nuovo delle splendide ciocche dorate, lunghe e lucenti, era come essere
tornato
indietro nel tempo e non riusciva a crederci.
-Basta
fare la vecchia
zitella innamorata, ora ti metti quei pantaloni di pelle, quegli
stivali, la maglia
con il teschio blu che ti ho gentilmente prestato, aggiungi qualche
accessorio
e vai! Vai in discoteca, in un pub, vai dove cavolo ti pare ma non
restare qui
a poltrire chiaro?-
-Chiaro,
grazie Envy sei una
vera rock star-
-Di
niente piccoletto-
Gli
diede una pacca
amichevole sulla spalla e lo abbracciò, ora che non poteva
vederli nessuno,
altrimenti la sua reputazione da duro ne avrebbe risentito.
…
Nella
hall intanto Roy e Alfonse si erano accomodati su delle poltrone in
attesa di
sapere qualcosa dai due amici per la pelle, Envy aveva preso possesso
della sua
stanza sfrattandolo, perché gli serviva per fare un qualcosa
di epico e
fantastico di cui non era permesso avere alcun accenno.
Alfonse
da parte sua cercava un modo per distrarsi, ora che aveva rotto con
Edward si
sentiva come una pecorella smarrita dal gregge, non aveva nemmeno un
punto di
riferimento così vagava alla ricerca di qualcosa.
-Così
avete rotto... mi
dispiace, sul serio... pensavo che ti avrei battuto lealmente non che
ti
piantasse lui-
-Non
importa, è meglio così
insomma se dovevamo vivere la nostra storia in una fantasia non ne
sarebbe
valsa la pena e non avremmo avuto nient'altro che rimpianti-
-Già...-
-Ehi
si apre l'ascensore...-
Entrambi
si misero in piedi
impazienti di vedere il risultato di quella lunga giornata, di sapere
cosa
stesse tramando Envy, se avesse intaccato Edward o se l'avesse
semplicemente
ucciso.
Ma
ciò che videro superò le
aspettative di entrambi, non potevano credere ai propri occhi e non
sapevano se
essere sconcertati o confusi.
Edward
era tornato in pista,
anzi El era tornato.
Camminava
verso di loro con
un effetto rallenty che rendeva il tutto affascinante e catturava la
loro
attenzione come una falena viene attratta dalla luce, rendendoli
incapaci di
pensare o di formulare una frase di senso compiuto senza sbavare.
Capelli
biondi come il
grano, setosi e lisci nuovamente lunghi, occhi di gatto magnetici, un
sorriso
provocante, pantaloni di pelle, stivali, canottiera con il teschio e
per
ripararsi dal freddo aveva portato una giacca di lana pesante che poi
avrebbe
sicuramente tolto.
-Edward
sei... così...
diverso...-
Provò
ad accennare Alfonse.
-Già...
cioè... sexy...-
Le
uniche parole che
uscirono dalla bocca dell'altro.
-Grazie...
almeno credo, io
e Envy usciamo: Discoteca, alcolici, macchine truccate... avete capito
no? Ci
state?-
-Edward
penso sia
pericoloso...-
Cercò
di farlo riflettere
Alfonse facendo sempre l'anima candida e saggia del gregge che non
smarrisce
mai la retta via.
-Si
lo so Al...- Annuì senza
alcun interesse per l'avvertimento, come se fosse un noioso adulto che
cerca di
stoppare il suo divertimento da adolescente.
-E
poi fuori c'è una
tormenta non potete uscire- Continuò cercando almeno una
buona ragione per trattenerlo
all'interno dell'hotel e non farlo avventurare fuori, dove sarebbe
andato
incontro a morte certa con quel vestiario.
-Non
importa allora, andremo
alla discoteca dell'hotel, sapevi che ce n'è una? Fanno
entrare solo i
maggiorenni quindi nessun limite per gli alcolici e nessun bambinetto-
-Aspetta
aspetta aspetta,
non ti sembra di esagerare? Voglio dire, alcolici? Divertimento? Auto
truccate,
ma che succede? Mi sono perso qualche passaggio per caso?-
-Al
non mi rompere, sono
maggiorenne e vaccinato posso fare quello che voglio compreso
riprendermi la
mia vita, per troppo tempo mi sono pianto addosso e ora è il
momento di
finirla-
Decretò
voltandosi verso
Envy che stava arrivando giusto in tempo per avviarsi nella discoteca.
-Visto
che non possiamo uscire,
prendi Roy-
Gli
mollò il cappotto
iniziando a camminare verso la sua libertà, verso una festa
che sarebbe durata
tutta la notte e anche più.
-Io
lo seguirei fino
all'inferno...-
Sussurrò
questo ammaliato
dal caratterino di cui si era infatuato anni addietro, mentre Alfonse
non
poteva che fissarlo sconcertato, senza parole.
-Io
invece lo seguo per
impedirgli di fare cazzate-
Infatti
anche se titubante
lo segui mantenendo una certa distanza, fino a che i due entrarono
nella
discoteca sorvegliata da un butta fuori alto e muscoloso, per un attimo
ebbe un
po' paura ma ci pensò Mustang a fargliela passare
ricordandogli di essere
maggiorenne e quindi di essere il benvenuto.
Quasi
si sentiva un cattivo
ragazzo in mezzo a tutta quella gente che ballava, beveva e raramente
parlava
visto il volume della musica.
Trovarono
Edward ed Envy già
al bancone, seduti mentre ridevano tra loro e li raggiunsero rovinando
il loro
divertimento.
-Che
vuoi fare?-
-Al
perché non vai in camera
e dormi?-
-Perché
tu sei qui e stai
facendo una cavolata-
-Non
ti riguarda- Si sentiva
così sotto pressione quando aveva intorno quel ragazzo, come
aveva fatto a non
rendersene conto prima? Gli stava tarpando le ali con la sua politica
moralista
-Mi scusi, una vodka prego-
Disse
al barista che subito
lo accontentò versandogli il liquido in un bicchierino che
lui prese
volentieri.
-Alla
nostra- Augurò Envy
portando in alto il suo drink, stessa bevanda, stesso gesto, lo
mandarono giù
tutto d'un fiato senza nemmeno dare tempo al ghiaccio di sciogliersi
per poi
posare il bicchiere vuoto sul bancone con un sospiro.
-Wow
che botta- Ammise
Edward lasciandosi però andare ad una leggera risata
soddisfatta.
-Di
già piccoletto? Non te
ne berresti una bottiglia, stramazzeresti a terra prima-
Lo
sfidò con aria arrogante
l'amico, ma come tutti sapevano ai tempi del college: Quando Envy
sfidava
Edward, non c'era mai una volta in cui rifiutava, pur di rimetterci la
faccia
perdeva lottando.
-Ma
per favore, un altro,
barista-
-Anche
per me-
Era
una scena da brividi per
il tedesco, voleva fare qualcosa per fermarli ma non sapeva che cosa e
aveva
come le mani legate in quella gabbia di pazzi.
-Bene
Envy, continuerò
finché non sarò così ubriaco che i
tuoi capelli mi sembreranno alla moda-
-E
io finché i tuoi non
sembreranno l'acconciatura di un chihuahua con i colpi di sole-
-Me
li hai fatti tu grande
genio...-
-Si
lo so, ma a farti
sembrare un chihuahua tremante è la statura e anche quei
tuoi occhioni
innocenti e spauriti contribuiscono-
-Ve
lo dico io adesso cosa
farò- Si intromise Alfonse -Visto che nessuno qua sembra
voler ragionare, me ne
torno in camera e domani magari ne riparleremo con più
calma- fece per voltarsi
ma aggiunse solo una piccola cosa per Roy -Riportalo in camera tu, ma
non so se
vorrò vederlo...-
-Ci
penso io, vai a riposare
che è meglio-
…
Edward
Elric non pensava che sarebbe mai andata a finire in quel modo, la
stessa
mattina era un ragazzo innocente, buono e rispettoso, nella norma
insomma. Nel
pomeriggio aveva subito un cambiamento dettato dal suo migliore amico e
dalla
sua vena ribelle che era tristemente stata sepolta in quegli anni, la
sera si
erano trovati in una discoteca e aveva a dir poco esagerato, quando
Alfonse si
era ritirato dalla scena non volendo assistere a quello scempio, lui ed
Envy
avevano iniziato la loro gara di alcolici bevendo almeno una bottiglia
di vodka
a testa.
Come
si era concluso il
tutto? Più o meno alla parità visto che il
barista si era rifiutato di servirli
ancora, altrimenti avrebbe dovuto chiamare il butta fuori.
Così
trovandosi senza uno
scopo e non proprio coscienti avevano iniziato a ballare tra la folla,
e non
erano certo mancati gli spasimanti che ci provavano con il bel biondino
e che
prontamente venivano intimiditi da Roy che gli stava sempre vicino,
forse nella
speranza di un flirt o di qualcosa di più che
però non gli era stato concesso.
Verso
le quattro del mattino
poi mentre la folla sgomberava l'area anche loro decisero di fare lo
stesso
visto che la festa andava a morire.
Peccato
che Edward non si
reggeva a dir poco in piedi e moriva di sonno visto il mal di testa e
la
stanchezza.
Si
trovarono così in quella
situazione assurda, Envy era già in camera per cambiarsi e
mettersi sotto le
coperte il prima possibile visto che nel pomeriggio avrebbe avuto le
prove con
la band per la serata rock di natale al pub e Roy stava riaccompagnando
Edward
in camera.
-Hai
esagerato sai?-
-Non
trattarmi come un
bambino...-
-Ma
dai El non ti reggi in
piedi... guardati-
Teneva
la mano sul suo
fianco per non farlo cadere a terra ma improvvisamente lo
lasciò per
permettergli di capire che da solo sarebbe caduto, comunque non glie lo
permise
riprendendolo immediatamente.
-Ma
sei scemo? Stavo per
cadere...-
Rimproverò
con i pugni
stretti al suo petto mentre la mano dell'altro era passata sulla
schiena per
tenerlo meglio e guardarlo negli occhi languidi.
-Allora
lo ammetti che hai
esagerato...-
-Zitto
e accompagnami in
camera non ho voglia di sentire i tuoi commenti, se volevi giudicare
potevi
anche restare in camera e non venire-
Per
facilitare il tutto lo
prese direttamente in braccio camminando lungo il corridoio senza il
minimo
sforzo, merito dei suoi super muscoli, come avrebbe sicuramente detto
in un
altra circostanza.
-Mi
ha chiesto Alfonse di
riaccompagnarti, ci è rimasto male-
-Non
può ordinarmi quello
che posso o non posso fare, deve pensare a se stesso, domani
potrà partire per
la Francia e ricomincerà da capo-
-Vedi
di essere gentile con
lui, capisco che stai cercando di riprenderti la tua vita ma non
è pur sempre
una scusante-
-D'accordo,
ma devi farmi un
piccolo favore adesso-
-Sarebbe?-
-Non
ho voglia di dormire
con il mio ex, visto che Envy sta nella tua stanza pensavo di stare con
lui-
Sapeva
benissimo come
ammaliare una persona, per di più se si trattava di un
ragazzo ancora pazzo di
lui.
-Dovrei
dormire con il tuo
ex...?-
Non
sembrava tuttavia molto
convinto a cedergli il posto nella sua stanza, per dormire con Alfonse
poi, che
già reputava uno sfigato.
-Please
Ro...-
Mise
quindi in mostra
l'espressione alla quale il caro Mustang non sapeva resistere, quella
che lo
convinceva a fare qualsiasi cosa: “L'espressione da cucciolo
alla Edward Elric”
tremendamente adorabile, accompagnata poi dal suo nomignolo affettivo.
-D'accordo
d'accordo ma mi
aspetto una ricompensa sai?-
-Non
me lo dimenticherò-
Gli
fece l'occhiolino
scendendo finalmente a terra per andare nella camera dove dormiva
sicuramente
beato il suo amico e lasciandolo alla ramanzina del suo ex che
sicuramente gli
avrebbe dato del fesso per essere capitolato.
[Angolino Autrice]
Ed eccomi qua ^____^ scusate un po' di ritardo di solito aggiorno la mattina ma oggi sn andata un po' a spasso u.ù spero vi piacciano questi due nuovi capitoli, non ho molto da dire in realtà penso che parlino da soli XD mi diverto però a descrivere le pazzie che combina Edward u.u con Envy poi.... ahahahahaha XD che ne pensate? Non è adorabile la nostra piccola Rock star?
Allora, vi faccio la solita anticipazione ^-^
Envy ha un problema ù.u chi deve risolverglielo? ED XD
-Fai
in modo di trovare una
soluzione e saremo pari, annullerò la mia punizione per il
modo in cui ti sei
fatto trovare-
-E cosa avresti fatto…?-
-Mi avresti fatto da servo
per un mese, sai che non sono bravo nelle pulizie e le faccende di casa
e poi
mi serve qualcuno che stiri, lavi, cucini e all’occorrenza
dia da mangiare al
mio animaletto domestico-
-Hai preso un cucciolo?-
domandò intenerito curioso di sapere quale animale fosse: Un
tenero gattino, un
cagnolino, una deliziosa coppia di canarini…!
-Si un pitone, si chiama
Squama vedrai che andrete d’accordo…-
Edward inorridì a quelle
parole: Lui odiava i rettili e qualsiasi altra cosa strisciasse! Gli
facevano
semplicemente schifo, non c’era un'altra spiegazione.
-Col cavolo!! Io non darò da
mangiare a quel tuo piccolo mostro e scordati che venga a trovarti! Non
voglio
trovarmelo tra le caviglie!-
-Sarebbe possibile… sai
potrebbe scambiarti per il pranzo data la statura-
Con un gran sorriso gli posò
una mano sulla testa come se tutto ciò fosse normale, mentre
a lui venivano i
sudori freddi al solo pensiero.
-E che diavolo mangia quel
coso…?-
-Topi, ma dovrai darglieli
vivi… ama stritolarli per conto suo-
-Come puoi pretendere che
io, un vegetariano amante degli animali compri dei topini indifesi per
buttarli
nelle fauci di un viscido mostro?!-
-Allora mio caro, trovami un
posto dove suonare, possibilmente vicino e con del pubblico per quanto
il tempo
permetta-
Envy Envy Envy...... u.u così me lo traumatizzi Edduccio..... bé ma ora, passando ai ringraziamenti ^_^
MXIHaChiElriC
aubry97
^__^ ci sentiamo ragazze un bacione!!!
Enjoy!!