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Autore: LoonyW    07/01/2012    3 recensioni
Ginny sedeva sulla sabbia, con gli occhi persi verso il mare; Harry passeggiava per le strade deserte di Godric's Hollow.
Spostando lo sguardo sulle prime file, Harry non poté fare a meno di pensare che lì, davanti a lui, avrebbero dovuto esserci sua madre e suo padre, insieme alla sua intera famiglia.
Il suo cuore cominciò a battere all’impazzata quando la marcia nuziale prese a suonare dai palloncini bianchi, annunciando l’arrivo della sposa.
Harry trattenne il fiato nel vedere Ginny, che emanava un’aura candida, nel suo abito bianco e semplice, proprio come lei, accompagnata dal signor Weasley che, con un sorriso radioso, dimostrava vent’anni di meno.
La signora Weasley stava già piangendo.
I due ragazzi si guardarono negli occhi a lungo, quando la sposa fu arrivata all’altare, e non servì parlare per vedere gli stessi sentimenti riflessi l’uno negli occhi dell’altra.
Piccolo omaggio alla coppia che amo più di ogni altra!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'The resistance. '
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«Siam cresciuti noi, ma tanto ancor è cresciuto il nostro amor.
Prima il tempo non passava mai,
ora vola, ma sai…
svanirà la vita ma resterà l’amor.»

 


The wedding.

 
 
Faceva piuttosto caldo anche di notte, lì a Villa Conchiglia, in piena estate. Ginny sedeva sulla sabbia, con gli occhi persi verso il mare. Le onde si infrangevano delicatamente e il vento fischiava. Aveva sempre amato quei suoni così naturali e melodiosi, abili a lenire l’ansia e la preoccupazione. Era esattamente quello di cui Ginny aveva bisogno in quel momento: un calmante. La mattina dopo si sarebbe sposata, e al solo pensiero si sentiva travolgere da una fitta allo stomaco. Era tremendamente agitata, ma, paradossalmente, al tempo stesso felice e triste.
La separazione, la lontananza e la guerra avevano cambiato il legame con Harry, ma in senso buono: l’avevano reso più forte e maturo, più consapevole.
«Ci scommetto la mia giacca di pelle di drago che vi sposerete, e avrete un’ampia progenie di rompi bolidi»
La voce di Fred le risuonò nella testa, inevitabilmente, e pensò a quanto sarebbe stato fiero di constatare che la sua profezia si stava avverando.
Com’era diversa l’atmosfera, nonostante ci fosse un matrimonio in vista! Un’aria ancora segnata dalle perdite della guerra, dopo più di tre anni.
Una lacrima le scese sulla guancia, seguita da un’altra, e da un’altra ancora. Il vento le accarezzò il viso, come a volerla consolare. La Luna le sembrava triste, ma doveva essere solo sua impressione. Una sottile pioggerella cominciò a cadere dal cielo, dopo settimane di siccità.
«Fred non avrebbe voluto che tu piangessi, non in un giorno come questo».
Rialzati, Ginny, una vita ti aspetta, vivila anche per chi non c’è più.
 
Harry passeggiava per le strade deserte di Godric’s Hollow.
La strana sensazione che provava –molto simile al coraggio che arde nel petto e alla nausea pre-interrogazione- non aveva intenzione di andarsene.
Così, in quella calda notte di mezza estate, Harry si era smaterializzato d’impulso, e ora vagava per la buia strada, attirato da una forza maggiore.
L’unica luce era il fioco chiarore della Luna, e le erbacce secche scricchiolavano sotto le suole.
Camminava senza pensare a dove stesse andando, sicuro di essere guidato da qualcosa che non si poteva vedere, ma solo sentire.
Non ricordava bene la strada, ma si limitava a seguire l’istinto.
Quante vittime aveva mietuto la guerra? Quante vite erano state spezzate, deboli e innocenti?
Si accorse di essere davanti la tomba dei suoi genitori solo quando riconobbe i fiori –gigli bianchi e rossi- che Ginny era solita portare.
Si accovacciò a leggere i nomi, passando un dito tra le fessure per renderle più visibili.
James Potter e Lily Evans.
«Domani mi sposo.» cominciò Harry «Ve l’ho già detto, certo, ma volevo ricordarvelo. Vi sarebbe davvero piaciuta Ginny. Ha i capelli rossi anche lei, mamma. E tutti dicono che ti assomiglia caratterialmente! Sareste andate molto d’accordo»
Sorrise al pensiero di come sarebbe stata la sua famiglia se fosse stata tutta intera, se davvero sua madre e Ginny si fossero conosciute.
Il vento si levò fischiando, e Harry riuscì a sentire la voce dei suoi genitori.
Afferrò la bacchetta d’impulso. «Expecto patronum» sussurrò.
Un cervo argentato sbucò dalla punta, illuminando lo scuro cimitero di calore.
Non c’erano dissennatori, ma voleva che in quella notte diversa dalle altre ci fosse il simbolo della protezione e dell’unione. La protezione che James e Lily non avevano esitato a dargli, sacrificando la loro stessa vita, e l’unione che non avevano mai cessato di aver, seppur oltre la morte.
«L’ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte»lesse con voce sommessa.
Ora, finalmente, capiva il significato di quella frase, di quell’amore che non ti abbandona neanche quando il corpo che te l’ha donato è confinato sotto terra, perché la sua presenza veglia su qualcuno di più importante, che vive anche per –e in- te.
 
Fleur stava dando il meglio di sé preparando la sposa, che si era lasciata trascinare con aria arresa, mentre mamma Weasley correva per tutta la casa con isterismo, impartendo ordini a qualunque essere respirante presente nella casa.
Ron si era coscienziosamente accaparrato le faccende da svolgere al di fuori della casa insieme a George, in modo da non sorbire le urla della madre, che stava lentamente perdendo il senno.
Hermione, che sembrava sotto effetto alga branchia per la sua smodata tranquillità, obbediva condiscendente a tutte le richieste di Mamma Weasley, lanciando sguardi divertiti e consolatori alla sposa, che si stava lasciando applicare con rassegnazione una crema per illuminare il viso.
«Con quosta sorai fontostica, Jinnì!» cinguettò Fleur, gettando un occhio di tanto in tanto a Victoire, che dormiva beata nella culla.
Ginny sospirò, sorseggiando il suo the, e continuando a guardare verso il mare, che la calmava più di qualunque tisana.
Si chiese cos’avesse fatto la sera prima Harry.
Quando Flebo la fece voltare per pettinarle i capelli, la sposa si perse nel fissare il suo abito, incantata.
Hermione, passando davanti a lei, le lanciò uno sguardo luminoso, tornando poi alle faccende che mamma Weasley le aveva assegnato.
«Jinnì,ti dovrosti taliar i capolli!» esclamò Fleur, passando la spazzola tra la lunga chioma rosso fiammante.
Ginny mugugnò un ‘no’ secco, assorta in altri pensieri.
Fleur fece una smorfia contrariata, ma non insistette oltre, cominciando ad arricciare le punte.
A un tratto, nella stanza sbucò Luna, con un vestito giallo sole a balzi e paillettes dorate, che si illuminò alla luce dei raggi che inondavano la stanza.
«Luna!» esclamò Ginny saltando sulla sedia e correndo ad abbracciarla.
«Ci sono molti gorgosprizzi, attenta!» esclamò Luna preoccupata, schiaffeggiando l’aria come scacciando una mosca molesta. «Fortunatamente ho portato una radiogorda» ricordò, tirando fuori dalla borsetta dorata una pseudo-cipolla verde.
Ginny le sorrise «Certo»
Fleur ostentava un’espressione scettica e perplessa.
«Sciao» la salutò con alterità.
Luna le diede due baci sulle guance con molta allegria, non curandosi della freddezza della francesina.
«Salvami» sussurrò Ginny a Luna in tono supplichevole, di modo che Fleur non la sentisse.
Di nuovo la porta venne spalancata, facendo sobbalzare Fleur e Ginny.
«Ta dààààà!» urlò Neville, allargando le braccia e mostrando alla sposa il suo vestito elegantissimo.
«NEVILLE!» urlò Ginny correndo verso di lui.
Dietro il ragazzo sbucò anche Hannah, raggiante e in evidente dolce attesa.
Ginny salutò anche lei con un abbraccio stritolatore, mentre i tre, ridenti, venivano raggiunti da Luna, che avevano già incontrato all’arrivo.
La signora Weasley, sbucata dalla porta, aveva trascinato Fleur al piano di sotto per lasciare ai ragazzi un po’ di tempo insieme.
Notasi che Neville aveva seguito la ragazza con gli occhi e con un’espressione ebete in faccia, che gli comportò una gomitata nelle costole sia da parte di Hannah che di Ginny.
«Oggi tocca a te, rossa!» esclamò Hannah sorridendo.
«Spero caldamente che tua madre vada meglio di mia nonna» mormorò Neville, atterrito al ricordo dell’anziana che prima sbraitava contro tutto e contro tutti, per poi piangere come una fontana.
Hannah scoppiò a ridere «non me lo ricordare!»
«Almeno le eri abbastanza simpatica» ammise Neville dando un buffetto affettuoso a sua moglie.
«Sottolineerei abbastanza, tenendo in considerazione la prima volta che mi ha conosciuta» rise la ragazza, accarezzandosi il pancione tondo.
Neville batté le mani «Basta, ora pensiamo alla Weasley! Stai attenta a non impigliarti la carta igienica nel vestito!»
«Almeno io ho l’abito nel verso giusto» lo schernì Ginny con affetto.
Neville arrossì miseramente, ricordando come in effetti al suo matrimonio avesse indossato l’abito al contrario senza accorgersene, per la fretta causata dal caos immondo.
«GEORGE! CHIUDI GLI GNOMI!»
L’urlo della signora Weasley proveniente dal piano di sotto fece sobbalzare i ragazzi, che si ridestarono dalle memorie andate.
«Neville, vai a recuperare Harry e salvalo dalla pazzia» lo incitò Hannah.
Le tre ragazze rimasero sole, e Ginny cominciò ad indossare il suo candido abito.
 
Harry vagava avanti e indietro sulla sabbia, in attesa dell’arrivo del mago che avrebbe celebrato il matrimonio, mentre Neville cercava di calmarlo distraendolo e scherzando.
George e Ron stavano aiutando mamma Weasley ad evitare un attacco di ansia/panico/eccessiva quantità di sentimenti contrastanti, mentre Bill, Charlie e Percy correvano tra la casa e la spiaggia insieme al signor Weasley, intenti nell’aggiustare gli ultimi posti e decorazioni.
Il bianco delle sedie e dell’arco nuziale creava uno scenario da favola sulla spiaggia. Faceva abbastanza caldo, ma tirava un vento leggero che scuoteva le onde, producendo il rumore che Ginny tanto amava.
Il vento si levò più forte, e la famiglia cominciò a chiedersi se presto non avrebbe buttato giù tutto.
«Ti capisco, anche io ero nervoso, quel giorno» lo rassicurò Neville «ma almeno tu hai il vestito nel verso giusto»
Harry rise.
«CHARLIE! DEVO TAGLIARTI I CAPELLI!» strillò la signora Weasley da dentro casa.
Charlie, lentamente, strisciò a nascondersi verso i cespugli.
Neville si voltò, notando che Harry si stava incamminando verso al leggero pendio oltre la casa, decidendo di non seguirlo.
“Qui giace Dobby, un elfo libero”
«Dobby, sto per sposarmi» annunciò Harry sedendosi sul tappeto d’erba sovrastante il luogo di eterno riposo del loro salvatore.
Davanti la lapide c’erano un mazzo di girasoli e uno di margherite rosa, e Harry capì che Luna e Hermione avevano lasciato un piccolo omaggio all’elfo.
Accarezzò la lapide, e gli occhi gli si inumidirono al ricordo di tutto quello che Dobby aveva fatto per loro, proprio come quella stessa notte i suoi occhi si erano fatti lucidi dinnanzi la tomba dei suoi genitori.
Il giorno prima era andato a trovare anche Silente, Piton, Fred, Tonks e Remus, passando l’intero pomeriggio con loro –seppur spiritualmente-.
Un crack gli annunciò che il mago che avrebbe celebrato il matrimonio era arrivato, seguito da una risata argentina che Harry ricollegò a Teddy, il suo figlioccio.
Scese lungo il pendio, correndo incontro al bambino dai capelli turchesi, che gli si gettò tra le braccia –facendo cadere svariate sedie al passaggio-.
«Zio Harry!» urlò il bambino «guarda cosa so fare!»
E fece diventare il suo naso un becco, esattamente come faceva Tonks.
Harry gli sorrise affettuosamente «Bravissimo, Teddy»
«Zio Harry, ora che ti sposi con zia Ginny posso sempre venire da voi, vero?» chiese d’un tratto il bambino, con espressione supplichevole.
Harry lo guardò perplesso «Teddy Lupin, tu sarai sempre il benvenuto da noi. Sempre. E quando avremo dei figli tu potrai giocare con loro tutto il tempo che vorrai» gli promise.
Il bambino sorrise di nuovo «Allora sbrigatevi a fare dei figli» esclamò, saltellando poi verso la nonna, che lo prese per mano dopo aver salutato Harry, portandolo a sedersi.
Victoire fece capolino, sgambettando retta dal padre, andando a sedersi vicino a Teddy, che subito la salutò allegro.
Hagrid sbucò dietro di lui, e lo salutò stritolandolo in un abbraccio commosso «Mi ricordo quando eri un cosino così piccolo che mi ci stavi in una mano! E ora ti sposi!» esclamò piangendo, soffiandosi poi il naso in uno dei suoi fazzoletti-tovaglia.
Harry gli diede qualche pacca consolatoria, spedendolo poi a sedersi per evitare di mettersi a piangere a sua volta.
Controsole, si stagliò una massiccia figura dai capelli biondi che Harry riconobbe come suo cugino Dudley.
I Dursley non erano voluti venire, nonostante lui e Ginny si fossero recati di persona ad invitarli, ma Dudley, seppur estraneo a tutti, aveva accettato.
Il cugino lo salutò formalmente, borbottando un imbarazzatissimo ‘congratulazioni’, andando poi a prendere posto mentre tutti lo guardavano con aria estraniata.
Ancora senza pace, Harry fu raggiunto dalla McGranitt, in uno splendido abito color porpora acceso, che lo abbracciò commossa, rinunciando per una volta alla rigidità del suo comportamento.
Gli invitati erano al completo ormai, e, dopo essere stato travolto da altri  saluti e congratulazioni varie, arrivò il fatidico momento.
Ron, in qualità di testimone di Harry, era già al suo posto, mentre dall’altra parte c’era Hermione, come testimone di Ginny.
Tra le fila c’era Xeno, più vecchio, ma ancora con quello sguardo allegro e perso in chissà quali contemplazioni, assorto in chiacchiere con un giovane dai capelli chiari e l’aspetto stravagante che Harry riconobbe come il nipote di Newt Scamandro, fidanzato di Luna.
C’era l’ES al completo, più la valanga di parenti Weasley, che spiccavano per le chiome rosse che contrastavano con quelle degli altri.
Avevano tutti le lacrime a causa del vento, e le donne si reggevano il cappello per impedire che finisse spazzato via.
Spostando lo sguardo sulle prime file, Harry non poté fare a meno di pensare che lì, davanti a lui, avrebbero dovuto esserci sua madre e suo padre, insieme alla sua intera famiglia.
Il cuore di Harry cominciò a battere all’impazzata quando la marcia nuziale prese a suonare dai palloncini bianchi, annunciando l’arrivo della sposa tramite un corridoio che partiva dalla casa.
Harry trattenne il fiato nel vedere Ginny, che emanava un’aura candida, nel suo abito bianco e semplice, proprio come lei, accompagnata dal signor Weasley che, con un sorriso radioso, dimostrava vent’anni di meno.
La signora Weasley stava già piangendo.
Hannah e Luna seguivano la sposa come damigelle, splendenti e con un sorriso già bagnato.
Ginny era bellissima, i capelli rossi, illuminati dal sole, splendevano come se fossero fuoco puro, e gli occhi brillavano, ma non per il riflesso solare.
Sembrava che tutti gli invitati avessero trattenuto il respiro, seguendo rapiti l’entrata della sposa che sembrava una fata.
«Il vestito è troppo semplice» borbottò zia Muriel, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di tutti.
I due ragazzi si guardarono negli occhi a lungo, quando la sposa fu arrivata all’altare, e non servì parlare per vedere gli stessi sentimenti riflessi l’uno negli occhi dell’altra.
«Signore e signori» cominciò il mago «siamo qui riuniti per celebrare l’unione di anime fedeli»
Harry si era perso nel contemplare Ginny, da non accorgersi neanche che il mago aveva cominciato la celebrazione.
Dalla prima fila provenivano i singhiozzi della signora Weasley, sovrastati solo da quelli di Hagrid.
«Vuoi tu, Harry James Potter, prendere Ginevra Molly Weasley come tua legittima sposa…»
Ginny fece in tempo a notare che anche Luna, Hermione e Hannah si asciugavano gli occhi di nascosto.
Neville la guardava con lo stesso sguardo di quando nel loro ultimo anno a Hogwarts avevano gestito l’ES, o di quando resistevano insieme alle torture subite dai Carrow. Uno sguardo fiero.
«Dunque io vi dichiaro uniti per sempre» concluse, agitando la bacchetta sopra di loro e creando uno pioggia di stelle mentre i due si baciavano, coprendoli come un manto splendente, mentre si libravano in volo delle colombe bianche, e dei fuochi pirotecnici, visibili sebbene fosse giorno, partivano librandosi nel cielo, e le campane (campane?) suonavano a festa.
Lo scenario cambiò con un colpo di bacchetta, e sulla sabbia comparvero i tavoli, le sedie e la banda.
Subito i due sposi furono inghiottiti dalla folla pronta a dar loro le congratulazioni, in primis Ron e Hermione –la ragazza, infatti, gettò le braccia al collo della sposa piangendo, essendosi trattenuta per tutta la cerimonia- subito raggiunti dalla famiglia e dall’ES.
Quando ebbero un attimo di respiro, Harry prese Ginny per mano, baciandola appassionatamente.
«Devi lanciare il bouquet!» le ricordò Luna con sguardo sognante.
«Giusto!» esclamò Ginny, preparandosi a lanciare. «Pronte?» chiese una volta che le ragazze si furono allineate dietro di lei.
«Uno..due..tre!» e lanciò.
Ginny si girò, trovando Hermione con il bouquet in mano, rossa in viso più di un papavero, che lanciava uno sguardo fugace, ma molto significativo, a Ron, che corse ad abbracciarla.
Harry e Ginny si abbracciarono «Omnia vincit amor» sussurrò lei contro la sua spalla, e il ragazzo la strinse di più a sé.
Diedero inizio alle danze, senza neanche volersi sedere a riposare, carichi di un’energia intramontabile.
Non si accorsero dei flash scattati intorno a loro, né degli altri che ballavano, né di null’altro che accadesse, persi nel loro momento, perché si dice che ‘i ragazzi che si amano non ci sono per nessuno, essi sono altrove, molto più lontano della notte, molto più in alto del giorno, nell’abbagliante splendore del loro primo amore.’
 
 
Note: Ho sempre fantasticato sul matrimonio di Harry e Ginny, coppia che amo, così eccomi qui.
Si ringrazia Robin hood per la canzone ‘Resterà l’amor’, e ‘I ragazzi che si amano’ di Jacques Prévert.
Spero vi sia piaciuta, non siate timidi a lasciare un parere! :) 
  
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