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Autore: Zelfa95    07/01/2012    0 recensioni
Non avrei mai pensato che una frase, una semplice frase, avrebbe cambiato la mia vita. Trascinandola in qualcosa di fantastico irreale … e suo malgrado totalmente irresistibile.

Non mi resi conto di quanto sarebbe stato pericoloso, o forse non volevo rendermene conto, rischiavo di diventare la sua cena. Ogni minuto che passavo con lui rischiavo di morire. Ma non me ne importava.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero sempre stata quella bambina paffuta , per i miei genitori, e la sorella dolce e responsabile per Kevin, il mio fratellino, aveva appena due anni in meno di me, ma non li dimostrava affatto. Anzi sembrava più grande. Mi ero sempre comportata bene, in maniera matura sin da piccolina. Presi lezioni di pianoforte, poiché era la passione di mia madre, e avevo deciso di farla felice. Ma pian piano cominciando a capirci un po’ di più di note e solfeggi mi appassionai anche io. A scuola facevo del mio meglio, e con mia grande fortuna ero sempre una buona studentessa. Nessun professore si era mia lamentato di me, o almeno non per qualcosa di grave. Il pianoforte mi distraeva da tutto, era un modo per trovare il mio equilibrio interiore.
Passavo gran parte del mio tempo suonando.
I miei erano fieri di me. Mio fratello invece era un tipo più casinista, suonava la batteria nella band della scuola,  era anche abbastanza bravo. Studiava quanto bastava, infatti sullo studio i professori non avevano che dire. Solo che era un tipo testardo e ribelle.
Combinava spesso guai. Non assumeva un comportamento corretto, ma non con intenzioni cattive. Infatti sulla sua condotta c’era molto da ridire.
Era sempre il primo in ogni corteo ed ogni protesta.
Eravamo molto diversi, ma per questo molto legati. Anche nell’aspetto fisico eravamo differenti.
Lui aveva capelli neri, sempre disordinati, lunghi e lisci ma che raccoglieva in una specie di cresta originale. I suoi occhi erano color verde acqua e la
sua carnagione più scura della mia. Aveva un fisico da ginnasta, e dimostrava di avere 20 anni, invece che 16.
Io invece, avevo una chioma di capelli folti color castano chiaro, occhi un misto tra il verde e il castano e un fisico snello, da ballerina, la mia pelle era bianca come il latte.
Nella nostra famiglia quindi eravamo in cinque io, mio fratello Kevin, mia madre Nina, mio padre Rode il nostro cane Luky, era un siberianaschi.
Eravamo molto amici dei nostri vicini,da sempre. Loro anche erano in cinque. Ma la loro famiglia era formata da due adulti e tre ragazzi.
La madre Kate, era una donna bellissima dal fisico slanciato e snello, aveva occhi color pece, come il resto della sua famiglia d’altronde, o quasi, e dei capelli biondi lunghi e ricchi di graziosi boccoli. Era una splendida dottoressa.
Il padre Brian, aveva gli stessi occhi, era alto, e capelli color castano chiaro sempre ordinati. Era un avvocato.
E infine c’erano i tre ragazzi, il più piccolo di loro aveva un anno in più di me, si chiamava Riven, era bellissimo, di una bellezza sovrumana. I capelli erano neri e disordinati gli incorniciavano splendidamente il viso, i suoi occhi erano diversi dal resto della famiglia, erano più chiari, più caldi, color oro. La sua pelle era bianchissima, come quella di tutta la sua famiglia.
Gli altri due ragazzi invece erano un maschio e una femmina.
La ragazza Allyson, aveva preso gran parte dalla madre, era splendida, ma i suoi capelli erano neri come quelli di Riven, il ragazzo invece, Justin, era il più grande. Aveva capelli molto corti biondi e occhi pece, una corporatura eccessiva per la sua età. Era molto muscoloso ed alto.
Eravamo sempre stati insieme, erano “amici di famiglia” così li chiamava mio padre.
Riven ed io eravamo molto amici e sapevamo molto l’uno dell’altro. Ero sempre stata bene con lui, a mio agio. Spesso si intrufolava in casa mia, nelle notti di temporale, per non farmi avere paura.
Ma per quanto fossimo amici, un lato di lui rimaneva comunque oscuro ai miei occhi.
C’erano giorni in cui era sempre pensieroso e cupo, giorni che non rivolgeva parola a nessuno … sembrava avesse sempre qualcosa di misterioso. Non mi era mia importato più di tanto comunque, perché era il mio Riven proprio per questo. Mi fidavo di lui.

  
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