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Autore: Sherlock Holmes    07/01/2012    5 recensioni
Il povero bulldog è sempre stato oggetto degli esperimenti di Holmes… Ma, finalmente, è riuscito, involontariamente, a farla pagare al famoso detective…
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson, Professor Moriarty, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi trascinai su per i gradini di Baker Street.
Ero a dir poco esausto.
Non dormivo né mangiavo da giorni, per dedicarmi completamente al caso Moriarty. Ma questa scelta sembrava aver influito leggermente sui miei ritmi vitali.
Girai la chiave nella toppa, spalancando l’uscio.
“A quanto pare, la nanny ha visite…” notai, vedendo un’ombra di un’impronta sul tappeto all’ingresso.
Mi strinsi nelle spalle e presi a salire i diciassette scalini che mi separavano dal mio studio.
Giunto sul pianerottolo, aprii la porta della mia stanza.
La confusione regnava sovrana, nella penombra.
I documenti erano sparsi dappertutto; le fatture spuntavano da sotto il romanzo di Poe e le lettere di cambio di Moriarty…
Dov’erano??
Il mio cuore ebbe un tuffo.
“Le avevo messe qui, accanto alla pantofola persiana! Non possono essere sparite…”
Vidi che la pantofola in questione era orientata diversamente da come l’avevo lasciata.
“Qualcuno è stato qui…” mi dissi “Ma chi?”
Mi accovacciai a terra e trovai, impigliato in un fregio della pantofola, un pelo.
Afferrai senza indugio la lente d’ingrandimento dalla mia tasca, ed esaminai  l’unico indizio che avevo scovato.
“Il pelo è di cane… Ed ha lo stesso colore di quello di…”
Mi voltai lentamente, avvertendo un lieve rumore di acqua versata…
- GLADSTONE!- gridai.
Lo fissai, immobile, arricciando il naso.
Quel maledetto cane stava urinando sulle cambiali di Moriarty… L’unico indizio che avevo per incastrare il professore!
Cinque mesi di lavoro dilapidati dall’urina di un cane!
Il bulldog mi fissò, chinando leggermente la testa e continuando a fare sgorgare liquidi sulla carta della banca.
Mi mossi impercettibilmente verso la siringa sul tavolinetto accanto al mio violino, con gli occhietti acquosi di Gladstone puntati addosso.
La afferrai, la nascosi dietro la schiena e mi chinai.
- Vieni qui, Gladstone… Vieni da Sherly…- mormorai, chiamandolo con la mano libera.
Il cane abbassò la zampa e compreso, forse, il pericolo, fuggì, uggiolando, verso la porta.
Avevo estratto la siringa e mi preparavo ad inseguire quel diabolico bulldog, quando, dall’uscio, fece capolino Watson.
Ecco chi Mrs.Hudson aveva ospitato…
Sicuramente, la padrona di casa aveva offerto a Watson di aspettarmi nel proprio appartamento…
- Holmes! L’ho sentita urlare…-
- Si levi di torno, Watson!- gli intimai, tenendo la mia arma impropria alzata e sporgendomi per cercare di scorgere dietro le spalle del mio socio il pestifero cane.
- Posi quella siringa, Holmes! Non le permetterò di infilare l’ago sotto la pelle di Gladstone!- esclamò, sbarrandomi la strada.
- Il suo dannatissimo cane, Watson, ha gettato all’aria cinque mesi di pedinamenti, depistaggi ed indagini del sottoscritto!- gli spiegai.
- Che cosa mai può aver fatto?- mi domandò, incrociando le braccia.
- Ha urinato sulle cambiali di Moriarty!-
- E secondo lei, Holmes, perché l’ha fatto?-
- Perché il suo cane mi odia, Watson!- gli dissi, aspro.
- Beh, quante volte me lo ha ucciso? Comunque, intendevo chiederle come ci è riuscito…-
- I documenti erano a terra e lui…-
- Se li avesse messi in ordine, sulla scrivania, tutto questo non sarebbe successo!- esclamò.
Increspai le labbra, cupo.
- Il suo bulldog non sarebbe dovuto essere qui!- gli risposi.
Watson mi fece cadere la siringa.
- Si calmi, Holmes. E accetti il fatto. E’accaduto, pazienza…-
- Lei non si rende conto! Era l’unica prova che avevo contro Moriarty!-
- Ne racimolerà delle altre, ne sono certo.-
- Porti quel cane fuori da qui!- lo minacciai – Sappia che se me lo ritrovo davanti, saprò come fargliela pagare!-
 
Quando Watson si chiuse la porta d’ingresso alle spalle, la sentii riaprirsi.
“Maledizione, maledizione, maledizione!”
Le firme del professore sulle cambiali erano scolorite, illeggibili.
Presi le carte di banca, ormai ingiallite, con due dita, schiaffandole sul bancone da lavoro.
“L’inchiostro è irrecuperabile!” mi dissi, abbattuto “Ha reagito con la creatinina…”
Sentii il cigolio della porta della mia stanza.
Sorrisi.
- Salve, professore…-
Mi voltai, tuffando la mano in tasca, abbracciando con le dita il calcio del revolver.
- Salve, Holmes…- mi disse Moriarty con voce bassa, posando a terra la punta della canna da passeggio.
- Prego, sieda.- lo invitai.
Il professore prese posto sulla sedia in stile impero.
- Non sono qui per ucciderla, Holmes, né per minacciarla… Quindi, reputo inutile il revolver nella sua tasca.-
Estrassi la mano dal taschino e presi posto di fronte a lui.
- Quindi, cos’è questa? Una visita di cortesia?- gli domandai, sarcastico.
James Moriarty sorrise. – Sono qui per farle una richiesta.-
- Dica pure.-
- Vorrei riavere le mie lettere di cambio, Holmes…- esalò in un sussurro – Sono sparite dal mio archivio e so che sono in suo possesso.-
Sospirai.
- Ci tiene molto a riprendersele?- chiesi.
- Naturalmente. Non desidero che la polizia venga a conoscenza di movimenti di denaro che possono essere… come dire? Controversi.-
- Certo, capisco.- mormorai, alzandomi.
Presi le cambiali ancora umide dal tavolo da chimico.
- Dato che per lei sono molto importanti, gliele restituisco. Per me, sono divenute inutili.-
Gliele tesi.
- Che è successo a questi biglietti di banca, Holmes?- mi domandò, leggermente divertito.
- Il cane di un dottore di mia conoscenza le ha usate come lettiera.- spiegai.
Il professore le esaminò attentamente:- Sembrano proprio le mie lettere di cambio, Holmes… La carta è quella della banca Wilson & Co… E la firma, seppur illeggibile, è stata vergata con l’inchiostro nero dello sportello.-
- Non solo sembrano, professore, ma sono le sue.-
- E così, un cane ha mandato in fumo le indagini di Sherlock Holmes…- esalò il professore, divertito – Per sicurezza, comunque, le prenderò… Non vorrei che, con le sue prodezze da chimico, riuscisse a farle risalire a me.-
- Le prenda. Tanto la creatinina mi impedisce di fare qualunque test.-
Con un fazzoletto, il professore avvolse le carte e le ripose nella sua borsa.
- Allora, arrivederci, Holmes.- mi salutò, aprendo la porta della mia stanza.
Non appena il tonfo del bastone di Moriarty si spense, crollai in poltrona.
Avrei dovuto ricominciare tutto daccapo.
Chiusi gli occhi, ormai stanchi, e mossi le scarpe.
Sentii qualcosa di cartaceo sfregare sotto ai miei piedi.
Afferrai i fogli: li riconobbi come lettere di cambio.
Ne capovolsi una e…
 
J.Moriarty
 
La firma si poteva leggere a chiare lettere, nonostante il morso del cane al lato destro del foglio.
Non potevo crederci: Gladstone aveva spostato i biglietti di banca, forse per giocarci; poi, aveva ascoltato il richiamo della natura e si era lasciato andare nel primo posto utile, il più vicino…
Sollevai l’ultima valigia del trasloco di Watson che il cane, con la sua mole, aveva capovolto: le carte erano sparse ancora in terra…
Il bulldog aveva urinato sulle cambiali della Wilson & Co. intestate a Watson!
Quel cane aveva ingannato le due menti più brillanti d’Inghilterra… Ed aveva distrutto parte del patrimonio del dottore suo padrone.
Con un sorriso, riposi le lettere di cambio nello schedario.
Mi appuntai mentalmente di donare a Gladstone almeno un biscottino, per il suo inaspettato e utile servigio.
  
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