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Autore: MaCcO    07/01/2012    7 recensioni
Giugno 1978.
Lily Evans sta svolgendo l'esame pratico di Difesa Contro la Arti Oscure quando le viene detto di evocare un Patronus.
Così una bellissima cerva galoppa per l'aula, sotto gli occhi degli estasiati esaminatori.
Lily, tra il fumo argenteo del Patronus, ricorda come mai il suo protettore è proprio una cerva;
Ha inizio il suo ricordo più bello.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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                                                                                                   Giugno 1978

 
-Ebich, Anne...Evally, Daphne...Evans, Lily. Fra cinque minuti potete iniziare-annunciò la professoressa Grey, loro insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure.
Millicent le strinse la mano così forte, con la sperare di infonderle un po’ di coraggio.
-Andrai benissimo, Lils-sussurrò l’amica.
Sorridendo mestamente, Lily si girò un attimo in direzione di James che, visibilmente agitato anche lui, non smetteva di parlottare con Sirius Black.
Nemmeno prima della finale di Quidditch tra le Case, disputata un paio di mesi prima, aveva visto il suo James ridotto a uno straccio come nel periodo di preparazione ai M.A.G.O.
Distante da tutti, scorse nell’ombra del corridoio, Severus Piton leggere una pergamena vecchia quanto Morgana. Il suo sguardo era fisso, anche se tremante.
Inspiegabilmente qualcosa le pizzicò dentro ma era solo un lieve, insignificante, pizzico.
Ma le  faceva male, doveva ammetterlo, ritrovare in lui quella dannata tristezza che continuava a traboccare dai suoi occhi e che lei, nonostante anni e anni di amicizia, non era riuscita a comprendere ma soprattutto eliminare.
E poi era arrivata il Schifosa Mezzosangue e da lì in poi, Lily decise che Severus non sarebbe stato più affar suo.
Mai più.
Sforzandosi di non indugiare più su quello che una volta era il suo migliore amico, ritornò a James che, accortosi dello sguardo della ragazza su di se, alzò gli occhi e di rimando li incastrò in quelli smeraldini di Lily.
Nessuna parola, nessun incoraggiamento: un sorriso. Bastò quel sorriso a placare l’animo della ragazza e ad infondergli enorme coraggio.
Per i baci e le carezze, avrebbero avuto tutta l’estate e forse, tutta la vita.
Inspirò forte ed entrò nell’aula adibita ad esame pratico, stringendo forte la bacchetta con la speranza che calmasse la tremarella che non era passata.
-La professoressa Marchbanks, ti sta aspettando Evans-
Si accorse che il profumo forte della Grey le provocava un brutto prurito al naso mentre, lentamente, si avvicinava all’unica donna presente nella sala: era decisamente la più anziana ed era tutta vestita di un rosa che dava fastidio agli occhi.
-Evans, dico giusto?-chiese la vecchia professoressa, consultando un paio di carte sulla scrivania-Noto con piacere che la prova scritta di Difesa contro le Arti Oscure è andata perfettamente...-
La ragazza si sentì avvampare di gioia, ma si limitò a sorridere con modestia.
-Possiamo iniziare con...bhé...si. Cortesemente, evochi un Patronus-
Lily levò la bacchetta, chiuse gli occhi  e si concentrò sul ricordo più caro che avesse mai avuto.
-Expecto Patronum-disse, dolcemente.
Dalla punta della bacchetta esplose prima una nuvola di vapore informe, poi essa si tramutò in un bella cerva argentea. Elegantemente, la cerva galoppò per tutta l’aula, sotto lo sguardo pieno di ammirazione dei professori presenti.
-Addirittura uno corporeo-sentì dire.
E guardare il frutto del suo incantesimo strabiliare tanto i professori, Lily Evans ricordò come mai il suo Patronus avesse avuto proprio quella forma.
Una cerva.
 

***

 

Febbraio 1976

 
Il boschetto era silenzioso e pacifico.
Era il 12 Febbraio e faceva freddo, molto freddo, ma neanche per tutto l’oro della Gringott, Lily Evans avrebbe perso la tipica gita ad Hogsmeade. 
Anche perché, almeno in gita, sarebbe stata sola con propri pensieri.
Non che odiasse la compagnia, sia chiaro, ma ogni tanto le faceva bene staccare la spina e rimanere sola con se stessa.
Il freddo penetrava nelle ossa e le sferzava con tenacia il viso: provò ad alitare sulle mani e successivamente sfregarle l'una contro l'altra per trovare un veloce sollievo.
Stupidamente, si era dimenticata i guanti nel dormitorio.
Con apprensione si guardò le dita: il freddo aveva reso stranamente più pallida del solito la sua pelle, già delicata di suo.
Sorrise, triste.
Quel colore gli era familiare: era quella tonalità che puntualmente veniva a farle visita di inverno.
-Color Severus-disse, bisbigliando.
Fin da bambina, chiamava così il pallidume che colorava le sue mani in quel periodo dell’anno, poiché solo in quella circostanza esse raggiungevano lo stesso colorito di quelle di Severus.


Severus Piton.
 
Solo pensare a quello sporco ingrato, il suo stomaco le si contorceva per la rabbia.
Le foglie secche le scricchiolavano sotto i piedi mentre, volutamente, alzava il terriccio e scalciava i sassi.
Se lei era disordinata emotivamente, anche il mondo attorno a sé doveva esserlo.
-Ehy, Evans!-
Qualcuno gli strinse le spalle e lei urlò per lo spavento.
-Potter!-strinse i denti più per la vergogna di aver urlato come una bambina che per la rabbia-Sei sempre il solito imbecille!-
-Che fai tutta qui da sola?-
Lily aumentò decisamente il passo, deciso ad ignorarlo.
-Che ne dici se ti offrissi una Burrobirra?-provò James Potter, quasi urlando dato la distanza che Lily aveva messo tra i due-Sai, si gela e...-
-Potter, se ero da sola ci sarà una ragione!-
-Sei sempre la solita acida. Sembri una vecchia zitella, fattelo dire-
Lily si voltò di scatto, piena di rabbia.
-Non ammetto di essere insultata da uno come te-
E per ogni parola, avanzò di un passo: adesso erano così vicini che James poteva tranquillamente contarle le lentiggini sul naso.
-Ammettilo che ti piace essere stuzzicata da me-
Lily arrossì di colpo, pronta a scoppiare.
-A me...-
Aveva un sorriso così beffardo da farle rabbia ma allo stesso tempo le faceva fare un salto al cuore.
-...non piace...-
Il suo profumo, un misto di pino e menta.
-...essere stuzzicata da te!-
Urlò, un po’ più forte del voluto, forse più a convincere se stessa che James Potter.
Si voltò e iniziò a camminare a grandi passi verso l’interno del boschetto.
-Stupidissimo, dannato Potter!-ripeteva ogni volta che incontrava un sassolino sul suo tragitto, ovviamente da scalciare con forza.
-Imbecille...viziato...pieno di sé...-
Smaltita la rabbia, dopo innumerevoli calci rabbiosi, Lily si voltò timorosa: per la prima volta, si rese conto che James Potter non l’aveva seguita, implorante.
Non seppe esattamente cosa provò in quel momento, ma sicuramente non era soddisfazione di averla avuta vinta su di lui, finalmente.
No.
Allora cos’era?
Delusione?
Perché, forse, era vero: le piaceva essere stuzzicata da lui.
Scosse il capo, come volesse scacciare una mosca fastidiosa: che cosa assurda.
Lei lo odiava e le cose non sarebbero mai cambiate, ma decise lo stesso di ritornare indietro.
Per tutta la vita, a chiunque glielo avesse domandato, lei avrebbe sempre risposto che lo aveva fatto solo per paura di perdersi tra gli alberi e di non ricordarsi la via del ritorno.
-Sei bellissima, lo sai?-
La voce di James Potter, veniva da poco lontano.
 
Con chi stava parlando? Bellissima...?
 
Il mostro della gelosia ruggì per la prima volta nel petto di Lily Evans ma quando spostò le verdi fronde che le oscuravano la vista, esso si riaddormentò.
James Potter stava accarezzando una cerva.
Il bellissimo quadrupede mangiava foglie situate nella mano destra del ragazzo, mentre con l’altra mano le dava piccoli colpi su collo.
-Bellissima-ripeteva lui, allegro.
Quello che colpì Lily Evans, tanto da farle custodire gelosamente nel cuore quel ricordo per i successivi anni, fu il sorriso di James.
Non più quello beffardo, di qualche minuto prima ma allegro, fanciullesco.
Un sorriso che gli aveva trasformato il volto rendendolo, forse per la prima volta, umano agli occhi della ragazza.
Un sorriso semplice.
-Ti chiamerò Lily-disse James, accarezzandola-Proprio come quella zitella che è scappata poco fa-
 

***

 
Davanti ad un’ estasiata Griselda Marchbanks, la cerva svanì con la stessa delicatezza con cui era apparsa.
-Meraviglioso-affermò la professoressa-Ora, sia così gentile da eseguire tutti gli incantesimi difensivi utili contro un Lupo Mannaro-
Lily sorrise, conservando ancora per un po’ il ricordo del suo James nella radura: era pronta a dare il massimo.
 
 
SPAZIO AUTORE
 
Diamine. Non ho mai trattato James e Lily, eppure questa è già la seconda One Shot che scrivo.
Io...non lo so.
Spero vivamente di essere rimasto IC e, soprattutto, di aver scritto qualcosa di decente
Aspetto i vostri commenti per saperlo :S 

  
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