W H O R E
I capelli sciolti e selvaggi si muovono sinuosi insieme a te. I tuoi occhi grigi si posano sui volti di quegli uomini. Tu sai cosa c’è che non va in te.
Cammini
sui tuoi tacchi quindici appena comprati e di cui vai terribilmente fiera.
Neri. Neri come gli abissi celati dalle tue iridi limpide.
Ti
avvicini al tavolino basso e lucido su cui sono posati alcuni bicchieri che
sanno di alchool. Come la tua bocca rossa, come quella di quegli uomini che se
ne stanno seduti lì sui divanetti ad aspettare che il tuo abitino si alzi, che
le tue gambe bianche si scoprano.
Su
prima un piede e poi l’altro. L’alchool fa uno strano effetto a volte. Sul
piano lucido del tavolino vedi riflesse le luci, luci che ti abbagliano, luci
che distorcono la tua mente.
Ma
tu sei tutta distorta.
Ti
muovi al tempo di quella musica che ti spacca i timpani.
Ma
tu sei tutta rotta.
Le
tue gambe magre e perfette si muovono sotto gli occhi di chi vuole di più, di
chi ha fame e ne vuole ancora. Ti guardano come se fossi l’unica loro preda.
Non avranno pietà di te perché tu sei carne fresca.
La
mano di qualcuno ti accarezza. Ti sorride. Sorride perché tu non potrai dire di
no, non potrai rifiutare nulla.
Se
non fosse per l’alchool, per le luci, per la tua mente distorta, staresti
tremando, chiedendo perdono a quel Dio che non esiste, staresti piangendo ed
urlando, scappando lontano dal mondo cattivo che ti ha imprigionata.
Ma
c’è qualcosa che non va dentro di te.
La
mano sale e tu sorridi. E’ solo un’altra sera, un’altra notte, un altro drink,
un altro uomo.
A
volte dimentichi tutto. A volte credi che tu possa essere come tutte le altre
ragazze, ma sai che non è così. Sei rotta, spezzata. Sei una bambola
completamente vuota.
I
flash del locale ti illuminano per qualche secondo. Rossi. Rossi come il
sangue. E poi torna il buio. Nero come te. Nero come quello che ti distrugge.
Ma tu non lo senti quel male.
Qualcuno
ti prende su dal tavolo, tu ridi. Ridi perché è assurdo. Ridi perché è buio,
perché tu non esisti, ridi perché sai già tutto.
Ti
ritrovi seduta sul divanetto. Nero. Qualche mano ti accarezza, non ti accorgi
del vestitino che scivola via dal tuo corpo perfetto.
Tu
sei perfetta. Quante volte l’hai sentita quella frase. Sei perfetta perché sei
bellissima, perché non sai chi sei, non sai dove stai andando, brancoli nel
buio mentre ti mordono, ti graffiano e ti buttano a terra.
Tu
sai cosa succede di notte nel mondo reale. Tu sai cosa succede nel buio ma non
puoi fermarlo, non puoi fare a meno di obbedire, di abbassare la testa ed
inginocchiarti aprendo la bocca.
Sei
perfetta. Sei rotta, spezzata. Sconvolta.
Respiri
solamente perché il tuo corpo ti obbliga a farlo. Prendi un bicchiere ricolmo
di Vodka e lo butti giù. L’alcool brucia. Il bicchiere rimane macchiato dal rosso
del tuo rossetto. Dal rosso dell’amore che non ti è stato dato.
Non
sale. Non sale più. Non basta così poco perché tu riprenda vita.
Chiedi
un altro drink. E’ la sola cosa che puoi fare. Una bomba. Qualcosa di pesante
affinché i tuoi occhi brillino, affinché tu ti abbandoni a quelle mani in poco
tempo.
Preghi
il sole che si dimentichi di sorgere per sempre, che la notte si appropri della
tua mente, che il buio ti assalga, che tu smetta di respirare, che la pioggia
di sciolga.
La
musica ti sembra più forte, le mani di quegli uomini più pesanti, i loro
sguardi più profondi.
Apri
le gambe, carne fresca, è il tuo turno di nuovo.
-
Niente
di strano, particolare o chi sa cosa vi stavate aspettando, l’ho buttato giù
così e l’ho pubblicato perché sì. E’ solo uno squarcio di quello che succede
ogni notte e non importa se tu abbia scelto o meno di entrare in
quell’industria, se tu sia una brava ragazza o no o se i tuoi genitori ti amino
o meno. A nessuno frega niente di te. E potresti trovarti al posto di quella
tipa che ho descritto in meno di dieci minuti, basta che esci e vai a comprare
le sigarette, che aspetti il tram per tornare a casa o che prendi il treno per
andare dal tuo amore perduto. Ti prendono e ti sbattono lì, non importa chi tu
sia. E vorrei che tutti ci riflettessero, chiudessero gli occhi quando il sole
cala e immaginassero di essere una di quelle ragazze.