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Autore: Fra_Echelon    07/01/2012    1 recensioni
Bene, questa è la mia seconda fan-fiction sui 30 Seconds to Mars.
Stavolta si parte da piccoli, per poi crescere e seguire l'avvincente storia che ne salterà fuori.
La scuola è la stessa che ha frequentato Jared ma io ho leggermente cambiato gli anni per far quadrare il mio racconto :)
Enjoy!
Genere: Comico, Erotico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spengo tutte le luci e mi sdraio al fianco di Jess, che è già pronta per vedere il film.
 
 
"Hai preso le cibarie?"
"Sì Jess, sono al tuo fianco."
"Ooops."
 
Parte con la sua risata contagiosa.
 
Sistemiamo i nostri sederi sul divano e il film comincia.
Dopo circa un'oretta Jess si appoggia alla mia spalla, sfiorandomi la pancia con la mano.
 
"Posso Jay? Sono tanto stanca.."
 
Le accarezzo i capelli, inspirandone il profumo di shampoo.
A qualche decina di minuti dalla fine del film sento che il suo respiro si fa più lento e regolare, si è addormentata.
Spengo la televisione, facendo poco rumore per non svegliarla. La prendo in braccio, e la porto al suo letto.
Una volta sotto le coperte sembra di nuovo una bambina.
 
"Spero che vada tutto per il verso giusto piccola donna." Le sussurro all'orecchio, poggiandole un lieve bacio sulla fronte.
 
Le sistemo le coperte e vado a spogliarmi e mettermi in pigiama. 
La stanza è estremamente silenziosa senza Jess.
Mi infilo il pigiama, e poi di corsa a letto.
 
 
 
 
Sento la sua presenza, ma non riesco a vederla. E' tutto buio, non distinguo nemmeno i contorni delle mie mani.
La chiamo, ma non ricevo nessuna risposta. Il silenzio più assoluto mi circonda, mi rende prigioniero di me stesso.
Sono spaventato, ma allo stesso tempo sono curioso di sapere cosa sta succedendo.
 
Uno scatto metallico.
Una luce abbagliante.
Un paravento, in mezzo ad una stanza bianca.
Rumore di tacchi.
 
 
Improvvisamente sono seduto su una sedia e il paravento è esattamente davanti a me.
 
Una figura di donna, snella e slanciata, si staglia dietro la carta di riso.
 
Una mano afferra la sottile striscia di legno che regge la parete, le unghie dipinte di un rosso acceso, le lunghe dita affusolate.
 
Dal paravento esce, come una sirena dal mare, una donna bellissima.
 
Fasciata da un mini-vestitino da infermiera, le autoreggenti che non fanno altro che slanciare le sue lunghe gambe divine.
Le scarpe, un complesso intrico di lacci e diamanti, la fanno sembrare più alta di quanto non sia già.
I lunghi capelli biondi le ricadono sulla schiena in morbidi boccoli, che le arrivano fino a metà schiena.
 
Improvvisamente un palo da lap-dance compare tra me e lei.
 
Con fare felino si avvicina al palo e ci si avvinghia, come una pantera fa con la sua preda.
Lo afferra con decisione, e mi guarda fisso negli occhi, con il suo sguardo penetrante e provocatore.
Le sue mani scorrono su e giù su quel palo con una leggerezza e maestria degne di una fata.
Si avvinghia al palo con quelle sue lunghe gambe, come fosse una pianta rampicante che si attacca al muro per la propria salvezza.
 
La sua lingua.
 
La sua lingua esce dalle labbra rosse come il fuoco, per andare a posarsi sull'argenteo palo, lasciando strisce di saliva opaca.
 
Mi sto eccitando.
 
Eccola, arriva verso di me.
Sento i suoi occhi che mi scrutano, che mi controllano, che mi cercano, bramosi di riempire una voglia da troppo tempo lasciata latente.
 
Le sue mani sulle mie cosce.
Lei. In ginocchio davanti a me.
 
Sono ammutolito.
Non so se fermarla o lasciarla continuare nel suo impeto di passione.
 
Si rialza, ho il suo fondoschiena perfetto all'altezza dei miei occhi.
Si muove, sinuosa come un fiore mosso dalla brezza, davanti a me.
 
Le sue mani cercano le mie, e le appoggiano ai suoi fianchi.
 
Continua a muoversi, lenta, instancabile ed infinitamente sensuale.
Le mie mani le sfiorano i fianchi, le cosce, per poi ritornare alla vita.
 
Sto decisamente impazzendo dal desiderio.
 
Riprende il controllo delle mie mani, portandosele sui suoi seni, ormai è quasi seduta sulla mia evidente erezione.
 
I capezzoli, resi turgidi dal desiderio, sporgono come due piccoli monti sotto le mie mani.
 
Comincia a sfuggirle qualche gemito di piacere, che non fa altro che sbriciolare il mio poco autocontrollo residuo.
 
Si siede su di me.
Comincia a strusciarsi sul mio piacere, facendomi impazzire ancora di più.
 
Le sposto i capelli dal collo, per poterlo baciare, mordere e leccare.
 
Il suo profumo mi porta alla mente qualcosa che non riesco a focalizzare.
 
Il primo assaggio di lei.
Avvicino le mie labbra alla sua pelle, la mordo dolcemente e la lecco.
 
 
Il sapore della sua pelle non mi è nuovo.
 
 
Qualcosa non va.
 
 
Si rialza velocemente, come se qualcosa l'avesse punta.
Si gira verso di me.
 
 
 
 
 
Kris.
  
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