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Autore: lovescarrots    07/01/2012    5 recensioni
-[...] era solo un gioco, Harry! Una dannatissima scommessa! E io ho perso
- concludo, sussurrando quella che per me sembra la fine di tutto.
Dopotutto lo sapevamo fin dall'inizio, no? Il mio posto è a New York, con Mad , e le feste, e la Ronnie casinista 
dai capelli rosso fuoco che va alla cieca nella vita e in tutto il resto. 
-Ronnie, aspetta!
Harry si avvicina a me, prendendomi delicatamente per le spalle e accennando un sorriso quasi invisibile,
-Non è un gioco, okay? Non per me, non più. 
Ti prego Ronnie, ti prego, non andartene. © 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Chapter 1.
Spengo la sigaretta sul davanzale della terrazza, mi volto verso Madison che me ne offre un'altra, la accendo. Stasera è un po' così, strana;

L'aria estiva mi accarezza la pelle, le stelle brillano quasi più delle luci della Grande Mela, ma in giro c'è quasi un senso di calma..

-Allora? Non dici niente?

mi giro verso di lei, gli occhi blu che le brillano nel buio, sorrido.
-Mi mancherai, Mad.

Non le dico cose come 'ti voglio bene' o 'sei la mia migliore amica', lei non capirebbe.

In risposta, mi dà un piccolo abbraccio,
-Avvertili Ronnie, la stronza è tornata!

Ride, chissà che idea si è fatta di me...(?)

La guardo, le scatto una foto con la Nikon e mi giro di nuovo a guardare il cielo e Central Park.

-Si, Mad, la stronza è tornata...

Mi fa un mezzo sorriso e andiamo in camera, saranno quasi le tre di notte.

The next day.

E' ora. Ho salutato Madison e mi sono recata all'aeroporto con i miei. Di nascosto, ho fumato l'ultima sigaretta circa 10minuti fa, sono nervosa, sì, parecchio.

Ora sono sull'aereo e il mio stomaco è vuoto, 'meglio così', penso, 'ho sempre avuto una fottuta paura per gli aerei'. Dormo un po', osservo le nuvole sotto di me diventare sempre più scure, metto le cuffie nelle orecchie e cerco di calmarmi, con scarsi risultati. Davvero, ancora non ci credo: sto tornando a casa.

Frammenti di ricordi mi passano nella mente come un film, lasciando n gusto amaro dentro me. Beh, quello che Madison non sapeva, che più o meno NESSUNO sapeva, è che il mio primo anno di liceo a Londra non è esattamente stato una passeggiata: ero sovrappeso, brutta, ingenua e , soprattutto, schifosamente innamorata. Di chi? Del mio incubo peggiore: Harry Styles.

Andare via un anno negli US è stata una specie di liberazione, davvero. Per questo ho tanta paura di rivederlo: mi derideva, e aveva ragione, ma non potevo fare altro che perdonarlo, perchè io, nei suoi occhi, ci affogavo letteralmente.

Bleah, patetica. Al solo pensiero rabbrividisco.

Così, sono dimagrita, ho messo via amore e altre minchiate varie , e ho tinto i capelli di rosso, stile Rihanna. Sono un'altra persona, questo lo so bene, ma i ricordi mi perseguitano ogni singola sera, devo solo non pensarci.
Non avendo chiuso occhio praticamente per tutte le 7 ore di viaggio, all'arrivo a Londra ho due occhi che sembro un procione. Grande!

-Tesoro, le valigie sono arrivate!- urla mia madre.

Dio solo sa quanto mi pento di aver riempito ben 4valige di indumenti, davvero, ma la colpa è dei miei, cioè, sono una ragazza, quando mi dici 'Porta solo il minimo indispensabile, al resto ci pensa il camion del trasloco', è ovvio che non lo farò! 

Prendiamo un taxi, uno di quelli neri, piccoli, che non hanno nulla a che fare con quelli gialli e sgargianti di New York, ma sono troppo stanca per pensarci, perciò infilo le cuffie nelle orecchie e mi ascolto un po' i Greenday.
Il taxi si ferma, ma NON davanti a casa mia, quella vecchia.

-Papà, che succede?

-Oh, tesoro, la casa è completamente vuota, i camion del trasloco arriveranno solo domani mattina, perciò Luke si è offerto di ospitarci per la notte!- sorride.

Il mio corpo si gela, lo stomaco si contrae e il mio cuore perde un battito.
OH SANTA MERDA.

Luke? LUKE!? Luke Styles?

Passerò la mia prima notte a Londra dal mio ritorno a casa di Harry Styles?

Le valigie sono sul marciapiede, i miei anche, sorridenti sebbene con l'aria stanca.
-Tesoro, stai bene?
No, mamma. Non sto AFFATTO bene.
Faccio un cenno con la testa e farfuglio qualcosa.
Le mie gambe tremano mentre attraverso il vialetto di ghiaia, mio padre suona il campanello e la porta si apre: MI CI VUOLE UN SECONDO, E IL TERRORE SVANISCE, INSIEME AL RESTO.
Sto affogando in un mare verde giada, di nuovo.
  
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