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Autore: Lost dream    07/01/2012    1 recensioni
"Scappa con me" mi urlava mentre il giardino innevato scompariva dalla mia vista.
Cos'è la felicità mi chiese un giorno un vecchio saggio? Sinceramente non seppi rispondere.
E forse non saprei rispondere neanche adesso, perchè non si può dare un nome alla felicità, specialmente se sei un sociopatico.
So soltanto che Maria Grazia ed io la provavamo mentre eravamo insieme, stando insieme eravamo felici, divisi eravamo solo come delle biglie in un universo immenso e spaventoso.
Lei una ragazza piena di paure e di incertezze ed io un folle, un folle carico di normalità.

Qui amant ipsi sibi somnia fingunt
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Capitolo IX – Sergio: Il Saggio di Danza

 

 

 

 

Disturbato dal sonno dei grilli serafici della notte non riuscivo proprio a dormire, strana come sensazione così come quella di uno scrittore che viene bloccato da un ragazzo che indisturbato continua a disturbare l'atto dello scrivere.
Ma per adesso il cielo è ancora chiaro e rende tutto molto più semplice così come il latte materno ma sto semplicemente dedicandomi a dei futili deliri.
Come ammazzare del tempo durante una notte d'insonnia?
Bevendo caffè nero bollente, un rumore molesto proviene dalle porte di ogni camera, e cerco di alzarmi, una volta in piedi mi misi a camminare in mutande per l'intera casa e nel dubbio, non sapendo se potrò riaddormentarmi, con le cuffie mi misi ad ascoltare della musica.
Quella sera avevo bisogno di molte e molte cose, ma le uniche persone che purtroppo erano con me in quel momento erano Irene Grandi e Fiorella Mannoia, assolutamente nientre contro di loro, due cantanti splendidi ma due cuffie non risollevavano il vuoto che c'era all'interno della mia vita.
Poi pensando a Maria Grazia mi addormentai nel divano dopo circa due ore...
 

 

Nel corso della mia vita ho conosciuto molti tipi di persona, dai più intelligenti ai meno sagaci.

Ma soprattutto le persone più belle del mondo ma anche le più brutte, ovviamente mi riferisco ad una bellezza interna.

Ma mai avrei pensato di incontrare proprio in questo minuscono luogo dimenticato dal mondo, l'essere più mostruoso della terra, quasi un folle, anzi più.

Il folle commette errori perchè non capisce ciò che fa, l'uomo normale commette errori perchè ha una natura ria, ebbra di malvagità senza venire a conoscenza della felicità.

Noi invece sappiamo molto di più, sappiamo che la vita è preziosa – Vita et dignitas hominis sacra sunt.

 

Ma per raccontarvi quello che vi sto dicendo è meglio fare un passo indietro di circa una settimana, ebbene si, cari ragazzi, erano già tre settimane che mi trovavo a Rocca del Greco.

 

Una mattina di una settimana fa, appena alzato trovai nella mia cucina un bel ragazzo della mia età, alto, muscoloso e capelli un po' lunghetti e neri.

All'inizio rimasi sorpreso dalla sua presenza in camera mia, soprattutto perchè ero in mutande, cercai qualcosa per coprirmi e la sua risposta fu " Ehi siamo maschi, che cazzo ti copri, noi dobbiamo girare in mutande". Poi sorrise

"Chi sei?" chiesi

"Sarò un tuo amico" mi rispose.

Poi mi disse che i suoi genitori erano amici dei miei e che saremmo usciti insieme.

Infatti insieme quella mattina andammo in giro per il paese e devo ammettere che era un ragazzo davvero molto simpatico.
Parlammo di ragazze, di Carmelina e soprattutto di sport.

Lui adorava lo sport e praticava qualsiasi tipo di sport.

Poi mi chiese "Tu pratichi sport?" ovviamente la mia risposta si può immaginare.

Lui concluse dicendo che amava tutti gli sport ma uno in particolare, lui eccelleva nella Danza.

La danza non era per lui un semplice sport ma era la sua vita, l'intera esistenza di Sergio ruotava attorno a questa elegante arte del muoversi.

Lui la definiva "Il miglior modo per esprimere se stessi".

 

Io la trovavo abbastanza inutile, e soprattutto non vedevo tutta quest'eleganza che il mondo intero vedeva in quattro ballerini che correvano da una parte all'altra credendo di essere dei cigni spettacolari.

D'altronde era questo ciò che facevano: Spettacolo.

 

Spettacolo di tutti i tipi, ma si trattava solo ed esclusivamente di puro spettacolo.

Non ero davvero convinto che loro credevano così tanto nella danza, secondo me erano interessati solamente ai soldi che gli venivano dati.

Anche se molte persone andavano in giro dicendo che gli artisti di strada erano morti di fame.

E questo forse è vero, ma loro?

Artisti di strada?

No, i ballerini guadagnano e anche tanto, ma le cose orribili che vidi su quel palcoscenico le ricorderò per tutta la vita.

Pensando a Carmelina mi viene la nostalgia, dopo quel cesto di mandarini non l'avevo più vista.

Mamma mi ha raccontato che ogni tanto vengono a farle delle punture per farla stare buona qualche giorno.

Ma questo "qualche giorno" stava durando un mese.

Mentre Sergio era sempre più presente all'interno della mia vita e questa cosa io non la digerivo tanto.

Il suo essere "bestia" mi disarmava e ogni tanto mi chiedeva consigli su come poter abordare qualche ragazza.

Punto primo cosa vuoi che ne sappia un povero folle di come si aborda una ragazza e punto secondo non vedo perchè un ragazzo già fidanzato dovesse andare in giro a umiliarsi cercando ragazze.

Purtroppo quasi nessuna lo respingeva, anzi, erano tutte favorevoli e la povera Luna, la sua ragazza, diventava sempre più cornuta ogni giorno che passava.

Conobbi Luna a teatro, anche lei era una ballerina con complessi di inferiorità.

Nello stesso teatro c'era anche una certa Giulia che ci provava con Sergio e come poteva il nostro ballerino rifiutare delle proposte oscene da parte di ragazze oscene?

Luna era piuttosto cretina, infatti non sospettava mai di nulla, eppure il ragazzo la tradiva almeno una volta ogni due/tre giorni o forse anche più, non ero poi così interessato all'attività sessuale di Sergio.

 

Una sera uscimmo insieme io, Sergio, Luna, Giulia e due ragazzi che facevano parte della compagnia teatrale, si chiamavano Antonio e Andrea.

 

Che nomi strani che avevano questi Italiani!

 

Quella sera nonostante i vari litigi ci divertimmo molto, e cercherò di raccontare questa storia utilizzando la mente.

 

Infatti quella sera Sergiò arrivò un pò in anticipo se non ricordo male.

 

"Tesoooooro, Sergio è qui" urlava mia madre mentre io mi stavo infilando un paio di pantaloni.

"Arrivo mamma"

Appena scesi le scale trovai davanti il bancone della cucina Sergio che mangiava una fetta di pizza che mia madre aveva cucinato, quindi io dissi "Ma come mamma, io esco e tu fai la pizza?"

"Tesoro non ci sei solo tu, e tuo padre?"

Mia madre faceva un'ottima pizza, anche se io amavo così tanto la pizza che anche la più orribile mi sarebbe piaciuta.

 

La serata continuò in tranquillità, i due ragazzi Antonio e Andrea spesso si litigavano tra loro per i motivi più assurdi, un loro discorso era del tipo:

 

Antonio: "Ieri sera ho visto Amici"

Andrea: "Che schifo, io vedo solo X Factor"

Antonio: "Si ma la verità è che non ci sono più i talent show di una volta"

Andrea: "Forse i tuoi sono talent da quattro soldi, ma X Factor è stupendo"

Antonio: "Già come il tuo culo"

Andrea "Smettila con le volgarità"

Antonio: "Cretino"

Andrea: "Senti, io non ce la faccio più, me ne vado"

Antonio: "Taci"

Andrea: "La smetti di rispondere con una sola parola"

Antonio: "Perchè?"

Andrea: "Oh basta, ci rinuncio".

 

L'unica cosa che mi venne in mente da dire fu "L'intelligenza è di casa".

 

La serata continuò normalmente fino a quando Luna decise di andare a prendere un gelato, quando Sergio acconsentì qualcun'altro rifiutò.

 

Giulia non voleva lasciare il corso principale per raggiungere la gelateria ed iniziò una piccola rissa.

Quella rissa non voleva cessare e creava problemi alla mia stabilità psico-fisica.

Era scoppiata una vera e propria guerra di amore tra Luna che cercava di dimostrare la sua superiorità e la sua supremazia su Sergio mentre Giulia voleva semplicemente far vedere come provocava eccitazione a Sergio.

La serata stava finendo davvero male, sembrava come se tutto si fosse fermato e come se il tempo inesorabile ci stesse guardando.

Il tempo stava osservando quella lite puerile ma allo stesso tempo seria, Luna scoppiò in lacrime e lasciò il gruppo.

Io inorridito cercai risposta nel mare, ma purtroppo non c'era.

Un senso di oppressione mi assalì, non ci avevo mai fatto caso ma purtroppo a Rocca del Greco non c'era il mare, il mare che crea e che distrugge.

Alessandro Baricco affermava che il mare era l'unica cosa infinita nel nostro mondo, ogni cosa ha una fine, eppure qualche scienziato cercherà sempre di provare che anche quest'ultimo è finito.

La scienza blocca ciò che la fantasia ci permette di vedere, ma il nostro universo non vive di scienza, ma di fantasia e di fede.

 

La mattina dopo insieme a Sergio andammo di nuovo a Teatro, Luna ancora non gli aveva rivolto la parola ma lui non sembrava minimamente interessato anzi continuava a ballare inesorabilmente.

Di colpo lei si avvicinò e gli chiese "Tu mi hai tradito?"

Sergio inizialmente fa cenno con la testa e dice di no, ma era una negazione poco sincera e soprattutto poco sentita, gli si poteva leggere tutto in faccia.

Luna continuò a chiedere qualche informazione, ma le risposte non volevano uscire dalle labbra del ragazzo fin quando Luna non decise di dirgli la verità.

Tre parole che ferirono lo sguardo del ragazzo, tre parole che lasciarono tutti spiazzati.

"Aspetto-un-bambino".

Il cuore di Sergio si gelò o almeno così sembrava, Luna continuava a piangere per chissà quale strana ragione e dietro i due, Giulia che a bocca aperta non riusciva più a parlare.

Ma purtroppo trovò ben presto le parole da dire e si avvicinò alla fragile Luna raccontando tutta la verità "Andiamo è inutile che fai finta di non saperlo, il tuo ragazzo è stato più volte a letto con me, così come con tantissime altre ragazze, lo sai benissimo".

La risposta fu unica e inconcepibile "Troia".

Quel bambino sarebbe cresciuto senza un padre ed era una cosa terribile.

Ma Sergio sembrava non fregarsene, più tardi mi disse che la sua famiglia era ricca e che avrebbe pagato senza ombra di dubbio ogni cosa che c'era da pagare ma che nessuno poteva obbligarlo a passare del tempo con una creatura che lui non amava.

Quelle parole bruciarono come mille coltelli, quella società stava rivelando le cose più orribili e crudeli di questo pianeta.

Pensavo che le persone peggiori di questo mondo fossero rinchiuse nell'Ospedale psichiatrico di Boston a giudicare dalle cartelle cliniche che avevo letto e invece non era affatto così, i normali dimostravano molta più follia dei folli e i folli dimostravano molta più normalità dei normali.

Il mondo stava cambiando...

La mia nuova vita mi piaceva da un certo punto di vista, ma mi mancavano Maria Grazia, Rosalie, Wosh e anche Miranda ma soprattutto mi mancava l' humanitas a cui ero abituato all'interno della clinica.

Ci volevamo tutti bene anche con Bobò, la signora Bellont, Albore e Salmore.

Qui invece sembrava come se ogni persona stesse cercando mi mostrarmi il peggio che riusciva a togliere fuori.

Un bambino va amato, non va trattato come pattumiera.

Ma io non avevo il coraggio di riuscire a dire queste cose a Sergio, si lo ammetto: ero ipocrita.

Possedevo una maschera, forse anche più maschere ma non volevo litigarmi con la gente ero una persona molto serafica.

Sono convinto che ogni tanto un pò di guerriglia faccia bene, ma io temevo di cadere in depressione.

Giorno dopo giorno vedevo le sorti della mia migliore amica Rosalie precipitare come un sasso su una scogliera e più lei si deprimeva più io diventavo triste per lei.

La depressione è un male non sono per le persone colpite da suddetta malattia ma anche per coloro che stanno intorno a questa persona e soprattutto se c'è tra loro un grande legame come quello tra me e Rosalie.

Io non avevo dimenticavo il suo suicidio, assolutamente no.

Cercavo solo di rimuoverlo, come cercavo di rimuovere l'esistenza di Maria Grazia e il bacio con Juliana.

Stavo cercando di rimuovere gran parte della mia vita.

Ma se avessi continuato a rimuovere sarei rimasto vuoto.

Una persona senza ricordi, senza pensieri e senza una strada da poter percorrere, sembravo un po' come gli ignavi della Divina Commedia.

Ed io non volevo essere un ignavo, io volevo essere qualcuno.

Un qualcuno che fa la differenza nel mondo, non era una cosa facile ma insieme alla fede sarei riuscito a trovare ciò che mancava alla mia vita.

Nell'ospedale non avevo avuto molto tempo da dedicare alla religione, anzi sapevo ben poco sulle religioni.

Ma arrivato in questo paese cercai di raggiungere un punto d'incontro tra me e Dio.

Anche se credo che l'arretratezza di questa gente sia data proprio dalla presenza predominante di un cattolicesimo che offusca la mente delle persone.

John Wyclif, un eretico del 1300, diceva che dovevamo rivolgerci direttamente alle sacre scritture cercando di evitare il passaggio con la chiesa cattolica che creava più problemi di quanti ne risolvesse.

Una cosa era certa, il mondo stava sicuramente cambiano ed io avrei cercato di aiutarlo.

 

 

 

 

 

 

Il saggio di danza si avvicinava sempre di più, davano una grandissima opera che però io non conoscevo.

Sergio era il secondo ballerino, quindi non aveva avuto la parte da protagonista che spettava ad un certo Pietro.

Nonostante questo però Sergio aveva un grandissimo ruolo, era l'antagonista.

Lui non era rimasto contento, voleva essere il protagonista assoluto di questa opera.

L'invidia iniziava a logorarlo come fosse un cane che mangia il suo osso.

Purtroppo il tempo passava e i suoi piani diabolici per fare un colpo di stato al saggio andavano in fumo, ma lui aveva ancora un obiettivo in mente: diventare primo ballerino del saggio di danza.

 

Quel pomeriggio il suo piano stava iniziando.

Qualsiasi persona normale penserebbe arrivato a questo punto che il suo piano consiste nel farlo cadere dalle scale, o magari nel dirgli che una sua parente lontana è morta o magari dirgli che balla male o che la direttrice del corso vuole che lui se ne vada.

 

No, queste sono cose che avrebbe fatto un folle, una persona normale si comporta in maniera diversa.

Sergio rappresentava la normalità e quindi la civiltà e cosa c'è di più civile in quello che ha fatto.

La reticenza insegna molte cose, essa ci impara a vivere bene con noi stessi e con il mondo.

I chiacchieroni invece non piacciono a nessuno, ma ricordate, i reticenti non piacciono a Dio.

-Verrà il giorno- disse Manzoni

 

 

 

 

 

Quel giorno al funerale di Pietro, circa tre giorni prima del saggio di Danza incontrai Luna.

Anche lei come tutti gli altri mi aveva deluso.

"Ehi Dìatene"

"Ciao Luna" salutai cordialmente, ma lei di colpò divenne cupa "Lo ha ucciso lui vero?"

"Non so" risposi mentendo.

"Certo, sai io ho abortito".

 

Il mondo si fermò alle mie spalle "Cooosa?"

Lei annuì con la testa, ed io risposi infuriato "Cosa credi che ti faccia sentire diversa da Sergio, lurida put..."

Mi arrivò uno schiaffo "Tu non hai il diritto di riprendermi, la vita è mia e tu non ne fai parte".

"Bene ne sono felice, allora addio, ma ricorda che sei solo un'assassina così come il tuo ex- fidanzato".

Da allora non la rividi più.

 

Lo stesso giorno però arrivò Sergio a casa mia, voleva darmi la bella notizia: Sergio era il nuovo primo ballerino del saggio di danza.

Quella cosa mi faceva venire da rimettere, ma per decenza non lo feci davanti a lui.

"Ehi Dìatene, ho vinto".

Io ero lì immobile con i pugni chiusi e gli occhi che roteavano e che volevano dire mille cose.

Ma non riuscivo a dire assolutamente nulla.

La reticenza è il cancro della vita, così la Mafia acquista potere con il silenzio.

Un silenzio eterno che non finirà mai.

Ma io ho detto più volte che cambierò l'umanità e non staro zitto, anche se dovessi litigarmi con metà popolazione della terra io parlerò fin quando ne avrò la forza, così mentre Sergio impudico continuava a parlare senza fermarsi mai io gridai "Esci fuori da casa mia".

"Come?" rispose lui incredulo

"Ho detto esci fuori, lurido assassino".

"Tzè, tu non sai cosa stai dicendo, ehi io sono una celebrità"

"Tzè, a me non interessa, io non ho paura, ho detto esci".

 

Quella fu l'ultima volta che lo vidi per fortuna, ora ero finalmente libero.

Mi stavo rendendo conto di come in realtà Carmelina fosse molto più normale di Giulia, Luna e Sergio.

I folli non sono poi così diversi dai normali, anzi sotto molti aspetti sono addirittura migliori.

 

Avevo iniziato una nuova politica di vita, da ora in poi avrei parlato.

Avrei detto tutto ciò che non mi andava bene denunciando tutte le ingiustizie di Rocca del Greco e così quel pomeriggio affermai con fermezza e calma nella mia mente: Io Non Ho Paura. 

  
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