La
sala Comune era gremita di gente: chi parlottava con gli amici, chi
studiava o
ripassava per le lezioni future, e chi, invece, se ne stava buono a
farsi
correggere il proprio tema di pozioni, poiché la pigrizia
era sua vecchia
amica.
Il
pigrone in questione era bel ragazzo dal fisico alto, slanciato,
muscoloso e
preciso, con folti e morbidi capelli col colore del fuoco, e
scintillanti occhi
azzurri come il cielo limpido d’Irlanda.
Insomma,
una bella preda per le ragazze di Hogwarts; sfortunatamente era
già stato
acciuffato da una ragazzetta dalla chioma bionda, un’oca di
grandi dimensioni (
e a detta di molti anche stronza), che lo riempiva di baci ad ogni
occasione.
Su
di un’altra poltrona se ne stava calma e precisa
un’altra bella ragazza: il
fisico di una giovane donna in crescita, una lunga e folta chioma
riccia e
castana e dei meravigliosi occhi color cioccolato.
A
contrario del rosso, lei era più precisa e composta, e stava
correggendo il
disastroso tema del medesimo ragazzo, il quale non aveva particolare
propensione per le materie teoriche.
-
Ti
ringrazio infinitamente per l’aiuto, ‘Mione.-
-
Non
c’è di che Ronald, ma preferirei che la prossima
Tu ti finisca il tema,
capito?-
-
Si
si si, lo so lo so… sono un pigro e stupido ragazzo dai
capelli rossi che non
sa fare e non possiede niente di particolare!-
-
Maddai,
Ron, tu ti sottovaluti.-
A
parlare fu il loro migliore amico, un ragazzo dalla chioma color del
corvo
perennemente scompigliata, occhiali tondeggianti che nascondevano la
visione di
splendidi occhi verdi come lo smeraldo più puro, e una
curiosa cicatrice a
forma di saetta sulla tempia destra.
-
Infatti!
–
Rispose
attivamente la riccia.
I
minuti passarono, e sempre più studenti entravano nella Sala
Comune.
Ad
un certo punto Ron alzò lo sguardo in direzione di Hermione,
e disse una cosa
che la sorprese non poco.
-
Ti
amo.-
-
…Attento
Ronald, Lavanda potrebbe sentirti.-
Un
piccolo gruppetto dei loro amici si mise a ridacchiare, per aver
sentito la
trapelante notizia.
Ma
lo sguardo serio del rosso non mutò e continuò
deciso del suo dire.
-
Non
scherzo Hermione!-
A
quel punto calò un silenzio serio che nessuno osò
rompere.
Ora
Hermione guardava preoccupata il volto del rosso che se ne stava li in
piedi e
imperterrito ad osservarla.
-
Ti
amo, Hermione. Ti amo dal nostro secondo anno, quando venisti
pietrificato
dallo sguardo omicida di quella bestia immonda. Amo vederti ridere, amo
vederti
studiare, amo vederti sorpresa, amo vederti arrabbiata con me, amo il
tuo
essere autoritario e protettivo, amo averti accanto, anche quando
stiamo
camminando per andare a lezione. Odio me stesso per averti fatto
piangere al
Ballo del Ceppo, e mi odio per essermi messo con Lavanda solo per farti
ingelosire. Io voglio starti accanto e proteggerti da tutti i pericoli
che la
vita pone sui nostri passi. Amo Te, solo Te.-
La
Sala Comune era lì immobile ad ascoltare le soavi e dolci
parole che fecero
sospirare tutte le ragazze presenti, e fece ammutolire tutti i ragazzi.
Mai
prima di allora c’era stato simil discorso in quelle vecchie
mura.
Intanto
Ron se ne stava lì in piedi, rosso come i suoi capelli ma
con uno sguardo
fiero, a guardare titubante la forma di tutti i suoi pensieri e sogni,
che lo
guardava con gli occhi pieni di lacrime, non tristi, ma di gioia.
-
‘Mione,
io…-
Non
fece in tempo a finire che la riccia gli saltò addosso con
così tanta foga da
farlo cadere, e in seguito baciarlo con infinita passione, sotto le
grida
esultanti di tutti i loro compagni.
Gioia
non fu tanta, certo, per una precisa ragazza bionda che,
dall’alto del suo
metro e sessanta, guardava la scena con orrore e tristezza, tanto che
scappò
via.
Ora
il rosso Weasley non era più considerato come il pigrone di
Grifondoro, ma come
il romantico e dolce ragazzo della porta accanto.