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Autore: sofiesticated    08/01/2012    4 recensioni
Era da tanto tempo che non si sentiva così, eppure quel momento era finalmente arrivato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era freddo fuori, ma intorno a lui
c'era il caldo, c'era un rifugio.
Lui era lì, lui era il suo tutto.


Erano sempre stati entrambi due donnaioli, due di quelli che amavano usare le ragazze per una sera senza neanche sapere il loro nome e lasciarle lì la mattina con un cenno del capo o neanche quello.
Non si erano mai vergognati di questo, ma da quando entrarono nella band si erano calmati un po'.
A nessuno dei due era passata la voglia di una ragazza ogni sera, ma si contenevano per non perdere quella grandissima fama che avevano guadagnato.
L'unica cosa che in questo momento non andava bene in uno di quei due era il qualcosa che cominciava a formarsi agli angoli dello stomaco quando l'altro gli parlava, o solo lo fissava mentre cantava. Sentiva le budella contorcersi e ballare.
Suonavano un campanello d'allarme, ma che l'interessato non riusciva a sentire. Ogni sguardo, ogni tocco, ogni minimo pensiero riusciva a mandarlo fuori di testa e quella situazione stava diventando davvero strana. Quella mattina il ragazzo di fronte allo specchio, più lento di tutti gli altri come al solito, si passò l'ultimo strato di gel sui capelli e uscì, dirigendosi in camera.
Ma per arrivare nella sua stanza, passava davanti a quella del suo amico riccio e di Louis.
Notò con stupore che quest ultimo non c'era e che il riccio se la dormiva fino a tardi come sempre. Di solito anche lui dormiva fino a tardi, ma quella mattina non si sa come, si era svegliato prima. Aprì la porta e si avvicinò al letto. Era lì che dormiva come un angelo: i suoi perfetti capelli ricci e morbidi gli ricadevano sul viso, fino a toccargli quelle fossette che lo distingueva dagli altri.
Il moro si immaginò quei suoi stupendi occhi verdi, ora chiusi, che sapeva alla perfezione. Senza pensarci, con un gesto instintivo, iniziò ad accarezzargli la guancia e a strofinare la sua mano su quella pelle così liscia e perfetta.
Sentito un piccolo movimento partito dalla guancia dell'amico ritirò la mano di scatto e si diede una piccola sberla, chiedendosi cosa gli fosse preso.
Decise che era ora di svegliarlo e fece finta di nulla riguardo i pensieri prima formatosi nella sua testa. Si mise in piedi sul letto e cominciò a saltare, fino a che non sentì qualche mugugno dell'amico, seguito da diverse imprecazioni, anche in lingue ancora ignote all'uomo.
Il moro rise dal comportamento del riccio e dopo l'ennesimo saltò si fece cadere vicino a lui, sussurrandogli all'orecchio 'è ora di svegliarsi riccio'. Il ragazzo preso in causa era di spalle e sentite quelle parole si girò di scatto trovandosi l'amico a pochi centimetri di distanza.
Tra loro c'era rimasto solo quel pochissimo spazio che permetteva loro di respirare.
I loro nasi si toccavano e in quel momento i loro sgaurdi erano fissi uno sull'altro, dimenticando tutto il resto. Sul viso del riccio spuntò un leggero sorriso e quelle due favolose fossette comparirono sul suo volto, lasciando il moro un attimo senza fiato, non avendolo mai osservato così da vicino.
Stava per aprire bocca, quando l'espressione dell'amico mutò dal sorriso al confuso e poi allo spaventato e corse via, ancora in boxer, lasciando il moro lì sul letto, ancora con il fiato sospeso.
Dopo un attimo di stordimento corse giù per le scale all'inseguimento del riccio ma che non trovò, vedendo però poi la porta spalancata, capì che l'amico era corso fuori, quasi completamente nudo. Uscì e cominciò ad urlare il suo nome, non ricevendo risposta.
Rimase per un attimo in piedi in mezzo alla strada a pensare a dove potesse essere andato, poi si ricordò di quella famosa panchina, dietro ai cespugli in fondo alla strada, la cui presenza solo loro conoscevano.
Corse più che poteva, fino a che non raggiunse il posto desiderato, trovando lì la persona desiderata. Si accomodò vicino a lui donandogli la giacca e stringendolo in un abbraccio.
- non devi farlo- le parole del riccio erano fredde e distaccate.
- no che non devo, ma voglio- sottolineò l'ultima parola con così tanta enfasi che il riccio si tirò su e lo guardò con sguardo sognante.
- perchè sei scappato così?- il moro continuò, svegliando l'amico dallo stato di trance. Ci fu una leggera pausa da parte sua che fu rotta dal canto di un uccello poco sopra di loro.
- non lo so- mentì, come mai aveva fatto prima, come meglio poteva.
- lo sai che non ci credo- purtroppo per lui il moro riusciva sempre ad interpretare i suoi pensieri, lo leggeva nel profondo.
- allora credici- il riccio tornò ad essere serio, quasi arrabbiato col fatto che lui potesse capirlo così bene. Il moro non si fece toccare da quelle parole e gli posò una mano sulla guancia, mostrando un leggero sorriso agli angoli della bocca.
- a me puoi dire tutto- quel gesto e quelle parole fecero quasi scogliere il riccio come il sole faceva scogliere la neve quella mattina.
- no che non posso. Tu non puoi capire- sputò quelle parole fuori quasi come fossero veleno e si girò dall'altra parte come per andarsene. Il moro gli prese la mano e lo fece rimettere seduto, costringendolo a gaurdarlo negli occhi.
- parlami, ti prego- quelle parole di supplica e quegli occhi color nocciola così dannatamente belli provocarono un vortice nel petto del riccio, quasi da svenimento.
- io non..- non voleva cedere, non poteva dire quello che provava.
- tu puoi, ti pr..- il moro non fece in tempo a finire la sua frase che il riccio scoppiò alzandosi in piedi e cominciando ad urlare, anche se lì intorno non c'era nessuno che poteva sentirli.
- tu non puoi capire okay? Tu non sai cosa significa starti vicino tutti i giorni. Tu non sai cosa significa sentire il tuo profumo in tutta la casa e avere quella voglia matta di venire lì e sentirlo sulla tua pelle. Tu non sai cosa significa vedere quelle labbra così belle parlare, ridere ed avere quella voglia matta di baciarle. Tu non sai quanto io ti voglia Zayn Malik.- fece un lungo respiro alla fine dello sfogo e aspettò con ansia una reazione dell'amico che però non venì. Il moro era rimasto immobile, con lo sguardo triste, lì fermo, senza dire una parola. Il riccio con una lacrima fece per andarsene, ma il moro lo bloccò per il braccio.
- stamattina tu non te ne sei accorto ma io ero lì, vicino a te che ti osservavo dormire e pensavo a quanto fossi spettacolare e angelico, perciò, si, so cosa significa. Tu non sai quanto io voglia te, Harry Styles.- quelle parole aprirono un varco nel petto del riccio, non come quello di prima che gli provocò quasi uno sbandamento, ma più intenso, più caloroso, più bello.
Si avvicinò al moro e a pochi centimentri dal suo naso lo osservò, come aveva fatto prima nel letto, come aveva fatto negli ultimi due mesi. I loro volti si avvicinarono e le loro bocche si unirono in un tenero, ma comunque voluto, bacio.
Un bacio ingenuo, un bacio che voleva dire tante cose, ma che non disse nulla. Un bacio, che portò le farfalle agli stomaci di due ragazzi che si amavano. Si staccarono con i sorrisi più belli e più spontanei che avessero.
- ora torniamo a casa, ci staranno cercando- aggiunse il moro, mettendo la giacca sulle spalle del riccio e tenendolo stretto con un braccio sulla schiena. Harry Styles si limitò ad annuire, contento di quel gesto, contento di quello che era successo prima, contento di Zayn Malik.
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Eccomi qua con una one shot su questi due ragazzi che amo tanto,
su questa bromance che shippo tantissimo.
Niente, spero vi piaccia e bla bla bla c:
N.B: non so se avete fatto caso al fatto che per tutto il racconto
non dico il nome dei due ragazzi ma li dico solo alla fine.
Beh era una cosa voluta per rendere la storia più interessante, boh.
bye, Sofia c:
  
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