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Autore: JeiSpunk    08/01/2012    1 recensioni
Mi sorrise.
aveva il sorriso più perfetto e luminoso che avessi mai visto, in tutta Londra e tutta Hollywood. Sembrava come uno di quei film in cui il protagonista sorride e viene illuminato da un cono di luce con gli angioletti che gli danzano attorno. Sicuri fosse reale?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciaaao a tutti. 
Sono Claudia e questo capitolo l'ho scritto io, adesso non deludetevi perché non sono Desiré, ho notato che vi è piaciuta. xD
Quiiindi, domani inizia la scuola e né io né Desi credo riusciremo a postare in orario, quindi bè.. se vi facciamo aspettare tipo un mese, o quasi,  per il prossimo capitolo non picchiateci, hahahahah.
Ritorna "it's all on you" anche in questo capitolo... che vi devo dire, amo quella canzone xD
Boh, non so più cosa dire.. ciao a buona lettura. :*





POV ROBERT 

“ma vaffanculo” esclamai sotto voce. 
il giornalaio mi guardò stizzito e con tono stressato aggiunse: “se vuole leggere quella rivista la deve comprare”. 
sbuffai e tirai fuori dalla tasca due dollari. Glieli porsi e me ne andai. 
Mi sedetti sulla prima panchina che trovai e iniziai a leggere con più calma e tranquillità. 
Assurdo. Davvero assurdo. 
Sulla prima pagina del giornale, a caratteri cubitali, vi era la scritta: “Alayna tradisce Harry con un misterioso ragazzo” , e sotto scritto più piccolo: “ed Harry come l’avrà presa?”, il tutto tappezzato di foto mie e di Deidre fuori dalla limousine la sera dopo il concerto. Prima cosa, chi stava tradendo chi? E chi cazzo era adesso questo Harry? 
Le immagini di Deidre disperata davanti ai fotografi che quasi piangeva mi provocò una fitta allo stomaco e i brividi sulle braccia. 
Buttai la rivista in un cestino posto affianco alla panchina. 
Tolsi dalla tasca il cellulare e provai a chiamare Deidre per la millesima volta. 
Non rispose, come aveva fatto fino a quel momento. 
Deluso rimisi il telefono in tasca . 
Era ancora incazzata con me? Io davvero non volevo, Tom era il mio migliore amico e non pensavo che a Deidre la cosa importasse. Forse non pensava che tenessi abbastanza a lei da non dire il suo segreto. 
E invece ci tenevo, ci tenevo eccome e non sapevo come farmi perdonare da lei. 
Era passato solo un giorno e non l’avevo ancora sentita, non rispondeva al telefono e già l’ansia mi divorava dalla notte prima. 
Arrivai persino a farmi schifo per aver commesso quell’errore di Tom, ma ormai il danno era fatto e non potevo più tornare indietro. Poi pensai a questo Harry, e dato che i giornali dicevano che lei aveva “tradito”, anche se di tradimento non si trattava, lui con me, realizzai che lei era sicuramente già fidanzata. Che era felice già prima di me e che probabilmente non teneva a me come io tenevo a lei. 
Mi vibrò il telefono e l’adrenalina mi salì a mille, impacciatamente cercai il cellulare che quasi mi cadette dalla foga. 
Osservai il display… Era Tom. 
Risposi un po’ deluso. 
“pronto?” esclamai portandomi una mano sulla faccia. 
“amico, sbaglio o ti sento un po’ giù?” 
“Pensavo fosse Deidre, Tom. Non mi ha risposto e credo sia ancora molto incazzata.” 
“Capisco.. è proprio per questo che ti ho chiamato. Hai letto i giornali?” sentii il rumore di una rivista in sottofondo e sospirare. 
“si… purtroppo. Chi cazzo è questo Harry ora…” mi interruppe e iniziò a parlare. 
“senti, ti ho già detto ciò che devi fare. E lei ti ha parlato mai di questo Harry? No, non mi sembra, perciò fai ciò che devi fare e basta, senza molte preoccupazioni. O la va o la spacca. Altra cosa, devo comprare un regalo alla mia ragazza, non mi troverai in albergo, ci becchiamo stasera… ciao Rob.” 
“A stasera, Tom.” Riagganciai e pensai seriamente alle sue parole. 
Aveva ragione e senza pensarci su mi misi a correre. 
Urtai un po’ di gente prima di arrivare in albergo e noncurante di scusarmi continuai senza voltarmi. 
Salii le scale dell’hotel rischiando di inciampare tra la moquette, arrivai alla stanza, presi la chitarra e riuscii dimenticandomi di chiudere la porta. 
Corsi fino a perdere il fiato, non avevo abbastanza soldi per arrivare al suo albergo in taxi e l’unica cosa che potevo fare era correre, correre e correre. 
Arrivato davanti al grande portone marrone riprovai a chiamarla, ma niente. Come prima. 
Entrai dentro e mi diressi direttamente verso la sua camera, su per le scale mi misi a pensare se stessi facendo la cosa giusta. “o la va o la spacca, o la va o la spacca…” , me lo ripetevo in continuazione per autoconvincermi. Tom raramente mi aveva dato consigli sbagliati perciò scaccia dalla testa i pensieri negativi. Era l’unica cosa che potevo fare. 
Bussai forte alla porta. 
“Deidre, sono Rob… per favore!” quasi urlai ma non rispose nessuno. 
Riprovai a chiamare e sentii il telefono squillare da dentro la stanza, non rispose lo stesso. 
Voleva farmi credere di non essere lì? 
“Vuoi che mi metta in ginocchio? Che ti implori disperato, è questo che vuoi?” aspettai tre secondi poi continuai “va bene” 
Presi la chitarra e mi sedetti per terra davanti alla sua camera. 
Passò una signora anziana tutta messa a nuovo e decorata come un albero di natale. Mi guardò come se avesse appena visto un barbone puzzolente con faccia schifata. 
Non la degnai di uno sguardo e se ne andò, mentre Deidre da dentro non dava segni di vita. 
“l’ho finita, sai? La canzone che ti ho cantando l’altra sera lì dentro, l’ho finita.” 
Inizia a cantare, se non avesse aperto la porta anche dopo essermi messo a cantare seduto per terra davanti alla sua camera d’albergo voleva dire che davvero non gliene importava ed era felice con questo Harry. 

Ma ora sono andato via
Con un'anima spezzata e attorcigliata nella mia mente
Tutto parla te
E i loro occhi parlano di una doppia corda e le loro mani si impongono delicatamente sulla strada ora
E onestamente credo di sapere che questo è il luogo dove voglio essere proprio ora
Tutto parla di te, cara
Mi hai preso quando i miei occhi erano girati
Tutto parla di te, tesoro
Hai girato le spalle quando ho provato ad imparare
Ancora non riesco ad alzare i miei occhi
Se le tue mani stringessero le mie
Ma non osi

Ciò che hai detto le nostre anime potrebbero contenerlo

POV DEIDRE 
“Steph lo senti? Cristo sta cantando da solo davanti a una porta d’albergo quel coglione!” mi misi le mani in testa e cominciai a camminare avanti e indietro per la stanza. Ero disperata, cosa dovevo fare? 
Steph stava seduta nel divano con le gambe incrociate che mi guardava sclerare. 
“VA DA LUI, quante volte ancora te lo devo dire? Il suo amichetto sarebbe venuto a saperlo comunque!” 
“Io…” m’interruppe. 
“senti, sto andando ad aprirgli la porta io, ok?” fece per alzarsi in piedi ma la fermai rimettendola a sedere. 
“non ti scomodare, va bene? Vado io…” 
mi girai verso la stanza, presi un respiro profondo e m’incamminai verso la porta. 
feci per aprirla ma proprio mentre mettevo la mano sulla maniglia sentii lo stomaco contorcersi e la sua canzone finire. 
“ho afferrato il concetto, me ne vado” urlò Robert da fuori. 
Con uno scatto aprii la porta e lo vidi andare via per il corridoio. Feci due passi correndo e allungando il braccio gli presi la mano. 
“adesso ci riesci ad alzare gli occhi, cretino?” 
Si girò e una scintilla si accese nei suoi occhi e sorrise. 
Lo abbracciai e all’orecchio gli sussurrai: “questa volta la passi perché sai quanto mi tocca quando canti, la prossima volta sei un uomo morto…”
Lo sentì sorridere trai i miei capelli, subito dopo sciolse l’abbraccio. 
“che…?” mi fece cenno di girarmi e vidi Steph con le mani incrociate che sorrideva. Aveva gli occhi luccicanti e ci guardava. 
“ok, tolgo il disturbo… a stasera piccioncini!” ci passò davanti e mi fece l’occhiolino. 
Robert sussurrò qualcosa tipo: “se, piccioncini…” in quel momento l’ignorai. 
Entrammo in camera e lo feci accomodare nel divanetto, andai a preparare il caffè e tornai cinque minuti dopo con due tazze belle fumanti.
Mi sedetti accanto a lui e gli passai la tazza.
“perché prima hai detto ‘se piccioncini…’ con un’aria così disgustata?” il suo sguardo diventò cupo e iniziò a fissare a terra. 
“vediamo, Harry ti dice qualcosa?” lo fissai incredula mentre rattristandosi fissava il pavimento. 
“come l’hai saputo?” chiesi. 
“giornali…” 
mi portai una mano sulla bocca per trattenere la risata ma non ci riuscii. 
Lui alzò la testa e mi guardò quasi incazzato. 
“che c’è da ridere?” 
“scusa…” stavo per sbellicarmi davanti a lui mentre diventava sempre più paonazzo di rabbia, “secondo te se ho un ragazzo lo faccio sapere a tutto il mondo in veste di Alayna?!” 
“che cazzo…?” 
“oh, sveglione, è per pubblicità. Mi fa schifo quell’Harry, ma l’hai visto?” vidi subito la sua espressione rilassarsi. 
“cristo, è da stamattina che sto in pensiero”, sorrise. 
“ormai lo fanno tutti è sono stata costretta dalla casa discografica, che schifo.” Feci una faccia disgustata scuotendo la testa… cosa non si faceva per le vendite.
“ma ora che sono uscite le foto di noi due insieme la gente penserà che l’hai tradito…” 
“pff, tranquillo. Alla prima conferenza che capita me lo chiederanno di sicuro, smentirò dicendo che sei il ragazzo di un’amica, ergo Deidre e che ti vedranno sicuramente con lei”. 
Rise , non capii il perché e lo guardai storto. 
“perché ridi?” chiesi. 
“se ho capito bene… sono il ragazzo di Deidre?” 
“solo se vuoi.” Risi insieme a lui avvicinandomi un po’ diminuendo la distanza tra noi nel divanetto. 
“se non volessi non mi sarei umiliato davanti a una porta d’albergo come un barbone sembrando uno squilibrato.” Si avvicinò e me come per baciarmi, feci la mia parte e ricambiai il bacio. 
Si staccò improvvisamente e lo guardai torva. 
“non eri quella che voleva andarci piano per non rovinare tutto?” disse ridendo. 
“oh fanculo...” gli misi una mano tra i capelli e lo baciai di nuovo. 
“sei pazza” sussurrò. Sorrisi e lui ricambiò il bacio.

  
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