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Autore: _Eterea_    08/01/2012    9 recensioni
Piccolo episodio scolastico di Rachele.
Perché non è mai una buona cosa far arrabbiare la Mc.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Filius Vitious, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
- Questa storia fa parte della serie 'P.V.L '
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Salve a tutti! Allora questa è una piccola one-shot in attesa del nuovo capitolo della mia long " Rachele, la piccola verde Leprecauna".
Ovviamente si tratta del quarto anno di Rachele e parla di una cosa nominata nel prologo della long.

Spero vi piaccia, a presto! ( e aspettando che l'ispirazione torni)






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Dopotutto il blu si intona al verde, no?






Entrai nel Salone di Ingresso cercando di mischiarmi con la folla.
                       
Allora io, generalmente, non sono una fifona. Infatti, se non fosse per lei, mi toglierei questo stupito berretto e camminerei a testa alta.
Ho capito di aver fatto una stupidaggine ( anche se non lo ammetterò mai) e che è stato solo un capriccio senza senso. Dai, a 14 anni tutti fanno queste stupidaggini.
 
Continuai a camminare guardando il pavimento, quando la vidi in fondo al corridoi iniziai a sudare freddo.
Mi passò accanto e io, continuando a guardare i lacci delle mie scarpe, la salutai < Buongiorno, professoressa >.
Non chiedetemi come fa, ma sono sicura che, in qualche modo, lei riesca a fiutare la paura.
E la cosa è parecchio inquietante.
Dopo avermi oltrepassata si fermò di scatto; non osai guardarmi indietro.
< Signorina O’shea … può venire qui un momento? >
Merda.
No, dai … come cavolo ha fatto.
 
Mi girai lentamente e mi avvicinai a lei. Diciamo che mi tenni a distanza di sicurezza ( un paio di metri).
Alzai gli occhi e la vidi in faccia. La sua espressione non portava a niente di buono. Era un mix di severità con perplessità e un pizzico di curiosità.
A quel punto feci la cosa più sbagliata del mondo. Con un gesto affrettato e frenetico, abbassai di più il berretto.
Ahia.
Il sopracciglio destro si alzò in modo a dir quanto pericoloso. < Signorina O’shea, potrebbe togliersi il berretto, Grazie?. >
< No, grazie > Risposi cerca di essere più educata possibile. Il sopracciglio sinistro raggiunse l’altro.
< No, grazie? Potrebbe farmi il favore di- > < Fa freddo. e – oddio che cosa dico – sono malata “coff coff” > cercai disperatamente di tossire in modo realistico, ma non ci cascò.
< Non penso che per due secondi senza berretto finirà al San Mungo. Quindi …! >
Sospirai, era finita.
Me lo tolsi velocemente, come si fa con i cerotti.
 
Ok, la sua espressione adesso non è possibile da descrivere.
< Che cosa … - fece una pausa agghiacciante – cosa sono quelli???! >
< I miei … capelli?! >
< Vorrei sapere, O’ shea, perché da neri sono “magicamente” diventati … BLU! Per Godric. >
< Ehm … tinta?! >
Ormai era persa, era così in collera che non mi sarei sorpresa a vederle la schiuma uscirle dalla bocca.
< Venga subito con me! E metta giù quella cuffia, ormai il danno è fatto. >
All’inizio pensai che mi avrebbe trascinata da Silente, invece andò dritta verso l’aula di incantesimi.
Entrò come un tornado. Purtroppo per lei Vitious non era solo.
< Quindi, questo libro può aiutarti a- > La vocetta allegra del professore fu interrotta bruscamente da dei colpi di tosse. < Filius dobbiamo parlare. Weasley gentilmente … >
< Ma professoressa … io->
< Sparisci Weasley. >
Guardai il poveraccio terrorizzato aggiustarsi sul naso degli occhiali, per me assolutamente ridicoli, di corno e correre fuori dall’aula. E quello era un Grifondoro?
L’ho sempre detto che il Cappello lo lavano con il whisky incendiario prima dello smistamento.
Questo spiegherebbe anche perché io sono finita tra i secchioni di Corvonero.
Avete idea di quante volte avrei voluto far evanescere quello stupido corvo all’entrata della sala comune? E quante volte ho dovuto dormire nel corridoio, sempre a causa sua?
 
< Fillius – mi trascinò per il braccio di fronte a lui – noti niente di strano? >
Il professore mi guardò sorridendo < No, e allora? >
La Mc penso lo avrebbe strangolato molto volentieri.
< e allora??? I suoi capelli! >
< Ohh! O’shea, a quanto pare, ti sei esercitata in trasfigurazione, no?! >
Ok, stavo per ridergli in faccia. Ma quanto è bello avere lui come Capo della Casa?
Ah, già … è bello finché non arriva la Mc.
< Fillius spero tu stia scherzando! Questa non è opera della magia. La signorina qui presente ha usato una tinta babbana per colorare in modo così imbarazzante e infantile i suoi capelli! >
< Sinceramente, Minerva, io penso che le donino … > Spalancammo entrambe gli  occhi esterrefatte.
< Invece no! >
< ma il blu, con il verde degli occhi, E' complementare, quindi ... >
< Oh ma! Io non intendo il fatto che non le donino – mi allontanai di un passo, avevo paura che mi sbranasse da come mi aveva adocchiata – che poi tra l'altro non sono nemmeno complementari, ma che un comportamento del genere non mi sembra … adeguato. >
Sapevo che Vitious non mi avrebbe deluso, ma questo era più di quanto mi aspettassi. Lo avrei baciato.
Vitious rimase accigliato per un attimo, poi disse con una calma assurda < Se lo pensi Minerva … mi occuperò di darle una punizione adeguata > < Perfetto, ma credo che ne parlerò con Silente, prima. >
 
Dopo esserci congedate mi trascinò di nuovo per il corridoi.
< Che delusione … donino, quante assurdità … parlerò con Silente … punizione con i fiocchi … >
Continuò a bofonchiare tra sè in questo modo finché non arrivammo davanti all’entrata dell’ ufficio del preside, nella quale avevo passato più tempo che in qualsiasi altra aula del castello.
 
Dopo aver detto la parola d’ordine ( sempre legata a robe da mangiare … bah) mi guidò sulla scala a chiocciola. Bussò e aprì prima ancora di sentire una risposta.
 
Albus Silente era seduto dietro la sua scrivania intento a scrivere una lettera.
Quando entrammo sollevò lo sguardo. < Minerva, signorina O’ shea, a cosa devo il piacere? >
La Mc, ormai allo stremo, ripeté la stessa scena che aveva fatto con Vitious.
Silente mi guardò bene poi, sorridendo, disse < Blu, signorina O’shea? Complimenti, penso che le doni proprio …>
Tutto si fermò. Io smisi di respirare e Silente continuò a sorridere. Un urlo spezzò il silenzio.
 
Stavo per assistere ad un omicidio. Anzi, a due.









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