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Autore: Marauders    25/08/2006    18 recensioni
Quando vivi esperienze talmente orrende, ti sembra impossibile poter trovare la forza per ricominciare a vivere, lasciando così la morte danzarti intorno senza pietà. Forse, però, sono proprio i ricordi di queste esperienze che vanno affrontati e superati, rendendosi conto di quante cose la vita può ancora dare. Allora…perché non distrarre la morte con una danza? By Padfoot
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per chi ama le storie lunghe…^^

Questa ff è il prologo di una storia a capitoli che comincerò a mettere in rete su questo sito quanto prima (si intitolerà “Accademia”, a qualcuno l’ho già accennato…).

Spero di intrigarvi a tal punto da potervi avere anche come lettori della storia vera e propria!

 

Padfoot

 

 

Ballo in Fa Diesis Minore

 

 

Hermione corse incontro a Ron e portò le braccia dietro il collo del ragazzo.

 

Era successo rare volte che si abbracciassero così…

 

Ma questa era una di quelle volte che ti costringerebbero a non separarti più da quelle braccia protettive.

 

Voldemort era caduto.

 

Hermione pianse lacrime di gioia nel rivedere il suo migliore amico ancora vivo dopo quello scontro che avrebbe potuto anche essere letale.

 

“Dov’è Harry?”

 

Chiese all’amica il rosso, una volta che riuscirono a sciogliere, di controvoglia, l’abbraccio.

 

Hermione si asciugò le lacrime con il dorso della mano e sorrise.

 

“E’ già in infermeria. Lo rimetteranno in sesto presto, vedrai!”

 

Anche Ron sorrise ora più rincuorato: i suoi due migliori amici erano sani e salvi e Voldemort era stato sconfitto definitivamente.

 

“Oh, Ron…io…mi dispiace…non ero in me…io non volevo…”

 

Cominciò a dire Hermione tra le lacrime, ma Ron l’abbracciò.

 

“Tu non l’avresti mai fatto…ne a me, ne a Neville…e questo lo sappiamo entrambi…ti controllava quel tipo…”

 

Ma non poté continuare…Hermione piangeva troppo forte contro il suo petto. Poteva sentire le sue calde lacrime bagnargli la maglietta.

 

Hermione ci mise un bel po’ per calmarsi un po’ e allontanarsi un poco da ragazzo.

 

“Pensi che la Chips riesca a rimettere in sesto anche una vecchia carcassa come me?”

 

Chiese Ron mostrando i segni della battaglia: il braccio sanguinante, un profondo taglio sotto l’occhio destro e diversi graffi su tutto il corpo.

 

“Ho anche il le dita della mano sinistra rotte…un mangiamorte mi ha pestato con molto sentimento la mano mentre cercavo di afferrare la mia bacchetta che era volata via dopo un disarmo…”

 

Hermione trattenne un po’ il fiato nel vedere alla tenue luce dei raggi della luna le dita di Ron dal colore tendente al viola.

 

“Non posso muoverla…comincerei a strillare…chissà se potrò riutilizzare questa mano…”

 

Hermione cacciò indietro le lacrime che le ricominciavano a sgorgare dagli occhi per la rabbia che provava contro il mangiamorte che aveva fatto questo a Ron e tentò di consolare l’amico.

 

“No, Ron…non pensarlo neanche! Tornerai come nuovo! Non preoccuparti…! Ora torniamo al castello, ok?”

 

Il ragazzo annuì e si appoggiò alla spalla di Hermione; i due cominciarono a muoversi verso l’imponente castello di Hogwarts di nuovo nitido dopo che la nebbia verde che aveva riempito l’aria si era diradata.

 

***

 

“Ginny…”

 

Bisbigliò Harry quando all’alba dell’indomani riaprì gli occhi…

 

La ragazza dormiva nel letto accanto al suo, anche lei ricoperta in vari punti di bende e pomate per ustioni.

 

Anche lei aveva vissuto la battaglia.

 

Anche lei aveva visto cadere il signore oscuro.

 

Lei…

 

Lei che gli era stato accanto fino all’ultimo…disposta a sacrificare la sua stessa vita per lui…lei.

 

La ragazza che amava più di qualsiasi altra.

 

La sua Ginny.

 

La ragazza ancora dormiva e Harry si diede un’occhiata intorno.

 

Luna era in un letto di fronte al suo.

 

Neville vicino a quello della ragazza.

 

Il ragazzo aveva dovuto sopportare la maledizione Cruciatus per diverse volte. Anche lui aveva provato le stesse sensazioni dei suoi genitori…gli stessi dolori…le grida di aiuto che gli morivano in gola…

 

Ma era rimasto cosciente…non aveva subito nessuno danneggiamento cerebrale…se non altro tanta, tantissima paura.

 

Ancora uno sguardo per la stanza…

 

Ron.

 

Il suo fedelissimo amico…

 

Ed Hermione addormentata nel letto vicino.

 

Sempre accanto, anche loro.

 

Disposti anche loro a tutto per una giusta causa…una causa che non vedeva scappatoie…

 

Diplomazia?

 

Come si può pensare di essere diplomatici con un uomo (o essere) che uccide a sangue freddo e che non pensa ad altro che ad eliminare le persone che reputa ingiustamente indegne…?

 

Hermione era stata soggetta dalla maledizione Imperius.

 

La ragazza non doveva ricordare quello che i mangiamorte le avevano fatto.

 

Non doveva.

 

Non avrebbe più vissuto serenamente.

 

Era quella con meno ferite evidenti sul corpo proprio per questo.

 

Ma era anche tra quelli che avevano sofferto abbastanza per poter permettersi di desiderare di porre fine al crudele destino che la vita aveva riservato per loro.

 

L’avevano costretta a fare la maledizione Cruciatus su Neville e Ron.

 

Lei che ha sempre difeso e aiutato Neville…sempre…fin dal primo giorno in cui si sono conosciuti…quando l’ha aiutato a cercare il suo rospo, Trevor…e Ron…il suo migliore amico…il ragazzo per cui sarebbe disposta a tutto per lui…

 

Ora però era tutto finito.

 

Restavano solo tante ferite.

 

Tante lacrime.

 

Tanta paura.

 

Troppa paura.

 

“E’ finita.”

 

Disse Harry prima di riaddormentarsi per la stanchezza, sperando di risvegliarsi e di scoprire che in fondo…era stato solo un brutto sogno.

 

***

 

In un mese certe ferite sono già belle e rimarginate.

 

Ma dipende il tipo di ferite.

 

Hermione stava seduta nella sala comune di Grifondoro, in attesa dell’ora di cena.

 

Leggeva.

 

O almeno questo voleva che sapessero tutti.

 

Ma la sua mente ormai ripercorreva troppo frequentemente le vicende di quell’orribile notte.

 

Il mangiamorte che la braccava…che si chinava su di lei…che la toccava senza vergogna…

 

Lei non riusciva a stento a muoversi: era il giocattolo di quell’essere spregevole.

 

Lei che riusciva a  scappare e la soggiogavano di nuovo questa volta con la magia, con l’incantesimo Imperio…il volto di Neville terrorizzato davanti al suo freddo e impassibile…la sua bacchetta alzata…quella terribile parola…orrenda come il dolore che produce…Crucio…Ron si poneva in mezzo tra lei e Neville…la maledizione che colpiva anche lui…aveva torturato Ron e Neville…

 

Due calde lacrime le scesero prepotentemente lungo le guance.

 

Nessuno poteva aiutarla.

 

Ron alzò lo sguardo verso di lei.

 

“Hermione…”

 

Ma la ragazza non rispose.

 

Gettò il libro a terra e corse verso il dormitorio femminile sotto lo sguardo attonito dei presenti.

 

Ron sospirò amaramente.

 

Neanche lei era riuscita a dimenticare quella notte.

 

Anche Ron soffriva.

 

Aveva continui incubi.

 

Risentiva nella sua testa le urla di dolore sue e dei suoi compagni.

 

Vedeva Luna difendersi con tutte le sue forze mentre tentavano di colpirla con diversi incantesimi.

 

Vedeva Ginny, colpita dall’incantesimo sectumsempra e da fiamme.

 

Vedeva i membri dell’Ordine della Fenice lottare al loro fianco convinti che ormai a nessuno di loro restava poi così tanto tempo da vivere…e che invece valeva la pena sfiatarsi finché il loro corpo avrebbe retto.

 

Vedeva Harry. Il suo migliore amico. Lo vedeva in piedi davanti il suo nemico di sempre nella sua battaglia finale.

 

Vedeva Neville cadere più volte a terra e agitarsi apparentemente senza una vera ragione, con gli occhi vitrei spalancati.

 

E vedeva Hermione.

 

Il suo sguardo spento. Non un sorriso, un ghigno o una qualsiasi espressione…il dolore che aveva provato era stato ancora più grande poiché alla maledizione Cruciatus che lo aveva colpito si aggiungeva il pensiero di qualcuno che stesse giocando con Hermione.

 

Poi sparì. Si era voltato a guardarla più volte, ma non trovandola. Era come sparita, tanto che si era pure convinto della sua morte…

 

Quando l’aveva rivista a battaglia finita fu un sollievo immane, tanto che…Hermione non se ne accorse...si commosse.

 

E ora?

 

In quel momento era tutto finito…e ognuno di loro soffriva come se avesse appena vissuto quei terribili momenti…irreparabilmente sofferenti.

 

Vivevano oppressi da una cantilena stanca che nemmeno loro sentivano, ma che gli aleggiava attorno.

 

 

Sono io la morte e porto corona

Io son di tutti voi signora e padrona

E così sono crudele, così forte sono e dura

Che non mi fermeranno le tue mura.

Sono io la morte e porto corona

Io son di tutti voi signora e padrona

E davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare

E dell’oscura sorte al passo andare.

 

***

 

Remus Lupin e Ninphadora Tonks si trovavano nel vecchio studio di Silente, in attesa che la McGranitt desse loro notizie.

 

Gli ultimi mangiamorte più fedeli erano stati presi.

 

Ora si aspettava il verdetto del Winzengamot al quale la neo preside di Hogwarts era tenuta ad andare in quanto tale.

 

Si guardavano preoccupati passeggiando per quella grande stanza circolare piena di oggetti appartenuti al vecchio preside.

 

“Cosa pensi che faranno?”

 

Chiese all’improvviso Tonks rompendo inaspettatamente il silenzio.

 

Remus scosse il capo.

 

“Non lo so, Tonks.”

 

Disse piano il mannaro.

 

La ragazza dai corti capelli rosa si lasciò cadere su una delle sedie della scrivania.

 

“Verranno incriminati, è certo…” continuò Remus “ma non ci daranno mai la conferma che vogliamo…”

 

“Voldemort è morto, Remus! Si ostinano a tentare di estrapolare questa verità dalle bocche dei servitori più fedeli del signore oscuro…non ammetteranno mai di aver perso, e questa nostra insicurezza non fa che rafforzarli! Li rende più orgogliosi! Li porterà ad eleggere un nuovo capo…o uno di loro se ne farà carico sottomettendoli al suo volere! Intanto chi soffre di più sono quei ragazzi che quella notte c’erano. Non possiamo obliviarli, lo sai…ma non posso vederli così.”

 

“Cosa dovremmo fare, secondo te? Pensi che a me faccia piacere vederli in questo stato? Ma non so proprio come aiutarli…vorrei, credimi!”

 

In quel momento entrò la McGranitt che sorrise ai due presenti e prese posto dietro la scrivania dopo averli salutati.

 

“Il Winzengamot ha finalmente riconosciuto l’effettiva caduta del signore oscuro.”

 

Tonks tirò un sospiro di sollievo.

 

“C’è  voluto un mese per accertarlo? Nemmeno i babbani ci mettono tanto per decretare il decesso di una persona!”

 

Remus sorrise e tentò di spiegare

 

“Il problema era dovuto al fatto che il corpo di Voldemort non è stato più trovato…”

 

“…e nessuno credeva alla versione dei fatti di Harry, ovvero che il signore oscuro si è polverizzato.”

 

Completò la McGranitt.

 

Ci fu un breve momento di silenzio, rotto dopo poco meno di un minuto da Tonks.

 

“E ora?”

 

“Bhè…ora…il ministero della magia vuole farne una festa nazionale. La festa della Liberazione.”

 

“Che bello…” commentò amara l’Auror “Noi festeggiamo e intanto potrebbe già esserci qualcuno che riorganizza l’esercito dei mangiamorte!”

 

“Non ne dubito, Tonks.” fece la McGranitt tristemente “Ma il clima ce si è creato in tutti questi anni deve essere un po’ alleviato.”

 

“Ma certo…” disse Tonks.

 

Un altro momento di silenzio calò sulla stanza.

 

“Pensa che questo possa giovare anche ai ragazzi…” chiese Remus.

 

“Soprattutto a loro.” Aggiunse la professoressa.

 

Remus e Tonks sorrisero insieme alla professoressa.

 

***

 

“Inviteremo tutti i maghi e le streghe d’Inghilterra e le delegazioni degli altri paesi coinvolti nel conflitto…faremo un’enorme festa dove si ballerà…si berrà…si riderà…”

 

“Cornelius…”

 

Cercò di interromperlo la McGranitt.

 

“…si scherzerà…si mangerà…Oh…si che si mangerà! Organizzeremo il miglior banchetto della storia del mondo della magia! Ingaggeremo un miliardo di elfi domestici che lavoreranno notte e giorno ininterrottamente…”

 

“Cornelius…!”

 

Tentò di nuovo la professoressa…

 

“E si festeggerà fino all’alba! Devo chiedere a Dedalus Lux di procurarmi un bel po’ di quei suoi fuochi d’artificio…o forse è meglio chiedere anche ai fratelli Weasley…Bagman mi ha detto che quei due ragazzi sono un portento…”

 

“CORNELIUS!!! VUOI STARMI A SENTIRE SOLO PER UN MOMENTO INVECE DI FANTASTICARE CON LA TUA SUPERLATIVA FESTA?!”

 

L’ex ministro si fece piccolo piccolo e riprese a giocare con la sua bombetta girandosela e rigirandosela per le mani.

 

“S-si, Minerva…dimmi pure, cara…”

 

“Tante grazie per la parola, Caramell!” Fece ironica la McGranitt facendo sorridere i presenti “Tutti questi tuoi bei progetti…dove diavolo pensi di realizzarli?!”

 

“Ma qui ad Hogwarts, è ovvio!”

 

“Come, prego?”

 

La McGranitt strabuzzò gli occhi.

 

“Qui! Ad Hogwarts!”

 

Fece incoraggiante Caramell.

 

La professoressa si guardò intorno in cerca di aiuto.

 

Remus e Tonks ridacchiavano insieme a Moody…gli altri professori restavano in attesa della sua risposta positiva…

 

“E sia…”

 

Cedette infine.

 

***

 

“Un ballo?!”

 

Fece Hermione guardando stupita Ginny.

 

“Esatto! Un ballo organizzato dal ministero della magia qui ad Hogwarts!”

 

“Che sciocchezza…”

 

Borbottò la ragazza tornando a leggere.

 

“Oh…non voglio sentire storie, Hermione! Io e te ora andiamo ad Hogsmeade e ci andiamo a prendere un vestito adatto per la festa!”

 

“Non intendo partecipare a questa festa, Ginny e non mi dissuaderai.”

La rossa si sedette seccata accanto all’amica.

 

“Io voglio parteciparvi!”

 

Insistette Ginny e Harry la guardò sorridendo.

 

“Nessuno te lo vieta!”

 

Le rispose dura Hermione, intenta a leggere.

 

“ E verrai anche tu! Sono certa che ci andrai con Ron!”

 

Hermione arrossì di colpo e Ron, seduto insieme ad Harry ad un tavolo vicino intenti a giocare a scacchi,  tirò uno dei suoi alfieri rotti verso Ginny schivandola di poco!

 

“Idiota!”

 

Le urlò la sorella, mentre Harry si protendeva verso di lui e gli dava un colpo in testa.

 

“Ahia, Harry…Senti chi parla!”

 

La rimbeccò Ron massaggiandosi la testa dove aveva ricevuto il colpo.

 

“Perché, Ron…pensi di non invitare Hermione al ballo che il ministero organizza?!”

 

“Non te lo direi anche se così fosse…!”

 

Le orecchie di Ron erano li per lì per prendere fuoco, tanto erano rosse.

 

“Va bene…non mi intrometto nella vostra faccenda sentimentale…però almeno convinci Hermione ad andare al ballo!”

 

Ron sbuffò e mosse il suo re.

 

“Hermione…vai al ballo.”

 

“Che sei carino, Ron…davvero…!”

 

Disse Ginny alzando gli occhi al cielo e scuotendo il capo.

 

Hermione chiuse il libro con troppa forza alzando un po’ di polvere in esso contenuto alzare destando ulteriormente l’attenzione di Harry e Ron e facendo sobbalzare Ginny.

 

“Ok…ti accompagno a comprare il vestito del ballo, ma non intendo partecipare a questa pagliacciata…e poi non ci andrei con Ron.”

 

Il ragazzo, sentitosi chiamato in causa alzò la testa.

 

“E perché no?!”

 

Ed Hermione, che salì evasiva nel dormitorio, non seppe che Ron tirò all’aria la scacchiera per il nervosismo e salì anche lui in camera sua a urlare contro un cuscino.

 

“Ci andranno insieme, vedrai…”

 

Disse Ginny ad Harry che era ancora con il pedone che stava muovendo in mano.

 

***

 

Il cielo era molto grigio quel pomeriggio…

 

Harry si era imposto di accompagnare le due ragazze per Hogsmade con la scusa della consulenza sui vestiti da scegliere, ma essenzialmente voleva proteggerle essendo ancora un periodo caldo.

 

Il ragazzo camminava un paio di metri dietro Hermione e Ginny, quest’ultima intenta a descrivere come avrebbe voluto il vestito.

 

“Sai…sono più che convinta che la McGranitt abbia organizzato questo ballo per farci svagare…siamo rimasto chiusi nella torre di Grifondoro praticamente per un mese! E avendo tolto pure le lezioni…accidenti! Ci siamo depressi molto di più invece di gioire per la tanto ambita vittoria!!”

 

Disse Ginny ad un tratto mettendo da parte il suo verbale progetto dell’abito.

 

Hermione sbuffò.

 

“Un ballo non ci farà dimenticare, Ginny…Nemmeno per una sera. Io…non credo di poterci riuscire.”

 

“Ma almeno provarci. Tu vuoi provarci, no? Vuoi riuscirci, vero, Hermione? Vuoi tornare a vivere? O preferisci restare con questo peso tutta la vita?”

 

Chiese la rossa all’amica.

 

“Dici che è preferibile far finta che non sia successo niente?”

 

“Assolutamente no. Penso che il ricordo di questi eventi servirà in futuro e che è bene che le prossime generazioni sappiano per non commettere gli stessi errori. Ma quanto meno convivere con questo ricordo…considerarlo come una tumore benigno…”

 

Hermione sospirò: le parole dell’amica avevano sortito in lei un lieve benessere.

 

“E poi, Hermione, penso che dovresti trovare qualcuno che ti stia vicino…traumi di questo tipo vanno superati insieme…anche Ron ne avrebbe tanto bisogno…”

 

Continuò Ginny.

 

“Che…che cosa c’entra Ron, adesso?!”

 

La ragazza divenne rossa e guardò preoccupata Harry e Ginny che le sorridevano.

 

“A te piace mio fratello, Hermione! E’ inutile che fai finta di niente…”

 

“Ma non è vero…insomma…è ridicolo! Ron è il mio migliore amico…come Harry!!”

 

Ma Harry scosse il capo.

 

“Ron è qualcosa di più per te…”

 

Hermione calò il capo e arrossì ancora di più.

 

“Ti prego, Harry…non dirlo a Ron…non vorrei che si dispiacesse…”

 

“Dispiacersi?” si intromise Ginny prendendo parola “ Ron sarebbe una pasqua! Non aspetta altro…”

 

“Ma che dici, Ginny…a lui non piaccio...”

 

“Oh, si…e io mi chiamo Minerva McGranitt!”

 

Disse seccata la rossa.

 

Harry non poté fare a meno di sorridere.

 

Era da tanto tempo che non vedeva Hermione e Ginny chiacchierare così animatamente…forse le cose cominciavano a cambiare davvero…

 

***

 

“Il ballo?! Ma che dici, Harry…io non ho mai ballato in vita mia! Nemmeno per il Ballo del Ceppo!”

 

Borbottò seccato Ron prendendo a pugni il cuscino prima di coricarsi.

 

“La festa è lunedì, Ron…e tu devi esserci per forza! Fai parte anche tu dell’Ordine, no?”

 

Harry si sistemò meglio le coperte e si sfilò gli occhiali che poggiò sul comodino.

 

“Guarda che in ogni caso…Hermione non ci verrà con me!”

 

“Gliel’hai chiesto?”

 

“Lo so e basta!”

 

“Ah, ma davvero…?”

 

“SI!” Decretò Ron come per chiudere il discorso.

 

“E tu con chi ci vai Harry?”

 

Chiese timidamente Neville innaffiando con un bicchiere la sua Mimbulus mimbletonia.

 

“Io? Bhè…con Ginny, no?”

 

Rispose il ragazzo arrossendo un po’…

 

“State insieme?”

 

“Ormai da un mese!”

 

Neville gli sorrise.

 

“Sono contento…” Ci fu un momento di silenzio durante il quale Ron si coricò e Neville buttò il bicchiere-annaffiatoio nel cestino nell’angolo.

 

“Secondo voi…io e Luna…”

 

Chiese ancora Neville con un file di voce arrossendo parecchio.

 

“Decisamente si.” fu la risposta che diedero all’unisono i due compagni di stanza.

 

“Oh…bene…meno male…Pensavo che…grazie!”

 

Neville si diresse verso il bagno e Harry si mise su di un fianco rivolto verso Ron.

 

“Tu domani chiederai ad Hermione di venire al ballo con te.”

 

“Mi prenderà a pesci in faccia, fidati. E io certe figuracce non voglio farle, soprattutto con lei. Preferisco che tutto resti com’è. Buoni amici e niente di più.”

 

“Mi fai il piacere di provarci quanto meno?”

 

Ron sbuffò.

 

“Harry…io non…”

 

“Provaci! Sono certo che Hermione non ti rifiuterà.”

 

Ron si voltò a guardare l’amico.

 

“E se così non fosse?”

 

“Mi assumo io tutte le responsabilità! Ti potrai pure sfogare con me! Sarò il tuo punch-ball! Potrai picchiarmi quanto vuoi!”

 

Il rosso ridacchiò imbarazzato.

 

“Non arriverei a questo, Harry…non potrei mai…ci resterei male, tutto qui!”

 

“No! Tu non ci resteresti solo male…saresti davvero nero di rabbia!”

 

Ron sorrise e spense la luce della sua candela.

 

“Trattala bene, la mia sorellina. Mi raccomando.”

 

“E tu trattala bene, la mia migliore amica. Mi raccomando.”

 

***

 

L’indomani mattina si svegliarono alla tenue e pallida luce del sole.

 

Sembrava triste anche il tempo.

 

Ma miracolosamente cominciavano a comparire i primi sorrisi: l’avvicinarsi della festa, di li a un paio di giorni, rendeva l’atmosfera più leggera e allegra.

 

Si sperava soltanto che questa non durasse solo per una sera e per i giorni che la precedevano.

 

“Che tempo orribile…speriamo che migliori di qui a lunedì…”

 

Bofonchiò Ron guardando il cielo della sala grande quando vi entrò per la colazione.

 

“T’immagini piove durante la festa? Secondo te dove li metterebbero tutti quegli invitati?”

 

“Dimentichi che siamo maghi, Ron…”

 

Disse una voce alle spalle dei due ragazzi.

 

Hermione sorrise loro debolmente quando si girarono.

 

“E come pensi che risolverebbero? Una tenda grande quanto uno stadio? O un ombrellone?”

 

Chiese sarcasticamente Ron puntando le mani sui fianchi in segno di sfida…ma Hermione aveva – come sempre – la risposta pronta.

 

“Mai sentito parlare dei metereomagi?”

 

Harry e Ron la guardarono curiosi.

 

“Metereocosa? E’ una nuova parola coniata da Luna?!”

 

Chiese Ron non notando che Luna era proprio dietro Hermione.

 

“Guarda che esistono davvero!”

 

Asserì la ragazza bionda dai grandi occhi celesti.

 

“Sono dei maghi capaci di controllare le condizioni metereologiche. Ad esempio il professor Vector! Lui è un metereomago!”

 

Hermione sorrise con l’aria vincente.

 

“Bene…ho imparato una nuova cosa…Ora se mi permetti, Hermione, avrei bisogno di scambiare quattro chiacchiere con te.”

 

Hermione arrossì all’improvviso e annuì leggermente uscendo dalla sala grande accanto a Ron.

 

Ginny dal tavolo di Grifondoro alzò i pollici verso Harry che ricambiò aggiungendo un gran sorriso.

 

Era ora che quei due si decidessero a parla…

 

Hermione rientrò correndo in sala grande e si sedette accanto a Ginny piuttosto infastidita.

 

“Che è successo?”

 

Chiese quest’ultima con molta delicatezza.

 

Anche Ron fece il suo ingresso trionfale in sala grande e prese posto accanto ad Harry, proprio di fronte ad Hermione.

 

“Andarsene non è una risposta, Hermione.”

 

“Ma la tua è una domanda stupida! Sai benissimo che la mia risposta è no!”

 

“Che le hai chiesto, scusa?”

 

Tentò di chiedere Harry.

 

“Mi ha chiesto gli ultimi compiti fatti. Ma se non studia nemmeno? Devi impegnarti, Ron, se proprio ci tieni ad entrare nell’Accademia degli Auror!”

 

“Certo che ci tengo!”

 

“E allora datti da fare e non aspettare che sia io a passarti tutto!”

Ron scosse il capo.

 

“Non capisci…tu mi facevi copiare i compiti, restavamo un po’ soli insieme e…”

 

Hermione lo guardò con tanto d’occhi.

 

“Ma che diavolo stai dicendo?!”

 

Non si capì bene che cosa passava per la mente di Ron in quel momento…ma si alzò in piedi e dopo aver poggiato le mani sul tavolo urlò contro Hermione…

 

“PORCA MISERIA! CI VUOI VENIRE O NO AL BALLO CON ME?!”

 

Ginny fischiò ed Harry disse a mezza bocca all’amico…

 

“Questa si che si chiama dichiarazione, Ron…ci avrei solo messo un pizzico di gentilezza…”

 

Ron non attese nemmeno la risposta della ragazza che scappò via dalla sala dopo averle sussurrato un imbarazzato

 

“Scusami…”

 

Hermione era troppo sconvolta per poter reagire, così rimase per quindici minuti buoni a guardare il vuoto davanti a lei. Ginny e Luna, che si era avvicinata dal suo tavolo, le cominciarono a fare i migliori complimenti tentando di riprenderla.

 

Qualcuno doveva pur pensare a Ron, no?

 

***

 

Harry si alzò pochi minuti dopo diretto al dormitorio: Ron era di certo lì.

 

E, come volevasi dimostrare, lo trovò seduto sul suo letto.

 

“Qual è il miglior modo per morire?”

 

Harry ci pensò un attimo.

 

“Tra le braccia di Ginny.”

 

“Scemo! Dico sul serio!” Sbottò Ron seccato.

 

“E io sono serio, Ron! Ti giuro che morirei felice.”

 

“Ha risposto?”

 

Chiese il rosso dopo qualche istante di silenzio.

 

“No. Era sotto shock.”

 

Ammise l’amico.

 

“Lo sapevo. E’ per questo che vorrei morire adesso.”

 

“Oh, su Ron…mica ha detto un no secco…le hai urlato in faccia il tuo invito...non se lo aspettava! Non avevi mica spianato la strada, creato l’atmosfera giusta…”

 

“E’ colpa sua! Se lei mi avesse dato l’opportunità di copiare i compiti a quest’ora avrei una sottospecie di appuntamento con lei e girando in tondo e poi sempre più vicino sarei arrivato dritto fino al nocciolo della questione.”

 

Harry guardò Ron alzando un sopracciglio.

 

“Ok…ok…non sarei arrivato proprio dritto dritto al nocciolo…ma di sbieco si! Insomma…in maniera obliqua, si…un po’ trasversale…a zig zag… ma ci sarei arrivato! Non credevo così…”

 

Ron sospirò.

 

“Che idiota, che sono, eh? Me la sono lasciata scappare come una saponetta!”

 

Harry sorrise incoraggiante.

 

“Non è ancora detta l’ultima parola…”

 

Il rosso scosse il capo.

 

“Su…andiamo a fare colazione? Stò morendo di fame, è una quasi bella giornata e non intendo passarla rintanato qui su come un bell’allocco!”

 

“Scendere?! Tu sei matto! Io non mi farò più vedere da Hermione! Mai più!”

 

“Ok…questo vuol dire che se tu rinunci così facilmente di certo Viktor avrà campo libero lunedì…”

 

Ron guardò Harry come se avesse ricevuto una bella pugnalata.

 

“Viktor? Che c’entra Viktor? Non vorrai dirmi che…”

 

“Parteciperà alla festa come parte della delegazione della Bulgaria! Pensa un po’ che bella rimpatriata tra lui ed ‘Hermiun’!!”

 

Aggiunse il moretto sorridendo.

 

“Ma…”cominciò Ron “ma così…NON VALE!!”

 

“Allora fatti valere! Difendi il tuo tesoro!”

 

L’entusiasmo di Harry sortì l’effetto desiderato: Ron, stordito dalla notizia prese la palla al balzo come drogato e uscì dal dormitorio urlando un “Giusto! Andiamo!”

 

Poi resosi conto della scenata a cui andava incontro tornò indietro a dondolarsi avanti e indietro sul letto in uno stile molto simile a quello di Dobby.

 

“Io…non ce la faccio…mi vergogno…con Hermione, poi…No, Harry…non puoi chiedermi questo!”

 

“Ti saluto Viktor, allora…”

 

Ed Harry, sapendo di fare la cosa giusta, uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

 

Si soffermò a guardare un attimo oltre i vetri umidi della pioggia che era cominciata a scendere senza che nessuno se ne accorgesse.

 

Si sentiva stranamente pieno di vita quel giorno. Una sensazione che nel castello non si provava da più di un mese.

 

Lui, però, si era ripreso in poco tempo.

 

Ginny e il suo carattere peperino erano stati la cura migliore che potesse ricevere.

 

Stare insieme…aiutarsi l’un l’altro…piangere insieme e consolarsi a vicenda…li aveva aiutati tanto e aveva stretto a filo doppio il loro ricongiunto legame.

 

L’amava la sua Ginny.

 

Cielo se l’amava…

 

***

 

Ron non si fece vedere per pranzo, ancora rintanato lassù nella torre…ed Hermione toccò a mala pena il cibo, intenta com’era nella silenziosa lettura di un libro.

 

Intanto la pioggia era cessata ed arrivarono dei simpatici ometti vestiti in divisa blu-viola dell’agenzia di catering G.O.L.A. (Gruppo Organizzazioni Lussuosi Aperitivi), i quali sistemarono una decina di lunghi tavoli e con sedie annesse nel giardino vicino al lago.

 

Non lontano da questi allestirono anche un bel gazebo di legno molto ampio per la pista da ballo.

 

“Quei cosi sono davvero carini!”

 

Esclamò Ginny guardano i laboriosi ometti mentre passeggiava per il giardino mano nella mano con Harry.

 

“Sono più simili agli umpa-lumpa a dire il vero…”

 

Suggerì sorridendo Harry.

 

“A cosa?” Chiese la ragazza curiosa.

 

“Oh…a niente…degli ometti che ho visto in una cosa babbana secoli fa a scuola…”

 

Ginny gli diede un timido bacio in guancia che li fece sorridere e arrossire entrambi.

 

“E allora” disse Harry prima di dare un colpo di tosse per schiarirsi la voce roca per l’emozione. “Com’è il tuo vestito di lunedì?”

 

“Non te lo dico!” Fece maliziosamente la ragazza.

 

“Oh, dai! Ti ho accompagnato con la scusa di consigliarti a sceglierlo proprio per vederlo e mi hai lasciato fuori dal negozio a morir di caldo, mentre tu ed Hermione provavate!”

 

“L’ho fatto a posta, no? Tanto devi resistere solo un paio di giorni, anzi meno!”

 

“Dimmi almeno com’è il vestito di Hermione…!”

 

“No, no!”

 

“ E’ più bello o più brutto di quello che indossava al ballo del ceppo?”

“Mooolto più bello! Ron morirebbe sul colpo appena la vede!”

 

“Oh, si…ma morirebbe anche se la vedesse adesso!”

 

“Non è ancora sceso dal dormitorio?”

 

Harry scosse il capo.

 

“No, ma vedrai che scende. Questa è la sua occasione!”

 

“Mio fratello è troppo stupido per saperla cogliere…”

 

“Ma non parliamo sempre di Ron ed Hermione…sono un argomento abbastanza ripetuto! Almeno fino a che non si metteranno insieme…dai, Gin…dimmi com’è il tuo vestito! Assomiglia a quello che descrivevi mentre andavamo a Hogsmeade?”

 

“No! Diciamo che è tutto l’opposto!”

 

“Oh, su…non farmi morire dalla curiosità…”

 

Ginny si parò davanti ad Harry e lo zittì con un bacio mozzafiato.

 

“Non farlo mai più.”

 

Furono le parole di Harry guardando con gli occhi velati la ragazza ancora troppo vicina a lui.

 

“Perché?”

 

“Potrei non rispondere più delle mie azioni…”

 

Rispose semplicemente Harry dandole un breve bacio a fior di labbra.

 

Ginny sorrise maliziosamente e spinse piano Harry fino a farlo distendere a terra.

 

“Gin…non qui…siamo nel parco…ci vedono tutti…gli umpa-lumpa sono a due passi da qui…”

 

Mormorò piano il ragazzo stordito dai baci sensuali della rossa.

 

Pochi istanti dopo si rialzarono all’improvviso: avevano riconosciuto due voci familiari.

 

“Senti, Mione…scusa per stamattina…io…non so che mi è preso…”

 

“Non fa niente…”

 

Ron ed Hermione passeggiavano uno di fianco all’altro al limitare della foresta, non lontani da dove erano Harry e Ginny.

 

“Spiamoli!”

 

Disse in un sussurro la rossa e prima che Harry potesse replicare l’aveva già trascinato dietro la capanna di Hagrid.

 

Da lì si sentivano davvero bene tutte la parole dei due amici.

 

“Io mi rendo conto di essere davvero poco garbato…soprattutto nei tuoi confronti…ma…se per una sera ti va di sotterrare l’ascia di guerra…a me farebbe molto piacere averti come dama per il ballo. Anzi…ne sarei onorato!”

 

Hermione sbuffò un po’ alzando gli occhi al cielo fingendosi spazientita, ma le si leggeva chiaro in faccia che era imbarazzata e felice.

 

“Ron…io vorrei sotterrare l’ascia di guerra definitivamente. Non vorrei più riprenderla, chiaro? Io ti accompagno, e anche piuttosto volentieri, devo ammettere, ma a patto che la smettiamo di rimbeccarci a vicenda.”

 

“Perfetto. Più che d’accordo!”

 

Disse Ron mettendosi le mani nelle tasche dei jeans e sorridendo emozionato.

 

“Bene…allora…noi ci andiamo insieme…”

 

Continuò il rosso cercando di trovare qualcosa da dire.

 

Hermione non seppe che rispondere e annuì.

 

Rimasero un po’ in silenzio a guardarsi le scarpe.

 

“Ma ci andiamo come…amici…giusto?”

 

La ragazza parve delusa, poi sorrise incoraggiante.

 

“Si! Come amici!”

 

Anche Ron parve deluso.

 

“Si…certo…se vuoi…insomma…”

 

Hermione lo guardò fremente…tremava dal nervosismo…

 

“Cosa…?”

 

Chiese lei incitandolo.

 

“Se…se…se vuoi che ti aspetti all’ingresso, lunedì…per me va bene…”

Ginny si batté un paio di volte la testa contro il muro della capanna maledicendo l’idiozia del fratello.

 

“Ok…” Rispose Hermione, di certo maledicendo anche lei Ron… “Alle otto all’ingresso!”

 

“Bene! Ehm…non vedo l’ora!”

 

“Bene!”

 

Ripeté lei…

 

“Allora…allora io vado…torno al castello…”

 

“Oh…io volevo vedere i preparativi per la festa…ti va di accompagnarmi?”

 

“Eh? Oh no…sono stanco…credo che andrò in dormitorio prima di cena…Ci vediamo più tardi in sala grande, ok?”

 

“Ok…”

 

Annuì malinconicamente Hermione.

 

“A dopo…”

 

“Ciao…”

 

E Ron ed Hermione si diressero in due direzioni opposte.

 

Harry e Ginny erano ancora dietro la capanna di Hagrid nascosti.

 

“E’…davvero…stupido!”

 

Sibilò Ginny a denti stretti.

 

“Oh, dai…almeno è sceso dal dormitorio! E’ un gran bel risultato, no?”

 

“Se mio fratello alla festa non apre gli occhi e si dichiara, il mio piede sarà fautore di una sua mirabolante caduta, dritto dritto sulle labbra di Hermione! O se no…prendo le loro teste e gliele faccio cozzare! Che ne dici?”

 

“Dico che tutto si sistemerà da se…dai…andiamo anche noi al castello…Sta rinfrescando parecchio…”

 

“Ehm…scusa, Harry…ma credo che Hermione abbia bisogno di qualcuno…la vedo moggia e triste, lì vicino al lago…mi fa davvero pena…torna tu su al castello e prendi pure a pugni mio fratello se lo vedi!”

 

“Non dire ad Hermione che li abbiamo spiati!”

 

“Non lo dirò.”

 

La ragazza si protese verso di lui e dopo averlo baciato sulle labbra si incamminò verso il lago con molta non chalance, come se si trovasse a passare di lì per puro caso.

 

Che donna la sua Ginny, eh?

 

***

 

“MINERVA! Minerva! Eccoti qui…è tutto pronto…sono emozionantissimo! Mi tremano le mani tanto sono contento!”

 

“Cornelius…”

 

Sospirò la professoressa McGranitt uscendo dallo studio del preside vestita elegantemente.

 

O almeno…un po’ meglio del solito…

 

“Le delegazioni stanno cominciando ad arrivare! La Francia è già qui…Hagrid ha fatto gli onori di casa al Ministro francese e Olympe Maxime…poi c’è già la Germania, la Spagna, la Jugoslavia e a momenti dovrebbero arrivare anche Bulgaria, America e Italia! I membri dell’Ordine della Fenice ci sono già tutti…i vari responsabili dei ministeri sono pure qui…Ludo Bagman ha già annunciato che il punch è ottimo…”

 

“Bene…” sbuffò senza farsi notare la preside, sistemandosi i guantini leggeri.

 

“Dovremmo chiamare anche i nostri eroi…i ragazzi…sono già pronti? Dimmi di si! Loro devono essere pronti!”

 

“Si, Cornelius…saranno certamente pronti. Ho detto loro di essere per le otto fuori.”

 

La McGranitt scese un gradino delle scale vicine alla sua stanza.

 

“Ehm, bhè…lo sanno che devono fare il loro ingresso trionfale poi aprire le danze?”

 

“Oh, Cornelius! Sono ragazzi, non fenomeni da baraccone! Dovrebbero sfilare davanti a tutti? Non puoi chiedere loro questo!”

 

“Come loro anche gli altri membri dell’Ordine della Fenice! E…anche tu, Minerva…”

 

“IO?! Dì un po’, Cornelius…sei ammattito?”

 

“N-no…e poi Moody non ha una compagna…pensavo che…visto che sono tutti a sfilare in coppia…era felice quando gli ho detto che anche tu avresti aperto le danze insieme ai ragazzi e…”

 

La Mc Granitt chiuse gli occhi, respirando nervosamente.

 

“Dai, dai Minerva…un piccolo sforzo! Sono pochi passi e poi è tutto finito! Si arriva ai tavoli, si mangia e poi apri le danze con Malocchio e gli altri, e poi tutti gli invitati si faranno avanti e balleranno anche loro…Capisci, Minerva…eri anche tu lì a combattere quella sera…tutti lo sanno!”

 

“Va bene. Hai vinto.”

 

Cornelius si illuminò  e distese il viso preoccupato.

 

“Ora dovresti dirlo ai ragazzi…”

 

“Si, si…lo dirò ai ragazzi…ma non credere che siano entusiasti di questa cosa…”

 

“Oh…ma che dici! I ragazzi si divertono un mondo a ballare! Dagli un po’ di musica e si scatenano come matti!”

 

“Aprire le danze davanti a tutti non è bello…”

 

“E’ bellissimo invece! Ora su…avvertili e cominciamo! Non vedo l’ora!!”

 

E l’ex ministro si allontanò giocherellando con la bombetta mentre la professoressa dovette fare macia indietro e entrare nella torre di Grifondoro.

 

Proprio mentre lei faceva il suo ingresso Neville, Harry e Ron scesero dalle scale del loro dormitorio.

 

Erano così impacciati e nervosi che la professoressa non poté fare a meno di sorridere…

 

“Professoressa McGranitt!”

 

Disse Neville in un sussurro.

 

“Siete pronti?”

 

“Ehm…si…”

 

Rispose Harry guardandosi il vestito e cercando imperfezioni che non c’erano.

 

“Bene…il signor Caramell mi ha appena detto che dobbiamo entrare in coppia alla festa e che dobbiamo aprire le danze.”

 

Ron si lasciò cadere sul divano.

 

“Signor Weasley…tutto bene?!”

 

Harry scosse un po’ l’amico scuotendolo per la spalla.

 

“E’ sotto shock! Dai Ron…non fare così!”

 

“Ci vediamo di sotto, signori…”

 

Decretò la McGranitt uscendo dalla sala Comune senza aggiungere una parola.

 

***

 

La prima a scendere dai dormitori fu Luna: indossava uno splendido abito turchese dalla gonna leggera e ampia, con le maniche a sbuffo e leggermente scollato. I suoi capelli erano legati in una lunga treccia tra i quali passava un nastro dello stesso colore del vestito.

 

“Ehi! Ma che siete belli, ragazzi! Non vi avevo mai visto così! State bene, davvero!”

 

“Grazie…”

 

Sussurrarono emozionati Harry e Ron, mentre Neville guardava Luna come se fosse una bomba di orologeria pronta a scoppiare.

 

“Che c’è, Neville? Non ti piace il mio vestito?”

 

Chiese lei preoccupata per il suo sguardo allarmato. Neville si scosse un po’.

 

“Io…io…NO! Stai benissimo!”

 

Rispose sorridendole.

 

Luna abbassò lo sguardo arrossendo.

 

“Ok…andiamo, allora?”

 

“Oh, Luna…no…la McGranitt ha detto che dobbiamo fare l’ingresso tutti insieme!”

 

“WOW! Ho sempre desiderato farlo! Fin dal Ballo del Ceppo!”

 

“Ma è una cosa terribile…cioè…io inciamperò…”

 

“Neville…ma che dici…tu sei uno dei campioni! Sei un eroe! Più famoso di te c’è solo Harry!”

 

E detto questo gli scoccò sulla guancia un bacio che fece vacillare l’accompagnatore.

 

Harry e Ron sorrisero nervosi guardando quella tenera coppia vicino a loro.

 

Poi Harry alzò lo sguardo e ammutolì tirando una gomitata allo stomaco di Ron.

 

Anche il rosso ammutolì: alternava il rossore sulle gote con un orribile colorito verdognolo, come se stesse per dare di stomaco.

 

Hermione e Ginny scendevano la scala di marmo chiacchierando animatamente, come se niente fosse.

 

Poi anche loro si accorsero dei due ragazzi e sorrisero emozionate.

 

La prima indossava un abito rosso semplicissimo, ma la schiena restava interamente scoperta.

 

I capelli li aveva leggermente mossi che le ricadevano sulle spalle.

Ginny aveva un vestito verde bosco lungo, ampie maniche strette da un nastro sopra il gomito e con un scollo a barca che arrivava fino alle spalle; aveva attaccato i due ciuffi laterali di capelli dietro con un fermaglio molto sobrio argentato.

 

Le due ragazze raggiunsero i due accompagnatori che non trovavano le parole per complimentarsi…

 

“Ragazze…siete magnifiche!”

 

Esordì Luna.

 

“Oh, anche tu! Sei davvero bellissima, Luna!”

 

Rispose Ginny sinceramente ammirata per l’abito dell’amica.

 

Una voce alle loro spalle li fece tutti sobbalzare.

 

“Eccovi qui!!”

 

Tonks comparve sulla soglia avvolta in un abito rosa chiaro corto fino al ginocchio, adatto al suo tipico colore di capelli.

 

“Si comincia? Io sto morendo di fame! Oh…mi raccomando…quando vedete Remus ditegli che è bellissimo e che il suo vestito è uno spettacolo! Si è lamentato tutto il pomeriggio del fatto che non poteva permettersene uno migliore…ma secondo me è semplicemente uno schianto!”

 

Guardò i ragazzi che le sorridevano e aggiunse…

 

“E anche voi non siete da meno! Neville…sei davvero ben vestito! E anche voi! Ron…hai comprato un vestito nuovo?”

 

Chiese alludendo all’abito blu del ragazzo.

 

“Oh, no… è lo stesso del matrimonio di Bill e Fleur!”

 

Ron arrossì.

 

“Stai davvero bene! E voi ragazze…siete elegantissime! Dove li avete trovati questi splendidi vestiti?”

 

“Abbiamo girato per tutta Hogsmeade!”

 

Disse Hermione controllando con una mano che i capelli fossero ancora lisci…

 

Arrivò anche Remus: il suo vestito non era poi così male come pensava il lupo…

 

“Professor Lupin! Ma lo sa che sta proprio bene?”

 

Si complimentò Luna, ma Remus alzò gli occhi al cielo e guardò seccato Tonks.

 

“Non voglio essere compatito…Tonks…perché gliel’hai detto?!”

 

“Oh, tesoro…ma stai davvero bene!”

 

Rispose la ragazza sistemandogli il papillon.

 

“E goditi la serata! Oggi la notte è dalla tua parte!”

 

Remus sbuffò un po’, imbarazzato per la vicinanza di Tonks davanti ai ragazzi.

 

“Ok…ok…ora andiamo…dobbiamo fare l’ingresso alla festa…ordini del ministro…”

 

“Quando mai abbiamo obbedito al ministro, Lupin?”

 

Fece Tonks mordendosi il labbro.

 

“Non sarà questa sera. Tutti si aspettano di vederci…non possiamo dire no questa volta…”

 

“Uff…e sia! Kingsley e Hestia sono già qui?”

 

“Sono arrivati un attimo fa.”

 

Rispose prontamente Lupin.

 

“E Malocchio?”

 

“Pure.”

 

Fece ancora l’ex professore sistemandosi la giacca e tossicchiando un po’.

 

La luna piena doveva esserci di lì a qualche giorno e gli effetti si vedevano sul suo viso pallido e smunto.

 

“Allora andiamo!”

 

Disse entusiasta Tonks prendendo il compagno a braccetto.

 

Raggiunsero in silenzio la riva del lago.

 

Harry e Ginny si guardarono e sorrisero imbarazzati, ma felici.

 

Anche Ron ed Hermione si guardarono e anche lei sorrise imbarazzata, ma Ron era così nervoso e teso che stava per vomitare, così alzò la testa verso lo splendido cielo stellato ringraziandolo mentalmente per tale fortuna.

 

Un passo dietro di loro, Luna aveva preso l’iniziativa e ora era mano nella mano con un tesissimo Neville.

 

Ancora dietro Remus e Tonks che sorridevano educatamente agli altri invitati che applaudivano al loro ingresso.

 

Stessa cosa per Kingsley e Hestia Jones e dietro questi anche Moody e la McGranitt.

 

Presero posto in uno dei lunghi tavoli a disposizione, proprio vicino a…

 

“Hei! Hermiun!! Come tu stai?!”

 

…Viktor Krum!

“Viktor! Santo cielo quanto tempo! Tu piuttosto come stai! Scusami tanto se non ti ho scritto di recente…sono davvero imperdonabile! Spero che però mi capirai, visto con chi abbiamo avuto a che fare qui dalle nostre parti…”

 

Rispose Hermione sorridendo al bulgaro. Ron, accanto a lei, non approvava quella bella conversazione.

 

“Harry…se mi sei davvero amico…uccidimi!”

 

“Oh…basta con questa storia! Non ti ha ucciso Voldemort, perché dovrei farlo io?!”

 

“Piuttosto preferisco mangiare con i maiali che insieme a quello…”

 

“Ma pensa a divertirti…non pensare a lui!”

 

I gemelli presero posto di fronte a loro, accompagnati da Angelina e Alicia e dissero in coro…

 

“Si, dai Ronnie…Ci divertiamo un mondo noi con te, adesso!”

 

Ron non ci badò e tornò a parlare a voce più bassa con l’amico.

 

“Io…io questo lo disintegro…lo avadakedavrizzo all’istante! Non mi faccio certo problemi!”

 

“E non fartene! Non ne hai bisogno! Hermione è venuta al ballo con te, non con lui! Se ti da così fastidio che Viktor le parli difendila…fai vedere che cavaliere sei!”

 

Sbuffò Harry annoiato mentre cominciavano a portare gli antipasti.

 

“Giusto!”

 

Ron battè un pugno sul tavolo – per poco non prese il piatto… - e si rivolse con una innaturale cordialità verso Viktor.

 

Hermione lo guardò allarmata.

 

“E…dicci, Viktor…tu che fai di bello? Voli ancora?”

 

Hermione guardò Harry seccata chiedendo spiegazioni, ma lui si limitò ad alzare le spalle e a scuotere il capo.

 

Viktor intanto rispondeva entusiasta e sorridente.

 

“Oh, si! Certo che io volo! Io ogni giorno mi alleno…volo sempre! Sempre!”

 

“Eh già…” Sospirò Ron “E giù dalla finestra mai, eh?”

 

“Ron!”

 

Sibilò Hermione a denti stretti fulminando il ragazzo con il solo sguardo.

 

Ma Viktor rideva a crepapelle…

 

“Oh…che simpatico…sei davvero forte, rosso…”

 

Viktor – Ron 1 a 0, ma la partita è ancora tutta aperta.

 

“Ok, Viktor…sentiamo…hai la ragazza?”

 

Silenzio tutto intorno…attimo di souspance…

 

“Ragazza? Tu volere dire fidanzata?”

 

Ron annuì con un sorrisetto beffardo sulle labbra.

 

Harry, Ginny e i gemelli intanto si godevano deliziati la scenetta.

 

“No…” Rispose il bulgaro sistemandosi il tovagliolo sulle gambe. “ io non avere avuto più fidanzata dopo Hermiun…”

 

…la quale Hermiun divenne bordeaux!

 

“Io ho pensato solo a Quidditch!”

 

Concluse Viktor, mentre anche Ron diventava bordeaux, ma di rabbia!!

 

Servirono anche Viktor del piatto di antipasti.

 

“Oh…è pesce?”

 

Chiese al cameriere con una gentilezza che non si addiceva alla sua stazza.

 

“Ehm…si signore…”

 

Rispose timidamente questo.

 

Viktor riporse il piatto.

 

“Io non prendo pesce…solo carne…”

 

Il cameriere annuì e si allontanò. Ron allora tornò alla carica.

 

“Peccato, sai…il pesce è ricco di fosforo…rende intelligenti…ti servirebbe!”

 

“Insomma!!”

 

Sbottò infastidita Hermione tirando sul piatto la forchetta.

 

“Si, rosso…tu avere ragione…tu giusto…si, si…solo che a me pesce non piace…io non posso farce niente…a me fa schifo pesce, quindi…”

 

“E a me fai schifo tu, quindi…”

 

Per fortuna che Viktor non sentì quello che disse Ron, visto che un già mezzo ubriaco di punch Ludo Bagman si buttò su di lui abbracciandolo e dicendo che se voleva poteva entrare a far parte della squadra di Quidditch delle Vespe di Winbourne…

 

Liberatosi di Bagman, Viktor riprese a chiacchierare con Hermione, la quale si scusava e asseriva di non capire perché Ron fosse impazzito così all’improvviso.

 

Il rosso si depresse di più.

 

“Harry…? Che faccio?”

 

Harry ingoiò il suo boccone e rispose.

 

“Mangia che si fredda! E’ ottimo!”

 

E Ron, sospirando cominciò a mangiare.

 

“Che imbranato…”

 

Borbottò Ginny a mezza bocca in modo che solo Harry potesse sentirla.

 

“Guarda che io non sono da meno!”

 

“Ma che dici?!”

 

Sbottò Ginny.

 

“Tu sei più intraprendente di lui! Hai forse dimenticato che mi hai baciata la prima volta davanti tutto il Grifondoro? Io personalmente non l’ho scordato!”

 

Harry sorrise contro il piatto.

 

“No, che non l’ho scordato…come potrei…”

 

“Dovremmo trovare un modo per far avvicinare quei due! Far convincere Ron che Hermione stasera è solo per lui e per nessun altro! Ma come?!”

 

“Ci pensiamo noi!”

 

Harry e Ginny alzarono rapidamente lo sguardo verso i gemelli.

 

“Voi? Voi fate solo guai, e questa è una cosa seria!”

 

Ginny posò la forchetta sul piatto che un cameriere si affrettò a ritirare.

 

“Tre a uno che li avviciniamo!”

 

“Chi, avvicinate?”

 

Chiese curioso Ron alla destra di Harry.

 

“Hagrid e la grassona.!”

 

Rispose pronto George.

 

Ron alzò le spalle e continuò a mangiare poco interessato al discorso.

 

“Che intenzioni avete?”

 

Chiese Harry, mentre anche a lui toglievano il piatto rapidamente svuotato.

 

“Vedrai, vedrai…è ancora presto…”

 

I loro sorrisi preoccuparono Harry e Ginny che si scambiarono uno sguardo che diceva tanto!

 

***

 

“Harry? Ehi, Harry…!”

 

Neville, oltre Ginny e Luna lo chiamava.

 

Harry si sporse un po’ sul tavolo.

 

“Hai assaggiato il dolce? E’ favoloso!”

 

“Oddio…no…sono sazio…non mi entra più niente…se potessi mi allenterei la cintura!”

 

Ginny lo guardò maliziosa.

 

Cornelius Caramell si intromise tra i due.

 

“Potter…siete pronti? Un piccolo valzer, anche solo uno…poi siete liberi di tornare a posto o continuare a ballare, ma dovete fare almeno questo!”

 

“Si, signor Caramell…lo sapevamo già…”

 

Asserì Harry.

 

Ron bevve un sorso d’acqua e guardò nervoso Hermione, la quale era, per una inspiegabile ragione, in collera con lui.

 

“Oh, andiamo, Mione…non avevamo detto che sotterravamo per una sera…”

 

“Non chiamarmi Mione!”

 

Sibilò lei.

 

“Ok…ok…Hermione! Dai, che tocca a noi… non ti va di ballare? Siamo qui per questo!”

 

Ma lei lo guardò acida e si voltò verso Viktor avvampando terribilmente.

 

“Viktor…ti va di accompagnarmi per il primo ballo?”

 

Ron e Viktor la guardarono stupita.

 

“No, no…ehi…sono io il tuo cavaliere per questa sera! Eravamo d’accordo! Te l’ho chiesto prima io di lui, questa volta!”

 

“Lui mooolto più educato di te, mio caro! E io non ballo con i porci maleducati! Andiamo, Viktor.”

 

E detto questo i due si allontanarono.

 

Ginny fischiò appena e si voltò verso i gemelli.

 

“Cos’è che avevate in mente voi due?”

 

***

 

Il primo ballo fu un valzer in fa diesis minore. Davvero molto bello e con un ritmo tutto particolare.

 

Un paio di balli dopo Ginny ed Harry si sedettero esausti.

 

“Dov’è Ron?”

 

Chiese Harry alla ragazza che le rispose indicando il fratello con un cenno.

 

La scena che si parò davanti era identica a quella che aveva già vissuto al ballo del Ceppo.

 

Ron abbandonato sulla sedia, braccia conserte e lo sguardo corrucciato.

 

“Ed Hermione?”

 

Chiese ancora.

 

Un altro cenno di Ginny e ancora una volta Harry ebbe la sensazione di averla già vissuta quella scena!

 

Hermione e Viktor che vorticavano allegramente tra la folla mentre l’orchestra suonava un tango molto movimentato.

 

“Mi sa che devo andare da Ron…”

 

Sospirò sconsolato il moretto.

 

Ginny gli diede un bacio in guancia e gli sussurrò all’orecchio…

 

“Sono certa che risolverai la situazione meglio di Fred e George!”

 

“Hai poi capito che cosa avevano in mente?”

 

La ragazza annuì ridacchiando sotto i baffi.

 

“Li ho visti! Vedrai, sarà spettacolare! Ora va: io vado a prendere da bere…”

 

Disse la rossa allontanandosi verso il tavolo del rinfresco.

 

Harry allora si sedette accanto all’amico.

 

“Tutto ok?”

 

Chiese. Che domanda idiota…

 

“E me lo chiedi?!”

 

Risposta ovvia…

 

“Harry…non mi stà calcolando proprio! Io lo sapevo che era tutto sbagliato! Me lo sentivo! Io e lei non potremo mai muoverci insieme! Siamo troppo diversi! E io rischierei di impazzire tentando di proteggerla dalle goffe mani di quel ritardato!”

 

Harry si tirò su gli occhiali sul naso e rispose pacatamente all’amico.

 

“Proteggerla non vuol dire ‘dì cattiverie al suo amico…’”

 

“Tsk…amico…”

 

Borbottò Ron.

 

“Quei due sono lì per lì per appartarsi un’altra volta! Proprio come al Ballo del Ceppo! E’ tutto inutile…io torno in camera.”

 

Harry si allarmò: Ron non doveva tornare in camera! Doveva restare alla festa…Fred e George dovevano ancora giocare le loro carte!

 

“Ron…Ron, aspetta…dove vai? Insomma…la festa è anche per te…puoi ancora risolvere tutto…puoi parlare con Hermione…puoi darle le tue motivazioni…”

 

“Ho detto che è inutile.”

 

Ron si muoveva rapidamente tra i tavoli della festa, diretto al castello. Harry tentò di fermarlo prendendolo per le spalle, ma Ron era decisamente più forte di Harry e molto influiva la sua altezza.

 

“Ron…”

 

Non era stato Harry a parlare.

 

Si voltarono entrambi di scatto verso Hermione che li raggiungeva piuttosto frettolosamente.

 

Quando li raggiunse aveva il fiatone, un po’ per la corsetta un po’ per la danza appena ultimata.

 

Il suo accompagnatore ora era seduto accanto a Fleur e la salutava educatamente.

 

Bill, comunque, non gradiva molto quell’oscura presenza…

 

“Ron…possiamo parlare un attimo?!”

 

“Che cosa c’è da dire Hermione?”

 

Sbuffò Ron pestando con forza l’erba mentre teneva le mani in tasca.

 

“Vorrei riprendere il discorso di poco fa…prima ‘era Viktor vicino e non volevo che sentisse.”

 

“Tanto quello l’inglese non lo capisce…figurati…”

 

“Lo capisce eccome, Ron! Ed è rimasto molto offeso per la storia del pesce! E anche per quella del volo!”

 

“Non mi ha sentito, Hermione!”

 

“Ti dico che ti ha sentito! Me l’ha detto! E io ero davvero mortificata per il tuo comportamento!”

 

Disse la ragazza alzando un po’ la voce, le mani rigorosamente sui fianchi.

 

“E poi…” Continuò Hermione… “…quando si è affogato…come ti è saltato in mente di porgergli lo champagne invece che l’acqua? Lo sai che hai peggiorato la situazione, eh? Lo sai?!”

 

Ron ridacchiò ripensando alla scena.

 

“Ti giuro che non mi ero accorto che era champagne…ma devi ammettere che la sua faccia era uno spettacolo! Tutto rosso…gli occhi di fuori…”

 

“Non ci trovo niente di divertente!”

 

Ma anche Harry dovette coprire con un paio di colpi di tosse le sue risate…

 

“E ora, Ronald, esigo sapere il perché di questo tuo stupido comportamento! Ed esigo una motivazione logica e razionale, anche se non credo che ce ne sia…”

 

“Anch’io pretendo di sapere perché sei andata a ballare con Viktor e non con me! Insomma…era tutto ok fino a che non è arrivato Vicky…”

 

“Viktor!”

 

Sibilò Hermione.

 

“Krum.”

 

Completò Ron.

 

“Si, è vero…andava tutto bene fino a quando non ci siamo seduti vicino a Viktor…ma proprio quando hai visto Viktor ti è andato di volta il cervello e hai cominciato a dirgli offese a raffica!”

 

“Se le merita!”

 

“Ma che cosa ti ha fatto, insomma!”

 

“Mi è fastidioso!”

 

“Non è un buon motivo!”

 

“Oh, si che lo è! Harry mi ha detto che suo padre e Sirius prendevano in giro Piton solo perché lo trovavano fastidioso! Bhè…non avevano tutti i torti…quello schifoso bastardo…il principe…”

 

“Non tirare fuori il padre di Harry e Sirius e non mi interessa un accidente di Piton! Qui ci sono dimezzo anch’io, visto che Viktor è un mio carissimo amico!”

 

“Intimo amico, vorrai dire…”

 

“Non lo vedo così frequentemente da dire che è un mio intimo amico! Tu ed Harry siete due miei intimi amici!”

 

Ron sorrise…

 

“Beata ignoranza…dire ‘intimi amici’ non è come ‘i miei migliori amici’! Intimo è qualcosa di più…intimo! Capisci cosa intendo?”

 

Hermione arrossì e Ron sorrise compiaciuto.

 

“Per una volta sono io il saputello…”

 

“No, tu sei solo un cafone! Vai immediatamente a chiedere scusa a Viktor!”

 

Ron non ebbe il tempo di replicare che dal palco dell’orchestra giunse la voce del direttore.

 

“Un attimo di attenzione prego…questo prossimo ballo è dedicato a tutte le coppie, e in particolare a Ron ed Hermione, che prego di raggiungere la pista!”

 

Hermione si voltò verso Ron allarmata.

 

“E’ opera tua?!”

 

Lui scosse il capo sconvolto e immobile.

 

Fred e George arrivarono ridacchiando dai due e li trascinarono in pista.

 

Era intanto cominciato un romanticissimo lento che ben volentieri ballarono anche Harry e Ginny, Neville e Luna, Fred e Angelina, George e Alicia e , oltre tante altre coppie conosciute, anche la McGranitt e Moody che avvertivano della loro presenza grazie al rumore prodotto della gamba di legno di quest’ultimo sulla pista da ballo.

 

“Ce l’hai fatta? Hanno parlato?”

 

Chiese emozionata Ginny contro la spalla di Harry.

 

“Una chiacchierata piuttosto rovente, devo dire…”

 

“Ma dai…hanno almeno chiarito?”

 

Il ragazzo scosse sconsolato il capo.

 

“Macché…almeno ora stanno ball…”

 

Ginny gli tirò un po’ la giacca, facendogli notare che Ron ed Hermione stavano passando accanto a loro.

 

“Mione…senti…mi dispiace…davvero…chiederò scusa a Viktor, promesso! Ma almeno godiamoci questa serata…”

 

Fred e Angelina sentirono il seguito…

 

“…anche perché…bhè…il motivo per cui mi sono voltato male con Viktor è stato che…volevo che tu passassi questa notte con me!”

 

Neville e Luna ascoltarono involontariamente gli ultimi dialoghi…

 

Hermione sorrise.

 

“ ‘Passare questa notte con me ’ non vuol dire solo ‘ballare fino all’alba’…”

 

Ron diventò bordeaux e distolse lo sguardo da lei.

 

D’altronde era lei la saputella!

 

“Io, questa sera, volevo ballare con te…”

 

“Chiederai scusa a Viktor?”

 

“Certo!!”

 

“Sicuro?”

 

“Non vedo perché non dovrei…ma ti prego non ballare di nuovo con lui…!”

 

Hermione si strinse di più al ragazzo che stava letteralmente andando a fuoco.

 

“Ballerò solo con te fino a che ci sarà musica.”

 

Fred e George si avvicinarono malignamente facendoli saltare per aria e sussurrarono…

 

“Che siete romantici…”

 

“Oh, no…prego…continuate pure…non vogliamo proprio disturbarvi…”

 

Disse George.

 

“Siete così carini!”

 

Aggiunse Fred.

 

“Sparite, idioti!”

 

Sibilò Ron.

 

E i due gemelli si allontanarono sghignazzando tornando a ballare con le proprie partner.

 

“Tutto ok?”

 

Chiese Ginny ai due fratelli mandati da lei in ava-scoperta…

 

“Ottimamente bene!”

 

Fece orgoglioso Fred.

 

“Ora sono due teneri piccioncini! Troviamo loro un posticino appartato…”

 

Propose George, ma Harry scosse il capo.

 

“Quel che andava fatto è stato portato a termine…ora lasciamoli in pace…e godiamoci anche noi la serata…”

 

“Se lo dici tu, capo…”

 

Dissero in coro i due gemelli sparendo dalla loro vista, in mezzo alla folla.

 

“Ora che farai? Per l’estate intendo…”

 

Chiese Ginny poggiando dolcemente la testa contro il suo petto.

 

“Ho un esame alla fine del mese per entrare nell’Accademia degli Auror…Anche Ron sosterrà l’esame…Se sono dentro, bene…se no mi trovo un’occupazione temporanea…”

 

“Sono certa che entrerai, e anche Ron! Farebbero carte false per avervi lì dentro dopo i recenti eventi…”

 

“Dicono che non è così facile entrarvi…gli esami sono difficilissimi!”

 

Ginny alzò la testa e gli diede un bacio.

 

“Tu sarai un Auror. Se è davvero questo quello che vuoi lo sarai. Basta crederci e impegnarsi al massimo!”

 

Harry le sorrise e la strinse di più a se.

 

“E tu, Gin? Hai ancora un anno qui a scuola, vero?”

 

“Si…”

 

Annuì sconsolata la ragazza…

 

“Non potremo vederci per un bel po’…solo per le vacanze…”

 

“Non preoccuparti…non ti lascio mica…e poi potrei sempre venirti a trovare quando hai le gite ad Hogsmeade! Io posso smaterializzarmi!”

“Lo faresti?”

 

“Arriverei dall’altra parte del mondo pur di vederti!”

 

Gli sussurrò lui…

 

“Non ti ci vuole molto…solo destinazione, determinazione e decisione, giusto?”

 

“E tanta voglia di vederti !! Ma quella non mancherà, stanne certa”

 

Concluse Harry dandole un bacio in guancia.

 

Ginny arrossì.

 

“Harry…quella rientra nel concetto di determinazione!”

 

“Oh, no…rientra nel concetto che voglio vederti!”

 

“Ma non c’entra niente con la materializzazione…”

 

“Dici?”

 

Ginny lo guardò sorridendo e scuotendo il capo.

 

“Sei davvero buffo, Harry…”

 

“E’ un complimento?”

 

Chiese mentre cominciavano un altro ballo.

 

“Certo!”

 

Rispose allegra la ragazza prendendo la mano che Harry le porgeva.

 

***

 

La calda notte dei primi di luglio volgeva al termine e le prime luci dell’alba accompagnarono i ragazzi fin alle loro stanze.

 

“Viktor…scusami…io volevo solo...”

 

Disse timidamente Ron, non accorgendosi che Viktor era bello e ubricaco accanto ad un dormiente Bagman.

 

“Bhà…non preoccuparte rosso…tu mi sei simpatico! Si, si…tu davvero divertente…ho riso taaaaaaanto tanto quando tu mi hai offerto Kampagne invece che acqua…tu davvero bravo e simpatico…io stimare te! Tu vuoi altro autografo? Io te faccio! No problema! Tutti amici di Hermiun sono miei amici! Anche Potter, lì…tutti amici!Ahahahahah…”

 

Concluse Viktor scoppiando in una fragorosa risata.

 

Hermione ridacchiò per la scena e allontanò Ron, tirandolo per un braccio, che guardava orripilato il suo idolo del Quidditch…ex idolo del Quidditch da diversi anni…

 

“Ehi, rosso…”

 

Chiamò ancora il bulgaro guardando Ron ed Hermione con l’aria stordita e il bicchiere di Whisky incendiario in mano.

 

I due ragazzi si voltarono.

 

“Tratta bene lei…è mia amica!”

 

Hermione arrossì mentre incrociava lo sguardo di Ron, rosso per i raggi del sole che comparivano

oltre la collina e non solo.

 

“Ehi, ragazzi! Posso farvi una foto?”

 

Chiese Luna uscendo da una borsa una macchina fotografica.

 

“Una foto? Luna…stiamo dormendo all’in piedi…chissà che facce…”

 

“E dai…su, Neville…unisciti al loro.”

 

Neville represse uno sbadiglio e scosse il capo.

 

“Oh no…io non c’entro niente nella foto…sono due coppie…”

 

Luna diede una scrollatina di spalle e guardò dentro l’obiettivo.

 

“Ok, ragazzi! Più vicini! Hermione…Ginny… abbracciate Ron ed Harry, viene meglio!”

 

Molto imbarazzati Ron ed Hermione si avvicinarono.

 

“Bene così…e ora dite cheeeeeeeseeeee….”

 

“Cheeeeeeeeeeeeeeseeeeeee…”

 

Dissero i quattro in coro sorridendo.

 

“Ottimo!” Esclamò Luna riposando l’apparecchio. “Questa va sul Cavillo! La sviluppo e papà la mette sul numero di domani!”

 

“No, Luna…non farci questo! “

 

“Siamo pure venuti male…”

 

Si lamentarono le altre due ragazze…

 

“E comunque ora tocca a voi! Neville…mettiti accanto a Luna che vi faccio una foto!”

 

Disse Harry chiedendo la macchina fotografica.

 

“Siiii…bello! Così ricorderò la prima volta che abbiamo ballato insieme!”

 

“Ma…ma…”

 

Tentò il ragazzo, ma Luna gli aveva già poggiato un braccio sulle spalle e gli aveva detto allegramente…

 

“Sorridi!”

 

Ridacchiando per la faccia stravolta di Neville risalirono ancora verso il castello dopo averla scattata.

 

Anche la McGranitt, con il cappello in mano, si trascinava nella stessa direzione.

 

“Ragazzi…” Disse una volta raggiunto il gruppetto “…Vi ricordo che domani il treno parte dopo la colazione…dovete fare i bagagli…dovete raccogliere tutte le vostre cose…mi raccomando…non dimenticate nien…”

 

Vacillò e Neville e Harry si affrettarono a sorreggerla.

 

“Uh…grazie…sono così stanca…eppure c’è ancora così tanto da fare…”

 

“Non si preoccupi, professoressa…l’accompagniamo fino in camera…ci siamo noi!”

 

“Mi mancherete, ragazzi…siete stati degli ottimi allievi…bhè…quasi…potevate tenere più in considerazione le regole…”

 

Ormai la professoressa blaterava frasi sconnesse troppo assonnata per poter razionalizzare.

 

Ancora assonnati, si recarono dopo quattro ore scarse di sonno, in sala Grande per fare colazione e partire.

 

“Lasciare Hogwarts è più difficile, quest’anno, visto che non ci torneremo più…”

 

Borbottò Ron versandosi i fiocchi d’avena nella ciotola.

 

“Non è detto, sai…potremo pure tornare per un qualsiasi motivo!”

 

Disse Hermione sfogliando il Profeta che parlava della festa appena trascorsa.

 

“Ci vedremo quest’estate, no? Harry…tu vieni a casa nostra, giusto?”

 

Chiese Ginny fremente.

 

“Oh, si! Stasera dormo da voi! Ma da domani ci mettiamo a regime e studiamo come matti, giusto Ron?”

 

Ron fece una smorfia ma subito dopo annuì e aggiunse…

 

“Certo! Dobbiamo diventare Auror o no?!”

 

Mise in bocca una cucchiaiata di cereali e porridge e si voltò verso Hermione.

 

“Vieni anche tu, vero?”

 

“No…” Rispose lei sinceramente sconsolata “Devo studiare…il mio esame è a fine agosto…devo cominciare subito se voglio entrare al San Mungo…”

 

“Al San Mungo? E che devi andarci a fare? Diventa un Auror! Vieni in Accademia con noi…!”

 

“Il mestiere di Auror non fa per me…preferisco lavorare come Medimago...ecco che vado a fare al San Mungo!”

 

“Traditrice…”

 

Borbottò seccato Ron.

 

“Bhè…ma almeno verrai un giorno a tirar le orecchie a questi due somari, vero?”

 

Chiese ancora Ginny speranzosa…

 

“Molto difficile…prima parto con i miei genitori…”

 

“Se comunque trovi anche solo un giorno per vederci, sei la ben venuta! E conosci la strada, no?”

 

Aggiunse Harry capendo che l’amica proprio non poteva passare con loro l’estate…

 

Hermione sorrise.

 

***

 

“Forza…muoversi! L’espresso parte anche senza di voi!! Muoversi!”

 

Hagrid si muoveva su e giù per la banchina urlando a squarciagola verso i pochissimi studenti che si avvicinavano al treno.

 

“Harry! Senti…mi mancherai, lo sai vero? Io ce l’ho detto alla McGranitt che mi mancherai e che se tu vorrai tornare qui ad Hogwarts, se passi per caso da queste parti, puoi entrare quando vuoi! Lo sai che ci puoi pure dormire…male che vada…ti ci trovo io un posticino…magari sposto Thor…”

 

Harry sorrise. Non poteva dimenticare la prima volta che aveva visto Hagrid, quando per il suo undicesimo compleanno, l’aveva portato ad Hogwarts.

 

E ora Hagrid stesso, che lo aveva accompagnato in quel posto meraviglioso, gli dava l’ultimo saluto prima di salire sul treno.

 

Non avrebbe dimenticato mai nemmeno questo momento.

 

“E dove sono Ron ed Hermione?”

 

“Oh…loro…stanno arrivando!”

 

Rispose Harry sorridendo al gigante che lo guardò senza capire.

 

***

 

Ron ed Hermione erano rimasti indietro e passeggiavano lentamente verso il treno.

 

“Senti…è stato bello ieri sera…Ci siamo divertiti parecchio!”

 

“Già…”

 

Fece Hermione annuendo.

 

“A parte il problema con Viktor…”

 

La ragazza fece un piccolo sbuffo.

 

“Ma si è risolto anche quello!”

 

“Già…”

 

Ripetè Ron…

 

Un attimo di silenzio. Ron si fermò e guardò Hermione per qualche istante, avvampando e facendola avvampare.

 

“Hermione…tu mi piaci e credo di essere innamorato di te.”

 

Disse il ragazzo tutto d’un fiato.

 

Hermione lo guardò imbarazzata e colpita.

 

“Anch’io…”

 

Sussurrò poi abbassando lo sguardo…

 

“Ron! Hermione! Forza, muovetevi! L’espresso parte! Avanti!!”

 

Harry correva incontro a loro facendo cenno con la mano di raggiungerlo.

 

I due si scambiarono un breve sorriso e corsero verso il treno sperando di non perderlo.

 

***

 

“E allora…ci siamo tutti?”

 

Chiese Harry lasciandosi cadere sul sedile dello scompartimento.

 

Hermione e Ron lo imitarono.

 

“Direi di si…”

 

Rispose Luna chiudendo il Cavillo e riponendolo nella sua borsa.

 

“Uff…che caldo…si può aprire il finestrino? Stò morendo...mi sento soffocare…”

 

Chiese supplicante Ginny.

 

Harry, con un cenno di bacchetta, aprì il vetro.

 

“E allora…come state ora dopo la festa?”

 

Chiese Neville sorridendo timidamente contro il pavimento coperto di moquette.

 

“Mi sono divertita. Molto!”

 

Rispose pronta Luna.

 

“Anch’io…”

 

Si unì Ginny.

 

“Ci voleva…”

 

Affermò Harry.

 

“Io…mi sento meglio…davvero questa festa è servita…mi ha distratto senza farmi dimenticare ciò che abbiamo vissuto. Per la prima volta da un mese non ho sognato quella notte, ma altro.”

 

Disse timidamente Hermione, ancora con le guance rosse per la breve conversazione che aveva avuto con Ron.

 

“Sei sicura? Secondo me eri così stanca che hai dormito profondamente senza ricordare…”

 

Disse Ron provocando i risolini degli altri amici.

 

“Sono sicura Ron! E ricordo perfettamente cosa ho sognato!”

 

“E cos…”

 

“Non te lo dico!”

 

Rispose Hermione in tono autoritario…

 

Seguirono una manciata di secondi durante la quale si guardarono tutti e sei sorridendo.

 

“Diciamo che abbiamo invitato la morte a ballare con noi per non farci pensare di averla vista…Più che distrarci…l’abbiamo distratta, perché lei ci sarà sempre.”

 

Disse Harry guardando fuori dal finestrino, mentre il vento gli scompigliava i capelli.

 

“ Comunque…sono felice. Ne avevamo bisogno.”

 

Completò Ginny accanto a lui.

 

“Dovremmo pensare ad un regalo per gli insegnanti…sono stati davvero gentili nei nostri confronti…”

 

“Per ora pensiamo agli esami! Sono davvero terrorizzata! Devo ripassare un sacco di materie non so proprio se ci arriverò!”

 

Un coro di lamentele si levò all’interno dello scompartimento mentre il treno si allontanava veloce verso Londra.

 

Il paesaggio inglese scivolava sotto i loro occhi portando con se i profumi e i suoni di tempi passati e tempi futuri.

 

 

 

Sei l’ospite d’onore del ballo che per te suoniamo,

Posa la falce e danza tondo a tondo…

Il giro di una danza e poi un altro ancora

E tu del tempo non sei più signora.

 

 

 

FINE

 

Wow…bella lunga, eh? Dovete scusarmi tantissimo se vi ho abbandonato per così tanto tempo…ma come già sapete -  la maggior parte di voi, almeno – non ho internet a portata di mano e, oltre alla nipotina e a impegni vari che occupano ogni attimo di respiro, sono pure stata una bella settimana a Siracusa col mio ragazzo e un gruppo di amici…vogliate scusarmi!! ^^ Prometto di essere più assidua! Sia io che…no…non posso dire le altre…meglio dire “Sia io che Prongs!” Abbiamo in serbo per voi un bel po’ di ff! Spero che continuiate a seguirci! Bentornati dalle vacanze a tutti!!!

 

Padfoot

 

P.S. Commentino? ^___^

P.P.S. Grazie per chi ha commentato “Papà, mi racconti la storia dell’ape e del fiore?” (31!!!! O_O!!!!!). Grazie anche da mia sorella che si è stampata e conservata tutte le recensioni di questa storia e che le fanno gli auguri per la nascita della piccola Sara (TESSSSORO DELLA ZIA!!!!!!! *.* )

P.P.P.S. La canzone “Ballo in Fa diesis minore” è di Branduardi. 

 

  
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