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Autore: Elanath    08/01/2012    1 recensioni
Aveva un dannato bisogno di ritornare alla sua vita. Alla vita prima di Mystic Falls. Alla sua vita da vampiro. Una vita dove non avrebbe dovuto spiegare niente a nessuno, dove avrebbe potuto semplicemente essere sé stesso.
Ma come avrebbe potuto abbandonare Elena e le persone che ormai erano diventate sue amiche?
Scacciò quei pensieri dalla testa e si inoltrò nel bosco.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Dannazione Stefan, perché devi sempre rovinare tutto?
 
“Damon.” Disse una voce alle sue spalle.
“Eleanor…non credevo ti saresti presentata.”
“Io pensavo lo stesso di te, Salvatore. Allora, è andata come previsto? La doppelganger era in pensiero?” disse lei con fare beffardo.
“Si chiama Elena. E se devo proprio dirtela tutta, sì, era in pensiero.”
“Quindi…non dovevi continuare con l’interrogatorio?”
“Giusto…allora…” ma mentre Damon si accingeva a porle la prima di una lunga serie di domande, una donna lo interruppe.
“Damon, ciao. Scusa, posso parlarti un attimo?” Era lo sceriffo. Eleanor la squadrò con sospetto, poi fece spallucce e ordinò qualcosa da mangiare.
“Certo Liz, dimmi tutto.” E intercettando lo sguardo della donna disse: “Tranquilla, possiamo parlare davanti a lei.”
“Un ragazzo è stato trovato morto al limitare del bosco. Dissanguato, con un profondo morso sulla giugulare…vorrei sperare che non siate stati voi, Damon. Era un turista e per fortuna nessun giornale della zona ha avuto il tempo di giungere sul posto. Ma se mia cugina continua con il suo reportage sui misteri della città, io non potrò tenerla a bada ancora per molto.”
“Tranquilla, Liz. Staremo attenti a non farci beccare. Ma comunque no, non siamo stati noi.”
Lo sceriffo si congedò cordialmente, e Damon si voltò di nuovo a guardare la ragazza mora che gli stava seduta affianco. La guardava in modo enigmatico, quasi volesse entrarle nella testa.
“Che hai da guardare? E va bene, sono stata io…non riuscivo a trattenermi ok?! Ero affamata e ho colto al volo la prima occasione che mi si è presentata. E dai! Come se tu non l’avessi mai fatto. Per non parlare di tuo fratello poi!”
Il vampiro scosse leggermente il capo e sorrise. “Devi stare più attenta, signorinella, a non lasciare tracce. Rimarresti sbalordita da quanta gente in questa città sia disposta a credere all’esistenza dei vampiri…”
“Si, si, Damon. La so la storia della vostra città! Non incominciare. Comunque. Ritorniamo a noi. Chiedi tu o parto io?”
“A te la scelta.” le rispose Damon.
“Ok, allora sono qui per proteggere la doppelganger, per il momento. Poi volevo sapere se Mikael avesse mai accennato a qualche suo piano alternativo per uccidere Klaus, ma a quanto pare, il suo solo ed unico piano è andato letteralmente in fumo. Non è sicuro però parlare di queste cose qui. Ho scandagliato la città, e rimarresti sorpreso nel vedere quanti ibridi sono spuntati fuori. Peggio dei conigli, santo cielo. Ti dirò solo che,” e abbassò la voce, riducendola ad un sussurro “sono a conoscenza di un’arma per uccidere Klaus. Definitivamente questa volta.”
“Eleanor, è impossibile. L’unico pugnale di quercia bianca se ne è andato in fiamme con Mikael.”
“Il pugnale si. Ma se io ti dicessi che c’è un modo per ricavarne un altro?”
Il vampiro la guardò stralunato. “Aspetta un momento. Come fai a sapere che io non sono al servizio di Klaus, o che non mi ha soggiogato per servirlo?”
“Perché se tu fossi stato soggiogato o se tu fossi al suo servizio, saresti ammutolito come uno stoccafisso. Quindi, con questa tua domanda ti sei sgamato da solo!”
Damon sorrise. Nonostante stessero continuando a parlare di quanto fosse precaria la situazione, il vampiro non poteva fare a meno di sentirsi leggero con quella mezzosangue, quasi spensierato.
“Adesso però, mio caro Damon, ho bisogno di vedere la doppelganger. Devo parlare con lei e mettere in chiaro la situazione. Non può rimanere allo scuro di tutto quello che succede e scommetto che tu non le hai detto una parola riguardo la mia esistenza.”
“Giusta osservazione.”
“Cos’è? Avevi paura di una scenata di gelosia?” insinuò maliziosa la ragazza, prima di alzarsi dal bancone e uscire dal locale.
Damon ci mise qualche secondo in più a riprendersi da quella frecciatina e a seguirla.
La trovò appoggiata alla moto rossa che aveva visto qualche ora prima.
“Quindi questo gioiellino è tuo…” disse Damon, scrutando il mezzo con interesse.
“Non ti dico neanche che fine ha fatto l’ultima persona che si è avvicinata alla mia moto…”.
“Beh ma io mi aspetto un trattamento speciale, signorina regina-dei-ghiacci-nessuno-tocca-la-mia-moto!”
“Non gasarti troppo…il fatto che tu sia carino significa poco. Ma in questo caso mi sa che devo fare un’eccezione…salta su.” rispose Eleanor infilandosi il casco e lanciandone uno a Damon.
  
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