Film > Sherlock Holmes
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Autore: _Lightning_    08/01/2012    5 recensioni
Dal capitolo 3: -Se tutto va bene, tra un mese saremo di nuovo seduti qui ad aspettare che Moriarty inneschi la miccia del suo complotto.-
Ci fu una pausa, durante la quale Holmes si accese la pipa con rinnovato vigore. Gli occhi gli brillavano, come sempre durante un caso; Watson poteva quasi scorgere i pensieri che vi sfrecciavano dietro, fondendosi e collegandosi in ragionamenti logici.
-Amsterdam, la Venezia del Nord...- esclamò all'improvviso il detective, con aria sognante.
-Che aspettiamo a partire?-
Genere: Avventura, Generale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Chapter 2
-
What Happened, Holmes?
 
 
Quando la signora Hudson si decise finalmente ad aprire allo scocciatore che tempestava di colpi la porta alle quattro del mattino, non fu sorpresa di trovarsi faccia a faccia con uno Sherlock Holmes fradicio, inzaccherato e barcollante.
In un certo senso era abituata alle sue stranezze e alla sua personalità stravagante che andava contro ogni buon costume.

-Signor Holmes! Bell'ora per rientrare!-

-Cause di forza maggiore mi hanno trattenuto più a lungo del previsto.- spiegò lui con la sua solita aria serafica.

-Posso entrare? Qui fuori si gela.- continuò, adocchiando all'infido strato di ghiaccio che ricopriva i gradini.

La signora Hudson lanciò un'occhiata disgustata allo stato dei suoi vestiti, a cominciare dalle scarpe completamente ricoperte di fango; rassegnata a dover ripulire tutto da cima a fondo, si fece da parte per farlo passare.
Holmes, fradicio fino al midollo, salì con lentezza le scale.
Uno sciacquio accompagnava ogni suo passo.
Arrivato alla porta dello studio, entrò piano senza neanche bussare, seguito dagli occhi vigili della padrona di casa che fissavano con rassegnazione la scia di fango che decorava la moquette.

 
*  *  *

 
Lo studio era ingombro, polveroso e come sempre dominio incontrastato del caos.
Sherlock lo considerò un fatto rassicurante. 
La comoda poltrona dove sedeva abitualmente era occupata da Watson, profondamente addormentato e imbozzolato in un'orrida coperta a patchwork verde e rossa.

"L'ultimo, delizioso regalo di Mary." giudicò Holmes, stizzito.

Gladstone dormiva beato ai piedi del dottore, che stringeva in mano quel che sembrava il referto di un'autopsia.
Un lieve ma costante russare risuonava nella stanza.
Sherlock decise di aspettare che Watson si svegliasse da solo per non turbarlo troppo: si sarebbe sicuramente sentito in colpa per non averlo accompagnato e in un certo senso il pensiero lo consolava.

"Forse così uscirà meno spesso con quell'arpia..."

Si fermò davanti alla finestra, osservando Baker Street.
La strada, a quell'ora del mattino, era desolata.
Un po' come lui in quel momento: si sentiva innaturalmente calmo e non provava alcun istinto violento o irragionevole.
Sentiva solo una grande stanchezza.

Era andato via dalla villa il prima possibile e aveva rimandato l'interrogatorio di Lestrade a quella mattina, dopo aver accusato un malessere inesistente.
La morte di Mycroft era stata classificata come "accidentale": un infarto, o forse un ictus, aveva giudicato il medico a colpo d'occhio.
Holmes aveva dato disposizioni affinché il corpo del fratello fosse esaminato unicamente dal dottore che in quel momento era tra le braccia di Morfeo sulla sua poltrona.
Nessuno sembrava aver preso in considerazione l'ipotesi di un omicidio, cosa che lo escludeva da eventuali sospetti e lo rendeva più libero di indagare.
Il fatto che sarebbe stato Watson ad occuparsi del cadavere gli dava un senso di sollievo: non avrebbe sopportato che a compiere l'autopsia fosse stato il medico legale di Scotland Yard.
Non era tra le sue conoscenze più gradite: gli dava l'idea di un avvoltoio che volteggia intorno a un animale moribondo.
Si riscosse, turbato da quell'immagine che gli ricordava spiacevolmente la sua situazione, con Moriarty che aspettava pazientemente il suo crollo per avventarsi su di lui e assestargli il colpo di grazia.

Un improvviso grugnito da parte di Watson lo distolse da quelle riflessioni.
L'amico si raggomitolò ancor di più sotto la coperta, abbandonò la testa sul bracciolo e riprese a russare.
Le pagine del referto piombarono su Gladstone, che schizzò via indignato e si allontanò dal padrone per accucciarsi ai piedi di Holmes.
Sherlock si chiese se non fosse il caso di svegliarlo: cominciava ad albeggiare ed era consapevole che ogni secondo perso permetteva a Moriarty di compiere un passo avanti a lui e di stringere la sua rete di intrighi.
Scosse la testa, stranamente sgombra; si sentiva vagamente frastornato ed era come se la sua acuta capacità d'osservazione e deduzione si fosse improvvisamente presa una pausa: osservando ciò che lo circondava, non riusciva a coglierne i minimi dettagli come era solito fare.

"E' dannatamente frustrante."

Si accese la pipa, meditabondo.
Aveva ancora un paio d'ore per riflettere e far ordine nei suoi pensieri.
 
 
*  *  *

 
Watson si svegliò con l'impressione di aver passato la notte su una lastra di granito.
Era intirizzito, si sentiva il collo rigido e dolorante e le gambe spiacevolmente addormentate.
Con uno sforzo eroico scalciò via la coperta e si drizzò a sedere, un po' troppo bruscamente, a giudicare dallo scricchiolio di protesta della sua schiena.
Dopo un enorme sbadiglio da slogarsi la mascella, si guardò intorno.

A giudicare dalle orme infangate e dal penetrante odore di tabacco, Holmes doveva essere rientrato.
Il puzzo di bruciato che aleggiava nello studio non prometteva nulla di buono, così come l'assenza di un paio di strumenti di analisi, provette e del becco di Bunsen.
Lottando contro il sonno, Watson si alzò barcollando e guardò alle sue spalle, dove Holmes era prevedibilmente intento a trafficare con provette e alambicchi.
Gladstone era steso lì vicino a pancia all'aria, apparentemente inanime.
Watson si svegliò del tutto.

-Holmes!-

-Bensvegliato, Watson.-

Il dottore si avvicinò con aria rassegnata al povero cane, tastandolo con cautela.

-Ha di nuovo ucciso il mio cane!-

-Il nostro, prego. Non si preoccupi! Gladstone sta solo sperimentando gli effetti di un'innocua dose di cicuta.-

-Cicuta?!-

-Le garantisco che sarà di nuovo in forma in men che non si dica.-

L'altro emise un verso esasperato.

-Si può sapere che cosa sta cercando di fare?-

-Sperimento gli effetti di vari veleni.-

-E usa il mio cane come cavia?!-

-L'alternativa era lei, ma dormiva così bene che sarebbe stato un crimine svegliarla.-

In quel mentre, Gladstone si rialzò di colpo tornando improvvisamente alla vita e fuggì dalla stanza, guaendo.
Sollevato, il dottore si rialzò e fece per avvicinarsi a Holmes, ma questi fece altrettanto e sgomberò il pavimento dai suoi strumenti di ricerca.
Watson scosse la testa, senza crucciarsi troppo: qualunque cosa stesse macchinando, l'avrebbe saputo presto.

-Allora, com'è andata la serata?-

-Magnificamente.- rispose Holmes con un'evidente dose di sarcasmo, mentre riponeva il becco di Bunsen.

-E la sua? Mary ha di nuovo ottenebrato la sua mente con proposte indecenti?-

-Holmes!-

-Mi riferivo al matrimonio.- specificò l'altro, con un tono che faceva sembrare l'odiata parola un terribile insulto.

Watson alzò gli occhi, prevedendo un discorso già affrontato innumerevoli volte e sempre opportunamente condito dalle osservazioni pungenti di Holmes, per il quale Mary era una sorta di mostro mitologico sorto dagli Inferi per rapirlo.
Aveva già sventato molti suoi tentativi di sbarazzarsi della fede nuziale... e di Mary.

-Lei, piuttosto, si è divertito?- chiese scettico: preannunciava già la risposta.

-Non esattamente.-

-Annoiato?-

-Catatonico.-

-Stanco?-

-Esaurito.-

Watson tirò un profondo sospiro.
Raccolse di malavoglia le pagine sparse sul pavimento, rassegnato a dover sorbire l'interminabile sequela di lamentele da parte del suo amato-odiato collaboratore.

-Non riesco a capire perché si sia offerto di accompagnare suo fratello: non è certo tipo da serate mondane.-

-Affatto.-

-Scommetto che d'interessante c'erano solo ricche e belle signore...- lo stuzzicò.

-Non solo quello, mi creda.-

Watson lo fissò sospettoso, senza sapere come interpretare la sua ambigua affermazione.
Radunò gli ultimi fogli disseminati sulla scrivania, nel vano intento di rendere vivibile lo studio, e intanto osservava di sottecchi Holmes, stranamente taciturno.
Oltre alla sua aria più stralunata del solito, lo insospettivano la sciarpa decisamente femminile annodata al collo (forse traccia di un travestimento... almeno, pregò che fosse così) e i vestiti umidi e infangati.
Non aveva nemmeno un bel colorito: sembrava covare i sintomi di un brutto raffreddore e i geloni sulle mani testimoniavano l'esposizione a un freddo intenso, come se avesse passato la notte all'addiaccio.

"Possibile?"

Il detective dovette accorgersi di essere osservato, perché distolse lo sguardo da qualcosa che teneva in mano e incrociò i suoi occhi azzurri e inquisitori.

-Il buffet però era ottimo.- ruppe infine il silenzio, con tono leggero e un sorrisetto tirato, ma con aria assente.

Sprofondò nella poltrona precedentemente occupata dal collega e fece una smorfia.

-Watson, si lasci dire che Mary ha un pessimo gusto nell'abbinare i colori.- commentò, sollevando la coperta rossa e verde con due dita, come se fossero i resti di qualcosa in decomposizione che era meglio non toccare.

-Glielo farò presente.- ribattè acidamente lui, strappandogliela gelosamente di mano e gettandola sull'altra poltrona.

-Sarà meglio...- Holmes non diede segno di voler cogliere l'ironia.

"C'è decisamente qualcosa che non va.
E' troppo tranquillo: sembra che si sforzi di comportarsi normalmente senza riuscirci."

Le sue tecniche di interrogatorio non erano all'altezza di quelle di Holmes, ma decise di far luce con cautela su quella serata che sembrava aver sconvolto tanto l'amico.

-Almeno i quadri erano belli?- tentò, senza riuscire a strapparlo dal suo ermetismo:

-Orridi.-

-Dio Santo, Holmes! Si può sapere che le prende?- sbottò Watson, esasperato.

"E tanti saluti ai metodi investigativi e alla cautela."

-Vorrebbe un resoconto della serata?-

-Direi che sarebbe molto gradito.- confermò il dottore, lasciandosi cadere alla scrivania e finendo di compilare il referto.

-In generale o nel dettaglio?- 

-In generale, la prego.- implorò l'altro, inorridendo al pensiero di dover ascoltare la vita privata di ogni singolo invitato.

-Bene...- Sherlock si accese con calma la pipa, guardando distratto fuori dalla finestra.

Watson riprese a stilare il rapporto, attendendo con santa pazienza che Holmes parlasse.

-La mostra, a mio modesto parere...-

Watson tossì forte, e l'altro lo ignorò:

-... è stato un enorme fiasco.-

-Non mi sembra un critico d'arte.-

-Neanche quello che si spacciava per tale alla villa lo era.- 

Il collega sbuffò e alzò le spalle, facendo cenno ad Holmes di continuare.

-Credo inoltre che Lord Kimberley dovrebbe avere l'accortezza di tenere le sue numerose amanti a distanza di sicurezza dalla moglie...-

-Mmm...-

-... non so so proprio come abbiano potuto passare inosservate! La loro colpevolezza era lampante!-

-Immagino.- mugugnò Watson, scrivendo imperterrito.

-Senza contare che i sorveglianti erano molto più ingenui di quanto mi aspettassi...-

-Ah, sì?- commentò l'altro, prima di congelarsi nell'atto di scrivere. -Aspetti. Come ha detto?-

-... è stato veramente un gioco da ragazzi ottenere la chiave del magazzino; e poi dovrebbero assicurarsi più spesso della tenuta delle serrature!-

-Holmes?- 

-Purtroppo, nonostante l'apparente semplicità del compito, il furto è andato a rotoli...-

-Cosa?-

-... lo stesso non si può dire del piano di Moriarty.-

-Cosa?!-

A quelle parole Watson balzò in piedi, senza parole: e così, ecco perché Holmes aveva tanto insistito per recarsi alla mostra!
E il fatto di essere stato in qualche modo raggirato da Moriarty spiegava il suo insolito comportamento.

-Lei!- sbottò, furibondo -Mi ha tenuto ancora una volta all'oscuro dei suoi piani!-

-In realtà le ho dato la possibilità di accompagnarmi, ma evidentemente Mary ha più fascino di me!- ribattè l'altro, piccato.

-Non metta in mezzo Mary! La sua avversione verso il mio ormai prossimo matrimonio... sì, Holmes, perché io mi sposerò!- affermò con veemenza quando lui alzò gli occhi al cielo.

-La sua avversione non giustifica il suo escludermi dalle indagini e andarsi a ficcare nella tana del leone senza nessuno a guardarle le spalle!-

Holmes rimase in silenzio, poi fece per parlare, ma fu interrotto:

-E non mi dica che sa cavarsela da solo!- lo anticipò, puntandogli l'indice contro.

-Stavo per dire il contrario, in effetti. Avrei tanto voluto che ieri sera ci fosse stato lei al mio fianco.- 

Holmes parlò a bassa voce, evitando di guardarlo.
Qualcosa nel suo tono fece svanire improvvisamente l'indignazione di Watson, sostituendola con una viva preoccupazione.

-Holmes, che cosa è successo?-

Il detective si prese del tempo per rispondere, sbuffando rapide nuvolette dalla pipa.
Infine si passò una mano tra i capelli e abbassò lo sguardo.

-Mycroft è morto.-

La frase cadde pesantemente nell'aria, come un masso in uno stagno profondo.
Il breve silenzio che seguì fu denso di tensione, mentre Watson spalancava gli occhi, colto alla sprovvista.

-Morto?- ripetè con un filo di voce.

-Ucciso.- specificò l'altro, estraendo dalla tasca un piccolo proiettile ad ago che spiegava i suoi traffici coi veleni di poco prima.

Watson scosse la testa, incredulo, e Sherlock distolse di nuovo lo sguardo dopo aver poggiato sul tavolo l'arma del delitto.
Non poteva dire di conoscere bene Mycroft: l'aveva visto un paio di volte in tutto, ma sentiva di condividere il dolore di Holmes per la sua perdita.

"Se solo fossi andato con lui..." si tormentò, divorato dal rimorso nel vedere il suo amico così sofferente.

-Moriarty?- si arrischiò a chiedere, cercando di essere delicato.

-E' il mandante.-

Watson rimase in silenzio, aspettando il resto.

-L'assassina è Irene.- sussurrò, e stavolta tolse dalla manica un fazzoletto ricamato, sul quale spiccavano le iniziali I.A.

Il medico si astenne dal commentare, ma si accigliò perplesso; d'altronde Holmes non sembrava aspettarsi un'opinione da parte sua.

-Holmes... mi dispiace.- fu tutto quel che riuscì ad articolare, e sperò che da quelle poche parole capisse che avrebbe voluto dire molto di più.

Lui lo fissò brevemente e annuì appena, poi, sorprendentemente, abbozzò un sorriso spento.

-Non è colpa sua.-

Watson deglutì a disagio; il fatto che Holmes avesse appena ammesso implicitamente di essere responsabile dell'accaduto dimostrava solo quanto l'avesse indebolito quell'improvvisa perdita.

-Watson?- Holmes si riscosse e lo fissò dritto negli occhi, serissimo.

L'amico sostenne il suo sguardo, invitandolo a continuare. 
Una luce fredda e diversa dalla sua solita vena di spavalderia brillò negli occhi di Holmes.

-Mi occuperò personalmente di questo caso.-

Watson non si scompose: se l'era aspettato, ed evitò di contestare quell'affermazione solo per non scatenare una lite.
Avrebbe comunque partecipato all'indagine, in un modo o nell'altro.
Si sentì comunque ribollire di rabbia, e fulminò l'amico con lo sguardo.
Holmes non se ne curò, riportando il suo sguardo sul fazzoletto candido che stringeva ancora in mano, con le dita contratte.

-La caccia è aperta.-

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Note Dell'Autrice:

Ecco a voi il secondo capitolo ^^
Questa FF mi sta prendendo molto *^*
Mi diverto un sacco a scriverla e spero veramente che i miei sforzi soddisfino anche voi :)

In questo capitolo ho fatto emergere un po' di più la personalità di Holmes e Watson, cercando di evocare alcuni elementi familiari del film, come i botta e risposta dei due e le torture al povero Gladstone XD
E dal prossimo, comincia il bello ò_ò Almeno, a parer mio, che mi sono ovviamente fiondata a scrivere i capitoli finali trascurando quelli imminenti u.u
Sono un'idiota QAQ

Ringrazio tantissimo chi ha recensito, cioè Artemis Hide, _Luna_ e Rogue 92 che hanno anche aggiunto la storia alle seguite insieme a adag46 e Charlie_Winchester (scusate se non metto il link alla vostra pagina, ma l'editor mi dà problemi D:)
Un abbraccio enorme alla mia Beta _ Shadow _che trova sempre un po' di tempo per me e che sopporta le mie follie e i miei scleri ;) 

Grazie a tutti :D

-Light-

 
   
 
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