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Autore: masterteo89    09/01/2012    2 recensioni
Prequel alla mia storia "luce nell'oscurità". Uno sguardo sul passato di uno dei personaggi principali della storia: il dolore di una giovane innamorata e il suo ritorno alla luce
personaggi: Kouga e Ayame
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Koga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Requiem dell'anima Piccolo prequel a "Luce nell'oscurità", uno sguardo nel passato di uno dei personaggi.
Non ho pretese. Che dire, spero vi piaccia!


Requiem dell'anima


Sola; tra genti avverse e paesaggi alieni, distanti dal cuore e dolorosi allo sguardo, piangeva.

Lacrime amare solcavano le sue giovani gote, un tempo soffici e ridenti come il sole.

Ora, battute dal vento e arse dal sole, inaridivano: la brezza giocosa era mutata in violenta carnefice.

Conosceva la gioia spensierata dei giovani sognatori, aveva assaporato l'amore e gelosa lo conservava nel cuore.

Mirava felice le stelle nel cielo e pensava al suo uomo, un sorriso innocente perennemente a solcarle il volto giovane e bello: ma non poteva durare.

I sogni nascono per illudere le creature mortali, giacchè dove esiste gioia sussiste pure tristezza: dolore e felicità, le controverse dicotomie della mortale esistenza.

La nuda roccia sulla quale era accovacciata era gelida e inospitale, rispecchiava il mosaico aspro e turbolento del suo stato mentale.

La pioggia battente implacabile cadeva sulla sua candida pelle, inzuppava la sua chioma infuocata e accecava le sue iridi smeraldine: un tempo brillanti e vagamente maliziose, ora arrossate e gonfie di lacrime.

Lacrime, goccie cristallizzate del dolore esistenziale, il muto grido lanciato da un anima giovane e innociente straziata dalla fato. Mai visione fu più struggente, il morbo che devasta il corpo ma non duole quanto il suo turpe fratello di depravazione: sottile e implacabile, il male che striscia nell'animo immortale di tutti è il peggiore; lentamente corrode la nostra volontà e getta nella più cupa disperazione.

Tale era il grave fardello che affliggeva la giovane innamorata, spettro di sè stessa... e non vi era nessuno ad aiutarla.

La mano calda e gentile che ci affranca, che dall'oscurità sempre ci discosta era assente: lontani i parenti, perduto l'amante.

Davanti a sè il vuoto sconfinato, negato alla vista dai cupi nembi carichi di pioggia che rapidi solcavano il cielo: sinfonia feroce di scrosci e tuoni reboanti.

Su quel ciglio, la giovane ragazza ammantata di bianco rifletteva sul futuro: il precipizio profondo e tenebroso si apriva a pochi passi di distanza, visione dolce e invitante di una mente mesta e turbata.

Può morte placare il dolore nel petto? Può la non-esistenza saziare il morso feroce del rimpianto?

Negare la propria esistenza potrà mai ridarle ciò che il destino le ha sottratto?   

Serbava speranze nel cuore tenero e palpitante, il cuore di una giovane innamorata mossa dall'ardore sciocco e sconsiderato di chi affronta la vita con vivacità e intraprendenza.

Struggente agonia vibra lamentosa, perdendosi tra gorgoglii di ruscelli lontani e canti di aquile solitarie: il triste peana del lupo solitario cupo al cielo innalza mute preghiere, ma non verranno ascoltate.

Intorno alla loro giovane signora, lupi dalla bianca criniera ululavano sconsolati: avvertivano la sofferenza della loro sorella di sangue ma impotenti erano incapaci di alleviarle il dolore.

Alzandosi in piedi, barcollante e tremante la giovane lupa si mosse verso il ciglio del precipizio: tra la pioggia le pareva di scorgere la figura lattiginosa ed effimera del suo amante.

Umane parole non potevano descrivere il suo dolore; se la vita gli negava l'amore, allora si sarebbe portata quell'utopia nella fredda tomba.

Ancora pochi passi e finalmente sarebbe stata libera, si sarebbe librata nel cielo turbolento e impetuoso per rovinare fragorosamente in maniera non dissimile a ciò che era accaduto ai suoi sogni, alle sue speranze.

Dov'erano ora i dolci pensieri di un futuro migliore, trascorso tra le braccia del suo lupo dallo sguardo profondo del color del cupo zaffiro?

Il lupo che le disse che l'avrebbe sposata...per poi abbandonarla.

Il lupo che l'avrebbe amata, per poi gettarla di lato e dimenticarla, infatuato da una sciocca umana.

No! Brutti pensieri, lei lo amava, non poteva odiarlo...

...E tuttavia stava imparando rapidamente a farlo.

A pochi passi dal burrone artigliò furiosa l'aria dinanzi a sè, lacerando il Kouga immaginario che le sorrideva, falso, tra la fitta pioggia.

Serrò rabbiosa i pugni, artigliando implacabile la soffice pelliccia del suo gonnellino zuppo e gonfo di gelida acqua.

-Non morirò per te, maledetto egoista!- Ringhiò al cielo, accompagnata dal furioso rombo dei tuoni: il violento temporale pareva una manifestazione della sua furia giusta e cieca.

- Non ti dimenticherò, ma saprò costruirmi nuovamente una vita! Ti mostrerò che non sono un cucciolo spaventato...ti mostrerò quanto sono migliore di te, e amare lacrime verserai al pensiero di ciò che ti sei lasciato sfuggire!-

Tremava visibilmente ora, le parole le uscivano aspre e dure: implacabili. -Al diavolo la promessa dell'arcobaleno di luna! Costruirò da me il mio futuro ora, perchè...-

Respirò profondamente, abbassando il tono ad un sussurro.

-...perchè io sono Ayame, il lupo solitario.-

E non sarebbe tornata tra la sua gente ai monti del Sud, non sarebbe tornata finchè non avesse trovato la sua strada.

Sola, in compagnia dei suoi lupi, sarebbe cresciuta. Finalmente avrebbe smesso di correre dietro a un utopia, avrebbe forgiato il fato con le sue stesse mani.

Perchè lei non era debole, lei era Ayame, la principessa degli Yoro del Sud.

 
  
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