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Autore: lazybones    09/01/2012    3 recensioni
Frank temeva i discorsi con Gerard. Erano sempre un po’ strani, e ora era troppo assonnato per difendersi brillantemente da ogni possibile attacco che Gerard avrebbe potuto sferrare alla sua autostima.
Quindi decise di chiudere gli occhi, rannicchiarsi di più in modo che il suo piede non sfiorasse minimamente Gerard e impedirgli di ricordargli di essere al suo fianco.
Ma si sentiva tremendamente osservato, quindi aprì di nuovo gli occhi e incrociò inevitabilmente quelli di Gerard.
Bene, si era dato una pedata sui coglioni da solo. Ora erano cazzi suoi.
- Che c’è? – sospirò, guardando Gerard con gli occhi gonfi di sonno e non del tutto aperti.
- Sono sotto stress. – confessò Gerard, esageratamente cupo. Problemi da diva. - Ho bisogno di un modo per scaricare la tensione. – mormorò. A Frank passarono davanti agli occhi l’ultima decina di concerti, spesi a flirtare con Gerard sul palco come se fossero decisamente poco etero. Non se l’era mai domandato, ma forse a Gerard non bastavano gli strusciamenti.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Just like McDonald's

 


Mancavano due minuti esatti all'inizio del concerto e Ray stava dando velocemente delle dritte a Frank, che era sul punto di piangere.
- Ray, non ce la faccio. - ansimò Frank, la stessa virilità di una stupida ragazzina al primo appuntamento.
- Tu hai creato il casino, tu lo risolvi. - disse rigido Ray, afferrandolo per le spalle.
-  Ma così vi rovino, non risolvo un cazzo! - esclamò il più piccolo, la voce nervosa che si lasciava andare in spaventosi acuti.
- Andrà tutto bene. - gli assicurò il riccio, inchiodandolo con gli occhi nocciola.
Frank lo abbracciò: - Scusa, Ray, scusa per tutta la merda che sto creando. -
- Tranquillo, Gerard ha un po' esagerato ma vedrai che ritornerà. Non so che gli sia preso, sinceramente... dev'esserci altro sotto. -
Il più piccolo si scostò e non aggiunse altro. No, Ray non era il tipo adatto a cui raccontare le sue avventure sentimentali, specialmente se coinvolgevano il cantante del suo gruppo.
- Frank, come stai? - chiese Mikey, comparendo dal nulla con in mano una bottiglietta di acqua leggermente frizzante, - Hai provato un po' di canzoni? -
- Faccio schifo! - urlò con voce disperata e roca. Era nato per lo screamo, non per scimmiottare la voce pulita e graffiante di Gerard.
- No, è solo che è molto diverso da Gerard... - spiegò il riccio.
- Come reagiranno i fan? - esclamò poi Frank, terrorizzato.
- Non è ancora detto, magari Gerard ar... -
- Fra un minuto in scena! - urlò il manager, lasciando la frase di Mikey in sospeso.
Mikey fece una smorfia preoccupata: - Beh, sarà un'esperienza nuova, no? -
- Sarà umiliante. - mormorò Frank, prendendosi il viso fra le mani.
Mikey gli battè una mano sulla schiena, cercando di incoraggiarlo: - Nessuno criticherebbe Frank Iero. -
- Ragazzi, andiamo! - esclamò Bob, comparendo accanto a Mikey.
Frank prese la sua Pansy e fece un respiro profondo, dopodiché seguì Bob per il corridoio stretto.
Salirono sul palco e le fan cominciarono ad urlare eccitate, inconsapevoli che colui che era il loro idolo in realtà mancava. Che cazzo, Gerard era il succo di tutta quella band, solo ora Frank lo capiva. Senza Gerard non erano più i My Chemical Romance.
- Ehilà. - salutò incerto Frank, sistemando meglio il microfono sull'asta.
Delle urla femminili si alzarono a urlare il suo nome, manco avessero visto Gesù Cristo.
Dopodichè capirono improvvisamente che qualcosa non andava e cominciarono a urlare il nome di Gerard.
Frank si sentiva morire, sapeva che appena avrebbe pronunciato le fatidiche parole tutte coloro che prima lo amavano lo avrebbero odiato a morte per avergli strappato e sostituito Gerard.
Dov'era finito Gerard? Dove cazzo era?
Ormai era troppo tardi.
- Sì, uhm... beh, Gerard ha avuto un problema e beh, non è potuto venire. -
Urla di protesta quasi gli fecero esplodere i timpani, voleva scendere dal palco e correre via piangendo ma non riusciva nemmeno a muoversi.
Poi, all'improvviso, sentì una voce bassa mormorare una filastrocca inquietante di cui colse la parola "bambine cattive" e "il lupo è venuto a prendervi". Col cuore che martellava nelle tempie, si voltò sconvolto e vide Gerard sussurrare al microfono con un sorriso malizioso e inquietante. Non riuscì a trattenersi e saltò praticamente addosso al cantante, stroncando la sua filastrocca del cazzo in un abbraccio straziante.
Gerard lo respinse leggermente, senza darlo a vedere alla folla ma facendolo percepire solo a Frank.
Lo sguardo distaccato e indifferente di Gerard fu come una morsa gelida allo stomaco del più piccolo, che rimase a guardarlo senza sapere che diamine dire o semplicemente che cazzo fare.
Il moro lo superò, come se si fosse appena imbattuto in uno sconosciuto, e si fece accogliere dalle urla della folla.
Frank si voltò a guardarlo e lo sentì giustificarsi disonvolto dicendo che aveva avuto dei problemi con i suoi jeans attillati, dopodiché andò da Ray a dirgli qualcosa, e per passaparola giunse notizia a Frank che avrebbero iniziato con Our Lady of Sorrows. Per qualche strano motivo, la canzone fece sentire Frank ancora peggio, nonostante il ritornello averebbe dovuto tirarlo su. Ma Gerard non si voltò mai a guardarlo, non gli rivolse nemmeno mezzo sorriso, sembrava che sul palco ci fossero solo lui, suo fratello, Ray e Bob.
We could be perfect one last night.
Frank era diventato invisibile, ed era la sensazione più brutta del mondo. Rivoleva Gerard, le sue stronzate pornografiche da diva, gli bastava anche solo uno sguardo d'odio, bastava che Gerard lo considerasse in qualche modo.
Quando finì il concerto, Gerard scese dal palco senza rivolgere parola a nessuno, tranne che a Mikey, al quale disse qualcosa di sprezzante che Frank non riuscì a capire, lì dov'era.
Frank abbandonò il palco a passo veloce, e andò direttamente a chiudersi dentro il bagno dei camerini a piangere. Sembrava una ragazza appena lasciata dal ragazzo, e forse era proprio così. Pianse a dirotto per mezzora, dopodiché gli ci vollero venti minuti per ricomporsi, aspettare che gli occhi da arrossati e gonfi tornassero normali e che smettesse di tremare.
Quando uscì dal bagno si sentì la persona più patetica del mondo. Non sapeva nemmeno dove cazzo fossero tutti gli altri. Chiamò Ray al cellulare e prese notizia che quella notte in due avrebbero dovuto dormire nel tourbus dato che una camera l'avevano persa e, ironia della sorte, avrebbe dovuto condividere il piccolo furgoncino proprio con lui, il ragazzo che al momento lo amava più di qualsiasi altra cosa al mondo: Gerard. L'idea fu naturalmente del cantante, che probabilmente aveva intenzione di sgozzare Frank mentre faceva finta di dormire (di sicuro avrebbe passato la notte in bianco).
Andò al posto che Ray gli aveva descritto, e cercò con lo sguardo il furgoncino parcheggiato nel parcheggio dell'hotel. Riusciva già a vedere la chioma di Ray scaricare valigie.
Appena Frank vide i capelli neri del cantante il suo cuore accelerò. "Questa è la volta buona che mi viene un infarto.", pensò, barcollando in direzione del tourbus. Faceva pure un freddo cane, cazzo, gli sarebbe venuta l'influenza se non fosse morto prima ibernato.
Ray, Mikey e Bob gli rivolsero un saluto veloce, Gerard nemmeno lo guardò.
Frank rimase con le braccia incrociate appoggiato al tourbus, osservandoli imprecare mentre trascinavano le valigie giù dal baule. Sentiva il cuore battere dentro le orecchie e rimbombare nella testa. Stava impazzendo.
Il manager si assicurò che avessero delle coperte, quasi fossero a un corso di sopravvivenza, e infine li lasciò con un saluto molto presa per il culo.
Gerard si voltò a guardare Frank. Non con odio, ma con un infinita e terribile tristezza.
- Frank, io non voglio litigare con te. Non chiedermi il perchè, perchè davvero non lo so, ma sta di fatto che qualcosa di te me ne frega, a quanto pare. Nemmeno io voglio perderti... ah, sì, ho letto e ascoltato tutti i tuoi messaggi. Non so se erano dettati dalla paura di lasciare il gruppo o se davvero volevi fare la pace con me, ma beh, mi sono sentito... davvero male. Credo sia la prima volta che litighiamo così, ero incazzato e lo sono tuttora se ci ripenso, ma so che se ti fossi ubriacato in giro con una puttana qualunque non me la sarei presa. Invece hai passato la notte con quella ragazza, la stessa che mi hai negato quella notte e beh, mi sono sentito ferito e preso in giro. Perchè pensavo lo facessi per il mio bene, non per scopartela te. Mi ero illuso, ed è stato un brutto colpo vederti con lei. -
Frank non ne era sicuro, ma forse non stavano parlando di gelosia. Stavano parlando di qualcosa di meno egoista, forse di... amore?
- Se ci tieni a saperlo, non abbiamo scopato. - disse cautamente Frank, decidendo di dimostrarsi altrettando sincero di fronte alle parole di Gerard che sapeva gli costavano tanto.
- E allora che avete fatto? Perchè siete andati via insieme? -
- Volevo farti ingelosire. - ammise infine Frank, abbassando lo sguardo sull'asfalto. E dopo era Gerard il pezzo di merda? Solo ora si rendeva conto che lui per primo era scorretto.
Gerard rimase in silenzio per un po', ma Frank non vide la sua espressione, quindi non ebbe la più pallida idea di cosa stesse pensando.
- Farmi ingelosire di chi, dei due? - chiese infine Gerard.
- Speravo di me. - mormorò il più piccolo. Raccattò un po' di coraggio e alzò lo sguardo per vedere il viso di Gerard, che sorrise appena.
- Non ti dirò mai se ce l'hai fatta. -
- Beh, il fatto che tu ti sia arrabbiato con me dice molto... -
- Dell'intera gamma di emozioni che un essere umano può provare, tu hai preso in considerazione solo la gelosia? Ci sono altri sentimenti da prendere in considerazione, e sono sicuro che tu l'abbia già fatto. - disse Gerard con un sorrisetto strafottente.
- E' così palese che io sia il ragazzo più illuso del mondo? - chiese sconcertato Frank.
Gerard sorrise, si accese una sigaretta e se la portò alle labbra, ispirando una lunga boccata di fumo. Stava cercando di fargli capire qualcosa con tutto il discorsetto delle emozioni? O era l'ennesima sega mentale di Frank?
- Ad ogni modo, non volevo... cioè, sì, volevo ferirti ma solo ora mi rendo conto che in realtà non avrei mai voluto farlo. Scusa. - farfugliò il più piccolo, affondando le mani nelle tasche della felpa.
Gerard inarcò appena le sopracciglia, confuso dai pensieri contorti di Frank: - Ti perdono. -
Frank si lasciò andare in un sospiro e aprì la portiera del furgoncino, sedendosi su un sedile con i piedi a penzoloni sopra l'asfalto.
- Non comportarti più così. - mormorò Gerard, osservando la cenere cadere dalla sua sigaretta, - Sei l'unica persona al mondo che riesce a smerdarmi, e la cosa non mi piace. -
- Ora che lo so potrei gasarmi. -
- No, non lo faresti. -
- Sono così prevedibile? -
- Ah-ha. - confermò Gerard.
Frank abbassò lo sguardo, scuotendo la testa appena, e Gerard gli baciò i capelli. Doveva essere il segno definitivo che avevano risalvato la loro flebile amicizia coraggiosa.
Il moro si mise di fronte a lui, osservandolo con scherzosa aria indagatoria prima di chinarsi ed avvicinare il viso a quello di Frank, soffiandogli il fumo praticamente in bocca.
Il più piccolo socchiuse le labbra e inspirò la boccata di fumo, decidendo che quello era il modo di fumare più eccitante del mondo.
- Che ne dici, Frankie, andiamo da qualche parte? Io ho fame. - dichiarò Gerard, scostandosi e sollevando la testa per soffiare fuori l'ennesima boccata di fumo. Frank adorava sentirsi chiamare in quel modo, ma preferì non delirare e soffocò ogni singolo grammo di entusiasmo che rischiava di sprigionarsi e investire Gerard.
E così, avevano già fatto la pace? Tutto qui?
- Anch'io. Andiamo a mangiare kebab? -
- Che schifo. - sorrise il moro con una smorfia.
- Nah, è buonissimo. - replicò Frank, saltando giù dal sedile e sfilandosi la felpa per mettersi sotto un maglioncino per proteggersi almeno un po' dal freddo.
- Hai mai visto un kebabbaro all'opera? No, perchè immagino cambieresti idea dopo aver visto ogni singola goccia del suo sudore percorrergli le guancie paonazze fino al mento, dove cade e finisce sul tuo kebab a speziarlo ulteriormente. -
Frank si mise il maglioncino e ci infilò sopra la felpa, battendo i denti per il freddo. Si voltò a guardare Gerard: - Sta sera mangiamo cinese. -
 
Passarono la serata tranquillamente. Andarono in un ristorante cinese che stava per chiudere, ma fortunatamente la figlia tredicenne del proprietario li conosceva e tennero aperto mezzora in più in cambio di autografi e foto. Quando finirono di mangiare andarono in giro per  negozi di musica (i pochi ancora aperti) a guardare le chitarre per la gioia di Frank e le commesse per la gioia di Gerard, dopodiché andarono in un bar a bere un caffé e infine tornarono al parcheggio dell'hotel. Era da tanto che non uscivano insieme, solo loro due, semplicemente per ridere, parlare e divertirsi come due semplici amici, non come due ragazzi costretti a convivere in quanto nella stessa band. A volte Frank aveva l'impressione che Gerard stesse con lui per scopi puramente lavorativi (o per cercare di scoparselo), ma quella serata gli dimostrò che in realtà non era così, che a Gerard piaceva la sua compagnia e che erano bravi anche a parlare di cose aldilà del loro lavoro.
- Ti rendi conto? E' la cosa più triste del mondo. La gente normale dopo aver passato la serata in giro andrebbe a casa sua a bere un the e poi a dormire, noi invece andiamo in uno squallido parcheggio a dormire in un furgoncino. - esclamò il moro, stizzito.
- E' terribile. - confermò ridendo Frank.
- Ed è colpa tua, stronzo. - sorrise Gerard, dandogli uno spintone.
- Ehi. - protestò il più piccolo con il suo solito sorrisetto idiota.
- Ti voglio bene, sai? - disse Gerard, quasi stesse sottolineando ironicamente un suo difetto.
Era la prima volta in assoluto che Gerard glielo diceva, e Frank stava per svenire senza alcun motivo propriamente etero.
- Ora lo so. -
- Che depresso, Frank! Dovevi dire "anch'io", non fare l'omino senza palle. -
- L'omino senza palle? - ripeté sghignazzando Frank, - E chi ti garantisce che l'omino senza palle ti vuole bene? -
- Ogni singola parola che dici, Iero. - rispose Gerard.
Frank si mordicchiò appena un labbro, alterando appena il sorriso allegro che gli era spuntato. Non se l'aspettava una risposta del genere, e all'improvviso si sentiva costantemente osservato. Pensava di essere ignorato dal resto del mondo, era strano scoprire che in realtà qualcuno si era accorto di lui e gli prestasse attenzione. Specialmente se quel qualcuno era estremamente importante per lui.
Aprirono il furgoncino sghignazzando per la triste ironia della scena e si infilarono nei sedili posteriori, trafficando con le coperte che era riuscito a procurargli il manager.
Gerard chiuse con forza la portiera e si assicurò che l'intero furgoncino fosse serrato.
- Hai paura che ci rubino? - chiese ridendo Frank, da sotto una coperta.
- Siamo estremamente carini, è comprensibile che uno sconosciuto passando si possa innamorare di noi. - spiegò Gerard, abbassando i sedili davanti nel tentativo di formare qualcosa di simile a un letto.
Allungarono le gambe sui sedili abbassati e rimasero in silenzio per un po', valutando la loro posizione, dopodiché si voltarono a guardarsi contemporaneamente.
- Bella merda. - dissero all'unisono.
Si strattonarono per un po' le coperte a vicenda, in egoistici tentativi di coprirsi al meglio e una volta soddisfatti Gerard si sporse e spense la lucetta del furgoncino, nel quale non calò comunque il buio dato che accanto al veicolo parcheggiato c'era un lampione.
Cazzo, che barboni.
Rimasero per un attimo in silenzio, dopodiché Frank sentì Gerard trafficare con le mani sotto le coperte. Non disse niente appena capì si trattasse solo dei jeans, che lanciò da qualche parte vicino al volante, probabilmente sul cruscotto.
Altro minuto di silenzio e Gerard tornò a trafficare, grugnendo appena per lo sforzo. A questo punto, Frank si sentì autorizzato ad allarmarsi.
- Gee, ti sei tolto le mutande? -
- Mh-mmm. - confermò Gerard con aria beata.
Frank sorrise nella penombra e gli prese il viso per il mento, posandogli un bacio bagnato sulle labbra.
Gerard ricambiò con parsimonia il bacio, gli occhi ancora chiusi, dopodiché le labbra di Frank diventarono più fameliche e appena Gerard si rese conto di cosa aveva intenzione di fare spalancò gli occhi con un sorriso entusiasta.
Frank rise e Gerard gli saltò addosso, strappandogli di dosso ogni singolo indumento lo ricoprisse.
Quella notte nessuno dei due provò più freddo.
 
La luce colpiva in piena faccia Frank da un po', e per quanto indugiasse sul corpo completamente nudo di Gerard aveva cominciato a stancarsi di starsene lì e iniziò ad abbandonare il mondo dei sogni e ad affrontare gradualmente la realtà.
Okay, aveva fatto sesso con Gerard. Okay, gli era piaciuto. Okay, non era più molto etero. Okay, erano ancora nudi. Okay, erano sul tourbus della band. Okay, sarebbero potuti arrivare da un momento all'altro e trovarli in quelle condizioni. Okay, si sarebbe infilato delle mutande e avrebbe svegliato Gerard. Okay, non ne aveva nessunissima voglia ma l'avrebbe fatto.
Si sollevò dal petto di Gerard e cominciò a saltellare per il furgoncino alla ricerca delle sue mutande, svogliato nonostante il sedere gli facesse piuttosto male. Le trovò sui sedili anteriori, e per un attimo si immaginò il viaggio che dovevano aver fatto per arrivare fin lì. Trovò il suo cellulare per terra, in mezzo alle loro scarpe in maniera davvero poco dignitosa, e prese atto che erano le sei e mezzo del mattino. Si buttò da un sedile all'altro e raggiunse di nuovo Gerard, atterrandogli addosso con la stessa leggiadra di un elefante in procinto di partorire.
Gerard grugnì leggermente appena il peso di Frank gli cadde addosso, ma la prima cosa che pensò di fare fu afferrarlo per le chiappe e stringerselo contro.
Frank gemette e si chinò a dargli un lungo bacio, infilando le mani fra i suoi capelli neri e strappandoglieli quasi. Più aveva Gerard, più lo voleva.
Due colpi secchi al finestrino e Frank quasi urlò, scostandosi immediatamente da Gerard. Si voltò e guardò sconvolto la chioma inconfondibile di Ray, che contro luce era qualcosa di immenso e spaventoso.
Gerard sorrise e lo salutò con la manina, raggiante.
Frank allungò una mano e abbassò il finestrino, patetico come pochi.
- Non mi interessa che cazzo state facendo, e nemmeno mi interessa vedere il cazzo di Gerard, quindi mettiti delle fottutissime mutande. E in fretta, dato che Mikey e Bob stanno per arrivare e sapete quanto il piccolo Way sia sensibile. -
Frank andò quasi in iperventilazione appena vide i capelli biondi di Bob da lontano e Mikey barcollare in loro direzione, quindi si fiondò avanti e lanciò a Gerard mutande e pantaloni finiti sul cruscotto, soffocando urla di dolore causate dal freno a mano conficcato fra le costole. Dannato furgoncino del cazzo.
Gerard si infilò tutti gli indumenti, sghignazzando divertito, e trovò addirittura il tempo per esultare appena vide che i jeans gli stavano larghi.
Frank si sedette disinvolto dall'altra parte del furgoncino, e salutò con un sorriso Mikey e Bob avvicinarsi.
- Ehi. - salutò Mikey, gli occhi socchiusi a causa del sole, - Dormito bene? -
- Sì, sì. - rispose con aria vaga Frank.
- Avete fatto la pace? Tutto a posto? - continuò cautamente Mikey, lasciando la valigia sul baule.
- Sì, sì. - rispose Frank, continuando a mantenere un aria disinvolta.
- Okay... - mormorò Mikey, insospettito.
Gerard si limitò a fare un enorme sorriso tirato prima di tornare ad esaminare quanto esattamente l'orlo dei jeans distanziasse dalla sua pancia.
Li raggiunsero anche il manager e l'autista e fecero un breve tratto di strada prima di fermarsi a un bar lì vicino per fare colazione.
Tutti si fiondarono praticamente fuori dal furgoncino, tranne Frank che cercava impacciato di scendere senza dare l'impressione di uno che l'ha preso in culo, e Gerard che si accorse del suo stato pietoso e decise di aiutarlo.
- Tutto okay? - chiese tremendamente soddisfatto Gerard.
Frank non riuscì a trattenere un sorriso: - Mi hai praticamente sfondato il culo, Way. -
- Ieri sera non mi sembrava di averti sentito lamentarti. - replicò l'altro, voltandosi e caricando Frank sulla sua schiena.
Frank gli circondò il collo con le braccia e la vita con le gambe, poggiando il mento sulla sua spalla: - Dovevi essere molto preso dalla cosa, allora. -
Gerard ridacchiò.
- Come ci si sente ad essere dietro, Frank? - domandò il moro, dirigendosi verso l'entrata del bar.
- Tremendamente bene, Way. - sospirò Frank, baciandogli i capelli.
 
Qualcosa stonava di sottofondo in quell'ampio scenario gay in cui Frank si ritrovava. Qualcosa di sottile, che l'entusiasmo di Frank cercava costantemente di nascondere. Era la consapevolezza che Gerard aveva vinto di nuovo. Tecnicamente, era stata un'idea di Frank, ma si sentiva comunque usato. Si piegava sempre a ogni volere di Gerard, se mai si sentiva protagonista era perchè Gerard glielo stava concedendo, non perchè ce la facesse da solo a farsi valere.
Lo guardò parlare con Mikey, che rideva mentre Gerard imitava il loro padre, e si chiese quanto avrebbe aspettato prima di rinfacciarglielo. Forse nel prossimo litigio, tanto per buttare merda nel caso si ritrovasse troppo nel torto. Forse sul più bello, quando il cuore di Frank sarebbe stato totalmente nelle sue mani e al posto di una stretta affettuosa avrebbe deciso di stritolarlo. Forse avrebbe aspettato che Frank ne parlasse, e in quel caso si sarebbe divertito a fare la vittima.
Forse non gliel'avrebbe mai detto, perchè forse non gli importava di vincere, forse gli importava solo di avere Frank.
- Ehi, Frank. Tutto okay? -
Frank distolse lo sguardo da Gerard e rivolse un sorriso timido a Ray: - Sì, ho solo un po' di sonno. -
- Ci avete dato dentro ieri notte, eh? -
Frank arrossì. Pensava di aver sviato il discorso, invece si era dato una mazzata sulle palle da solo. Gli succedeva spesso, diamine: - Io... ah-ehm, Ray... uhm... -
- Non mi sconvolge più di tanto. Dopo aver visto erezioni concerto dopo concerto mi ero abituato all'idea che forse approfondivate l'argomento in privato. - fece spallucce Ray, bevendo un sorso di birra.
Frank rise della sua logica e della tranquillità con cui ne parlava. Beh, era stato un colpo di culo avere Ray come primo testimone della loro scopata. Se fosse stato Mikey, a quell'ora il gruppo si sarebbe già sciolto da un pezzo per le tragedie che solo i Way riuscivano a mettere in atto.
Ray posò la bottiglia di birra e cominciò a sfogliare dei fogli in velocità: - Uhm, Frank, hai idea di quando sia la tappa a Belleville? Devo aver perso il foglio... -
- Aspetta, quella di Belleville devo averla scritta sicuramente sulle note del cellulare. - disse Frank, sfilandolo dalla tasca.
- Già, verranno anche i tuoi parenti a vederci? -
- Credo di sì, sarà... strano. -
- Specialmente se Gerard ti palperà il culo, no? - ridacchiò Ray.
Frank fece finta di non sentire e cercò fra le numerose note-cagata che aveva salvato sul suo cellulare preistorico alla ricerca di quelle che contenevano le tappe, quando vide con la coda dell'occhio il moro avvicinarsi e posargli un bacio languido sulla guancia.
Frank spalancò gli occhi e alzò lo sguardo per un attimo dal display del cellulare per assicurarsi che Ray non se ne fosse accorto. Fortunatamente, stava di nuovo sfogliando la cartella alla ricerca del foglio. Il più piccolo sospirò appena, sollevato.
Una mano di Gerard gli accarezzò con leggerezza il sedere, scatenando con così poco le farfalle nello stomaco di Frank. Dopodichè gli agguantò con forza il culo, facendolo sussultare appena. Frank pensava che a quel punto i suoi ormoni potessero tornare a dormire, ma la mano di Gerard scivolò più sotto, infilandosi in mezzo alle gambe di Frank e afferrandogli il cavallo dei pantaloni e tutto ciò che contenevano.
Frank gemette rumorosamente, sorpreso dalla manina curiosa di Gerard, e Ray alzò sorpreso lo sguardo dai suoi fogli.
La mano di Gerard sparì improvvisamente, quasi Frank se la fosse solo immaginata, e il moro rimase semplicemente lì al suo fianco, ridacchiando appena: - Povero Frankie, con le immagini porno sul cellulare. -
Ray sghignazzò, tornando ai suoi fogli, e Frank guardò con odio Gerard.
- Questa me la paghi. - sibilò a bassa voce il più piccolo, fulminandolo con gli occhi.
- Oh, non aspettavo altro, piccolo. -
Frank rimase interdetto ad osservarlo allontanarsi insieme a Bob fuori dal camerino, urlando gasato qualcosa riguardante il caffé.
No, non si sarebbe mai adattato alla logica Way.
 
Andarono insieme nella camera da letto di Frank, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Gerard posò la tazza di caffé - il terzo dopo il concerto - e scaraventò Frank contro il letto.
Frank si tolse immediatamente i vestiti e aiutò Gerard con la cintura dei suoi jeans.
Fecero sesso, un sesso così vuoto e sporco da far sentire Frank una sgualdrina. Era così che si sentiva Angie?
Aveva la bocca impastata dal seme di Gerard e voleva solo vomitare via tutta quella merda, vestirsi e andare a raggomitolarsi contro il dolce Mikey a fare sogni tranquilli e colmi di unicorni, non di cazzi, dolore e orgasmi.
La notte prima si era illuso che fosse stato romantico, ma non lo era. Gerard voleva solo il suo corpo, con il suo cuore ci si puliva il culo.
Appena ebbero finito Gerard nemmeno aspettò che il suo respiro tornasse regolare e si alzò e tornò dal suo bicchiere dello Starbucks. Caffeinomane del cazzo.
Per un attimo Frank credette che se ne sarebbe andato via così, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, ma Gerard tornò sul letto di Frank con il bicchiere in mano e si trascinò sotto le coperte fino al suo fianco.
Frank era ancora a pancia in giù, e il suo battito cardiaco non era ancora riuscito a regolarizzarsi. Gli faceva di nuovo un male tremendo il culo.
Si alzò appena sui gomiti e le labbra di Gerard raggiunsero immediatamente le sue. La sua lingua sembrò cercare solo la sua essenza, non quella di Frank.
Il più grande si lasciò cadere sul cuscino, il petto chiaro che si alzava e abbassava ancora vistosamente.
Frank si girò con un lamento. Aveva praticamente le lacrime agli occhi, ma non era sicuro che fosse solo per il dolore.
Il moro gli baciò una spalla: - Scusa, Frankie. -
"Per cosa? Il maltrattemento emotivo o quello fisico?". Non si sognò nemmeno di dirlo ad alta voce, dato che in quella roca di Gerard non c'era alcun tipo di sentimento premuroso o anche solo colpevole. Una scusa di circostanza, quasi a farlo tacere prima che aprisse bocca per lamentarsi.
"Non voglio perderti.". Quante balle.
Gerard bevve un sorso di caffé e si schiarì la voce, quasi volesse riprendere un discorso lasciato in sospeso dopo una breve pausa: - Avevo fissato una scadenza. -
- Di cosa? - mormorò Frank, le braccia incrociate e lo sguardo cupo. Sapeva già di cosa.
Il moro lo ignorò totalmente, leccandosi le labbra: - Pensavo di metterci di più, considerato che in mezzo c'era stata anche una litigata. Ma si sa, alla fine le urla alimentano solo la passione. E puntualmente, la stessa sera della nostra litigata abbiamo fatto pace e subito dopo scopato. -
- Tutto secondo i piani? - domandò, e l'altro nemmeno si accorse della tristezza nella sua voce.
- Tutto secondo i piani. - confermò Gerard, bevendo un altro sorso di caffé.
- Sono il tuo schiavo. - sussurrò Frank, fissando il suo piede spuntare da sotto il lenzuolo con rassegnazione.
- Non mi sembrava di averti fatto annoiare. - replicò.
- Non c'entra... -
- Era quello che volevi anche tu, no? - . Gerard sembrava cominciare a seguire la linea di pensieri di Frank, senza farlo sentire troppo male.
- Io non so mai ciò che voglio. Pensavo l'avessi già capito ogni volta che ci metto mezz'ora dal McDonald's per ordinare alla fine il solito fottutissimo Big Mc. Lo sappiamo entrambi dall'inizio che lo ordinerò, ma io mi ostino a rifletterci, a cercare di cambiare pensando di rendermi un ragazzo migliore, ma non ce la faccio mai ad ordinare il McChicken, perchè non so che sapore abbia, non l'ho mai assaggiato. Ho paura che mi deluda, ho paura di rimanerci male. Il Big Mc mi fa schifo, ma continuerò ad ordinarlo perchè non trovo il coraggio di oppormi e cambiare idea. -
- Non ho ben capito. -
- Oh, nemmeno io. -
- Frankie, la prossima volta che andiamo dal McDonald's prendo il McChicken e te lo faccio assaggiare. -
- Grazie. -
- Non è così male. -
- Okay, ma non hai capito. -
- Ho esattamente capito ogni singola metafora. Sei libero di prendere il McChicken se è ciò che vuoi. Ma non ti lascerò mai da solo a finirlo, se non ti piacerà. Ci sarà sempre il Big Mc ad aspettarti perchè anche lui fa schifo e in fondo è solo se non arrivi tu a mangiarlo. -
Frank si lasciò scappare un sorriso e Gerard gli prese il viso fra le mani, lasciandogli un dolce bacio premuroso sulle labbra. Era incredibile come Gerard nel giro di pochi secondi riuscisse a passare dall'odioso all'adorabile.
- Io ti voglio bene, Frank, e per quanto io sia egoista voglio che tu sia felice. Pensi che il Big Mc sia troppo alto e indistruttibile, ma in fondo è quello che costa meno, è di scarso valore. Tu meriti di più, meriti un McChicken, Frankie. Il Big Mc lo potrai buttare via quando vuoi, del resto ti ha fatto vomitare troppo spesso. Sarebbe la sua giusta punizione. -
- No, in fondo il Big Mc ha pur bisogno di qualche grassone che lo apprezzi, no? -
- Il Big Mc si troverà un consumatore meno importante, del resto l'unica cosa che gli interessa è finire nello stomaco. -
- Un giorno vorrà gustare anche al palato... - mormorò Frank, le labbra che sfioravano il collo di Gerard.
- Lo so. - sussurrò lui, accarezzandogli il viso e i capelli.
- E che ne sarà del Big Mc, quel giorno? -
- Aspetterà che torni a mangiarlo. -
- Dubito. -
- Alla fine stiamo sempre parlando di cibo spazzatura, no? Tutti i panini fanno schifo, in fondo, ma continuiamo a mangiarli perchè ci piacciono e ci piace danneggiarci. Perchè ci interessa solo il sapore, non ci interessa se cagheremo mattoni dopo. Perchè quando saremo su quel cesso, penseremo che cazzo, ne era valsa la pena. -
Frank sorrise e lo baciò, trascinandosi appena sul suo corpo nudo.
- Allora cosa prendi, Frank? - sussurrò Gerard, fra un bacio e l'altro.
- Credo prenderò un Big Mc... è quello che sazia di più. -
- E quello più scadente. - mormorò il moro, lasciandosi girare a pancia in giù contro il materasso.
- Ci penserò quando cagherò mattoni, ora voglio solo divorarlo. - . Del resto, non aveva ancora nessun McChicken da ordinare. Ed era sicuro che anche se l'avesse, avrebbe continuato a ingozzarsi di Big Mc.  
  
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