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Autore: Scuotivento    26/08/2006    1 recensioni

" Veniva avanti, tra le macerie di città distrutte e statue sfregiate, tra pianto e lamenti, dolore e tormento, impietosa e crudele, dea delle vicissitudini umane, tomba di ogni ricchezza. Fermatela, ed essa vi attaccherà. Corroderà con l'accidia e la ruggine il ferro delle vostre spada, tarlerà gli scudi imponenti e taglierà i vostri cimieri equini. Arrendetevi, e lei vi farà suoi schiavi. Perchè essa è il tripudio di ogni falsa speranza, il trionfo di ogni basso pensiero. Ecco, cammina, tra le lacrime dei giusti e degli innocenti. Ecco, arriva la Decadenza! " dai canti di un infortunato Mithelene, 941 della II Era.

Versione definitiva e corretta.

Genere: Demenziale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Lucius Malfoy, Luna Lovegood, Neville Paciock, Ron Weasley, Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO XXIII: L'Ultima Battaglia.

“Cosa succede? ” chiese Draco all'amico.
“Ci sono due persone che combattono ai piedi degli alberi. Uno è Silente, ma l'altro potrebbe essere Potter.” gli disse.
“Come potrebbe? È o non è lui?” sbottò.
“Beh, dal volto direi che è lui. Ma l'ultima volta che ho visto Potter non aveva certo due ali da colombo.”
“Cosa? Ti sei fatto di Obscurum, per caso? Non dire idiozie.”
“Maledetta verità! ” esclamò Voldemort, di fianco a loro e incantato dallo scontro “È così, sono Potter e Silente, che il Diavolo mi prenda! Ma vedo con piacere che Harry è in svantaggio. Mi spiegate perchè stanno combattendo tra loro?”
“Non lo sappiamo.” disse Nott, seguendo il sinuoso movimento delle spade. Poi, vedendo Draco scendere a fatica le scale, urlò “Draco! Cosa vuoi fare?”
“Devo dirgli che è mio fratello da parte di Piton, è ovvio! Almeno potrà crogiolare anche lui nel dolore che mi sta consumando!”
“Non mi sembra il momento più appropriato, Draco! Torna indietro!”
Ma il ragazzo non pareva sentirlo, risoluto com'era a raggiungere Potter.
“Ragazze! Ci siete anche voi?” disse poi Nott a Hermione e Ginny, che reggevano un Evan Rosier ridotto ormai all'ombra di un tempo.
“Cosa succede?” chiese Hermione, urlando poi di paura vedendo il Signore Oscuro.
“Non ti preoccupare.” lui disse “Oggi non ti ucciderò. Le maledizioni senza perdono non sono il mio forte, di questo periodo.”
“Come avete fatto a raggiungerci?” chiese il ragazzo alle sue due amiche, mentre appoggiavano il bretone al muro.
“Siamo scesi dall'Infermeria, ovvio.” disse Ginny.
“Ma le scale non erano crollate?” disse Nott, suscitando un leggero imbarazzo.
“Ai fini pratici della narrazione, questo è un dato ininfluente.” mormorò Evan Rosier.
“Non ti preoccupare, ha bevuto anche lui l'acqua, come Blaise.”
“Allora lui era ancora vivo!”
“Si, e va in giro con un'armatura dorata a purificare le anime delle persone. L'hai visto?”
“Si, credo che fosse quell'idiota che Silente ha scaraventato contro il muro con un dito. Lui è proprio a destra del tuo piede.”
“Tipico di Zabini, suppongo.” disse Hermione, toccandolo un po' con la scarpa “E Draco?”
“È laggiù, assieme a Harry e Silente.” disse, indicandoli.
Proprio allora comparve Mrs J.K.Rowling.
“Muori, Harry Potter!”

Draco era confuso. Si sentiva la terra tremare sotto i piedi, e camminava a casaccio qua e là, senza sapere che direzione prendeva, rischiando di cadere in più occasioni.
Non sapeva dove era Harry ma, dal suono delle spade che saettavano tra loro, capì che era vicino. Poi udì la sua voce, e non ebbe più dubbi.
Corse verso la fonte del suono, deciso a dirgli la verità, per poi magari dargli un pugno nello stomaco oppure un calcio sulle gengive.
Fu proprio allora che venne colpito dalla falce.

Harry sgranò gli occhi quando il corpo di Draco si frappose tra lui e Mrs Rowling. Fu scosso da un brivido di raccapriccio nel vedere il suo sangue sgorgare come la linfa di un ramo reciso dal tronco.
Subito lo strinse a sé, e le ali si piegarono, come a coprire inutilmente i due.
“Harry...” mormorò Draco, stretto tra le sue braccia.
Fu allora che avvenne un'altra meraviglia. Gli occhi di Draco, lavati dalle sue lacrime, riacquistarono sensibilità, e così il ragazzo poté vedere chi aveva davanti a sé.
“Harry...sono io tuo fratello.”
Il silenzio che ne seguì fu più profondo del vuoto.
“No!!!” urlò fino all'alto dei cieli Harry Potter, mentre cominciava a piangere.
E così Draco morì. Per ironia della sorte, l'unico volto che poté vedere fu quello di colui che tanto a lungo aveva odiato e disprezzato, il suo più acerrimo nemico.

Mrs Rowling arretrò, tremante. Il sangue che aveva versato riluceva tetramente sulla lama.
“Ho fallito.” mormorò, portandosi le mani alla bocca.
“Ora capisco ” disse anche Harry, le sue mani anch'esse macchiate dal sangue scarlatto di Draco “La profezia di mio padre parlava chiaro: “il bianco furetto colpito sarà dalla bionda nera-falce!” ma mai avrei pensato che si sarebbe trattato di questo.”
Lentamente, la spada di Godric Grifondoro si staccò da terra e, volteggiando a mezz'aria, giunse da Silente, che la impugnò.
“Entrambi avete fallito.” disse, tetro “Tu donna, nel non aver ucciso la reale causa di tutto questa decadenza e tu ragazzo, nel non avermi sconfitto. Ma era naturale che andasse a finire così. Il male non può essere sconfitto, e la vostra non è una storia a lieto fine. Questa spada sarà la vostra messa funebre, miseri mortali.”
Ma un uomo fece la sua comparsa davanti ai quattro, una persona di cui nessuno avrebbe pensato. Era Lord Voldemort.
“Vattene, uomo! Ti ho già sconfitto, non immischiarti in cose che non ti riguardano.”
Voldemort aprì gli occhi. Ma le pupille non erano più d'un rosso rubino, ma color grigio.
“Potter, sei pregato di smettere di stringere il mio corpo, se possibile. Mi fa ribrezzo al solo pensarci.” disse, in una voce che non era quella dell'Oscuro Signore.
Harry e gli altri non capivano. Cosa stava succedendo?
“Il Ribes.” disse, cogliendo i dubbi che albergavano nei loro visi “Il ribes che ho mangiato era quello dell'albero nato dalla bacchetta di Voldemort e quando l'assaggiai legai il mio spirito con il suo. Questo si tratta: una semplice trasmigrazione di anime.”
“E tu, diavolo delle Fosse Demoniache, sei pronto a sfidarmi? Perchè sappi che ti affronterò finché avrò forza in questo corpo; ti assicuro che uno spirito non è un avversario da sottovalutare!”
“Fai la tua mossa, morto!” lo schernì Lucifero, puntandogli la spada.
“Basta!” urlò una voce da oltre il portone.
Una donna bellissima e vestita d'oro era apparsa. La Follia in persona.
“Abbassate tutti le armi. Nulla valgono più gli scontri e le lotte, nessuno scopo ha ormai la guerra. Io sono ora la signora incontrastata di questo castello, ed ora ubbidirete solo a me.”
“Non se qualcosa da dire in contrario io ho!” esclamò Draco-Voldemort, ma la Follia rise.
“Avanti, affrontami! Provaci, se hai coraggio! Non ti rendi conto che, anche se riuscissi a sconfiggere me e il mio campione, questo maniero e tutti i suoi ospiti continueranno ad essere miei servi! In ogni loro azione e pensiero, non faranno altro che glorificarmi! Anzi, se penseranno di servire, nelle loro misere vite, la Ragione, maggior tributo faranno a me, che sono del Pensiero padrona! Io sono così legata alla vita da essere stata addirittura proclamata eterna e senza limiti!”
Scusate per il ritardo...
Uno scheletro coperto da pesanti vesti era apparso a fianco della Follia. Le orbite del teschio ghignante parvero per un attimo scrutare ogni presente, poi si mosse verso la Rowling.
“Questa se permette, è mia.” disse, raccattando da terra la falce.
“Mi dispiace, ho fallito. ” disse la donna alla Morte “Non sono riuscita a fermare la degenerazione della mia storia.”
Non ho purtroppo abbastanza ghiandole in corpo per provare dispiacere.” disse “Tuttavia, sono piuttosto seccata di questo problema. Chi era quello che doveva uccidere?
“Il ragazzo.” disse, indicandolo.
Oh, ma lui è già morto, come il suo compagno lì accanto, ricordo benissimo. Piuttosto,” si voltò “Il suo problema è di ben altra natura.”
La Morte e la Follia si scambiarono un lungo sguardo. La Follia, seccata a differenza dell’indifferente morte, fu la prima a parlare.
“Cosa vuoi, scheletro ammuffito?” disse furibonda “Vattene da qui! Questo luogo mi appartiene, e tu non hai potere su di me!”
Non ho potere?” disse, avvicinandosi, mentre la Follia arretrava al suo cospetto. Quando fu abbastanza vicina l'afferrò per la bionda chioma con la sua mano scheletrica.
Io ho il più grande potere che la natura possa immaginare, e lo esercito su chiunque: il povero e il ricco, l’umile, l’arrogante, l’uomo comune e il dio. Anche tu, che sei la padrona del Mondo, devi sottostare alle miei regole, perchè il tuo potere non può andare oltre il limite imposto dalla vita!
Il vento del Nord cominciò a soffiare, portando con se nuvole oscure e molteplici foglie, ballerine dal più delicato passo di danza, mosse in girandole di vento.
Un cavallo bianco scese dal cielo, e atterrò senza rumore nel cortile dinanzi al portone.
Tra le urla della Follia, la Morte si diresse, falce in una mano e la sua preda nell'altra, verso il cavallo. Poi si sedette sulla sella, e volò verso il cielo nero come la pece, cantando con una voce spettrale nella notte senza stelle.

Uomini, mortali, e pure voi, Dei, gioite e scherzate, piangete e ballate, suonate i vostri flauti d'osso e i tamburi di pelle, amate ed odiate, compite i vostri passi con Follia e Ragione: ma sappiate che ad aspettarvi alla fine dei vostri cammini ci sarò sempre io! Sono l'ultimo sigillo delle vostre vite, e a me non c'è riparo alcuno! Gioite e scherzate, perchè io posso sempre arrivare!

E a voi due.” disse poi, rivolta ad Harry e Draco “Per oggi vi risparmio, ma domani non sarà così!
A cavallo, scomparve tra le nuvole, e nessuno la vide più, fino agli ultimi istanti delle loro vite.
Il rosario di Blaise era ora completamente nero.

“Così lei è l'autrice delle nostre vite, o sbaglio?” chiese Hermione a Mrs J.K. Rowling.
“Non sbagli ragazza. Anche se, devo ammettere, è un po' di tempo che ne ho perso il controllo.”
“Si consoli, può capitare a tutti di perdere il controllo di un universo creato dalla propria immaginazione!” disse Nott.
“Mi devo ricordare di smussare i lati acuti del tuo carattere, giovanotto...”
“Mamma Rowling! Mamma Rowling!” saltellava di gioia Zabini.
“...e un po' la stupidità dell'altro. Ma torniamo a noi. Dov'è Silente?”
“A quanto pare, signora…” intervenne Draco “la reale colpa di tutto il danno è di un diavolo, che ha maledetto Potter e preso possesso del corpo del vecchio bacucco...mi scusi per il linguaggio.”
“Sei perdonato, Voldemort.”
“Draco, in realtà: convivere con il suo spirito non è la cosa migliore che potevo augurarmi. Ha un corpo disgustoso!” disse, toccandoselo.
“Dove sei, Lucifero?” urlò la donna, e il diavolo rispose all'appello.
Si materializzò da una nube scaturita dalla bocca di Silente. Era davvero un demone come imponevano gli standard d'aspetto usuali, su questo si trovarono tutti d'accordo.
“Chi ha invocato l'angelo caduto, Signore del Settimo Cerchio e Principe dell'Inferno?” chiese.
“Smettila con queste pantomime!” disse la donna “Tu sei la causa di tutto, ed ora dovrai porre rimedio a tutte le tue malvagità!” aveva sempre sognato di dire queste frasi, pensò tra sé e sé.
“Suvvia, ragioniamo! Che senso ha l'uso della forza? Piuttosto, cerchiamo di ragionare. Sistemerò tutti i danni del castello e le menti dei tuoi personaggi, donna... ma ad un prezzo.”
“Un patto? Ma non diciamo idiozie! ” sbottò Hermione.
“Idiozie? Non credo che voi siate nelle condizioni di mercanteggiare. Dimenticate forse chi avete davanti, o pensate che un diavolo non possa ottenere ciò che vuole semplicemente volendolo?” disse mentendo “Facciamo un semplice baratto: io vi offro i miei servigi, e voi mi date...”
“Cosa?” chiese la Rowling.
“L'anima di Potter, ovviamente!”
Tutti gli sguardi si posarono sul ragazzo, ansiosi di sapere cosa sarebbe successo.
“Ma vogliamo scherzare?” esclamò ad un tratto la voce di Draco.
“Piuttosto, ” aggiunse “ preferisco rimettere in piedi questo castello da solo, con le mie mani, ed educare i miei compagni uno ad uno, per rinsavirli! No, fratello, tu non darai via la tua vita, né tu né nessun altro!”
“Figlio, io ti disconosco!” urlò Lucius Malfoy, che stava barcollando fuori dai sotterranei, ma nessuno lo degnò d'attenzione.
“No, Malfoy.” disse il ragazzo, alzandosi in piedi, le ali spezzate ed insanguinate “Mia fu la colpa originale di tutta questa decadenza, di questo sfascio e rovina. No amici: voi non dovete pagare per le mie colpe. Solo io posso.”
Lucifero era trionfante.
“Ma, Harry…” lo pregò inutilmente Ginny. Il ragazzo si avvicinò invece al diavolo e disse “Dimmi cosa devo fare.”
“Solo una firma.” agitando la mano, il famigerato contratto apparve nella sua mano. Nell'altra stringeva una delle piume, sporche con il sangue del ragazzo “Firma qui, sotto la scritta: Accetto di donare la mia anima in cambio del potere delle tenebre.”
“Oh, no. ” mormorarono i presenti.
La mano di Harry calò rapida sul foglio. Per un attimo si fermò, ma gli bastò guardare il Salone distrutto che lo circondava per persuaderlo a firmare. Ma la Rowling bloccò la sua mano.
“Non devi farlo.” gli disse “Nessuno ti obbliga.”
“Ma è mio dovere...”
“Dammi la penna. ” disse, estraendo un foglio di tasca.
“Cosa?” disse Lucifero, non comprendendo.
“Io sono la scrittrice di questa storia, ricordate?” disse, rivolto a loro “ Mi basta un foglio e una penna per far sì che nulla di ciò che è successo sia mai esistito! ”
“Donna impudente! Non ricordi di aver perso il controllo della tua storia e dei suoi personaggi?” la schernì Lucifero.
“Non ancora. Zabini, alza un braccio!”
Tra lo stupore generale, il ragazzo ubbidì.
“Questo non significa nulla!” la corresse Lucifero.
“No. Se io domino la storia, lo stesso vale per i personaggi che vi sono dentro. E anche tu ne fai parte, demone!” e con febbrile velocità, cominciò a scrivere con il sangue di Potter.
“Per prima cosa, ti toglierò quello stupido pizzo da cattivo di serie B!” e, con brevi gesti, scrisse.
Lucifero arretrò di terrore quando si sentì alleggerito di molto pelo sul mento.
“Poi, una bella colica, così mi rifarò delle tue malefatte!”
Il principe delle tenebre si piegò in due, reggendosi a fatica. I nostri eroi cominciarono a ridere.
“Ed ora verrai risucchiato da un baratro pieno di fiamme, che si aprirà sotto i tuoi piedi!”
Lucifero gridò, afferrandosi all'ultimo.
“Temo che quella pietra a cui sei aggrappato non durerà molto...”
“Maledetta befana!” urlò, perdendo la presa.
Tra le urla del demone, lo squarcio si richiuse, lasciando solo qualche ciuffo di cenere.
“Sì! ” gridò di gioia la donna “Scrivo bene di nuovo, e tornano giuste anche le descrizioni secondarie!”
“Se è così, potreste risolvere anche il problema dei miei capelli?” chiese Hermione.
“E a me, mi togliereste le lentiggini? ” aggiunse Ginny “Le ho sempre odiate!”
“Mi rimettete in sesto l'armatura da cavaliere dello Zodiaco? ” chiedeva con occhi lucidi Zabini.
“Ci sarebbero anche gli altri Mangiamorte da sistemare...” si intromise Nott.
“ Poi, mi dite se è vero o no che io e Potter siamo fratelli? Comincio ad avere seri dubbi a proposito....”
Mrs Rowling sorrise, poi si rivolse agli altri.
“E tu, Harry, cosa vuoi? Cosa chiedi a colei che ti ha creato per prima?”
“Voglio. ” disse, gettando a terra l'elsa ormai priva di energie magiche “ Che questo posto torni com'era prima. Bello, pulito, un luogo dove si poteva studiare e non ammucchiarci, vivere e non fingere di vivere, sognare in libertà e sperare in una vita felice. Può farlo?”
“È tempo, ” disse la donna “ che tutto torni alla normalità.”


L'Espresso di Hogwarts correva veloce sui binari della ferrovia, attraverso la splendente campagna e i boscosi altipiani, intervallati da fattorie isolate. Una cabina, in particolare, era particolarmente piena di persone. Risa, battute felici e scherzi si scambiavano il posto l'un l'altro, come in un ballo.
“Che anno, non è vero Harry?” disse Neville, intento in una partita a scacchi magici con Ron.
“Davvero. Non so cosa sia stato più piacevole. Forse quando il professore Allock è scomparso: abbiamo speso tutte le ore del supplente studiando la materia da soli: è stato fenomenale!”
“Oppure quando abbiamo vinto la coppa del Quidditch e quella delle Case, quello sì che è ricordare!” esclamò Ginny, con Grattastinchi al collo.
“Oppure...” disse Ron, pur impegnato in una difficile partita a scacchi con Neville “Quando ho parato nell'ultima partita cento palle su cento! Che scontro!”
“O anche...” disse Hermione “Quando è uscita l'ultima edizione aggiornata di “Scuola di Hogwarts”! Quanto l'avevo aspettata a lungo!”
“E c'è stato anche quando, in marzo, hanno avvistato il Ricciocorno Schiattoso in Norvegia!”
Si fece improvvisamente silenzio attorno alla ragazza. Poi Harry si fece forza, e disse:
“Non è vero, Luna. La notizia è stata smentita.” il ragazzo non aveva il coraggio di dirle la verità.
“Oh che peccato!” disse, mentre gli altri ragazzi riprendevano a continuare i loro discorsi e giochi.
Improvvisamente la porta della cabina si aprì, rivelando il più insospettabile dei visitatori.
Era Draco Malfoy, al fianco di Blaise Zabini e Theodore Nott.
“Mi dispiace Malfoy, ma in questa cabina lo spazio è purtroppo finito.” disse Potter, con tono sprezzante “ Non potrebbe entrare un singolo Serpeverde, figuriamoci tre.”
“Non sono venuto per battibeccare con te, Potter.” disse, con un tono di voce insolitamente neutro “Ma per parlare...con la Granger.”
“Beh, Hermione è qui, quindi se vuoi parlarle, ti conviene farlo adesso.”
Passò un minuto di silenzio, interrotto solo dai ritmici scossoni del treno. Poi, disse.
“Io volevo dirti...grazie.”
“Per quale onore?” chiese la ragazza.
“Non lo so, ma sentivo il bisogno di dirlo.”
Il silenzio legava tutti in modo imbarazzante. Poi Draco parlò, per rompere la tensione.
“Stai giocando da fare schifo, Ron.”
“Non è affare tuo, Malfoy.” disse stizzito il rosso.
“Quello che volevo dire è che non giochi nel modo giusto. Poni i cavalli e le torri in difesa, quando invece ti frutterebbero più in attacco. Neville ha la vittoria a portata di mano anche troppo facilmente.”
“Fammi vedere di che cosa sei capace, allora!” lo invitò.
“Luna ed io usciamo.” disse Harry, mentre scambiava i suoi posti con Draco e Nott.
“Ed io?” chiese Zabini, non vedendone di liberi.
“Per quanto mi riguarda tu puoi stare steso per terra, oppure nella cuccia del gatto, Zabini!” disse Draco.
“È ingiusto! Mi sporco il mio completo Dolce e Babbana con i peli del gatto!”

La Mc Granitt era infuriata, mentre saliva uno ad uno gli scalini che portavano allo studio di Albus Silente. Il preside aveva passato gli ultimi due mesi chiuso nelle sue stanze, senza presentarsi agli appuntamenti e uscendo soltanto trascinato a forza ai pranzi ufficiali. La cosa era inammissibile, e non si poteva tollerare un minuto di più. Tanto era decisa, che si scordò persino di bussare alla porta.
Lo studio di Silente era invaso da libri di ogni dimensione, che coprivano ogni spazio disponibile. Neppure gli Elfi domestici erano riusciti a sistemare l'ambiente, in cui regnava questo strano disordine. La Mc Granitt si inoltrò tra pile di volumi e tomi antichi, giungle di appunti e fogli sparsi, per poi arrivare al tavolo in cui era quasi immobilizzato il vecchio canuto.
“Ora basta, Percival! ” tirò lì la donna “O ti togli da quei libri, oppure ti darò fuoco assieme a loro!”
“I libri, ” disse Silente, alzando appena gli occhi “ sono tutti della biblioteca. Non vorrei essere nei tuoi poveri panni se dovessi mai affrontare l'ira di Madama Pince.”
“Smettila Albus! Ma si può sapere cosa stai cercando? Dove credi di poter mai arrivare, con tutti questi libri?”
“Mia cara, ” disse chiudendo il tomo che stava leggendo in una nuvola di polvere “Hai mai sentito parlare di Trasmigrazione delle anime? ”
“Albus, non sai che è impossibile?”
“Forse no. ” disse, meditabondo “Forse no.”

Un uomo vagava nella Foresta, gli abiti laceri, strappati dai rovi e dai rami bassi. Si trascinava dietro un ridicolo paracadute, ormai ridotto alla stregua di un colabrodo.
“Devo fuggire.” ansimava e inciampava nelle radici sporgenti, ma continuava a correre, pur con le poche forze rimaste “Devo fuggire. Maledetti selvaggi centauri ed elfi dei boschi, con le loro stupide magie d'alto livello e gli inutili Mythallar! Sono stremato, e sto dimenticando perfino da cosa sto fuggendo. Erano draghi? No, c'erano anche degli stupidi ragazzini di mezzo. Stupido piano di fuga: ecco cosa si rischia a giocare con i denti di Vampiro! Ma cosa dico? Sto impazzendo, oh, non c'è dubbio!”
“Chi-cosa-come-dove sono? Il bosco è fitto, non c'è luce, paura...”
Bingely-Bingely-Beep! Sono di nuovo qui: credevi di esserti liberato di me?
“No! Di nuovo tu!”
Abbandonami ancora e ti combino un altro casino!
“No! Laggiù, Luce! Fuoco, sì sono salvo, sì sono salvo.”
La Fenice afferrò con gli artigli il Professor Allock, alzandosi in volo verso il castello.

Il Signore Oscuro sedeva sul suo scranno d’ebano ed alabastro, nelle profondità di una grotta calcarea ricolma di stalagmiti e stalattiti.
Si sentiva da troppo tempo indolente e inattivo. Aveva passato mesi, nascosto come se fosse fuggito da un’umiliante sconfitta. Ma anche se questa non era mai accaduto, qualcosa nel suo animo gli diceva il contrario, e la parola vigliacco pareva risuonare nella sua mente. Nascosto nell’ombra, aveva deciso di cambiare strategia. Basta assassini e pacchi contenenti incantesimi mortali, non vi erano state estorsioni e rapimenti negli ultimi mesi. Ora Voldemort covava altri piani di conquista, e aveva investito tutte le sue risorse in un unico e grande progetto.
“Codaliscia, apri il tendone.”
Il servo animagus obbedì, e con un gesto aprì le tende che nascondevano un terribile macchinario, simile ad un raggio laser, puntato verso il cielo aperto.
“Con l’aiuto dei miei satelliti specchio e il Raggio della Morte, ” disse Voldemort “ ora potrò finalmente distruggere Hogwarts e quell’odioso Harry Potter! Codaliscia, attiva l’arma finale!”
Il mago cliccò un pulsante. Il macchinario esplose.
“Maledetto Potter! ” gridò furente Voldemort, rialzatosi dopo lo scoppio “Ma un giorno la vittoria sarà mia!”
Nell’ombra, Lucius Malfoy scriveva freneticamente su un taccuino, non sapendo che lui, spia e traditore del suo signore, era a sua volta spiato.
Evan Rosier sogghignò. Anche se l’ambizioso Malfoy fosse un giorno riuscito a spodestare l’Oscuro Signore, per un torturatore bretone come lui ci sarebbe stato sempre un posto in cui lavorare.
Piuttosto, in questo periodo doveva porre rimedio al fastidioso bisogno di correre a casa per pettinare bambole di porcellana…quello sì che era un vero problema da risolvere…

“Lucifero!”
Il diavolo in questione stava friggendo in una fossa d'olio della Sesta Malabolgia. Non vi era finito per caso, ma con lo scopo preciso di fuggire all'ira del suo signore e padrone, Satana.
“Lucifero! Vieni fuori, o ti cambierò così tanto i connotati che anche l'Altissimo faticherà a riconoscerti! Dove sei?!”
Meglio fritto che pestato, pensò tra sé. Maledizione, ma come aveva fatto a fallire così facilmente la missione? Tutta colpa di quella donna e di quel dannato Potter! Ma si sarebbe vendicato di quell'affronto, e non tra molto tempo...
“Eccoti qua!”
Satana estrasse il diavolo suo sottoposto dal lago d'olio bollente in cui si era nascosto. Non sembrava felice, bensì sadicamente contento.
“Bene! Ora faremo una bella chiacchierata sul tuo andamento lavorativo, poi ti dedicherai ad asciugare le fosse degli Incontinenti per i prossimi due millenni!”
Dannato Potter, pensò, prima o poi avrò la mia rivincita, e allora...

“Cin-cin!”
“Versa San Pi, forza!”
“No, caro Lavaeolus, tu sei un arconte lanterna e come tale ti è fisicamente impossibile bere: il bicchiere è solo per questioni estetiche. Il primo ad avere l'onore è senza dubbio Sirius...”
“Troppo buoni, troppo buoni.”
“...per la sua splendida recitazione. Mai un angelo interpretò meglio un'anima del purgatorio! Poi, a Gabriele, per lo sforzo di aver prestato la sua spada a Potter! ”
“Una terribile separazione!”
“E per ultimo, a me! Salute.”
Bevvero, in silenzio, tranne Lavaeolus, che scintillava d'un rosa amaranto per l'indignazione.
“Ma era proprio necessario ”chiese Sirius, una volta riempito di nuovo i bicchieri“ che dovessi sembrare punito per l’eternità? Mi prude ancora quella giacca da netturbino, e poi avremmo dovuto dire la verità al ragazzo!”
“No, Sirius. Se avesse saputo la verità sarebbe rimasto qui prima del tempo. Invece, il vederti così ridotto l'ha spronato all'azione. ”
“E la bufala della guerra universale tra bene e male? Non so ancora come tu abbia fatto ad inventartela! ” rise Gabriele.
“Gabri, sai meglio di me come male e bene esistano, ma solo nel cuore degli uomini. In loro c'è e ci sarà sempre un'infinita lotta, fatta di piccole azioni, gesti eroici, malignità a profusione, ma che alberga solo nei loro animi. Noi siamo trascendenti e privi della libertà di decidere quale parte scegliere. E poi, raccontargli del titanico scontro tra le forze della luce e quelle delle tenebre gli ha infuso più eroismo e coraggio di quanto si possa pensare! ”
“Gli abbiamo raccontato una valanga di menzogne.” disse Lavaeolus
“È vero, ma quando verrà qui saprà e potrà riderci su, come noi ora. Cos'è la vita se non un carosello di illusioni e sogni?”

“Sai, ho qualcosa da dirti anch'io.”
“Cosa, Harry?”
“Vedi, Luna, questi tempi sono stati strani: nonostante ci sia sempre stata gioia e felicità tra noi, ho sempre avuto il cuore gonfio d'inquietudine, come se un macigno pesasse su di me.”
“Cosa ti preoccupa, Harry?”
“Tu, Luna. Ogni volta che sto con te il tempo è speciale: il sole è più luminoso, ogni cosa va per il meglio, i problemi si sbrogliano e sono sempre fortunato, in tutto!”
“Chissà perché...”
“Non mi lasciare, Luna. Sento un peso nel mio cuore.”
“Ti aiuterò a portarlo, se vorrai.”
Dolci labbra si unirono, in un gesto d'amore che non ha eguali nel creato.


La vita è sogno. Siamo liberi o frutto della fantasia di uno scrittore? Vedo le statue, e credo tuttavia che anche in quei corpi vuoti alberga un cuore, e se potessero parlare, pronuncerebbero frasi d'odio e d'amore. Gioite e scherzate, cadete e piangete, non preoccupatevi se nulla in questo mondo muta o permane, il male e il bene, il caldo e il freddo, gli estremi si uniscono e si allontanano, finché della morte arriva l'abbraccio.

Gioite e scherzate, perchè della morte l’ora può sempre arrivare!

FINE.

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