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Autore: Claudia Ponto    09/01/2012    2 recensioni
[Le avventure di Jackie Chan]Strikemaster Ice, DJ Fist and MC Cobra scappano dalla prigione nella quale erano detenuti grazie all'intervento inaspettato di una giovane ragazzina. Una volta tornati a San Francisco, assistono al ritorno di Drago, il demone che aveva quasi conquistato il mondo e di cui loro erano i suoi seguaci, scoprendo che esso è profondamente legato con la ragazza che li ha liberati.Proveniente dal cartone animato Le avventure di Jackie chan. *ATTENZIONE: la storia ha il rating Verde, ma si avvisa la presenza di parole pesanti e parolaccie*
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8: Un piccolo problema ad Halloween.
Il sole era sorto da due ore oramai, alto nel cielo che trasmetteva sulla terra il calore della propria forza infuocata.
Ciò nonostante, l’Ice Crew continuava a dormire profondamente.
I tre ragazzi si erano sistemati in un vecchio garage mezzo bruciato, colmo di attrezzi da meccanico e anche di parti di auto smontate, sparse ovunque senza un ordine preciso.
Sistemati su delle brande arrugginite, dormivano in posizioni scomode, russando sonoramente e senza dar cenno di volersi svegliare.
Addormentati com’erano, non si resero conto della piccola figura femminile che entrò in punta di piedi nella costruzione, indossando un paio di cuffie e brandendo un gong che fece risuonare con gran foga non appena si trovò in mezzo a loro, producendo un baccano terribile. Il trio balzò in aria urlando, rischiando di cadere dai propri letti.
<< Forza dormiglioni! Chi dorme non piglia pesci! >> urlò Winter.
<< Ma che cazzo…! Oh… sei tu, piccola peste… che diavolo ti viene in mente a svegliarci così? Stavo facendo un sogno che era una favola… >> le rispose Ice tra uno sbadiglio e l’altro.
<< Scusami tanto biondino, ma sinceramente non me ne frega niente. Il tuo sogno è nulla in confronto a questa fantastica giornata! >>
Il trio la fissò inebetito, non capendo una singola parola.
<< Vi siete dimenticati che giorno è oggi? >>
<< Si… e sinceramente mocciosa, non me ne frega niente. >>
La ragazza demone sbuffò seccata, riprendendo a suonare il gong usando le loro teste come percussori per svegliarli completamente, seppur con parecchie parolacce e insulti.
I colpi però gli ricordarono il motivo di tanta confusione: era il 31 Ottobre, il giorno della festa di Halloween. Anche nel futuro quella festa veniva celebrata con maschere spaventose, feste macabre, dolcetti o scherzetti e film horror a tutto spiano; nonché zucche intagliate e leggende “metropolitane” su streghe e fantasmi.
E soprattutto di demoni.
La sorella di Drago era entusiasta all’idea di festeggiare l’unica notte in cui gli spiriti delle forze occulte potevano scendere sulla terra dei mortali e combinar disastri vari, come ad esempio far tagliare un dito a qualcuno che intagliava una zucca o far venire un infarto a un debole di cuore con un vero spavento.
Era dall’inizio di Ottobre che li tartassava con quella ricorrenza. Non l’avevano mai vista così allegra, il che la faceva apparire davvero… strana.
D’altra parte, dovevano ammettere che anche loro l’adoravano.
Winter era talmente euforica all’idea di festeggiare Halloween che correva avanti e indietro per organizzare al meglio la giornata, facendo un elenco di tutto quello che avrebbe fatto fino allo scoccare della mezzanotte.
 
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Winter era eccitata.
Erano 3 anni che non festeggiava Halloween e non voleva perdersela per nulla al mondo!
Stavolta niente le avrebbe impedito di divertirsi con suo fratello: quando erano piccoli ne avevano combinate di tutti i colori durante quella festa, spaventando i bambini e rubandogli i dolci, compresi gli adulti che scappavano via piangevano come poppanti.
Bei tempi quelli…pensò. Le mancavano davvero tanto, se avesse potuto sarebbe tornata indietro nel tempo solo per quei bei momenti. Agli esseri delle tenebre piaceva distruggere l’umanità, ma doveva ammettere che nessuno sapeva resistere allo svagarsi in una festa, lo sballo era una cosa che tutti avevano nella loro natura.
Nel sognare ad occhi aperti, involontariamente andò a scontrarsi contro suo fratello.
<< Nanerottola, guarda dove metti le zampe. >> le disse lui.
<< Scusami fratellone, andavo di fretta! >> rispose Winter, tornando in piedi con un salto.
<< Sei già entrata nell’atmosfera di Halloween? >>
<< Assolutamente! Oggi ci sarà da divertirsi! Mi sembrano passati secoli dall’ultima volta che abbiamo festeggiato insieme! Hai già qualche idea su come spassartela? Mi insegnerai qualche cosa di utile contro gli umani? >>
Drago ridacchiò, comprendeva perfettamente l’allegria della sorella. Sfortunatamente, per quanto l’idea di trascorrere una notte di goduria lo alettasse, era costretto a rinunciarvi:
<< Ho troppe cose da fare piccoletta. Vorrei partecipare volentieri, ma devo lavorare per il mio ritorno ufficiale sul palcoscenico. >>
<< Oh avanti! È Halloween! Il giorno in cui le forze del male possono godersela! Non puoi rinunciarvi! >>
<< Ci sono molti altri Halloween avanti. Non c’è bisogno di un bisogno di farne un dramma. >>
<< Ma tu non puoi dire davvero una cosa simile! >>
 
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I due demoni non erano gli unici a prepararsi alla festa.
Anche l’Ice Crew si stava preparando per divertirsi, a modo suo: perlustrarono i vari negozi della Vecchia San Francisco per raccogliere il materiale necessario, il loro piano consisteva soprattutto nel prendersela soprattutto con i ragazzini che ancora puzzavano di latte, scambiandosi idee e battute mentre assaporavano l’idea di deridere i più deboli.
Progettarono nei minimi dettagli ogni cosa fino a quando Ice non si fermò davanti al nascondiglio di Winter, fissandolo con interesse.
<< Yo ragazzi, la marmocchia è con D-man, giusto? >>
<< Yeah. Perché lo chiedi? >>
<< Che ne dite se diamo una sbirciata alla sua tana e gliela scombiniamo? Sarà uno spasso vederla uscire dai gangheri. You feel me? >>
<< Proposta allettante, ma non vorrei finire con le chiappe congelate. Sarà anche una marmocchia, ma fa male da bestia. >>
<< Tranquillo yo, cosa vuoi che succeda? >>
 
Il trio entrò nell’appartamento dopo essersi assicurato che la padrona non ci fosse.
Non era cambiato molto dall’ultima volta: libri e documenti antichi erano ancora sistemati disordinatamente emanando quel tremendo odore di carta ammuffita, si sistemarono al centro del salone con una scatola colma di bombolette di vernice spray e ne presero un paio ciascuno, “ritinteggiando” l’abitazione da cima a fondo: l’odore della vernice fresca fu ottima per eliminare la puzza della carta, i graffiti aggiunsero inoltre vivacità al grigiore dell’appartamento, soprattutto i particolari disegni e le scritte dalla fantasia strana. Continuarono con quel lavoro fino a quando DJ non notò qualcosa di familiare sul tavolo della cucina che prese e avvicinò ad Ice, il quale saltò in aria per la paura.
<< Allontanami quella cosa dalla faccia! >> gli urlò all’amico che sghignazzò divertito, allontanando il Talismano del Gatto.
<< Stramaledetta pietra… quella cosa ha combinato più guai della marmocchia indemoniata. >>
<< Yo dude, non scherzi mica. >>
<< Sapete che vi dico ragazzi? Prima che alla piccola demone le venga la pericolosa idea di usarlo contro di noi, c’è ne sbarazziamo subito. >>
<< Wooooo! Aspetta Ice – man! Pensa bene a quel che fai! >>
<< Non mi dire che hai paura Cobra. >>
<< No cazzo! Ma… Bè… non vorrei essere nei paragi quando si scatenerà l’inferno. Che ne sappiamo che quella roba non esploderà o roba simile? >>
Ice non rispose.
Fissò l’oggetto tra le sue mani e dopo qualche minuto lo posò sul tavolo, preoccupato, rendendosi conto che l’amico aveva ragione.
<< Meglio prendere qualche precauzione… >>
Detto ciò, i tre crearono una barricata con i mobili a disposizione per proteggersi dalla pietra incantata a pochi metri da loro e cominciarono a “studiare” i vari libri di magia nel tentativo di trovare un trucco che li proteggesse da qualsiasi incidente… ma fu praticamente impossibile dato che la maggior parte di quei manoscritti erano scritti in tutte le lingue del mondo, e l’unica che conoscevano era l’inglese.
<< Forse avremmo dovuto studiare di più quando eravamo al monastero… >>
<< Ma chi se ne fotte! L’importante e che ci pariamo il culo! Hai trovato qualcosa invece di dire stronzate? >>
<< Non ne ho idea. Qui è tutto scarabocchiato in greco o in spagnolo… o in chissà quale assurda lingua. >>
<< DJ, sei tu quello che ha studiato. Ci capisci qualcosa? >>
Il ragazzo in questione rispose con un silenzioso no.
<< Ehi, forse ho beccato qualcosa. >>
<< Sputa il rospo. >>
<< Bè… non sono sicuro, bro’. Ho solo capito che una parola dice “difesa”… per quel poco di tedesco che mi è girato di studiare… ma questa roba non mi da fiducia. >>
<< Ma chi se ne frega! Dammi quel coso e mettiamo fine a questa buffonata! >>
<< Aspetta Ice! Potrebbe essere solo una grossa fregatura! >>
<< L’unica fregatura qui è quella di essere presi in giro da una mocciosa! >>
<< Qui ci rimettiamo l’osso sacro! >>
<< Non fare la femminuccia e fammi leggere questo schifoso libro! >>
In tutti i modi Cobra tentò d’impedire al compagno di leggere quel libro d’incantesimi che non gli infondeva alcuna sicurezza, Ice però non aveva intenzione di cambiare idea e in un modo o nell’altro lesse quell’incomprensibile testo.
 
Bastarono poche e mal pronunciate parole per scatenare la magia in esse celate.
L’inchiostro prese fuoco e la copertina divenne incandescente, il duo fu costretto a lasciare l’oggetto che, invece di cadere, rimase sospeso in aria fino a quando non sparò, letteralmente, dei raggi violacei che incenerirono qualunque cosa colpirono. I ragazzi si nascosero nella barricata, proteggendosi con qualunque cosa fosse abbastanza solido mentre i raggi assassini riducevano l’appartamento ad un colabrodo.
Un ultimo potente raggio, sfiorando il Talismano, distrusse l’entrata dell’appartamento, “scaricando” finalmente la pericolosa energia. Attesero qualche minuto prima di uscire allo scoperto, solo quando furono sicuri che più niente potesse ucciderli poterono tirare un sospiro di sollievo nell’essersi salvati.
O quasi.
<< Ma che cazzo avete combinato?! >> urlò Drago, togliendosi di dossi i frammenti di muro.
I tre sussultarono, il loro capo irritato di brutto.
<< Cosa diavolo è questo casino?! Avete per caso deciso di suicidarvi?! >> disse il demone ringhiando.
<< Yo boss, rilassati… È tutto sotto controllo…. >> tentò di giustificarsi Ice.
<< Davvero? >>
<< Certo! Noi… ehm… ci stavamo solo divertendo! Vero, ragazzi? >>
<< Bè, si dia il caso che il vostro “divertimento” abbia colpito in pieno mia sorella! >>
Una sbirciatina alle spalle di Drago dimostrò quel che questo aveva detto: dalle macerie dell’ingresso spuntava una coda bianca biforcuta, quella di Winter. L’Ice Crew dovette trattenersi per non scoppiare a ridere, Strikemaster Ice in particolare visto che si trattava dopotutto di una piccola soddisfazione personale. Drago sospirò nervosamente e lentamente rimosse i detriti per liberare la sorella, bloccandosi improvvisamente con un sussulto.
<< Yo D, you feel alright? >>
<< Direi proprio di no… >>
Preoccupati di aver combinato un casino senza soluzione, si avvicinarono a Drago per aiutarlo, ma ciò che videro fu talmente assurdo che si bloccarono totalmente: la demone, colpita da quel raggio, era regredita allo stadio infantile. Si ritrovarono davanti una bambina di 3 anni circa, con i vestiti troppo larghi per la sua corporatura minuta che si intravedeva a malapena e i tratti del viso più arrotondati, i capelli più lunghi e riccioluti, occhi grandi che si guardavano intorno confusi.
<< Winter… stai bene? >> le chiese Drago, sperando in una risposta positiva.
La piccola rispose bene… forse anche troppo… saltandogli addosso per abbracciarlo e incitandolo a giocare con lei.
<< Ti voglio tanto bene fratellone! >>
<< Oh cavolo… >>
 
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<< Allora? Avete ancora voglia di divertirvi con le cazzate? >> domandò Drago, fissando incazzato i tre ragazzi con la faccia gonfia di lividi e bernoccoli.
<< No boss, ci è passata la voglia… >>
<< Bene. Adesso muovete il culo e cercate tra quei libri un sistema per riportare alla normalità mia sorella, o giuro che v’incenerisco! >>
<< Ma non capiamo un cazzo di questa roba! Ci vorranno secoli prima che riusciamo! >>
<< Vi do tempo una settimana! >>
<< Yo ammasso di squame! Solo perché sei un demone non puoi trattarci come cazzo di pare! >>
Nel bel mezzo della discussione, l’urlo acuto della Winter bambina, travolse come dei birilli al quartetto, mandandoli a gambe all’aria mentre lei incurante continuava a correre dappertutto da una parte all’altra della casa. Oltre a correre e gridare come una pazza, la bambina scarabocchiava i suoi preziosi libri con matite colorate, andava continuamente alla ricerca di dolci e insisteva continuamente nel voler giocare, facendo i capricci fino all’esaurimento.
Oltre ad essere ringiovanita nell’aspetto, anche nella menta la demone era tornata infantile.
Drago aveva tentato inizialmente di riportarla alla normalità con il Talismano, ma l’aura violetta che lo circondava alterava il suo potere; infatti oltre a mancare il bersaglio desiderato, gli obiettivi colpiti a caso invecchiavano di almeno 100 anni oppure ringiovanivano fino allo stadio naturale: ad esempio, un tavolo di legno divenne un tronco d’albero, mentre un armadio si ridusse ad un mucchio di trucioli di legno e polvere. Se avesse colpito un essere umano, probabilmente i danni sarebbero stati simili… o peggio.
Quando Winter fu nuovamente tra i piedi del gruppo, Drago l’acchiappò non appena gli ripassò accanto, afferrandola per la maglietta che le stava troppo larga, facendola ridacchiare divertita.
<< Datti una calmata Winter! Stiamo cercando di farti tornare com’eri prima! >>
<< Voglio giocare a nascondino! E voglio anche un gelato! >>
<< Che l’inferno mi bruci vivo! Non posso credere che stia accadendo una cosa talmente idiota! >>
<< E noi che dovremmo dire? >>
<< Voi tacete perché rischiate solo di prenderne ancora! È colpa vostra se adesso sta succedendo questo! >>
<< Yo yo yo! Abbassa la cresta geko boy! Guarda che è stata la peste a costringerci ad agire così! Se non fosse così pallosa non saremmo arrivati a questo! >>
<< Genio, è una demone! è nella nostra natura tormentare voi stupidi umani! >>
<< A proposito della peste, che fine a fatto? >>
Distratti a discutere, i quattro non si accorsero che la bambina si era allontanata per inseguire una farfalla che aveva attirato la sua attenzione, portandola sul balcone del salone dove la ringhiera era piegata verso l’esterno come una sorta di trampolino, camminandoci sopra con tentennante equilibrio. Non badò al vuoto sotto di sé, l’insetto dalle larghe ali bianche le interessava più di altra cosa, così appariscente ai suoi occhi infantili, tanto che alla fine cadde dopo un saltello improvvisato.
Sia a Drago che all’Ice Crew gli si gelò il sangue e urlarono simultaneamente, MC Cobra corse più velocemente che potè per prendere in tempo Winter prima che atterrasse sull’asfalto, gettandosi all’ultimo secondo per afferrarla.
<< Che bello! È stato divertente! >> disse nella sua ingenuità la bambina.
<< Siete ancora restii a cercare una soluzione? >> domandò Drago agli umani, tentando di mantenere l’autocontrollo per non ammazzarli.
<< Ci mettiamo subito al lavoro boss! Yo Cobra, alza il culo e vieni qui ad aiutarci, e porta anche la combina guai! >>
<< Il tempo di riprendermi amico… >>
Con l’ansia che ancora gli faceva battere il cuore, il ragazzo controvoglia raggiunse il resto del gruppo portandosi dietro Winter bambina. Non fece in tempo ad entrare in casa che questa gli salì sulle spalle accarezzandogli la folta chioma di capelli.
<< Lo sai che sei davvero carino? >>
<< O porca miseria… >>
 
Il pomeriggio sopraggiunse con parecchie difficoltà.
Tra badare a Winter e cercare un incantesimo che la riportasse alla normalità, il tempo trascorse rapido, sfiancando il gruppo che si ritrovò a pezzi. Il più esausto però era Cobra, costretto a badare alla bambina che aveva una vera e propria cotta per lui, incapace di lasciarlo in pace anche un solo istante. Il trio non avrebbe mai immaginato che la piccola peste potesse contenere tante energie.
Drago conosceva bene sua sorella, eppure non poteva non rimanere stupito dalla vivacità di una volta, era come se non l’avesse mai vista in quello stato, e invece se la ricordava benissimo in ogni dettaglio.
Avvertì una specie di senso di colpa, non capiva però per quale motivo.
Di cosa doveva pentirsi? Non aveva fatto niente di “male” nei suoi confronti.
<< Ritiro quello che ho detto: è più pallosa adesso rispetto a prima. >> disse Ice seccato.
<< Totalmente d’accordo. Questo non è affatto cool. >> rispose Cobra, tentando di ignorare la bambina che si divertiva a fargli le treccine nei capelli o agghindarlo con fermagli e cerchietti rosa.
<< Silenzio! Voi continuate a leggere e tu continua a fare il baby-sitter! L’ultima cosa di cui voglio preoccuparmi è della frenesia incontrollabile di mia sorella! >> ruggì Drago furioso.
<< Yo dawg, questa roba non la capiamo. è tutto scritto in maniera assurda. >>
<< Se siete analfabeti non è colpa mia. >>
<< Ehi! >>
<< La sfiga peggiore e che ci stiamo perdendo Halloween. >>
<< Che cos’è “Hello-wiin”? >> chiese innocentemente Winter, incuriosita dalla parola.
<< Si dice “Halloween”, non ti ricordi? È la festa a cui volevi tanto partecipare. >>
<< Cos’è una festa? >>
<< Una cosa in cui ci si diverte. >>
<< E come ci si diverte? >>
<< Ehi nanerottola! Piantala di fare domande stupide! Stiamo cercando di lavorare qui! >> urlò Ice, infastidito dal suo “normale” comportamento infantile. Non appena si voltò dalla parte opposta Winter gli fece le linguacce: la sua antipatia per l’umano non era cambiata.
Ad un tratto, uno stridio di gomme allarmò il gruppo: con cautela si affacciarono all’esterno per scoprire che un furgone per il trasporto edile si era fermato per caricare a bordo detriti e macerie, probabilmente per preparare la zona alla ricostruzione. Drago fece segno di andare via da lì, procedendo verso l’uscita in assoluto silenzio.
Riuscirono ad uscire dall’edificio senza essere visti, corsero via tra le strade fantasma di San Francisco fermandosi solo quando si assicurarono che niente e nessuno poteva trovarli. Ma a metà strada si resero conto che mancava qualcosa.
<< Cazzo! Abbiamo perso la mocciosa! >>
 
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Anche se piccola, Winter non aveva perduto le sue capacità di scappare furtivamente.
Era sgattaiolata a bordo del furgone per scoprire cosa avesse d’interessante, eludendo la sorveglianza dei suoi baby-sitter.
Non trovò nulla a bordo, ma non fece in tempo a scendere, il mezzo venne chiuso con lei dentro e partì tra un sobbalzo e l’altro, trasportandola lontano dalla Vecchia San Francisco, sbattendo contro i rottami caricati all’interno.
Quando si fermò uscì dal furgone mentre i passeggeri attendevano di ricevere cibo spazzatura dal vicino MacDonald Drive, bastarono pochi passi per giungere nel centro della Nuova San Francisco. Ai suoi occhi in quel momento appariva come una città delle meraviglie, ma non per l’avanzata tecnologia, bensì per i festoni arancioni e neri, le zucche spaventose e i mostri che vagavano per le strade decorate con fantasmi fluttuanti e scheletri sorridenti che danzavano a ritmo di Thriller lanciando caramelle. Se fosse stata ancora una ragazza avrebbe subito capito che tutto era solo un mascheramento, da bambina però non poteva far altro che farla sorridere di gioia. Winter era rimasta con il suo aspetto demoniaco, per fortuna la gente pensò che fosse anch’essa mascherata, ricambiando i sorrisi che la bambina rivolgeva a tutti: era davvero felice, ogni cosa era motivo di gioia, soprattutto i dolci che i bambini chiedevano come pagamento, minacciando di lanciare sortilegi alle loro vittime se non accontentati. Seguì un gruppetto di ragazzi che aveva appena guadagnato parecchie delizie con i loro costumi, sperando di avere qualcosa anche lei.
Gli rimase dietro fino a quando a causa della folla non li perse di vista, finendo alla fine per fermarsi.
 
Si guardò intorno.
Tutta quella gente improvvisamente la disorientò.
Guardò i volti mascherati delle persone senza riconoscerne nessuno di familiare.
Nessuno le si avvicinò o si fermò da lei.
Era divertente stare lì, ma voleva che qualcuno a cui teneva venisse a prenderla, che condividesse con lei la festività in corso.
Perché non veniva nessuno? Dov’era suo fratello? Dov’era sua madre? Dov’era suo padre? Perché nessuno si presentava?
Si sentì sola, e cominciò a piangere.
<< Ehi piccola, ti sei persa? >>
Ad un tratto, una giovane donna si fermò da lei. Winter arretrò impaurita dalla sconosciuta, nascondendosi goffamente dietro un lampione, solo quando la donna le offrì una piccola caramella le diede davvero retta.
<< Tieni, ti farà sentire meglio. >> le disse con un rassicurante sorriso.
Winter accettò l’oggetto nonostante la tremarella, mettendoselo velocemente in bocca.
<< Come ti chiami? >>
<< Winter… >>
<< Piacere di conoscerti Winter, io mi chiamo Jade. >>
 
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<< Sparita! Non si trova da nessuna parte! Yo dawg, Io ci rinuncio! Per me può anche essere divorata dai coccodrilli nelle fogne! >>
<< Yeah… così sarà Drago a divorare noi. Non abbiamo altra chance Ice, se non ritroviamo Wikipedia siamo fottuti. >>
<< Come se non fossimo già abbastanza fregati. >>
L’Ice Crew perlustrò San Francisco da cima a fondo, visitando ogni quartiere per trovare Winter. Scovarla nelle attuali condizioni in mezzo a tanti minuscoli bambini mascherati da mostri sarebbe stato tutt’altro che semplice: a prima vista i marmocchi sembravano tutti uguali, chiassosi e scoccianti, con le mani e le bocche imbrattate di cioccolata, sempre in mezzo ai piedi. Trovarseli costantemente nei paragi era una gran scocciatura, per non parlare del loro pesante interesse nel loro aspetto demoniaco. Un ringhio bastava a farli scappar via in lacrime, ma prima di rallegrarsi nell’essersi sbarazzati in quelle petulanti scocciature dovettero prima esaminarle per assicurarsi che tra di loro ci fosse Winter.
<< Ricordatemi di prenderla a calci non appena la becchiamo. >>
<< Se ci riusciamo. Piccola com’è può essere sparata ovunque. >>
<< Yo dawg, che ti aspettavi da una pulce? Non sanno far altro che rompere le palle. >>
<< E voi contribuite altrettanto a romperle a me. >>
I tre sussultarono sentendo all’improvviso il fiato caldo di Drago sui loro colli.
Il demone era proprio accanto a loro, con le braccia incrociate e lo sguardo serio, la coda che saettava avanti e indietro.
<< L’avete trovata? >> si limitò a chiedere.
<< Diamine, no. >>
<< Ho assolutamente bisogno di lei! È l’unica che può aiutarmi a recuperare il Chi! >>
<< Yeah… brutta storia avere una sorella. >>
<< L’hai detto amico. >>
<< Non m’interessano i vostri commenti personali del cazzo! Muovete il culo e risparmiate il fiato per trovare mia sorella! Anche tu Fist… ehi! Sto parlando con te, “chiacchierone”! >>
Il silenzioso DJ Fist non udì la chiamata, era concentrato su qualcos’altro: seguendo con lo sguardo quel che tanto distraeva il ragazzo, notarono che poco distante c’era una ragazza alta e snella, pelle chiara e occhi castani, capelli neri a caschetto che avevano due lunghe ciocche sulla fronte e lineamenti del viso orientali. Se fosse stata una ragazza qualunque, il trio non avrebbe esitato a tentare un approccio per apparire più fighi, ma la familiarità che Drago trovò del suo volto li frenò a compiere una simile azione.
<< Jade Chan… >> disse Drago con un filo di voce, ruggendo a denti stretti.
<< Che cosa hai detto Boss? >>
<< Quella è la nipote del mortale che mi ha esiliato anni or sono: Jade Chan. >>
<< La marmocchia?! Whoooo! Stai scherzando D – man?! Come diamine ha fatto a crescere in questo modo?! >>
<< Yeah, è assurdo! >>
<< Siamo nel futuro imbecilli, è ovvio che sia cresciuta. >>
<< Oh, giusto! Ma… Yuck! Devo togliermi dalla testa quello che ho pensato poco fa! >>
<< Possiamo dire addio alla nostra tranquillità! Quella è sempre stata in mezzo ai piedi fin da quando ci siamo incontrati! >>
<< Yo boss, anche prima di far “ ritorno al futuro” vi siete già scontrati? >>
<< Questi non sono affari che vi riguardano. Adesso sloggiamo prima che ci scopra. >>
<< Ehm… temo che dovremmo restare più a lungo del previsto… >>
Bastò una sola occhiata per far comprendere al demone il significato di quelle parole: la cinese non era da sola, a farle compagnia c’era Winter, mascherata da strega costituito da un abitino viola tappezzato da fiocchi rosa e un largo cappello a punta nero con attaccato con minuscolo ragno di gomma.
<< Che cavolo ci fa la shrimp con quella ficcanaso? Non odiava a morte noi umani? >>
<< Evidentemente l’ha dimenticato. Quando aveva questa età non li conosceva nemmeno. >>
<< Ed è una grossa fregatura? >>
<< Enorme. Potrebbe cominciare a credere di essere una di voi. >>
<< Cosa che manderebbe in bestia qualsiasi demone, giusto? >>
<< L’hai detto! Non permetterò che un eresia simile accada! >>
 
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Ma tra dire e il fare c’era di mezzo… la polizia.
Jade Chan faceva parte di una particolare forza militare chiamata “Sezione 13”, dedita alla sicurezza di San Francisco e pronta ad intervenire in situazioni di pericolo maggiore che la polizia non poteva risolvere.
Una sorta di FBI segreto.
Fin da bambina aveva sempre avuto uno spiccato senso per l’azione, dotata di coraggio e astuzia che per i suoi coetanei dell’epoca era cosa rara, finendo spesso nei guai insieme ai suoi zii. Diventata adulta era maturata e diventata più saggia, ci pensava bene prima di compiere un azione che avrebbe potuto mettere in pericolo lei o i suoi colleghi.
Oltre alle tipiche e pericolose missioni militari, non le dispiaceva di tanto in tanto fare la “boyscout” e aiutare i cittadini con i loro semplici problemi quotidiani, come nel caso di quella bambina trovata per caso.
<< Mi piace tanto questo costume! >> disse la piccola felice.
<< Mi fa molto piacere. Fai attenzione però a non rovinarlo, perché altrimenti non riusciamo a spaventare le persone. >>
<< Mi piace spaventare le persone! È divertente! >>
<< Davvero? Allora riuscirai ad avere tanti dolci! >>
<< Si! Che bello! Non vedo l’ora! >>
La felicità della bambina era qualcosa che Jade adorava, non poteva fare a meno di sorridere a sua volta. Le dispiaceva che si fosse perduta, ma la sua compagnia non le dispiaceva affatto.
Poco distante, altri ascoltavano i discorsi delle due ragazze, di tutt’altro umore.
<< “Si, che bello! Non vedo l’ora!” Bleah! disgustoso! Odio questo stupido entusiasmo da femmina! >>
<< A me fa venire il voltastomaco pensare che una mocciosa di 10 anni sia diventata una simile stangona… >>
<< Insomma, volete stare zitti un secondo? Io sto cercando di lavorare qui! Devo recuperare mia sorella prima che la Chan scopra che è una demone! Non ho intenzione di venire esiliato di nuovo! >>
Si, decisamente i quattro non erano dell’umore adatto.
Il pedinamento fu lungo e sfiancante, tentarono più volte di acchiappare la bambina ogni qual volta si presentava a tiro, ma senza successo, finendo spesso di fare brutte figure o di farmi male nella maniera più ridicola possibile. Sorbirsi una simile tortura fu un’impresa, cadere dall’orlo dell’esasperazione era incredibilmente facile.
La piccola Winter nel frattempo si divertiva insieme alla sua compagna di giochi, raccogliendo dolci e caramelle da ogni parte, talvolta usando senza volerlo la sua magia o il suo Chi da demone in momenti, per fortuna, in cui nessuno la stava a guardare. Dopo una lunga ed estenuante camminata, finalmente il duo decise di fermarsi per riprendere fiato con grande gioia dei maschi: la cinese aprì lo sportello di una grossa jeep e fece salire a bordo la bambina mentre rispondeva alla chiamata del suo cellulare, allontanandosi di qualche passo dal veicolo per parlare con chi l’aveva chiamata.
<< è il momento. >>
Drago attirò l’attenzione della sorella lanciando contro il finestrino una piccola fiammella; non appena si accorse della sua presenza cominciò a saltellare e ad urlare entusiasta, salutandolo energicamente dall’interno del veicolo. Si avvicinarono con passo felpato per non essere scorti dalla ragazza, rimossero delicatamente il vetro per farla uscire e non appena fu tolto, questa si lanciò fuori per saltare addosso a Cobra, proprio sulla faccia.
<< Toglietemela di dosso yo! Sembra uno dei “cosi” di Alien! >>
<< Non urlare idiota! Vuoi farci scoprire proprio ora? Filiamo prima che ci scopra! >>
 
Un’altra veloce corsa e si ritrovarono da tutt’altra parte.
Confusi con il resto dei finti mostri, poterono in tutta tranquillità sedersi sulla panchina di un parco e riprendere fiato, sicuri di essere lontani da occhi e orecchi indiscreti.
<< Yo dawg, c’è mancato poco. Chissà per quanto ancora saremmo così fottutamente fortunati. >>
<< Finchè non scoprono la nostra esistenza, e mia sorella non combina qualche altro guaio , ancora per qualche tempo possiamo stare tranquilli. >>
<< Sempre se ci va di lusso. >>
<< Già… dobbiamo assolutamente darci una mossa… ehi, che fine ha fatto Cobra? >>
Ice e DJ indicarono alle loro spalle l’amico che sfuggiva alle “grinfie” di Winter che lo inseguiva dappertutto. Nonostante la super velocità, il ragazzo non era incapace di seminare la bambina che riusciva, incredibilmente, a stargli dietro senza problemi, riuscendo così ogni volta ad acchiapparlo.
<< Per favore D – man, prenditi questa piccola pazza per qualche ora… io mi dimetto dall’incarico di baby-sitter. >>
<< Lo farei se mi desse ascolto. È totalmente cotta di te. >>
<< Ti prego… non la reggo più… >>
<< Winter, lascialo stare. Non ha tempo per giocare. >>
<< No! Voglio stare con lui! >>
<< Io ci ho provato Cobra. >>
<< Che palle! >>
Cobra rimase a terra demoralizzato, mentre la bambina lo strapazzava interrottamente di coccole.
Improvvisamente la bambina, con gran felicità del ragazzo, decise di cambiare bersaglio e di concentrarsi su un gruppo di bambini che giocava lì vicino, ma venne “placata” da Drago che la trascinò all’indietro, bloccandola in piedi con una sola mano.
<< Non azzardarti ad allontanarti da me un’altra volta! Mi hai fatto prendere un colpo quando sei scomparsa! >>
<< Ma io volevo solo giocare con i mostri. >>
<< Scordatelo! Adesso si torna a casa e senza fare storie! >>
<< Non è giusto… >>
<< Senti Winter, non abbiamo intenzione di perdere tempo solo per i stupidi giochi. Quindi piantala di fare capricci, chiaro? >>
<< Tu sei antipatico, faccia di lucertola. >>
Ice, Cobra e Fist trattennero le risate a stento, soprattutto quando Dragocominciò a rincorrere Winter per fargliela pagare.
Per un soffio riuscì a prenderla, ma fu un’ardua impresa trovare la forza di trattenerla mentre questa gli mordeva le mani, gli graffiava la faccia o lanciava alitate di ghiaccio, con la ferocia di una tigre selvatica. Ad un tratto, il gelo prodotto dal ghiaccio della demone gli fece venire i brividi e improvvisamente fu costretto a starnutire, producendo delle ardenti fiamme dalle narici che colpirono direttamente la bambina, bruciacchiandole la faccia e incenerendole completamente il cappello da strega.
I due si scambiarono uno sguardo perplesso, gli umani invece si zittirono di colpo, gli occhi della bambina rapidamente si riempirono di lacrime, assumendo una smorfia di tristezza.
<< Oh no… oh no… non provarci nemmeno. Non ti azzardare… >> disse il demone, capendo cosa le stava prendendo.
Fu del tutto inutile.
Winter scoppiò a piangere, mettendo in allarme i ragazzi che tentarono di calmarla.
Nessuno di loro sapeva trattare con i bambini, non avevano la più pallida idea di cosa fare per farla smettere di piangere, agitandosi inutilmente. Drago la riprese tra le sue braccia pregandole di acquietarsi, imbarazzato dagli sguardi delle persone che passavano da quelle parti, col passare dei minuti le sue grida e a quel punto si vide costretto a sfruttare l’unico rimedio efficace: a bassa voce cominciò ad intonare una specie di ninnananna in cinese, appoggiando la testa della sorella sul suo petto mentre dolcemente la dondolava tra le sue braccia. Poco alla volta Winter cominciò a rilassarsi, il suo pianto andò piano piano spegnendosi seppur qualche lacrimuccia continuava a spuntare, arrotolando la coda intorno al braccio del fratello e afferrando con le piccole mani quelle che la cullavano.
Notando che si stava calmando, un gelataio lì vicino fece venire a Drago lo spunto finale per mettere fine al guaio che aveva combinato: rubò di nascosto una gigantesca coppa di gelato che immediatamente attirò l’attenzione della bambina che smise di singhiozzare, esaminando con curiosità la coppa di vetro su cui erano sistemate quattro sfere di gelato di diversi gusti ricoperte da scaglie di cioccolata e caramello; fino a quando con esitazione non prese il cucchiaio e cominciò ad assaggiare la delizia gelata.
<< Brava ragazza. >> le disse, accarezzandole la testa.
In quel momento il demone si rese conto del sospettoso silenzio alle sue spalle, sospirando seccato.
<< Il primo che si azzarda a commentare questa cosa lo ammazzo. >> sibilò, voltandosi verso i gangster che avevano assistito all’interna scena senza dire niente.
Si guardarono tra loro cercando di non dire niente, allertati in maniera in particolare da Drago che si teneva pronto a ruggire fuoco e fiamme.
<< Comunque bella mossa. >> disse rapidamente Cobra.
<< Ho detto di non fare commenti! >> urlò Drago infuriato.
<< Yo dawg! Ho solo detto che sei stato in gamba! >>
<< Stai zitto! >>
<< Qual è il problema boss? Ti vergogni di mostrare simpatia per la sorellina? >> disse Ice ironicamente.
<< Ti avverto. Ancora una parola e non rispondo più delle mie azioni. >>
<< O yeah? Perché? Altrimenti cosa ci fai, faccia di lucertola? >>
Un potente ruggito scosse l’aria come un terremoto, e non era Drago.
Chiunque si trovasse nei paragi sobbalzò colto di sorpresa da quel verso disumano.
In seguito la terra si spaccò in larghe fessure permettendo l’improvvisa uscita di centinaia di enormi esseri mostruosi simili a sanguisughe per la bocca rotonda munita di numerosi denti appuntiti, ricoperti di scaglie violetto scuro da cui spuntavano sottili tentacoli. Il panico fu immediato, la popolazione fuggì alla vista di quegli esseri che spuntarono dappertutto uno dietro l’altro da sotto i loro piedi e che si gettavano a capofitto tra di loro.
In quella chiassosa cacofonia, Drago e Winter non reagirono in alcuna maniera particolare, rimasero impassibili e fissarono quasi con noia quella parata mostruosa.
<< Sta succedendo l’ira di dio e voi due ve ne state altamente fottendo? >> disse Ice incredulo ai due demoni.
<< Non c’è nulla per cui agitarsi. Non sta accadendo realmente. >> rispose Drago impassibile.
<< Ma di che cavolo stai parlando?! >>
Il demone in quel momento pronunciò parole incomprensibili, dalla mano generò tre piccole sfere di fuoco che, una volta mutato il colore di un chiaro blu, le lanciò dritto negli occhi del trio che imprecò per il bruciore. Per qualche minuto non furono in grado di vedere alcunché, poco per volta la vista dapprima nebulosa ricominciò a focalizzare nuovamente le forme e i colori, solo con una grossa differenza: i “vermi” erano spariti, lasciando posto a delle specie di globi argentati che si muovevano con agitazione tra le persone, irradiando una pallida luce.
<< Che accidenti sono quei “cosi”? >>
<< “Fuochi fatui”, strumenti magici creati dai maghi medievali per ingannare le menti dei nemici. Venivano usate solitamente per allontanare dai luoghi sacri i miscredenti, ma nel corso dei secoli sono stati in seguito usati come strumenti di tortura o di guerra. >>
<< Quindi quei bestioni non sono reali… ma voi come mai non siete andati fuori di testa? >>
<< Sono trucchi realizzati per gli umani, non i demoni. Su di noi non sortiscono alcun effetto. >>
<< Grazie per la lezione prof, adesso sarà così gentile da spiegarci da dove cazzo vengono fuori? >>
<< E che ne so io? La cosa non m’interessa. Chiunque sia può fare quello che vuole, basta che non mi rompa le palle. >>
<< Yo dawg, mi sa proprio che non verrai accontentato. Guarda chi arriva. >>
Con un’occhiata, Drago fece in tempo ad accorgersi che stava passando da quelle parti Jade, armata fino ai denti. Drago balzò in piedi sfoderando gli artigli e ruggendo minacciosamente, ma la ragazza non lo notò nemmeno, cambiando direzione all’ultimo momento per proseguire da tutt’altra parte. La prima cosa che avrebbe potuto pensare era che stesse cercando di fermare quelle illusioni, ma il suo sesto senso però lo avvertì che le apparenze spesso ingannano.
 
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Jade aveva richiesto l’intervento dei rinforzi non appena quei mostri avevano fatto la loro comparsa.
I suoi uomini erano già all’opera nella zona per eliminare la minaccia e salvare i civili, ma nonostante l’uso massiccio delle armi quei maledetti non si fermavano, nemmeno un proiettile scalfiva il loro corpo. Jade era preoccupata… non solo per la drammatica situazione, ma soprattutto per quella bambina che aveva incontrato e che qualcuno aveva portato via dopo un breve attimo di distrazione…
Si sentiva tremendamente in colpa per non averla controllata con più sicurezza.
La immaginava terribilmente spaventata, nascosta chissà dove in quel caos.
Mantenendo la calma con difficoltà, proseguì la lotta sperando di cambiare le cose.
 
Improvvisamente due grossi vermi le sbarrarono la strada, costringendola a fuggire: imboccò stretto vicolo per non venire uccisa, per fortuna quei bastardi rimasero bloccati all’inizio della strettoia, consentendole di allontanarsi e non finire divorata, trovò una scappatoia nello stretto spazio formato tra la vicinanza di due edifici, ci strisciò in mezzo trattenendo il fiato e spuntò dall’altra parte dell’isolato, dove si trovò davanti un uomo dai lunghi baffi arancioni e la veste gialla.
<< Signore, non dovrebbe stare qui, questo luogo non è sicuro. La città è sotto attacco. >> disse la ragazza provando a condurre lo sconosciuto via da lì.
<< Ho notato signorina, ma non si preoccupi, non sono affatto spaventato. >>
<< Mi fa piacere saperlo, ma devo comunque scortarla in un qualsiasi rifugio. Io sono… Hargh! >> il colpo che Jade sentì di lato al collo fu talmente doloroso che perse i sensi all’istante, accasciandosi al suolo di colpo.
<< Spiacente, non prendo ordini dagli umani. >>disse Lanet Kum soddisfatto, ritirando gli artigli impregnati di veleno. Alcune gocce scivolarono lungo il collo della donna dissolvendosi dopo qualche minuto, il liquido non l’avrebbe uccisa, solo paralizzata per qualche ora. Uno dei globi illusori si avvicinò al mezzo demone per appoggiarsi delicatamente sul palmo della sua mano, interrompendo la luce stregata di cui risplendeva.
<< Non potevo desiderare un risultato più perfetto di questo. Rubare queste artefatti a quegli sciocchi stregoni, mille anni fa, è servito a qualcosa alla fine. adesso prendiamoci la meritata ricompensa… >>
<< Da quando l’immondizia merita ricompense? >>
Lanet s’incupì di colpo, strinse la sfera con una forza tale che la distrusse.
Si morse le labbra per la rabbia mentre si voltava verso il giovane demone apparso alle sue spalle.
<< Fiutato l’odore della carne fresca femminile, non è vero? >>disse con un tono di malizia Lanet, per mascherare la sua scocciatura.
<< Preferisco tutt’altro genere di carne, quella orientale non la digerisco. >> replicò Drago, ben poco propenso alle battute.
Drago aveva seguito Jade fino a quando non si era scontrata con Lanet.
All’inizio non aveva capito perché fosse tanto interessato alla ragazza, dopo una lunga riflessione si rese conto che era più preziosa di quanto immaginasse: Jade era uno dei contenitori del Chi del Demone, la prima ad esserne venuta a contatto. Si era scordato che quella strega aveva qualcosa che a lui serviva, forse era per questo che non aveva ancora avuto una visione su di lei, l’odio che nutriva nei suoi confronti dopo anni passati ad rincorrersi a vicenda gli faceva desiderare di non doverla mai più trovare sulla sua strada.
Ma visto che custodiva un Chi… tanto valeva approfittarne finchè ne aveva la possibilità.
E il mezzo sangue non lo preoccupava affatto.
<< Allora non ti dispiacerà se mi gusto io questa raffinata prelibatezza. È raro trovare al giorno d’oggi un bocconcino così succulento e… seducente. >>
<< Per me puoi farci quello che vuoi, ma il ripieno che ci sta dentro è mio. >>
<< Scordatelo ragazzino: mia la ragazza, mio il Chi. >>
<< Prova ad impedirmelo se ci riesci. >>
Lanet Kum era pronto ad attaccare quando improvvisamente la voce stridula di Winter non lo bloccò, rimanendo basito nel vederla saltare addosso al fratello in quella forma infantile.
<< Io non voglio stare con naso di patata! È antipatico! Voglio giocare con te! >> disse la bambina, riferendo ad Ice.
<< Che cosa curiosa. Devo ammettere che in vita mia non ho mai visto niente di così assurdo. >> commentò il mezzo demone veramente sorpreso.
<< Non sono affari che ti riguardano, immondizia! Fatti i cazzi tuoi! >>
<< Come desideri. Allora tornò al mio lavoro tranquillamente, sapendo di non averti tra i piedi. >>
<< Non te lo permetterò! >>
Con una gioiosa risata Lanet prese Jade, realizzando con sabbia finissima una specie di biga con tanto di cavalli su cui salì e partì, inseguito da Drago che, nonostante la sorella che gli si era avvinghiata intorno al collo, lo inseguì grazie alla sua velocità inumana.
 
Ignorando gli umani che ancora scappavano da una parte all’altra in preda alle allucinazione, l’inseguimento tra i due demoni proseguì.
L’Ice Crew seguiva i due esseri infernali che correvano ad una velocità paragonabile a quella di una macchina di Formula 1, riuscendo a stento a stargli dietro solo grazie all’ausilio di una Jaguar pur di non perderli di vista, nonostante il potere del demone che era in loro non erano in grado di competere al loro livello.
La biga di Lanet Kum si faceva largo del traffico facilmente, i cavalli di sabbia riuscivano a spostare i veicoli con una facilità incredibile, senza bisogna della guida per orientarsi in città. Con entrambe le mani libere potè generare dei vortici di sabbia dalle braccia nel tentativo di togliersi di torno Drago, agitandoli come delle fruste o delle mazze; il demone puro sangue invece al momento poteva solo schivare gli attacchi a lui diretti, intralciato soprattutto dalla presenza di Winter.
Corsero a lungo con l’apparente vantaggio del mezzo sangue, la sua vittoria parve sicura quando materializzò una trivella che lo centro in pieno.
Fu in quel momento che, con la guardia abbassata, Drago apparve dal nulla cogliendolo di sorpresa, ingigantito grazie al Chi del Demone della Montagna, colpendo con le braccia enormi il veicolo avversario, ponendo fine all’inseguimento.
Si erano fermati a Union Square, la piazza centrale di San Francisco, Lanet Kum rotolò a terra tentando di frenare con gli artigli; quando finalmente si fermò vide che la ragazza asiatica era a soli pochi metri da lui, abbastanza vicina per poter provare ad assorbire il Chi contenuto al suo interno. Il tempo di allungare il braccio e Drago glielo schiacciò, il dolore fu atroce e lo scricchiolare delle ossa lo descriveva perfettamente, suono che alle orecchie del puro sangue era qualcosa di estasiante.
<< Il gioco è bello quando dura poco. Arrenditi e ti risparmierò la tremenda tortura che meriti. >>
<< Ho sopportato torture peggiori di questa, figlio di Shendu. ARGH! >> disse Lanet, cercando di mantenere l’orgoglio e sopportare il dolore.
<< Questo vuol dire che mi divertirò ancora un po’ a schiacciarti le ossa. >> disse Drago compiaciuto dall’idea.
<< Tu sei proprio come tuo padre: presuntuoso e megalomane. Per questo farai una fine miserevole come lui! >>
<< Non osare paragonarmi a mio padre! >>
Furioso per quell’insulto, Drago liberò Lanet e unì le mani in un pugno per schiacciarlo.
Bastò quell’attimo per Lanet per allontanarsi e colpire sullo stomaco Drago con una forza tale che il Chi che stava sfruttando ebbe all’istante termine, riportandolo alle sue dimensioni normali.
Il dolore non si avvertiva nemmeno, ma quel gesto il dragone non lo digerì e ingaggiò presto battaglia con il suo simile, lottando disordinatamente a causa dell’insulto che lo aveva paragonato a suo padre.
Non sarebbe mai stato come lui.
Non sarebbe mai diventato un bastardo traditore.
 
Winter, senza essere notata, si avvicinò a Jade tentando di svegliarla, chiamandola e spingendola a ripetizione.
Drago le aveva detto di rimanere nascosta, ma la signorina dai capelli neri le era simpatica e voleva ancora giocare con lei.
Ogni tanto si fermava per seguire la battaglia senza capire davvero che cosa stesse accadendo, ben poco le interessava, quella tremenda confusione non riusciva ad avere senso per lei. Il fuoco rovente del fiato di Drago fondeva le mattonelle della pavimentazione della piazza, il sangue di Lanet emanava un tale olezzo da far storcere il naso. Nel bel mezzo dello scontro sopraggiunse L’Ice Crew gettandosi nella mischia, divenne un 4 contro 1 che però non cambiò le sorti del duello, il mezzo demone realizzò fece esplodere la terra come se fosse stata accesa una carica di dinamite sfruttando chissà in quale modo il controllo della sabbia che brillava come polvere da sparo, scaraventando tutti quanti in aria.
Winter rotolò su se stessa parecchi metri prima di fermarsi, scontrandosi contro un’aiuola.
Le venne subito da piangere, subito cominciò ad intonare la canzone che suo fratello le aveva cantato.
Quel brutto signore… era tutta colpa sua.
<< Bastardo! Questa me la paghi! >>
<< Non avrai una simile soddisfazione, te lo posso garantire. >>
<< Quando ti vedrò strisciare ai miei piedi ti pentirai di essere stato così sfrontato con me! >>
La rissa tra i due esseri infernali sarebbe scattata nuovamente se Winter improvvisamente non si intromise fra i due.
I grandi occhi rossi della bambina brillavano intensamente, la coda ritta e le braccia avvinghiate ancora intorno alla testa. Ringhiando debolmente corse verso il mezzo demone ruotando le braccia, a questo bastò bloccarla con un piede appoggiato sulla fronte, fissandola impassibile con le braccia incrociate.
<< Di tutte le cose assurde che ho visto nella mia vita immortale, questa è sicuramente la più incredibile. >> disse Lanet annoiato.
<< Cattivo! Cattivo! Cattivo! Tu sei cattivo con il mio fratellone! >> gridava la piccola.
Una spinta fece rotolare Winter verso Drago, il demone la rimproverò per il suo intervento indesiderato, bloccandosi quando si rese conto che quel gesto non era dettato da semplice infantilismo… ma da qualcosa di peggio.
Uno dopo l’altro fiocchi di neve scesero dal cielo che si rannuvolò rapidamente, volteggiando con grazia nell’aria prima di atterrare e sciogliersi, fino a quando il freddo vento che sopraggiunse non gli permise di rimanere intatti e di emanare la loro gelida essenza. La neve ricoprì velocemente il terreno con un manto bianco, la temperatura si abbassò rapidamente lasciando tutti confusi dal nuovo evento, solo il farfugliare preoccupato di Drago fece capire che cosa stava accadendo: Winter era avvolta da un’aura azzurra che emanava particelle luminose che si innalzavano nel cielo trasformandosi in batuffoli di nuvole carichi di neve, non stava per piangere, al contrario era assai arrabbiata, tremava e sibilava come un serpente a sognali, aspetto che nel suo attuale stato poteva far ridere.
<< Yo! La shrimp si è offesa! >> disse ironicamente Cobra.
<< Non… insultatela… >> gli disse Drago sottovoce.
<< Ehi boss, che ti scombussola? Guarda che faccia! Fa ridere! >> continuò a dire Ice.
<< Io… non ho… voglia di ridere… adesso… >>
<< Perché mai dawg? Qual è il problema? >>
<< Il suo Chi in questa forma è dannatamente instabile… >>
Quasi come se avesse atteso quelle parole, Winter cominciò ad urlare e una tempesta di ghiaccio esplose nell’atmosfera, il suo corpo sprigionava neve e ghiaccio sotto forma di aguzze schegge che rischiarono di infilzare i presenti, persino Lanet Kum rimase scioccato e venne proiettato lontano dal vento glaciale generato, imprigionando qualunque cosa in una prigione di ghiaccio azzurro e bianco.
Drago la prese tra le sue braccia tentando di calmarla ma la bambina non sentiva ragioni: era furiosa, si dimenava e scalciava come una pazza.
<< Falla smettere D – man! Qui rischiamo di tornare all’Era Glaciale! >>
<< E anche di finire con le chiappe congelate! >>
<< Ci sto provando razza di seccatori! Provate voi a calmare una demone di 3 anni! Nemmeno mia madre riusciva a tranquillizzarla quando scattava! >>
<< Ma non ti è già successo che desse noia in questo modo?! >>
<< Certo che si! Ma col tempo non si era più manifestata! Chi cavolo se lo aspettava che sarebbe esplosa in questo modo?! Non mi ricordo più come la calmavamo! A meno che… ehi Cobra, tu gli stai simpatico! Datti da fare invece di startene con le mani in mano! >>
<< E che cazzo dovrei fare secondo te?! >>
<< Qualunque cosa che non ci faccia diventare pupazzi di neve! >>
<< Fai tu qualcosa invece di rompere le palle a me! >>
<< Volentieri. >>
Assicurandosi che la bambina li stesse guardando, Ice afferrò Cobra e lo gettò su un cumulo di neve, lasciando sulla superficie candida l’impronta del suo corpo.
Winter si fermò, fissando Cobra uscire dal cumulo completamente blu e tremante, il quale si lanciò subito dopo sul compagno per fargliela pagare, DJ però con uno sgambetto lo fece finire sulla strada ghiacciata, scivolando così e andando a sbattere contro un lampione. Una risatina sfuggì dalle labbra della bambina, la tempesta parve un poco calmarsi, ma i suoi gelidi effetti si facevano ancora sentire. Drago, DJ e Ice rincararono la dose senza badare al fatto che Cobra li stava odiando per la serie di brutte figure che stava facendo, prendendolo in giro fino a quando la bambina non cominciò a ridere felice, divertita da quello spettacolo improvvisato, e più rideva più il ghiaccio si scioglieva, la temperatura si alzava e il caldo prese il posto del freddo.
Solo a quel punto decisero di dar tregua al ragazzo.
<< Seccatura risolta. >> disse Strikemaster Ice.
<< Vaffanculo Ice… >> replicò l’altro.
Un problema era risolto e un altro si ripresentava: Lanet Kum apparve da un cumulo semi sciolto di neve e prese Jade. Durante la baraonda si erano completamente dimenticati di lui, la luce bluastra che lo circondava lo allarmò.
<< Avresti dovuto approfittare della confusione per sconfiggermi, figlio di Shendu, invece di preoccuparti per la tua cara sorella! Sterminerò te e i tuoi patetici seguaci! >>
<< Nessuno insulta il mio fratellone! >> urlò improvvisamente Winter, facendo la linguaccia al mezzo sangue, creando dal nulla proprio davanti a lui un’enorme blocco di ghiaccio tempestato di punte che gli fece schiantare addosso lanciandolo come un proiettile. Il mezzo demone venne spinto contro un grattacielo a causa del “proiettile”, Jade a terra con il Chi che dava segni di voler uscire, interdetti i ragazzi fissarono la bambina, increduli che fosse stata capace di una cosa simile.
Un lamento li avvisò che Jade si stava risvegliando.
Drago, seppur riluttante di doversi avvicinare all’umana che più odiava al mondo, doveva sfruttare quel momento per recuperare il Chi del demone.
 
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Jade si svegliò con un tremendo mal di testa.
Il collo le faceva male, toccandosi la zona indolenzita si rese conto che sanguinava leggermente.
Non aveva la più pallida idea di cosa le fosse successo.
Si guardò intorno, rendendosi conto di trovarsi da tutt’altra parte da cui ricordava di essere andata, trasalì quando si rese conto di essere assistita dalla bambina che aveva trovato smarrita per strada e un ragazzo, sconosciuto, dalla pelle ambrata e i luminosi capelli biondi e rossi dalla pettinatura che sembrava ispirata da quella del famoso cantante Billy Idol.
<< Sta bene? >> le chiese lo sconosciuto.
<< Credo di sì… >> riuscì a dire lei a malapena.
<< Deve stare più attenta a dove mette i piedi, ha preso una bella botta con quella caduta. >>
<< Caduta? >>
Jade non ricordava niente del genere, solo mostri dappertutto e una confusione assurda.
Quando diamine era caduta?
Il ragazzo l’aiuto a mettersi in piedi, la bambina le abbracciò una gamba dicendole di essere felice di vederla.
<< è stata gentile a prendersi cura di mia sorella. Quando l’ho persa di vista mi ha fatto preoccupare. >>
<< Questa bambina è tua parente? >>
<< Si, lo so: non ci assomigliamo. Ma non è colpa mia, parli con i miei genitori. >>
La bambina ridacchiò divertita, facendosi prendere in braccio dal fratello.
<< Mi dispiace, non volevo essere indiscreta. è solo che… oggi è stata una giornata molto pesante. >>
<< La capisco benissimo. >>
<< Bè… allora posso stare tranquilla, adesso che so che è al sicuro. >>
<< Spero non le abbia fatto perdere tempo prezioso. >>
<< Oh no, al contrario, è stato un piacere prendersi cura di lei e…. lo sa? Ha una faccia familiare… ci siamo già incontrati? >>
<< Temo di no, altrimenti ricorderei un viso carino. >>
Jade arrossì al complimento, distogliendo lo sguardo da quel ragazzo che le sembrava di aver già visto. Anzi, il suo sesto senso le diceva che era proprio così, ma stordita com’era il solo pensare le faceva venire le vertigini.
Prima di andare via, saluto la bambina accarezzandole dolcemente il viso, provando in quel momento una specie di brivido che percosse tutta la schiena.
Breve ma intenso.
Probabilmente, pensò lei, stava prendendosi l’influenza o qualcosa del genere.
Osservò fratello e sorella allontanarsi dalla piazza, addolcita dalla figura della bambina che si assopì poco dopo in braccio del parente, domandandosi se un giorno li avrebbe rivisti.
 
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<< Allora? >>
<< Non ha sospettato nulla. Fortuna che mia sorella ha voluto condividere il suo potere di trasformazione umana. >>
<< Ma tu non ne sei capace D-man? >>
<< Mi rifiuto di imparare una simile tecnica. >>
<< Oppure non ne sei capace? >>
<< Oggi avete proprio voglia di morire voi tre. >>
<< Ricevuto: niente più domande. Il Chi piuttosto? >>
<< Recuperato. Adesso il potere del Demone del Vento è mio. >>
<< Yo ragazzi, quindi finalmente si parte per tornare a casa. >>
<< Errore, dobbiamo ancora riportare mia sorella alla normalità. O preferite fare i baby–sitter a vita? >>
<< Ma nessuno di noi è Harry Potter! Ci vorrebbe un miracolo per risolvere questo casino! >>
Prima di poter discutere seriamente, un alone luminoso avvolse Winter, nel frattempo addormentata tra le braccia di Drago: il suo corpo cominciò a crescere, il costume che indossava si stava strappando in vari punti, prima che si vedesse troppo il demone si levò la giacca e avvolse in tempo il corpo della ragazza quando fu all’apice della trasformazione, ritornando finalmente una quindicenne.
Notando gli sguardi stupiti degli umani, gli mollò una serie di calci.
<< Ehi dawg! Perché cazzo ci hai spaccato la faccia?! >>
<< Se fissate ancora mia sorella con quegli occhi da pervertiti vi faccio fuori in un istante. >>
<< Cosa?! Non ci credo D-man: sei geloso di tua sorella! >>
<< No, non sono geloso. Ma non permetto che si guardi mia sorella. >>
<< Yo dude, sei strano con quell’aria da fratello protettivo! >>
<< Piantala! >>
<< Se non vuoi parlare della pulce dicci almeno come te la spassavi con la Chan. >>
<< Io non avevo una relazione con lei. >>
<< Nessuno l’ha detto dude, io ti ho solo chiesto che cosa facevi. >>
<< Forse Wikipedia lo sa. >>
<< Ho detto di finirla! >>


PERSONAGGI:
Jade Chan. Questa ragazza è uno dei protagonisti principali del cartone animato le Avventure di Jackie Chan, solo che qui appare nella versione adulta mentre nel cartone animato è una bambina di 10-13 anni.
Come già detto, Jade del futuro lavora in una specie di agenzia segreta e Drago ( come viene svelato nell'episodio nella quale appare per la prima volta in questo modo ) è il suo principale antagonista. Nel futuro, Jade è costretta a fuggire perchè Drago è riuscito a evocare tramite un incantesimo di suo padre un esercito di mostri che da sola non è in grado di sconfiggere: i suoi parenti sono stati catturati e offerti come pietanza a Shendu per l'imminente risveglio. La ragazza è costretta a tornare nel passato per impedire che questo avvenga e per farlo deve trovare dei denti di drago capaci di ridare corpo al padre di Drago, ma quest'ultimo la insegue e tenta in tutti i modi di fermarla. 
Alla fine riesce a fermarlo e lo lascia nel passato, affinchè il suo tempo sia finalmente salvo.
Da bambina era una continua combinaguai e non esitava a disobbedire agli ordini dello zio per seguirlo nelle sue avventure intorno al mondo


  
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