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Autore: buffy46    09/01/2012    7 recensioni
Questa è la storia di due ragazze speciali, due amiche, che ritornano dopo molti anni a Mystic Fall’s per ricongiungersi ai loro vecchi amici d’infanzia ma capiranno presto che la loro passione sul soprannaturale non è soltanto una speciale passatempo o idea... è qualcosa di reale e questo lo proveranno sulla loro pelle!!!"
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Cuori in tempesta

6 CAPITOLO

Stranamente Alice, tra le braccia di Damon Salvatore non riusciva ad essere a disagio… sembrava, come se non avesse accanto un vampiro o un mostro…  era stata fin troppo prudente con lui, quando non voleva farlo entrare, ma Damon era stato molto gentile a preoccuparsi e a prendersi cura di lei.

Anche se era strano che lei si lasciasse andare con uno sconosciuto, che aveva dimostrato di saper essere pericoloso, Alice si trovava davvero bene in sua compagnia e quando lui le sfiorava leggermente i capelli, sentì una tremolio invaderle il corpo. Il battito del cuore improvvisamente accelerò all’impazzita e Alice temette che Damon col suo super udito lo sentisse e così si mise sotto le coperte per mascherare l’imbarazzo.

“Va meglio ora?” domandò Damon alzando il petto dallo schienale del letto.

S-si grazie” sussurrò Alice, facendo intravedere soltanto gli occhi dolci, da sotto le coperte.

Damon le sorrise e si alzò dal letto, avvicinandosi alla finestra.

“Dovresti stare in guardia d’ora in poi… Mystic Falls non è più come la conoscevi e presto potrebbero insorgere altri guai” disse Damon serio.

“Parli di Elijah?” domandò Alice alzando le coperte.

“Quel tizio può togliere il cuore alle persone, solo con il semplice schiocco delle dita, ma non dovremmo preoccuparci di lui… al momento Elena ha stretto un patto con lui e se le cose andranno come devono andare, nessuno si farà niente”

“Di che patto si tratta? Cosa succederà d’ora in poi?” domandò Alice curiosa.

Il vampiro si voltò verso di lei e disse:

“Ti ho già detto troppo Alice e Elena non ne sarà contenta. La cosa deve rimanere segreta, mi capisci vero?”

Ali si alzò dal letto e si camminò verso di lui:

“E’ Elena che comanda ora, che tiene tutti al guinzaglio? Non credo..! Noi ormai siamo dentro a questa storia, che Elena o altri lo vogliano o no”

Damon guardò ammirato la ragazza che aveva di fronte e che nonostante la giovane età, stava dimostrando un gran dose di coraggio e caparbietà.

Avrebbe voluto dire qualcos’altro o magari stare ancora un po’ con lei a parlare, ma doveva andare da Stefan e Elena, e ormai era già tardi.

Damon la salutò con un sorriso smagliante e uscì dalla camera, quando la voce di Alice lo fece girare:

“Damon, ti assicuro che né io né Beth divulgheremo il vostro segreto o faremo delle cose stupide da rischiare la vita. Davvero staremo attente!” disse sorridendogli.

Il vampiro ricambiò il sorriso, sperando che fosse davvero così.

A dispetto di quello che aveva appena detto Alice, Beth era ancora nel giardino dei Lockwood, nascosta dietro a un albero, ad osservare con occhi attenti la situazione.

Elisabetta, oltre ad aver notato che Mason Lockwood si era fatto incredibilmente più affascinante e più intrigante, si era anche resa conto che lui e il nipote Tyler nascondevano qualcosa di poco chiaro. Aveva origliato la loro conversazione dove parlavano di una maledizione, che dovevano stare attenti d’ora in poi e che c’erano dei nemici pericolosi in città pronti a farli fuori…

Beth allora aveva intuito che quei due sapessero dell’esistenza dei vampiri e che quindi li temevano. Ma di che maledizione si trattava? Del lupo mannaro forse?

Lei era sicura che Tyler si fosse trasformato in un licantropo, ma cosa c’entrava Mason in tutto questo? Anche lui era come Tyler? Secondo le informazioni ricavate dai libri, per scatenare la maledizione bisognava avere i geni dei licantropo nelle proprie vene e poi uccidere qualcuno.

Dopo di che la maledizione ti avrebbe perseguitato per l’eternità.

La ragazza vide Mason uscire di casa e trasportare delle grosse sacche sopra ad una jeep. Deglutì spaventata, pensando che quel ragazzo, (che poteva sembrare il classico donnaiolo americano che si divertiva nelle spiagge californiane) potesse aver ucciso qualcuno e che ora fosse diventato un mostro…

Una dei domestici di Carol Lockwood, si avvicinò alla macchina di Mason; mentre lui era entrato in un capannone e quando lui si accorse che la domestica si stava avvicinando troppo all’auto, dove aveva deposto le sue borse in bella vista, corse per il cortile come se la sua testa stesse bruciando e allontanò con falsa gentilezza la domestica da lì.

Richiuse immediatamente la portiera, guardandosi attorno sospettoso come se avesse dei diamanti nell’auto da proteggere, ed entrò nuovamente in casa.

Beth guardò la scena sbalordita.  Mason nascondeva qualcosa lì dentro, qualcosa di scottante e che non voleva che nessuno lo vedesse.

Anche se era pericoloso restare nel territorio del nemico, Beth non accennava a muoversi da dietro l’albero e pensò a cosa fare.

Fidarsi dei licantropi o dei vampiri? Di certo di nessuno dei due, bisognava starci assolutamente alla larga ma Beth, facendosi coraggio si avvicinò alla jeep, intanto che Mason era rientrato in casa. Cercò di ispezionare l’interno della macchina e quando aprì una di quelle sacche super pesanti vi trovò dentro degli strani ganci di ferro per le catene.

<< Ganci per le catene? E che ci deve fare? >> Pensò Beth shockata, pensando chissà cosa, mentre trafugava nella borsa cercando altri indizi.

Ma non poteva restare lì ancora per molto: Mason poteva fuoriuscire da casa da un momento all’altro e Beth doveva svignarsela subito, se non voleva essere appesa lei a qualche gancio da tortura.

Si fece prendere dal panico immaginando quella scena e fece più in fretta che poteva;  ma nella corsa sbatté con violenza contro il tetto dell’auto e incurante del dolore, spalancò la portiera e uscì a tentoni. Accennò a qualche passo per uscire dal giardino dei Lockwood, ma la testa le martellava continuamente a causa della botta e camminò come se fosse ubriaca.

Non andò molto lontano, perché Mason Lockwood si parò all’improvviso dinnanzi a lei e Beth sussultò per lo spavento. Lui teneva sulle spalle un’altra sacca e anche quella risultava essere molto pesante.

Lo sguardo di Mason era diabolicamente glaciale e Beth avvampò dal terrore.

Che l’avesse vista mentre lo spiava e aveva trafugato nelle sue cose?

<< Merda merda! E perché continua a fissarmi in quel modo come se volesse mangiarmi? Santo cielo devo uscire da questa situazione e subito! >> Pensò Beth impazzita.

Vedendo che Mason non accennava a rivolgerle la parola ma solo a trafiggerla con lo sguardo, decise lei di inventare qualcosa di plausibile per non destare troppi sospetti:

“Ciao Mason!” la voce di Beth risuonò davvero strozzata, come se starnazzasse come un’oca e allora deglutì fortemente per darsi un contegno migliore, sorridendogli: “Non dirmi che mi hai seguita fin qui per chiedermi i danni del vaso che ho rotto! Mi dispiace, ma sono sbadata a volte e non l’ho fatto apposta! Prometto che lo ripagherò… con delle comode rate, ok? Siamo a posto?” domandò come se nulla fosse.

Lui le sorrise sprezzante inarcando un sopracciglio:

“Veramente io non sto seguendo nessuno, sei tu che stai girovagando da un’ora fuori da casa mia, Beth” mormorò fissandola serio negli occhi.

Lei deglutì cercando qualcosa da dire, ma spalancò solamente le iridi degli occhi e le labbra tremavano dal terrore.

All’improvviso Mason scoppiò a ridere:

“Stai letteralmente morendo di paura Beth, rilassati! Non ti farò niente, puoi girare nel nostro giardino quanto vuoi, anche perché ho saputo che ti intendi di giardinaggio”

“Ah lo sai?” chiese lei sorpresa.

“Si l’ho saputo…” mormorò con tono vago.

E cos’altro sapeva che non voleva confessare ora? Di certo, da come la guardava, sembrava che sapesse ogni cosa di lei e aspettava soltanto il momento giusto per saltarle addosso e torturarla con le domande.

Beth sentiva lo sguardo inquisitore e profondo di Mason su di lei e andò in iperventilazione, cercando una via di fuga da quella insolita situazione. Oltremodo la ragazza si chiedeva cosa aspettasse Mason per darle un colpo in testa e farla fuori. Era sicura che lui l’avesse vista mentre rovistava tra le sue cose… ma ora faceva finta di niente e parlava amichevolmente. Perché?

Lo sguardo del ragazzo era così misterioso, che Beth non riuscì a capire cosa si celasse dietro quegli occhi verdi animaleschi.

Ad un tratto, senza smetterla di fissarla, Mason tirò giù il borsone dalle sue spalle e lo aprì velocemente. Beth strabuzzò gli occhi spaventata, pensando che lui proprio in quel momento estraesse una balestra e la mettesse  k.o con un colpo solo.

 Indietreggiò spaventata, ma il ragazzo aveva preso solo un pacco di sigarette e ne stava mettendo proprio una in bocca, osservando continuamente Beth di sottecchi.

Stranamente Beth arrossì, guardando come il fumo fuoriusciva dalle labbra carnose di Mason e di come lui inspirava profondamente per assorbirlo. Anche se non doveva pensarlo, Mason Lockwood era davvero bellissimo…

Certo, non al pari di quel ben di Dio che aveva visto a casa di Jenna, ma da quanto aveva capito, anche Elijah era un personaggio pericoloso.

<< Ma perché mi intestardisco sempre a correre dietro a persone poco raccomandabili? >> Pensò Beth inclinando la testa pensierosa.

“Da quanto fumi?” domandò all’improvviso.

Mason fece uscire un’ultima folata di fumo e disse:

“Da un anno quasi, è diciamo un digestivo per controllarmi”

“Controllare cosa?” chiese velocemente.

“Perché tutte questa domande, Beth?” domandò Mason sorridendo sghembo.

Lei alzò la spallucce:

“Ora è meglio che ti lascio, si sta facendo buio e Alice si sarà chiesta che fine io abbia fatto”

Mason rise ancora:

“Ha paura che ti rapisca?”

Questa volta fu Beth a ridere a crepapelle:

“Sai che bottino! Non valgo molto come riscatto!”

“Non ti restituirò allora…” disse lui con una luce maliziosa negli occhi.

Beth deglutì nervosa cercando di non arrossire.

“Ci si vede Beth” esclamò Mason andando verso casa.

“Ciao Mason… lo salutò Beth, fissandolo confusa…

 

Quando Beth tornò a casa, Alice l’accolse con una scenata:

“Eccoti finalmente! Stavo sclerando di brutto! Mi mandi un strano messaggio e poi svanisci per delle ore!”

“Scusami ero in perlustrazione.” Rispose Beth solamente.

“Cosa?”

“Dai Lockwood… osservavo e…. osservavo tutto qui!” esclamò a disagio.

“Spero che tu abbia tenuto a freno la tua linguaccia” rispose Ali alzando il sopracciglio.

“Te l’ho detto Ali, ho solo osservato.”

Alice la guardò sospettosa: conosceva da tutta una vita Beth e quando ripeteva sempre la stessa parola voleva dire che era agitata e che nascondeva qualcosa.

Maledizione! Sicuramente non le avrebbe detto in che guaio si era cacciata con i Lockwood, ma la situazione stava notevolmente peggiorando. Ci mancavano solo i lupi mannari!

“E’ tardi dai andiamo a letto” mormorò Beth per calmare le acque.

“Ok.”

Per la prima volta da quando si conoscevano, le due ragazze si tenevano dei segreti… Alice non le aveva detto nulla riguardo al fatto che Damon era venuto in quella casa e aveva sentito una strana sintonia con lui. Mentre Beth non le aveva riferito ciò che aveva combinato dai Lockwood.

Ma entrambe tacevano, nel timore di far preoccupare l’altra.

Tuttavia, i segreti avrebbero portato in futuro ancora e altri segreti… quando inizi, non finisci mai.

 

A qualche Km da Mystic Falls intanto, un gruppo di quattro uomini, all’apparenza innocui turisti, stavano girando una zona di un piccolo paese. Una leggera folata di vento sollevò le foglie rinsecchite dall’inverno e la polvere della strada che non veniva ripulita da anni.

Sembrava la città di nessuno.

Da come camminavano, l’uno di fianco all’altra e con passi veloci sembrava che appartenessero a qualche squadrone di polizia, e infatti quei tizi portavano grandi occhiali scuri e dei giubbotti lunghi che ricoprivano tutto il corpo, tenendo le mani in tasca. Alcuni portavano dei cappelli che gli ricoprivano metà viso.

Entrarono di soppiatto dentro una fabbrica apparentemente deserta, non c’era anima viva tuttavia loro erano stati mandati lì per uno scopo e dovevano eseguirlo al più presto.

Un lavoraccio da niente. Piuttosto semplice per quegli uomini di così larga esperienza.

All’improvviso tirarono fuori dall’interno dei loro giubbotti, alcuni fucili con proiettili di legno e dei paletti ben affilati; poi i quattro uomini si levarono tutti gli oggetti che potevano essere d’ostacolo: cappello, occhiali; e si diressero verso il rifugio di alcuni vampiri, pronti a stanarli.

La città era ormai deserta; nessuno poteva sentire le urla agghiaccianti e il rumore assordante dei colpi dei fucili.

La caccia era iniziata.

 

 

Il mattino dopo, Beth e Alice si svegliarono contemporaneamente e fecero una leggera colazione; nessuna parlò di quello che era successo il giorno prima e Beth disse che sarebbe uscita a fare un giro. Prima di uscire, Alice lanciò un’occhiata preoccupata all’amica, temendo che potesse accaderle qualcosa. Non aveva notato però, che Beth la notte scorsa non aveva dormito ma aveva passato tutto il tempo a sfogliare un libro della loro biblioteca, che in quel momento era riposto disordinatamente dentro lo scaffale.

Forse Beth aveva trovato quello che cercava.

 

Mandò un messaggio a Tyler, dove gli diceva di incontrarsi al Grill; aveva troppa paura e timore di incontrare Mason dopo l’ultimo incontro, e quindi aveva optato per il giovane Lockwood, con il quale aveva più confidenza e meno imbarazzo.

Tyler fu puntuale e Beth gli sorrise timidamente mentre si accomodò di fronte a lui nel tavolo del bar.

“Perché mi hai voluto vedere così all’improvviso, Beth? Che è successo?” chiese lui dubbioso ma felice di rivederla ancora.

“Tyler vedi io…. “ Alzò il viso e incrociò lo sguardo dell’amico. Lui non aveva lo stesso sguardo feroce o provocatorio di Mason, sembrava perfettamente normale. Il solito Tyler.

Fece un respiro profondo:

“Io so tutto” disse seria.

Tyler la guardò fingendo di non capire e sorrise sorpreso:

“Che cosa scusa?”

“Andiamo Tyler… quello che è accaduto la notte della tua festa… so cosa ti è realmente successo… so cosa sei”

Tyler cambiò espressione e si fece all’improvviso agitato, guardandosi attorno spaventato.

“Tranquillo non dirò nulla a nessuno, te lo giuro” gli disse Beth rincuorandolo.

“E allora cosa vuoi da me? Perché sei venuta qui?” le chiese minaccioso.

Beth si morse il labbro inferiore:

“Ho bisogno del tuo aiuto… forse tu possiedi qualcosa che potrebbe aiutarmi.. o meglio aiuterebbe Alice…

“Cosa? Che c’entra Alice? Beth spiegati altrimenti!” urlò lui in preda alla rabbia e alzandosi dal tavolo.

“No no! Fermo resta seduto! Non sono venuta qui per tenderti una trappola ok?” mormorò toccandogli la mano per dimostrargli la sua buona fede. “La tua famiglia ti ha tramandato per caso un oggetto raro… una pietra di luna…? Il nome ti suona familiare?”

“Perché me lo chiedi?” chiese lui ritornando a sedersi.

“Ce l’hai?”

“Me l’hanno chiesta in milioni dopo che mio padre è morto! Cosa avrà mai quell’aggeggio di così spettacolare?!”

“Allora è vero, esiste! E dove ce l’hai?”

“Frena l’entusiasmo Beth, non ce l’ho più. L’ho data a mio zio”

“A Mason? Perché?” domandò Beth sorpresa. Perché ad ogni sua mossa, lei incontrava Mason nella sua strada?

“La voleva a tutti i costi! Me lo domandava ogni giorno e quando mi sono fatto dire la verità, gli ho dato la pietra come pegno di fiducia”

“Quale verità?”

Tyler la guardò fisso negli occhi:

“Insomma Beth… io sono ciò che sono… e mio zio…

“Anche lui è…?” Domandò tremante.

Tyler non le rispose, ma dalla sua espressione Beth capì che era un sì.

 “Ma questo non ci porta al perché tu abbia voluto incontrarmi e chiedermi di questa misteriosa pietra!” disse Tyler alzando la voce.

“Si scusami, sono rimasta un po’ destabilizzata! Comunque devi rifartela dare per favore… mi serve!”

“Ti serve a cosa? Non mi sembra che tu abbia il mio stesso problema!”

“No figurati non è quello! E’ solo che…. Ho letto che quella pietra è molto potente e antica, e serve a spezzare le maledizioni.”

“Maledizioni di cosa?”

“Non lo so. Il libro da cui ho ricavato l’informazione è stato molto vago, ma diceva che quella pietra è l’unico strumento in grado di spezzare la maggior parte delle maledizioni esistenti sulla Terra… e se davvero è utile al mio scopo… devo averla Tyler!”

Il ragazzo la fissò non del tutto convinto e poi chiese:

“Cosa c’entra Alice…?”

Beth deglutì ma non rispose.

“E’ affetta da qualcosa…?” domandò Tyler per incentivarla a parlare.

“Non è un licantropo se è questo che vuoi sapere… solo che…. Ha dei problemi… sta male… e se non risolviamo subito la faccenda, lei potrebbe peggiorare. E dunque ho pensato che quella pietra di luna potesse servirmi ad aiutarla, che magari spezzasse quella maledizione che la tormenta!”

“Quale maledizione?”

“Non sappiamo di preciso cosa sia perché i suoi sintomi sono davvero insoliti…! Ma, Tyler per l’amor del cielo deve restare un segreto. Io mi sono confidata con te e spero nella tua discrezione… non navighiamo in belle acque io e Alice nell’ultimo periodo…

Tyler la guardò tristemente:

“Mi dispiace Beth, davvero…. Ma così come tu non dirai a nessuno la verità su di me, io non dirò a nessuno la verità su Alice. Lo prometto”

Beth gli sorrise grata:

“E  la pietra? Quando te la puoi far ridare da tuo zio?”

“Non lo so. Ma penso presto, glielo chiederò non appena lo vedo”

“Grazie mille Tyler.” Rispose lei infine, alzandosi dal tavolo.

 Beth?”

Lei si voltò disorientata e aspettò che lui finisse.

 

“Tu sai anche… di LORO?” domandò Tyler facendo sottolineare l’ultima parola. Beth sgranò gli occhi spaventata perché aveva capito di cosa parlava.

“Mi dispiace Tyler, non posso parlarne scusa.” Dopo aver detto questo se ne andò dal bar così non avrebbe più dovuto rispondere ad altre domande.

 

Il giovane Lockwood cambiò espressione radicalmente e fuoriuscì dal bar come un pazzo. Dopo aver accurato che nessuno lo spiasse, digitò un numero di cellulare.

“Tyler?” Era la voce di suo zio.

Mason… avevi ragione tu. I succhia sangue hanno ritirato fuori l’argomento della pietra di luna e hanno mandato un povero messaggero a fare il lavoro sporco per loro.”

Beth, non è così?” domandò lui sicuro.

Si… ma Mason aspetta a fare mosse avventate! Da quel che mi hai detto, forse lei è stata soggiogata per venire a parlarmi della pietra. E poi per farmi abboccare all’amo ha raccontato una storia assurda che riguarda Alice Summers ed era convinta che io ci cascassi! Ma penso davvero che lei non c’entri niente in tutto questo…” disse Tyler per cercare di difendere Beth.

“Lo vedremo” rispose Mason con voce cupa, chiudendo la conversazione.

 

Intanto al Grill erano entrati 4 strani tizi con cappotto, cappelli e occhiali da sole vistosi. Il più giovane si tolse in fretta il cappotto e si sedette pigramente su uno degli sgabelli e cominciò a fumare un sigaro. Aveva i capelli biondi, sui 32 anni e aveva sul viso un’espressione annoiata. Nel lato della fronte si intravedeva una cicatrice, che lo faceva rendere ancora più desiderabile agli occhi del gentil sesso.

Era il classico tipo d’uomo che Beth avrebbe classificato come “bel fusto”.

“Ehi non si può fumare qui dentro” mormorò Matt da dietro il bancone.

“E chi lo dice?” chiese lui, non curandosi del viso accigliato del cameriere.

“La legge. Quindi se permettete.” Ma Matt non ebbe il tempo di finire la frase, che l’uomo lo prese per il colletto e lo disarcionò, trasportandolo di peso fino all’altro lato del bancone.

“Beh, ora la legge è cambiata visto che sono arrivato io!” esclamò l’uomo, sorridendo amichevolmente, tenendolo in pugno. Alla fine lo lasciò andare con uno spintone, facendolo cadere sopra a dei tavolini.

“Smettila Adrian.” disse serio un altro uomo che beveva accanto a lui e che sembrava avesse qualche anno più di lui. Erano entrambi biondi, ma questo era più smilzo e portava gli occhiali da vista.

Adrian in questione alzò le mani sbuffando e tornò a fumare il sigaro, come se nulla fosse un successo.

Matt rabbioso d’ira e per essere stato beffato, si lanciò contro l’uomo, ma Adrian, avendo intuito le sue intenzioni, lo prese per il collo e lo lanciò con furia in direzione del tavolo da biliardo, fracassandolo completamente.

Adrian rise divertito per aver fatto “canestro” e bevve un sorso di birra:

“Wow! Quel che ci vuole per mantenersi in forma, è lanciare per aria qualche sacco di patate, giusto compagni?” esclamò euforico allargando il sorriso. La gente lì dentro era traumatizzata da quel tizio così corpulento, alto e fin troppo muscoloso, ma avevano troppa paura per alzarsi e andarsene.

“Certo Adrian certo…” sussurrò una voce annoiata del terzo uomo, che continuava a bere senza girarsi. Mentre quello con gli occhiali da vista lo guardava scuotendo la testa, per rimproverarlo.

Il biondino vedendo che nessuno gli mostrava la dovuta attenzione, fece un leggere broncio quando sentì una voce dietro di lui.

“Hai voglia di stare al fresco per qualche giorno, teppistello?” disse un agente di polizia con rabbia.

Adrian sbuffò spazientito e si girò verso l’uomo ridendo in modo sfrontato:

“Senta agente, noi due siamo dalla stessa parte mi creda!”

Ma quando avvertì che il poliziotto stava per mettergli le manette, Adrian reagì con violenza e lo prese a pugni facendolo stramazzare a terra. Arrivarono in suo soccorso Matt, che si era rialzato, e altri suoi amici per fermare la rissa.

Adrian però si stava divertendo come un ragazzino, a giudicare dai ghigni ironici che faceva ogni volta che mollava un bel gancio destro.

L’uomo con gli occhiali, vedendo che la situazione stava precipitando, diede un manata nella spalla dell’altro suo amico vicino a lui e andarono in direzione di Adrian per sedare la rissa. Il quarto uomo invece, rimase al bancone senza dire niente. Aveva una collana e dal petto si poteva intravedere che portava una croce.

L’occhialuto con violenza, riuscì a prendere da parte Adrian in mezzo a tutto quel trambusto e lo prese per il collo cercando di scuoterlo:

“Che cazzo stai facendo, cretino??” gli gridò in faccia.

“Faccio un po’ di casino no?! Siamo qui per questo!” rispose, facendosi una grossa risata e si lanciò nuovamente nella rissa, pronto a fare a pugni con qualcuno.

Intanto l’uomo al bancone, che non aveva nemmeno tolto il cappello e gli occhiali, stanco dei continui colpi di testa di Adrian, se ne andò dall’uscita posteriore senza intervenire. Se la sarebbero cavata benissimo anche da soli.

 

Nel frattempo, Beth girovagava per la città, quando intravide Elijah dall’altra parte del marciapiede, che camminava elegantemente tenendo una mano nella tasca. Osservò a lungo la sua andatura e ammirò estasiata quell’essere così fuori dal comune. Ormai aveva capito che anche lui era pericoloso, probabilmente era un vampiro notando poi la sua pelle così bianca, ma insomma, guardare non costa nulla e poi un simile spettacolo non era visibile tutti i giorni.

I suoi pensieri romantici furono interrotti, quando sentì una mano sulla spalla. Si voltò e notò che era Alice e che la stava guardando con espressione accigliata:

“Cosa fai? Ti stai ammirando Elijah forse?”

“Io? No! Stavo solo pensando a quanto mi era mancata la città!” rispose sorridendo.

“Forse perché pullula di uomini affascinanti, che a Firenze potevi solo sognare o guardare alla tv vero?”

“Beh che c’è di male? Siamo giovani Ali! Non faccio niente di male a guardare!”

“Se guardi solo… ma ti ho detto che non devi farti coinvolgere da nessuno di loro!”

“Recepito il messaggio, va bene” rispose non curandosi del reale avvertimento dell’amica.

All’improvviso però, notarono che proprio Elijah era di fronte a loro e le fissava con uno strano sorriso: Beth strabuzzò gli occhi sorpresa e con il cuore a mille, non sapendo cosa dire; mentre Alice restò immobile a fissarlo con espressione dura. A contrario di Beth, lei era come immune al fascino micidiale che emanava Elijah…forse perché ogni fibra del suo corpo le ordinava di stargli lontano.

“Ci si rivede. Anche voi vi state godendo la bella giornata?” domandò Elijah affabile, avvicinandosi alle due ragazze.

Beth deglutì rumorosamente e guardò Alice titubante negli occhi, non sapendo come comportarsi.

Invece Alice non era per nulla emozionata come l’amica e alzò il mento in segno di sfida:

“Perché sei venuto in questa città? Abbiamo già abbastanza guai per tenere a bada un altro vampiro.” domandò senza giri di parole. Beth la fulminò con lo sguardo per fermarla e si guardò intorno spaventata che qualcuno avesse sentito; ma Alice era irremovibile. Non aveva paura di lui.

Elijah sorrise lievemente mostrando denti bianchi perfetti:

“Io non sono come gli altri però e vi assicuro che non recherò alcun danno alla vostra amata città se Elena rispetta i patti”

“Non mi fido…io so chi sei…” sussurrò coraggiosamente.

“Sarei stato deluso del contrario… ovvero che tu non scoprissi chi io sia veramente” rispose con tono freddo e diabolico. Ma il tono distaccato con cui rivolgeva quelle parole, tradiva il sorriso sghembo che gli si era formato nel volto.

Elisabetta poi a dispetto della sfacciataggine di Alice, stava quasi per avere un collasso e voleva ritornarsene a casa, al sicuro il più presto possibile. Le cose si stavano mettendo male e in maniera molto pericolosa! Cosa era saltato in testa ad Alice di provocare in quel modo Elijah?

Beth si girò verso il vampiro, tremando come una foglia e questa volta non mostrava più emozione o ansia nell’averlo rivisto nuovamente, ma soltanto paura.

Elijah rise soddisfatto e si avvicinò pericolosamente ad Alice. Così dimenticando ogni pericolo e senza tentennamento, Beth si mise davanti all’amica per proteggerla: Alice era l’unica persona che le era rimasta e non avrebbe mai permesso che le capitasse qualcosa, anche se quello era il massimo che potesse fare.

Elijah, accorgendosi della mossa di Beth rise sorpreso: “Sei fortunata Alice ad avere un’amica fedele come lei e che è disposta a tutto pur di proteggerti” disse ammirato, dopodiché si rivolse a Elisabetta:

Beth, giusto?” domandò pensieroso, indicandola con la mano; lei deglutì e non poté fare altro che assentire con la testa, perché non riusciva a emettere parola.

Lui le sorrise affascinante:

 “Davvero ammirevole…

Beth gli accennò un sorriso forzato ma Alice si scostò da lei e disse: “Cosa vuoi da noi? Perché ci parli facendo sottintendere che sai qualcosa nei nostri riguardi??”

Questa volta fu Beth a guardarla ammirata: di certo lei non aveva la faccia tosta e il coraggio di rivolgersi così ad Elijah.

Il vampiro non rispose e fece un sorriso ambiguo, prima di girar loro le spalle e andarsene.

Le ragazze rimasero a fissarlo senza però fermarlo, tanto se lui non voleva rivelare niente, loro non sarebbero di sicuro riuscite a dissuaderlo per fargli cambiare idea;  ma ad un tratto Elijah si girò verso di loro e rivolgendosi ad Alice disse:

 “Dovresti toglierti la collana, non farà altro che peggiorare in futuro.”

Alice rimase a bocca aperta, come se fosse sotto shock ed Elijah sorrise nuovamente dileguandosi nel nulla.

Beth era rimasta a fissare la scena, non osando dire niente e quando si voltò verso Alice notò che per la prima volta lei era quella più spaventata e traumatizzata:

 Ali…Beth la guardò tristemente, ma cosa poteva dire per farla stare meglio?? Niente.

Intuì che Alice voleva restare da sola a pensare, quindi le diede un bacio sulla guancia e disse che sarebbe tornata a casa più tardi.

Alice la ringraziò e si avviò verso casa con la testa che martellava come un trapano.

Sorrise amaramente dentro di sé. Come poteva andare peggio di così? E ormai non aveva neanche più la forza di piangere o urlare.

 

Intanto Beth decise di andare a passeggiare dentro la foresta, dove giocava spesso quando era bambina. Anche se quel luogo aveva un aspetto lugubre, Beth riusciva a essere in pace e in serenità lì, ma le sensazioni piacevoli svanirono quando vide Mason Lockwood fuoriuscire da una vecchia cripta della sua famiglia.

Egli si accese una sigaretta, ma si accorse della presenza di Beth solo quando sentì dei passi provenire verso di lui: si ritrovarono così l’uno di fronte all’altra e nessuno dei due proferì parola.

Mason la fissò intensamente con i suoi grandi occhi verdi e fece un altro tiro di sigaretta dopodiché dischiuse le sue labbra carnose per farne uscire il fumo.

Nessuno dei due abbassò lo sguardo anche se la situazione era piuttosto imbarazzante, almeno per Beth che arrossì inconsciamente: le sembrava strano e ingiusto che un tipo come lui che poteva avere tutto, alla fine era stato condannato a quella triste agonia per colpa di una maledizione che gli era stata tramandata dalla sua famiglia.

Mason lasciò cadere a terra il mozzicone di sigaretta e lo schiacciò con la suola della scarpa: “Ne vuoi una?” chiese tirandone fuori un’altra. Beth gli sorrise gentile “ no grazie non fumo e poi fumare fa male” si lasciò sfuggire con tono maturo.

Mason abbassò lo sguardo sorridendo:

 “E tu fai solo cose che ti fanno stare bene, Beth?” chiese alzando lo sguardo su di lei.

 “Ci provo” rispose lei con un sussurro, guardandolo negli occhi.

In quel momento c’era un che di inquietante in lui, nella sicurezza che ostentava nei suoi confronti… Beth credeva di essere diventata troppo paranoica, ma poi le venne in mente che per scatenare la maledizione bisognava uccidere qualcuno.

Così iniziò ad indietreggiare, vista l’espressione tutt’altro che dolce apparsa nel volto di Mason:

“Di certo frequentare gentaglia come i vampiri non fa affatto bene.”

 Beth deglutì preoccupata: “Tu come fai a…?”

Mason rise diabolico: “Io so tutto riguardo alla cattiva compagnia che frequenti e non mi piace la sola idea che gente come voi giri attorno alla mia famiglia”

Questa volta la sua voce si era fatta più tesa e minacciosa. Si avvicinò alla ragazza tanto che i loro vestiti potevano quasi sfiorarsi. Beth cercò di restare calma e di prendere tempo:

 “Tu non sai quello che stai dicendo…

 “Vedo che ti hanno insegnato cosa dire, anzi non dire per mantenere il loro piccolo segreto” rispose lui sogghignando.

All’improvviso Beth alzò lo sguardo e incrociò senza timore i suoi occhi terrificanti:

 “Però non sono la sola a nascondere qualche segreto, non è vero Mason? Lo dimostra il fatto di come correvi per il giardino, come se la tua testa stesse bruciando, per evitare che la cameriera si avvicinasse troppo alla tua auto!”

 Lui sgranò gli occhi sorpreso e sorrise divertito:

 “Ho capito, Tyler ti ha raccontato più del dovuto… quel ragazzo non riesce proprio a mantenere i segreti. Ma..!”

Improvvisamente Mason la tirò a sé arrabbiato: “Voglio sapere cosa ne avete fatto della pietra di luna visto che dove l’avevo nascosta non c’è più!! E sono sicuro che dietro tutto questo c’è il VOSTRO zampino!! Cosa ne avete fatto?” le urlò furioso avvicinando il suo viso a quello di Beth, che si allontanò spaventata.

Mason guardò ipnotico quegli occhi verdi e limpidi, di una tonalità più chiara dei suoi, che lo fissavano impauriti.

 Lentamente la lasciò andare, ma in quel momento sentì dei passi furtivi avvicinarsi a loro e la cosa non gli piaceva: il suo istinto di lupo stava gridando a gran voce la percezione del pericolo avvenente.

Prese Beth per un braccio e le disse serio:

 “Vieni con me.”

 Beth strabuzzò gli occhi temendo che volesse portarla in qualche camera della tortura: “Cosa? No!!”  rispose decisa puntando i piedi sul terreno.

Mason la trafisse con lo sguardo: “Non discutere!” Ma ad un tratto notò che 4 uomini con indosso dei lunghi cappotti e strani cappelli, si erano materializzati a qualche metro da loro.

Quei tizi non avevano per niente una faccia raccomandabile, soprattutto quello biondo e grosso che sembrava ansioso di menar le mani.

Mason deglutì nervoso e lasciò la presa sul braccio di Beth, stando sempre all’erta ad ogni loro minima mossa. Quello con gli occhiali, il più smilzo dei tre disse: “Mason Lockwood?”

 Il diretto interessato sorrise sfacciato e rispose: “Dipende da chi lo cerca!”

Allora quello biondo di prima, avanzò di qualche passo e disse sgranchendosi le mani:

“Bene compagni, direi di metterci subito al lavoro.”

Beth, vedendo come si stavano mettendo le cose, si parò dietro a Mason, sebbene un attimo prima aveva avuto proprio paura di lui, ma quei tizi le mettevano ancor più paura.

Che facce terribili!! Sembravano dei criminali provenienti da qualche film hollywoodiano.

Sentiva i muscoli di Mason irrigidirsi e pronti a scattare, ma all’improvviso uno dei 4 uomini, che sembrava essere il capo e portava una collana con una croce, tirò fuori una pistola con destrezza.

 Prima che Beth e Mason potessero reagire, sparò.

 

Dopo qualche ora, Alice stava girando e rigirando per casa con un’ansia terribile addosso: aveva chiamato Beth 200 volte al cellulare, ma lei non aveva mai risposto e stava cominciando a preoccuparsi.

Non era ancora sera ma aveva una brutta sensazione, niente a che fare con i suoi mal di testa ma soltanto un terribile sesto senso, che purtroppo per lei non aveva mai sbagliato in passato.

Era troppo legata a Beth, per non percepire quando si metteva nei guai e prese alla svelta una decisione. Fece per uscire di casa, quando vide sull’uscio Damon Salvatore che stava per bussare.

“Damon ciao!” esclamò sorpresa, sorridendo per la prima volta in quella giornata.

Lui ricambiò radioso il sorriso, uno di quelli che ti fanno sciogliere appena lo fa: “Non pensavo fossi così felice di rivedermi!” Alice rise piano ma poi si fece seria: “Capiti proprio a pennello. Ho bisogno del tuo aiuto, non riesco a rintracciare Beth”.

Damon alzò gli occhi al cielo e disse: “Sembrate legate con il cordone ombelicale voi due!! Sarà andata a fare un giro…

Alice però non sembrava convinta e stava per ribattere, quando notò in strada un uomo alto e lo riconobbe subito. Elijah.

Cosa ci faceva lì? Come aveva fatto a trovare casa sua?

Lo guardò con astio ma Elijah non facendo caso al suo sguardo disse: “ Purtroppo non è andata semplicemente a farsi un giro; dalle informazioni che ho ricevuto, sono arrivati in città un gruppo di pericolosi fanatici, che voi comunemente soprannominate cacciatori, anche se questi non sono uguali agli altri… E hanno preso Beth e il suo nuovo amico Mason Lockwood.”

Fu come se Alice avesse ricevuto un calcio in pieno petto e non riuscì più a respirare. Sapeva che Beth era in pericolo e dovevano darsi subito una mossa per andarla a cercare!!

Si voltò verso Damon e notò che lui sembrava più shockato di lei: forse per il fatto che quello stronzo di Mason Lockwood era tornato in città e lui non ne sapeva niente, o forse perché erano appena arrivati a Mystic Falls un gruppo di pazzi fanatici pronti ad ucciderli tutti…

 

Eccoci alla fine di questo sesto capitolo!!!! Diciamo che i colpi di scena non sono mancati e si sono aggiunti dei nuovi personaggi questi fanatici chi sono?? Cosa vorranno dai nostri personaggi??? XDXDXD chissà cosa succederà a Beth e Mason!!!! Per scoprirlo dovrete aspettare il prossimo capitolo!!!! XDXDXD e che dire tra Damon e Alice si stà creando un certo feeling chissà come maturerà!!!! XDXDXD

Aspetta con ansia le vostre recensioni e ringrazio con tutto il cuore le ragazze che hanno recensito gli scorsi capitoli ma anche chi ha inserito la storia tra le preferite, seguite e ricordate e ovviamente anche le lettrici silenziose!!!! XDXDXD

Ora vi lascio al prossimo aggiornamento fanciulle sperando che sia al più presto!!!! XDXDXD

Un bacione a tutte voi!!!! XDXDXD

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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