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Autore: Lilith_Lilith    09/01/2012    0 recensioni
Un ragazzo sulla ventina, che ha alle spalle un passato terribile, e un altro ragazzino sedicenne, orfano e cresciuto in un convento di suore; avranno un incontro casuale che cambierà le loro vite.
(Questa non è una vera è propria FF ma una role, mia e di una mia amica.)
Le parti in grassetto sono le parti di Leroy mentre, quelle non in grassetto sono le parti di Rito.
Bhe, vi auguro buona lettura!
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Camminava per le vie deserte della sua città natale, Oxford non era cambiata per nulla, le ville erano addobbate magnificamente.
La neve cadeva lenta su di lui, non aveva neppure un ombrello per potersi coprire. 
Teneva lo sguardo fisso sull'asfalto imbiancato, le mani nelle tasche; se in quel momento si fosse scontrato con qualcuno non se ne sarebbe nemmeno accorto.
 
Amava la neve, i fiocchi quando gli ricadevano in testa sembravano esser tutt'uno con i suoi capelli. 
Camminava a lunghi passi per la strada felice, canticchiando allegramente.

" Quel lieve tuo candor, neve, discende lieto nel mio cuor.
Nella notte santa il cuor esulta d'amor. "
Era totalmente perso nei suoi pensieri e nell'osservare il candore della neve fino a che, ad un certo punto, si scontrò contro un uomo finendo a terra goffamente.

Pochi secondi dopo sentì un rumore sordo scontrarsi con l'asfalto. Tornò con la mente alla realtà e osservò il ragazzo, si accovacciò verso di lui e gli porse una mano per rialzarsi:-"Niente di rotto, vero? "-Inarcò un sopracciglio accennando un sorriso, la neve sembrava rendere i capelli del giovane ancora più bianchi di quanto già non fossero.
 
 
Si passò una mano dietro la schiena, ridendo. Guardò l'uomo sorridendo.
"No, tutto apposto!"
Prese la mano dell'uomo e si rialzò da terra. Si tolse un po' di neve adosso scuotendosi tutto, riprendendo a ridere.
"Voi piuttosto, state bene? "
Rivolse un altro sguardo all'uomo che si trovava di fronte, era molto più alto e robusto di lui.
 
Lasciò andare la sua mano quando si fu assicurato che era in piedi. Si scompigliò i capelli rimuovendone la neve in eccesso.
"Sto benissimo, ero solo immerso nei miei pensieri, ti chiedo scusa. "
Iniziò ad osservare la figura esile del ragazzo- "Tu sei un'umano, mi sembri molto giovane."
 
Guardò l'uomo sbattendo le palpebre, sorridendo innocuo.
"Eh? Bhe, ci sono ragazzi della mia stessa età che sono alti quanto te. "-Si alzò sulle punte dei piedi cercando di raggiungerlo. 
"A volte lì invidio. Vorrei essere anche io così!"
Ritornò a terra facendo una piccola giravolta su se stesso.
"Bhe, infondo è stato Il Signore a "donarmi" questa forma, non posso far altro che ringraziarlo del dono che mi ha fatto. "
Sorrise.
 
 
"Col tempo crescerai anche tu. "-Si portò le mani nelle tasche e continuò ad osservarlo- "Dopotutto credo tu sia un teenager, non so dire esattamente l'età, dai 15 in su immagino."

"Piuttosto, che maleducazione. Sono Leroy, piacere di conoscerti."
 
"Io sono Rito, il piacere è tutto mio!"
Fece un lieve inchino insegno di educazione; si portò entrambe le mani dietro la testa sorridendo rimettendosi dritto.
"Bhe, speriamo. Non voglio rimanere così piccolo per sempre. Vorrei vedere il Mondo, da tutt'altra prospettiva. "
Annuì con convinzione.
"Forse penserete che non fa tanta differenza, però io credo che, crescendo si possa raggiungere il cielo, toccandolo con un solo dito. "
Alzò il viso al cielo, continuava a nevicare lentamente; un piccolo fiocco gli finì sulla punta del naso facendolo starnutire.
"S-scusate. "
Scoppiò a ridere passandosi il palmo della mano sul naso.

"Il cielo è infinito, l'unica cosa che si può fare è ammirarlo in tutta la sua bellezza e immensità. "-Socchiuse gli occhi alzando il capo verso il cielo, ammirando il tutto. Quando sentì lo starnuto, cercò nelle tasche della giacca di pelle un fazzolettino, infine glielo porse.
"Non darmi del voi, dammi del tu, ok?" -Accennò un lieve sorriso.
 
G-grazie. 
Sorrise cordiale prendendo il fazzolettino, se lo portò al naso e soffiò.
Le gote si erano fatte leggermente rosse.
"Vale anche per te! "
Disse con ancora il fazzoletto sul naso. Lo ripiegò per bene per poi gettarlo in un cestino che si trovava lì accanto.
 
 
Si avvicinò al ragazzo e gli carezzò il capo, infine fece qualche passo, allontanandosi di poco da lui e restandogli di spalle; si portò le mani nelle tasche e tenne gli occhi socchiusi.
"Ti va di bere qualcosa, o hai di meglio da fare, Rito?"
Voltò leggermente il capo verso di lui, con un sorriso stampato sulle labbra, sembrava quasi un idiota, ma non voleva essere troppo serio. Prese una sigaretta e la accese, portandosela poi alle labbra.
 
"Mhhh..."
Si portò un dito alle labbra pensadoci un attimo, voltò poi il viso guardandolo di sottecchi ricambiando il sorriso.
"Accetto l'offerta! Ci vorrebbe davvero qualcosa di caldo per questa giornata così rigida. "
Si voltò tutto incominciando ad incamminarsi, canticchiando la canzone che stava cantando in precedenza prima del loro incontro.
"Quel lieve tuo candor, neve, discende lieto nel mio cuor.
Nella notte santa il cuor esulta d'amor."
 
Si aggiustò la sciarpa al collo, sentiva qualcosa di strano alla spalla dove aveva la cicatrice, un lieve formicolio.
Che si fosse influenzato? Era certo che stava sudando freddo, ma non vi diede tanto peso, continuò a camminare assieme a lui, guardandosi in giro in cerca di una locanda ancora aperta a quell'ora di notte.
"Ho una domanda, come mai sei ancora sveglio a quest'ora, non saresti già dovuto essere a casa a dormire? "
Inarcò un sopracciglio osservandolo con la coda dell'occhio.
 
Si bloccò improvvisamente, gli formicolò tutta la schiena. Non per il freddo bensì per la paura.
"Oh no... Adesso che ci penso... Dovrei tornare in convento. "
Abbassò la testa con tristezza, non si era reso conto del tempo che era passato, si stava divertento tanto a stare in giro per le strade così ben illuminate e decorate dai festoni natalizzi. 
Sospirò leggermente afflittò.] "
"Dovrei...Dovrei proprio andare. 
Si voltò a guardarlo, non voleva far vedere che era triste; era suo dovere tornare presto al convento. Gli sorrise felice, infondo aveva fatto una nuova conoscenza.
"Scusami, sai le suore non sono tanto gentili."
 
 
"Oh.. capisco. "-Sospirò appena, un po dispiaciuto.
"Dai, ti accompagno, qui in giro ci sono gli Yakuza; non vorrei che ti facessero del male." -Socchiuse gli occhi ricominciando a sorridere, poggiò una mano sulla sua spalla.
"..Beh, dove si trova il convento?" -Sollevò le sopracciglia guardandosi intorno, le strade erano tornate ad essere popolate dalla gente, chi erano dei nomadi, chi aveva bevuto, più qualche coppietta.
 
"E-eh?"
Balbettò sorpreso, sorrise con dolcezza poggiando la sua mano su quella dell'uomo. Socchiuse gli occhi sussurrando.
"Non vorrei recarti troppo disturbo, il convento e qui vicino. Mi basta svoltare l'angelo e ta-dan! Ecco il convento di suore cattive. "
Rise.
 
 
"Non mi rechi assolutamente alcun disturbo, Rito."
"Sono davvero così cattive le suore?" -Rise divertito guardandolo; tolse la sua mano da quella del ragazzo e si scompigliò i capelli. Un uomo sulla quarantina, abbastanza brillo si poggiò alla sua spalla, lo osservò con sguardo truce e questi si allontanò immediatamente-
"Sai, non ne ho mai incontrata una, e se l'ho fatto dev'essere stato una ventina di anni fa, e.. Abusavano di me. "
Sospirò appena grattandosi una guancia. Cercò di cambiare discorso- "Beh, io ho 25 anni."
 
"Abusavano di te!? Sul serio...? "
A sentir quel che gli era accaduto non potè credergli. Abbassò il capo mordendosi il labbro.
"Le suore sono severe con me... dicono che mi comporto come un bambino... dicono anche che dovrei maturare. "
Gli prese con due dita una manica del capotto di pelle che indossava.
"Ti va di conoscerle? Infondo non sono così tanto cattive. Magari ti ricrederai." 
Gli sorrise incomincandolo a trascinare per la manica, era felice ma allo stesso tempo triste per l'accaduto dell'amico. Quelle suore erano figlie di Dio, accecate dal peccato. Ma Il Signora perdona, pensò, perdona tutti anche i più cattivi.
 
 
"Già, non erano vere suore, quella non era un vero convento, era tutto truccato. "-Sorrise divertito.
"Mi andrebbe molto di conoscerle, anche se non so per quanto il signore mi desideri in quel convento, non ho mai fatto né il battesimo, né la comunione, né la cresima. "
Si morse la lingua sospirando-.
"Ora che ci penso però, è grazie a quell'avvenimento che decisi di arruolarmi."
Prese la mano con cui lo stava trascinando e rallentò, tenendo il suo passo. 

 
 
"Non significa nulla, anche se non sei nè battezzato nè hai avuto la comunione nè la cresima; Dio ama tutti i suoi figli." 
Lo guardò di sottecchi accenando un piccolo sorriso e stringendogli la mano.
"Ti sei arruolato? "
Chiese curioso.
 
 
"Oh sì, ho partecipato a molte guerre, e tutte le volte ne sono uscito solo con qualche graffio, ero mandato sul campo minato, e per poco non ci rimettevo un braccio." -Rise divertito tenendo lo sguardo di fronte a se.
"Volevo poter far qualcosa di buono nella vita, anche se molti mi considerano uno Yakuza." -Sospirò nuovamente svoltando l'angolo assieme a lui, vedendo in lontananza il convento.
 
"Deve essere stato orribile. "
Alla vista del convento, notò che il cancello era stranamente aperto. era il suo giorno fortunato probabilmente.
"Uno yakuza?"-Lo guardò.-"Cioè... una persona cattiva? Eppure, non hai una viso cattivo, anzi, sei gentilissimo. "
Sorrise ridacchiando.
 
 
"No, non è stato orribile, a me piaceva, e mi piace tutt'ora, potrei andare in un'altra guerra ed uscirne vittorioso." -Annuì lasciando andare la sua mano, non appena notò una delle suore passare poco distante da lì.
"Dato che fumo e ho dei lineamenti molto ''duri'', il mio viene considerato un volto da depravato, anche se non lo sono, e ne ho dato prova a te. "-Si grattò una guancia sospirando appena e ridendo.
 
"Le persone pensano sempre male degli altri, non fanno altro che giudicare, ma non tutti hanno la stessa mentalità, sai?"
Gli riprese la mano.
"Ti va di entrare con me? A quest'ora non ci dorrebbe essere nessuno. Che ne pensi? "
Lo guardò con i suoi occhi grandi e celesti.
"E poi non preoccuparti, l'hai detto tu stesso che io so che inrealtà sei una brava persona."
 
 
"Non vorrei creare scompiglio, essendo una persona piuttosto, emh.. grande. "-Strinse di poco la sua mano e gli carezzò il capo. Socchiuse gli occhi ed osservò l'edificio- "Potresti essermi d'aiuto, sai? Devo riuscire a scoprire quanti demoni ci sono qui sulla terra, e ve ne potrebbero essere alcuni nel tuo convento.
In più, ho bisogno di qualcuno da proteggere. "
S'incamminò assieme a lui fino al cancello d'entrata, il cielo ancora annuvolato, sembrava una distesa nera quella notte, dal cielo la neve scendeva sempre più fitta, di sicuro tra poco ci sarebbe stata una bufera.
 
"Io? Esserti d'aiuto?"
Spalancò la bocca incredulo. Raggiunto il cancello gli lasciò la mano facendola scivolare, aprì il cancello che emise un rumore metallico.]
"Demoni nel convento? Una volta ne ho sentito parlare da Suor Tessa, disse che sono creature orribile e malefiche. "
Gli prese la manica della giacca triandola due volte, sussurrò.
"Ti prego, vieni con me... mi sento spesso così solo. E poi..."
Alzò lo sguardo al cielo, non dava buon presagio.
"C'è il rischio di una bufera... solo per questa volta.2
Sentiva che stava insistendo troppo, poteva apparire fastidioso o addirittura odioso. Ma volevo in qualche modo ringraziarlo per il fastidio che gli aveva causato e non voleva lasciarlo lì fuori con il freddo e la bufera in arrivo.
 
 
"Non tutti sono cattivi, ne conosco alcuni, e sono i miei migliori amici" -Sorrise divertito osservandolo, gli carezzò il capo e lo osservò- "Dovremmo prima avvertire Suor Tessa, non credi?
Se dovesse beccarmi qui a quest'età, di certo mi caccerebbe a calci. "-Sospirò appena entrando assieme a lui nel convento, cercando di fare il più silenzio possibile.
Si guardò intorno e si grattò il capo, sentendo poi imprecare fuori dall'edificio la bufera- "Cavoli.. giusto in tempo."
 
Chiuse il portone lentamente, l'entrata del convento era un lungo corriodio illuminato da grandi candelabri d'ottone, e tutto l'interno era affrescato e il pavimento era completamente fatto a mosaico, alla fine del corriodio c'era un piccolo altare e sopra di esso una croce d'oro con un grande rubino rosso al centro.
"A quest'ora starà dormendo. "
Si avvicinò ad un candelabro e prese una candela.
"Gli scriverò una lettera per informarla della tua presenza, gliela lascerò sotto la porta della sua stanza. "
Gli fece un segno con la mano di seguirlo, attraverso tutto il corridoio e si fermò di fronte all'altare.
"Quindi, esistono anche demoni "buoni"?"
 
 
"Molto bene, ti ringrazio per l'ospitalità, Rito. "-Sorrise al ragazzo e si fece il segno della croce, si tolse la giacca e allentò la cravatta socchiudendo gli occhi.
"Un umile peccatore come me che si trova in un convento, sembra quasi una barzelletta."-Sorrise divertito portandosi un dito alla tempia, per poi annuire.
"Ci sono vari tipi di demoni, ce ne sono di buoni e di cattivi, ma anche di nullafacenti o di pazzi. Io conosco solo quelli buoni e tranquilli, che non farebbero del male neppure ad una mosca."
 
"Oooh. "
Rimase al quanto affascinato ed era sempre più curioso. 
Accanto all'altare verso destra c'era una porta, si avvicinò e l'apri lentamente cercando di non farla cigolare, dietro quella porta c'era una rampa di scale che portava ad un piano superiore.
"Vorrei sapere qualcosa in più su questi demoni. "
Allungò la mano libero verso di lui, sorridendo.
 
 
"Neppure io ne so molto su di loro purtroppo."-Seguì il ragazzo fino alle scale, cercando di fare il più silenzio possibile.
"Ne parleremo quando saremo in camera, non vorrei che le nostre conversazioni venissero ascoltate da ''orecchi indiscreti''."-Alzò lo sguardo verso il tetto, osservando il murales che si trovava lì con curiosità- 
"Li avete fatti voi questi, o sono stati gli architetti?"
 
"Opere nostre. "
Annuì sorridendo, andava fiero dei murales che c'erano per tutto il convento.
"Noi facciamo un baffo agli architetti. "
Rise. Alla fine della rampa c'era un'altra porta, aprì anche quella e dietro essa, c'era un altro lungo corridoio poco illuminato, ad entrambi i lati si trovavano varie stanze numerate. Si avvicinò alla stanza numero 6.
"Ecco ci qui arrivati. "
Aprì l'ultima porta, quella sua stanza. Non era molto piccolo, all'interno del locale c'era: un letto, accanto un comodino con un lume ad olio particolare e appoggiata alla parte c'era un armadio di legno. Non poteva mancare il piccolo altarino.
"Accomodati pure Leory, fa come se fossi a casa tua. "
Si sedette sul letto togliendosi le scarpe.
 
 
"Siete davvero bravissimi, nulla in confronto agli artisti d'oggi. Immagino voi abbiate degli insegnanti privati per fare ciò, altrimenti è davvero.. ecco, non saprei come descriverlo." 
-Rise divertito togliendosi le scarpe e sedendosi sul pavimento, accanto la finestra- 
"Credo che tu ora voglia sapere cosa siano i demoni, giusto? "-Voltò il volto verso di lui, sentiva il vento imprecare fuori dall'edificio, ma non vi diede molto peso; restò in camicia togliendosi anche la cravatta, incrociando le gambe e restando seduto in terra, la schiena ritta e gli occhi fissi in quelli del giovane.
 
Annuì.
"Vedo che mi sai leggere i miei pensieri."
Rise, si portò le gambe al petto poggiando sulle ginocchia sul mento. Posò lo sguardo fuori dalla finestra, si stava scatenando un vero putiferio.
"Visto? Meno male che ti ho convinto a venire, a quest'ora se eri lì fuori avresti dovuto combattere contro il vento e il freddo."
Riportò gli occhi sul ragazzo accennado un sorriso.
 
"Sono abituato a tempeste di questo genere, ho partecipato a guerre anche in Antartide; si, ci sono state delle querre anche lì."-puntò le iridi celesti al di fuori della finestra e poggiò una mano sul vetro congelato.
"I demoni sono creature misteriose, paranormali, pronte a qualsiasi cosa pur di mangiare la tua anima. "-Sorrise divertito-"Non si fanno scrupoli, a loro importa solo questo.
Questi sono quelli imparziali, poi ci sono i pazzi, i ''buoni'', ed i tranquilli."
Rivolse nuovamente lo sguardo al ragazzo, si sbottonò la camicia e gli mostrò la cicatrice che aveva lungo la spalla, era molto visibile, per questo lo teneva sempre nascosto-
"Me lo sono procurato perché uno dei miei ''amici'' era impazzito."
 
Nel vedere la cicatrice sulla spalla spalancò gli occhi.
"Allora, i demoni possono far del male quandono perdono il senno della ragione? "
Scese lentamente dal letto mettendosi sulle ginocchia di fronte al ragazzo, poggiò la mano con delicattezza sulla ferita che aveva sulla spalla.
"Deve essere stato davvero doloroso... non è una ferita da sotto valutare. "
Lo guardò negli occhi.
"Questi demoni, tendono anche ad essere troppo violenti, vero?"
 
 
Sospirò appena-"Se non si sa cosa fare, possono anche ucciderti; questa ferita non è nulla in confronto ad altri ragazzi come me, deceduti.."-sentì un lieve formicolio alla spalla quando il ragazzo tocco la ferita, socchiuse un occhio poggiando una mano su quella del ragazzo.
"Osmai non mi fa più nulla, il dolore è passato tempo fa."Però sì, all'inizio fu doloroso...-Socchiuse gli occhi, desiderava stringerlo a se, ma sapeva che così sarebbe apparso come un maniaco, quindi restò immobile-
"I demoni sono molto più forti degli umani, ho imparato anche a percepire la loro aura, molto più forte della nostra."
 
 
"S-scusa. "
Tolse subito la mano, aveva intuito che gli aveva fatto male. Abbassò il capo dispiaciuto.
"Anche se sono simili? "
Riportò lo sguardo su di lui facendo spallucce.
"E'... triste. Solo perchè desiderano le anime... Non si può far nulla per aiutarli? Oppure impedirgli di fare tutto questo? "
Lo guardò intensamente negli occhi.
"Tu hai detto che posso esserti utile... ma in che modo? "
Si passò una mano dietro al testa.
"Sono completamene inutile."
 
 
"Col tempo lo capirai." -Pressò un dito sul suo naso e sorrise divertito-Mi sarai molto utile, con la presenza di qualcuno come te, riesco a sentire le aure molto più facilmente, a questo piano non ce ne sono, sono tutte aure deboli. "-Chiuse gli occhi concentrando appieno tutta la propria energia sul proprio cervello e sulla propria spalla ferita; no, in quel luogo non si trovavano ne demoni, ne altre anime peccatrici-" Questo luogo è a posto, ma non si sa mai, con tanti giovani come voi, ingenui e deboli, e ben facile rubare le anime; resterò nei dintorni, non si sa mai."
 
 
 Si lasciò scappare uno starnuto.
"Q-quindi... "
Si coprì il naso completamente rosso con le mani.
"Sono come una specie di intercettatore di aure demoniache? "
Intercettatore di aure demoniache, non suonava male, anzi era piuttosto... divertente.
"Meno male, pensi che possono sempre infiltrarsi qui nel convento? "
Domandò con un filo di preoccupazione, solo ad immaginarsi una presenza malefica nel convento gli venivano i brividi per la paura. Scosse la testa evitando di pensarci troppo.
 
 
" Hai indovinato, infatti ti stavo cercando proprio per questo."-Gli passò un altro fazzolettino e sorrise divertito, rimettendosi addosso la camicia e chiudendola-.
"Esattamente, sono qui nei dintorni, e sanno cammuffarsi per bene quando vogliono.Si nascondono nell'ombra, e quando meno te l'aspetti, ti rapiscono e ti succhiano via la vita in meno di un secondo."
-Socchiuse gli occhi tenendo lo sguardo fisso su di lui.
"Possono essere considerati degli specie di assassini, non sanno controllare la loro voglia, quando hanno fame possono cibarsi anche di loro simili."
 
Lo ringrazio con un inchino del capo, prese il fazzoletto e si soffiò il naso. Si fece tutto rosso in viso.
S"to incominciando sul serio ad avere paura." 
Si alzò in piedi per buttare il fazzoletto in un cestino di vimini. Si poggiò le mani sulle guancie sbuffando.
"E troppo difficile fare direttamente la pace, vero? "
Sospirò angosciato, si avvicinò di nuovo a lui ma per sbaglio inciampò in una delle sue scarpe finendo adosso al ragazzo.
"A-ai...S-scusami, colpa della mia solita distrazione!"
 
 
"Non devi averne, non ce n'è bisogno, vi proteggerò io."
-Osservò ogni suo movimento come in trans. Si grattò il capo mordendosi un labbro-
Non si potrebbe fare la pace, siamo due popoli completamente differenti; loro hanno un dio, noi ne abbiamo un altro.
"E questi due dei, stanno combattendo l'uno contro l'altro da secoli."-Quando gli cadde addosso non potè fare a meno di arrossire, anche se impercettibilmente-
"Sta tranquillo." 
Sorrise divertito carezzandogli il capo, da quella vicinanza poteva sentire il suo profumo.
 
Scattò mettendosi subito seduto, era completamente rosso per la caduta e l'imbarazzato causato da ciò. Cercava di palrare ma dalla bocca uscivano solo parole confuse. Si diede un pugno in testa per riprendersi.
"S-scusa! "
Era molto severo con se stesso, anche perchè aveva messo in imbarazzo l'amico. Questa non se la sarebbe perdonata. 
Per giunta ogni volta che accade qualcosa del genere, i ciuffi dei capelli incominciavano ad alzarsi per conto loro.
 
 
Rise divertito per la reazione ricevuta dal ragazzo, scuoté il capo osservandolo-"Sei davvero molto divertente, sai?E sei molto simpatico, in più sei tenero."-Annuì riprendendo la cravatta ed indossandola, cercando di metterla alla meglio. L'alba si stava avvicinando, ma la bufera non accennava a voler diminuire, in più, sentiva strane forze avvicinarsi al convento, lente e silenziose.
Si alzò dal pavimento di scatto e osservò fuori dalla finestra, anche se, con tutta quella neve non si vedeva poi granché.
Si voltò nuovamente verso il ragazzo ed inarcò un sopracciglio-"Ma cosa succede ai tuoi capelli, per caso in giro c'è elettricità statica?"
-Si sedette sul letto, continuando ad osservare guardingo, fuori dalla finestra.
 
"N-non sono tenero! "
Sbuffò. Tutti gli davano del tenero solo perchè aveva l'aspetto di un bambino piccolo, lo tormentavano spesso.
"Eh? I capelli? Oh no, uffa!"
Cercò in qualche modo di abbassare i ciuffi ribelle con le mani appiattendoli. Si alzò da terra anche lui sedendosi alla punta del letto, lo guardò inclinando il capo di lato.
"C'è forse qualcosa che non va? "
Aveva notato nel ragazzo qualcosa di strano, forse aveva percepito qualche aura demoniaca che si stava avvicinando al convento.
 
 
"Invece sei molto tenero, non solo per il tuo aspetto."-Sorrise divertito osservandolo; si scompigliò i capelli leccandosi i canini affilati.
"Sì, c'è qualcosa che non va. Sento la presenza di qualcosa, qualcosa di forte e raccapricciante, non è un demone.Giusto, mi sono dimenticato di dirti che esistono anche le reincarnazioni dei diavoli, e credo che questi sia uno di loro."-si rialzò in piedi e si avvicinò alla porta, aprendola.
"Mi raccomando, tu fa silenzio, non voglio che si crei scompiglio qui. 
Anche se con la mia presenza, quando suor Tessa mi vedrà mi farà fuori. "-Disse sarcastico ridendo-"Prova a riposare, non sei stanco? "
-Lo osservò per un'ultima volta e poi aprì del tutto la porta, se la richiuse alle spalle e strisciò contro il muro, cercando di fare il più silenzio possibile.
 
"Reincarnazioni!? "
Esclamò leggermente spaventato.
"N-non devi preoccuparti di Suor Tessa... "
Quando lo vide avviarsi alla porta, scosse la testa per la domanda che gli aveva fatto,ma quando il ragazzo uscì dalla stanza non gli diede il tempo di rispondere. Si sentì pervaso dalla tristezza, abbassò la testa. Si stese sul letto comprendosi con gli avambracci il viso, sussurrando.
 
"Ave o Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu si benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.
 
...Amen. "

Si tolse gli avambracci dal viso, gli occhi erano leggermenti rossi per il sonno e la stanchezza, ma non aveva voglia di dormire, era preoccupato per Leory, per quello che sarebbe accaduto. Si girò dall'altra parte, dove c'era il comodino, accese il lume e aprì il cassetto al suo interno c'era la Bibbia è una catenina con una croca completamente d'argento. Prese la catenina è se la mise al collo, era un dono importante per lui un ricordo dell'infanzia. Giunse le mani pregando una ultima volta, qualunque cosa sarebbe accaduto, lui avrebbe aiutato il compagno. Si sentiva in dovere di farlo.
 
 
Fece qualche altro passo, nascondendosi nel buio; alcuni ragazzi già erano in piedi, altri mezzi assonnati, suor Tessa girovagava a svegliare tutti i ragazzi, non sapevano cosa a momenti sarebbe capitato. Kyra era nelle vicinanze, e non aveva buone intenzioni.
uscì fuori dal convento di tutta fretta, la bufera imprecava ancora molto forte, e si era anche dimenticato di mettersi la giacca! Un brivido percorse la sua schiena fermandosi ai capelli. Osservò i dintorni in cerca della figura della ragazza.
Fece qualche passo in avanti e la vide, completamente vestita di nero, i capelli dorati lasciati scendere lungo la schiena, lisci. Gli occhi di un rosso cremisi con cui lei ti ammaliava. 
Era uno dei diavoli della lussuria, si domandava ancora come mai ve ne fossero così tanti ora, sulla terra. 
Cosa volevano di preciso? Forse non l'avrebbe saputo mai.
"Kyra, cosa ci fai qui?! "-Urlò nella tempesta, i propri occhi, senza rendersene conto, presero a diventare neri come la pece. Si portò le mani sul volto per riuscire a vedere meglio.
Dalle labbra della donna uscirono solo dei sibili, che rimbombarono per tutto il luogo, anche dentro al convento-"Voglio che tu te ne vada, ora!"-Urlò nuovamente con voce roca, stava per entrare in ibernazione, faceva davvero troppo freddo.
La sua pelle iniziò a diventare violacea, ma avrebbe fatto qualunque cosa pur di proteggere Rito.
 
Sentì come una fitta al cuore. Non si spiegò come o perchè sentì quel brivido dietro la schiena. Era forse un segno che stava andando tutto storto, nulla nel senso giusto. Si alzò dal letto di fretta, prendendo la giacca del compagno che aveva dimenticato nella camera. Uscì di fretta dalla stanza e notò che molte porte erano palancate, nessuno non c'era più nessuno. Le ginocchia presero a tremargli per l'agitazione. 
Aveva paura. 
Scese tutte le scale e quasi rischiò di cadere, quando si trovò nel lungo corriodio dove c'era l'altare vi trovò tutti runiti, avevano tutti una faccia seria e la maggior parte di loro erano calmi, sembra essere l'unico davvero preoccupato. La giovane suora si avvicinò a Rito tranquillizzandolo con dolci parole, gli disse di non preoccuparsi e di tornare in stanza.
"No! "
Gridò, stringe a se la giacca indietreggiando.
"I...Io... devo aiutare Leroy! "
La Suora cercò d'impedirgli di uscire, ma lui ebbe la meglio ed uscì fuori dal convento. Tira un vento forte e pungente, e non molto lontano da dove si trovava lui c'era il ragazzo. Lo chiamò più volte chiamandolo per nome, ma il vento era troppo forte per farsi sentire. Camminò con tutte le sue forze per raggiungerlo stringendosi sempre di più alla giacca.
 
 
Un altro sibilo, più vorace degi altri, possibile che lui fosse l'unico a capire cosa dicesse? 
Una scarica elettrica gli attraversò il braccio cicatrizzato, la donna aveva preso le sue vere sembianze e ora si trovava attorno a lui, l'aveva bloccato in una stretta vorace. 
Urlò senza fiato e conficcò le unghie nelle scaglie, che la trapassarono e fecero uscire il sangue a fiotti, aveva utilizzato il braccio cicatrizzato, che il demone che l'aveva ferito gli avesse passato parte dei suoi poteri?
Non ne aveva idea, sapeva solo che in quell'istante, il serpente gemette dolorante e sgusciò via, lontano da lì, fino ad entrare nelle fogne-"Ti avevo avvertito Kyra, tu mi hai voluto far ricorrere alle maniere forti!"-I suoi occhi diventarono completamente neri, ma quando sentì vento pronunciare con la voce del ragazzo il proprio nome, si voltò e tornò alla normalità, aveva la camicia sporca del sangue del diavolo, strappata in vari punti, il braccio sinistro, quello non cicatrizzato, aveva dei segni dello stritolamento. Si avvicinò al ragazzo e, tra il preoccupato e l'arrabbiato pronunciò-
"Non ti avevo detto di restare nella tua camera e di provare a dormire?! "-Aggrottò la fronte, essendosi accorto d'aver alzato un po la voce, anche se di sicuro non se ne sarebbe accorto, con tutta quella bufera.
Sospirò appena osservandolo-"Ti chiedo scusa, non volevo alzare la voce, ero solo preoccupato per.. te."
 
Tremava. Vederlo ridotto in quel modo lo fece stare sempre più in pensiero, sentì un lieve pizzicorio agli occhi.
"Anche io ero preoccupato per te, non volevo che andassi... "
Lo guardava ancora con un sguardo preoccupato e gli posò una mano sul volto accarezzandoglielo.
"Sei ferito? "
Gli chiese mentre gli porse la giacca che gli aveva riportato e senza accorgesene due piccole lacrime gli avevano rigato il volto. 
Le gambe gli continuarono a tremare e d'improvviso, gli decetterò. Finì nella neve e sentì gli occhi pesanti, l'ultimo suo pensiero prima di chiudere completamente gli occhi fu che anche questa volta non aveva fatto altro che essere un peso.
 
 
Osservò il ragazzo e prese la giacca indossandola-"No, sta tranquillo, chi è ferito è la ''cosa'' che è appena scappata."
-Non fece in tempo a finire il discorso, che vide il ragazzo disteso sul terreno freddo. 
Spalancò gli occhi e lo prese in braccio con facilità, sembrava essere leggero come una piuma.
Spalancò le porte del convento con un piede, era serio in volto, mentre tutti erano radunati vicino all'altare, pregando. Finalmente, ora che non era sveglio, poteva parlare-"Siete una massa di idioti, restare incollati così tanto al signore non vi salverà da nulla, lui non potrà aiutarvi, non sarà con voi quando un'altro di quegli esseri verrà ad attaccarvi."-Osservò tutti, serio. Li vide, uno dopo l'altro, chinare il capo in segno di sconforto, ma in quel momento a lui non importava di loro, a lui importava solo di Rito.
Si diresse su per le scale e tornò nella sua camera, lo poggiò sul letto e lo coprì. Poi scese nuovamente andando a immergere un panno nell'acqua fredda.
Tornò nuovamente dal ragazzo, poggiò il panno sulla sua fronte, si sentiva maledettamente in colpa per avergli detto quelle cose.
Gli asciugò le lacrime, non poté fare a meno di notare quanto fosse carino, anche mentre dormiva.
Accennò un sorrisetto, doveva approfittare della situazione; si guardò intorno, notando che non si trovava nessuno nei dintorni.
Avvicinò le proprie labbra a quelle del ragazzo e lo baciò a stampo, tutto ciò era davvero strano!
Rito aveva 16 anni, lui ne aveva 25, sarebbe stata considerata pedofilia.
Ma a lui non importava nemmeno ciò, si era preso una cotta per lui, lo amava, e lo avrebbe protetto, anche a costo della propria vita.
Si staccò dalle sue labbra, notando che dormiva ancora, fortunatamente.
Sfinito, si lasciò cadere al suo fianco, cadendo in un sonno profondo.
   
 
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