Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |      
Autore: elanorkirk    09/01/2012    3 recensioni
Akira, Jared, Viviana, Sebastian, Arianne e Katherine sono sei ragazzi che che impareranno a conoscersi sulla riva del mare...ed in mezzo alla paura. Il destino li ha fatti incontrare e sono tutti accomunati da una cosa: hanno visto il futuro. Chi con un anime, chi con un videogioco, o con un libro, o quant'altro.
Attraversando il confine tra realtà e follia, affronteranno gli incubi in cui ognuno di noi spera di non imbattersi mai, impareranno che la crudeltà non risparmia nessuno e sì, come in ogni storia, conosceranno l'amore e la difficoltà di mostrare veramente ciò che si è.
Yaoi (Slash), Yuri (FemSlash) ed Het. Proverò a scrivere in base a questi generi.
Spero la storia vi piaccia! Un bacio, ElanorFantaGreen ;D
(Titolo provvisorio!)
Genere: Fantasy, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Het, Slash, Yaoi, Yuri
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
kwjdvhqwkjvhqwlfhwlr

Capitolo primo:

Stranezza

 

Akira stava camminando tranquillamente sulla battigia, ascoltando una  canzone all’interno del suo cellulare. Sua sorella, Viviana, amante della musica a 360 gradi, lo aveva riempito di artisti che lui non conosceva, quell’aggeggio era ormai pieno di generi di tutti i tipi. Dal metal più duro, alla musica medievale, senza ovviamente dimenticarsi alla dance più recente. Non riusciva a capire come una persona riuscisse a farsi piacere proprio tutto, i suoi amici metallari odiavano qualsiasi forma di pop e viceversa era per coloro che si dedicavano in tutto e per tutto all’house. Alcuni gruppi poi erano veramente assurdi; oltre ai diversi generi, vi era musica da ogni parte del mondo: inglese, americana, italiana, giapponese, coreana, irlandese, islamica­...addirittura in latino!

Il sole stava cominciando a calare, era sicuro che ci sarebbe stato un bellissimo tramonto. Gli ultimi raggi della stella accarezzavano la figura alta e slanciata del ragazzo, si fermavano a punzecchiare un piccolo granchio che si stava riposando sui granelli di sabbia dorati e giocavano con le onde del mare.

In quel momento Akira si sentiva bene, stranamente bene, senza alcun pensiero. Quel posto gli ricordava qualcosa. Una piccola sensazione di malinconia si fece strada dentro di lui, ma non seppe spiegarsi il perché. Poche volte erano stati in vacanza al mare, andavano quasi sempre in montagna e, soprattutto, non erano mai stati in quella città. Dove esattamente? Non lo sapeva e non gli importava.

Quando gli avevano detto che sarebbero andati in vacanza sulla costa, aveva stoppato la musica nelle cuffiette solo per informarsi riguardo la durata del viaggio e le previsioni del tempo, per poi far partire di nuovo le note della canzone che stava ascoltando a tutto volume e fare la valigia, una sola visto che sua madre avrebbe riempito la macchina con tremila borse, borsette e borsettine. Probabilmente, mentre aiutava Viviana a fare la propria, la sorella gli aveva detto dove sarebbero andati, ma non lo ricordava. Viviana odiava andare al mare, un po’ come lui e, se non l’avesse aiutata con il bagaglio, probabilmente sarebbero volate talmente tante urla tra la ragazza e la madre che nella casa nessuno avrebbe potuto fare qualcosa se non sperare che finissero di gridare. Sì, perché quando quelle due litigavano, nonostante il volume al massimo, lui non riusciva mai ad ascoltarsi la musica in pace.

Ora eccolo lì, a passeggiare per la spiaggia dopo aver lasciato la sorella con un’amica. Era strano che la ragazza avesse stretto amicizia con qualcuno visto che di solito stava sempre assieme al fratello. Avevano solamente due anni di differenza, lui diciassette e lei quindici, ed andavano molto d’accordo. Insomma, pensavano entrambi che non avesse senso stringere amicizie d’estate per poi perderle dopo qualche giorno.

Dato che stava imbrunendo e non aveva ancora mangiato, decise di tornare indietro, anche perché altrimenti si sarebbe dovuto sorbire una sgridata colossale.

Non appena si voltò, vide un ragazzo dai capelli rossi, di un rosso talmente intenso da sembrare innaturale, con una PSP nera in mano. La maglia a righe marrone scuro e bianche era un po’ troppo larga per il suo corpo, ma non riuscì a notare altro. Senza nemmeno fare in tempo a girarsi, quello gli arrivò addosso. L’urto lo fece barcollare per un secondo, mentre il nuovo arrivato cadde a terra, sembrando spaventato da qualcosa.

«Scusa, non ti avevo visto.» Akira inclinò il capo di lato, sorridendo e porgendo la mano al ragazzo per aiutarlo a tirarsi in piedi.

«Oh, figurati, sono io ad esserti venuto addosso.» Ricambiò l’altro. Si sistemò gli occhiali sul volto e lo guardò meglio, poi annuì.

«Sei Akira, giusto?» L’interessato fece un cenno con la testa, chiedendogli come lo sapesse.

«Beh...sono andato a recuperare mia sorella Arianne e l’ho vista chiacchierare assieme alla sua nuova amica. Prima che le potessi dire qualcosa, Arianne mi ha liquidato, dicendomi di andare a cercare “il fratello di Viviana”, un ragazzo biondo, con dei pantaloni rossi ed una maglia nera, di nome Akira.» Scrollò il capo, borbottando un “Che maniere, sfruttare il fratello più giovane!”

«Sì, capisco...grazie mille, allora. Tu come ti chiami?»

«Sono Jared, piacere di conoscerti!»

«Piacere mio! Quando sei caduto sembravi spaventato da qualcosa...c’è qualcuno che ti sta seguendo?» Domandò incuriosito Akira, scrutandosi attorno. Aveva bisogno di un po’ d’avventura in quelle giornate noiose passate a far niente, una rissa non sarebbe stata poi così male.

«Cosa?» Jared sembrò per un attimo confuso, poi si mise a ridere «Evidentemente ero talmente preso da questo gioco che mi sono estraniato dal mondo, come al mio solito.» disse, indicando lo schermo della PSP, dove vi era una moltitudine di zombie che sembrava stesse proprio guardando verso il giocatore. Akira rabbrividì.

«Ora capisco perché tu ti sia spaventato. Non oso immaginare come sia giocare al buio con quel...coso.»

«Oh, una gran figata!» Rise l’altro, per poi darsi dello stupido. Non aveva messo in pausa e gli zombie gli avevano divorato il personaggio, lasciando solo una striscia di sangue.

«Beh, credo sia meglio avviarci verso le nostre due sorelle.» Disse Akira, facendo segno a Jared di avviarsi.

«Sai, se non ci fossimo scontrati, probabilmente non ti avrei riconosciuto.» Ammise il rosso, sospirando.

«Lo credo anche io, ahah!» Jared lo guardò sorridendo e dopo qualche minuto raggiunsero Viviana ed Arianne.

«Ehi, Akira! Si può sapere perché non hai risposto ai miei messaggi?» Lo rimproverò Viviana, mettendo sul viso un falso broncio.

«Stavo ascoltando la musica che mi hai messo sul cellulare, sorellina, ed era in silenzioso.» Rispose Akira, mordendosi il labbro ed imitando un’espressione che in teoria avrebbe dovuto impietosire la sorella.

«Quanto sei tenero!» Viviana gli scompigliò il ciuffo biondo, presa da un improvviso attacco di dolcezza. “La faccia da cucciolo funziona sempre!”, pensò il più grande, sorridendo.

«Piacere, io sono Arianne!» Si presentò l’altra ragazza, porgendo una mano ad Akira e prendendo sottobraccio l’amica. «Lui è mio fratello Jared!» Aggiunse poi, indicando il ragazzo dai capelli rossi.

«Ci siamo già presentati, Arianne.» Sbuffò Jared, alzando gli occhi al cielo.

«Piacere mio!» Il giovane ricambiò la stretta, poi guardò in modo interrogativo la sorella.

«Mamma ha detto di tornare all’hotel.» Rispose all’ovvia domanda del ragazzo.

«Uff, okay. Jared, voi in quale albergo alloggiate?»

«Nell’Abracadabra, come voi.» Viviana ridacchiò, intonando il ritornello di una canzone delle Brown Eyed Girl, un gruppo musicale coreano.

«Ah, bene. Rimanete ancora un po’ in spiaggia oppure tornate anche voi?» Domandò il biondo, liberandosi della sabbia sulle ciabatte.

«Beh, vi seguiamo. Io e Viviana dobbiamo finire di parlare di una cosa!» Anche Arianne aveva i capelli rossi come il fratello ed entrambi avevano gli occhi di un verde così profondo e scuro da far perdere la testa. Erano proprio due gocce d’acqua, mentre non si poteva dire la stessa cosa di lui e Viviana. Akira era alto e biondo, Viviana invece era piccolina, 1,60 m per la precisione, ed aveva i capelli neri come la pece. L’unica cosa che li accumunava era il colore degli occhi, azzurro, ed il loro taglio a mandorla.

«Benissimo allora!» Jared affiancò Akira ed i quattro ragazzi si avviarono verso l’albergo, chiacchierando tranquillamente del più e del meno.

Una volta entrati nella hall, Arianne li fermò e chiese loro se avessero già mangiato. Sia Akira che Viviana scossero la testa, mentre Jared sembrava con la testa tra le nuvole;

 

«Jared! Jared, vuoi ascoltarmi?» Arianne, sua sorella, lo stava chiamando da ben mezz’ora e lui, troppo stanco per risponderle, aveva nascosto la testa sotto al cuscino, sperando così di zittirla. La ragazza, spazientita, gli tirò via le coperte e prese il cuscino, scaraventandolo dall’altra parte della stanza.

«Insomma Arianne, cosa vuoi? Sei peggio di un boss da superare quando fai così!» Assonnato, sbadigliò e si stropicciò gli occhi.

«Se non fossi troppo carino da appena sveglio, ti avrei buttato già fuori dalla finestra!» Sbuffò lei, per poi sorridere, mettendo in mostra le lentiggini sulle guance.

«Si va in vacanza, sei contento?»

«In vacanza?» Gli occhi di Jared si illuminarono e, mettendosi seduto sul materasso, si guardò intorno.

«Quanto staremo via? Quante valige posso fare?» Aveva un sacco di cose da portare, tipo videogame, fumetti, computer e tanto altro ancora.

«Staremo via due settimane e partiremo domani. I nostri genitori hanno voluto farci una sorpresa!» Arianne, sempre sorridendo, si precipitò fuori dalla stanza, consapevole che quella cosa non avrebbe fatto piacere al fratello. Essere una sportiva faceva bene, qualche volta. Specialmente quando si davano notizie tanto disarmanti ad un suscettibile fratello minore.

Jared aveva bisogno di decidere quello da portarsi dietro, informarsi sulle ultime novità per agire di conseguenza, capire quanto la macchina avrebbe potuto portare dato che non viaggiavano mai ed implorare i propri genitori e la sorella di portarsi una sola, piccola valigia a testa. Anzi, sarebbe stata una cosa carina se i genitori avessero fatto un unico bagaglio per entrambi, così da lasciargli più spazio.

La loro macchina non era molto grande, chissà se avrebbe contenuto tutto quanto...cercando di non pensarci, cominciò a preparare la prima borsa.

«Jared! Jared, vieni qui!» La voce trillante della madre lo richiamò alla realtà, facendolo sbuffare. Insomma, aveva un sacco di cose a cui pensare, cosa diamine voleva?

«Eccomi!» Una volta raggiunta la cucina, la donna gli sorrise e gli disse: «Caro, immagino che Arianne ti abbia avvertito riguardo alle vacanze, no? Tieni questa valigia per i vestiti!» La donna gli porse una borsa capace di contenere lo stretto indispensabile. Perfetto una borsa così piccola per i vestiti era proprio l’ideale! Occupava poco spazio, il che voleva dire che ce ne sarebbe stato di più per le sue ricchezze. Contento, annuì e fece per andarsene, ma Elena gli mise una mano sulla spalla e lo incitò a sedersi su una sedia.

«Tesoro, lo so che senza quegli aggeggi elettronici non vivi, ma...ecco...sai che la capacità della macchina è piuttosto ristretta, no? Questo è lo spazio massimo che puoi impiegare per...insomma, tieni!» Jared era lì per lì nello strapparsi i capelli una volta preso il minuscolo zaino dove avrebbe dovuto sistemare la sua vita (non entrava nemmeno il computer!) quando, tastando l’interno per scoprire la sua capienza, trovò un gioco per la PSP. Si dimenticò all’istante del problema “vacanze” e si diresse velocemente nella propria camera, chiudendo la porta e buttandosi sul letto, dove la sua amata console si stava ricaricando. Sul dischetto non c’era scritto nulla, vi era solo appiccicato sopra un adesivo nero.

«Le, anzi, la valigia può farsi benissimo da sola!» Sbottò il giovane, per poi togliere “Silent Hill Origins” dalla PSP ed inserire il nuovo videogame. Stranamente non comparve nessuna schermata principale, nessun “nuova partita”...niente di niente. Partì immediatamente un video; un ragazzo dai capelli rossi stava camminando per una spiaggia, mentre giocava ad un gioco di Zombie con la console portatile quando, all’improvviso, si scontrò con un giovane alto e biondo, vestito con una maglia a maniche lunghe nera e dei pantaloni rossi. I due sembrarono conversare per un po’,per  poi dirigersi verso due ragazze, una dai capelli rossi e vestita di verde, l’altra dai capelli neri e con dei pantaloncini ed una maglia senza maniche azzurra. La ragazza dai capelli rossi diede la mano al biondo e prese sottobraccio l’altra. Dopo qualche minuto i quattro giovani si diressero verso un hotel con sopra una scritta non leggibile. Era argentato all’esterno, mentre all’interno i pavimenti in marmo nero e le pareti rosso sangue non davano un aspetto molto amichevole alle stanze. Le due ragazze andarono a sedersi ad un tavolo, mentre gli altri due personaggi si diressero al bancone ed ordinarono quattro gelati ad un uomo dai capelli lunghi ed ondulati fino alle spalle, crespi, con una maglia a maniche corte nera che non nascondeva affatto la pancia piuttosto evidente, e diversi piercing in giro per il viso e le braccia. Una cosa molto strana era che il volto dei quattro giovani fosse sfuocato e che non ci fosse volume.

Improvvisamente la PSP si spense, nel buttarsi sul letto aveva fatto sì che il cavo che la collegava alla corrente si staccasse e che la console tornasse a scaricarsi.

«Pff, che cavolata di gioco.» Sbuffò il ragazzo, togliendolo dalla console ed appoggiandolo sulla scrivania di fianco al suo letto. Quella scrivania era un casino; gli unici scaffali ad essere in ordine in quella camera erano quelli dei videogiochi e dei fumetti.

Un brivido gli corse lungo la schiena; quel ragazzo con la PSP nera in mano gli sembrava così tanto sé stesso e la ragazza dai capelli rossi così simile alla sorella...

 

«Bene, allora perché voi due non andate a prendere qualcosa al bar mentre io e Viviana prendiamo posto?» Dando una piccola pacca fraterna alle spalle di Jared, Arianne si dileguò insieme alla mora, sedendosi in uno dei tanti tavoli liberi.

«Per curiosità, quanti anni avete tu ed Arianne?» Domandò Akira, dirigendosi verso il bancone del bar.

«Eh? Ah, io ho quindici anni, lei diciassette. Voi?» Jared non sembrava essere molto interessato alla conversazione, continuava a guardarsi intorno con fare sospettoso, era  come se si aspettasse di vedere spuntare fuori un leone vestito da ballerina. “Che paragone idiota, Akira!”, si ritrovò a pensare il più grande.

«Io diciassette, Viviana quindici. Senti, come mai continui a guardarti intorno?» Non voleva darlo a vedere, ma era un po’ spaventato da tutte quelle occhiate allarmate che Jared lanciava in giro. Okay che a quindici anni si è ancora abbastanza suscettibili, ma dal suo sguardo sembrava che ci fosse veramente qualcosa di cui preoccuparsi.

«Beh, ecco...ti sembrerà strano, ma...è tutto uguale ad un videogame al quale ho giocato poco tempo fa...ah, sarò io ad avere un sacco di quella roba in testa, non farci caso!» Indicando la PSP e stringendosi nelle spalle, Jared ordinò all’uomo dietro al bancone due gelati. Il signore aveva diversi orecchini su entrambe le orecchie e dalla maglia dalla scollatura a V si riusciva ad intravedere l’inizio di un tatuaggio, anche se non era chiaro il soggetto rappresentato. Sembravano dei...capelli?

Riprendendosi, Akira ordinò a sua volta due gelati, per poi bloccarsi di colpo. Su una pagina Facebook, della quale purtroppo non riusciva a ricordarsi il nome, consigliavano tanto di guardare un anime, la versione animata dei manga, fumetti giapponesi e...lui l’aveva visto. Sì insomma, che poteva esserci di male? Era però un qualcosa di...strano, i personaggi non avevano volto, non parlavano! Semplicemente si vedevano questi corpi senza personalità interagire tra loro, muoversi e spostarsi in luoghi differenti. Dopo i dieci minuti che aveva concesso all’anime per diventare interessante, aveva spento, ma...sembrava quasi che il personaggio principale rappresentasse sé stesso nella vacanza. Era arrivato al momento in cui il protagonista camminava per una spiaggia e si scontrava con un altro ragazzo dai capelli rossi con una PSP nera...

Akira deglutì e strinse nei pugni i gelati, sedendosi su uno sgabello accanto a Viviana più rigidamente che mai.

«Tieni, Vì.» Porse il gelato alla sorella, cominciando a scartare il proprio. Anche l’altro ragazzo aveva dato il gelato alla maggiore ed aveva cominciato a mangiare il suo, continuando a muoversi.

Il fare meccanico di Akira attirò l’attenzione di Jared, il quale aveva smesso di guardarsi intorno ed aveva posato lo sguardo su di lui.

«Ehi, tutto okay?»                                               

«Beh, ecco...tu avrai giocato ad un videogame, ma io ho visto un anime che parlava di queste vacanze e, a dirla tutta, tutto questo mi turba un po’!» Ammise il giovane, mangiando sovrappensiero il gelato. Jared cominciò a tossire, interrompendo la conversazione che stavano avendo intanto le due ragazze.

«Che succede?» Chiese Arianne che, anche se non lo dava a vedere, aveva ascoltato il discorso dei due ragazzi. Aveva iniziato a sudare freddo. Lo stesso valeva per lei con un libro. Parlava di questa ragazza senza nome e senza volto che ne incontrava un’altra in una spiaggia, mandava il fratello a cercare quello dell’amica ed andava insieme ai tre nella hall di un hotel a mangiare un gelato. Non era andata avanti, semplicemente aveva chiuso il libro e cominciato a leggere qualcos’altro.

«Beh, ecco...hai presente quel videogame di cui ti parlavo? Sembra che rappresenti questa realtà, voglio dire, tutto quello che succedeva al suo interno è accaduto anche qui! Ad Akira è successo lo stesso con un anime!» La voce di Jared si era alzata di volume, quel tanto da attirare l’attenzione dell’uomo al bar, che li guardava sospettoso.

«Con tutto rispetto, quel tipo non mi piace.» Sussurrò Viviana, indicando il barista, senza però essere ascoltata dagli altri.

«La stanchezza fa brutti scherzi, non credete anche voi?» Domandò Arianne, consapevole che di mezzo non c’era affatto stanchezza. Era sempre stata una ragazza sognatrice e piuttosto influenzabile a quello che le veniva detto ma, questa volta, non voleva affatto credere a quello che le stavano confidando i due ragazzi.

«Non si tratta di stanchezza! Al massimo può essere un brutto scherzo di qualcuno, so quello che ho visto!» Disse Akira, sbuffando. Odiava essere contraddetto quando era sicuro di avere ragione.

«Cosa potrebbe essere altrimenti?» Continuò Arianne, mettendoci una piccola punta di acidità. Viviana le tirò un braccio ma la più grande non le diede attenzione.

«Dimmi, cos’altro potrebbe essere?» Insistette. Akira, che non era stupido, si accorse subito della paura negli occhi di Arianne e le sorrise.

«Sono sicuro sia uno scherzo, non preoccuparti.» A quelle parole, la ragazza sembrò calmarsi e tornò a mangiare il proprio gelato.

«Giusto per curiosità, voi avete continuato il libro e l’anime?» Chiese Jared, togliendosi gli occhiali e sbadigliando. Gli occhi gli facevano male, aveva giocato tutto il giorno a quel videogame sugli zombie e il suo corpo gli stava implorando di finirla.

«No. Io sono arrivata al mangiare i gelati tutti e quattro assieme.» Rispose seccata Arianne, senza alzare lo sguardo dal dolce.

«Io sono arrivato all’incontrarti sulla spiaggia, nulla di più.» Akira guardò la sorella farsi sempre più pallida e le prese una mano, incuriosito. Viviana si ritrasse e si mise a guardare fuori dalla finestra.

«Mmh, io sono arrivato a quando abbiamo ordinato i gelati.»

«Adesso arriverà quel tipo al bar, non fate nulla di strano, non guardate verso di lui e se vi chiede qualcosa riguardo a libri, anime, videogame o canzoni, voi non sapete assolutamente nulla!» Sibilò Viviana, portandosi le ginocchia al petto e cercando di sembrare il più naturale possibile. Faceva sempre così quando aveva paura, sentire un po’ di calore umano contro di sé riusciva a calmarla subito...poi capì che il portarsi le ginocchia al petto ed isolarsi dal gruppo non era affatto un comportamento molto consono in quel momento, quindi tornò ad assumere una postura normale.

Jared, che non doveva girarsi per vedere l’uomo col tatuaggio sul petto, si accorse che  effettivamente si stava avvicinando. Incuriosito, chiese a voce bassa come facesse a saperlo.

«Ho...avuto un’esperienza simile alla vostra...ho ascoltato l’album di un artista chiamato Zombie

 

 

Saaaaalve:3
Quest'originale è dedicata a due mie care, carissime amiche, Diana e Stefania.

Diana: Grazie per avermi iniziata alla PSP, senza di te Jared non sarebbe in vita, ahah. E grazie per essermi accanto in questo periodo, non mi stancherò mai di dirlo e lo sai. U.U Appena riusciremo a vederci ti passerò tutto quello che devo passarti, dal programma per pubblicare agli anime che ti consiglio! Ovviamente spero per sabato! ^_^ Inoltre grazie per le correzioni che mi hai fatto, cosa farei senza di te?

Stefania: Spero tanto che il capitolo ti sia piaciuto e che la storia ti interessi! :D Cercherò di pubblicare il prossimo al più presto! La mia passione per la scrittura è aumentata notevolmente da quando ci siamo conosciute ed i tuoi regali di oggi mi hanno dato un sacco di spunti per dei personaggi! *W* Questa storia è importante per me perché è la prima volta che mi imbarco in una storia sia Yaoi, sia Yuri, sia Het. ^^" E' inutile dirti che ti voglio tanto bene, giusto? Buona lettura <3

_mi scuso per i ringraziamenti poco ehm...ringrazianti?...ma ho dormito solo cinque ore su sessanta. Mi sento svuotata! D:

Bene, cari lettori *forever alone*, spero che la storia vi abbia interessato abbastanza per lasciare una recensione e continuare a seguirmi x) Inoltre il mio umore è a terra perché il mio professore ha detto, alla prima ora, che la mia è una classe di semianalfabeti. Io ci sono rimasta malissimo T.T
Ovviamente, dato che cercherò d'impegnarmi il più possibile, posterò, cercando di essere positiva, entro due settimane. Mi obbligherò a pubblicare, greco può anche andare a farsi un giro. U.U
Ora vi saluto! Un bacio!
ElanorFantaGreen <3

 

P.S. Corretta il 16.06.2012 ;)

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: elanorkirk