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Autore: PuccaChan    10/01/2012    9 recensioni
Cosa accadrebbe se Usagi si stancasse dell'eterna indecisione di Misaki riguardo al loro rapporto e prendesse una decisione molto grave?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akihiko Usami, Eri Aikawa, Misaki Takahashi, Nuovo Personaggio, Takahiro Takahashi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Misaki!”
Il ragazzo si voltò verso colui che lo aveva chiamato e sorrise. “Niichan!”
“Ehi!” Takahiro lo raggiunse di corsa sulla pensilina ferroviaria e lo abbracciò affettuosamente. “Allora, come stai? Hai fatto buon viaggio?”
“Sì, grazie. Sei da solo?”
“Già, Manami e Mahiro ci aspettano a casa. Andiamo!” Takahiro prese il borsone del fratello e si avviò.
“Lascialo a me, niichan, posso portarlo io.”
“Non c’è problema. E poi mi sembra che tu abbia un’aria un po’ stanca…”
“Oh… sai com’è… il lavoro!”
“Sì, capisco. Il mio fratellino è diventato adulto ormai… eh, come passa il tempo!”
Misaki non poté fare a meno di sorridere al sospiro melodrammatico del fratello. Non sarebbe cambiato mai, lo avrebbe sempre visto come il suo fratellino piccolo e innocente; ma era proprio per questo, per la sua purezza e semplicità d’animo, che gli voleva tanto bene.
“Ma perché non è venuto anche Usagi? Cavolo, non lo vedo da mesi!” disse improvvisamente Takahiro, facendogli prendere un colpo.
“Oh, ehm… ecco, aveva una scadenza importante e non poteva proprio assentarsi…”
“Mmm… sempre con queste scadenze! Beh, pazienza…”
Takahiro non aggiunse altro e Misaki sospirò piano senza farsi scorgere.
Mentre parlavano erano arrivati al parcheggio della stazione: montarono entrambi in macchina e partirono verso la casa di Takahiro. Una volta arrivati Manami uscì loro incontro per salutare Misaki e accompagnarlo in casa, e qui venne accolto dal piccolo Mahiro, che trotterellò felice verso di lui.
“Ecco il mio nipotino!” esclamò Misaki prendendolo in braccio. “Caspita, quanto pesi… come sei cresciuto!”
“Tio, tio!” farfugliò il bimbo tutto sorridente. Ben presto però si stancò di stare in braccio e cominciò ad agitarsi finché Misaki non lo rimise a terra, dove partì a tutta velocità sgambettando per la stanza. Non era da molto che Mahiro aveva imparato a camminare e non si stancava mai di girare per casa; a volte l’equilibrio lo tradiva e faceva qualche capitombolo, ma si rimetteva sempre in piedi senza mai lamentarsi.
Misaki osservò il figlio di suo fratello con gli occhi traboccanti d’affetto. Non riusciva ancora a credere che Takahiro fosse già padre! Di sicuro i loro genitori sarebbero scoppiati di felicità, se l’avessero visto. Usagi invece non aveva particolare interesse per i bambini, ma era sicuro che prima o poi Mahiro sarebbe riuscito a conquistare anche lui; era troppo carino!
I suoi occhi si rattristarono per un attimo: stava pensando a Usagi proprio come se stessero ancora insieme, e invece non era più così. Non era nemmeno sicuro che sarebbero mai tornati insieme. Chissà cosa stava facendo in quel momento…?
“Dammi pure il borsone, Misaki, te lo porto in camera. E sedetevi a tavola, il pranzo è quasi pronto.”
“Oh… grazie, Manami.”

 

~~~

Una volta finito il pasto Manami portò Mahiro a fare un sonnellino, lasciando soli i due fratelli a chiacchierare tra loro.
“Wow, che mangiata! Manami è sempre un’ottima cuoca” sospirò Misaki.
“Mi fa piacere sapere che la reputi alla tua altezza!” sorrise Takahiro.
“Ma dai, non sono poi così bravo…”
“Vuoi scherzare? Se non ci fossi stato tu a cucinare per me, credo che a quest’ora il mio stomaco sarebbe devastato per l’abuso di pasti precotti!”
Misaki scoppiò a ridere a quella battuta e Takahiro si unì a lui.
“Ti ricordi la prima volta che hai cucinato?”
“Certo! Avevo messo la cucina praticamente sottosopra e avevo anche paura che l’omelette fosse una schifezza… come in effetti era!”
“Sono andato fuori di testa quando ho visto tutto quel casino… ma in realtà mi preoccupavo solo che potessi esserti fatto male. E poi non era proprio una schifezza…”
“Tanto lo so che l’hai mangiata solo per essere gentile.”
“Beh, forse dovevi farla cuocere un po’ meno… ma il punto era che avevi fatto qualcosa per me, e ne ero davvero felice.”
Takahiro appoggiò la mano sulla testa di Misaki, proprio come faceva quando era ancora un bambino, e lo accarezzò affettuosamente. “Non so proprio come avrei fatto se non ci fossi stato tu con me, fratellino.”
“No… in realtà sono io che non ce l’avrei mai fatta senza di te… sono io che ti ringrazio, niichan.”
Misaki si strofinò nervosamente le mani. La sua visita al fratello aveva anche un altro scopo… e adesso era arrivato il momento di tirarlo fuori. “Niichan… hai presente quando ti ho telefonato per dirti che venivo a trovarti?”
“Sì, certo.”
“E… ti ricordi che ho anche detto che dovevo parlarti di una cosa molto importante?”
“Oh, adesso che mi ci fai pensare… sì, è vero. Beh, allora dimmi!”
Misaki lanciò un’occhiata a suo fratello e trasse un respiro profondo. “Sì. Ok.”
Abbassò gli occhi, poi li rialzò, sospirando di nuovo. “Ok… sì.”
“Misaki, ma che ti prende?” fece Takahiro, perplesso.
“Non è per niente facile dirlo… non so come fare…”
“Ehi… calmati, adesso. Tu puoi dirmi tutto, lo sai. Quindi dillo e basta.”
Misaki tornò a guardare suo fratello, con aria disperata. Takahiro lo guardò stupito.
“Misaki…”
“Io e Usagi-san stiamo insieme!”
E dopo che ebbe urlato quelle parole, fu come se il tempo e lo spazio si dilatassero all’infinito. Per un po’ non ci fu altro che silenzio; Misaki non sentiva più nemmeno la pendola in corridoio che scandiva i rintocchi.
Non aveva il coraggio di guardare in faccia suo fratello.
“Misaki…”
“Scusami se non te l’ho detto prima! Perdonami! Non volevo agire alle tue spalle! Io… non so spiegare bene com’è successo, ma è successo… e sai una cosa, niichan… non ero mai stato più felice in vita mia… ma adesso è finita. Usagi-san mi ha lasciato.”
“Che cosa…? Misaki…”
“Mi ha lasciato… ecco perché non è venuto con me. Comunque, forse è meglio così… io l’ho fatto soffrire tantissimo, sai…? Sono stato un vero idiota… quindi, se adesso dovessi dire che mi odi, non fa niente. Avresti ragione tu, io sono… una persona orribile! Non merito il tuo affetto. Non so fare altro che nascondermi e vergognarmi di… di quello che sono… quando invece non c’è niente di cui vergognarsi. Essere amato da Usagi-san… è stato il più bel dono che potessi avere dalla vita… e l’ho sprecato… l’ho sprecato!”
La voce di Misaki venne soffocata dalle lacrime. Chinò la testa e si mise a piangere a dirotto. Takahiro lo osservò a lungo senza dire niente e, quando Manami si affacciò preoccupata in soggiorno, le fece segno che andava tutto bene e di tornare dal bambino.
Dopo un po’, quando gli sembrò che il fratello fosse più calmo, Takahiro parlò. “Perché non me lo hai mai detto, Misaki?”
Il ragazzo alzò gli occhi lacrimosi su di lui. “Non lo so, il perché…”
“Credevi che non avrei capito? Che mi sarei arrabbiato con te?”
Misaki annuì brevemente, senza dire nulla.
Takahiro sospirò, e dopo un po’ disse: “Beh… devo dire che è una notizia piuttosto… sorprendente. Però non posso nemmeno dire che non me l’aspettavo.”
“Come…?” mormorò Misaki.
“Oh, andiamo, fratellino. Anche dopo esserti laureato, non hai mai voluto lasciare la sua casa… e poi, ti ricordi quel periodo in cui credevo di dover tornare a Tokyo? Io volevo che venissi a vivere con me, ma Usagi mi fece tutto un discorso su quanto invece tu desiderassi rimanere con lui… e poi, soprattutto, non dimentichiamoci del fatto che Usagi è gay…”
“M
ma come, sapevi anche questo??” esclamò Misaki, ormai completamente stupefatto.
Takahiro lo fissò con aria strana, come se gli avesse fatto la domanda più assurda del mondo, poi scoppiò a ridere. “Ma, Misaki, perché ti stupisci tanto? È ovvio che lo sapessi! Lui è mio amico da quasi 20 anni. Non me lo ha mai detto chiaro e tondo,  ma a un certo punto l’ho capito da solo. Anche perché sospetto che avesse una piccola cotta per me: dopotutto mi stava sempre appiccicato…”
A questo punto anche Misaki si mise a ridere. Una piccola cotta, certo…! Suo fratello era proprio sempre lo stesso.
“E così, insomma, avevo dei sospetti anche su di te” riprese Takahiro. “Non ti ho mai detto nulla perché non volevo metterti fretta. Volevo che ti confidassi con me solo quando ti saresti sentito pronto; e, a quanto pare, adesso l’hai fatto.”
Takahiro sorrise dolcemente a suo fratello. “Misaki… per me non cambia assolutamente nulla; lo sai, vero? Non sentirti in colpa per non avermelo detto finora: capisco perché hai agito così. E comunque, sei sempre mio fratello. E io ti voglio bene con tutto il cuore.”
A questo punto Misaki lo interruppe gettandosi tra le sue braccia. Piangeva ancora, ma stavolta erano lacrime di gioia. “Niichan… anch’io ti voglio tanto bene. Grazie…!”
“Per cosa?”
“Per essere mio fratello… e per essere così come sei…”
Takahiro lo strinse forte tra le sue braccia, accarezzandolo sulla schiena per calmarlo. “Ehi, spiegami una cosa… che vuol dire che Usagi ti ha lasciato?”
“Vuol dire… che se n’è andato di casa. Ha anche detto che non vuole vedermi mai più…”
“Oh, Misaki… mi dispiace tanto. E quindi non sai dov’è?”
“Sì, me l’ha detto Aikawa-san, la sua redattrice… Usagi-san è in Inghilterra.”
“Caspita… ne ha fatta di strada. Ma, un momento… Inghilterra? Se non ricordo male ha un vecchio amico d’infanzia che vive lì…”
“Già. Si chiama Thomas Landon.”
I due fratelli si sciolsero finalmente dall’abbraccio e tacquero per qualche momento, entrambi pensierosi.
“Misaki,” mormorò Takahiro dopo un po’, “cosa aspetti ad andare subito da lui?”
“E’ proprio quello che voglio fare… ma c’è un problema. È un po’ imbarazzante…”
“Ho capito: ti serve un prestito. È soprattutto per questo che sei venuto a trovarmi, confessa!”
“No, non è vero! Io volevo vederti e parlare con te, e vedere la tua famiglia! E poi ti giuro che ti restituirò tutto fino all’ultimo yen… non appena potrò…”
“Ok, ok” fece Takahiro ridendo. “Stavo solo scherzando! Naturalmente ti presterò tutto il denaro di cui avrai bisogno.”
“Grazie, niichan” sorrise Misaki, sollevato. “Sai… non vedo l’ora di rivederlo. Mi manca così tanto…”
“Lo immagino, fratellino... e allora sali sul primo aereo, corri da lui e diglielo!”

 

****


Rieccomi da voi, miei amati lettori... stavolta vi ho fatto aspettare più del solito! Ma il fatto è che la storia sta veramente arrivando ad un punto cruciale e devo ammettere che la cosa mi mette non poca pressione; mi ci sto affezionando e vorrei scriverla bene più che posso... voi continuate sempre a farmi sapere cosa ne pensate, i vostri commenti sono davvero preziosi per me!
Credo di potervi già anticipare che la prossima volta assisteremo finalmente al sospirato incontro tra Misaki e Akihiko... come andrà a finire?? E non dimentichiamoci di Thomas, che è sempre lì accanto al suo amico per sostenerlo con tutte le sue forze... ma siamo sicuri che lo fa solo da "amico"? Io, al posto vostro, qualche dubbio me lo porrei...
Alla prossima! ^_*

  
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