Il giorno
dopo Aaron è molto teso e preoccupato per Ashley.
Fortunatamente arriva Jimmy a
risollevare il morale a tutti e dice: «Buongiorno Aaron, come
butta?»
«Ciao
Jimmy, insomma non proprio bene…» risponde il
ragazzo.
«Ahh
caro
amico, è colpa delle donne o degli assassini che girano per
la città?» brontola
Jimmy.
«La
seconda
opzione è più plausibile, credo. Ho paura per
Ashley» confida l’amico.
«Come
ti
capisco, sai? Ma tu sei forte, fai paura anche a me sai?»
«Smettila
Jimmy, non è il momento di scherzare!» ribatte
Aaron.
«Suvvia,
un
po’ d’allegria in questo cupo giorno,
no?» «Forse hai ragione, ma ora devo
proprio andare. Il lavoro mi chiama!». Così, dopo
essersi congedato dall’amico,
Aaron si avvia verso l’aula del tribunale, speranzoso che
questo caso strano
delle ragazze sia risolto.
Qualche ora
più tardi il nostro avvocato è uscito
dall’aula, né sorridente né triste,
visto
che il giudice non aveva ancora dato esito del suo discernimento ma
fiducioso
in qualche modo. Esce per distrarsi un po’ e va al bar con
Jimmy, sempre
allegro e con il sorriso sulla bocca a bere un caffé e
discutono: «Tu che ne
pensi, eh Jim?», l’amico risponde: «Boh,
è una faccenda complicata persino per
me che sono un brillante avvocato!». I due scoppiano a
ridere, ma la faccenda è
davvero seria.
«Senti,
ormai noi siamo amici da quando abbiamo iniziato la carriera, quindi
posso
contare sul tuo aiuto? Voglio arrivare in fondo alla
questione» sentenzia
Aaron.
«Sono
d’accordo. Allora, da dove si parte?» risponde
Jimmy.
«Dall’inizio,
caro amico. Dobbiamo informarci per bene su tutti i dettagli del
caso.».
«Ottimo!
Posso venire da te, così magari anche Ashley può
aiutarci, non trovi?»
«Perfetto.
La chiamo e la avviso che arriviamo». Il colloquio tra i due
avvocati termina
li, e si avviano verso la casa di Aaron.