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Autore: Aryapikkola    10/01/2012    3 recensioni
Questa è una storia che parla degli attori della serie doctor who, premetto che la protagonista è Billie, e che la mia storia è completamente inventata. Incentrerò la storia sul rapporto di David con Billie. Con uno sfondo molto romantico :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi scuso per il ritardo, purtroppo mi serviva un pò di ispirazione alla fine sono riuscita a mettere sù una specie di capitolo, non mi convince molto ma spero possa piacere.

Arya.





Sentire odore di caffè mentre si dorme è normale?
Di sicuro allora è un bel sogno quello che stavo facendo, stavo troppo bene tra il mio piumone che non mi andava assolutamente di uscire dal mio lettino.
Avevo l'impressione di non sentire bene i rumori, varie cose mi stavano cercando di svegliare e di mala voglia iniziai a svegliarmi, prima di tutto l'odore del caffè adesso lo sentivo benissimo, non era un sogno.
Senza fatica ricordai che avevo detto David che doveva portarmi il caffè, caspita lo aveva fatto davvero.
Doveva avermelo lasciato lì, cavoli forse era tardi.
Automaticamente mi alzai di scatto, un pò troppo confusa, e sentii una risata che ormai riconoscevo senza fatica.
 
< Buongiorno>
 
Lo guardai stordita e un pò imbarazzata, il mio aspetto di prima mattina appena alzata di certo non era tra migliori che avevo.
 
< Umm.. 'Giorno. >
 
< Hai fatto dei bei sogni? >
Era meglio non li conoscesse i miei sogni, la situazione rischiava di diventare anche più imbarazzante.
 
< Ma quanto è tardi? >
 
< Non è tardi tranquilla, sono io che sono mattiniero >
 
< Mi hai fatto venire un colpo, come hai fatto ad entrare? >
 
< Era aperto, dovresti stare più attenta. >
 
< Si lo so mi scordo ogni santa volta di chiudere. >
 
Mi dovevo alzare dal quel letto, ma il mio pigiama consisteva in un paio di culotte e una maglia larga azzurra che usavo come pigiama. Non ci pensai e mi alzai facendo finta di niente, anche se avessi potuto mi sarei scavata da sola un buca per quando mi vergognavo.
Con mio sorpresa notai che lui non mi aveva tolto gli occhi di dosso da quando ero uscita del letto, lui che di solito parlava sempre a non finire adesso stava zitto zitto.
Mi girai un secondo prima che vedesse il mio piccolo sorriso di soddisfazione che mi era uscito.
Notai che aveva il caffè vicino a lui, si era messo nella sedia in cucina. Li reggeva entrambi, andai verso di lui e gli presi il caffè dalle mani.
Le nostre dita si sfiorarono, non era un contatto voluto ma non per questo non mi fece piacere, anzi. Mi misi nel divano pensierosa.
Stare con lui era come stare in ecquilibrio in piedi sopra un filo davvero sottile e cercare di non cadere giù, dovevo sempre stare attenta, trattenermi. Il fatto che mi causasse tutta questa attrazione ancora mi sconvolgeva, perchè doveva capitarmi proprio con lui? Un mio collega oltretutto.
Lui non sembrava neanche accorgesene e forse era meglio così.
Che figura ci avrei fatto? Mi sentivo come una di quelle sciocche ragazzine che si prendono una cotta per un ragazzo che a mala pena conoscono.
Ma non potevo evitarlo per quanto cercassi, e per quanto lo volessi, gravitavo sempre intorno a lui. Mi ripromisi di non fare mai niente di sbagliato nei suoi confronti, perchè anche se io provavo quelle cose non sapevo cosa pensava lui. Avrebbe complicato tutto.
A quanto mi aveva detto lui si era da poco lasciato con una ragazza, ma questo non voleva dire che fosse già pronto per una relazione.
 
Un relazione. Era questa che volevo con lui?
 
Al momento decisi di non rispondere a questa domanda, se ero brava a fare una cosa era quella di vivere al momento. 
 
< Sei sempre così silenzioso di mattina? > 
Mi guardava ancora e non sempre negli occhi, così volevo prenderlo un pò in giro.
 
< No di solito no >
 
Dalla sedia dove era seduto lui si mise a sedere vicino a me nel divano.
Giocava leggero con i miei capelli mentre bevevo il caffè, mi fissava con il suo sguardo cioccolatoso e io mi sforzavo di non strozzarmi con la mia bevanda.
 
< Ti piace il caffè eh? Ne bevi molto? >
 
No mi piaci più tu, no forse questo era meglio non dirglielo.
 
< Si mi piace molto, è quasi un droga. Di solito me ne faccio almeno tre tazze al giorno. Senza questa roba forse non mi alzerai mai dal letto. >
< Sei un caffè dipendente eh? Forse ti dovrei aiutare a disintossicarti >
Lo guardai subito male.
 
< Non ci provare sai >
Gli diedi un pizzico al braccio.
 
< Ahi. >
 
 
 
La giornata di lavoro fù più stancante del solito, girammo le scene d'esterno della prima puntata. 
Naturalmente era bellissimo anche con quella giacca di pelle troppo grande per lui, dovevo immaginare che stesse bene anche un sacco ti yuta. Poi dovemmo trasportarlo in vestaglia, e lui si mise a farmi ridere sul serio, per fortuna eravamo professionali altrimenti non ce l'avremmo fatta. Recitare con lui era facile come respirare,  nessuno dei miei sorrisi era falso. 
Inconsciamente speravo che fosse uguale per lui.
Quando passamo per girare le scene interne vederlo in piagiama mi fece subito ridere, era così carino. Quando era passato a cambiarsi mi fece la linguaccia, si stava divertendo sicuramente.
In una scena dovevo sussurargli all'orecchio ' aiutami ' , avvicinarmi così tanto a lui e sentire il suo buon profumo mi confuse, non mi concentrai subito e persi il tempo per la mia battuta. Oltre a quello era stata brava non mi ero sconcentrata ed ero stata professionale. C'erano diverse cose che dovevo fare nelle scene tutte in sequenza, occuparmi di lui, sentirmi confusa perchè era cambiato d'aspetto, piangere per il dottore. Mi concentravo e facevo tutto, volevo dare il massimo e ce la stavo mettendo tutta. Quando giravo quelle scene notavo sempre dei suoi piccoli particolari, come un neo o una piccola cicatrice, o il suo pomo d'adamo. Ecco quello mi piaceva davvero, da li dovevo capire che dovevo smetterla di fissarlo come un'ossessa. Per fortuna che in quelle scene fingeva di dormire.
 
Girammo fino a sera, fù spettacolare le scena in cui Jackie chiedeva al Dottore cosa gli servisse per stare meglio e faceva una lunga lista di medicinali mentre lui poverino di sforzava di dire cosa gli servisse davvero.
L'hanno rifatta 3 volte e ogni volta io ridevo più forte. 
 
Lo guardavo sempre più con ammirazione, si aggrappava forte al mio braccio e se non sapevo che recitasse mi sarei sentita davvero disperata. Si stringeva con la sua mano al mio braccio e non fingeva, mi faceva quasi male. Ma era come se rendessimo tutto più reale.
 
Verso sera passamo a girare invece le scene con il green screen, e dentro il tardis. Avevamo avuto pochi stacchi, ma eravamo una produzione abbastanza veloce di solito in due o tre giorni massimo giravamo una puntata intera.
Il giorno dopo fù uguale a quella precedente, apparte che la mattina non mi spaventai più a ritrovarmelo nella mia stanza con il caffè. Mi ero preparata all'eventualità e mi ero messa un piagima molto più coprente del solito. Mi chiesi se ne fosse dispiaciuto, ma da lui non traspariva mai qualcosa che sembrasse la delusione, era così positivo in tutto che era difficile non essere allegri insieme a lui, Chris gli assomigliava. Ma non erano uguali, Chris era più esuberante ma anche lui aveva i suoi momenti un pò meno attivi, e ogni tanto sembrava si trattenesse a dire qualcosa che non voleva dire. David invece era una costante di allegria di felicità trovava il lato bello della vita, ogni tanto si stava concentrato nel suo angolo tutto serio a pensare alle battute o chissà a che cosa, e quando lo faceva io lo guardavo anzi lo fissavo proprio. Era uno in quei rari momenti in cui potevo guardarlo senza che lui si accorgesse che ero completamente rincretinita per lui.
 
Non girammo sempre insieme e i momenti in cui eravamo separati li sentivo più duri, volevo essere forte però lui stava diventando il punto debole. Pensai che niente di come mi stavo comportando fosse razionale, sopratutto il modo in cui pensavo su di lui.
Nei momenti in cui giravo con lui facevo sempre pensieri poco coerenti. E lui di certo non mi aiutava.
In una scena scena in cui parlava con un mostro, questo gli chiedeva chi fosse. E lui rispondeva che ancora non lo sapeva, iniziò dire diversi aggettivi e quando disse 'sexy' mi fece l'occhilino. 
Mi voleva morta questo era certo, quel particolare non c'era nel copione. 
 
Continuava a raffica non prendeva mai fiato, e non sbagliava. Era un bravvissimo attore su questo non c'erano dubbi.
 
Nella scena finale ci aspettava tanta finta neve, e io ero li in mezzo che la guardavo estasiata. Adoravo quando facevano la finta neve, mi veniva voglia di giocare era meraviglioso anche solo guardarla.
La scena andò perfetta al primo ciack, quando mi porse la mano la mia battuta era
' Quella mano mi da ancora i brividi ' ed era vero, era tremendamente vero.
Appena la presi mi avvicinai automaticamente attaccando il più possibile il mio braccio con il suo, mi guardava intensamente e io mi sentivo più che mai imbarazzata perchè il suo sguardo mi piaceva, mi piaceva che mi guardasse così.
 
 Da oggi di sicuro mi sarebbe piaciuta ancora di più quella finta neve.



Angolo Autrice

Ringrazio di cuore chi continua a commentare e a chi legge, lo faccio sopratutto perchè vedo che vi piace la mia storia e anche per me perchè mi mette alla prova con una cosa che non avevo mai fatto, scrivere. Vi prometto che il prossimo capitolo cercherò di farlo un pò più carino di questo. Un bacio!
 
  
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