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Autore: Viki_chan    10/01/2012    8 recensioni
Harry e Hermione condividono alcuni grandi segreti.
E dolorose situazioni intricate.
“Farà un male cane, vero?”
“Sì.”
“Sono felice che sia tu a procurarmelo, sarà più dolce.”

[Per i Birthday-A di Dicembre e Gennaio - Cercando chi dà la roba alla Rowling]
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'All we need is Harmony'
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Questa storia è dedicata a tutte le Auror del gruppo Cercando chi dà la Roba alla Rowling che hanno compiono gli anni a dicembre (scusate per il ritardo!) e a gennaio.
Aurors, siete grandi!


 
Non dirlo a Ginny





Acqua.
Lava via ogni traccia.


“Non dirlo a Ginny.”.
Annuisco.


Gocce che partono dalla sua fronte, cristalline.
Scendono lentamente.
Tempie, sopracciglia, naso.
Si colorano.


“Chiudi gli occhi, forse brucerà.”
“Non c'è una parte del mio corpo che non sia ardente.”
“Non ne dubito.”.
Tampono il suo viso.
Una smorfia.
“Non dirlo a Ginny.”


Tessuto madido di sudore.
Collo scoperto.
Nervi e muscoli e membra tese.
Pelle fredda.


“Devi toglierti la camicia.”.
Un tono quasi solenne.
“Siamo quasi una cosa sola, ormai.”
Sbuffa e sorride e geme.
Una mano sbottona.
“Non dirlo a Ginny”.


Pelle che sfugge al tessuto.
Chiara, sfumata di rosso.
Scossa dai brividi.
Il rumore di bottoni che sbattono a terra.


“Bevi questo.”
Un calice colmo.
“Non serve.”
“Alza il braccio.”


Occhi che sfidano.
Mani e braccia e spalle troppo stanche per rispondere ad una mente troppo lucida.
Dolore.



“Che cos'è?”
“Il gomito, forse il polso. Metti la mano sul mio petto.”
“Non dirlo a Ginny.”
“Metti una mano sul mio petto, Harry.”
Lo guardo.
Tagli e graffi e scottature sul suo volto.


Fuoco.
Difficile da domare.
Pelle chiara, sangue.
Ogni gesto un gemito.


“Voglio ridurre le fratture, l'Ossofast farà il resto.”
Occhi vigili.
Questa volta a tremare sono le mie mani.
“E se si sistemano male?”
“Romperai tutto e riproverai domani.”.
“Harry...”
“No. Ginny non deve sapere.”.
La sua mano sana sulla mia spalla.
“Calmati.”


Sangue.
Dentro e fuori.
Ferite superficiali curate.
Emorragie interne invisibili.
E il cuore che batte più forte sembra essere il mio.


“Al tre.”
Le labbra di Harry si serrano.
Due respiri profondi.
“Farà un male cane, vero?”
“Sì.”
“Sono felice che sia tu a procurarmelo, sarà più dolce.”



Rumore sordo.
Ossa che scricchiolano sotto le mie.
Non volevo farlo, o forse sì.
Forse te lo stai meritando, Harry.


Sotto la spinta della sua mano le mie costole scricchiolano.
“Ti ho fatto male?”
Una lacrima cade dal suo occhio destro.
Scuoto la testa.
“E io?”
“Da morire.”
“Devo bendarti questo braccio.”
“E Ginny?”
Uno sguardo per metà severo e per metà pietoso.
“Puoi dormire qui stanotte.”.


Imbrunire.
Fuori la città si riempie di auto e pendolari.
Tornare a casa dopo una faticosa giornata.
La stessa sensazione.
Il catino pieno di acqua e sangue.


“Deve esserci una tua camicia, qui da qualche parte.”
“Ah sì?”
“L'ho tenuta come ricordo.”
“Non voglio sporcarla.”
“Finisco di ripulirti. Appoggia il braccio sul cuscino.”



Cotone e dittamo e disinfettante.
Braccia e scapole e la schiena.
Il cotone scorre velocemente sulla spina dorsale.
Un brivido, questa volta di piacere.


“Tocca sempre a te.”
“Cosa?”
“Raccogliere i pezzi. Senza di te sono un vaso rotto.”
Sul mio volto compare un sorriso che lui non può vedere.
“Ho fatto. Adesso sistemiamo il braccio.”


Garze.
Poi, la magia.
Una stecca rigida.
Ancora gemiti.
Mezze parole mezzo sussurrate a mezza voce.


“Profumo di buono.”
“E' l'acqua di rose.”
Gli porgo la camicia, finalmente
In qualche modo riesce ad indossarla.
Gli allaccio i bottoni.


Finalmente, sano calore.
La pelle torna rilassata, pulita, chiara.
Tutto torna alla normalità.


Borbotta.
“Che hai detto?”
“Che ti amo.”
Quasi urla.
“Non dirlo a Ginny.”


Allora perché sento la mancanza del sangue?


   
 
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