Cimitero Degli Angeli
 
C’era un leggero vento caldo nell’aria, però devo dire che faceva un pochino freddo per essere Agosto.
Camminai fino al Cimitero Degli Angeli, il quale distava giusto un paio di minuti da casa mia. Il cancello scricchiolò fortemente quando lo aprii, e mi fece venire i brividi sulla schiena. Camminai sulla stradina ricoperta di ghiaia, il quale colore tendeva al rosa chiaro, osservavo i vari sepolcri che erano sistemati ordinatamente al fianco della via. A volte, quando venivo a visitare il cimitero, mi fermavo ad osservare le tombe, leggevo il nome della persona che era deceduta, e mi inventavo la sua storia : da quando era nata, a quando si era sposata, a quanti figli aveva avuto, e come era finita il quel luogo freddo.
Camminai verso i gradini che portavano ad un altra zona del cimitero. Una volta percorse le scale, trovai la tomba che cercavo. Mi sedetti per terra, sperando che la ghiaia non mi rovinasse la pelle delle gambe. Infilai i fiori che avevo preso nel vaso che giaceva sulla tomba.
«Ehi, ciao. Ho delle domande,» dissi ad alta voce, parlando alla foto di mio padre che era davanti a me.
«Theo è tornato. E non me lo ha detto. Sai, speravo che col tempo le cose sarebbero cambiate, in meglio. E invece è tutto peggiorato.» una lacrima mi graffiò la guancia.
«Pensavo che se lo lasciavo in pace per il tempo che sarebbe stato a Miami, lui poi mi avrebbe cercato, e invece, non mi considera più nemmeno come sua sorella. Ti prego, aiutami, non so che fare.»
Sentii dei passi dietro di me, mi girai velocemente, solo per trovare mio fratello a pochi metri da me.
«Ciao.» Disse lui con voce di perdono.
«Ciao.» mi rigirai verso la tomba di nostro padre.
«Charlie mi ha detto che ti ha vista. E visto che non ti ho trovato in camera tua…pensavo che fossi qua.»
«Gia.»
«Come va ?»
«Perchè non mi hai detto che tornavi ? Pensavo che oramai fossimo diversi.» dissi di getto con la voce strozzata.
«Non lo so. Non ci ho pensato.» Si inginocchiò di fianco a me.
«Mi sei mancato.» conclusi io.
«Pure tu.» mi baciò la guancia bagnata.
«Stasera suoniamo al Dementia. Vieni ?»
«Certo. Ora vado. Ci vediamo più tardi.» mi alzai poggiandogli una mano sulla spalla. Mentalmente ringrazia mio padre, mi aiutava sempre.
 
     Mi vidi, come al solito, a cena con Cally e Damien, nel nostro solito ristorante in centro. Quando arrivai loro erano gia seduti che parlavano.
«Ciao ragazzi.» dissi io baciandoli sulla guancia tutti e due.
«Ehi.» risposero in coro.
«Ma che hai fatto oggi ? Ti avrò chiamato tipo cento volte.» disse Damien un po’ arrabbiato.
«Scusa è che è tornato mio fratello.»
«Ah Derek è gia tornato ? Ma non mi avevi detto che tornava settimana prossima ?» chiese Cally mentre staccava un pezzo di pane nero e lo metteva in bocca.
«No. Theo. Theo, è tornato.»
Ci furono un paio di secondi di silenzio, nei quali Cally e Damien si guardarono scioccati.
«E ci hai parlato ?» chiese Cally di nuovo.
«Si.»
«E che ha detto ?» Disse Damien in fretta.
«Niente, mi ha chiesto se andavo a sentirli al Dementia questa sera. Ho detto di si, quindi voi dovete venire con me.»
«C-certo.» dissero insieme.
Il resto della cena passò velocemente. Lasciammo il discorso di mio fratello alle spalle, e parlammo del fatto che Damien domani aveva un provino per una campagna pubblicitaria, voleva diventare un modello, e ci sarebbe riuscito. Poi ridemmo della figuraccia che Cally aveva fatto con l’idraulico, e così mi lasciai i problemi alle spalle, o almeno, per qualche ora.

Recensiteeee!! :D 
 
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