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Autore: hipster    11/01/2012    6 recensioni
Kurt cerca solo una persona che lo ami davvero; Blaine cerca anime, tante anime, per soddisfare la sua sete. Ma cosa succede quando nemmeno le regole dell'Inferno riescono a mettere in riga un Angelo dannato? Cosa succede quando un Demone si innamora di un Umano? Sicuramente tanti guai.
[Demon!Blaine]
Genere: Angst, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Angels and Demons'
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Da due settimane Kurt e Blaine stavano insieme. E per Kurt non c’era mai stato periodo più felice.
Certo, a scuola veniva sempre perseguitato dai soliti bulli, anche se Blaine, quando era con lui, tentava di proteggerlo; ma Blaine non poteva essere sempre con lui, perciò non c’era mai giorno che non tornasse a casa indolenzito per un pugno o una spinta contro gli armadietti.
Quella mattina era più ottimista del solito: era la terza ora da solo e nessuno lo aveva picchiato.
Stava posando i libri nel suo armadietto, quando qualcuno lo spinse contro di esso, facendolo cadere rovinosamente a terra.
«Ciao, finocchio!» urlò la voce di Karofsky dall’alto. Kurt si sentì avvampare per l’umiliazione e per la rabbia.
Respirava profondamente, quasi rabbiosamente. “Courage” sussurrò una voce dentro di lui.
Si alzò con uno scatto di reni, lasciando i libri e la borsa per terra e rincorse David, che si stava dirigendo verso gli spogliatoi.
«Ehi!» gli urlò dietro, ma il ragazzo non lo sentì, o forse scelse di ignorarlo.
«Ehi, sto parlando con te!» urlò, seguendolo fin dentro gli spogliatoi.
«Lo spogliatoio delle femmine è di là» disse Dave, con voce lamentosa.
«Oh, certo, è il terrore di tutti voi etero che noi gay vogliamo violentarvi e convertirvi! Sai una cosa? Non mi interessi! Non mi piacciono i grassoni che saranno calvi a trent’anni!» urlò Kurt, incapace di trattenersi. Era davvero lui quello che stava parlando? Courage.
«NON PROVOCARMI, HUMMEL!» urlò a sua volta Dave, sbattendo un pugno contro l’armadietto.
«Vuoi picchiarmi? Fallo pure! I tuoi pugni non cancelleranno né la mia omosessualità né la tua ignoranza!» disse Kurt, fissandolo con determinazione.
«NON PROVOCARMI!» esclamò di nuovo David, deviando un colpo da Kurt all’armadietto.
«Sei solo un bambinone che non sa quanto è speciale essere sé stessi!» urlò Kurt, ma un Karofsky arrabbiato gli si buttò addosso. Kurt si irrigidì, aspettando i colpi, ma quando due labbra incontrarono le sue e due mani forti gli tennero ferma la testa, capì.
Con un singulto David si staccò da lui e lo fissò disperato.
Tentò di baciarlo di nuovo, ma stavolta Kurt fu svelto a spostarsi.
David tornò ad essere il solito Karofsky e se la prese con gli armadietti, e fortunatamente non con Kurt.
Kurt si lasciò andare contro gli armadietti, sfiorandosi le labbra, incredulo. Non aveva la forza di alzarsi.
Cominciò a respirare profondamente, proprio come pochi minuti prima, ma stavolta tentando di calmarsi.
Dave l’aveva baciato. Quindi… anche lui era gay. Per questo non riusciva a non prendersela con Kurt, era confuso.
Dopo pochi minuti accovacciato a terra, Kurt pensò che era meglio rialzarsi e uscire. Probabilmente Blaine lo stava cercando.
Cercò di ricomporsi: non si era accorto di aver cominciato a piangere.
Uscì svelto dallo spogliatoio e tornò al suo armadietto, e cominciò a rimettere tutto a posto con lentezza studiata: non aveva voglia di andare a lezione.
«Ehi Kurt!» disse una voce dietro di lui, proprio quando aveva finito di mettere tutto a posto. Era Mercedes.
«Ciao…» rispose il ragazzo, senza entusiasmo.
«Che succede?» disse la ragazza, appoggiandosi agli armadietti per poterlo guardare in faccia, visto che non si era nemmeno girato per salutarlo.
«Sei arrabbiato con me? Mi dispiace di averti preso in giro durante l’ora di inglese per i tuoi jeans, non volevo farti arrabbiare» partì in quarta la ragazza, preoccupata.
«Non è colpa tua, sul serio…» mormorò Kurt, prendendo i libri.
«E allora che succede? Problemi con Blaine?» tentò ancora Mercedes.
«Non ancora…» borbottò Kurt.
«Che vuoi dire? Che hai fatto?!» esclamò Mercedes, a metà tra incredula e arrabbiata.
«Dave mi ha baciato, va bene?!» esclamò Kurt, tentando di moderare la voce.
«Dave… Karofsky?! No, mi stai prendendo in giro. Quel Dave Karofsky? Quello che ti mena da anni?» esclamò Mercedes, guardandolo confusa.
«Proprio lui, cinque secondi fa, negli spogliatoi. E non so come dirlo a Blaine… e come comportarmi con Dave… oh Dio, perché tutto a me?!» urlò, incapace di contenersi.
«Sta calmo ora, andiamo in classe, dopo ci pensiamo insieme…» disse Mercedes, prendendolo sottobraccio.
Kurt si lasciò trascinare da lei fino in classe, indolente. Si lasciò cadere su una sedia, combattendo contro se stesso per non ricominciare a piangere come una ragazzina.
Improvvisamente due mani robuste lo strattonarono, facendolo alzare dalla sedia, spaventatissimo.
«Ascoltami bene, ragazzina: se dici a qualcuno quello che è successo di là, ti uccido.» gli soffiò in faccia Karofsky.
Kurt riuscì ad annuire debolmente, per poi essere ributtato malamente sulla sua sedia.
Mercedes fu subito al suo fianco: «Sparisci, Karofsky!» gli urlò contro e il ragazzo sbuffò come se fosse divertito dalla sua interferenza.
«Ora ti fai aiutare anche dalle ragazze? Sei caduto in basso, Hummel…» disse, per poi andarsene sghignazzando.
«Stai bene?» disse Mercedes, preoccupata, quando se ne fu andato.
«Sto bene…» disse Kurt, non senza un certo tremolio nella voce.
Blaine stava entrando in classe in quel momento: «Buongiorno, ragazzi!» li salutò, con un sorriso: segno evidente che non si era ancora accorto di niente.
«Ciao, Blaine» lo salutò Mercedes, sforzandosi di ignorare quello che era appena accaduto.
«Ehi, Blaine…» lo salutò Kurt, sforzandosi di apparire entusiasta.
Doveva migliorare molto come attore, pensò, quando Blaine lo guardò alzando un sopracciglio.
«C’è qualcosa che non va?» gli chiese, serio. «Ne parliamo dopo.» tagliò corto Kurt.
Il professore stava entrando in classe.

   
 
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