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Autore: AyuTsukimiya    11/01/2012    4 recensioni
Dalla canzone Monster di LadyGaga ho avuto ispirazione per questa storia:
-Sasuke…lo stò aiutando, hai visto? Mi stai vedendo Naruto-kun?...vero?- sussurrava Hinata con la voce rotta infine da un pianto silenzioso.
Tutto attorno dolore e angoscia.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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“Aspettare.
Sorridergli, sorridergli ancora.
Aspettarlo. Ancora e ancora.
I giorni si ripetono ma io rimango sempre allo stesso punto.
Ferma immobile… tutti quanti attorno a me li vedo andare avanti.
Ognuno per la propria strada, ma… insomma! E’ appena finita una guerra come faccio a pensare solo a queste cose?
Fino a qualche tempo fa a me bastava che lui mi sorridesse. Che mi rivolgesse la parola.
Ora non mi basta più, non mi basta… perché?
Una lacrima mi riga il volto, eppure… la lascio scendere. Senza fermarla.
E lui è ancora là… è diventato coraggioso… forte… eppure…
Il mio amore per lui non gli serve, non lo aiuta.
Si è dimenticato della mia dichiarazione, dopotutto lui ha altre cose più importanti a cui pensare.
E poi…c’è lei nel suo cuore…io lo potrò guardare da lontano. Come ho sempre fatto e continuerò… a fare?
Perché? Ditemelo…perché?
Egoista! Egocentrica Hinata! Non è il momento di pensare a queste cose.
Perché… sono… innamorata!!
Sono così stanca di accontentarmi di poco o nulla…
Sono una donna anch’io! Sono capricciosa! Perché non posso essere come vorrei e non come mi vorrebbero gli altri?”
E finalmente pianse, in silenzio, solo gli alberi e il silenzio regnava attorno a lei.
 
 
-c-cosa…-
Il sangue sgorgava lento e deciso, di un colore rosso intenso.
La vista era ormai appannata e il viso intriso di quel sangue sgorgante dagli occhi ormai terrorizzati.
-Sasuke!!!- urlò Naruto.
Ma l’Uchiha non vedeva più nulla… fuoco attorno a lui, nebbia e…cos’era? Una luce?
Protese una mano davanti a sé come per raggiungerla, ma non ci riuscì.
E tutto fu buio.
-anf!- di colpò il ragazzo moro si alzò dal letto.
Un incubo.
No… era stata la nuda e cruda realtà. Ora era tornato a “vivere” normlamente” in quello che un tempo era casa sua.
Senza più una famiglia, senza nessuno.
D’istinto battè un pugno sul suo stesso letto, per la rabbia e l’odio.
Erano passati dei giorni, delle settimane, forse anche mesi da quel suo tentativo di distruggere quel villaggio. Distruggere tutto. Non si capacitava ancora di aver perduto tutto.
Ricominciare? Fosse stato così facile… gli sguardi d’odio lanciati da tante persone verso di lui, vero ciò che aveva fatto, verso i suoi malefici occhi.
Per quanto si sforzasse di riprendere a vivere, non ce la faceva…
Anche con la vicinanza di Kakashi, o di coloro un tempo avevano provato ad aiutarlo, non serviva a niente.
Troppe morti, la situazione era sfuggita di mano e… non comprendeva perché quell’idiota di Naruto lo aveva salvato.
Non voleva essere in debito con lui, non voleva neanche più vivere a essere sincero.
...
-Hinata, ti chiama nostro padre- la svegliò d’un tratto Hanabi dai suoi pensieri.
La ragazza che era rimasta in giardino ad allenarsi e a concentrarsi (forse un modo per scacciar via  i pensieri tristi che ultimamente aveva), non appena ebbe udito quelle parole si fermò. Voltò lo sguardo verso la sorellina.
-arrivo subito-
La casa era grande e passando per il corridoio, arrivò all’entrata della sala d’aspetto.
Suo padre era lì. Seduto, serio, meno freddo di un tempo.
-siediti Hinata-
-si padre-
La ragazza si accomodò sedendosi con le ginocchia sul pavimento davanti a lui.
Uno di fronte all’altra.
-vengo subito al punto, con i tuoi progressi  potresti divenire una ninja formidabile, però prima di tutto tsunade-sama mi ha chiesto se te la senti di intraprendere la strada della madicina in modo più esperto, ha notato bene come hai cercato di curare le persone ferite e di come anche ti sei presa cura di quell’Uchiha Sasuke-
Hinata spalancò leggermente gli occhi. Ricordò bene quella scena.
Naruto ferito, che trascinandosi a fatica trascinava con sé il corpo ferito di quel ragazzo, dietro di loro ancora del fuoco.
Sakura fu la prima ad avvicinarsi al biondino ma anch’ella era ferita.
-Naruto!-
Hinata assieme ad altri stava cercando di aiutare i feriti, ma in quel momento il suo sguardo vacuo era sul corpo ferito di Naruto-kun…
D’un tratto egli le rivolse la parola
-Hinata! Ti prego…cura Sasuke!anf- ammise ansimando a fatica lasciandosi andare e lasciando andare il corpo del ragazzo.
Non si domandò neppure il perché non gli avesse chiesto di curare egli stesso… ma se ne accorse evidentemente qualche secondo dopo, quando le mani di Sakura raggiunsero Naruto e iniziava a cercare di farlo rinvenire.
“Sakura…perché non aiuta…Sasuke?”
Si riprese subito e correndo verso l’Uchiha iniziò ad aiutarlo per come poteva, era svenuto.
Poco distante da lei Sakura disperata urlava.
-ti prego Naruto! Resisti!!Mi ci vorrà poco! Resisti! Resta con me!-
Poche parole…
Una sola frase…
Hinata chinando il volto cercava di aiutare Sasuke.
“i-io devo…”
-Sasuke…lo stò aiutando, hai visto? Mi stai vendendo Naruto-kun?...vero?- sussurrava con la voce rotta infine da un pianto silenzioso.
Tutto attorno dolore e angoscia.

-allora Hinata?- la voce del padre la riportò alla realtà.
-e..eh? ah!...si, se posso essere d’aiuto, lo farò!-
Ammise mostrando la sicurezza che ora riusciva finalmente a mostrare anche in pubblico.
Sicurezza, che nascondeva però una cocente amarezza.
Un dolore e una ferita pulsanti e continue.
Perché lei doveva essere un’abile Ninja. Perché lei era la figlia maggiore e doveva dimostrare il meglio di sé.
Perché doveva farlo.
La sua vita era stata troppe volte costellata da doveri impostogli dal mondo esterno. Dalle altre persone.
Quando finì la conversazione la Hyuuga si alzò e uscì dalla stanza.
Avrebbe visto Tsunade l’indomani e avrebbe iniziato ad apprendere più cose sulla medicina.
Come fecero Sakura e Ino, ai loro tempi.
Lei però avrebbe appreso proprio alcune nozioni in più che le sarebbero servite molto, poiché già col Byakugan aveva modo di usare tecniche speciali ma doveva conoscere bene tutto il corpo umano per affinarle al meglio.

L’indomani non tardò ad arrivare.
Hinata sveglia di primo mattino si preparò e dopo aver fatto una buona colazione si diresse verso la casa di Tsunade-sama.
L’aria di Konoha in quel periodo era un po’ più pulita. Dopo tutte quelle esplosioni e incidendi molte case erano state rase quasi al suolo e non era strano vedere molta gente trafficare con travi di lego o metalli per rimettere in sesto gli edifici distrutti o semidistrutti.

Salì le scale che conducevano al piano di sopra.
Fu leggermente sorpresa di vedere che non era sola in quel luogo.
“Quello è…”
Il ragazzo moro, con una fascia sull’occhio destro e ancora con alcune bende sul corpo, si reggeva molto bene in piedi. Quasi pareva non avere mai avuto ferite o dolori.
Il suo sguardo era freddo, vacuo, non mostrava segni di emozione.
Hinata stette ferma, leggermente distante da quel ragazzo.
Egli percepì la presenza della ragazza. Alzò leggermente lo sguardo.
La guardò, senza alcune espressione sul volto. Poi tornò a osservare dritto davanti a sé.
Hinata percepì un leggero disagio, ma decise di lasciar perdere… dopotutto quel ragazzo ne aveva passate tante e… forse aveva tutte le ragioni di questo mondo per essere freddo con chiunque.
“Chissà perché…Naruto gli è sempre stato così tanto affezionato…forse…è una buona persona anche lui, forse la sofferenza lo ha portato alla distruzione interiore…forse…forse penso troppo”
Il tempo sembrava non passare mai.
Fino a che…
-Hinata! Oh sei qui? Vieni entra-
La voce di Tsunade proruppe non appena la porta venne aperta.
-E-eccomi sono qui arrivo-
La ragazza entrò.
Sasuke le diede leggermente uno sguardo senza emozioni, solo per vedere cosa succedeva attorno a lui. Poi la porta si chiuse.

-Allora Hinata, vorrei che tu imparassi tutto ciò che riguarda la medicina, o per lo meno la maggior parte-
-sì-
-per quanto riguarda il come e il dove, bè… da oggi pomeriggio direi che puoi venire qua e inizieremo ad impratichirci, puoi vero?-
La ragazza annuì convinta.
-bene allora ci vediamo dopo, ok?-
Hinata stava per uscire quando poi si ricordò che all’uscita molto probabilmente si trovava ancora quel Sasuke Uchiha, si fermò pensierosa e titubante poi si rivoltò verso Tsunade e con un filo di voce sussurrò.
-Quel…quel ragazzo che c’è qui fuori…-
Tsunade continuò a guardarla.
-stà…sta meglio?-
Tsunade abbassando leggermente lo sguardo disse solo.
-fisicamente migliora…-
Hinata si sentì meglio era comunque felice di sapere che una persona salvata da lei stava meglio, ma un’altra frase proruppe con un tono che poco lasciava intravedere speranza o felicità.
-moralmente però…è distrutto…e penso che niente e nessuno potrà mai guarirlo…-
Hinata sentì come una stretta al cuore e in cuor suo se ne dispiacque.
Poi aprì finalmente la porta e uscì.
Poco distante l’Uchiha era rimasto appoggiato alla parete in attesa che Tsunade lo chiamasse dentro.
-Vieni, entra Sasuke, così vedo come va anche il tuo occhio-
Sasuke scostandosi dalla parete si avvicinò alla porta dove Hinata era rimasta quasi imbambolata, nel vederlo spostarsi dalla parete e raggiungere la porta dove lei stava in piedi e ne occupava il passaggio.
Furono pochi istanti, si accorse che per guardarlo per bene doveva sollevare lo sguardo…
Il suo fisico, pieno di cicatrici e di bende, avvolto nel suo solito kimono bianco era…
Attraente.
Più alto di lei…un corpo…muscoloso…forte…e…capace di una forza inaudita.
I suoi capelli corvini e quegli occhi, di cui uno coperto, vacui…vacui e scuri…tristi…anzi, era solo uno l’occhio in questione ma l’altro sarebbe stato intensamente uguale a questo.
Le misero addosso quasi paura.
-spostati-
Disse lui, senza il minimo accenno di gentilezza o emozione di alcun tipo.
-A-ah si scusami, mi sposto subito!-
Si accorse lei arrossendo lievemente di stare occupando il passaggio e fece un leggero cenno a mò di inchino come per scusarsi.
Lui la osservò per qualche istante.
Lei percepì un leggero disagio, quell’occhio la guardò quasi odiandola.
Perché?
Non appena la porta venne chiusa. Lei si diresse lontano.
“Perché?” sapeva solo domandarsi…
Perché quello sguardo tagliente e…quasi…cattivo?
Ripensò alle parole di Tsunade.
Moralmente un ragazzo a pezzi, accusato da molti di aver causato la guerra e da questi molti mal visto; non lo volevano nel loro villaggio. Eppure le decisioni dei superiori guidate dalla voce squillante di Naruto-kun avevano fatto sì che lui fosse perdonato e gli fosse concessa una seconda possibilità. Poter vivere anch’egli nel suo villaggio, come tutti.
Fece un leggero sorriso quasi amaro.
-e poi…sono io che ho passato momenti brutti?...chissà lui…cosa deve aver sopportato, ma soprattutto perché ha fatto quello che ha fatto?-
Era ferma immobile, e d’un tratto voltando lo sguardo dietro di sé, percepì l’irrefrenabile voglia, come un impulso, di tornare da Tsunade, per potergli parlare.
Voleva saperne di più.
Se Naruto-kun poi gli aveva chiesto di salvarlo addirittura al posto suo… un motivo ci doveva pur essere!
O forse…forse…era solo perché Naruto-kun voleva essere curato da Sakura, non da lei.
Correva per tornare indeitro ma a quelle ultime frasi dette a sé stessa rallentò.
Ad ogni modo ormai era giunta alla meta.

-Sasuke, come ti senti?- chiese Tsunade seria e preoccupata.
-…bene-
-dovresti tornare a socializzare, almeno un po’, lo dico per te… fisicamente ci sono miglioramenti, però non puoi continuare a non frequentare nessuno, non puoi vivere solo-
-…a essere sincero…non avrei nemmeno più voluto vivere se proprio vogliamo metterla in questi termini… e se quella ragazza non mi avesse salvato io…io…- strinse i pugni.
-lei ha fatto il suo dovere! Ti ha salvato così come ha salvato anche altri- disse seria Tsunade.
-ho un occhio ormai distrutto, l’altro ci vede poco. Sono pieno di cicatrici non soltanto fisiche… non c’è più futuro per quelli come me-
Tsunade mantenne il controllo anche se aveva voglia di urlargli dietro, ma non era la scelta migliore, voleva andare cautamente con lui, altrimenti avrebbe peggiorato le cose.
Sospirò.
-va bene, va bene dai per oggi è tutto, domattina vieni ancora qui comunque voglio assicurarmi che “l’occhio distrutto” non resti tale ma che si riprenda- sorrise all’Uchiha.
-ok-
Disse solo lui, e voltandosi aprì la porta per uscire.

Hinata era sull’uscio delle scale e doveva salirle, ma non lo fece, poiché la figura alta e severa dell’Uchiha sovrstava la scala dal punto superiore.
Lei era giù…e alzà lo sguardo per vederlo.
Lui invece abbassò lo sguardo, e la vide.
Rimasero così pochi attimi.
Poi l’Uchiha portò lo sguardo dritto davanti a sé, scendendo le scale con lentezza ma anche con diginità. Per quanto potevano dolergli le ferite non avrebbe mai mostrato la sua debolezza tantomeno a una ragazza.
Hinata lo vide scendere e proprio quando lei tentò di sorridergli e voleva in qualche modo parlargli, egli la superò come se non l’avesse vista, continuando a guardare davanti a sé.
Hinata rimase per un attimo immobile ma non si diede per vinta.
Di scatto si voltò e gli disse.
-S-Sasuke! …Volevo chiederti se stai meglio e ti sei ripreso…come stai?-
Domandò la Hyuuga in un fil di voce tutto d’un fiato che però venne udita dall’Uchiha.
Egli si fermò ma non proferì parola.
-s-sai…è…-
“Cosa posso dirgli?Però…devo farcela!”
Prendendo un coraggio mai visto, Hinata standogli sempre dietro e immobile, così come lui le stava davanti e altrettanto immobile, disse: -sono…sono sollevata di sapere che stai meglio, sai …ero preoccupata…-
Calò il silenzio.
-ero preoccupata e sono contenta di averti salvato… quella volta… -
Con un sorrisetto per nulla gentile Sasuke disse
-nessuno ti ha mai chiesto di farlo, lo sai questo?-
Hinata si sentì ferita nell’orgoglio. Che razza di risposta era?! Avrebbe preferito morire piuttosto che essere salvato?!
-g-guarda…che me lo ha chiesto Naruto-kun di aiutarti e salvarti!-
Lui era rimasto di spalle ma in quel momento si voltò appena.
-altrimenti? Cosa avresti fatto?Mi avresti lasciato morire no?!Sarebbe stato mille volte meglio!-
Hinata iniziò a tremare leggermente, le faceva paura, ma non si arrese.
-certo che non ti avrei lasciato morire!Non potrei mai lasciar morire una persona davanti ai miei occhi…-
-sarebbe stata la volta buona sai? Non credere che io sia in debito con te solo perché mi hai salvato…da cosa poi non so- disse lui sempre con voce invasa dalla rabbia.
-i-io! Ero preoccupata sinceramente! Non ci conosciamo praticamente nemmeno ma… comunque ti avevo salvato e… io non salvo la gente per ricevere favori in cambio…- la voce iniziava ad essere tremante.
-lo hai fatto solo perché te lo ha chiesto Naruto- disse lui soltanto, con un tono per nulla arrabbiato ma anzi senza un minimo di sentimento.
Ferita.
Distrutta.
Le lacrime iniziarono a riempirle gli occhi.
La vista si appannava.
-f-forse si ma…ti avrei aiutato comunque…eri…una persona ferita e da curare…-
Sussurrò lei cercando di mantenere un contegno mentre dagli occhi umidi scendevano le prime due lacrime.
-i-io non so niente di te…mi dispiace…averti fatto del male se è quello che pensi…ma in qualche modo so come ti senti…senza…l’appoggio di una famiglia e-
A quelle parole Sasuke non ci vide più, in un impeto d’ira si voltò di scatto e le urlò
-cosa divaolo vuoi saperne tu?! Hai sempre vissuto tranquilla e beata! Non sai cosa sia la sofferenza e aver perso tutto!-
-sì che lo so invece!- urlò d’istinto lei.
Sasuke fece una mossa forse avventata, forse a causa della velocità di movimento con cui si era girato di scatto, e per qualche attimo sentì delle fitte su tutta la schiena e la gamba. E quel dolore lo paralizzò accasciandosi leggermente.
-Attento!- si riprese Hinata avvicinadosi a lui e…con timore e titubanza si avvicinò…per vedere come stava.
-stò…stò ben- ma non finì la frase perché il dolore lancinante lo bloccò.
Hinata lasciò da parte la paura e la titubanza.
Con mosse sicure e gentili, cerco di aiutarlo a rialzarsi per lo meno e di portarlo sulla parte della sua spalla facendo sì che lei potesse essere un appoggio per lui.
Percepivano entrambi il calore del contatto del corpo dell’altra.
Attimi strani quasi…invasi da una strana sensazione.
-c’è qui Tsunade…ti riporto da lei-
Disse solamente la Hyuuga.

-Sasuke!- Tsunade preoccupata lo prese aiutandolo a sdraiarsi sul letto poco distante dal suo studio medico.
Hinata visibilmente preoccupata stringeva le sue stesse mani.
-vai pure a casa Hinata, sta tranquilla ora ci penso io-
La Hyuuga annuì col capo poco convinta.
-sei stata gentile ad aiutarlo- disse Tsunade.
Hinata non disse nulla.
-io vado-
Si voltò e uscì dalla stanza.
Velocemente si diresse verso casa invasa da mille pensieri.
Le parole di scontro avute con quel ragazzo le rimbombavano ancora nella testa.
Era stato così dannatamente freddo e le aveva trasmesso paura…
“perché Naruto gli era affezionato? E cosa ci trovava Sakura in lui per averlo amato? A me… a me incute paura! Mi fanno paura i suoi occhi…il suo sguardo tagliente…io…io l’ho salvato solo perché me lo ha chiesto Naruto? No… lo avrei salvato comunque era una persona da salvare! Io…io…”
“cosa vuoi saperne tu!”
Ripenso a quella frase così dura e cattiva.
“io…percepisco l’odio dei genitori…ma non capisco perché…tu mi odi…mi fai paura Sasuke”
Arrivata a casa non mangiò nulla e decise di andare a letto presto.
Non voleva parlare con nessuno avrebbe preferito dormirci su e stare tranquilla e da sola.

Incubi, sogni, disturbavano il suo riposo.
“Naruto…mi vedi? Lo stò aiutando…per te…mi vedi?”
Sasuke aprì gli occhi di scattò. Aveva sulla testa un fazzoletto bagnato che cadde non appena egli si mise a sedere sul letto.
-ancora questi dannati sogni…- sussurrò.
D’un tratto il flash del sogno gli tornò alla mente.
Con sguardo vuoto sussurrò
-bugiarda…era per Naruto…non per me…salvato solo per…per…-
Ripensò al dialogo avuto con la ragazza e alle sue lacrime. Non aveva urlato e sbraitato, era sempre rimasta molto educata, piangendo forse per le parole troppo dure con le quali l’aveva aggredita.
Sospirò leggermente.
-forse…Naruto o no, mi avrebbe salvato comunque-
Guardò fuori dalla finestra…con l’unico occhio ancora sano.
Notte, buio, solo un quarto di luna fioca e distante.

 
 
Pomeriggio inoltrato.
La Hyuuga si preparava ad andare da Tsunade.
Durante la notte aveva dormito pochissimo e si era agitata parecchie volte nel letto.
-sorella sei sicura di sentirti bene?-
-si si, ora devo andare a stasera Hanabi!-
Uscì in fretta di casa e in poco tempo raggiunse lo studio medico di Tsunade.
Arrivando davanti alla porta, ripensò agli avvenimenti del giorno prima. La scena della porta le riaffirò nella mente.
Scrollò leggermente la testa e bussò.
Tsunade le aprì subito la porta.
-vieni… ascolta Hinata io stavo per uscire un momento perché bisogna discutere di una questione molto importante, però ti ho già preparato alcuni libri a cui dovrai dare un’occhiata e che ti impegneranno almeno tutto il pomeriggio. Ti affido il mio studio medico, per oggi non dovrei ricevere nessuno.-
Prese alcune cose che aveva sulla sua scrivania e dopo un veloce saluto uscì dallo studio.
La Hyuuga si guardò attorno. Le pareti erano ben fatte, di colore bianco. Davanti a lei la scrivania, e su un lato ad essa c’erano impilati 4 o 5 tomi di medicina.
I suoi tomi, pensò subito la Hyuuga.
Li prese tutti in mano, erano parecchio pesantucci.
Voleva studiarseli con calma perciò si diresse accanto alla porta che dava nel reparto di infermeria dove c’erano anche le sedie e altri libri e si sarebbe sentita più a suo agio che lì all’ingresso.
Aprì la porta.
E…
-mh?-
Hinata avendo i libri davanti a sé e facendo un po’ fatica, non si accorse di non essere sola in quella stanza.
-cosa…stai facendo?-
-ah!- a Hinata caddero tutti i libri per terra. -sc-scusami tanto! Mi scusi non sapevo ci fosse qualcuno io…-
“Quella voce!Non poteva essere…o sì?”
Si ritrovò l’Uchiha in piedi appoggiato al lettino.
Molto probabilmente aveva passato la notte in quel luogo… e lei non aveva minimamente pensato che potesse trovarsi ancora lì.
Che situazione imbarazzante.
-mi dispiace non sapevo ci fossi qui tu…io…io prendo i libri e vedo di andare fuori a studiare non ti disturberò-
Lui la guardò poi guardò fuori dalla finestra poco distante dal letto.
-se devi rimanere per studiare non sono certo io che te lo devo impedire- ammise con voce senza sentimento, ma almeno pareva più gentile di ieri, pensò la Hyuuga.
-eh? Ah!s-si grazie!-
Raccolse con cura i libri che le erano caduti, e visibilmente in imbarazzo si diresse dalla parte opposta della stanza dove stavano delle sedie e un divanetto.
-se…se non ti da disturbo, allora…resto qui, devo studiare…-
Ammise lei guardandolo appena.
-fa come vuoi-
Lei si rigirò verso i suoi stessi libri, dando un piccolo sospiro di sollievo.
Il pomeriggio passò abbastanza tranquillo.
Non appena ebbe aperto il primo dei 5 tomi, Hinata si concentrò nella lettura, e per lei fu come se tutto il resto del mondo fosse scomparso.
Sasuke dal suo canto stava lì per i fatti suoi… ogni tanto dava un’occhiata a quella ragazza.
Aveva dei lunghi capelli corvini, lisci…delicati.
Occhi chiari…cosi diversi dai suoi che erano invece scuri.
La Hyuuga scorreva le pagine, cercando di memorizzare quanto più poteva. Erano nozioni complesse ma con un po’ di impegno ce l’avrebbe fatta a imparare il tutto.
Poco dopo, un pochino stanca dalla lettura, staccò gli occhi di dosso dal libro.
Alzò lo sguardo quasi come un gesto normale e tranquillo, e in quel preciso istante percepì su di sé, seppur si trovava dall’altra parte della stanza, lo sguardo serio di Sasuke.
La osservava…la osservava e non distoglieva lo sguardo.
La osservava e basta.
Hinata si sentì un pochino a disagio, ma non voleva abbassare lo sguardo, altrimenti sembrava che lo stesse apposta evitando o cose simili. Però…le sue gote iniziavano a imporporirsi.
Tentò quindi di rompere il ghiaccio ma lui fu più svelto e le disse.
- cosa stai studiando?-
-medicina avanzata- disse lei.
-capisco-
Silenzio.
-s-senti…Sasuke?-
La guardò. –cosa?-
-vorrei…sì insomma…vorrei parlarti un attimo, forse ieri sono stata scortese…io…volevo dirti…-
Lui inarcò un sopracciglio.
Scortese?lei? ma se era stato lui a trattarla con freddezza e rabbia.
-scortese? Mi sei sempre parsa gentile tu, non scortese- le disse.
A quelle parole Hinata si zittì. Poi tentò di parlare ancora.
-ah…t-ti ringrazio allora…volevo chiederti…-
-mh?-
-Ti…ti ho fatto del male? Ti ho causato involontariamente del male?...- abbassò lo sguardo.
A quelle parole Sasuke restò di stucco, non riuscì a formulare subito una frase, le pareva una ragazza strana, ma tutto sommato anche gentile, più gentile di tutte quelle altre ragazze con cui aveva avuto a che fare ai tempi.
-te lo chiedo perché sembrava quasi che tu mi odiassi perché ti ho salvato ma…non voglio niente in cambio! Ti ho salvato perché era mio dovere mio compito, non so se capisci… non l’ho fatto solo perché me lo ha chiesto Naruto…- si rabbuiò a quelle ultime parole ritraendosi un po’ in sé stessa.
-non mi devi spiegazioni…hai fatto il tuo dovere, e comunque…no…non ti odio non ne ho motivo-
Disse solamente lui.
-il mio dovere…? Quello che faccio sempre…per la mia famiglia…per gli altri…il dovere…è sempre prima di tutto…- sussurrò Hinata intristendosi.
Sasuke si sorprese un attimo e le chiese
-in che senso?-
Lei continuò a parlare tenendo il capo chino e le mani strette a pugno.
-vedi fin da piccola io ero l’erede della mia famiglia, dovevo essere forte decisa coraggiosa, dovevo dimostrare che valevo come Hyuuga, eppure io non ero così, ero timida debole impacciata fragile e… - la sua voce iniziava a rompersi -e la mia famiglia mi odiava non valevo niente non servivo a niente se non ero forte…io…ho passato tutta la mia infanzia invasa dall’odio dei miei e dalle mie insicurezze, Neji perfino mi odiava perché ero l’erede degli Hyuuga… io…una mocciosa spaventata insicura e fragile…come avrei potuto portare avanti il nome della famiglia in questo modo? Man mano il tempo passava e più io continuavo a sentirmi un’inetta e un peso per tutti loro-
Lui la ascoltava in silenzio…leggermente sorpreso da tutto quel discorso.
-finchè un giorno ho iniziato a diventare piu forte e sicura…dimostrando che valevo… per…-
Si fermò un attimo.
-per questo motivo, un po’ credo di capirti… non conosco bene la tua vicenda e quindi non posso permettermi di dire o affermare di capirti appieno, ma un po’ sì…-
Alzò leggermente lo sguardo per guardarlo.
-sai…per anni ho pensato che avrei potuto vendicarmi di loro non appena sarei diventata forte…più forte…ma alla fine ero troppo codarda per pensare alla vendetta in modo serio…come invece è capitato a te-
Le pareva così strano… non si era mai sfogata a quel modo con qualcuno.
Solo Kurenai-sensei aveva colto appieno la tristezza e il senso di desolazione che aleggiavano attorno ad Hinata durante la sua infanzia e successiva adolescenza.
Sasuke abbassò un attimo lo sguardo per poi rialzarlo.
-la vendetta ti porta alla distruzione… qui a Konoha hanno sfruttato tutto il mio clan…per questo li ho odiati, mi hanno portato via tutto quanto… pensavo che Itachi fosse il responsabile invece- tirò un pugno al letto –è stata solo colpa di Konoha…-
Silenzio.
-vorrei…-sussurrò lei –vorrei saperne di più un giorno…se vorrai sfogarti con qualcuno, io ci sarò…per te-
Un sorriso dolcissimo, forse uno dei più dolci che avesse mai visto.
Gli ricordava…sua madre.
Non si accorse di essere lievemente arrossito, ma poi si ricompose subito.
-ti ringrazio-
Due esseri così diversi.
Lontani da tutto e da tutti.
Così diversi, così lontani l’uno dall’altra.
Eppure…
Così dannatamente vicini.

Tsunade era tornata, e subito aveva chiesto scusa a Hinata per non avergli detto che c’era anche Sasuke.
Ma non c’era stato niente di cui preoccuparsi.
Hinata salutò Tsunade e fece un leggero inchino salutando anche Sasuke e se ne andò via.
Per i giorni a venire Tsunade decise che Sasuke sarebbe rimasto lì fino a quando non si sarebbe sentito meglio.
Hinata quando arrivava lì nel pomeriggio riusciva a malapena a salutarlo per poi dirigersi con Tsunade a fare pratica degli insegnamenti appresi dai libri.

-sai un giorno se diventerò bravissima con la medicina vorrei tanto guarirti completamente Sasuke-
Lui le sorrideva leggermente.
Tra di loro si era instaurato un legame, vedendosi praticamente ormai tutti i giorni dato che lei andava allo studio medico per divenire una dottoressa (in poche parole) e lui restava li perché purtroppo il suo stato di salute non gli impediva di muoversi come voleva. Si parlavano sempre un po’ di più. Hinata era contenta di potergli stare vicino e di conoscerlo un po’ di più. Sasuke non disdegnava la compagnia della Hyuuga, gli pareva una brava ragazza, educata gentile non lo irritava per niente e poi era…bella. Non gli era mai importato molto delle ragazze ma… quando stava in sua compagnia percepiva una sorta di magnetismo, di attrazione. Gli piaceva guardarla mentre si tirava indietro i capelli dietro l’orecchio, mentre minuziosa leggeva le pagine dei tomi di medicina, mentre guardava fuori dalla finestra e vedeva solo il suo profilo.
Hinata dal canto suo aveva capito quanto quel ragazzo avesse sofferto, e una sorta di senso di colpa misto ad affetto si faceva strada nel suo cuore. Voleva aiutarlo stargli vicino, e aveva anche capito perché Naruto gli aveva chiesto di salvarlo: era una brava persona. Aveva sofferto tanto, troppo. Aveva solo bisogno di affetto. Non gli aveva ancora raccontato tutto, però lei non insisteva e gli bastavano quei momenti nei quali era Sasuke stesso ad attaccar bottone con lei, distogliendola per qualche momento dal suo studio. E a lei non dispiaceva affatto di poter fare una pausa, da medicina, chiacchierando con Sasuke Uchiha.
Quel giorno Tsunade era uscita ancora e aveva lasciato Hinata agli studi teorici e non pratici. Era arrivata ormai al 5° tomo.
-Hinata…- d’un tratto disse lui.
-si?- sorrise lei.
-vorrei uscire un po’…- detto ciò si alzò dal letto.
-a-aspetta! Non so sé…-
-non mi va di stare qui per sempre…voglio uscire, oggi poi mi sento meglio- disse lui con tono serio.
In effetti in quei giorni la salute sembrava migliore, molte delle bende erano state tolte (non dalla Hyuuga ovviamente) restava ancora qualche ferita e quella benda sull’occhio.
-o-ok…- disse lei visibilmente preoccupata.
Restandogli vicino, senza però bisogno che lo aiutasse a tenersi in piedi, Sasuke e Hinata uscirono fuori, verso il giardino dello studio medico.
C’era un bel tramonto.
Camminarono un pochino.
Silenziosi, ascoltando il rumore del vento e delle foglie che si staccavno dagli alberi.
Qualche vociare di persone lontane…
Un cane e un gatto che litigavano inseguendosi.
E finalmente…il rumore dell’acqua.
Erano nei pressi di un fiume vicino a Konoha.
Alcune persone vedendolo voltavano il viso dall’altra parte.
A Sasuke non importava minimamente.
Hinata però triste e arrabbiata nello stesso tempo diceva –non è giusto non dovrebbero disprezzarti, non devono-
A quella frase, detta in modo quasi infantile da Hinata, l’Uchiha rise.
Per la prima volta dopo tantissimo tempo gli venne da ridere, dolcemente.
Hinata ne fu piacevolmente colpita.
-hai ragione comunque…continuano a odiarmi…nonostante sia passato del tempo-
Sasuke guardava serio Hinata davanti a sé.
-non dovrebbero, non hai fatto niente di male…dovrebbero capirti…io…io farò qualsiasi cosa per te per aiutarti- sorrise dolce.
Sasuke la vedeva illuminata dal tramonto.
Farò qualsiasi cosa per te.
Quella frase gli rimbombò nella testa. Si sentì strano. Aveva una tremenda voglia di abbracciarla.
Di stringere quel corpo a sé.
Di passare una mano tra i suoi capelli corvini. Di guardarla così intensamente fino a farla arrossire o desistere dal guardarlo. Voleva…averla.
Fece un passo in avanti.
Erano vicinissimi. Hinata dovette alzare un po’ il viso per guardarlo e…si accorse di quanto erano vicini.
-Hinata…-
La fanciulla ebbe come un fremito, la gola le sembrava secca non riusciva a parlare.
La voce di lui era così bassa che…che l’aveva fatta tremare.
Le pareva che le gambe le cedessero da un momento all’altro.
“M-ma è c-con Naruto-kun che mi sento così…cosa…cosa sta mi sta succedendo ora?”
-s-si…?- sussurrò appena.
La mano di lui si avvicinò lentamente alla guancia della fanciulla.
La sfiorò appena, toccandole dei capelli che le andavano davanti al viso e gli e li scostò dietro all’orecchio.
-Grazie- le sussurrò lui vicino all’orecchio.
A Hinata parve di svenire da un momento all’altro.
Si sentì vacillare e…dall’emozione le gambe le cedettero appena finendo tra le braccia dell’Uchiha.
-stai bene?- le chiese lui d’istinto avendola presa addosso al suo petto parlandole con voce bassa.
-s-si…- sussurrò lei molto rossa in volto. Cercò di nascondere lo stesso volto arrossato appoggiandosi al torace del ragazzo.
-t-torniamo indietro?- sussurrò la fanciulla.
-mh- annuì Sasuke.
E Hinata si staccò leggermente dal suo appoggiarsi al petto del ragazzo.
Tornando indietro ci fu solo silenzio. Nessuno dei due sapeva cosa dire.
Lo stesso silenzio che si era creato tra loro all’andata.
Sasuke sempre serio ma con un viso meno cupo di un tempo.
E Hinata con il volto un po’ abbassato.
-sono convinto che diventerai una dottoressa in gamba, ne sono sicuro- disse lui, senza scomporsi troppo, ma con voce gentile.
A Hinata quella frase fece mancare il respiro.
Si ricordò della promessa. Che gli aveva fatto.
Lentamente alzò lo sguardo per osservarlo, solo per qualche istante. Anche solo per pochi attimi.
Camminava al suo fianco.
Poi si fermò.
L’Uchiha notò subito il suo fermarsi e si voltò.
Hinata lo guardava con una mano sul suo stesso petto.
Sasuke non capì bene, stette lì ad osservarla.
-io…io lo diventerò, lo diventerò, grazie per il tuo incoraggiamento-
Lui dapprima la guardò, poi le sorrise. E si rivoltò riprendendo a camminare.
Lei subito fece qualche passo veloce per raggiungerlo e stare poi al suo fianco camminando assieme.
Visti da lontano sembravano gli opposti di uno stesso paesaggio.
Chiaro e scuro.
Buio e luce.
Notte e giorno.
Bianco e nero.
Entrambi per qualche secondo ebbero la tremenda voglia di stringere l’uno la mano dell’altra.
Sfiorare la pelle dell’altro.
Solo per un istante…
Cos’era quella sensazione così…irresistibile che li stava pian piano lentamente possedendo?

In lontananza rividero lo studio medico di Tsunade.
Varcarono la porta e…
Appena entrarono Tsunade li accolse in compagnia di un’altra persona.
-N-naruto-kun?- disse Hinata sorpresa e felice allo stesso tempo.
-ciao Hinata e…ciao Sasuke- guardò il ragazzo che ricambiò lo sguardo.
Era proprio lui.
Si sorrisero.
In breve Tsunade dette la notizia del ruolo di Hokage che avrebbero voluto far rivestire a Naruto.
Ecco perché la ormai ex-Hokage era spesso impegnata e l’aveva lasciata studiare da sola!
-complimenti Naruto, davvero- disse Hinata felice per lui.
Lui sorrise contento mettendosi una mano dietro la testa.
–grazie Hinata!-
Tsunade disse che lui era la persona giusta in un momento simile, e che dopo molte e attente riflessioni erano giunti ad una conclusione: Naruto come Hokage avrebbe non solo riavvicinato i cuori delle persone ma tutto quello che aveva passato l’avevano reso una persona degna di fiducia e stima, e con un po’ di nozioni in più avrebbe guidato al meglio quel che rimaneva di Konoha. Si soffermò anche per la faccenda di Sasuke, con Naruto come Hokage avrebbero compreso quanto il ragazzo stesso era stato nient’altro che una vittima. Certo aveva anch’egli  le sue colpe, ma era stato guidato da persone che lo avevano ingannato e portato sull’orlo della distruzione.
-ora scusatemi ma devo andare! Sakura mi aspetta- sorrise felice il biondo.
A quelle parole Hinata si incupì un po’ ma cercò di non darlo a vedere.
Sasuke se ne accorse però e la cosa gli dette uno strano fastidio.
Come una stretta al cuore.
I 3 ragazzi uscirono dallo studio di Tsunade.
Sasuke disse alla ex-Hokage, ormai, che sarebbe ritornato l’indomani dato che si sentiva meglio.
Tsunade acconsentì, soprattutto perché c’era Hinata con loro, e li salutò. Aveva ben compreso quanto il legame instauratosi poco a poco con quella ragazza gli stava facendo più che bene. Quello di cui aveva bisogno era tornare a socializzare, almeno un po’. Qualche volta ella stessa aveva puntualmente fatto fare più teoria che pratica alla Hyuuga proprio per farla stare di più con Sasuke. Ovviamente però restava tutto nella sua mente e non ne fece mai parola con nessuno. Non le piaceva intromettersi nei fatti altrui più del necessario.
I tre ragazzi uscirono.
Naruto sorrideva raccontava di quello che aveva passato in quegli ultimi periodi ,che si era impegnato a fondo per divenire o per lo meno per capire cosa volesse dire essere un Hokage. Era sereno ed era alla destra di Hinata.
La ragazza invece guardava  Naruto, una stretta al cuore e un nodo alla gola le impedivano di essere del tutto felice per lui. Gli sorrideva e cercava comunque di esternare la sua contentezza per quanto gli era successo; ormai era solo un ricordo ciò che era successo in passato… svanito nel nulla dei ricordi, lontani, come svanita fu la sua dichiarazione d’amore alla quale lui non diede mai risposta.
E infine Sasuke a sinistra di Hinata…
La guardava… percepiva la sua tristezza. Era palese che era sempre stata infatuata di Naruto, se non innamorata pazza. Lo aveva capito quando lei per curarlo mentre era semi svenuto l’aveva sentita dire quella frase: hai visto Naruto? Lo stò salvando…mi vedi, vero?. La cosa lo infastidiva molto, si sentiva nervoso, terribilmente irritato, guardava Hinata e dava poco peso a ciò che stava dicendo Naruto, guardava lei… ma lei guardava lui…e lui…guardava davanti a sé mentre avrebbe raggiunto Sakura poco dopo.
-oh! Sono arrivato quasi! Dai ci vediamo presto e…statemi bene, mi raccomando-
Naruto si allontanò.
Hinata con un cenno della mano lo salutava. Fino a quando non si fermò e rimase immobile.
Sasuke l’avrebbe anche salutata e sarebbe tornato a casa sua, ma era preoccupato per la ragazza che sembrava essere in trance.
Le si avvicinò di più mettendosi davanti a lei.
Aveva gli occhi pieni di lacrime.
-a…addio Naruto…kun…-
Sasuke digrignò i denti e con rabbia la prese per le spalle.
-Hinata!-
Lei non dava segni di ripresa.
-N-Naruto-kun!Perchè!Sempre Sakura e…io?-
Socchiuse gli occhi poi la scrollò ancora.
-Hinata! Riprenditi! –
“perché sempre Naruto! Diamine!Ci sono io qui con te ora!”
Fece qualcosa che mai aveva fatto prima.
Staccò la presa dalle spalle della ragazza.
Le cinse la vita con un braccio.
E con l’altro braccio cingendola avvicinò la mano al mento della fanciulla. Alzandolo lievemente con solo due delle cinque dita.
-Hinata…sono io…e non sono…Naruto…-
Sussurrò vicinissimo alle labbra della ragazza guardandola negli occhi.
-sono Sasuke; Sasuke Uchiha-
Non indugiò oltre. Attese solo un minimo segnale di ripresa della fanciulla.
La ragazza parve tornare in sé. E in quel momento, accortasi della situazione in cui era, pianse guardandolo. Come confusa e arrossì lievemente.
-i-io…lo amo così tanto…ma…a lui non importa…niente…?-
Sasuke la guardò con rabbia.
Qualcosa si “spezzò” dentro di lui.
-Naruto…Naruto…Naruto!- staccò la presa e si voltò.
-allora avevo ragione io…mi hai salvato solo perché te lo ha chiesto lui- disse con voce sussurrata ma visibilmente sottile e tagliente, quasi con ira. Allontanandosi.
Hinata arrossì violentemente.
Percepiva di averlo ferito? Possibile che…
-non devi nemmeno pensarlo!- urlò lei.
“Sasuke…tu…mi…?”
Lo seguì. E si ritrovarono davanti a quella che fu essere la casa dell’Uchiha, ora solo una parte dell’edificio era intatto.
-non seguirmi dovresti andare da Naruto- disse lui.
-lui ha S-sakura…e…io…poi non volevo lasciarti solo-
-tu mi hai già lasciato solo… -
Hinata si zittì. Non sapeva che fare.
-preferirei che tu non mi guarissi anche se ne avessi le possibilità…devo già esserti “grato” per avermi salvato, non voglio essere ancora in debito con te- disse con voce fredda e con rabbia.
Senza indugiare oltre entrò in casa sua.
Hinata rimase fuori. Sentì qualcosa rompersi dentro di lei.
Sasuke si diresse all’ingresso ed entrò sbattendo la porta.

Iniziò a piovigginare. Ormai era sera tardi.
Sasuke era nella sua stanza e si malediceva, si malediceva perché per la prima volta aveva provato, dopo tanto tempo, a fidarsi di qualcuno e quel qualcuno lo percepiva lontano. Troppo lontano.
Guardando fuori dalla finestra però notò qualcosa.
Pioveva fuori, e Hinata continuava a restare fuori da casa sua. A guardare il cancello. Con sguardo un po’ spento e preoccupato tenendosi una mano sul suo stesso petto.
-che stupida…- sussurrò Sasuke arrabbiato, afferrando la prima cosa che gli capitò sotto mano per coprirla e un ombrello.
Uscì dalla porta di casa e si avvicinò al cancello in fretta. Aprendolo e facendo entrare una Hinata bagnata.
-cosa pensavi di fare li fuori… Perché non sei tornata a casa?- le chiese lui mentre con una mano teneva l’ombrello e con l’altra aveva coperto la testa di Hinata con un maglione.
-perché…ho promesso che…- vacillò.
Lui le mise un braccio attorno alla vita.
La portò dentro sul letto che un tempo era camera dei suoi genitori. Era la camera più vicina e soprattutto non era al piano di sopra come la sua camera da letto. Sarebbe stato piu difficile raggiungerla.
Hinata ansimò un pochino, forse aveva preso la febbre.
-non…non ti lascio solo…mai…- sussurrò.
A quelle parole Sasuke un pochino si imbarazzò.
Le stette vicino. E lei prese una mano del ragazzo.
Erano entrambe calde. Quella di Sasuke lo era normalmente. Quella di Hinata forse lo era un po’ troppo.
-r-resta con me…-
Sussurrò lei.
Sasuke capì che aveva sbagliato a giudicarla prima.
Hinata però si avvicinò pericolosamente a Sasuke, in modo sempre gentile.
-io voglio stare con te…-
Il corpo caldo della fanciulla premeva su quello del ragazzo. Entrambi ormai sdraiati su quel letto così grande e spazioso.
Lui le passò una mano tra i capelli.
-Hinata io…se fai così io…non…-
-voglio te…-
-…-
-Sasuke…-
-la febbre…hai la febbre…domattina starai meglio- sussurrò lui cercando di mantenersi calmo. Ma era parecchio difficile. Il corpo di Hinata era così dannatamente vicino. Poteva sentire il suo profumo inebriarlo.
Quegli occhi chiari…quei capelli lunghi…quel corpo…quel…si…anche quel seno che si intravedeva per colpa della pioggia...

 
-papà ma Hinata non è ancora arrivata a casa?-
-no…forse è rimasta con Tsunade; non preoccupiamoci troppo, è grande e sa badare a sé stessa-
-si…hai ragione-
Hanabi era in pensiero per la sorella, se il giorno dopo non fosse tornata a casa l’avrebbero cercata e prima ancora avrebbero chiesto a Tsunade.
 

“mi stai tentando troppo…”
-io sono sempre stata sottomessa al dovere…sottomessa alle decisioni altrui…-
Sussurrava la fanciulla febbricitante togliendosi lentamente i vestiti bagnati. Sbottonandosi la divisa e restando poco per volta con la pelle nuda e con solo dell’intimo addosso.
Sasuke la guardava e non potè far altro.
-per una volta voglio decidere io…vorrei essere sottomessa a te- arrossendo pronunciò in un sussurro le ultime parole.
Sasuke non resistette più, si avvicinò a lei iniziando ad accarezzarle i capelli.
Scendendo poi sul collo.Slacciandosi anch’egli quel fastidioso vestito che aveva indosso, che in quel momento era solo un impiccio, con un braccio prese la vita della ragazza avvicinandola a sé.
Erano così vicini i loro corpi…
Sasuke la accarezzò ancora…sentendo il suo profumo invaderlo.
Poi lentamente si avvicinò alle labbra della fanciulla.
-mi hai salvato per far sì che io…stia con te…-
Le sussurrò ad un orecchio prima di baciarla. E la ragazza fremette.
Si baciarono.
Un bacio passionale.
Sasuke la stringeva tra le sue braccia.
Avvicinò le labbra al collo della ragazza, scostandole i capelli e leccò con passione quella pelle chiara.
-a-ahn…S-Sasuke…-
Egli a quei sospiri così sommessi e dolci si sentì invadere da un fuoco ardente, la passione e il calore di un sentimento nuovo. Mai provato.
Con l’altra mano passò lentamente dal seno della ragazza fino a scendere più in basso…avvicinandosi in modo lento all’inizio dei pantaloni della ragazza. Con una mossa alzò la maglia della ragazza ed ella lasciò fare adagiandosi di più, ed egli avvicino le labbra anche a quella parte di pelle scoperta.
Poi d’un tratto entrambi si guardarono.

Lei un volto febbricitante e arrossato.
Lui un volto sensaule e per la prima volta carico di sentimento e passione.
 
Non era un mostro, era un uomo.
Un uomo che aveva sofferto e che era stato usato.
Lei lo aveva compreso.
E lui si era lasciato salvare da quell’angelo misericordioso che aveva avuto compassione per lui, non pietà, ma sincera e dolce compassione e amore.

CONTINUA...
  
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