11/01/2012
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Nero: protezione
La notte era di un nero profondo e inquietante. Il cielo oscuro si amalgamava in un'unica creatura con il mare corvino. Nessuna onda muoveva l’oceano, rendendolo un piatto essere privo di vita.
Nami tremò. Un brivido lungo e freddo le scivolò lungo la schiena. Era il suo turno di guardia, quella notte, e se ne stava addossata ad una finestra della zona di vedetta, fissando un po’ impaurita quella visione tetra e oscura.
Non aveva mai avuto paura del buio, nemmeno da piccola, però quella sera avrebbe preferito volentieri essere al sicuro nella sua cabina, piuttosto che lì a tener d’occhio quel paesaggio tenebroso. Un movimento dietro le sue spalle, la fece voltare velocemente impugnando il suo Perfect Clima Sansetsukon.
Una zazzera verdognola fece capolino dalla porta. Un ghigno beffardo e ironico le fece tirare un respiro di sollievo. Zoro entrò nella vedetta e le si avvicinò.
Aveva finito i suoi allenamenti, e aveva deciso di far compagnia alla mocciosa nel turno di vedetta.
-Accogliente come sempre, vedo…- ridacchiò vedendo la rossa rifoderare la sua arma.
Lei gli rispose con una linguaccia. –Fatti gli affari tuoi…-
Lo spadaccino ghignò divertito e si sedette con un tonfo accanto alle gambe della navigatrice.
-Non mi dire che hai paura del buio…- la punzecchiò, indicando con un dito il nero che gli circondava. Nami fissò ancora l’oscurità che si estendeva intorno alla Sunny, e un nuovo brivido di fifa la percorse. Si sedette affianco al compagno.
-No…- mugugnò, avvicinandosi alla spalla forte e protettiva del verde.
-Come no… Una mocciosa come te, ha per forza paura del buio..- ironizzò lui. Un pugno lo colpì inevitabilmente sul capo.
-Taci!!!- ordinò.
Zoro si massaggiò il capo contuso, non smettendo un attimo però di ridacchiare. Guardò l’amica infossare il viso tre le braccia raccolte intorno alle gambe, inginocchiate al petto. I capelli rossi le nascondevano l’espressione, però lui riuscì comunque a scorgere un bagliore di paura negli occhi nocciola della giovane. Sorrise.
Alzò un braccio e lo fece aderire intorno alle spalle di Nami, attirandola a sé.
-Ma in fondo che male c’è?- chiese, parlando più a se stesso che con la rossa, -Tutti hanno i loro momenti di paura… ma tu non ti devi preoccupare: ci sono qui io a proteggerti-
Le alzò il volto, e ne vide emergere un sorriso sollevato. –Grazie…- mormorò Nami, lasciandosi abbracciare. D’un tratto, quel nero minaccioso e sinistro, non le faceva più tanta paura. Anzi, iniziava a piacerle. Soprattutto, perché era della stessa intensità e densità dei neri occhi protettori dello spadaccino. Abbandonò il capo sul torace benevolo del verde. Si, lui l’avrebbe sempre protetta.