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Autore: flautista_pearl    11/01/2012    4 recensioni
Come dice il titolo questa storia parla di un universo. Il problema è che ce ne stanno due. E il secondo è di una persona che abbiamo incontrato già nella serie Pokémon Diamante e Perla.
Segreti, misteri e universi coinvolgeranno i nostri eroi!
Soprattutto la nostra Lucinda che si troverà ad affrontare problemi più grandi di lei.
Se volete scoprirli non vi resta che leggere!!!
Buona lettura!
{Pearlshipping}
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ash, Lucinda, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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8. La vita senza una vita

 

Il piccolo Piplup era consolato da Pikachu.
Ash, dopo aver acceso un fuoco e essersi asciugato, si sedette in disparte a lanciare pietre nel lago.
 
Il sole tramontò e il Lago verità profondò nella notte.
Ash decise di far tornare i Pokémon nelle sfere Poké e di ritornare a casa di Lucinda.
Appena aprì la porta di casa, vide Olga seduta sulla poltrona del soggiorno.
«Signora…».
«Ash».
Lui aveva intenzione di raccontargli tutto ma lei lo bloccò. Si abbracciarono. Lui sentì le lacrime di lei scendere.
«Olga, lei come fa a sapere che…».
«Me lo ha detto Mesprit».
Rimasero abbracciati per qualche istante come madre e figlio.
«Signora, vorrei rimanere qui un altro paio di giorni, posso?».
«Sì, certamente Ash. Fra un po’ si mangia».
«Ehm, credo che stasera non abbia molta fame».
«Come vuoi».
Ash salì al piano superiore, si fece una doccia calda, si mise il pigiama, e si affacciò dalla sua finestra in camera. Vide un’infinità di stelle quella notte, però quella notte era diversa da tutte le altre c’erano più stelle del solito, o forse no. Di certo era una di quelle notti che Ash non si sarebbe dimenticato facilmente. La luminosità emanata dalle stelle gli fece ricordare il bellissimo e gioioso sorriso di Lucinda.
Apparve una stella cadente. Ash desiderò, anche se era improbabile che il suo desiderio si avverasse, che Lucinda non era morta.
“Basta Ash, l’ha fatto per noi, per l’intero mondo” si ripeteva in testa.
Si sdraiò sul letto, fissò il vuoto e pensò. Pensò ai fatti che sono accaduti nelle ultime ore, alle ultime parole che pronunciò la sua compagna di viaggio, la sua amica:
'«Come sola Lucinda?».
«Niente Ash, lascia stare. Come ha fatto ha sapere che non ero “sola”».
«Lucinda, io ancora non ho capito».
«Te lo spiegherò»'.
Adesso Ash sapeva, sapeva che voleva dire “sola”, stava provando anche lui la solitudine, non avere un’amica, un’amica che gli è stata accanto per un anno a Sinnoh, un anno sembra poco ma per Ash era tantissimo e adesso se lo vedeva sfumare in un attimo.
'«Ash prenditi cura dei miei Pokémon consideralo come mio ultimo desiderio >>.
«Certamente».
Guardò Pikachu e Piplup, dormivano profondamente, dovevano essere molto stanchi.
'«Addio»'.
Era l’ultima parola che Lucinda pronunciò nella sua, fantastica, emozionante, imprevedibile, breve vita.
Mentre pensava, Ash si accorse che dalla stanza accanto alla sua, quella di Olga, provenivano dei singhiozzi. Stava piangendo.
“Non è l’unica Olga ha soffrire”, pensò Ash, “non è l’unica”, e si addormentò.
 
La ragazza si svegliò:
«Dove mi trovo?», la sua voce echeggiò nel vuoto.
Si alzò e cominciò a camminare, non sapeva dove metteva i piedi, era tutto blu notte.
«C’è nessuno?», gridò nella speranza che qualcuno sentisse e rispondesse, quel posto cominciava a metterle i brividi.
«Io».
Si voltò.
«Arceus», sussultò, si guardò intorno. «Dialga, Palkia, Giratina, Uxie, Mesprit, Azelf, Cresselia, Darkrai, Shaymin ci siete tutti, perfino i Pokémon leggendari delle altre  regioni!».
«Sì, Lucinda».
«Ma dove mi trovo?».
«Diciamo in cielo».
«E la mamma come sta? Piplup e… Ash?».
«Guarda tu stessa >>, Arceus indicò un punto a pochi metri da Lucinda.
«Oh! Wow! Allora siamo veramente in cielo!».
Infatti Lucinda era su una nuvola.
Quando si affacciò vide sotto di sé la bellissima Due Foglie immersa nella notte.
«Se sono in cielo dovrei essere morta, ma se sono veramente morta dov’è Cyrus? Gli vorrei fare tante domande».
«Non esattamente».
«Cosa non esattamente?».
«Nel senso che non sei veramente “morta”. Non sei morta nel mondo in cui sei nata quindi non si può dire che sei morta, sei tra la terra e il cielo vero e proprio».
«Allora Cyrus ?».
«Cyrus al contrario di te a voluto morire».
«Come? Quindi io posso scegliere?».
«Il tuo cuore ha già scelto, ha scelto di stare accanto ai propri cari, mi hai chiesto di tua madre, di Piplup e di Ash, e per me questa è la tua scelta».
Si portò una mano al cuore “ho già scelto”, Lucinda guardò in basso, “stare accanto ai propri cari, già”, pensò.
«E come posso stare vicino ai miei cari?», domandò lei.
«Semplice. Puoi scendere sotto e stare con loro», gli occhi di Lucinda sgranarono come per dire davvero. «Naturalmente però non potranno vederti essendo per così dire “morta”».
«Oh, beh. Non mi importa, voglio vedere come stanno».
«Ti resta solo saltare».
«Non sarà pericoloso?», Arceus fece cenno di no, lei guardò il salto che avrebbe fatto, «Se lo dici tu Arceus, io mi fido».
Si buttò nel vuoto, teneva gli occhi chiusi.
«Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa», Lucinda non sentì la pressione allora aprì piano piano un occhio poi  l’altro. «Ehi… ma… sto fluttuando! È magnifico! Wow!».
Fece qualche giravolta.
Guardò in basso, la sua casa.
Poggiò i piedi per terra, per un attimo ebbe la sensazione di cadere, si senti più alta del solito, guardò i suoi piedi, non ci aveva mai fatto caso: aveva due scarpette di cristallo con un po’ di tacco. Si guardò tutta dalla testa ai piedi nel riflesso del laghetto dietro casa: aveva i capelli sciolti con un fiore bianco a destra, aveva un vestito bianco candido che le arrivava appena sopra le ginocchia, con un grande fiocco davanti. Bellissima.
«Wow! Che vestito magnifico! Ehi… ma cos’è questa luce?». Lucinda specchiandosi vide dietro di sé una luce abbagliante simile a una cascata di fuochi d’artificio. Ali di pura radiosità le fiammeggiavano intorno in uno sfavillio di diamante, eteree, quasi impalpabili, scintillanti di iridescenze e luce.
Era un angelo.
Lentamente la luce si attenuò senza tuttavia svanire del tutto.
«Wow! Fantastico! E adesso torniamo a casa! ».
Si diresse verso l’entrata di casa sua, poggiò la mano sulla maniglia, a Due Foglie non c’erano ladri, si conoscevano tutti, sapeva che sua madre teneva la porta di casa sempre aperta.
Prese un gran respiro ed aprì.
Buio. Erano tutti a letto a dormire.
Salì le scale. Si trovò in un lungo corridoio, alla sua destra c’era la sua stanza, vi entrò.
Era illuminata dalla radiosità della luna. Il letto era completamente intatto e sul comodino c’era il suo diario.
Lo fissò, le vennero in mente molti ricordi, di conseguenza prese un foglio dalla sua scrivania e ci scrisse:
 
'Sto bene, vi amo.
                                                                                                                              Con affetto Lucinda'.
 
Lo posò sul suo letto. “Così non si sentiranno soli, non voglio che provino questa sensazione”, pensò Lucinda.
Uscì dalla sua camera ed andò in quella di sua madre.
Dormiva profondamente. Si era appena addormentata, si capiva dalle lacrime che aveva sul cuscino.
Lucinda era seduta accanto a lei.
«Oh, mamma, ti voglio tanto bene. Sogni d’oro», le baciò la fronte e chiuse la porta silenziosamente.
Davanti a sé si trovava la porta della stanza di Ash. Esitò ma si fece forza e la aprì.
Ash dormiva profondamente e accanto a lui c’erano Pikachu e Piplup.
Piplup si svegliò improvvisamente e si addormentò immediatamente.
«Oh, Piplup hai sentito la mia presenza», disse mentre gli rimboccava le lenzuola. «Adesso è Ash il tuo allenatore fai il bravo».
«Ash», si sedette sul letto accanto a lui e gli strinse la mano, «Volevo dirti tante cose prima di stare dove sto adesso. So che non mi puoi sentire ma vorrei dirti che io ci sarò sempre e che sarai l’allenatore perfetto per i miei Pokémon, non potevo scegliere una persona migliore», disse accarezzandogli i capelli.
Rimase un po’ di tempo seduta vicino a lui, lo guardava dormire, era un bambino nelle mani di un angelo.
Quando fu mezzanotte, Lucinda gli diede un piccolo bacio sulla fronte ed uscì dalla stanza.
Si trovò davanti casa.
«Credo che questo non è un addio Ash Ketchum».
Fece un salto ed una vampata di luce iridescente la investì, spiegò le ali e volò in alto verso la sua nuvola.
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Angolo autrice:
Ciao!!! Beh, che dire, come vi è sembrato?
Grazie a tutti coloro che mi seguono! Grazie mille!
Sì, lo so faccio schifo a disegnare >.<
Lo dovevo pubblicare ieri il capitolo, ma non avevo proprio tempo, i prof. mi hanno bombardato di compiti e per giunta si è rotto il mio carissimo flauto traverso D: mi dispiace.
P.s.: Da notare un particolare, che Ash ha desiderato che Lucinda non fosse morta e Lucinda non è morta, voi carissimi lettori l’avete notato?
   
 
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