La bocca tua, Lisa, è di silenzio:
hai paura di perdere i pensieri
come se sciolti in parole gocciassero
dalla verbosa stilla? Non vuoi spanderti
tra i cocci colati di un vaso infranto...
Ti strozzerai con quel grido nato
cementato nel fondo della gola,
quando si dischiuderà sui tuoi occhi
càncreno il Vero. Morrai di quel grido
pompato in vene di carta velina,
spento nel buio bianco dei tuoi occhi.
Note
Quello che per l'intelletto può essere semplice, addirittura banale, spesso sa creare nella dimensione dei sentimenti, dove si comprende come d'istinto, delle voragini immense. Là spesso la poesia vuole andare a colpire, oltre l'intellettuale comprensione. Vuole affondarsi nella carne. Così leggete questa poesia. Sentendo, per quanto possibile, mettendoci com'è ovvio del vostro, tutto ciò che va oltre il semplice comprendere che qui si parla semplicemente di una Lisa che sta spesso in silenzio. Perché dietro un silenzio si nasconde un grido. Nel grido si scova una passione. Quella passione che non si sfoga nell'esuberanza, ma che rimane, come una bomba pronta ad esplodere, all'interno. La passione consumante dell'implosione. La passione del taciturno. Un saluto!