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Autore: AnGeL_DrEaMeR    11/01/2012    1 recensioni
Clary, stava seduta su uno dei letti dell'istituto, pensando a tutto quello che era successo in quelle settimane. La scoperta che Jace non era suo fratello, l'alleanza tra Nephilim e Nascosti grazie alla sua runa, la sconfitta di Valentine, la grande festa per la vittoria... Sentì bussare, ma non alla porta, alla finestra. Sapeva benissimo chi era. Tornando alla realtà andò ad aprire, ed una ventata d'aria fresca la investì.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!
Si lo so sono davvero in ritardo e mi dispiace
(_ _) chiedo perdono!
Comunque ci è voluto un bel po' per scrivere questo capitolo. Neanche per le vacanze di natale ho avuto un po' di tempo.

Ma ora sono qui! Godetevi il capitolo (^-^)

Alla prossima! Un bacio a tutti!





                      OSTACOLI

Quando il turno di Simon terminò, il vampiro si girò verso Alec per svegliarlo.
“Alec” disse avvicinandosi “avanti Alec è il tuo turno.”
Il cacciatore non rispose. Simon corrugò la fronte. Si avvicinò e lo scosse. Ritrasse subito la mano, ora coperta di una sostanza appiccicaticcia verde.
“Ma che diavolo?”
Si girò verso gli altri e anche loro erano coperti da quella sostanza gelatinosa verde. In particolare Isabelle, ne era piene fin nei capelli.
“Ragazzi sveglia!” gridò ma nessuno dei suoi amici reagì.
Simon scattò in piedi, prese Alec per le spalle e cercò di trascinarlo fuori dalla grotta.
Appena lo spostò il vampiro vide delle radici, che stavano lentamente avvinghiando l’amico. Con un movimento della mano le recise. E lo trasportò fuori.
Ci volle un po’, ma riuscì a farlo pure con gli altri.
Li dispose uno accanto all’altro. Cominciò a scuoterli, a parlargli. Ma niente non si svegliavano.
Simon non sapeva cosa fare. E se rimanessero così per sempre?
Si guardò intorno in cerca di un’idea. Si trovava in una piccola radura fuori dalla grotta, li vicino c’era una piccola polla d’acqua. Il giovane vampiro si accorse che le mani,  coperte da quella sostanza verde, stavano diventando insensibili. Nel panico cercò di muovere le dita, ma non ci riusciva. Simon si avvicinò alla polla e immerse le mani nell’acqua. Quando le estrasse, notò che la sostanza verde si era sciolta e stava scivolando via dalle mani bianche. Riuscì a muovere le dita quasi subito.
Gli venne un’idea.
Raccolse un po’ d’acqua in una bottiglia e ritornò dai ragazzi. La gettò su di loro senza tante cerimonie.
In un secondo tutti si svegliarono.
“Ma che diavolo ti è saltato in mente Simon?” urlò Isabelle furiosa, vedendo il ragazzo con il contenitore in mano.
“Vampiro spero tu abbia una spiegazione per questo” disse Jace più che altro scocciato.
“Che cosa è questa roba verde!?” chiese Alec disgustato.
“Le radici nella grotta, dove stavamo dormendo, vi avevano avvelenato con quella sostanza. Ho notato che l’acqua aveva sciolto la gelatina, che mi era finita nelle mani quando vi ho trascinato via. Quindi ho pensato…” Simon spiegò.
“Hai pensato di svegliarci buttandoci l’acqua addosso” finì Magnus.
Simon annuì.
“Bhe grazie Simon. Ci hai proprio salv… Uh?” Alec si fermò di colpo.
“Cosa c’è Alec?” chiese Jace guardandosi intorno.
Ma il cacciatore stava guardando la sorella. “Izzy? Ma hai…”
“Cosa? Perché mi guardi così Alec?” chiese corrugando la fronte.
Ora la stavano guardando tutti in silenzio.
Dopo qualche secondo la radura si riempì di risate.
“Cosa? Che avete da ridere?” chiese la cacciatrice irritata.
“Iz i tuoi capelli…” riuscì a dire Jace tra le risa.
La ragazza corrugando la fronte, si avvicinò alla polla d’acqua.
Non appena vide il suo riflesso, cacciò un urlo.
“HO I CAPELLI VERDI!!”
“Avanti Isabelle non sono così male” disse Magnus trattenendo le risate.
“Ma sei stupido o daltonico? Ho i capelli verdi!” disse Izzy nel pieno di una crisi isterica.
“Andiamo non è il peggio che ti possa capitare” cercò di consolarla Alec.
“Alec ho i capelli verdi! Cosa potrebbe essere peggio?” disse a voce più alta.
“Mmm vediamo avere capelli fantastici, ma venire uccisa da una pianta assassina?”
Isabelle mandò un’occhiataccia a Jace, che ancora sorrideva.
“Non è divertente Jace” sibilò.
“Si che lo è” disse Simon ridacchiando.
“Basta ridere! Magnus non puoi fare qualcosa per questi?” chiese indicandosi la testa.
“Si ma non mi sembra il momento adatto. Siamo su un’isola in cui persino le piante ci vogliono morti, non posso sprecare energie per questo. E poi…” continuò Magnus “il colore ritornerà normale in un giorno, due al massimo.”
“Ormai che siamo tutti svegli conviene muoversi” disse Alec, interrompendo le lamentele di Isabelle.
“Sono d’accordo, ormai il sonno è passato a tutti, inutile tentare di accamparsi ancora.” disse Jace.
“Avanti allora raccogliete le vostre cose ed andiamo” disse lo stregone.

Dopo aver raccolto tutto quello che avevano portato, il gruppo si incamminò.
Di notte il bosco era più strano che di giorno. Alcuni alberi avevano la corteccia, i rami e persino le foglie fosforescenti. Ma emanavano una strana luce violacea.
“Ma una pianta normale non c’è neanche a pagarla” disse Simon guardando delle piante che avevano delle foglie nere striate di rosso, e dei rami grigi.
Jace alzò gli occhi al cielo. Non era in vena di battute così penose.
“Se le piante fossero normali, forse qualcuno sarebbe uscito vivo da questa maledetta isola” replicò Alec.
“Molto incoraggiante Alexander” disse Magnus.
Improvvisamente i nervi di Jace si tesero.
“Silenzio. Avete sentito?” li zittì Jace.
“È…” cominciò Isabelle. Ma Jace la interruppe, facendole segno di fare silenzio.
Intorno al gruppo si sentiva un ronzio. No, tanti insieme a creare un solo, unico, rumore più forte.
“Magnus dimmi che ti sei portato dello spray ammazzainsetti” disse Simon.
“Spiacente ma non vendono spray per insetti demoniaci” rispose Magnus.
Il ronzio si era fatto assordante. I ragazzi si misero uno accanto all’altro, formando un piccolo cerchio. Attesero.
Ed eccolo. Uno sciame di insetti, che si avvicinava a loro come fumo nero.
Gli insetti erano così ammassati tra loro, che non si capiva come fossero fatti. Si vedeva soltanto un mare di punti neri con ali, zampe… e pungiglioni.
“Come li uccidiamo quei cosi!?” disse Alec.
“Stringetevi a me subito!” esclamò Magnus.
Tutti accerchiarono lo stregone, dalle cui dita cominciarono a partire scintille blu.
Il nugolo attaccò. Ma prima di colpire, il gruppo si ritrovò avvolto da uno schermo protettivo. Quest’ultimo mandò una scarica elettrica tutto intorno.
Dopo qualche secondo tutti gli insetti erano a terra.
I ragazzi si separarono sollevati
“Niente male. Ma perché non l’hai fatto anche con le altre creature?” chiese Jace, cercando di non lasciar trapelare lo stupore.
“Anche se sono molto potente, non ho una riserva infinita di energia” replicò Magnus “e ci serve per quando saremo messi davvero male.”
“Non c’è bisogno di polemizzare” disse il ragazzo alzando le mani in segno di resa.
“Comunque dovremmo essere vicini alle montagne. Presto saremmo alle grotte” concluse lo stregone.
Jace sentì un piccolo schianto, si voltò e vide che Alec era scivolato su i resti degli insetti.
“Alec!” esclamò Isabelle.
Nella caduta Alec si era punto con i pungiglioni degli insetti.
I pungiglioni velenosi.
Non ci furono bisogno di parole. Jace velocemente tirò su Alec imprecando, mentre Simon e Izzy si spostavano verso una roccia dove farlo stendere. Intanto Magnus cominciava a tessere l’incantesimo.
“Date un bel da fare Shadowhunters.”

“Be’ Alec poteva andarti peggio” osservò Jace ancora sorridendo “potevi essere morto. Sei stato fortunato che Magnus sia riuscito a curanti senza troppi effetti collaterali.”
“Sembro un ghepardo” si lamentò il fratello.
“Avanti, non è permanente. È questione di ore” disse Jace. Ormai aveva finito la pazienza. Dopo che Alec si era fatto avvelenare, avevano dovuto lavorare in fretta. E ora, nei punti in cui era stato colpito (braccia, schiena, e collo), si erano formate delle chiazze rosse molto simili a quelle di un ghepardo.
Mentre gli altri facevano un’ultima pausa, prima di passare alla parte d’isola dove si trovavano le montagne, Jace si doveva sopportare la depressione del suo Parabatai.
“Sono ridicolo” si lamentò ancora.
Jace sbuffò, aveva perso l’ultimo grammo di pazienza. Prese Alec per le spalle e lo scosse. “Alec basta fare il bambino. Non stiamo giocando. Siamo qui per un motivo”
Il ragazzo balbetto “Ma… ma…”
“Niente ma. Siamo tra la vita e la morte non possiamo deprimerci così. Non qui. E non adesso” disse Jace lasciando Alec con malagrazia.
Lui sospirò “Hai ragione. Scusa.”
“Su andiamo dagli altri.”
“Si” mormorò mentre Jace gli metteva una mano in spalla.
“Sai Jace, penso tu sia diventato più adulto” osservò sorridendo “Clary ti ha proprio cambiato.”
Il ragazzo sorrise amaro “Non sai quanto.”




Be' che ve ne pare in questo capitolo ho voluto far conoscere a Jace e co l'isola. In più con qualche piccolo imprevisto :-)
Come al solito se notate qualche errore fatemi sapere, mi raccomando.
E un'ultima cosa, il mio computer è stato infettato da dei virus tra qualche giorno lo farò riparare, ma fino ad allora non potrò scrivere.
Quindi mi giustifico in anticipo per il mio futuro ritardo. Chiedo scusa
(_ _)
Spero che vi sia piaciuta la storia (^-^)

  
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