Ero seduta davanti al computer, leggevo attentamente i titoli che mi si presentavano davanti.  Ero sui soliti siti di gossip, in ricerca di notizia su di lui.
 
«Lo sai che sei dolce con la panna sul naso?» mi disse dolcemente, mostrandomi il suo meraviglioso sorriso.
«Ma non ho la panna sul naso» risposi, confusa. Lui rise, per poi prendere un po’ di panna sul dito e spalmarmela sul naso.
«Ecco, adesso ce l’hai.»La mia risata si unì alla sua.
 
Ripensando a quei momenti mi scese una lacrima, poi due, poi tre, fino a che le mie guance non furono coperte da lacrime. Lo volevo qui, adesso, accanto a me. Ad asciugarmi le mie lacrime salate, come faceva sempre.
 
«Tuo padre non può trattarti così, capisci? Non può.» Disse asciugandomi l’ennesima lacrima che mi rigava il viso. «Io..io non lo reputo più come padre, mi sono stancata di lui. Non gli ho fatto niente eppure lui continua, continua a deridermi, a picchiarmi» dissi fra i singhiozzi.
«Non te lo meriti, tu sei perfetta. Lui ti deride perché non sa fare altro, credimi» piansi ancora di più, e lui mi abbracciò. Un abbraccio che mi fece capire che lui era il ragazzo più importante della mia vita.
 
Il nostro rapporto era sia di amicizia che di amore. Lui era come il mio migliore amico ed il mio fidanzato allo stesso tempo.  Ricordo ancora il nostro primo bacio, due anni fa.

«Basta, lo sai che soffro il solletico» dissi fra le risate. «Okay, okay. La smetto» disse rivolgendomi uno dei suoi migliori sorrisi.
Si avvicinò lentamente a me, potevo benissimo sentire il suo respiro sulla mia pelle. Attendevo quel momento da tanto, troppo tempo.
«Vuoi davvero questa cosa?» disse serio, guardandomi dritto negli occhi.
«Se lo vuoi tu» dissi, con la voce tramante. «Bhè, allora lo prendo come un si» rise piano, prima di colmare la poca distanza che c’era tra le nostre labbra.
Nel mio stomaco non c’erano farfalle, c’erano aquile. Presi l’iniziativa e approfondii il bacio.
Le nostre lingue si cercavano, giocavano insieme, danzavamo. I brividi lungo la schiena non mancavano, il mio cuore fece un triplo salto mortale, perse un colpo e riprese ad andare a mille.
 
Da quel giorno eravamo fidanzati, lo dissi a mia madre. Prese bene la cosa, anzi potrei dire benissimo visto che face riordinare la stanza degli ospiti, così che lui poteva dormire qui quando aveva voglia.  
 
«E se ci vede tua madre? Non oso immaginare che cosa potrebbe pensare.» rise piano, abbracciandomi ancora più forte. «Dovresti dimagrire,sai? Non ci stiamo più nel mio letto» dissi guardandolo per poi ridere anche io. «Ah, davvero? Mi reputo offeso». Girò la testa dall’altra parte, facendo il finto arrabbiato. «Lo vuoi un bacino?» si girò di scatto «Certo» rispose malizioso. Sempre il solito stupido. Lo baciai, facendo partire la danza delle nostre lingue.
Mi staccai piano, sotto il suo sguardo stranito. «Non mi lascerai sola, vero?» le sue labbra si aprirono in un sorriso. «Mai, la mia carriera non potrà mai separarci. Noi, tu ed io, saremo per sempre.» disse guardandomi. «Per sempre?» chiesi. «Per sempre.» Confermò, per poi fiondarsi ancora sulle mie labbra.
 
E menomale che dovevamo durare per sempre, che la sua carriera non doveva ostacolarci. Ormai è da sei mesi che non lo sento più. Da quando è partito per quel suo fottutissimo tour.  
I miei pensieri vengono risvegliati da un articolo su di lui. - Il tour della famosa boy-band inglese, gli One Direction,  è finito proprio ieri sera, chissà cosa faranno i componenti per passare l’estate -. Il mio cuore si fermò di colpo. No, non era possibile. E se lo rivedo? Ma cosa sto dicendo? Non lo rivedrò più, ormai lui si è dimenticato di me, e del nostro amore.
Sentì il campanello di casa suonare, rimasi lì a fissare lo schermo del mio computer, ancora incredula.
«Victoria, è per te» sentii urlare mia mamma dal piano di sotto. Scesi le scale svogliatamente, ancora stupita per le poche righe appena lette. Alla porta non c’era nessuno, allora guardai mia madre, che mi indicò la porta chiusa del salotto. La aprii con non curanza. E intravidi una figura seduta sul divano. Misi bene a fuoco.
 No, non poteva essere lui. Cazzo, no. Il mio cuore si fermò, paralizzato. I miei occhi punzecchiavano, era da tanto che non lo vedevano, non ci erano più abituati. Rimasi scioccata, quando mi rivolse il suo solito sorriso. Le gambe non reggevano più, erano diventate come due stuzzicadenti.
Non riuscii a trattenere più le lacrime, così le lasciai libere di rigarmi le guance. Appena vide le mie lacrime, si alzò e mi venne incontro. «Ehi, Vicky. Non piangere, lo sai che mi rattrista tanto vederti così.» Sussurrò asciugandomi alcune lacrime, con il suo pollice. Io non sapevo che dire, ero decisamente sconvolta. Mi uscirono dalla bocca solo poche parole. «Tu..tu sei qui.» Dissi ricominciando a piangere più di prima. Mi abbracciò, tenendomi ben stretta tra le sue braccia.
Allontanò il suo viso dal mio. «Il nostro è un per sempre.» Disse, stampandomi un bacio sulle labbra. Dio quanto mi erano mancate.
«Ti amo,Victoria.» disse, staccandosi.
«Ti amo anche io, Zayn.» dissi prima di baciarlo, di nuovo.