“Non posso crederci. Non posso credere che l’abbia fatto.”
Prendo il mio frappè e vado a sedermi al tavolo più vicino.
Comincio a bere e sposto lo sguardo verso Jazzy, che viene a sedersi accanto a me.
“Perché te la prendi? Sei stata tu a mollarlo, mi sembra.”
“Questo non conta. Mi ha dimenticata troppo velocemente.”
“Lo hai mollato due settimane fa!”
“Questo non vuol dire che può andarsi a mettere con la prima che capita e dimenticarmi così, come se non fossi mai esistita.”
“Non può continuare a cercarti se tu non vuoi che lo faccia.”
“Io voglio che lo faccia.”
“Allora perché l’hai mollato?”
“Senti, stai con me o contro di me? No, perché sembra quasi che gli stai dando ragione.”
“Lui ha ragione!”
Spalanco la bocca e socchiudo gli occhi.
“Bene. Adesso scusami, devo andare. Ho un impegno.”
“Ah, sì? E quale sarebbe?”
“Dimenticare quel bastardo e te, che in quanto mia migliore amica, dovresti stare dalla mia parte, non sua.”
“Hai torto e lo sai. Quando ti sarà passato questo tuo essere nervoso, fammi uno squillo.”
“Sei tremenda.”
Prendo il frappè, mi alzo e mi allontano.
Dopo aver percorso qualche metro, guardo dietro di me per vedere se Jaz mi stesse guardando, cosa che fa’ ogni volta che litighiamo.
Sbatto contro qualcuno e mi rovescio il frappè addosso.
“Cavolo, ma ci vedi?”
Apro la borsa e prendo un fazzoletto.
“Potresti stare più attenta?”
Guardo la mia maglietta e passo sopra il fazzoletto. Mi accorgo che le mie Supra sono sporche, così mi inginocchio e comincio a pulire per bene.
“Dovresti stare tu attento.”
“Sei stata tu a sbattermi contro, si può sapere dove guardi quando cammini?”
“Potrei farti la stessa domanda, dato che non ti sei accorto che stavo venendoti addosso.”
“Sei brava con le parole, eh?”
“Imparo in fretta.”
Mi alzo e lo guardo.
Sprofondo nel verde intenso e chiaro dei suoi occhi. Mi illumino di quel sorriso. Mi riempio del suo profumo.
“Chi sei tu?” Chiese.
Mi riprendo e riattivo il cervello. Penso ad una risposta veloce e che lascia il segno.
“Vorrei dirtelo, ma poi dovrei ucciderti.” Accennai un sorriso.
Tira fuori una risatina che mi rimbomba nelle orecchie come una melodia profonda.
“La domanda è: chi sei tu.” Dissi.
Ride ancora e mi incanto.
“Io sono chiunque tu vuoi che io sia.”
“Sembra una scena di O.C.” Sorrido e lui con me. “Beh, scusami. Dovrei andare a casa adesso, sono ricoperta di frappè. Ci si vede.”
“A presto.”  Sorrise e io con lui.

Mi volto timidamente e mi direggo verso casa.


Entro in casa sorridendo. Salgo e scale e corro verso il bagno. Chiudo la porta a chiave e mi appoggio con la schiena.
Ripenso a tutto. Una vampata di calore scoppia sul mio viso. Mi guardo allo specchio. Sono rossa come non sono mai stata prima d’ora.
Il mio cellulare vibra nelle tasche dei Jeans; Lo prendo.
Messaggio: Jaz.
« Chi era quel gran figo con cui parlavi? »
Sorrisi e la chiamai velocemente.
“Tu credi nell’amore a prima vista? Perché penso di essermi innamorata.”