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Autore: secretdiary    12/01/2012    0 recensioni
Racconto scritto per il contest: 'E se non fosse andata così?' indetto dal forum Dark Light Official Forum.
Si doveva scegliere una coppia tratta dai libri proposti, e sviluppare una storia differente dall'originale.
Per quanto detesti Cho, ho scelto proprio la sua storia con Harry Potter!
Cosa sarebbe successo se Cho fosse stata la ragazza di Harry anche durante l'ultima, epica battaglia?
Come avrebbero affrontato i due innamorati lo scontro contro Voldemort?
La storia si sarebbe sviluppata così come la conosciamo noi?
Spero che vi piaccia!
Bisous
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Cho/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Piccola annotazione prima di iniziare:
Cari lettori, innanzitutto vi ringrazio per aver aperto questa storia e per aver scelto di spendere un po' del vostro tempo per leggerla.
Vi rubo solo un paio di righe prima di lasciarvi al racconto: è finalmente uscito il mio primo romanzo.
Ora, finalmente, sono un'autrice pubblicata.
Se amate le storie fantasy, nel campo destinato al mio profilo, trovate tutte le informazioni relative al romanzo.

Grazie per l'attenzione ;)
Buona lettura!!
Bisous *-*

L'eleganza del cigno, la fierezza del cervo


 Harry camminava fiero nella Foresta Proibita.

Sapeva a cosa stava andando incontro, in qualche modo era come se fosse nato solo per morire per mano di Lord Voldemort; il suo destino era segnato.

Persino Silente, l'uomo nel quale riponeva la sua massima fiducia, l'aveva cresciuto, protetto, solo per darlo in pasto all'Oscuro Signore.

Solo per sacrificarlo.

Harry non sapeva dire se era maggiore la delusione provata per il vecchio preside di Hogwarts o l'orgoglio ferito.

La consapevolezza che il legame che lui sperava si fosse creato con Albus Silente era in realtà solo un mero miraggio, solo un inganno del preside, bruciava nella sua anima.

Harry si sentiva solo uno stupido per essersi fidato, per aver creduto che il sibillino, enigmatico mago avesse instaurato un rapporto di amicizia vera con lui.

Harry Potter sentì stringersi la mano lasciata inerte accanto al fianco.

Istintivamente egli rispose a quel gesto d'affetto e levò lo sguardo verso Cho.

Da quando la sua anima l'aveva scelta, comunicandogli tale decisione con innumerevoli strette allo stomaco, Harry non si era mai separato dalla Corvonero.

Lo stesso valeva per lei.

Amava Harry Potter con tutta se stessa, e nonostante la loro storia non fosse cominciata nel migliore dei modi, aveva dimostrato poi di essere forte, resistente.

Cho aveva accompagnato Harry, Hermione e Ron alla ricerca degli Horcrux, sia perché non poteva permettere ad Harry di affrontare il suo destino da solo, sia perché la gelosia che nutriva nei confronti di Hermione non si era chetata nemmeno sapendo che la giovane amava Ron Weasley.

Sebbene la morte di Cedric per i primi tempi avesse aleggiato al di sopra delle loro teste, come il fantasma della separazione, Cho ed Harry si erano dimostrati talmente tanto forti da esser riusciti a suparare il lutto.

Cho si era dimostrata molto più forte di quanto la maggior parte dell'Esercito di Silente pensasse.

I due erano anche riusciti a chiarirsi sulla 'questione Hermione', come Cho era solita chiamarla.

La Corvonero era inizialmente così gelosa del rapporto che legava i due Grifondoro che al principio la sua insicurezza l'aveva portata a temere che Harry la stesse solo prendendo in giro, e che in realtà fosse più affezionato alla compagna di Casa.

Successivamente i due erano riusciti anche a riappacificarsi dopo il terribile litigio che avrebbe portato alla rottura definitiva del loro rapporto.

Quando Harry aveva difeso Hermione poiché questa aveva scagliato una fattura su Marietta Edgecombe che aveva rivelato l'esistenza e i nomi dei componenti dell'ES alla professoressa Umbridge, era sembrato che Cho non avrebbe mai sopportato che il fidanzato avesse accusato la sua migliore amica in favore di Hermione.

Anche in questo caso però il loro amore si era mostrato più forte della razionalità e della folle gelosia.

Harry e Cho si erano chiariti, definitivamente.

Certo, la gelosia era rimasta una parte fondamentale nella loro relazione, ed Harry talvolta sembrava veramente più attaccato ai suoi amici che non alla Corvonero, ma fortunatamente tali momenti venivano immediatamente sedati dai sentimenti reciproci.

Non servivano parole per manifestare quanto si amassero.

Era sufficiente guardarli negli occhi, assistere agli sguardi dolci di Cho Chang, alle occhiate protettive di Harry Potter, e ogni dubbio svaniva.

Ora, insieme, Harry e Cho erano decisi ad affrontare l'ultima, immane, sfida.

Insieme raggiunsero la Foresta Proibita, dove ad attendere il Prescelto si trovava Lord Voldemort.

Cho non aveva voluto sentire ragioni: non poteva abbandonare Harry.

Non l'avrebbe lasciato da solo in quell'istante, e sebbene lui avesse insistito, la ferma decisione della fidanzata gli aveva impedito di fermarla.

Quando Cho si convinceva di una cosa, mostrava il suo spirito da Cercatrice di Quidditch, da sportiva: nulla poteva deviare i suoi interessi, nulla poteva farle mutare decisione.

Il disappunto per la presenza della Corvonero venne evidenziato da una smorfia affiorata sul volto di Tom Riddle.

Ad ogni modo sembrò che l'uomo non desse molta importanza alla giovane strega.

Dopotutto, in quale pericolo poteva incorrere con lei?

Il suo volto esprimeva un'inettitudine, un'incapacità di agire che lo disgustava.

Avrebbe ucciso prima lei, poi finalmente si sarebbe dedicato al Bambino che era sopravvissuto.

Finalmente i giochi sarebbero finiti, una volta per tutte.

«Credevo che saresti venuto subito» sibilò il mago, con un tono di voce talmente basso che lo rendeva quasi evanescente.

Harry guardò Cho un'ultima volta, poi prese un respiro profondo.

«Sono qui, ora» replicò.

Con la coda dell'occhio aveva scorto la presenza di Hagrid, suo amico, Guardiacaccia e Custode delle Chiavi e dei Luoghi di Hogwarts.

La prima persona che gli aveva detto che era un mago, che gli aveva rivelato la sua vera identità, ora, assieme alla giovane donna che possedeva il suo cuore, avrebbe assistito alla sua fine, alla sua morte.

Per salvare la magia, il mondo magico.

Per salvare Cho da quel terribile destino.

Harry sapeva che doveva sacrificarsi, sapeva che farlo avendo accanto Cho sarebbe stato ancora più difficile, che vedere i suoi occhi accompagnarlo durante gli ultimi istanti della sua vita sarebbe stato così straziante.

Eppure non era riuscito a convincerla che sarebbe stato meglio per lui andare da solo, immolarsi alla causa di Silente da solo.

Dopotutto, era lui l'uomo di Silente.

Così era stato definito, e sebbene aveva compreso che il preside di Hogwarts probabilmente aveva solo manovrato le fila della sua vita come un abile marionettista, Harry era determinato ad essergli fedele fino in fondo.

Se Silente aveva deciso che lui doveva morire per condurre al medesimo destino Voldemort, così doveva essere.

Anche se ciò avrebbe significato abbandonare Cho Chang.

La Corvonero aveva protestato, si era disperata, ma nulla avrebbe fatto cambiare idea ad Harry, così ella aveva deciso che sarebbe stata al suo fianco.

«Ora e per sempre con te, Harry» gli aveva detto davanti al Pensatoio, dopo che avevano visto i ricordi di Severus Piton.

Quegli ultimi istanti avevano lacerato la loro anima, che ora sanguinava copiosamente, ma entrambi erano decisi a mostrarsi forti.

Ognuno per il bene dell'altro.

Harry avrebbe seguito il seminato posto in essere per lui da Albus Silente, ma Cho Chang poteva ancora vivere.

La Corvonero aveva cestinato immediatamente quell'ipotesi.

Che senso aveva vivere senza di lui?

Dopo tutti gli anni trascorsi insieme, coltivando il loro rapporto, da seme, fino a vederlo un meraviglioso piccolo, fragile fiore in boccio, mentre adesso era fiorito così magnificamente; come poteva Cho separarsi da Harry?

Dopo le partite di Quidditch, dopo gli assurdi litigi nati dalla gelosia reciproca, dopo i magici momenti di riappacificazione, come poteva Cho dimenticare tutto?

Come poteva andare avanti senza Harry?

Non ne sarebbe stata abbastanza forte, Cho lo sapeva perfettamente.

Non sarebbe riuscita a vivere senza Harry Potter.

La decisione quindi di sacrificarsi assieme a lui era giunta spontaneamente, era affiorata semplicemente, come l'unica, logica, razionale eventualità nella sua mente.

Non poteva essere altrimenti.

Non c'erano altre scelte, altre opzioni.

Cho era una Corvonero, era sempre stata legata alla sua casa, culla dell'arguzia e del raziocinio.

Aveva ponderato ogni strada che il futuro avrebbe spianato per lei, ma non riusciva a vedere il futuro senza Harry.

Non era una sciocca, sapeva cosa sarebbe accaduto innanzi al Signore Oscuro, sebbene Harry continuasse a sperare l'impossibile.

Egli l'avrebbe uccisa, trattandola semplicemente come un insetto molesto, semplicemente come un parassita da eliminare prima di concentrarsi sul suo obiettivo, su Harry Potter.

A Cho non interessava.

In realtà sarebbe stata grata a Lord Voldemort se l'avesse uccisa prima di Harry.

Non avrebbe potuto sopportare di vederlo cadere inerme innanzi a lei.

Avvertì Harry stringerle la mano con forza.

Harry accoglieva la morte per salvarla, per salvare il mondo magico.

Ella sorrideva al Tristo Mietitore perché non poteva continuare ad esistere senza il suo grande amore.

Le mani di Harry erano così calde che offrirono ardore alle sue dita perennemente ghiacciate.

Erano insieme.

Sarebbero stati insieme, sempre.

«Uccidete quella sciocca ragazzina» sussurrò Voldemort.

Prontamente Bellatrix sfoderò la bacchetta.

Cho si volse verso Harry e sorrise.

«Avada Kedavra!».

La presa attorno alla mano di Harry perse di vigore, fino a divenire inerme.

Un gelido fiore candido tra le sue dita.

Lacrime calde rigarono il volto di Harry.

“Fallo” implorò Tom Riddle mentalmente.

Non poteva resistere a lungo.

Voleva raggiungere Cho.

Cho, che era morta per lui, perché non avrebbero potuto vivere separati.

«Avada Kedavra!» per la seconda volta le parole dell'Anatema che Uccide si librarono sulla Foresta Proibita.

Harry chiuse gli occhi.

Buio.

 

Albus Silente era in piedi innanzi a lui.

I suoi occhi erano colmi di malinconia, tristezza.

«Sono morto?» domandò Harry.

Si guardò intorno, sembrava di trovarsi alla stazione di King's Cross, di Londra.

«Dov'è Cho?» chiese poi il Prescelto.

Albus Silente aprì la bocca, come se volesse parlare, ma immediatamente dopo richiuse le labbra, scuotendo il capo con amarezza.

Per la prima volta il saggio mago non riusciva a trovare le parole.

Per la prima volta non sapeva come affrontare un argomento.

«Cho è morta, Harry» disse.

Quelle parole, finalmente pronunciate, acquistarono peso e come un macigno gravarono sulla coscienza di Harry.

Sebbene egli sapesse che l'Anatema che Uccide scagliato da Bellatrix non poteva aver lasciato una minima speranza di sopravvivere, sentirlo udire così chiaramente detto da Albus Silente non lasciò più la speranza di un miracolo.

«Ed io?» chiese ancora il ragazzo guardando negli occhi il preside.

Albus scosse il capo.

«Sta a te scegliere.

Puoi tornare indietro... oppure andare avanti».

Voldemort non era ancora morto.

Il suo Horcrux era stato eliminato, ma egli era ancora in vita.

Tornare indietro, tornare nell'Inferno, per combattere ancora, per cercare di vincere e vivere senza Cho?

Oppure andare avanti, riabbracciare la ragazza che amava, che aveva accettato di condividere il suo stesso destino, lei, che sarebbe potuta vivere se soltanto non fosse stata così attaccata a lui?

«Non posso abbandonare Cho» mormorò Harry.

Vigliacco.

Si sentiva un vigliacco, ma non poteva lasciare il suo Cigno da solo.

Cho era morta per lui, per stare insieme a lui.

Non poteva certo immaginare che Albus Silente sapeva che Harry non sarebbe morto.

Il ragazzo provò un intenso moto d'odio per il preside.

Perché non l'aveva detto?

Perché non l'aveva rivelato a Cho almeno?

Harry strinse le mani in due pugni d'acciaio.

Avvertiva i tendini tirarsi sulle nocche, mentre il suo sguardo vagava per la stazione, ammantata di bianco, vuota.

Albus Silente chiuse gli occhi e sospirò.

«Devi decidere tu, Harry» affermò.

Il ragazzo però aveva già deciso.

Cho.

Avrebbe scelto sempre lei.

«Gli altri se la caveranno.

Ormai Voldemort è senza difese» asserì, più per convincere se stesso.

«Certamente» rispose il mago.

Il ragazzo levò gli occhi e fissò Albus Silente.

Lesse nel suo sguardo ammirazione e commozione.

Forse condivideva la sua scelta?

Al giovane venne in mente la storia del preside.

Aveva sacrificato sua sorella per i suoi piani, per il suo futuro.

Forse in lui rivedeva se stesso; forse condivideva la sua scelta di non rinunciare a Cho, di raggiungerla il prima possibile.

Harry annuì e chiuse gli occhi.

Aveva preso la sua decisione: per una volta aveva scelto per se stesso, non per gli altri.

Cho non poteva morire per nulla.

Non poteva morire mentre lui sopravviveva.

 

Voldemort portò in trionfo il corpo di Harry.

Alle sue spalle, un'immagine argentata, ammantata da un velo opaco, simile a quella di un cervo correva per la Foresta Proibita.

Sopra il suo palco, volava un meraviglioso cigno.

   
 
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