Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: albalau    12/01/2012    1 recensioni
Ho provato ad immaginare una storia con i nostri beniamini trasportati un'altra epoca. Ho un po stravolto tutto, ma come sempre Maya e Masumi dovranno combattere contro tutto e tutti per il loro amore. Ci riusciranno?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo  35

 

Era immersa nella vasca che le guerriere di Atena le avevano messo a disposizione. Quella giornata che era cominciata come un incognita, per poi svilupparsi in un incubo, si era conclusa nel migliore dei modi. Li aveva rivisti, i suoi amici più cari, sani e salvi. E aveva rincontrato lui, il suo amore. L’unico.

La felicità che l’aveva invasa era stata talmente grande da procurarle un leggero svenimento. Da quanto non si sentiva così serena? Ormai non lo ricordava nemmeno più.

Adesso, avvolta da quel dolce tepore, si stava rilassando per la prima volta dopo settimane.

Il suo pensiero corse inevitabilmente a Masumi. Per un primo istante, dopo che aveva saputo della sua condanna, aveva temuto di averlo perso, ma poi dentro di se una forza sconosciuta era emersa, convincendola, facendole sentire che non era così. Lui era vivo e prima o poi le loro anime si sarebbero riunite, come era effettivamente accaduto.

Appoggiò la schiena al bordo della vasca, distendendosi e chiudendo gli occhi. Molti pensieri, incognite alle quali voleva dare risposta, ma avrebbero atteso. Ora le bastava solo sapere che tutti loro erano in salvo e non pensare al giorno seguente, dove nuovamente si sarebbero divisi, per porre fine al dominio di quel ragazzo.

Un tocco lieve la riscosse, ma non dovette aprire gli occhi per capire di chi si trattava. Le sue mani, il suo calore erano incancellabili per lei.

-Masumi.- sussurrò.

L’uomo era apparso nella tenda senza farsi sentire, voleva godersi della sua vista, dopo così tanto tempo. Appena varcata la soglia, il respiro gli si era mozzato. Era ancora più bella di quel che ricordava e in un istante venne sopraffatto dal profondo amore che provava per lei. Non aveva resistito e le si era avvicinato.

Dopo essersi inginocchiato alle sue spalle e aver respirato il dolce profumo della sua pelle, aveva posate le sue mani sulle sue esili spalle. Nella sua voce nessuna sorpresa, per entrambi il riconoscersi era del tutto spontaneo.

-Mi sei mancata.- le mormorò.

Sul volto di Maya apparve un lieve sorriso. Si, era mancato anche a lei, come la stessa aria che respirava. Aprì gli occhi e drizzò la schiena, prima di voltarsi. Si specchiò nell’azzurro dei suoi occhi, limpido e puro. Senza parlare, lo invitò ad avvicinarsi ancora di più. Masumi rimase ammaliato dai suoi gesti così sicuri e da quello che lesse nel suo sguardo. Un amore incondizionato.

Prese la sua mano e la strinse nella sua. Maya si alzò in piedi, incurante di essere completamente nuda e cominciò a sfilargli la corta tunica che indossava. Quando ebbe terminato, lo fece entrare nella vasca, abbastanza grande per tutti e due. Rimase a fissarsi per qualche attimo, ma poi la passione, a lungo trattenuta, esplose. Si tuffarono l’una nella braccia dell’altro, fondendo le loro bocche, assaporandosi a vicenda. Le mani vagavano sui loro corpi, con calma, facendo assaporare ad entrambi le sensazioni che si stavano donando. Masumi, lentamente, si sedette nella vasca, facendo scivolare la fanciulla sopra di se. I baci, le carezze che si scambiavano, erano solo il preludio a quello che più agognavano. Maya incrociò le gambe intorno ai suoi fianchi, permettendogli l’ingresso verso la sua intimità. Masumi non resistette più. Entrò in lei e insieme raggiunsero l’apice che li portò, un’altra volta, verso la completa felicità.

 

-Maya, devo farti una domanda.- fu lui a rompere il silenzio.

Erano distesi nel letto della ragazza, abbracciati, e l’uomo le accarezzava pigramente un braccio. Maya sollevò il capo dal suo petto e lo guardò in volto. Masumi incrociò i suoi occhi.

-Io, ecco, nel tempo…- lo zittì posandogli un dito sulle labbra.

-Non mi ha mai toccata, non glielo ho permesso. Anche se avevo sempre al mio fianco tre protettori e una di questi ha dato la vita per difendermi.- la sua voce si incrinò.

Masumi si sollevò su un gomito.

-Che intendi dire?- il suo tono era preoccupato, oltre che ansioso.

La sacerdotessa si mise a sedere, coprendosi con un candido telo e volgendogli le spalle.

-Non ne eravamo a conoscenza, nemmeno Hamil, nonostante tenesse sotto controllo i soldati. Era seguita e ci ha sentite parlare. Mizuki, lui l’ha…l’ha…- finalmente Maya poteva piangere, sfogare quel dolore che per giorni aveva tenuto dentro di se.

Masumi era sconcertato, non ci credeva. Come aveva fatto a diventare così brutale suo fratello?

Corse verso la sua donna e la strinse a se. La cullò dolcemente, riportandola con se sul letto.

-Non è colpa tua.- le sussurrò, ma dentro di se scoppiava di rabbia.

Ma Maya sapeva che doveva anche dirgli il resto. Si fece nuovamente coraggio.

-Masumi, non ha fatto solo questo.- mormorò.

I suoi occhi si ridussero a due fessure. Di quali altri crimini si era ancora macchiato Yuu?

Con voce tremante gli narrò l’orrenda fine delle tre prigioniere e del vero legame che aveva con Shiori. Lo sentì rigido, teso in tutto il corpo.  Percepì la sua rabbia. Con lentezza tornò a guardarlo in viso, rimanendo senza parole. Sembrava pietra, nulla dell’uomo che aveva conosciuto traspariva.

-Pagherà anche questa.- disse con voce spaventosa.

 

Il sorgere del sole annunciava a tutti che il loro piano stava per cominciare.

Appena Maya uscì dalla tenda con la mano in quella di Masumi, rimase abbagliata dall’imponenza dell’esercito di Atena, schierato in tenuta da battaglia. Utako, vedendola, si avvicinò a lei.

-Mia sacerdotessa.- la salutò inchinandosi al suo cospetto.

-Alzatevi Utako, non sono necessarie queste formalità tra amici.- rispose con un sorriso.-Masumi mi ha già messa al corrente di quello che accadrà, ma io voglio fare la mia parte. Non resterò a guardare mentre combattete per la salvezza di tutti.-

La donna si stupì di quella dichiarazione, non se lo aspettava.

-Maya, ecco, preferirei che voi, insieme alla regina Shiori, steste lontane dalla battaglia. Non sappiamo cosa ha in mente il Faraone e non vorrei vi capitasse qualcosa.-

Maya le prese le mani.

-Non dovete avere queste paure. So come difendermi e soprattutto da lui.-

Con quella frase si arrese. Aveva dimenticato, per un momento, quello che Ayumi le aveva riferito. Era testarda quando voleva.

-Va bene, ma resterete insieme a Rei e agli uomini di Satomi. Interverrete solo quando le acque si saranno calmate.-

La ragazza accettò quelle condizioni, l’ultima cosa che voleva era dare ulteriori pensieri. E, comunque, la sua scelta era stata rispettata.

Dopo aver preso i relativi accordi, Maya si recò da Shiori.

-Andrò con loro.- le disse.

La donna sorrise abbassando lievemente il capo, si aspettava una scelta simile dalla ragazza.

-Fa attenzione.- si raccomandò.

Maya le sorrise apertamente.

-Non preoccuparti, non accadrà nulla a nessuno di noi.- si voltò per raggiungere gli altri, ma Shiori la trattenne, prendendola per una mano.

-Maya, io volevo chiederti…- cominciò, ma titubante.

La giovane comprese subito cosa volesse chiederle.

-Lo cercherò e mi assicurerò che stia bene.- sapeva che si riferiva al soldato che le aveva fatte uscire dal palazzo.

 

Tutto era pronto, i gruppi divisi.

Utako lanciò un ultimo sguardo ad Ayumi, sorridendole, sicura della scelta che aveva fatto.

Partì al galoppo con una manciata delle sue guerriere, in direzione del palazzo. Gli altri la imitarono, verso le loro mete.

Era arrivata davanti all’imponente costruzione e subito si accorse che erano attese.

Il Faraone, con colui che doveva essere il capitano delle sue guardie ed alcuni soldati, l’attendevano.

Fece cenno alle sue guerriere di fermarsi.

-Andrò da sola, voi attenetevi solo al piano.- ordinò.

Spronò il suo cavallo nella direzione desiderata.

Yuu la guardava avvicinarsi. Era rimasto sorpreso nel vedere con quante poche guerriere si era presentata, forse una decina al massimo. Quella donna lo stava sottovalutando ed era un errore.

Inclinò la testa verso Hamil.

-State pronti a far scattare la trappola al mio comando.-

-Come ordinate.- rispose l’uomo.

Il Faraone fece avanzare il suo destriero di qualche passo, per poi fermarlo davanti alla donna.

-Immagino voi siate il comandante delle guerriere di Atena.-

-Le porgo i miei omaggi, grande Faraone.- rispose inchinando il capo.- Avete visto giusto, il mio nome è Utako.-

-Ho ricevuto la lettera dal tempio di Iside che mi informava della vostra visita, solo che non ne comprendo il motivo.- assunse un aria falsamente stupita.

-Il grande saggio Kuronuma era in pensiero per la gran sacerdotessa. Molti fatti alquanto preoccupanti sono accaduti in questo periodo e non è più parso un luogo consono alla sacerdotessa.-

Il viso di Yuu produsse una leggera smorfia. Avrebbe dovuto pensare anche a quell’uomo, errore tralasciarlo.

-Quello che è accaduto in questo ultimo periodo è già stato sistemato e i colpevoli puniti. Non c’era bisogno di scomodarvi.-

-Era nostro dovere controllare. In particolare dopo che la missiva giunta a voi non ha trovato risposta.-

-Si, è vero, ma non ho creduto di doverlo fare, visto che il giorno stesso dell’arrivo della lettera, Maya ha lasciato questo palazzo, per fare ritorno al tempio.-

Utako lo guardò, celando il suo disgusto. La puzza delle sue menzogne aveva intriso l’aria, ma fece finta di credergli.

-Se le cose stanno così, vi chiedo scusa per questa nostra visita. Ripartiremo verso il tempio e ci assicureremo che Maya sia arrivata sana e salva.-

Yuu la fermò, posando una mano sulle redini del cavallo della donna.

-Avete fatto un viaggio lungo e faticoso. Ristoratevi nel mio palazzo e domani mattina ripartirete.- le disse cercando di mostrare un reale interesse per lei.

Utako sorrise sotto i baffi. Il piano stava procedendo proprio come se lo era immaginato.

-Accetto molto volentieri la vostra proposta.- rispose.

Con un cenno della mano, fece avvicinare le altre guerriere e si apprestarono a seguire in Faraone.

Lo videro raggiungere i suoi soldati, loro chiudevano il gruppo.

Varcarono le mura esterne, ma all’improvviso si videro circondate da una moltitudine di uomini con le spade sguainate.

-Che significa tutto questo?- chiese adirata.

Yuu si volse a guardarla, con un sorriso stampato in volto.

-Significa che avete fatto male a sottovalutarmi. Nessuno mi porterà via Maya e voi siete in arresto per aver minacciato la vita del sovrano d’Egitto.-

Dalle sue parole, Utako comprese che quel ragazzo ancora ignorava la fuga di Maya. Allora il soldato che aveva aiutato sia la ragazza che la regina, era riuscito a coprirle. Bene, andava sempre meglio. Continuò la sua recita.

-Siete impazzito! Nessuno crederà una cosa simile!-

-Dite? E pensate davvero che qualcuno osi mettere in dubbio le mie parole? Soprattutto, che non riesca a trovare testimoni a mio favore? Se credete questo, siete un ingenua. E adesso portatele nelle segrete- ordinò ai soldati.

Le guerriere non si mossero, anzi, cercarono di reagire, ma il loro comandante le fermò. Erano in netto svantaggio numerico e poi andava bene così. Vennero disarmate, tirate giù dai cavalli e legate. Hamil si occupava personalmente di Utako e ogni tanto le lanciava qualche sguardo di scuse. In quel momento non poteva fare assolutamente niente per loro, ma avrebbe pensato presto ad un piano per farle fuggire. L’unica cosa che ancora lo teneva legato ad un briciolo di speranza, era il fatto che Akame gli aveva detto che Maya e Shiori erano riuscite a fuggire e che il Fraone non l’aveva scoperto. Prese la donna per un braccio, ma nel farlo lei inciampò, sbilanciandosi verso di lui e finendogli addosso. Ne approfittò.

-Non temete, fa parte del mio piano farci catturare. Preparatevi a tutto.- bisbigliò al suo orecchio, senza che nessuno lo notasse.

Hamil sgranò per un attimo gli occhi. Un piano? Ma cosa stava accadendo? Forse aveva incontrato Maya e lei le aveva spiegato tutto, oppure…Troppo sperare che…

Non finì il pensiero, visto che era già stato richiamato all’ordine dal suo sovrano.

-Hamil che stai aspettando! Non ho tempo da perdere, portale via!-

Si girò verso di lui, chinando il capo.

-Come ordinate.-

 

Il sole stava tramontando e loro si trovarono nel punto designato. Il canneto, abbastanza fitto, li nascondeva agli occhi di tutti.

-Bene. Io, Hijiri e Satomi entreremo e perlustreremo la stanza. Il balcone si affaccia proprio da questa parte, appena la strada sarà sicura vi farò un cenno e ci seguirete.- disse Masumi agli uomini.

-Masumi, fammi venire con te.- Maya si era avvicinata a lui.

L’uomo sospirò, immaginava di dover discutere su questo punto con lei.

-Ascolta Maya, è meglio che rimani qui, insieme a Rei.-

Maya ha ragione. Nemmeno io voglio restare a guardare, voglio veder soffrire quell’animale con i miei occhi.- Rei sosteneva la causa dell’amica.

-Rei, non ti ci mettere anche tu!- s’intromise Hijiri.

I due uomini non volevano assolutamente che le loro donne rischiassero, le due donne non cedevano. Andando avanti così, non sarebbero approdati a nulla. Fu Satomi a mettere fine alla discussione.

-Adesso finitela! Sembrate dei bambini.- si prese un’occhiataccia da tutti e quattro, ma non si fece assolutamente intimidire.

-Rei maneggia molto bene la spada, visto anche gli insegnanti che ha avuto, Maya è molto sveglia e di sicuro non si metterà a fare sciocchezze. E poi, meglio averle con noi, se agissero di testa loro, potrebbero mandare a monte tutto, visto che non conoscono fino in fondo il piano che abbiamo in mente.-

-Ma ci prendi per stupide?- Rei si era offesa.

-Per niente, solo che ho capito che entrerete lo stesso.- si giustificò.

Masumi ed Hijiri scossero la testa, ma diedero ragione a Satomi. Non sarebbero state li.

-Va bene, ma guai a voi se vi allontanerete da noi.- le guardò serio.

Le due amiche sorrisero.

-Promesso.-

 

Ayumi era pronta, le guerriere ai suoi ordini all’erta. Se tutto stava andando come doveva, tra poco sarebbero dovute entrare. Guardò il sole che stava tramontando e la prima stella che appariva nel cielo. Mentalmente si stava augurando che andasse tutto come doveva.

-Ayumi.- una voce alle sue spalle la distolse da quei pensieri.

Si voltò e incrociò gli occhi di una guerriera.

-Vedrai che ce la faremo. Utako si fida di te e anche noi.-

La fanciulla le sorrise, felice di avere il loro appoggio incondizionato.

L’ultimo raggio di sole scomparve.

-Bene, andiamo.- ordinò decisa.

Scavalcarono le mura, in silenzio. Nessuno dei soldati presenti si accorse di loro. Avanzarono con circospezione, fino al campo di addestramento. Gli uomini erano ancora vigili, anche se qualcuno dava segni di stanchezza. Ayumi indicò con cenni della mano come dovevano disporsi, per preparare in seguito l’attacco.

Erano pronte, mancava solo il via. Stava per far procedere l’attacco, quando si sentì afferrare per le spalle. Agì d’istinto. Si voltò, sfoderando la spada e puntandola verso il suo nemico, ma si bloccò. Non poteva crederci!

Il muro accolse la sua schiena, mentre due labbra bollenti si posarono sulle sue. La testa le girava vorticosamente, tanta la felicità di essere nuovamente tra le sue braccia.

-Non speravo più di rivederti.- sussurrò l’uomo sulla sua bocca.

-Avevo paura che potesse accaderti qualcosa.- rispose con lo stesso tono.

Finalmente anche loro si erano riuniti. Hamil si staccò da lei, giusto lo spazio per guardarla negli occhi. Quegli splendidi occhi.

-Adesso non c’è tempo, ma sappi che Utako mi ha spiegato tutto e sono qui per aiutarti. Richiama le guerriere e seguitemi, così saprete cosa ho in mente. Uniti vinceremo, amore mio.-

Ayumi annuì e fece cenno alle donne di seguirli. Si chiusero in una casupola che affiancava il campo. In quel momento la fanciulla scoprì che il piano di Utako e di Hamil concordavano in diversi punti.

-Meglio, almeno non dovremmo fare molte modifiche.- disse.

Hamil la fissò per qualche secondo.

-Che intendi dire?-

-Fidati di me.- rispose solo, con un sorriso sulle labbra.

 

Due figure, coperte da lunghi mantelli, si aggiravano per i corridoi del palazzo, intente a non farsi scoprire. Cercavano la loro vittima, mancava poco. E tra poco avrebbe pagato per tutto.

La sua fine sarebbe giunta e nella maniera più atroce.

  
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