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Autore: JudithlovesJane    12/01/2012    5 recensioni
Raccolta di momenti e pensieri dei personaggi di "Orgoglio e Pregiudizio", specialmente Mr Darcy e la sua famiglia, basandosi su delle frasi (più o meno famose) del libro. Primo tentativo in questo stile e su questo fandom, lasciatemi il beneficio del dubbio...
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Parte 3: Proposte
Parte 3: Proposte

"...Dovete inoltre considerare che nonostante le vostre molteplici attrattive non è affatto certo che possiate ricevere un'altra proposta di matrimonio. Purtroppo la vostra dote è così esigua che a nulla varranno il vostro fascino e gli altri vostri amabili meriti..."
Elizabeth Bennet aveva sempre avuto la particolare abilità di offendersi assai raramente e di trovare il lato divertente in quasi tutte le situazioni. Questa sua caratteristica, ereditata da suo padre, l'aveva spesso aiutata a sopportare con una certa pazienza le continue crisi di nervi della madre, che tendevano a verificarsi ogni volta che qualcosa (o qualcuno) infastidiva Mrs Bennet oppure quando non venivano soddisfatte le sue aspettative; spesso, Elizabeth era la causa di queste crisi, con quella sua "lingua impertinente" o con la sua "scandalosa abitudine di girovagare per la campagna", come la matrona di Longbourn diceva sempre.
I modi con cui la madre definiva la sua voglia di esprimere le proprie opinioni e le sue passeggiate nella natura avevano smesso di ferirla da parecchio tempo e ora, a vent'anni, le provocavano solo una bonaria occhiata al cielo e uno sguardo complice con il padre. In tempi più recenti, non aveva dato peso alle espressioni superbe e quasi disgustate di Miss Bingley e Mrs Hurst ogni volta che si guardavano intorno da quando erano arrivate a Meryton, nemmeno quando quei nasi elegantemente arricciati si erano puntati verso di lei quando era giunta a Netherfield Park, a piedi, per prendersi cura di Jane. Anzi, Miss Bingley era stata persino spassosa nei suoi tentativi di metterla in imbarazzo di fronte a tutti gli inquilini della villa!
Nemmeno l'insulto rivoltole dall'orgoglioso Mr Darcy al ballo pubblico di Meryton, che per qualche istante era stato capace di causarle una certa rabbia nei confronti del freddo gentiluomo, l'aveva afflitta più di tanto. Non aveva avuto motivo di preoccuparsi dell'opinione di uno sconosciuto che si riteneva talmente al di sopra della propria compagnia da non ballare con nessun altra donna all'infuori delle sorelle dell'amico! Benchè Mr Darcy sembrasse avere l'irritante tendenza a fissarla in continuazione e il trattamento che aveva riservato a Mr Wickham fosse stato assolutamente spregevole, aveva trovato divertente osservarlo mentre respingeva con uno stoicismo invidiabile e l'espressività di un pezzo di marmo le continue moine di Miss Bingley.
Ma in quel momento, con Mr Collins davanti che esibiva un sorriso arrogante ed untuoso sul volto e quelle parole che le erano sembrate eccheggiare nella stanza attorno a lei, non era riuscita a non sentirsi profondamente insultata dalla proposta di matrimonio del cugino! Aveva pensato davvero che una qualunque donna di buon senso avrebbe potuto accettarlo? Prima le aveva elencato i motivi per cui desiderava sposarsi, neanche stesse parlando di una transazione commerciale, poi si era ottusamente rifiutato di considerare un no come risposta e infine...
Le vennero di nuovo i brividi a ripensarci. Sperava che almeno con Charlotte avesse usato un po' più di tatto durante la dichiarazione; almeno questo avrebbe potuto giustificare la risposta positiva della sua migliore amica, neanche una settimana dopo quella...sgradevole conversazione, come Elizabeth preferiva definirla ora.
Elizabeth era romantica, ma non stupida. Sapeva bene che le proprie possibilità di sposarsi non erano tante, che la sua dote e la sua condizione sociale non erano esattamente le più appetibili per un uomo in cerca di moglie, ma questo non aveva mai influito sui propri principi riguardo al matrimonio: non voleva passare il resto della vita con un uomo che non fosse in grado di rispettarla, che la considerasse inferiore o, peggio, una sua proprietà. Per quanto volesse bene alla sua famiglia, l'immagine coniugale che le offrivano i suoi genitori era triste quanto comune: Mr e Mrs Bennet non si capivano e, quando non battibeccavano, si trovavano sempre in due stanze diverse. Non li aveva mai visti scambiarsi uno sguardo affettuoso, o stringersi la mano anche solo per un istante.
No, lei non voleva un matrimonio come quello dei suoi genitori e se, per un motivo o per un altro, non avesse ricevuto la proposta da un uomo che poteva amare, rispettare e che ricambiasse i suoi sentimenti, allora avrebbe fatto da amorevole zia ai figli di Jane, o di qualunque altra delle sue sorelle.
Tuttavia, per quanto consapevole potesse essere della propria condizione, sentirsela sbattere in faccia con un tono di tale condiscendenza e insensibilità da una persona sgradevole come Mr Collins, per di più nel tentativo di persuaderla ad accettare con gratitudine quella proposta goffa e presuntuosa, l'aveva fatta infuriare e, dovette ammetterlo, per un momento l'aveva persino ferita, in un certo senso. Ferita nell'autostima, nelle speranze...
Un sorriso beffardo le apparve sul volto per qualche secondo. Chissà che espressione avrebbe sfoggiato Mr Collins se avesse saputo che, contro tutte le sue aspettative, previsioni e convinzioni, la sua testarda cugina aveva non solo ricevuto un'altra proposta, ma addirittura da un gentiluomo molto più ricco e importante di lui! Se solo avesse saputo che Mr Darcy...
Un'improvvisa tristezza le strinse il petto e il sorriso svanì, al ricordo di quella sera, ad Hunsford, in cui Mr Darcy, con sua immensa sorpresa, aveva dichiarato di amarla e di volerla sposare. Anche lui, come il rettore, l'aveva insultata e aveva dato per scontata una risposta positiva da parte di lei, ma Elizabeth, ripensando a mente fredda a quegli eventi, non poteva non notare una profonda differenza tra le due proposte. Tanto Mr Collins era stato goffo, ottuso e compassato nell'esprimersi e nell'insistere, quanto Mr Darcy era stato passionale nel pronunciarsi e combattivo nel difendersi dopo il rifiuto da parte di lei.
A distanza di quasi due mesi da quell'incontro, Elizabeth non poteva negare che, per quanto impropria fosse stata quella dichiarazione e quanto arrogante quella proposta, al contrario di suo cugino, Mr Darcy si era davvero esposto per amore. Un amore orgoglioso, che, a detta del gentiluomo stesso, era stato represso per mesi da sentimenti non certo atti a renderlo più benvoluto ad una signora, ma sempre di amore si trattava. Quando lo aveva rifiutato, Mr Darcy era rimasto sorpreso, sì, ma era sembrato anche punto sul vivo, tanto da chiederle il perchè di tale risposta con la voce intrisa di sarcasmo, come se lei lo avesse offeso. Il fuoco che Elizabeth gli aveva visto negli occhi quando gli aveva ricordato della situazione di Mr Wickham l'aveva quasi spiazzata, così come la sua reazione, quasi di rabbia incontrollata, a sentire pronunciare quel nome. Certo, dopo aver letto la lettera, quegli atteggiamenti le parevano più che giustificati.
Ma quello che, nonostante tutto, non riusciva a dimenticare e che ora le faceva quasi male ricordare, era l'espressione che gli si era formata sul volto quando lo aveva definito "l'ultimo uomo al mondo che avrebbe mai potuto sposare": negli occhi blu di Mr Darcy erano passati sbalordimento, incredulità, rabbia bruciante e, infine, meno visibile, ma forse per questo più allarmante...dolore. Allora non ci aveva fatto molto caso, ma avendoci ripensato per mesi ora era certa che il suo rifiuto avesse ferito il giovane e, temeva, non solo nell'orgoglio.
Sospirò, riprendendo in mano la lettera che l'uomo le aveva dato il giorno dopo, per difendersi dalle accuse che lei gli aveva rivolto e che, ora, Elizabeth sapeva praticamente a memoria, tante volte l'aveva letta. Riusciva quasi a percepire l'orgoglio ferito di Mr Darcy dalle parole impresse sulla carta, nonostante la scrittura sottile ed elegante, uniforme lungo tutta la missiva. Analizzando quei fogli, la ragazza aveva capito di più sul gentiluomo di quanto avrebbe mai potuto fare osservandolo di persona per un anno: il suo senso del dovere nei confronti di un amico e il sincero pentimento per il suo errore sui sentimenti di Jane, il suo profondo affetto per la famiglia, il dolore per il tradimento di quello che aveva considerato quasi un parente, Mr Wickham e poi, quell'ultima aggiunta, alla fine: "Aggiungerò soltanto, Dio vi benedica".
Era la parte che più la sconcertava: perchè, dopo il terribile diverbio che avevano avuto, lui aveva terminato la sua lettera con una benedizione, in cui sentiva una dolcezza inaspettata, incomprensibile date le circostanze? Non riusciva a capirlo, eppure quella era la frase che più di tutte la convinceva della bontà d'animo di Mr Darcy, una caratteristica che prima non gli avrebbe mai attribuito...
"Lizzy?" La voce dolce di Jane si intromise nei suoi pensieri, facendole alzare la testa dai fogli. "Va tutto bene?" continuò la sorella, entrando nella camera e avvicinandosi alla finestra, dove Elizabeth si trovava. Lizzy sorrise e annuì: "Sì, sorella cara, non preoccuparti." Jane rispose al sorriso, ma questo non raggiunse i suoi dolci occhi verdi; la minore delle due sentì la tristezza ritornare, poichè conosceva fin troppo bene il motivo della malinconia della sorella. Quest'ultima notò la missiva nelle mani di Lizzy, e le domandò cosa fosse.
Elizabeth arrossì lievemente, ripiegò la lettera e sussurrò: "E' la lettera di Mr Darcy...Ho sentito il bisogno di riprenderla in mano, Jane, tutto qui." Jane ebbe la netta sensazione che la sorella le stesse nascondendo qualcosa, ma non volle indagare; il modo in cui quell'insieme di fogli sembrava in grado di influire sul temperamento di Elizabeth l'aveva indotta a pensare che ci fosse molto di più riguardo al loro contenuto di quanto Lizzy le avesse rivelato, ma la questione era troppo intima anche per la loro complicità.
"E cosa ti ha indotta a rileggerla? Mi avevi detto di saperla quasi a memoria, ormai!" chiese Jane, sedendosi sul letto e facendo segno a Lizzy di mettersi accanto a lei. Elizabeth si sedette e rispose: "Infatti, è così, ma nel corso dei miei pensieri sono incappata nel ricordo di un'altra proposta ed è stato quasi naturale confrontarle. Mi chiedo se riceverò mai un'offerta di matrimonio senza venire contemporaneamente insultata!" Le scappò una risatina amara. Jane le prese teneramente la mano e gliela strinse. "Non dovresti essere così pessimista, Lizzy. Devi prendere in considerazione che dev'essere stato un momento piuttosto imbarazzante per entrambi, per quanto questo non giustifichi le loro parole, soprattutto quelle di Mr Darcy." Elizabeth alzò gli occhi al cielo, sorridendo un poco a sentire le parole della sorella. "Santo Cielo, Jane, solo tu saresti capace di trovare una giustificazione plausibile per un comportamento simile! E non per uno, ma per due uomini!" "Oh, Lizzy!" protestò Jane, prendendo un cuscino e colpendo piano Elizabeth sulla spalla. Il gesto provocò una reazione e la questione finì in una breve lotta di cuscini, interrotta solo da Kitty che si affacciò nella camera per chiamarle per la cena. Le due sorelle si abbracciarono ancora ridendo ed Elizabeth sussurrò all'orecchio di Jane: "Grazie, avevo bisogno di una bella risata; devo smetterla di pensare a certe conversazioni!" Jane le baciò una guancia e scese, mentre Lizzy rimase nella stanza ancora per un minuto per riporre la lettera. All'ultimo, un leggero ed inaspettato sorriso le illuminò il volto quando lesse, di sfuggita, l'ultima riga.

Tre mesi dopo...
Elizabeth sorrise e scosse delicatamente la testa, rileggendo l'ultima parte della lettera. Non avrebbe mai pensato che il suo fidanzato detestasse a tal punto una missiva scritta proprio di suo pugno da chiederle di bruciarla il prima possibile. Il suo cuore aumentò i battiti al ricordo di quella conversazione, appena pochi giorni fa, che l'aveva portata a chiamare fidanzato Mr Darcy...anzi, Fitzwilliam, come aveva insistito che lo chiamasse. Sospirò dolcemente, rimettendo nel cassetto i fogli e prendendo il cappellino un momento prima che la voce stridula della madre la raggiungesse, richiamandola nel salotto. "E' arrivato!" pensò, scattando in piedi, gli occhi che brillavano di gioia.
Pochi minuti dopo, lei e Darcy stavano passeggiando verso Oakham Mount, di nuovo, mentre Jane e Mr Bingley erano rimasti decisamente più indietro. Benchè la falda del cappello e la differenza di statura le impedissero di guardarlo, Elizabeth riusciva a sentire lo sguardo del fidanzato su di lei e il calore del suo corpo scaldarla, attraverso il contatto della sua mano sul braccio di lui. La sensazione di gioia che le procurava averlo accanto la indusse a sorridere e ad appoggiare delicatamente la testa sul braccio di Darcy, il quale reagì appoggiando l'altra mano su quella di lei.
"Come stai oggi, mia cara?" mormorò Darcy, chinandosi un poco per sbirciare sotto il cappello. Il sorriso di Elizabeth si allargò; "Benissimo, Fitzwilliam. Talmente bene che credo ti costringerò ad una passeggiata molto più lunga del solito, oggi!" La risata del suo compagno risuonò tra gli alberi e Lizzy si sentì mancare per un istante quando lo vide sorridere apertamente, le fossette in piena vista sulle sue guance. "Ogni vostro desiderio è un ordine, milady!" le rispose, con un brillio malizioso negli occhi blu che lei non gli aveva mai visto prima.
Si stuzzicarono a vicenda per diversi minuti, senza realmente guardare dove erano diretti, finchè non arrivarono, quasi per caso, in uno dei punti del bosco preferiti di Elizabeth: era una semplice radura, divisa quasi perfettamente a metà da uno dei tanti ruscelli che attraversavano i terreni di Longbourn, ma la gran quantità di foglie multicolori che si erano già posate sul terreno le davano un aspetto suggestivo, come se un pregiato tappeto persiano fosse stato disteso a terra appositamente per farvi accomodare qualcuno. Lizzy prese la mano del fidanzato e fece per sedersi direttamente per terra, ma si bloccò quando vide Darcy appoggiare il proprio soprabito sopra le foglie e guidarla verso di esso. Sollevò il sopracciglio e gli chiese: "Non ti credevo così schizzinoso, Fitzwilliam!" Lui sogghignò e la rimbeccò: "Infatti è per te, Elizabeth...Immagina che cosa penserebbe di me Mrs Bennet se sapesse che ti ho lasciato sedere per terra, rovinando il tuo vestito!" Gli occhi viola di lei lampeggiarono di sorpresa e malizia: "Mi sembra, Mr Darcy, che stiate imparando molto in fretta a rispondere alle frecciatine. Forse troppo in fretta!"
Qualche istante più tardi, mentre Darcy si guardava intorno, Elizabeth si ritrovò di nuovo a pensare ai giorni precedenti, in particolare a quello in cui Fitzwilliam si era rivolto a lei con una dolcezza, una sincerità e un ardore che Lizzy non aveva creduto più possibili, dopo l'incontro di Aprile. Darcy le aveva di nuovo chiesto di sposarlo, per quanto indirettamente e lei, stavolta, lo aveva accettato. Appena tre mesi prima si era chiesta se avrebbe mai ricevuto una proposta di matrimonio senza essere insultata ed ecco, aveva avuto la sua risposta e proprio dall'uomo che aveva rifiutato con più veemenza!
"Elizabeth? Stai bene?" La voce profonda del suo amato la risvegliò dai suoi pensieri. Alzò lo sguardo e si perse negli occhi di Darcy. "Cosa c'è, Fitzwilliam?" gli chiese, sbattendo le palpebre confusa. "Eri pensierosa. Qualcosa non va?" Vedendo che sembrava piuttosto preoccupato, Elizabeth gli sorrise e gli prese una mano. "Non preoccuparti, sto bene...Stavo solo ripensando a qualche giorno fa, quando ti sei dichiarato, di nuovo!" Lo sentì irrigidirsi accanto a lei, ma la sua voce era tranquilla quando rispose: "Spero di essere migliorato al secondo tentativo!" Lizzy rise. "Oh, sì, molto migliorato!" Darcy sorrise e le baciò una mano, amorevolmente.
"Posso sapere che cosa ti ha indotto a rivivere quel momento? Non il paesaggio, immagino!" Continuò Darcy, chinando la testa di lato per poterla guardare meglio. Elizabeth si mordicchiò il labbro inferiore, incerta; "Se gli dicessi che Mr Collins si è dichiarato prima di lui, come la prenderebbe?" si chiese, poi il suo sguardo cadde sulla mano che lui ancora le teneva. Prese un respiro profondo e disse, sottovoce: "Ricordi che pochi giorni fa abbiamo parlato della tua lettera? Stamattina l'ho riletta e mi è tornata alla mente una...riflessione che ho fatto ancora mesi fa sulle...beh, sulle proposte di matrimonio." Alzò lo sguardo e vide che Darcy aveva un sopracciglio sollevato, ma i suoi occhi blu esprimevano una certa confusione. "Considerando il modo oltraggioso in cui ho espresso i miei sentimenti ad Hunsford, il bilancio del tuo pensiero dev'essere stato piuttosto negativo a riguardo!" Disse dopo qualche secondo. Elizabeth abbassò di nuovo la testa, guardando in direzione degli alberi.
"Ricordo che al tempo mi sono chiesta se avrei mai ricevuto una proposta in cui mi venisse dichiarato amore senza che a ciò seguisse un insulto..." Lo sentì inspirare di colpo e stringerle ancora più forte la mano. "Buon Dio, Elizabeth, come puoi parlarne con tanta tranquillità? Oh, se solo mi fossi morso la lingua quella sera!" Lei si girò di scatto e vide di nuovo quel dolore serpeggiante che aveva notato anche ad Hunsford nello sguardo di lui e, istintivamente, allungò una mano per accarezzargli una guancia. Il gesto lo stupì, ma non si ritrasse dal tocco. "E' meglio che arrivi al sodo, Lizzy, prima che i sensi di colpa lo divorino!" Pensò, sorridendo inconsciamente quando Darcy volse la testa per baciarle il palmo della mano. "Fitzwilliam, nonostante la tua prima dichiarazione sia stata un disastro, ti assicuro che ne ho ricevuta una anche peggiore, molto tempo prima della mia visita nel Kent! Al confronto, le tue frasi erano persino romantiche!" Darcy scosse la testa: "Ti prego, cara, non serve esagerare a tal punto solo per - un momento, hai detto un'altra dichiarazione?!" L'improvvisa gelosia che gli apparve negli occhi la colse quasi di sorpresa. Darcy non la lasciò ricominciare: "Chi, Elizabeth?!" Lei chiuse gli occhi e sussurrò: "Mio cugino, Mr Collins."
"Che cosa?!" La voce gli uscì di gola più alta di un paio di ottave e Lizzy non riuscì a trattenere un risolino all'espressione assolutamente esterrefatta di Darcy. "Chi può aver messo in testa a quel...nanerottolo l'idea di potersi dichiarare a te? Anche un cieco si sarebbe accorto che non lo sopporti! Q-Quando è successo?" "La mattina dopo il ballo a Netherfield, Fitzwilliam. Non ha perso tempo, per così dire!" A quella risposta Darcy scattò in piedi e cominciò a camminare avanti e indietro; Elizabeth era certa che presto gli sarebbe uscito fumo dalle orecchie, a giudicare dall'espressione tempestosa che gli aveva oscurato il viso. Rimase in silenzio, finchè non le sembrò che si fosse calmato un po'. "Nel caso non fosse stato chiaro, l'ho rifiutato senza esitazioni, Fitzwilliam; hai ragione, chiunque avrebbe capito che non lo sopporto, ma lo sai com'è fatto! Era così convinto che gli avrei detto di sì che non gli sono venuti dubbi nemmeno quando sono uscita di corsa dal salotto!"
Darcy non rispose, ma si fermò, dandole la schiena. Lizzy notò che era ancora teso e che chiudeva ritmicamente i pugni, come per sfogare la rabbia. Ebbe un brivido, ricordando in quale altra occasione l'aveva visto atteggiarsi in quel modo, poi si alzò e, cautamente, gli prese una mano tra le sue, guardandolo in viso: aveva gli occhi chiusi, le sopracciglia aggrottate e la mascella contratta; se non fosse stato per il movimento ritmico e regolare del suo petto ampio, si sarebbe potuto scambiarlo per una statua. Cercò di attrarre la sua attenzione, carezzandogli il dorso della mano con il pollice e sussurrando il suo nome. Funzionò: le spalle di Fitzwilliam si rilassarono, pian piano, seguite dalla mascella e dalla fronte. Dopo pochi istanti, il giovane mormorò: "Elizabeth, spero di non averti spaventata, ma...sto cercando di togliermi dalla testa l'orribile immagine di te sposata a Collins. Se penso che la sola vista di tuo cugino mentre ballava con te a Netherfield è bastato a farmi infuriare...!"
Darcy non riuscì a finire la frase, perchè Elizabeth si alzò sulle punte dei piedi, tenendosi stretta al braccio di lui e lo baciò sulla guancia. Era la prima volta, da quando si erano fidanzati, in cui era stata lei a prendere l'iniziativa. Si girò a guardarla, gli occhi sgranati per lo stupore, incapace di emettere un solo suono; vedendo che l'audacia del suo gesto era stata premiata, Lizzy disse: "Mr Darcy, sto cominciando a pentirmi di avertene parlato, sai? Considerando che è successo quasi un anno fa e che non c'è stata nessuna grave conseguenza, non mi aspettavo che reagissi in questo modo! Non farti del male da solo pensando a cosa sarebbe potuto succedere. L'ho rifiutato; l'unica cosa su cui dovresti concentrarti, è che io sono qui, con te e..." I suoi occhi color ametista si chiusero per un istante, per poi fissare nel profondo quelli color zaffiro di lui: "...E ti amo, Fitzwilliam."
Come in quell'indimenticabile sera di Aprile nel Kent, Elizabeth vide le emozioni più disparate passare attraverso gli occhi di Darcy, ma stavolta erano assai differenti da quella volta: sorpresa, sollievo, gioia, un lampo di divertimento, tenerezza e, infine, un'espressione così intensa da toglierle il respiro, un insieme di dolcezza, devozione e...passione? La somiglianza di quello sguardo con quelli che Darcy le aveva rivolto l'anno prima, quando la fissava ogni qualvolta si trovavano nella medesima compagnia, le provocò un brivido giù per la schiena. La mano libera di lui le carezzò la guancia, sollevandole poi il viso verso il proprio. Lizzy sentì il proprio battito accelerare vertiginosamente quando Fitzwilliam sussurrò, il magnifico volto ammorbidito da un'espressione quasi adorante: "Dillo di nuovo, Elizabeth. Ti prego, mia adorata." Lei sorrise, uno strano senso di completezza e serenità che le riempiva il cuore all'idea di poter esprimere ad alta voce i suoi sentimenti per Darcy. "Ti amo, Fitzwilliam Darcy e te lo ripeterò finchè non ti stancherai di sentirmelo dire!"
Non fece in tempo a finire di parlare, che Darcy la prese per la vita e, ridendo, cominciò a farla roteare, sollevata da terra, guadagnando un grido sorpreso da parte di Elizabeth; quando finalmente la rimise con i piedi a terra, le circondò il viso con le mani, si chinò fino a sfiorarle la fronte con la sua e mormorò, la voce roca per l'emozione: "Preparati a ripeterlo per il resto della vita, allora..." Elizabeth vide lo sguardo di lui spostarsi dai suoi occhi alle sue labbra, per poi risalire. Il suo respiro si fece più rapido e la mente le si svuotò; in risposta al gesto di Darcy, puntellandosi sulle braccia che aveva ancora attorno al collo di lui, si sollevò sulle punte per avvicinarglisi ancora di più.
Quando le loro labbra si toccarono per la prima volta, Elizabeth credette di svenire: si sentì mancare le ginocchia e un brivido le attraversò il corpo. Si aggrappò ai risvolti della giacca di Darcy e chiuse del tutto gli occhi, concentrandosi solo sulla meravigliosa sensazione di essere circondata dal calore di lui, amata e protetta. Le sfuggì un sospiro di protesta quando Fitzwilliam si staccò da lei, anche se di pochi centimetri, per far riprendere fiato ad entrambi. Riprendendo lucidità, Elizabeth si accorse che ora era avvolta nell'abbraccio del suo amato, il quale stava quasi ansimando e non riusciva a smettere di sorridere. Rimasero in silenzio per dei secondi infiniti, finchè Darcy non le sussurrò solo due parole: "Ti amo." Lei sorrise e appoggiò la testa sul suo petto, ascoltando il suono del suo cuore.
Nel silenzio del bosco, tra le braccia dell'uomo che amava, Elizabeth pensò che forse raccontargli dell'altra proposta non era poi stata un'idea così cattiva...




Note dell'Autrice: A volte ritornano, come si dice...Ritardo imperdonabile, ma lo studio mi ha costretta a tenere questo capitolo in archivio per un numero imprecisato di mesi e mi scuso. Spero che ne sia valsa la pena! Durante una delle mie infinite riflessioni su O&P, mi sono fatta una domanda: Elizabeth ha mai detto a Darcy che anche Collins le aveva chiesto di sposarlo? E come avrà reagito lui alla scoperta? Le parole di Mr Collins alla fine della sua dichiarazione mi hanno dato uno spunto per lo sviluppo di questo tema. Poi, siccome questa coppietta risveglia regolarmente il mio lato romantico, l'ispirazione mi ha portata alla prima dichiarazione d'amore di Elizabeth e al primo bacio...*sospira sognante* Nel caso non fosse chiaro, il POV questa volta è di Elizabeth...
Douglas: Grazie!! ^_^! L'amore smodato per Darcy è condiviso, te l'assicuro!
Origin753: Spero di aver mantenuto un buon standard per l'italiano, non vorrei essere ricaduta nel buco nero dei puntini di sospensione in ogni dove! Spero che questo capitolo ti piaccia :)
Alla prossima (se Dio vuole, sarà a breve...) e grazie! Recensite!
Beijos
JudithlovesJane
 


  
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