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Autore: Stupidina    28/08/2006    7 recensioni
E se una mattina ti svegliassi e ti accorgessi di essere nel corpo del tuo peggior nemico? Terzo e penultimo capitolo della storia...leggete e recensite!
Genere: Commedia, Demenziale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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IN HIS SHOES

 

Ciao ragazzi! E’ la seconda fic che posto. Questa volta cambio genere, anche se sul demenziale rimane comunque (almeno secondo me XD).

 

Leggete e commentate grazie! Il secondo capitolo arriverà presto, commentate però °.°

 

 

Cap. 1 – Un incontro elettrizzante                                             

Cominciava un’altra tremenda mattinata per Harry Potter, il bambino (ormai baldo giovane) sopravvissuto. Doveva stare attento ad evitare la massa di ragazze adoranti dell’eroe della situazione che gli cascavano letteralmente fra le braccia, farsi spazio tra il branco di Tassorosso che si erano addormentati a metà corridoio, sfuggire al suo amico Ronald Weasley impegnato in uno scambio di lingue con Lavanda Brown, serpeggiare tra i bambini del primo anno stando attento a non calpestarli, correre fino alla Sala Grande per saccheggiare il retro di un quadro dove aveva scoperto che un bambino nascondeva i suoi dolciumi, per poi girare l’angolo diretto nella Sala Grande per affrontare l’ultimo ostacolo…

- Dormito bene, Potteruccio? Altri incubi terrificanti stanotte? -

Sì, eccolo lì, avete capito benissimo. È quel sacco di merda (come lo chiamava Ronald) del signor Malfoy, nascosto in ogni angolo del castello, ogni risvolto di muro, ogni retro di porte, sempre lì ad aspettare che tu arrivi e pronto a tartassarti di parole velenose.

Harry sapeva benissimo che lo avrebbe trovato lì, come d’altronde in ogni centimetro quadrato che percorreva nella scuola, sempre lì a tenerlo d’occhio. Bastardo!

- Non sono affari tuoi, Malfoy! – disse secco Harry…aveva fame, cazzarola, non aveva tempo da perdere…!

- Sentimi un po’, sfregiato! Vedi di non parlarmi più in quel modo hai capito? D’altronde…solo soletto come sei adesso cosa vuoi che mi aspetti da te… - ghignò guardandosi attorno, per verificare che i due trichechi di Tiger e Goyle fossero lì ad appoggiarlo.

Harry si stava incazzando. C’erano solo poche porzioni di porridge, lo sapeva! Anche se la tentazione di ficcare la bacchetta su per il sedere di Malfoy era invitante…

- Sei così spavaldo soltanto perché ti manca il paparino, Malfoy! Dimmi dimmi…dov’è adesso? – sibilò Harry, sapendo già la risposta…

- Chiudi quella fogna, Potter! Adesso che ti mancano gli amichetti Mezzosangue e Carotina fai tanto il gradasso, pezzo di deficiente… - si avvicinò sempre di più a Harry, col suo ghigno malefico, lasciando indietro i trichechi.

- Prova a ripeterlo, idiota! – Harry aveva già la mano sulla bacchetta, incurante della gente che si era fermata per guardare la discussione, qualcuno già urlava “rissa!” e qualche ragazza si stava sciogliendo dal guardare il suo amore proibito per così tanto tempo…

- Lo ripeto quanto mi pare, orfanello da quattro soldi! –

- Brutto figlio di… -

- AHAHAHA!! – una risatina malefica e acuta invase il corridoio, mentre dozzine di mani si alzavano al cielo per indicare qualcosa o qualcuno che stava svolazzando sopra gli studenti…Harry e Draco erano troppo intenti a guardarsi in cagnesco, quando il moro si sentì strattonare ad un braccio, allontanarsi di poco da Malfoy.

- Ma che cacchio…?? RON! Mollami! – ululava Harry, divincolandosi dal rosso, mentre questi cercava di bisbigliargli qualcosa all’orecchio.

- Dammi retta Harry, oggi non è il caso, ti prego! – urlava Hermione da dietro, facendosi spazio a manate tra gli studenti curiosi.

- E tu da dove spunti fuori?? – esclamò Ron, che cercava di non far scappare Harry…

- Mollami, mollami che devo ammazzarlo! – Ron non resse al divincolamento di Harry, e barcollò all’indietro, finendo addosso a Hermione, mentre Harry partì in quarta addosso a Malfoy, che lo guardava con il solito sorrisino antipatico…

Fu un lampo: Harry  sentì una scossa percorrergli tutto il corpo, vedendo un lampo di luce gialla…cadde in ginocchio, stringendo i denti per accogliere il dolore che doveva venire imminente, lampante…e invece non fu così.

Era calato il silenzio in sala, e Harry alzò gli occhi: Malfoy era chinato a terra pure lui, ancora con il piccolo alone di luce gialla, mentre tutti li guardavano scioccati. Una risatina acuta ruppe il silenzio minatorio.

- AHHAHAHAAAAA!! VE L’HO FATTA, VE L’HO FATTA! –

- PIX! MALEDETTO SPORCO ANIMALE, LASCIA CHE TI PRENDA! Largo, lasciatemi passare! – ad un tratto si fece varco tra gli studenti Argus Gazza, più trafelato che mai, seguito a razzo da Mrs. Purr, mentre il Poltergeist con un’altra sonora risata fuggiva via, e il guardiano lo rincorreva a perdifiato.

La campanella delle lezioni suonò, rimandando tutti gli studenti ancora scioccati nelle proprie aule, i più curiosi invece rimasero ad osservare i ragazzi, ancora sconcertati.

- Potter, se è uno dei tuoi stupidi giochetti, giuro che te la faccio pagare! – disse Malfoy, e scortato dai due gorilla se ne andò. Harry era lì, in piedi, come un merluzzo surgelato.

Si girò: Ron ed Hermione erano ancora lì, a occhi sbarrati.

Che diamine era successo?

                                                                  *

- Dimmi la verità – gli sussurrò Ron, mentre la McGrannit circumnavigava la cattedra spiegando un difficilissimo incantesimo di trasfigurazione – che diavoleria gli hai fatto, a quel gellato di Malfoy? –

Harry lo guardò con un’espressione da ebete: che poteva dirgli? Ogni cosa che uscisse dalla sua bocca in quel momento poteva essere molto, molto pericolosa.

- Ma assolutamente niente Ron, dovresti averlo capito! – gli rispose alla fine Harry, evitando uno sguardo furioso di Hermione che proibiva loro di chiacchierare, dall’altra parte della classe. – Ti giuro che non ho fatto nulla, ma se avessi potuto, gli avrei spaccato il sedere a quel deficiente! -

Ron lo squadrò, guardandolo fisso. – Cioè, tu mi dici che non hai fatto assolutamente niente e quel lampo era solo frutto dell’immaginazione collettiva? – rimase a pochissima distanza da lui a guardarlo con occhi stretti.

- Esatto – tagliò corto Harry, notando che la McGrannit aveva finito di circumnavigare la cattedra e stava passando all’ispezione di ogni singolo banco e studente, sempre parlando – ma non so, mi sono sentito strano… -

- E se ti avesse fatto lui qualcosa? –

- Ne dubito, non hai visto la sua espressione da pesce lesso quando la scarica ha beccato anche lui? È preoccupato quanto me, lo scommett… -

- POTTER! WEASLEY! –

- Sssssììììì? –

- Cinque punti in meno al Grifondoro! Così imparate a parlare sempre! E Potter, cos’è questo tono di voce? –

- D’oh! –

Harry abbassò la testa, colto in flagrante. Ma si sentiva turbato: non aveva mai parlato ad un professore con quel tono saccente. Che diamine stava succedendo?

Le due ore passarono lentamente, e la campanella sembrò graziare tutti gli studenti dalla valanga di compiti che stava dando la McGrannit, restringendo un po’ i capitoli da studiare. Si stavano dirigendo verso i sotterranei per un’ora di orribile agonia sotto le grinfie di Lumacorno, tra pozioni stupide e ammennicoli da strapazzo.

A Harry vennero i brividi quando vide Draco prendere posto insieme a Pansy Parkinson, il “morbo”, come la chiamava Hermione, (di Parkinson XD n.d.A.©) e cercò di sistemarsi il più lontano possibile, ma…

- HARRY CARO! Prendi posto qui davanti, ti prego! Oggi mostrerò a tutti una pozione molto interessante e tu potresti essere l’esempio per tutti! D’altronde conosciamo tutti il tuo talento per le pozioni…orsù, cominciamo! –

Harry sentì un nodo enorme formarsi dentro il suo stomaco, e cercò in tutti i modi di sedersi nel secondo banco (posso benissimo dimostrarla qui!) ma non c’era nulla da fare…Lumacorno lo strattonò per il braccio e lo fece sedere in primo banco, e soltanto Neville si offrì di fargli compagnia, poiché nessuno giustamente voleva stare in primo banco.

La lezione proseguì “tranquillamente”, anche se Harry trovò particolarmente difficile eseguire la pozione, mentre Malfoy sembrava un tantino avvantaggiato da chissà quale spirito d’inventiva. E con grande stupore, trovava terribilmente antipatici gli interventi di Hermione sulla pozione di Ron, come quest’ultimo, che gli sembrava un grandissimo impedito. Cercò di non pensarci e di concentrarsi sulla pozione…inutile!

Cercò di mettersi le idee un po’ apposto, una volta trovatosi in sala Grande, insieme a tutti i suoi amici e compagni di Grifondoro. Era ormai sera, regnava il casino moderato per la gran stanchezza delle lezioni giornaliere, ma si sentiva irritato: troppo casino, tutta questa gente…

- Io vado a letto,notte – tagliò Harry, rifugiandosi nel dormitorio maschile.

- Ma che ha oggi? – commentarono i gemelli, che stavano facendo una partita di scacchi magici. Ron fece spallucce e tornò a leggere il suo Manuale del Quiddich.

Harry si spogliò velocemente, infilandosi il pigiama, poi si sedette sul letto e fece un gran respiro. Era stata una giornata stranissima…non si riconosceva più…forse, pensò, gli ci voleva solo una bella dormita.

Come diceva Hermione, la notte porta consiglio…

EHI! ..... Commentiinoo...

  
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