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Autore: bethfuckoff    12/01/2012    3 recensioni
Hello babe! Siamo @bethfuckoff & @itsloveforpayne.
Abbiamo deciso di scrivere una FF a quattro mani, speriamo vi piaccia.
Ci alteneremo con i capitoli, per non farvi confondere scriveremo -beth & -roxy con i nomi dei nostri personaggi.
Saluti (:
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Io so già che soffrirà come pochi, io non .. non voglio lasciarla, Liam, non.. ci riesco nemmeno al pensiero che lei possa restare a Londra da sola, con questa cazzo di pena.»
 
Mi si avvicinò e mi strinse «Ti prego, torneremo qui ma pensa che lo facciamo per noi. Ti prego, Stacey.» mi accarezzava i capelli, come se immaginasse minimamente cosa stavo provando in quel momento, e invece no. Non ci sarebbe mai riuscito. Non avrebbe mai saputo come sarebbero state le mie giornate senza Niall, non avrebbe mai saputo il vuoto che avrei provato senza Zayn, oltre tutto quello che abbiamo affrontato. Loro erano la mia vita, tutti lo erano. Harry, senza Harry. Lui e Niall, i miei due angeli protettori. Come? Non sarei riuscita a non sentire il ‘buongiorno’ di Louis che metteva tutti di buon umore, e per altro, non riuscivo a non pensare a come sarebbe stata Beth alla notizia. Si sarebbe sentita abbandonata, esclusa, dimenticata, ignorata, odiata e non lo era. Lei era la mia ragione di vita, potrei quasi dire che grazie ad Elizabeth, ero viva ancora. Se non avessi trovato lei, molto probabilmente, la mia virtù vagava sotto i ponti. Mi strinsi a lui sospirando, quasi spaventata. Poi cercai di sollevarmi. Mi tolsi il cappotto, era mattino presto e in casa non c’erano ancora tutti. Cioè, tutti quelli che dovevano partire. Onestamente non so perché Liam non scelse di far parte della band, aveva una voce che poteva incantare chiunque. Sul serio. «Fa tanto freddo.»  faceva tanto freddo, si. Faceva troppo freddo e non so se congelassi più all’interno, o all’esterno. Però tremavo, e il viso lo sentivo quasi paralizzato. Liam mi tolse i guanti, e li poggiò sulla scrivania accanto la finestra, poi tolse le scarpe poggiandole sotto la porta, cosi come feci io però accanto al letto, poi mi ci stesi. Pochi attimi dopo, sentii il suo profumo accanto a me, mi sentii fissata. «che c’è?» dissi accompagnata da una risata. «Ho paura di dirti che ti amo.» sorrisi, il cuore aveva appiccato un falò e se la divertiva con le farfalle nel mio stomaco. «Perché?» chiesi indifferentemente mettendomi su un lato. «Perché ho paura che possa deluderti, semmai dovessi dirtelo. » sorrisi ancora, e mi avvicinai a lui. «E’ vero che non mi lasci?» poggiai la testa sulla sua spalla e mi diedi alla pazza gioia, nel respirare il suo odore. Non profumo, ma il suo odore. «Certo che è vero» annuì convinto, prendendo a toccarmi i capelli. «E allora dimmelo.» chiesi con tono tranquillo, ma quasi implorante. Volevo sentirmelo dire, era troppo che qualcuno non me lo diceva. O meglio, non qualcuno dalla quale volevo sentirmelo dire. «Stacey Deeny..ti amo, tanto.» beh, il modo in cui lo disse sembrava una dichiarazione, ma lo apprezzai ancora di piu. Lo abbracciai, poggiando una gamba sulla sua. Mi prese i fianchi e rotolammo sul letto a due piazze, poi finii su di lui. Lo guardai negli occhi e giuro che l’ultima volta che i suoi occhi erano cosi lucidi, fu quando ci litigammo quella volta che pranzammo insieme. «Ti amo anche io, giuro. Sopra ogni cosa.» sorrise, e quel sorriso mi fece dimenticare di tutte le paranoie che mi feci prima sull’andare o no da Jason, nostro padre, e rivelarci. «E’ cosi bello sentirtelo dire.» mi sorrise mentre con una mano, mi spostava i capelli dal viso e mi sorrideva. Si spinse poco in avanti per far si che le sue labbra toccassero le mie, poi mi baciò con talmente tanta lentezza, che sembrarono passare anni, ed invece durò un secondo. «Amami, Stacey. Ti prego.» la sua voce divenne mancante, e rimasi a fissarlo mentre la sua frase vagava nella mia testa. Ero sicura che in un qualche momento, lui mi aveva già detto quella frase. Ero sicura di avergli anche risposto, ma non avevo idea di dove, quando, in che istante. Mi limitai a poggiare la mia fronte contro la sua, poi gli sussurrai col suo stesso tono di voce. «Lo sto gia facendo.» lo ribaciai ancora e quella volta sembrò infinito.  Le sue mani accarezzavano la mia schiena, non so ancora dirvi cosa ci facevano dieci secondi dopo, sotto il mio maglioncino. Anche le mie braccia erano attorno al suo collo, ma poi finirono attorno ai suoi fianchi. Mi prese facendomi stendere sul letto, e riuscii a sentire il buon profumo delle lenzuola, il detersivo preferito di Beth. La mia mano tastava il suo petto da sotto la sua felpa, ma quando cominciò a baciarmi il collo, gli chiesi di smetterla. Probabilmente, se non avessi sentito quel profumo dal letto che mi aveva riportato in mente Beth, non mi sarei mai fermata. Era tutto quello che volevamo entrambi. «Aspetta, non credo sia giusto.» restò a guardarmi, mentre era a gattoni su di me, trattenendosi con le mani sul materasso. «Cosa ti preoccupa? Beth capirà.» no che non avrebbe capito, e non perché era stupida ed egoista, ma perché in quel momento si aspettava da me la massima comprensione. Tra l’altro mi sentivo come se l’avessi in un certo modo tradita, Zayn mi aveva precedentemente informato di questa loro pazza idea, per questo Louis prese a frequentare una ragazza del loro stage, ed ovviamente immagino che ora Heaven facesse da grupie. Non le avevo mai parlato a riguardo, Harry mi aveva pregato di non dire nulla. Avevo tanti segreti con lei, ma ne avevo altri e tanti con i miei migliori amici. «Non voglio che Beth capisca, voglio che sia io a capire lei. Ha bisogno di me.» la sua bocca si appoggiò nuovamente sull’incavo del mio collo, mi tirò su completamente il maglioncino facendomi restare in calze ed intimo; mi arresi. Nulla poteva farmi prendere il sopravvento e farmi fermare, desistergli. Non ci sarei riuscita, quindi decisi di lasciarmi andare, preferivo farlo con coscienza, anziché farlo pensando che secondo me stavo sbagliando, perché alla fine non stavo nemmeno sbagliando. «Ne riparliamo dopo.» il suo tono era così dannatamente fermo, convinto e quasi mi fece sentire obbligata a rispondergli di si. Mi sentivo la prigioniera di un ‘cattivo’, come quelli dei fumetti, lui non era quello che mi stava salvando, lui era quello che usava me per nutrirsi e per vivere. Ogni suo bacio, mi appariva come un risucchiare parte della mia anima, per fare in modo che anche lui ne ottenesse un po’, come se lui ritenesse che io ero la sua fonte d’energia, e che quello era mio dovere, quello di rendere, di rendermi a lui. Volevo farlo, farlo in tutti i modi, volevo fargli capire che mi sentivo sua e che poteva fare di me tutto ciò che voleva, anche usarmi, sfruttarmi, non avere pietà di me. Far si che io ero un corpo e che ogni sentimento, condizione psicologica e fisica, fosse gestita da lui e solo da lui.
Quando le sue doppie labbra cominciarono a baciarmi il ventre, il mio ansimare si fece chiaro, le sue mani tenevano salde il mio bacino, ed io gli accarezzavo i capelli, come fosse l’unica cosa che potessi fare. Salì ancora in prospettiva del mio volto, e quasi come un affamata, gli presi il viso tra le mani baciandolo con più enfasi. Sentivo il bisogno di soddisfarlo in ogni mia possibilità. Il suo tatto delicato, si presentò sulle mie gambe, al di sopra dei leggins. Mi toccava con tanta delicatezza, che me e accorgevo solo perché sapevo cosa stava succedendo. Non riuscivo a staccarmi dalle sue labbra ed il tutto divenne automatico. Mani,patta dei suoi pantaloni,boxer eppure..eppure non stavamo facendo l’amore, ci stavamo parlando. In un modo che solo noi conoscevamo, in quel modo che avevamo inventato solo io e lui. Non si trattava di strusciarsi l’uno contro l’altro, e fare su e giù sul corpo dell’altro cercando invano di metaforizzare  quel qualcosa che qualcuno ha definito ‘amarsi’. Noi portavamo avanti le nostre teorie così, eppure ci eravamo sempre desiderati. Da quella sera.
Rimasi seduta al centro del letto, mentre rimisi la maglia, poi lo guardai alzandomi dal letto e risistemandomi le calze. Mi avvicinai a lui, dandogli un bacio sul lobo dell’orecchio. «Dobbiamo andare, dai..» gli sorrisi e gli feci cenno di alzarsi, mentre gli presi la camicia e gliela poggiai ai piedi del letto. Scesi di sotto, dove trovai tutti. Guardai Niall e quando mi accorsi che anche lui ricambiò lo sguardo, fissai il pavimento.«Stassy, non fare così.» mi avvicinò e mi abbracciò senza nemmeno chiedermelo, lui lo sapeva che volevo lo facesse e basta. «Sto bene, lo giuro.» lo strinsi forte, cosi forte che riuscii a sentire il suo cuore pulsare. «Ti voglio bene, principessa.» mi fece piacere sentirglielo dire. Mi fece accorgere che non si era affatto dimenticato, dei nostri soprannomi. Guardai la custodia bianca della chitarra di Zayn, e mi ci avvicinai. Non avevo idea di dove lui fosse, così presi un pennarello e gli scrissi sulla fodera;
 ‘ ti amo anche se te ne dimenticherai, sei la cosa più importante. Ti voglio bene e buona fortuna’
Non chiedetemi perché, io sapevo solo che era giusto farlo. Sentii un lamento e capii che era Beth che piangeva. Louis uscì da una stanza chiudendosi la porta alle spalle e sospirò depresso, e Louis depressoera un evento rarissimo. Miavvicinai a lui  e lo abbracciai.«Ti voglio benne Boo.» mi accarezzò i capelli, mentre con l’altra mano reggeva la sua borsa.«Prenditi cura di lei, come hai sempre fatto.» gli feci cenno di si, ma cosa avrebbe pensato di me Louis, quando me ne sarei andata da mio padre con Liam per qualche giorno? Mi sentii terrorizzata, ed in quell’istante Liam scese le gradinate. Tirò giù la camicia e guardò tutti. «’giorno..» con tono calmo e chiaro, poi si avvicinò ai suoi compagni e cominciò a salutarli. Mi accorsi che pianse, quando dalla cucina spuntò Zayn e lui gli andò incontro senza pensarci minimamente sopra. Mi mancava vederli stringersi così, erano amici di una vita e sapere che avrei potuto rovinare qualcosa tra di loro, avrebbe scosso un dolore in me che non si sarebbe mai placato.  Poco dopo Harry e Beth ci raggiunsero ed entrammo nelle nostre macchine per dirigerci all’ aeroporto. Quel viaggio fu lungo quanto torturante, e sentire i singhiozzi di Beth che cercava inutilmente di non far sentire, piangendo senza lamenti, mi pugnalavano allo stomaco. Notai che Zayn mi guardava dallo specchietto retrovisore, e gli sorrisi a metà bocca.
Non pioveva ma c’era molta umidità, non potevamo di certo aspettarci che in quel giorno non ci fosse un cielo a pecorelle.
Qualche minuto dopo Louis stringeva la mano di Gwen, Niall teneva la borsa sulle spalle, Zayn prendeva le ultime cose dall’auto e Harry stringeva ancora Beth. Mentre abbracciava lei mi guardò e dai suoi occhi, capii tutto. Anche lui mi implorava di restarle accanto, non riuscivo a non pensare al fatto che DOVEVO restare con Beth, lei ne aveva bisogno. Zayn mi venne in contro e mi mollò un bacio sulla guancia, senza dire niente. Poi mise una mano sul mio fianco avvicinandomi a lui ed io feci lo stesso. «ti voglio bene anche io.» Il momento che Beth avrebbe odiato più di quanto avesse mai odiato l’assenza di suo fratello arrivò, ed una voce dai microfoni chiamò il loro volo. Mi accostai a Beth, e l’abbracciai ma poi lei si liberò dalla mia presa avvicinandosi ai finestroni dove era possibile vedere l’imbarco. «Beth..» chiederle di non osservare Harry salire su quell’aereo fu inutile.«Glielo dico io, okay?» Speravo Liam stesse scherzando, solo io potevo capire come si stesse sentendo in quel momento, non poteva dirglielo adesso.«No, Liam ti prego non..» quella giornata mi sentivo invisibile, nessuno mi dava ascolto. «Beth, io e Stacey abbiamo deciso di andare da nostro padre per spiegargli che vogliamo rendere ufficiale la nostra relazione, quindi andremo via per un po’.» i suoi occhi rossi che avevano appena smesso di piangere, ci guardarono sconfitti e addolorati.«Vaffanculo, speravo che almeno voi sareste rimasti.» ci lasciò lì e tutto quello che riuscii a fare fu guardare male Liam. La seguii per tutto l’atrio.

«Elizabeth per favore, fermati.»
«Vattene Stacey, lasciami! Vattene come hanno fatto tutti!»
continuavo a rincorrerla, sperando che si sarebbe fermata. Intanto Liam si sedette su una poltrona col le mani in viso,mentre l’aereo decollò. «Non voglio lasciari, Beth!! Per favore, ascoltami.» mi fermai, il cuore mi batteva, cominciai a piangere e nel frattempo stavo correndo. Non avevo voglia di svenire, e finalmente si fermò piegandosi sulle ginocchia, poi si accasciò per terra ed io mi avvicinai a lei. «Perdonami Beth, mi dispiace da morire, è l’unica nostra occasione, Jason andrà via dall’Inghilterra in poco tempo, io tornerò per stare con te, te lo prometto. Io non ti lascio Beth, lo giuro.» si sedette per terra, poggiandosi contro una parete a vetro, mentre riprese a piangere. Il suo cuore era in frantumi ed io mi sentivo la causa. «Lo amo da morire, non può avermi lasciato.» non fu bello ascoltare il modo in cui alternata le sue parole, a singhiozzi. Mi sedetti accanto a lei e cominciai a stringerla a me anche se lei non ricambiava. «Due settimane amore, due settimane. Non ti ha lasciata, credigli.» tutto quello che non volevo accadesse, stava succedendo. Beth era di nuovo in depressione, ed avevo una paura folle che non si sarebbe ripresa. Tornammo a casa e nel pomeriggio, preparai le mie borse mentre lei passò la giornata sul letto a fissare il soffitto, con la musica ad altissimo volume in camera. Di solito per tranquillizzarsi usava le cuffie, quella volta invece, diede modo al volume di espandersi per la stanza, non voleva che entrassero suoni esterni nel suo mondo, nella sua camera. Io però ci entrai, Liam era sotto la porta ad aspettarmi. «Beth?..devo andare.» ma lei non si voltò nemmeno. Sono sempre stata una persona sensibile, e piangere in ogni momento della giornata era una delle mie forze. Mi avvicinai allo stereo, abbassando il volume poi andai accanto al letto. I suoi occhi erano sgranati e fissava il vuoto, sapeva che io ero lì di fronte a lei, ma fingeva di non avere idea di chi io fossi, di cosa le stessi dicendo e di cosa stessi facendo. Le diedi un bacio sulla fronte e le accarezzai il viso. «Tornerò presto, te lo prometto. Perdonami.» scesi di sotto che le mie lacrime continuavano ad inumidirmi il viso, Liam mi guardò e mi strinse forte. «E’ forte, Stacey. Un pò di giorni senza di noi, riuscirà a reggerli.» annuii convinta e ci mettemmo in viaggio. Stavo per presentarmi dopo anni ed anni da mio padre, mano nella mano con suo figlio, gli avrei detto che lo amavo più della mia vita, che lui amava me, che ogni cosa mia era sua e che ogni cosa sua era diventata mia allo stesso modo, stavo per mettere alla luce il nostro amore, e niente di tutto quello mi sembrava errato. Se non il fatto che un pezzo enorme del mio cuore, sarebbe giaciuto su un letto di una casa, ormai vuota e priva di speranza.
   
 
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