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Autore: hipster    12/01/2012    7 recensioni
Kurt cerca solo una persona che lo ami davvero; Blaine cerca anime, tante anime, per soddisfare la sua sete. Ma cosa succede quando nemmeno le regole dell'Inferno riescono a mettere in riga un Angelo dannato? Cosa succede quando un Demone si innamora di un Umano? Sicuramente tanti guai.
[Demon!Blaine]
Genere: Angst, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Angels and Demons'
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Blaine aveva salutato Kurt con un sorriso dopo la lezione “Ci vediamo a pranzo, ok?” e Kurt aveva accettato.
E ora era fermo, davanti alla porta della mensa, incapace di entrare.
Aveva paura di come avrebbe reagito Blaine: si sarebbe arrabbiato con lui? Sarebbe andato da Dave? Chi poteva sapere cosa un demone arrabbiato era capace di fare!
«Kurt, cosa fai qui, sulla porta?» esclamò Rachel, dietro di lui. «Sto… entrando» disse Kurt, voltandosi verso di lei.
La prese per mano e la trascinò a fare la fila per prendere i vassoi. Dopo poco li raggiunse anche Mercedes con Tina.
«Ciao ragazzi! – li salutò Mercedes – Kurt, tutto ok?» aggiunse poi, guardando Kurt con aria preoccupata.
«Sto bene, Mercy, non c’è bisogno che ti preoccupi» disse Kurt fingendosi rilassato.
«Sai che sei un pessimo attore?» si intromise Tina. «Non devi mentire con noi, lo sai…» aggiunse poi Rachel.
«E voi come avete fatto a…? Mercedes…» disse, alzando un sopracciglio.
«Scusa, Kurt, ma noi siamo tue amiche, puoi fidarti di noi. Vogliamo proteggerti». Kurt sospirò. «Ok, va bene…».
Tutti e quattro presero i vassoi e le pietanze, non senza che Rachel si lamentasse dell’assenza di un menu per vegetariani.
«Dovrei candidarmi a presidente e fare in modo che aggiungano un menu per vegetariani! Siamo anche noi cittadini americani e abbiamo dei diritti! Anche noi dobbiamo…» continuò a sproloquiare fin quando non trovarono un tavolo libero, ma tutti ormai non l’ascoltavano più. Anche Kurt aveva rinunciato.
Stava ridendo con Tina guardando Mercedes che si disperava perché erano terminate le crocchette, quando Blaine li raggiunse.
«Ciao, ragazze! Kurt…» disse, lanciandogli uno sguardo di fuoco che finì dritto dritto nello stomaco di Kurt.
Improvvisamente gli era passata la fame. «Blaine… possiamo parlare?» cominciò, prima che il ragazzo potesse sedersi.
«Certo!» esclamò Blaine. Kurt lo prese per mano e lo condusse fuori, non senza voltarsi indietro per ricevere uno sguardo di incoraggiamento dalle sue amiche.
Trascinò Blaine in un’aula vuota e chiuse la porta. «Vuoi dirmi che è successo?» gli chiese Blaine, incapace di controllare la sua curiosità.
«Mi prometti di non arrabbiarti?» cominciò Kurt, già senza fiato. Blaine lo guardò confuso «Non potrei mai arrabbiarmi con te. Che succede?».
Kurt fece un respiro profondo «Prima Karofsky mi ha… spinto contro gli armadietti» cominciò.
Blaine si irrigidì «Quell’idiota! Dovrei picchiarlo così forte da fargli passare la voglia di farti del male!» lo interruppe, contrariato. E il bello deve ancora venire… pensò Kurt.
«Forse, ma non è questo quello che dovevo dirti. Dopo l’ho rincorso negli spogliatoi per dirgli che doveva smetterla di trattarmi così…»
«Tu… l’hai rincorso negli spogliatoi? – lo interruppe ancora Blaine, incredulo – Bravo, Kurt!» aggiunse con un sorriso, dandogli un leggero bacio sulla guancia.
«Non ho ancora finito…» disse Kurt con voce strozzata. Blaine gli fece cenno di continuare. «Mentre gli urlavo contro… ho detto delle cose e… beh, mi ha… baciato» disse con un filo di voce, con lo sguardo incollato alle sue scarpe.
«Karofsky ti ha… baciato?» disse Blaine, con una voce glaciale, innaturalmente calma.
«Sì…» sussurrò Kurt, ancora incapace di guardarlo negli occhi.
Quando riuscì ad alzare lo sguardo, vide che Blaine gli dava le spalle, le nocche delle mani erano diventate bianche a furia di stringere il bordo della cattedra; respirava affannosamente, ma anche profondamente, come se stesse tentando di calmarsi.
«B-Blaine?» lo chiamò Kurt, un po’ spaventato. Visto che il ragazzo non dava segni di averlo sentito, gli poggiò una mano sulla spalla.
Questa volta Blaine si voltò verso di lui, di scatto; gli occhi neri dei suoi incubi erano tornati. Ci volle tutta la forza d’animo di Kurt per restare dov’era.
«Va tutto bene, Blaine…» disse, con voce dolce, accarezzandogli la guancia.
Blaine chiuse gli occhi e fece un respiro profondo: quando li riaprì i suoi occhi erano tornati normali. «Scusami – disse con aria mortificata – non volevo spaventarti…».
Kurt sorrise, comprensivo, poi lo abbracciò forte. Quell’abbraccio reclamava un conforto, per entrambi, che solo l’uno poteva dare all’altro.
Blaine sospirò quando sciolsero l’abbraccio. «Devo andare a fare una chiacchierata con Dave» disse con un sorriso.
«Blaine, non fare stronzate…» disse Kurt, preoccupato. Blaine rise. «Nulla di permanente, promesso» disse, con un sorriso malizioso.
Kurt sospirò: non sapeva cosa aspettarsi da Blaine. «Vengo con te; devo assicurarmi che tu non uccida Karofsky…» disse Kurt, seguendo Blaine che intanto era uscito dall’aula.
«Secondo te dove può essere?» gli chiese Blaine, con una certa eccitazione. “Non lo so” stava per rispondere Kurt, quando, svoltato l’angolo, se lo trovarono proprio di fronte.
«Salve, fatine» disse il ragazzone, con un sorriso strafottente e uno sguardo intenso a Kurt. Blaine lo bloccò: «Devo parlarti, Karofsky» cominciò, senza mezzi termini.
Kurt trattenne il respiro: Blaine era molto più piccolo di David, sembrava così indifeso a confronto. «Non ho tempo da perdere, principessa…» disse Dave, cercando di scansarlo.
«No, non hai capito. Devo parlarti, Dave – lo bloccò di nuovo Blaine – devi stare lontano da Kurt. Se osi di nuovo baciarlo… - disse, abbassando volutamente la voce e guardandosi intorno, come a sincerarsi che nessuno li stesse ascoltando – io ti uccido. Lui è mio, Dave.» concluse Blaine, sforzandosi evidentemente di non far trasparire la sua rabbia.
«Non so di che cosa parli…» disse Karofsky, improvvisamente a disagio. «Lo sai bene, Dave. E so che è difficile da accettare una certa situazione. Ci siamo passati tutti. Ma tu devi imparare ad accettare te stesso, ad amare te stesso e, soprattutto… - fece un sorrisino – a non rubare i ragazzi degli altri. O perlomeno non il mio. Te lo ripeto, Karofsky: sfioralo di nuovo e ti uccido. È mio».
Detto questo, lo lasciò andare via, con un’aria confusa sul volto. Blaine si voltò a guardare Kurt. «Wow…» disse quest’ultimo, con un sorrisino.
«Cosa?» chiese Blaine. Kurt si avvicinò a Blaine, fin quasi a sfiorarlo «Non credevo che vederti geloso sarebbe stato così… eccitante» sussurrò contro le sue labbra.
Blaine ridacchiò. «Ma io non ero geloso». «Ah no? – lo interruppe Kurt, prendendolo per i fianchi – che peccato…» sussurrò ancora, baciandolo.
Un gemito proveniente dalla gola di Blaine lo fece sorridere. «Ah, Kurt – sospirò Blaine – se continui a tentarmi così, tuo padre mi ammazzerà».
Kurt ridacchiò. «Credo sia il momento di ritornare dalle ragazze» disse Kurt. «Vorranno sapere come è andata…» 

   
 
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