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Autore: junika    12/01/2012    1 recensioni
Tuttavia..
Decise di guardare..
E quello che vide lo fece sobbalzare..
Nella fonte, non vi era alcun riflesso.
Questa è una fanfic particolare, nata dalla mente di un amico su Facebook, io mi limito a farla conoscere al mondo
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si rialzò: la testa gli faceva male, il cuore bruciava e le sue mani, quelle mani che tanto aveva disprezzato, come se stesso, erano piene di cicatrici, tagli e bruciature, lui stesso si sentiva come se potesse esplodere da un momento all'altro..
Tuttavia a tentoni trovò la forza per rialzarsi..
Barcollante, tornò in piedi: l'inferno alle spalle, le tenebre davanti, il ragazzo, nè uomo, nè demone si trovò davanti ad un bivio..
Il vuoto nel cuore, la tristezza nell'anima, andò dritto..
La strada era buia, come una passeggiata, nell'ora più buia della notte, in una strada senza luci, senza luna, senza cielo..
Più avanzava e più il suo corpo diventava pesante, ma doveva proseguire..
Più volte fu tentato di tornare indietro, ma doveva proseguire..
Le sue forze erano al limite, le sue ferite erano gravi, ma doveva proseguire..
Quella strada era come la sua vita.. Buia..
Tuttavia, sapeva che avrebbe dovuto percorrerla fino alla fine, si mise il cuore e l'anima in pace, quel poco che ne era rimasto, e proseguì..
Dopo un viaggio che sembrò interminabile, le tenebre di fronte a lui si dissolsero; e sebbene intorno regnava ancora l'oscurità più assoluta; rivelarono quella che a prima vista sembrava una fonte d'acqua: illuminata dalla luce della luna  che per quanto flebile, bastava ad accendere quel luogo..
Esitò..
Aveva paura di specchiarsi nella fonte, aveva paura di quello che poteva vedere riflesso: aveva paura di quello che sarebbe potuto comparire quando lui si sarebbe specchiato nell'acqua..
Esitò ancora..
Aveva paura di vedere se stesso, aveva paura di vedere cosa era diventato..
Le sue gambe tremavano, il suo cuore batteva all'impazzata mentre raccogliendo quel poco di coraggio che gli era rimasto, decise di andare a guardare nella fonte..
Passo dopo passo, la paura si faceva più forte, nuovi dubbi lo avvolgevano, sempre più forti, sempre più numerosi, non aveva più potere su se stesso, le gambe sembravano procedere da sole, non sapeva PERCHE' lo stava facendo...
Non sapeva più nemmeno chi era..
Tuttavia..
Decise di guardare..
E quello che vide lo fece sobbalzare..
Nella fonte, non vi era alcun riflesso.
Poteva vedere solamente l'acqua, limpida, pura, di una purezza che mai avrebbe creduto di poter trovare in quel luogo dimenticato da Dio, ma nient'altro..
Rimase scioccato da quella "non" visione, e a fatica riuscì a reggersi ai bordi della fonte: molti erano i pensieri che gli balenavano in mente in quel momento, troppi, vorticanti; gli dilaniavano la mente come delle lame troppo potenti, e troppo veloci per poter essere contenute in un luogo così fragile.
Si portò le mani ai capelli, e tentò di sfogarsi, di urlare: sperando di far così fuoriuscire tutto il suo dolore...
Ma non ci riuscì.
Perchè dalla sua bocca non uscì alcun suono.
Il ragazzo cadde in ginocchio, battendo violentemente a terra i pugni, ancora sanguinanti, che gli causarono un dolore ancor maggiore, dato che le ferite erano ancora aperte.
Ma a lui questo non importava: sentiva infatti, che stava perdendo se stesso: tutto quello che lui era, che lui era stato, fino a quel momento, stava lentamente svanendo.
Era disperato: le ferite del suo corpo gli negavano le forze, mentre quelle nella sua mente lo stavano distruggendo lentamente, inesorabilmente, dall'interno..
Questo finchè non pianse.
I suoi occhi, un tempo verde smeraldo, erano diventati del colore delle fiamme, ed avevano iniziato a lacrimare.
Essi riversarono dapprima lacrime, poi sangue; mentre il giovane cadde con i gomiti a terra per lo strazio che stava provando.
Stranamente però in quel momento di grande sconforto, lui riusciva a vedersi, riusciva a vedere quella figura ormai al limite della sopportazione che soffriva in quella desolazione: era come se riuscisse a seguire la scena da un'atra angolazione; come se la stesse osservando dagli occhi di un altro..
Poi, d'un tratto, successe qualcosa che lo fece tornare in ginocchio; qualcosa che non si sarebbe mai aspettato, soprattutto in quel luogo.

"Avevi promesso che non avresti più pianto..."

Riecheggiò una voce di donna nella zona.

   
 
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