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Autore: _Clizia_    13/01/2012    4 recensioni
Un rapporto silenzioso tra due persone che, nella grande città di Londra, cercano solo un piccolo spazio dove sentirsi a casa.
Quinta classificata al "Si apre il sipario, trattenete il fiato!" contest di Dark Aeris e MedusaNoir
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note iniziali:
La storia ha partecipato al contest di MedusaNoir e Dark Aeris.
All'interno della storia è presente una citazione tratta da una canzone dei Follow the Mad intitolata Dottore.
La citazione è la seguente :" Lui racconta storie per rinascere e inventa favole per poi vivere".
Buona lettura ^^







Caterina e il vecchio chitarrista

Seduto contro una parete di Liverpool Station se ne sta Nik, il vecchio chitarrista.
Ogni mattina, Caterina lo sa, lo troverà lì.
Con il suo cappello bucato davanti ai piedi, con un papavero rosso appuntato all'occhiello della sua vecchia giacca scolorita.
Il chitarrista è l'unica certezza che Caterina ha in quella grande città, tante volte si è sentita sommersa con il suo grigiore, soffocata tra nuvole scure e metropolitane affollate.
In una città dove è tanto facile perdersi ogni giorno, che piova o che in cielo splenda un timido sole, Caterina sa che troverà Nik.
La sua bussola fatta di carne ed ossa.
La incuriosisce quel vecchio, il modo in cui prende tra le mani la chitarra, come se fosse un neonato. Con i gesti lievi di un padre amorevole, tende piano le corde del suo strumento, le pizzica, sfiorandole con rispetto e delicatezza come avesse il timore che si potessero frantumare da un momento all'altro. Poi con voce malinconica inizia a cantare, piano, come se le sue parole potessero intrufolarsi troppo violentemente nelle orecchie dei passanti.
E' rispettoso Nik, è rispettoso delle vite altrui che vede camminare freneticamente davanti ai suoi occhi ogni giorno. Le guarda scorrere veloci a rincorrere un treno, ruba sguardi preoccupati o felici ai passanti e sorrisi timidi ai bambini. Nutre la sua anima con quelle vite, troppo frenetiche per lui, troppo caotiche.
Lui ha smesso di correre, ha smesso di inseguire treni veloci.
Avrà anche smesso di vivere?
Più volte Caterina si è posta quella domanda, alla quale, però, non ha mai trovato risposta.
Vorrebbe chiederglielo, vorrebbe almeno una volta poter indagare quello sguardo grigio come il cielo di Londra, vorrebbe poter parlare con lui, ma teme le parole che dalla sua bocca potrebbero uscire.
Le parole troppe volte sono sporche, sono cattive, rompono il magico incantesimo di sguardi lontani. Solo la musica è ancora bella.
E le storie che canta Nik sono stupende, Caterina lo sa bene.
Più di una mattina si è fermata ad ascoltarle nascosta, per paura che lui la vedesse.
In silenzio, con le spalle appoggiate al muro e la sua brioche alle mandorle ancora calda tra le mani.
Mangia e ascolta.
Si gusta quei pochi minuti che ogni mattina si concede.
Sono diventati irrinunciabili, come la brioche e il caffè amaro per colazione.
E' bello iniziare la giornata con una storia, pensa Caterina, colora la giornata.
Le storie di Nik sono speciali per Caterina.
Narrano di persone diverse da lei, di persone che non hanno paura.
Persone che con coraggio affrontano i rapporti, vincono la città.
Persone che nella semplicità di una vita trovano la loro identità.
Talvolta la spaventano, talvolta la emozionano, talvolta le danno il giusto coraggio per affrontare la giornata. Ci sono delle mattine particolarmente grigie in cui vorrebbe che l'arpeggio di Nik non finisse mai.
Ma la città con il suo ritmo non lascia troppo tempo alle storie. Lanciando un ultimo sguardo a Nik, come un silenzioso saluto, Caterina si tuffa nella metropolitana.


Nik alza appena gli occhi. Incrocia per un attimo lo sguardo fresco di un bambino a cui sorride felice per quella curiosità che intravede in quelle iridi calde color nocciola. Chissà cosa penserà la sua mente di bimbo di un vecchio con le toppe ai pantaloni, si domanda Nik.
Scaccia via quei pensieri e torna alla sua chitarra e alle sue storie.
Già, le sue storie, come le ama.
Ama le persone di cui scrive, ama guardare le loro vite riflesse in quei volti sfuggenti.
Adora i piccoli particolari che solo lui riesce a scorgere in quei corpi vestiti di nero, apparentemente tutti uguali, che sfrecciano veloci e frenetici davanti a lui ogni mattina.
Da qualche giorno, però, non riesce più a scrivere, incuriosito da una strana ragazza. Non ha occhi che per lei.
La vede ogni mattina sgattaiolare in un angolo nascosto con la colazione tra le mani.
E' buffa, ha sempre una sciarpa verde arrotolata attorno al collo che le cade da un lato.
I suoi occhi sono guizzanti come una fiamma di una candela e luminosi, malgrado le iridi scure.
La guarda tuffarsi tra la persone e con enorme curiosità segue la sua sciarpa verde fino a che non diviene un minuscolo puntino colorato tra la folla. Vorrebbe poter intendere qualcosa di più di quella giovane, vorrebbe scrivere una storia su di lei.
Tutte le volte che ha provato però si è sempre reso conto che qualcosa sfuggiva al suo occhio attento, come se mancasse qualche pezzo fondamentale per completare un puzzle.
Perché si nasconde tutte le mattine?

Caterina si stende sul suo letto e si abbandona al calore delle coperte.
Si rifugia in quel morbido abbraccio, desiderando solamente un po' di affetto, una stretta sincera di un amico.
Talvolta si sente sola, terribilmente sola.
Pensa a Nik, alla sua chitarra, alle sue storie.
Vorrebbe far parte dei suoi racconti, almeno una volta.
Vorrebbe sapere quello che il vecchio chitarrista pensa di lei, di come la vede.
Ancora non riesce a capirlo così bene: troppi segreti nascondono quegl'occhi grigi.
Eppure di una cosa è convinta, forse ha capito il segreto di quel quieto vivere.
Forse quella domanda insistente che ogni mattina le rimbalza in testa ha trovato una risposta.
Gliel'ha suggerita un canzone: " Lui racconta storie per rinascere e scrive favole per poi vivere". Così cantava la radio.
E forse Nik è così.
In ogni storia seppellisce un po' di se, come se piantasse un bulbo in un vaso. Aspetta con pazienza che germogli in un arpeggio e che sbocci in nuove parole. Pazienta, mentre la storia di qualcun'altro cresce in lui, alimentata dal suo amore disinteressato per la vita. Non per la sua, ma per quella degli altri. Attende che metta radici, che si faccia forte e poi, come con i frutti maturi la coglie e la offre ai passanti.
Un dono, ecco cosa sono le storie di Nik.
Forse è giunta l'ora che anch'io regali qualcosa a lui, pensa Caterina.
E così decide, convinta, per la prima volta dopo tanto tempo.

Nik è seduto, le gambe incrociate ad accogliere la chitarra.
Suona piano, come al suo solito.
E' un bella giornata, fuori c'è un timido sole che riscalda l'aria, che fa sorridere i passanti.
Nik alza la testa per un attimo e i suoi occhi incontrano quelli della strana ragazza.
Ha la sciarpa verde come ogni mattina, uno strano sorriso le illumina il viso.
Tra le mani tiene un piccolo pacchetto profumato.
Nik sente una strana commozione salirgli dentro, mentre la ragazza si avvicina. Sente il suo cuore vecchio battere un po' più forte e le sue labbra tirarsi in un sorriso.
La osserva posare ai suoi piedi il pacchetto, aprirlo, tirare fuori due brioche e tenderne una. Profumano di mandorle e sono ancora calde.
Nik stacca le sue mani dalla chitarra e per un momento sfiora le dita fredde della ragazza che fiduciose gli tendono la colazione.
Basta davvero un piccolo gesto spontaneo per cambiare radicalmente la giornata, pensa Nik.
Contento afferra il piccolo dolce e lo tiene qualche secondo tra le mani prima di addentarlo, per godersi il tepore della brioche ancora calda.
Il chitarrista siede in silenzio, gustandosi la dolcezza di quel momento. Non servono parole o forse non basterebbero.
Alzando gli occhi, Nik, incontra quelli della ragazza e con sorpresa vi legge dentro il suo stesso timore: paura di incrinare un momento tanto speciale. La guarda timida stringersi nel suo cappotto nero, avvolta in una nube di sospiri.
Si scambiano un sorriso tra un morso e l'altro come se quei pochi minuti passati insieme li avessero resi vecchi amici.
Finita la brioche, il chitarrista vede la ragazza alzarsi, per qualche momento i loro sguardi si incontrano.
Il silenzio suggella una promessa, poi Caterina si tuffa nella folla.
Nik osserva quel puntino verde scomparire tra i passanti come ogni mattina, poi prende la chitarra e con decisione comincia a suonarla.
Nella nuova melodia che sgorga diretta dal cuore di Nik c'è qualcosa di diverso.
Un po' di amore, un po' di speranza, un po' di calore che quella ragazza è riuscita a lasciargli.
Nik si ferma un attimo, si lecca via dalle labbra lo zucchero e poi comincia a cantare.
Canta di un vecchio chitarrista, di una ragazza dalla sciarpa verde, di una città affollata.
Canta di Caterina.
Nel cuore del vecchio chitarrista c'è una sola tacita speranza che sente battere forte nel suo petto.
Nik guarda l'orologio arrugginito della stazione, osserva le lancette battere il tempo precise.
Con un sospiro torna a dedicarsi alla sua musica, sperando la mattina arrivi presto e che con lei giunga un insolito odore di mandorle.











Qua sotto trovate riportato il minuzioso e attento giudizio che hanno steso le due giudiciE, l'ho sinceramente apprezzato.
Grazie grazzissime ancora ^^
Clizia :)


5° POSTO: Caterina e il vecchio chitarrista - _Clizia_ 46.425



GIUDIZIO DI MEDUSANOIR:

Grammatica e punteggiatura: 8.5/10
Forma e stile: 9.2/10
Originalità: 9.8/10
Caratterizzazione: 10/10
Gradimento personale: 9.5/10

Totale: 47/50

Hai reso molto realistica questa storia, anche grazie al dato della brioche: il lettore sente quasi il suo profumo, cullato dalle note del vecchio chitarrista. Mi ha stregata, coinvolgendomi, ed è uno degli aspetti che più apprezzo nelle storie.
Mi dispiace averti tolto 0.20 punti nell’originalità, ma è comune il tema di due sconosciuti che “si salvano”, che sono di conforto l’uno per l’altra in questo modo, per cui non ho potuto darti il massimo, nonostante la maestria con cui tu abbia descritto il loro rapporto. Proprio per questo, ti sei guadagnata un voto pieno nella caratterizzazione, rendendoli personaggi reali, con pensieri, paure e desideri reali, non solo realistici.
Per quanto riguarda la grammatica, ha scritto due volte “pò”, mentre nel resto della storia hai usato la forma giusta (“po’”), un “perché” con l’accento sbagliato, tre errori di distrazione (“aprirolo”, “tederne” e “moso”) e un “gli” (dativo) al posto di “li” (accusativo) in “gli avessero resi”. Hai messo una virgola di troppo in “e poi come con i frutti maturi, la coglie” (“la coglie” dipende da “e”, quindi potresti togliere la virgola o aggiungerne una dopo “poi”), in “Nik, incontra” e “come se quei pochi minuti passati insieme, gli avessero resi” (virgole tra soggetto e verbo); inoltre, al termine della citazione, hai messo i punti di sospensione dentro le virgolette e un punto fermo fuori, mentre avresti dovuto usare un solo segno di interpunzione (se c’è dentro, non serve fuori).
Lo stile è molto buono, come ti ho detto evocativo, ma all’inizio ci sono alcune ripetizioni (“vecchio/vecchio”, “come se/come se” e “passanti/passare”). L’ultimo appunto da farti è che avresti potuto andare meno a capo, rendendo il tutto meno frammentato: a volte nella tua storia gli a capo erano d’impatto, servivano, ma l’uso eccessivo ha reso la lettura meno scorrevole.

GIUDIZIO DI DARKAERIS

Totale: 45.85

Grammatica e punteggiatura: 8.05/10


Ogni mattina, Caterina lo sa, lo troverà lì.
Aggiungi una virgola prima di Caterina, per intensificare l'inciso. -0.10


vorrebbe poter parlare con lui, ma teme le parole che dalla sua
Non è una regola assoluta, ma davanti al “ma” la virgola è sempre ben accetta. -0.10


come una fiamma di una candela e luminosi, malgrado le iridi scure. -0.10
Qui la virgola ho trovato necessario aggiungerla.

al suo occhio attento, come se mancancasse qualche pezzo fondamentale per completare un puzzle.
La virgola, come negli altri esempi non è fondamentale, ma aiuta la narrazione, mentre il mancancasse è solo una svista. -0.15

Perchè si nasconde tutte le mattine?
Perché, l'accento deve essere acuto. -0.15

Si rifugia in quel morbido abbraccio, desiderando solamente un pò di affetto
Come diceva sempre la mia professoressa di italiano al liceo: il gerundio senza la sua virgola non si fa vedere a spasso :D Ricorda che un po' si scrive in questo modo. -0.25

Ancora non riesce a capirlo così bene: troppi segreti nascondono quegl'occhi grigi.
Ho preferito sostituire la virgola con un due punti, sia perché è più adatto (in quanto la seconda frase è la diretta conseguenza della prima), sia perché il testo dispone quasi unicamente di virgole e in questo modo risulta più curato. -0.10

In ogni storia seppellisce un po' di se, come piantare un bulbo in un vaso.
Un po' di sé. Non mi piace l'utilizzo dell'infinito nella seconda frase, trovo che stoni con la narrazione. Lo cambierei in: come se piantasse un bulbo in un vaso oppure come accade piantando un bulbo in un vaso. 0.15

Sente il suo cuore vecchio battere un pò più forte e le sue labbra tirarsi in un sorriso.
Come prima: po' 0.15

La osserva posare ai suoi piedi il pacchetto, aprirolo, tirare fuori due brioche e tederne una.
Aprirlo e tenderne. Due sviste. 0.10

Il chitarrista siede in silenzio, gustandosi la dolcezza di quel momento.
Come detto prima: la virgola prima del gerundio :) -0.10

Si scambiano un sorriso tra un moso e l'altro
Un morso. -0.05

come se quei pochi minuti passati insieme, gli avessero resi vecchi amici.
La virgola togliela, perché i minuti sono il soggetto e tra soggetto e verbo non va mai la virgola. Come se quei pochi minuti passati insieme LI avessero resi vecchi amici.
Quello di scambiare gli e li è un errore comune, ma è abbastanza importante. Ricordati: “li” è usato come pronome nel complemento oggetto (come nel tuo caso: i pochi minuti hanno reso LORO vecchi amici), mentre “Gli” è soggetto (gli piacerebbe: piacerebbe a lui) o complemento di termine (gli ho detto: ho detto a lui). -0.40

Il silenzio suggella una promessa, poi Caterina si tuffa nela folla.
Nella -0.05

Forma e stile: 9/10

Lo stile da te utilizzato è delicato e fresco, senza però apparire semplicistico, elemento fondamentale nella narrazione al presente, che spesso tende a svilirsi, se non ben curata. Apprezzabile la capacità di riprodurre i dettagli, che si delineano senza difficoltà nella mente del lettore, impreziosendo l'immagine finale.
Nel complesso, un dettaglio che andrebbe migliorato – come già accennavo nella correzione della grammatica – sarebbe quello di non basare tutte le pause unicamente sulle virgole e i punti, ma giocare con punti e virgole e due punti, per arricchire il testo.
Adatto all'introspezione l'uso frequente del climax, che segue il flusso dei pensieri dei due protagonisti, rendendo tutto molto realistico e d'effetto.
Il lessico, sebbene si basi su parole di uso comune, riesce ad essere quasi poetico, formando intrecci di frasi molto efficaci e d'effetto.

Originalità: 9/10

La storia presenta l'intrecciarsi di due vite solitarie, che riescono a sfiorarsi e toccarsi all'interno del caotico mondo. L'idea è già sentita, potrei elencare migliaia di film con questa trama, perciò ho dovuto toglierti dei punti in originalità, sebbene il risultato finale risulti piacevole ed intenso.
Aggiungendo l'elemento della chitarra, dell'uomo che suona, lontano dal resto, hai dato la tua impronta personale alla storia.
Ho apprezzato anche il fatto che non si siano baciati o amati alla fine, ma semplicemente abbiano mangiato una brioches insieme: questo è stato un dato molto originale.

Caratterizzazione: 9.8/10

I personaggi sono il punto forte di questa fanfiction. Sono molto reali, intensi, rimangono nella mente del lettore, anche giorni dopo averla letta.
Il vecchio chitarrista ha intorno a sé un alone di mistero, da bravo artista, che si abbandona alla sua musica, come se per lui si fosse fermato il tempo.
Lei mi ricorda molto il fantastico mondo di Amelie; questo suo modo di guardare il mondo, di analizzarlo, di pensarci su è molto nel suo genere.
Ti viene voglia di sapere altri mille dettagli di questa coppia di anime, sono davvero molto interessanti.

Gradimento personale: 10/10

Come hai potuto notare, sono stata molto fiscale nelle altre sezioni, dando punteggi giusti, senza farmi influenzare da quello che poteva o non poteva essere un mio gusto personale. Ma visto che questo è il mio spazio, posso dirti senza paura che ho adorato ogni riga di questa storia.
Mi ha colpito moltissimo, sono rimasta folgorata dall'immagine del vecchio chitarrista, di quest'uomo che rimane in un angolo a suonare, non più protagonista del mondo, ma spettatore silenzioso.
E' davvero di un poetico impressionante! Una frase mi ha fatto battere proprio il cuore e devo ammettere che l'ho riletta varie volte, trasformando i miei occhi in cuoricino ogni volta di più: Le parole troppe volte sono sporche, sono cattive, rompono il magico incantesimo di sguardi lontani. Solo la musica è ancora bella. Cioè, oltre ad essere una perfetta descrizione del personaggio, è una frase di un'intensità e di una bellezza totalizzanti. Come già detto, Caterina e l'intera trama mi hanno ricordato Amelie e quel clima di dolce particolarità che alberga sempre nei film francesi.
Anche l'utilizzo della frase scelta nel testo è stato molto efficace, perfettamente adatto al contesto e per nulla forzato.
Sono addolorata del fatto che la grammatica ti abbia penalizzata così tanto, perché la storia è senz'altro meravigliosa e meritava molto di più, ma dovevo essere giusta e non ho potuto fare altrimenti!
Insomma, ti ho dato il punteggio pieno, quindi puoi davvero essere sicura che ho amato senza confine il tuo scritto.


  
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