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Autore: Maryjed    13/01/2012    1 recensioni
Shannon era appena uscito dall'ennesima casa di una sconosciuta che l'aveva riscaldato e tenuto stretto fra le sue gambe la notte prima, ma era stanco di quella vita. I 30 seconds to Mars non suonavano già da un anno e mezzo,la sua età si faceva sentire poi la vide e rimase immobile,la osservò dalla vetrina di quel negozi: era fantastica avvolta dentro quell'abito bianco finemente decorato e quei capelli lunghissimi che le scivolavano fin sopra la scollatura. Non aveva mai visto una sposa più bella.
Un desiderio si fece spazio tra le sue viscere, un desiderio inconcreto e completamente nuovo per lui.
Questa è la storia di Shannon e Maria. Questa è la storia di due persone che ritrovano nell'altro la pace interiore che tutti cercano.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Il cellulare di Maria non faceva che vibrare dentro la borsa ormai da più di 24 ore, dopo la festa a casa del Leto senior Erick aveva riaccompagnato Maria un po’ brillo e si erano lasciati con un bacio casto perché la ragazza diceva voleva mantenersi pura e astenia dal sesso fino al matrimonio per il quale mancavano ormai 3 giorni, il marito si era un po’ lamentato ma il giorno dopo si era elegantemente presentato con un mazzo di rose bianche chiedendole scusa e insieme si erano precipitati a cena con i suoceri e i genitori.
Maria adorava dormire e poltrire sul divano nei giorni di vacanza e visto che quello era il suo giorno libero in azienda, aveva deciso di rimanere a letto tutto il giorno e prepararsi così psicologicamente e fisicamente all’addio al nubilato che Mey, Federica, Julian e Leonora le stavano preparando ormai da diverse settimane: ne era sicura sarebbe strato un giorno distruttivo.
“Tesoro alzati!” la strattonò Mey che si era presentata di soppiatto sul suo letto, la povera Maria non riuscì nemmeno a mettere insieme due parole di senso compiuto e mugolò qualcosa, nel vano tentativo di capire di chi potesse trattarsi.
“Dai alzati un attimo! Devo parlarti urgentemente!”.
“Ma cosa vuoi Mey…”, si ripose sotto le coperte calde e profumate, “Lasciami dormire ancora un po’ “.
“E dai Mà ascoltami” le tirò le coperte e infilandosi sotto le ripose sui loro corpi “Io e Alex abbiamo deciso di sposarci”.
“Cosa?” si alzò di scatto la mora, non poteva credere che prima o poi quelle parole sarebbero uscite dalla bocca della sua amica, “Ma…Ma come? Quando? Perché?” chiese rimbambita.
“Beh perché abbiamo deciso che è il momento giusto…Che domande fai” le toccò i capelli morbidi, che erano da sempre stati un ottimo antistress, “Tu me l’hai sempre detto di sposarmi e adesso ho deciso, non mi sembri tanto felice per me”.
“No, no assolutamente sono strafelice” le si buttò tra le sue braccia,striturandola.
“Sei proprio bella stamattina” ricambiò accarezzandola dolcemente e fissandola dolcemente, “Quasi quasi potrei anche cambiare idea su Alex, sai?”
“Ma smettila” si discostò Maria e le due iniziarono a sorridere.
“L’astinenza rende davvero così belle quindi? Da quanto tempo non fai sesso?”le chiese poi Mey alzandosi dal letto e sistemandosi la gonna di jeans e la scollatura della maglietta.
“Ma cosa dici, quale astinenza…”
“Ho incontrato Erick stamattina e mi ha detto che non vuoi andarci a letto prima del matrimonio e che siete in astinenza ormai da 6 giorni”.
“Ah sì giusto giusto” arrossì e ripetendo a se stessa quanto potesse essere imbranata: lei era in astinenza da sei giorni, sabato notte non contava anche perché una violenza sessuale non poteva averla appagata sessualmente, Shannon non aveva neanche provato a richiamarla per chiederle perdono, la fama e i soldi cambiano davvero le persone, pensò tristemente.
“Hai tradito Erick” esclamò l’amica osservando lo strano comportamento dell’altra.
“E con chi?”.
“L’hai fatto davvero” le si avvicinò Mey, come a voler accertare l’accaduto.
“Ma no, no e con chi? Io amo Erick piuttosto non devi andare a lavorare? Ci vediamo stasera alle 21.00 passatemi a prendere” la buttò fuori di casa.
A lei non poteva dire di Shannon beh in effetti non poteva di certo dirlo a nessuno, visto che i suoi amici erano anche amici del suo futuro marito con che coraggio avrebbe potuto dire cosa le era successo; trasportata da questi pensieri si rese conto di non controllare il cellulare da due giorni e quando lo riprese dalla borsa trovò ben 60 chiamate perse: era lui. Non sapeva cosa fare, avrebbe forse dovuto richiamarlo per sapere cosa aveva da dirle? In fondo lo sapeva, era felice perché allora non era cambiato però non aveva la forza di rivederlo e rispecchiarsi in quegli occhi verde smeraldo, quel giorno c’era una giornata calda di sole, sicuramente i suoi occhi erano lucidi e belli come quelli di un Dio.
Il campanello la distolse dai suoi pensieri, incurante di chi potesse essere, aprì ritrovandosi così davanti quegli occhi a cui stava pensando: erano davvero più luminosi e più chiari di quanto non ricordasse.
“Ciao” gli disse lui stringendo forte i pugni, Maria era ancora in pigiama e con i capelli scompigliati ma ,nonostante questa sua forma di apparire continuava ad essere bellissima e il desiderio di averla per sé si impadronì nuovamente dell’uomo.
“Cosa ci fai qui?” chiese e titubante lo lasciò entrare anche se, dentro si sé una piccolissima vocina le diceva di non farlo.
“Volevo chiederti scusa per l’altra sera, non ero in me”.
“Lo so”.
I due rimasero in un imbarazzante silenzio, le loro anime avevano iniziato a urlare e a rincorrersi ma i loro corpi cercavano di stare il più lontano possibile l’uno dall’altro, c’era veramente poco da dire e quelle poche parole non potevano uscire, era come se dentro di loro vi fosse un fuoco pronto ad esplodere, se solo avesse avuto una piccola scintilla che scoccasse, l’uomo ammirò gli interni della casa, le pareti erano lilla, proprio come l’aveva immaginata, con sopra dei quadri di donne nude e di fiori.
“Non voglio che ti sposi” si decise poi Shannon a dirle, tentando di calmare la bestia che cominciava a pretendere di fuoriuscire nuovamente, “Ti voglio per me come prima”.
“Con quale coraggio ti permetti di venire in casa mia a dirmi queste cose?” cominciò a urlare lei arrabbiata più che mai, quell’uomo aveva davvero superato il limite, “Non solo mi hai violentata come un animale ma non provi anche a giustificarti. Perché Shannon? Che cazzo vuoi da me?” lacrime amare, di dolore e di amore iniziarono a rigarle il volto perché era rientrato così nella sua vita? E dire che ci aveva messo davvero tanto a dimenticarlo e a dimenticare ciò che c’era stato tra di loro, aveva anche provato con il sesso occasionale, l’alcol ma mai il suo ricordo era davvero sparito perché cambia dimora ma è sempre pronto a riapparire, ferendoti.
“Sei stata tu a riapparire nella mia vita cosa credi che sia stato felice quel fottuto giorno?” le disse rinfacciandole il giorno del loro addio.
“E’ risaputo che vai a letto con tutte le tue fan e chi più ne ha più ne metta, Shannon non fare finta di non essere così perché lo sei sempre stato solo che il denaro ti ha reso ancora più fottutamente marcio dentro!”.
“Ah sarei marcio?”.
“Sì, cazzo! Mi fai schifo!” furono le sue ultime parole perché poi il batterista si buttò a capo fitto sopra le labbra rigonfie e umide di Maria, senza che lei potesse provare a fermarlo e per quale motivo? In fondo era ciò che aveva sempre desiderato anche lei, anche se ancora non riusciva ad ammetterlo a se stessa.
Tentò in vano di implorarlo a lasciarla stare ma fu tutto inutile, le loro lingue unite e di nuovo inumidite le une dalle altre, non fecero altro che bagnare Maria di un desiderio inconfessabile:si ripromise però che mai più avrebbe ceduto a quella bestia già rigonfia e satura di desiderio ardente.
L’uomo le tolse velocemente i pantaloncini del pigiama, strappandole gli slip e bagnandosi le dita dentro una piscina di voglia, bloccò con forza il corpo della mora contro la porta di ingresso sbattendole i pugni sul legno per cercare di impedire eventuali tentativi  di allontanamento dal suo corpo nudo,tenne poi la sue sottili braccia con una sola mano: le entrò dentro, baciandole nel frattempo il collo e, alzandole l’altra gamba; Maria rimase paralizzata ad accettare dentro di sé quell’organo che aveva baciato con passione e amore tanto tempo fa, non lo voleva dentro o forse sì dato che, nonostante la sua bocca fosse libera di urlare, aveva invece iniziato ad emettere gemiti  contrari a quell’azione, incrociò la propria gamba contro il sedere del batterista per permettergli una migliore penetrazione ma continuò ad essere passiva e a cercare di distaccarsi inutilmente ormai l’orgasmo di Shannon era al limite e, con le ultime due botte pesanti, le venne dentro in maniera incontrollata.
“Sei un vigliacco” gli disse quando terminò e la lasciò cadere con le gambe al suolo, anche l’uomo la seguì e si inginocchiò e, accarezzandola, la baciò dolcemente: le loro labbra di nuovo insieme erano calde e fu bello per entrambi ritrovarsi nel ricordo di dieci anni prima, nulla sembrava essere cambiato, specie quando le braccia della donna strinsero contro il proprio corpo quello possente e palestrato dell’altro.
“Farei qualsiasi cosa pur di riaverti” le sussurrò all’orecchio.
“In fondo l’ho sempre saputo” sorrise, poggiando la propria testolina contro la maglietta nera di Shannon: lo aveva sempre sognato intimamente, quei sogni che non avresti mai il coraggio di raccontare a nessuno perché ne provi vergogna anche te stesso, sognava che un giorno lui sarebbe tornato e che avrebbe fatto di tutto per riprendersela.
“Ti odio!” gli disse.
“Ti amo” ricambiò lui baciandole la testolina.
Rimasero in quella posizione per oltre un’ora, nessuno dei due aveva voglia di tornare alla realtà struggente dei fatti: l’aveva violentata per la seconda volta e se lei avesse voluto avrebbe potuto benissimo denunciarlo e stroncargli così la carriera.
Fu Maria la prima a trovare il coraggio di distaccarsi da quella stretta tanto calda ed accogliente:
“Sai benissimo che non lascerò Erick per te” gli sussurrò alzandosi e abbandonandolo lì a terra ma sapeva benissimo che lui l’avrebbe seguita fino alla camera da letto, dove si fece trovare completamente nuda. Senza dire nulla gli si avvicinò e attese che il batterista la prendesse con i capelli e le costringesse a baciare e leccare il suo membro.
Quanto tempo che non faceva una cosa del genere? L’unico pisello che in tutta la sua vita aveva baciato era quello perché lei era così, sapeva come farlo eccitare, lo conosceva. Lo fece sedere sul divano e rimase inginocchiata a  baciargli l’intera asta e a leccargli il glande,rialzò la propria testa per vedere l’effetto che il proprio gesto stava provocando al volto dell’uomo ma questo con la sua mano grande le premette la faccia contro  il proprio cazzo facendoglielo arrivare quasi in gola, Maria continuò a muovere su e già la testa in perfetta sincronia con i gusti e i sospiri libidici di Shannon che era ormai quasi al termine, con gli occhi aperti e puntati allo specchio che c’era di fronte il letto continuava ad assistere beatamente alla scena, lasciò poi la testa riccia e la riposò sul letto per farsi forza. Dentro la bocca della donna, il pisello vibrava di voglia e quando si liberò completamente sul palato e sulla lingua lei continuò a leccare quei 24 cm continuando a  gustare il sapore salato del liquido che pian piano iniziava a ingoiare e a fuoriuscire sempre con meno quantità dalla carne del suo uomo. Suo uomo? Lui non era più il suo uomo, si distaccò nell’esatto momento in cui Shannon venne sopra il suo mento e il suo seno.
“Lasciami adesso” chiuse gli occhi, afflitta dal dolore per ciò che aveva fatto.
“Tiri i pompini a Erick? Eh Maria?”le chiese con una voce maligna e tirandola a sé  per i capelli: era tornato ad essere l’animale, il suo Shannimal, la donna non rispose dopotutto non ne aveva bisogno perché l’uomo conosceva già la risposta.
“Io amo Erick” rispose lei con le lacrime agli occhi, ritrovandosi sopra il pisello dell’uomo, eretto e quasi dentro di lei, “Lasciami adesso”.
“Scommetto che a lui mai dici quanto ti piace il suo pisello, ti ho visto l’altra sera e sembrava proprio non godessi da una vita” le si mise sopra, coprendola con il suo possente corpo: non riusciva a dare una spiegazione a ciò che gli stava succedendo e non capiva il motivo per cui avesse proprio deciso di finire all’inferno in quel modo, godeva nel vederla impaurita e così fragile forse inconsciamente era il suo modo di vendicarsi per tutta la sofferenza che gli aveva provocato,stavolta senza alcun preliminare le entrò dentro con forza.
“A lui lo dici che lo vuoi tutto dentro? Sa farti eccitare anche solo accarezzandoti? Non posso dimenticare l’altra sera,mentre io ti violentavo come una puttanella qualsiasi che mi imploravi dicendomi  ‘ancora, ancora e ancora’”.
“Shannon basta…” sobillò soffocando il tutto con un urlo di goduria o dolore: ormai nemmeno lei capiva cosa le stesse succedendo, lo stava odiando o lo stava amando in quel momento? Si impaurì nell’ immaginare la risposta.
I corpi stremati dei due amanti caddero a peso morto sopra il letto, adesso profumava di loro, Maria non faceva altro che piangere, Shannon invece era come se avesse scoperto il paradiso in quel modo anche se i sensi di colpa lo raggiunsero dentro il petto facendogli male a facendogli mancare quasi il respiro.
“Mi…Mi dispiace” la sfiorò appena.
“E questo il tuo modo di amare? Cosa ti è successo amore…” si bloccò nell’udire quelle parole uscitele dal profondo del cuore.
“Cosa hai detto?” le si mise sopra completamente nudo ed era ancora più bello di dieci anni prima, il suo corpo, nonostante la sua età, era perfetto e ancora più in forma di prima, la donna gli accarezzò la guancia sinistra sorridendo:
“Sono stata costretta a mollarti” deglutì le lacrime, “Ma non ho mai smesso di amarti né di pensarti su questo devi credermi, ti prego devi farlo”.
Per la prima volta, dopo lunghi anni, anche Shannon era di nuovo felice, si voltò ad ammirare i loro corpi nudi, l’uno sopra l’altro, nello specchio di fronte e ridacchiando pensò che l’aveva davvero influenza con quella fissa, a lui piaceva guardarsi mentre scopava e soprattutto amava vedersi assieme a lei, perché faceva uscire la sua parte più dolce quella che nessuno conosce.
“Ma poi ho incontrato Erick che…”
“Piace alla tua famiglia” terminò tristemente Shannon, rialzandosi tra le gambe sottile della donna: ce l’aveva di fronte completamente nuda, sapeva del suo sperma e la cosa lo eccitava.
“Ti ho lasciato anche per motivi che andavano oltre la mia famiglia” si lasciò sfuggire ingenuamente, la solita idiota che si lascia scappare le cose, quella caratteristica non l’aveva mai abbandonata negli anni.
“Che cosa vorresti dire con questo?”  .
“Dovresti andare, tra un po’ verranno le mie amiche per l’addio al nubilato” lo strinse a sé entrando in contatto col suo corpo e il proprio oblio contro il suo organo, non poteva rivelargli la verità: non aveva il coraggio di dargli quella shockante notizia, lo avrebbe ferito più di quanto non avesse già fatto dieci anni prima in quel parco.
“Voglio sapere di cosa si tratta!” urlò, “Ormai dimmi tutta le verità se non c’entrano i tuoi cos’altro poteva esserci?”, la sensazione di benessere fu ora sostituita da disperazione.
“Non posso dirtelo, lasciami andare adesso”.
“Avevi un altro?”.
“Ti amavo stupido! Come potevo avere un altro se volevo solo te?” riuscì a vincolarsi dalla forte stretta dell’uomo e si precipitò verso il bagno ma l’uomo la bloccò, prendendola per la spalla e facendola cadere contro le sue nude gambe.
“Dimmi la verità allora, non ti piacevo abbastanza? Ti vergognavi forse di me? Dimmelo ti prego…”.
“No Shannon”, ormai le lacrime avevano preso il sopravvento e il suo cuore distrutto da quel fardello portato da anni da sola si era logorato, l’uomo la fece sbattere contro il muro e strattonandola cercò di estorcerle quella verità che, ne era sicura, sarebbe stata dura da digerire.
“Dimmelo o ti ammazzo cazzo!” riprese a urlare più forte che mai.
“Ero incinta! Portavo in grembo tuo figlio, stronzo!”.
   
 
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