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Autore: Jade is Dazed    13/01/2012    2 recensioni
Sara e Vittoria sono amiche di vecchia data che hanno condiviso gioie e dolori, ma soprattutto l'ebbrezza di essere adolescenti nei mitici anni 80.
Ma cosa succederà quando quegli scimuniti dei loro figli dimostreranno loro che vale la pena di ritirare fuori dal cassetto tutti i loro ricordi?
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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What makes you think you’re something special when you smile?

-Considera tutto dimenticato, amica.-

 

Bach, Tchaikovsky, violins,

turn it off! That ain't my scene;

well, I'm sorry, girl, here's my confession:

I suppose a rock's out of the question?
[Let’s Get Rocked – Def Leppard]

 

L’ora di chimica trascorse più o meno placidamente: Sara finse di prendere appunti, quando in realtà la sua occupazione consisteva nello scrivere furiosamente su un quadernetto gonfio di fogli.

 

30 agosto 1983

 

Ieri, dopo esattamente trentacinque giorni dalla sua uscita, sono finalmente riuscita a comprare Kill ‘Em All dei Metallica, una band di Los Angeles che fa heavy metal: se papà lo viene a sapere, mi uccide.

Ma questo non ha importanza! Stamattina, mentre andavo a scuola, ho fatto in tempo ad ascoltarmi le prime tre canzoni, e devo dire che quest’album promette proprio bene.

La prima, Hit The Lights, è una vera scarica di potenza e, nell’intermezzo musicale, ha un riff davvero fantastico: i signorini però non m’hanno fregato, perché sono riuscita a riconoscerlo… Evidentemente gradiscono un sacco Great King Rat dei Queen, buono a sapersi!

The Four Horsemen potrebbe far storcere il naso a chi, come me, è allergico alle Sante Istituzioni (i quattro cavalieri dell’Apocalisse, per chi non ne fosse a conoscenza), ma di quelle poche tracce che ho ascoltato finora la posso ritenere la migliore, davvero. Dura i suoi sette minuti e passa, ma non è assolutamente tempo sprecato.

L’ultima che ho ascoltato invece si chiama Motorbreath, e direi che il testo è proprio quello che mi ci vuole ora: non finire come tutti gli altri a cantare la stessa canzone e ballare la stessa musica. Prenderò in parola mister Hetfield, promesso!

 

-Che combini?- Duff provò a riallacciare i contatti con la ragazza (d’altronde sarebbero dovuti essere compagni di banco fino alla fine dell’anno), rendendosi però conto che sarebbe stato più difficile del previsto.

-Scrivo, non si vede?-

-Lo noto benissimo…-

-Mi fa piacere.- tagliò corto quella, chiudendo il quadernetto in fretta e furia e riponendolo nello zainetto.

Il biondo si armò di quanta più pazienza potesse disporre e ripartì all’attacco –E… si potrebbe sapere che stavi scrivendo di bello?-

-Prendevo appunti…-

A quelle parole Duff non poté non ridere –Ne dubito, sai? Generalmente non si sorride compiaciuti quando siamo costretti a prendere appunti… di chimica, poi!-

Sara lo fissò impassibile: -Sai che sei meno stupido di quel che pensassi?-

-Me lo dicono tutti.-

-Fossi in te non ne andrei così fiero!- gli sorrise acida quella, tornando a fissare le pagine immacolate di quello che, teoricamente, doveva essere il quaderno degli appunti.

E va bene, stronzetta: 1 a 0 per te, ma la guerra è appena iniziata!

-Se non mi dici cos’hai scritto, dirò alla Morris che, anziché prendere appunti, durante le sue lezioni ti fai i cazzi tuoi…- buttò lì placidamente, facendo il finto indifferente.

La ragazza si bloccò e lo guardò malissimo: -Cos’è, un ricatto?-

-Io lo chiamerei invito, suona meglio.-

-Beh, sappi che il tuo invito può benissimo andare a farsi fottere, caro…- sbottò quella, marcando ironicamente l’ultima parola –E poi, da che pulpito! Se glielo dici tu, minimo minimo scoppia a ridere per un quarto d’ora, dai…-

Fece per girarsi, ma ci ripensò: -Ah, dimenticavo: ottima strategia, la usavo alle elementari.-

Detto quello, mantenne fede alle proprie intenzioni e iniziò a chiacchierare con Steven, dando le spalle ad un Duff sempre più stupito e contrariato.

 

 

-Hello, I love you, won't you tell me your name? Hello, I love you…- Vic canticchiava allegramente mentre la prof di chimica spiegava, più o meno indisturbata, acidi e soluzioni basiche. 
-… let me jump in your game.- Slash, seduto accanto a lei, terminò la strofa guardandola. 
-Anche a te piacciono i The Doors?- domandò stupita la ragazza, poggiando i gomiti sul banco e sgranando gli occhi. 
-Non te l'aspettavi, eh?-
-Mmm, sinceramente… no.-
Visibilmente stupito, il ragazzo si appoggiò su un gomito e la squadrò.
-Ah sì? E come mai?- 
-Dopo il battibecco tra Duff e Sara, direi che uno anche tra noi due ci sarebbe stato benissimo, non credi?- ribatté l’altra alzando il sopracciglio. 
Slash le sorrise, fingendo di prendere appunti sui bilanciamenti chimici, elementi basici, acidi... su tutta quella merda, ehm, affascinante-brillante-intrigante materia.
-Che ti sorridi?- gli chiese, imitandolo. 
-Fingi di prendere appunti per esercitarti nelle tue doti di attrice?- la stuzzicò lui, dando un'occhiata all'insegnante Guarda: la prof sembra averti creduto, non si è nemmeno accorta che stai bluffando alla grande.- 
La ragazza si voltò verso l'amico con un sorriso ironico: -Hudson, voglio solo informarti che le mie doti sono del tutto naturali, non ho bisogno di nessun tipo di esercizio.-
-Come ogni cosa del resto, vero?-
-Sì, come OGNI cosa. Sei contento, ora?-
-Soddisfatto come non mai, baby! Di certo non mi aspettavo che tu fossi una santa, considerando anche com'eri da bambina…- le sorrise Eri una rompicoglioni colossale, e ti ricordi quella volta che ti sei messa in mutande per far vedere che eri veramente una ragazza? Citandoti: “Vistooo?! Non ho l'uccellino come voi!” AHAHAHAH! Ma quanti anni avevamo?-
La ragazza abbozzò un sorriso, ricordandosi a malapena quel tassello di vita. 
-Cinque, sei… credo. Ma come fai a ricordarti queste cose?-
Il ragazzo esitò qualche secondo prima di rispondere: -Ottima memoria, solo questo.-
-Ah ok, beh… fortunato te. Io manco mi ricordo cos'ho mangiato stamattina… ah no, aspetta! Stamattina non ho mangiato!- la ragazza sembrava parlare quasi a se stessa, mentre Slash rise, scrollando la testa: -Da piccola non eri così spiritosa, o sbaglio?-
-Io sono sempre stata spiritosa! Solo che tu non te ne accorgevi.-
-Tu?! Spiritosa, tu? Ma se eri e SEI fredda, acida, menefreghista…-
-… e stronza, casinista, cannata, alcolizzata, bastarda… Abbiamo dimenticato qualcosa, Mr Hudson?- replicò Vic con uno sbuffo. 
L’amico notò il suo disappunto: -Non mi dire che ti sei incazzata!-
-No.-
-Ah sì? Sicura?-
-Sì, sono sicura. Va bene così?- sbottò, voltandosi di scatto verso di lui. 
-E così NON saresti incazzata?- Slash piegò la testa di lato, puntandole addosso uno sguardo di chi sa dove vuole arrivare. 
-Senti Slash, non vorrei picchiarti anche perché sono leggermente stanca, ed è solo il primo giorno. Comunque preferirei che tu non mi facessi notare ogni singolo secondo della mia vita che sono fredda, stronza, acida e tutta la serie di aggettivi che la gente sembra non stancarsi mai di elencarmi. Lo so come sono fatta, perché dovete ricordarmelo tutti?-
Slash la guardava, la sua espressione era visibilmente stupita: lui stava scherzando, eppure era bastata quella semplice battuta per far scatenare quella marea di parole…
Ma il flusso dei suoi pensieri fu interrotto da un'altra inondazione: -Cazzo, tu t'immagini che cosa significhi sentirsi ripetere continuamente, quasi ogni giorno, che dovrei essere “più solare”, “più aperta verso i sentimenti”, “più dolce”? Oh oh, aspetta, adesso arriva il meglio! “Vittoria, ma come riesci ad essere sempre così stronza, si può sapere? La maggior parte delle persone vuole avvicinarsi a te, ma tu le respingi: si può sapere qual è il tuo problema? Cos'è, ti fanno schifo i rapporti umani?” E non sai quante volte avrei voluto dire “Sì! Mi fanno schifo i rapporti umani, va bene?! Detesto gli abbracci, i contatti fisici, i baci sulla guancia, le strette di mano, quando mi toccano i capelli, quando la gente deve sfiorarti per sentire che ci sei…” Eccheccazzo, se vuoi solo palparmi, dimmelo no? Io sono fatta così. Mi manca quella parte che mi permette di avvicinarmi agli altri, come nei Lego… Ne sono sprovvista.- 
Vic parlava guardando dritta davanti a sé, ma la sua voce era un sussurro, e non c'entravano la prof e la sua lezione: non ne aveva mai parlato a voce alta, non ne aveva mai parlato con nessuno… non ne aveva mai parlato, e basta. 
-Vic, io…-
-No Slash, lascia stare.- aveva ripreso a costruire il muro di fronte a sé Facciamo finta che questo discorso non sia mai successo, ok?-
-No, Vic! No… perché te ne penti?-
-Non me ne sto pentendo!-
-Ah no?-
-No.-
Slash le guardava gli occhi, che lei continuava a far vagare per la classe, per evitare i suoi. 
-Mi stai evitando, come quando eri…-
-No! Smettila! Ok?- alzò la voce quella, pentendosene dopo un secondo. 
-Bass, c'è qualche problema?- la prof la fissò alterata. 
-No, prof… nessun problema.- 
-Bene, ne sono contenta! Ora riprendiamo con i bilanciamenti…-
La ragazza non parlò più, preferiva fingere di essere attenta alla lezione: non amava che le persone le leggessero dentro, che qualcuno riuscisse a scavalcare il muro che si era costruita durante quei diciotto anni. Mai mostrarsi deboli, MAI. 
Ma Slash non era così, Slash non si teneva tutto dentro. Slash voleva parlarle. Ma sapeva che lei non sarebbe stata d'accordo, la conosceva. 
Decise quindi di sfiorarle la gamba con la mano e, a quel contatto, Vic alzò gli occhi, sbarrandoli. 
-Non m'interessa se odi i contatti…- le disse Ma non sono mai stato bravo con le parole, a meno che non si tratti d'insultare qualcuno… Ti voglio bene, ghiacciolo. Posso chiamarti “ghiacciolo”, vero?-
E in fin dei conti, come poteva rimanere ostile a quel sorriso sincero?
-Solo se io posso chiamarti barboncino.-

 

 

Subito dopo il suono della campanella la professoressa di letteratura, tale Sandeurs, si era fiondata in classe, non dando tempo agli alunni di riprendersi dallo shock della lezione di chimica già al primo giorno di scuola.

Mmm, una che va subito al sodo… pensò Sara, fissandola e chiedendosi dove trovasse tutta quella voglia di fare.

-Qualcuno di voi conosce William Wordsworth?- esordì la donna, senza far caso se qualcuno la stesse ascoltando o meno, speranzosa come ad ogni inizio di anno scolastico.

-Non di persona, ma mia nonna dovrebbe farlo…- come al solito Slash ne aveva approfittato per sfoggiare il suo repertorio, venendo ricompensato con le risate dei compagni.

-Grazie, Hudson, i tuoi interventi sono sempre illuminanti.-

-Dovere, prof!- esclamò quello, un sorrisone a tremila denti stampato sul volto soddisfatto.

-L’autore delle Lyrical Ballads, appartenente alla prima generazione del Romanticismo inglese, assieme a Coleridge e Southey, se non erro…-

Nel sentire quelle parole il viso dell’insegnante s’illuminò, incontrando quello dell’allieva: -Come fai a conoscerlo…?-

-Fancini, sono Sara Fancini.- la ragazza le sorrise sincera: era bello vedere che esisteva ancora qualche docente che insegnava con passione.

-Ecco, Fancini… Come fai a conoscerlo?-

-Ho letto le Lyrical Ballads: alcuni componimenti li trovo davvero eccezionali, ad esempio Daffodils.-

-Stradlin, ma era così secchiona e insopportabile già da piccola? Dev’essere peggiorata con gli anni…- ghignò Axl, specie quando notò che l’amico lo stava incenerendo con lo sguardo.

A quelle parole Vittoria fece per girarsi e rispondergli per le rime, se solo Slash non l’avesse tirata per un braccio.

-Come minchia fa a sapere tutte queste cose?-

-Saul, fa quello che tu non hai mai fatto: legge.-

Il riccio ignorò la sua battuta acida e proseguì nella sua orazione: -Mi sembra una ragazza in gamba… Mi piacciono le tipe toste!-

-Cristo Santo, Hudson, prima che il tuo cervello ti faccia pensare cose che è meglio che vengano lasciate nel dimenticatoio, ti conviene fermarti… Ti supplico!- lo implorò l’amica, sbattendosi la mano sulla fronte.

Nel frattempo la Sandeurs osservava la propria alunna con sempre più ammirazione: -Davvero? E come mai ti piace?-

Sara si passò una mano tra i capelli, pensandoci un po’.

-Credo che sia per il totale capovolgimento delle nostre aspettative: voglio dire, noi stiamo leggendo di un Wordsworth intento a passeggiare in mezzo alla natura, perso nella sua totale contemplazione e in una descrizione minuziosa di ciò che lo circonda, quando… Pam! Il paesaggio sparisce per far spazio al poeta che, sdraiato sul divano, si ricorda di quella fantastica camminata in compagnia della sorella. È… spiazzante, ecco. È come se tutte le nostre previsioni se le fosse portate via quel mare di narcisi, non so se mi spiego.- concluse infine, arrossendo un po’. Generalmente non le piaceva uscire allo scoperto, ma quella volta non aveva proprio resistito.

Dopo qualche secondo di silenzio generale, la Sandeurs, ancora frastornata, riuscì ad aprir bocca.

-Io… io credo di capire alla perfezione quello che intendi dire, Fancini! Davvero, non sai quanto piacere mi faccia vedere come in questo Paese non tutto sia da buttare…- aggiunse, sorridendole gentilmente.

Axl e soci rimasero di sasso: da quanto tempo era che non vedevano la Sandeurs sorridere in quel modo? Dal primo giorno di scuola dei loro rispettivi primi anni di scuola superiore, quando ancora era all’oscuro di quali mostri le fossero capitati come alunni, quello era poco ma sicuro.

-Credevo che avesse dimenticato come si sorride!- esclamò stupito Steven, facendo ridere Sara di gusto.

-Allora sono una maga anch’io, evvai!-

-Benvenuta nel club, socia!- l’amico le diede il cinque, ridendo assieme a lei.

Improvvisamente la campanella suonò e mezza classe fu fuori dalla porta in un battibaleno, mentre la professoressa stava ancora parlando.

-Domani riprenderemo la poesia di Shakespeare, giusto per vedere i punti in comune con la poetica di Wordsworth, ok?-

-Magnifico, Shakespeare mi piace un sacco! Arrivederci, professoressa…- Sara la salutò entusiasta e raggiunse Vittoria e gli altri, che l’aspettavano nel corridoio.

-“Shakespeare mi piace un sacco, gnè gnè gnè! Arrivederci, professoressa, domani le porto anche il caffè!”- la prese in giro Axl, non appena la ragazza arrivò.

-Sto cercando d’ignorarti, Bailey. Lasciami continuare la mia occupazione in pace, grazie.- mormorò quella, con fare superiore.

-Ehm, Pizza Hut?- intervenne Steven, cercando di sedare una rissa sul nascere.

-Pizza Hut, andiamo!- esclamarono Slash e Duff entusiasti, facendo a gara a chi avrebbe raggiunto il locale per primo.

-I soliti coglioni…- borbottò Axl sprezzante, e Sara non poté non cogliere la palla al balzo: era vero che quei due le stavano sulle scatole, ma non si sarebbe lasciata sfuggire mai e poi mai un’occasione per rispondere per le rime a quel pallone gonfiato del suo ex amico d’infanzia.

-Ha parlato il re dei coglioni!- esclamò a voce alta, facendo sì che Izzy la prendesse sottobraccio e se la portasse via, al riparo dalla furia omicida di Axl Rose.

 

 

-Allora, che prendete?- la cameriera ventenne con l’immancabile cappello rosso da cow-girl si sporse un po’ troppo sul tavolo, sbandierando praticamente ai quattro venti la mercanzia di cui Madre Natura l’aveva dotata.

-A loro due- esordì Axl, indicando le uniche due presenze femminili di quella compagnia –porta quello che di solito prendi tu, per mantenerti così…-

A quelle parole la ragazza gli sorrise maliziosa, ridendo come solo le ochette sanno fare.

Sara corrugò la fronte parecchio perplessa, ma fu Vittoria ad intervenire per mettere subito in chiaro le cose: -Magari un’altra volta, grazie.-

La biondona cessò di ridere e la guardò storto, ma tornò a concentrarsi sulla componente maschile, giusto per ritrovare il buonumore.

-A voi è meglio che non porti quel che mangio io, vero?- le scappò un ulteriore risolino, falso come i soldi del Monopoly.

-Beh, se avessi le tette starei tutto il giorno a toccarmele…- rifletté Slash a voce alta, facendo rispettivamente alzare gli occhi al cielo a Vic e Sara, sbattere la mano sulla fronte a Izzy e ridere a crepapelle Duff e Steven.

Axl si limitava a sorridere divertito, non concedeva più di un tot. di soddisfazione al riccio per quelle sue battute ai limiti dello squallore.

-Beh, io allora prendo una Super Supreme Pizza e una bionda grande… Non te, eh!- continuò imperterrito quello, facendola squittire per l’ennesima volta.

-Voi?-

Axl, Izzy e Duff ordinarono tre Meat Lover's Pizza e tre birre alla spina, mentre Sara e Vittoria si accontentarono delle margherite.

-Io invece assieme alla birra ci vorrei un bel piatto di spaghetti all’amatriciana, grazie…- le spiegò cortesemente Steven, guardando un po’ perplesso Sara quando questa scoppiò a ridere.

-Che cazzo ha?- chiese Slash altrettanto confuso a Vittoria, e quella sospirò.

-Lasciatela stare, fa sempre così: quando sente gli americani parlare in italiano non ce la fa…-

-Scusami, Steven… AHAHAHAHA, ma davvero, non volevo! Sei buffissimo!- e giù altre risate, sotto gli sguardi sconcertati dell’intera tavolata.

-Cocche, non vorrei interrompere la vostra festa, però non avete ordinato da bere…- intervenne la cameriera, più per spezzare quell’atmosfera che per un ligio senso del dovere.

-Coca Cola grande, grazie.- tagliò corto Vittoria, senza guardarla in faccia, mentre Sara ispezionava il menù in cerca di un segnale divino.

-Senti, non è che per caso avete del the freddo alla pesca?- chiese infine speranzosa, facendo sì che la “rossa” si sbattesse vistosamente la mano sulla fronte.

-No, abbiamo solo Coca Cola, Pepsi, Fanta, 7 Up e Sprite!- sbottò quella scocciata, picchiettando impaziente la penna sul blocco per le ordinazioni.

-San Freddie Mercury, quand’è che voi americani la pianterete di essere così strani, eh?-

-Fino a prova contraria lo sei anche tu, o sbaglio?- la punzecchiò Izzy, sorridendo impercettibilmente.

-Dettagli trascurabilissimi, Jeffrey! Dammi una Sprite e facciamola finita qui, dai…- mormorò infine, chiudendo il menù e sbattendolo sul tavolo.

-Era ora!- sussurrò la bionda neanche tanto a bassa voce, andandosene via sculettando prima che le due ragazze potessero metterle le mani addosso, e non nello stesso senso che intendevano Slash ed Axl.

-Tè? Non è che per caso sei inglese anche tu?- Slash era già ripartito all’attacco, e quel tentativo patetico d’abbordaggio fece roteare gli occhi alla diretta interessata.

-Mi dispiace per te, Hudson: mezza italiana.-

-Beh, si capiva un po’ dall’accento, no?- s’intromise Steven, sorridendole.

Generalmente quando la gente tirava in ballo il suo accento la ragazza non riusciva a starsene zitta, ma capì che il biondo non l’aveva fatto con cattive intenzioni, e decise così di sorridergli a sua volta.

-Comunque abbiamo una cosa in comune, siamo entrambi europei! Ci assomigliamo! Non è una figata?- il riccio non demordeva, e ormai Sara aveva perso quel briciolo di pazienza che rimaneva ancora in lei.

-Ma certo: difatti anche Hitler e Stanlio e Ollio erano simili, no?- gli sorrise lei falsa, facendo sghignazzare Izzy e Steven neanche tanto di nascosto.

-Come mai vi siete accontentate di due semplici margheritine, ragazze?- dato che la biondona se n’era andata, Axl tornò a concentrarsi su Vic e Sara. 
-La vostra amica ci ha dato la nausea, e abbiamo perso l'appetito.- replicò secca la seconda. 
-Oh, ma cos'è, siete gelose?- domandò Slash, appena ripresosi dal fallito tentativo di rimorchio. 
-Ma no, sapete benissimo che noi non abbiamo che voi in mente, siete le nostre preferite. Non potremmo vivere senza di voi!- Axl rincarò la dose di dolcezza. 
-Sara, puoi farmi un piacere? Tienimi indietro i capelli, sto per vomitare.- 
-Scusa?! Noi vi mostriamo il nostro affetto e voi ci ripagate così? Che stronze!- 
-Axl, dovresti saperlo che ormai “stronza” è un complimento.- incominciò Vittoria, levandosi la giacchetta Scusate, ma voi non avete caldo?!-
-Saranno gli ormoni, te l'avevo detto di non sederti troppo vicino a me, faccio spesso questo effetto alle ragazze!- aveva risposto laconico Axl.
-Ah, ah, ah. Hai finito con le stronzate? GRAZIE.- lo rimbeccò lei, per poi voltarsi verso Sara per chiederle se voleva accompagnarla fuori a fumare, ma si accorse che stava chiacchierando con Pop Corn. 
-Vuoi compagnia?- Axl indicò il pacchetto di Lucky Strike che teneva in mano. 
-No, non vorrei mai che il fumo ti uccidesse.- tagliò corto lei, uscendosene dal locale. 

Solo una volta fuori la ragazza si accorse di essere senza accendino; provò a frugare in tutte le tasche possibili ed immaginabili dei pantaloni ma niente… molto probabilmente l'aveva lasciato nella tracolla. Si passò le mani tra i capelli scompigliandoseli e imprecò. 
-Cheppalle!- 
-Ti serve d'accendere?- 
Vic si voltò e vide Axl che le dondolava un accendino davanti al viso. 
-Sì, hai indovinato.- lei allungò la mano per afferrarlo, ma l'altro trasse indietro la mano con sguardo divertito. 
-Oh, ho capito: questi sono quei giochetti che divertono tanto i ragazzi, vero? Dai Rose, dammi l'accendino.-
-Sennò che mi fai?-
-Non ti faccio niente, non sono in vena di omicidi, oggi. Dammi l'accendino.-
-No.-
La ragazza alzò gli occhi al cielo e, dopo aver tirato giù tutti i Santi del Paradiso, bisbigliò un: -E allora, se non vuoi darmi l'accendino, posso sapere perché cazzo sei uscito?-
-Ohi, ragazzi! Entrate, è arrivato da mangiare!- l'intervento di Pop Corn non permise ad Axl di risponderle, così entrò, seguito da Vic. 
-Sei riuscita a fumare?- domandò Steve all'amica. 
-No comment, ok?-

 

-Cazzo, ma questo Meat Lover's Pizza è la fine del mondo!- fu il commento di Duff non appena ne assaggiò una fetta. 
Neanche a farlo apposta, la cameriera arrivò proprio in quel momento con gli altri tre piatti e, avendolo sentito, non si lasciò scappare l'occasione: -Buona, eh? È la nostra specialità!- e posò le altre tre pizze a Slash, Axl ed Izzy. 
-Avrei giurato che quella fossi tu.- Slash le rivolse un sorriso sornione, al quale lei, neanche a dirlo, rispose con uno da gatta morta… e pure in calore. 
-Da quando in qua “specialità” e “zoccola” sono sinonimi?- Vic non si degnò nemmeno di abbassare la voce nel commentarla, mentre Sara sorrise, continuando a tagliare la propria pizza. 
-Come, scusa?- la bionda non era nemmeno all'altezza di saper fingere di non aver sentito. 
-Oh, wow, parli con me?- Vic si guardò intorno, per poi indicarsi il petto con il dito. 
-Sì, proprio con te!- replicò quella poggiando le mani sui fianchi. 
-Strano, non sono un maschio! Come mai ti degni di rivolgermi la parola?- le chiese sorseggiando la Coca Cola dalla cannuccia e osservandola con gli occhi verdi. 
-E con questo cosa vorresti insinuare, eh? Sentiamo un po', sono curiosa!-
-Ah, io non volevo insinuare nulla. Se non sbaglio questo è un Paese libero, o no? Stavo solo parlando con la mia amica Sara, mentre aspettavo che te ne andassi e ci restituissi l'aria che ci stai rubando da quando siamo entrati.-
-Qui qualcuno è geloso, o sbaglio?-
-Qui qualcuno sta rompendo, e non mi sto sbagliando.-
-Tu, brutta…-
Izzy dovette intervenire per alleviare la tensione ed evitare una rissa: -Ehm, dai ragazze, smettetela, che dite? Vic, eddai, cazzo…- ma voltandosi verso di lei le fece l'occhiolino, per poi ritornare alla bionda Jenny, giusto? Mettiamoci una pietra sopra, dai.-
-Sì, sopra di lei!- commentò Vic beccandosi un'occhiataccia, anche se comunque divertita, da parte di Sara. 
-Va bene, va bene. Riconosco che forse mi sono lasciata troppo andare… Ci si vede dopo, ok belli?- bofonchiò la cameriera e fece l'occhiolino ad Axl. 
Vic osservò la scena e una stretta acida s'impossessò del suo stomaco.

Ehi, ehi, Bass: che ti sta succedendo?
La ragazza tornò a concentrarsi sulla pizza e sul suo appetito praticamente inesistente. 
-Niente male la bionda, eh?- commentò Axl, soddisfatto di sé. 
-'Na scopata gliela darei volentieri anch'io!- Slash non si smentiva, in quanto a finezza. 
-Queste sono soddisfazioni!-
-Mamma mia, William, come ti diverti con poco!- esclamò Sara, profondamente disgustata. 
-La tua è tutta gelosia, Fancini! Dì la verità, vorresti essere al posto suo, eh?- 
-Contaci, contaci…- rise quella irrisoria.
-O magari tu, Bass?- l'attenzione del ragazzo si spostò su Vittoria, sotto lo sguardo divertito di Slash e Duff, e quello scazzato di Sara. 
-Rose, ce l'hai proprio con il mio maschiaccio, eh? E mollala per un attimo!- Pop Corn corse in aiuto dell'amica, mettendole un braccio attorno alle spalle. 
Vic ringraziò con lo sguardo il biondo, che le rispose con il suo solito sorriso gentile. 

-Gente, allora oggi lavoriamo sul riff di ieri di Slash?- intervenne Duff, dopo essersi assicurato che la birra fosse fredda al punto giusto (testuali parole).

-Concordo, man! È troppo figo per lasciarlo inutilizzato!- lo sostenne l’amico, avventandosi sulla pizza come una bestia che ha dovuto patire chissà quali carestie.

-Riff? Di cosa state parlando, scusa?- Vittoria si rivolse a Steven, l’unico dei suoi tre amici d’infanzia che in quel momento pareva non dedicare anima e corpo allo smembramento di povere pizze.

-Stiamo tutti nella stessa rock band, cara!- le fece l’occhiolino quello, dandole un buffetto sulla guancia.

Sentendo quelle due paroline magiche Sara si rianimò.

-Per caso hai detto “rock band”?!-

-Ebbene sì!- Steven le sorrise raggiante, tirando fuori le sue inseparabili bacchette ed esibendosi in un 4/4, ottenuto pestandole sul tavolo.

-Figataaa! Cominciate a starmi simpatici, sapete?- rise quella, bevendo un paio di sorsi dalla lattina.
-Comincio a chiedermi se mi sia possibile…- fu il commento di Axl. 
-Cosa?- intervenne Izzy, guardandolo curioso.
-Al fatto di lasciarla stare…- si bloccò un secondo, indicando Vittoria …intendo che come vittima per le mie battute è l'ideale, dico bene, Vic?-

-Cheppalle che sei, Bailey!- sbottò Sara –E fattela una vita sociale, no? Sei sulla buona strada per finire a fare il serial killer!-
Axl la incenerì con lo sguardo, ma poi passò a guardare Vittoria; la ragazza però aveva ancora lo stomaco inacidito dall'occhiolino della cameriera. 
-Sì, come vuoi…- e spostò il piatto lontano da lei. 
-No, ma fammi capire: non mangi più?- Sara si voltò verso di lei sbarrando gli occhi. 
-No, ma tranquilla… Non morirò di fame, adesso vado a fumare.-
-Sì, vai ad incenerirti i polmoni! Quello fa bene, eh?- l'amica era irremovibile su certe idee. 
-So che in realtà hai solo paura che ti abbandoni, ma non disperare: torno subito!- quella volta, però, si ricordò di prendere l'accendino. 
-Allora ce l'avevi!- esclamò Axl sorridendo.

-E chi ha mai detto il contrario?- replicò acida lei.
-Vuoi che ti accompagni?- le chiese Duff, notando un po’ di tensione nell’aria. 
-Come vuoi, ma non penso che mi perderò!-

 

 

Izzy finì la birra e sospirò soddisfatto: anche quel giorno era riuscito a pranzare decentemente, il che non era cosa da poco.

Si guardò dunque un po’ in giro, notando che l’amica era ancora intenta a discutere con il batterista riguardo il miglior singolo dei Queen finora uscito: scosse la testa divertito e le si avvicinò, piombandole alle spalle e tirandole un leggero pizzico sul braccio.

-Sara, non è che verresti con me a scuola, a prendere il pick-up? Sai com’è, il garage è un po’ distante e alla mattina io e Axl veniamo sempre in macchina…-

-Va benissimo, mi ci vogliono proprio quattro passi per digerire!- gli sorrise quella, congedandosi da Steven e seguendolo di buonumore.

 


Una volta usciti dal locale, Duff non si lasciò sfuggire l'occasione di parlare all’amica di vecchia data. 
-Sara sembra odiarmi.-
La ragazza lo squadrò mentre si accendeva (FINALMENTE) la sigaretta, alzando il sopracciglio. 
-Lei non ti odia, anzi: quello è il suo modo di dimostrare che le vai a genio!-
-Ah sì? Pensa se mi odiasse…-
Vic fece una smorfia divertita, aspirando una boccata di fumo. 
-Anche se comunque mi fido di te, sai?- continuò Duff, sotto lo sguardo incuriosito dell'amica Voglio dire… se anche tu adotti la stessa tecnica di Sara, questo vuol dire che tra te e Axl…-
-NO! “Io e Axl” proprio niente!-
-Chi disprezza compra, te l'ho già detto, no?-
-Ti stai sbagliando, smettila.- tagliò corto la ragazza, spegnendo la sigaretta per terra. 
-Ma…-
-Smettila! Ok? Smettila. Io ed Axl non avremo mai niente a che fare… Almeno non nel senso che intendi tu, va bene?-
Ma Duff non la guardava: era concentrato su quello che c'era dietro di lei, e così anche Vittoria non resistette più e si voltò.
-Tieni la tua borsa, noi stiamo aspettando che Izzy arrivi con il pick-up.- Axl le porse la tracolla, per poi tornare verso gli altri.

 

 

Una volta arrivati al parcheggio, Izzy mostrò tutto raggiante il suo bolide alla ragazza.

-Cazzolina, è una figataa!- esclamò lei, girandoci intorno.

-Quei cazzoni hanno preso l’abitudine di scriverci sopra con l’indelebile, e ormai ci sono affezionato…- sorrise lui, accarezzando la carrozzeria.

A quelle parole la ragazza frugò nello zainetto e ne tirò fuori un pennarello nero: in meno di due nanosecondi la sua “opera d’arte” era bella che fatta.

Si scostò e permise all’amico di ammirarla, e quello non poté fare a meno di ridacchiare.

-“If you can’t be a highway, then just be a trail”, eh?-

-Direi che è in tema! Una delle mie citazioni preferite in assoluto: nella vita non occorre fare qualcosa di eclatante per dimostrare quanto valiamo…-

-Direi proprio di sì.- le sorrise nuovamente quello, scompigliandole i capelli –Monta su, dai!-

Sara non se lo fece ripetere due volte e lo seguì all’interno della vettura.

Dopo neanche un minuto di perfetto silenzio, il moro prese a parlare a voce bassa e profonda.

-Sai che giorno siamo oggi?-

La ragazza scosse la testa e lo guardò con un’espressione interrogativa.

-Nove anni… Sono passati nove anni e un giorno dall’ultima volta che ti ho visto…-

Il cuore di Sara prese ad accelerare: ricordare quei momenti non era mai piacevole per lei, e in passato le era capitato molto spesso di svegliarsi nel cuore della notte dopo averli rivissuti in sogno.

-So che ora è un po’ tardi, però… Boh, non saprei neanch’io che cosa dire…- ridacchiò imbarazzato l’amico –So solo che non è stata un’azione che definirei corretta, ecco.-

A quelle parole la ragazza s’irrigidì.

-Avevo nove anni… Nove anni, Jeff, e ho saputo la notizia quella stessa mattina… Io… Ho pianto come una cretina, quando l’ho saputo… E quando siamo partiti… E pure per i mesi a venire, sappilo! È stata una situazione orribile, credevi forse che mi avesse fatto piacere?!-

-Le telefonate esistono, no? Potevi farcene una! O una lettera, che cazzo ne so! Non si buttano giù per il cesso quattro anni d’amicizia… La nostra, poi! Davvero…-

-Jeffrey, io…- cominciò quella, ma lui la fermò.

-Non fa nulla, Sara. Davvero, non m’importa.- mormorò, accarezzandole una guancia e facendola avvampare.

Sara non faticò a notare il sorriso amaro che gli si era dipinto sulle labbra e lo stomaco le si strinse.

Trascorse il breve tragitto scuola-pizzeria in silenzio, girata verso il finestrino ed intenta a mordersi il labbro inferiore, cercando di non far sfuggire neanche una lacrima dalle palpebre.

Fanculo.

 

 

Quando arrivarono a destinazione, trovarono i ragazzi che li aspettavano fuori.

Montando sul pick-up, Slash vide Sara un po’ contrariata.

-Piccola, cos’è quel brutto muso?-

-Ho un po’ di mal di testa, tutto qua.- tagliò corto quella, incrociando le braccia sotto il petto e guardando fuori dal finestrino.

Il fatto che non gli avesse risposto male lasciò il riccio alquanto stupito, mentre Vittoria la osservava di sottecchi: c’era qualcosa che non andava, e toccava a lei sapere se ci fosse un rimedio per sistemare la faccenda.

Dopo quattro minuti arrivarono di fronte ad una villetta bianca, con tanto di acero giapponese nel giardino.

-Qualcuno mi deve spiegare da dove tirate fuori i soldi per vivere qui…- cominciò Sara, riprendendosi dall’incazzatura –Avete fatto la fine dell’asino che defecava zecchini?-

Axl le fece un medio istantaneo, al quale lei non poté non rispondere con un gesto uguale.

-La signora Coleman è una vecchietta che c’ha permesso di vivere e di fare le prove nel suo garage… Sai com’è, cercava compagnia e siamo capitati nei paraggi noi! Fortunata, no?- intervenne Izzy, facendo ridere Vittoria.

-Penso proprio che starà facendo i salti dalla gioia per la sua bellissima scelta!- esclamò quella, scostandosi una ciocca dai capelli.

-Ma sì, in fondo non ci costa niente… Ci porta anche da mangiare e non viene quasi mai a rompere le palle… Poi è pure un po’ sorda, quindi non la disturbiamo quando suoniamo! Quando mai ci ricapita un’occasione del genere?- asserì di nuovo quello, facendo annuire tutti in segno d’assenso.

-Occazzo, occazzo, occazzo!- Sara si sbatté la mano sulla fronte, iniziando subito a frugarsi nelle tasche, sotto lo sguardo perplesso degli astanti –Devo avvisare i miei che non tornerò a casa subito, merdaa!-

La ragazza fece una posa trionfante non appena riuscì a trovare un paio di gettoni e si precipitò alla cabina telefonica dall’altra parte della strada.

“Pronto, mamma? Oh, per fortuna sei tu! Senti, scusami se non sono tornata, ma Vic m’ha invitato a casa sua e allora abbiamo pranzato insieme… Sì, lo so che senti rumore dalla strada… Ti credo, stiamo andando a farci un giro in centro! Ecco, bene… Papà non c’è? Perfetto! Senti, se ti chiede qualcosa digli che sono andata a farle compagnia perché… perché… perché sua mamma era al lavoro e quindi sarebbe stata a casa da sola! Ecco, brava… Meglio non dirgli per i compiti, risulta poco credibile al primo giorno, no? Eh, lo so che sono in quinta, mamma, ma risulta poco credibile lo stesso, cazzo! Sì, tranquilla, sarò lì per l’ora di cena, don’t worry! Cià, cià”

Finita la telefonata la ragazza sospirò, voltandosi verso il gruppo di amici, che la fissavano interdetti.

-Alt! Non aprite bocca, so già quel che volete dire… Ebbene sì, mio padre rappresenta il perfetto stereotipo del maschio italiano!- sbottò quella, scuotendo le braccia teatralmente.

-Veramente noi ci stavamo chiedendo se avessi le branchie, dato che hai parlato per tutto questo tempo senza respirare nemmeno una volta…- borbottò Slash, guadagnandosi una sberla sul coppino dalla ragazza.

-Beh, ma sentite… Spiegateci un po’ com’è nata la vostra band!- cominciò Vittoria –Come avete detto che vi chiamate, scusa?-

-Guns n’ Roses, donzella!- esclamò Duff, soffiando un anello di fumo.

-Non male.- Sara aveva emesso la sua sentenza, e l’amica non poté non sorridere divertita: certo che s’impegnava parecchio per fare la parte della sostenuta, eh!

Fu allora che cominciò il riassunto, dettagliato però!, della nascita della band. Steven si produsse in un elaborato racconto di quando aveva imparato a suonare la batteria e passava i pomeriggi a suonare con Slash e Duff, Izzy ricordò i tempi in cui lui ed Axl erano appena arrivati a Seattle e cercavano un bassista, annuncio al quale aveva risposto Duff che, nel momento in cui gli altri due membri della band avevano lasciato una chitarra e la batteria libere, ne aveva approfittato per suggerire ai due tizi dell’Indiana un capellone e un batterista biondo di sua conoscenza.

-Beh, vi tenete proprio impegnati.- commentò Vic, seduta sul muretto e intenta ad accendersi una sigaretta. 
-Più che altro abbiamo constatato che i musicisti rimorchiano un sacco!- Axl non si lasciò sfuggire
nemmeno quella volta l'occasione di sottolineare l'importanza dell'approfondimento degli esemplari del gentil sesso. 
-
Sì, va bene, 'ste risposte ormai le considero scontate.- fu la replica della ragazza che, dopo una boccata di fumo, tornò a concentrarsi sull'aspetto musicale E che cosa suonate?-
-Abbiamo anche qualcosa di nostro, ma più che altro sono cover, per il momento… Tipo Van Halen, Ramones, Rolling Stones, anche dei Queen…- le spiegò Duff, cogliendo una scintilla di felicità negli occhi di Sara quando pronunciò il nome della band di Mercury. 
-E oggi
, gentili donzelle, pensavamo di proporvi una delle canzoni più belle del mondo: Satisfaction!- s'intromise Slash, con un sorriso a trentadue denti. 
-Oh
, my Mick!- esclamò Vittoria, portandosi una mano sul cuore. 
-Sappiate una cosa, ragazzi- si affrettò a precisare Sara
alla parola “Mick, come del resto con Jack, la qui presente Vittoria Bass va… come posso dire? In totale delirio?- si voltò verso l'amica con un sorriso divertito. 
L'altra scese dal muretto:
-L'hai detto, donna! Ma come puoi darmi torto? Mick Jagger è… Mioddio! Io…- 
Ma l'amica la interruppe subito:
-Alt alt alt, ti prego, risparmiaci la dettagliata descrizione di quanto sesso ispira, di quello che ti piacerebbe fare con lui, della parte più sexy del suo corpo. RISPARMIACI, almeno per stavolta!- 
I ragazzi si misero a ridere sotto lo sguardo incazzato, ma tutto sommato anche divertito, di Vittoria. 
-Beh, deduco che ti piacciono i vecchietti, eh?- affermò Slash entrando nel garage. 
-Tu pensa ad arrivare a
quarant’anni come lui, e poi ne riparliamo!- ribatté la ragazza. 
-Ahi, ahi! Io vi avevo avvertito: non datele contro su Mick e Jack!- Sara si divertiva a stuzzicare l'amica. 
Vic le mimò un Vaffanculo, stronza!- con le labbra, al quale lei rispose creando un cuore con entrambe le mani. 

Nel frattempo i ragazzi avevano tirato fuori i loro strumenti e sistemato tutta l’attrezzatura: bastò un cenno veloce per far sì che partisse il brano nominato in precedenza.
-I can't get no satisfaction, I can't get no satisfaction, 'cause I try, and I try, and I try, and I try... I can't get no, I can't get no!-
Oh, beh
, CAZZO. Devo rimangiarmi tutto quello che ho pensato su Axl! , ok, sarà uno stronzo fino al midollo, ma che cazzo di voce ha?

Vic spalancò gli occhi non appena il ragazzo di fronte a lei cominciò a cantare. 
Hai capito il fighetto di La
fayette! Devo dire che non se la cava male, almeno quando canta non usa la bocca per sparare cazzate!

Anche Sara era d'accordo con l'amica: che si trattasse di simbiosi? 


When I'm drivin' in my car

and that man comes on the radio,

he's tellin' me more and more

about some useless information,

supposed to fire my imagination

 

Axl si muoveva sicuro tra gli altri, camminando con passo felino e sguardo malizioso a portata di mano.

Nel frattempo Sara si divertiva ad osservare le espressioni entusiaste che Steven faceva mentre pestava sulla batteria o la concentrazione di Izzy nel suonare la chitarra: rivide nei suoi occhi scuri la stessa precisione che utilizzava da bambino nel giocare al parco. La diversità tra lui ed Axl, per esempio, stava proprio nel fatto che lui curava ogni minimo dettaglio e, cosa ancora più importante, s'interessava alle conseguenze delle sue azioni.


When I'm watchin' my TV

and that man comes on to tell me

how white my shirt can be,

well, he can't be a man,

 'cause he doesn't smoke the same cigarettes as me!


Cazzo, ma Slash è preso malissimo a suonare la chitarra! Oddio, se mi becca mentre lo guardo e rido, va a finire che mi picchia! Ma chi se ne fotte, è troppo bello. 
Vic cercava di concentrarsi sugli altri componenti della band, ma il modo in cui l'amico abbracciava la chitarra era qualcosa che non aveva mai visto prima, assolutamente no.

Non c'è niente da dire, sembra nato per suonare. 

Sara si diede mentalmente della deficiente per non riuscire a non guardare Duff: doveva ammetterlo, ci sapeva fare.

Poi vabbè, chissenefrega, io ho sempre avuto un debole per i bassisti, è ovvio che mi metta a guardarlo… No, no, non un debole in quel senso, cazzo! Fottuto cervello, quando ti deciderai a funzionare come si deve?

La ragazza scosse con vigore la testa, cercando di cacciar via quel pensiero bacato ma, così facendo, attirò l’attenzione del biondo, che prese a fissarla. Per tutta risposta quella, decisa a non dargli alcuna soddisfazione, spostò il proprio sguardo su Izzy, mentre Duff non poté non sorridere tra se e se.



-Allora, ragazze? Che ne pensate?- Steven si appoggiò
con un bel sorriso sul tavolo, di fronte a Vittoria e Sara. 
Le due amiche si guardarono, rivolgendosi la stessa espressione che
lui aveva riservato loro. 
-M
mm, non siete male...- commentò Vic con tono ironico. 
-
, ve la cavate benino, dai!- si aggiunse anche Sara. 
-'Ste stronze!- s'intromise Slash
, scrollando la testa ed accendendosi una sigaretta; era comunque facile da notare un sorriso nascosto da quell'ammasso di ricci. 
-Come siamo eleganti, Hudson!- lo apostrofò l'amica d'infanzia, uscendo per fumare. 
Fuori trovò Axl, impegnato nell'ardua impresa di farsi una sigaretta.
-Come mai non te le compri già pronte come tutte le persone normali?-
Il ragazzo passò lo sguardo dal tabacco a lei,
che se ne stava davanti a lui con la Lucky Strike tra le mani e i Ray-Ban addosso. 
-Costano di meno, e poi così posso metterci dentro qualcosa in più oltre al semplice tabacco.-
-Tanto non corri il rischio che ti
si brucino i neuroni, no? Il tuo ultimo deve essersi già suicidato dalla solitudine, o mi sbaglio?-
Axl era intento a rollare la carta, ma non nascose un sorriso:
-Sono convinto che non smetterai tanto facilmente con questa tua vagonata d'amore, giusto?-
-E che cosa ti ha condotto a questa conclusione così illuminante?- gli domandò
lei, incrociando le braccia. 
-Intervento divino, credo. O semplicemente una botta di culo, chi lo sa
...- finalmente si accese la sigaretta fai-da-te. 
-La mia dose di scetticismo mi porta a optare per la seconda.-
-Scetticismo? Cioè, non credi a niente?- Axl aveva uno sguardo curioso. 
-Non a tutto, diciamo.-
-M
mm, fammi pensare...- rimase per qualche secondo con la sigaretta a mezz'aria, gli occhi chiari rivolti verso il basso. -Negli alieni?-
-No.-
-In Dio?-
-Tsk, ma per favore!-
-E nell'amore?-
Vic piegò la testa di lato e sbuffò:
-Mi stai prendendo per il culo?-
-Ok, ok
...- portò le mani in alto in segno di resa E allora, in cosa credi?-
-Nell'alcool. Nella droga. Nel sesso. E nell'amicizia, ma in quella vera.-
-Le stesse cose in cui credo io. Curioso, no?-
-Botta di culo.-
Per la prima
volta si sorrisero, e per davvero. Era uno di quei sorrisi che sembrano durare tanto, forse anche troppo. E Vic sapeva che le cose che sono troppo (troppo belle, troppo buone, troppo perfette, troppo tutto) non durano. 
-Io torno dentro.- disse lei, passandosi una mano tra i capelli. 
-Ah ok, va bene.- 
Nei suoi occhi non era poi così difficile leggere una sfumatura di
... delusione? 
Non sono mai stata delusa in vita mia pensò Vic
, entrando nel garage.

 

 

Il resto del pomeriggio passò tutto sommato tranquillo, tra cover varie e bottiglie di birra (e lattine di Coca Cola per Sara) stappate ad intervalli sempre più brevi.

-Aspetta, rosso: ripeti come hai detto che ti chiami…- si rivolse quest’ultima al cantante.

-Axl Rose.-

-Mmm… Per caso ti piacciono i giochetti di parole?-

-Come, scusa?- intervenne Vittoria, non seguendo il ragionamento dell’amica e non capendo il sorrisetto poco rassicurante che quella aveva incominciato a fare.

-Fellatio, Vic.-

-Fell-che?-

-Niente, Steven; sarà un modo chic per dire “lascia stare”…- s’intromise Slash, facendo il finto saccente, ruolo che non gli si addiceva manco per il cazzo proprio per nulla.

-Veramente era il modo in cui gli antichi Romani chiamavano il cosiddetto spompinamento, Hudson.- gli fece Sara serafica, mentre gli altri scoppiarono tutti a ridere.

L’apoteosi della giornata venne però raggiunta quando proprio Slash, dopo aver ingollato l’ennesima bionda, s’impadronì del microfono (quando lo aveva visto, Izzy non aveva potuto non commentare la vicenda con un –Occristo, perché quella volta non sono nato sordo?!-, anticipando alle new-entry la gravità della situazione) e si esibì in quella che lui stesso definì la sua “miglior interpretazione” di Cocaine, lasciando Sara praticamente di sasso. E non nel senso positivo dell’espressione.

Era quindi praticamente scontato che, quando la ragazza informò gli amici che per lei era giunta l’ora di tornarsene a casa, Steven se ne uscisse fuori con la battuta –Tranquilla, se devi fuggire dall’ugola di Slasher non ti occorrono scuse!-

Dopo aver salutato più o meno tutti, la ragazza uscì dal garage e iniziò ad incamminarsi, quando una voce la chiamò. In pochi istanti si ritrovò lo spilungone ossigenato davanti, con una faccia che pareva quasi… dispiaciuta?

-Sara, senti, io devo dirti un mucchio di cose e mi piacerebbe tanto se non m’interrompessi…- incominciò, il fiatone per la corsa fatta.

Quella sorrise divertita, ma lo lasciò fare.

-Sono tutta orecchie, McKagan.-

-Allora, in pratica, ecco… Io volevo chiederti scusa per come mi sono comportato oggi: avevi ragione, di quell’album conosco solo Under Pressure e sì, ti ho riportato solo le cose che ho letto sui giornali. Per cui mi scuso per il mio atteggiamento da strafottente. Le tue risposte me le sono meritate tutte…-

La ragazza lo guardò stranita: che stesse fingendo? Se lo stava facendo doveva ammettere che sapeva mentire alla perfezione, a giudicare dal suo sguardo.

-Scuse accettate, Duff. Ma sappi che le cose poco simpatiche che ho detto sul tuo conto non le penso sul serio… Almeno, non in questo momento.-

A quelle parole il ragazzo si sciolse in una risata fragorosa, che la fece sorridere compiaciuta.

-Voglio dire, nessuno mi dava il diritto di trattarti così… Eppure l’ho fatto. Per questo vorrei tanto che anche tu accettassi le mie, di scuse.-

-Considera tutto dimenticato, amica.- le porse la mano lui, e lei gliela strinse volentieri.

-Perfetto, direi che è tutto risolto, allora… Io però adesso devo scappare, altrimenti chi lo sente il signor Fancini!-

-Vai, vai, non ti voglio avere sulla coscienza!- rise quello, facendole cenno di filare via.

-Sarei un peso leggiadro, fidati.- gli rivolse un occhiolino l’amica e, dopo averlo salutato, corse via, Jump In The Fire già nelle orecchie.

-E tutto sommato piacevole, se devo essere sincero…- sorrise il ragazzo, per poi rientrare nel garage.

 

 

 

Our Little Corner

Manco si vede che è ricominciata la galera scuola, eh?

Saalve, gente! Come state? Ci siete mancati un sacco çç

Ci dispiace di non essere riuscite ad aggiornare prima, ma la fine del primo quadrimestre è ormai alle porte e, come ben saprete, i prof si divertono ad affogarci di verifiche e interrogazioni varie >.>

Così, per farci perdonare, abbiamo sfornato un piccolo poema: 10 pagine di Word, gente, non osiamo immaginare fino a che punto potremmo spingerci LOL

Anyway, questo è un capitolo ricco di dovute spiegazioni, che ora passeremo a snocciolare. :3

1) Kill ‘Em All, l’album d’esordio dei Metallica, uscì il 25 luglio 1983.

2) La canzone cantata da Vittoria e Slash durante l’ora di chimica è, ovviamente, Hello, I Love You dei mitici The Doors.

3) Dal sito di Pizza Hut: “La Super Supreme Pizza è condita con salame piccante, prosciutto, manzo, salsiccia di maiale, salsiccia italiana, cipolla rossa, funghi, peperoni verdi e olive nere” (Slash è fine e leggiadro come suo solito, insomma <3)

“La Meat Lover’s Pizza ha salame piccante, prosciutto, manzo, bacon e salsiccia” (i nostri complimenti per il coraggio vanno anche a Duff, Izzy ed Axl!)

4) “If you can’t be a highway, then just be a trail” è un verso della splendida poesia Be the best of whatever you are, di Douglas Malloch.

5) (I Can’t Get No) Satisfaction è, ovviamente, il successone dei Rolling Stones.

6) Il “gioco di parole” è un chiaro riferimento al duo Axl Rose - Oral Sex, ancor’oggi oggetto di accesi dibattiti ;)

7) Cocaine è un brano di JJ Cale, diventato famoso nel 1977 grazie alla cover del mitico Eric Clapton.

8) Jump In The Fire è la quarta traccia del già citato Kill ‘Em All.

 

Volevamo inoltre fare delle precisazioni:

1) La Roosevelt High School esiste sul serio, e l’abbiamo scelta perché è stata frequentata da Duff ;)

2) Tutte le abitazioni usate in questa storia (con conseguenti indirizzi) esistono veramente, ma non vogliamo usarli a scopro di lucro.

3) La storia della formazione dei Guns è abbastanza simile a quella raccontata in questo capitolo: Slash e Steven avevano iniziato a suonare insieme e, una volta arrivato a L.A., Duff ha risposto al loro annuncio: successivamente si è stufato ed è entrato a far parte della band di Axl ed Izzy. Poi, quando Tracii Guns e Rob Gardner uscirono dal gruppo, fece i nomi di Slash e Steven. Non sono dolcissimi? :’)

4) Sappiamo che le scuole superiori statunitensi presentano i corsi e non le classi come le nostre ma, per l’esigenza della trama, abbiamo preferito modificare questa caratteristica… Non vogliatecene male: gli armadietti, la mensa, il ballo di fine anno e la cerimonia del diploma rimarranno identiche, ve lo giuriamo!

 

Passiamo ora ai ringraziamenti: grazie infinite a Eden e MrTwice per le recensioni, le sei nove persone che continuano a fidarsi inserendoci nelle seguite, e le due tre persone che hanno aggiunto la nostra creatura addirittura tra le preferite. <3

Ora non ci resta che salutarvi e darvi appuntamento al prossimo capitolo (;

Bacioni,

 

Dazed; e Jade

 

p.s. Dazed alla cassa centrale:

Credits titolo capitolo: Hey Bulldog - The Beatles

 

Grazie per l’attenzione e arrivederci! (;

  
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