What makes you think you’re something special when you smile?
-Considera
tutto dimenticato, amica.-
Bach, Tchaikovsky, violins,
turn it off! That ain't
my scene;
well, I'm sorry, girl,
here's my confession:
I suppose a rock's out
of the question?
[Let’s Get Rocked –
Def Leppard]
L’ora di chimica
trascorse più o meno placidamente: Sara finse di prendere appunti,
quando in realtà la sua occupazione consisteva nello scrivere
furiosamente su un quadernetto gonfio di fogli.
“30 agosto 1983
Ieri,
dopo esattamente trentacinque giorni dalla sua uscita, sono finalmente riuscita
a comprare Kill
‘Em All dei Metallica, una band di
Los Angeles che fa heavy metal: se papà lo viene a sapere, mi uccide.
Ma
questo non ha importanza! Stamattina, mentre andavo a scuola, ho fatto in tempo
ad ascoltarmi le prime tre canzoni, e devo dire che quest’album promette
proprio bene.
La
prima, Hit The
Lights, è una vera scarica di
potenza e, nell’intermezzo musicale, ha un riff davvero fantastico: i
signorini però non m’hanno fregato, perché sono riuscita a
riconoscerlo… Evidentemente gradiscono un sacco Great King Rat dei Queen, buono a sapersi!
The Four Horsemen potrebbe far storcere il naso a chi, come
me, è allergico alle Sante Istituzioni (i quattro cavalieri
dell’Apocalisse, per chi non ne fosse a conoscenza), ma di quelle poche
tracce che ho ascoltato finora la posso ritenere la migliore, davvero. Dura i
suoi sette minuti e passa, ma non è assolutamente tempo sprecato.
L’ultima
che ho ascoltato invece si chiama
Motorbreath, e direi che il testo
è proprio quello che mi ci vuole ora: non finire come tutti gli
altri a cantare la stessa canzone e ballare la stessa musica. Prenderò in parola mister Hetfield,
promesso!”
-Che combini?- Duff
provò a riallacciare i contatti con la ragazza (d’altronde
sarebbero dovuti essere compagni di banco fino alla fine dell’anno),
rendendosi però conto che sarebbe stato più difficile del
previsto.
-Scrivo, non si vede?-
-Lo noto benissimo…-
-Mi fa piacere.-
tagliò corto quella, chiudendo il quadernetto in fretta e furia e
riponendolo nello zainetto.
Il biondo si armò di
quanta più pazienza potesse disporre e ripartì all’attacco
–E… si potrebbe sapere che stavi scrivendo di bello?-
-Prendevo appunti…-
A quelle parole Duff non
poté non ridere –Ne dubito, sai? Generalmente non si sorride
compiaciuti quando siamo costretti a prendere appunti… di chimica, poi!-
Sara lo fissò
impassibile: -Sai che sei meno stupido di quel che pensassi?-
-Me lo dicono tutti.-
-Fossi in te non ne andrei
così fiero!- gli sorrise acida quella, tornando a fissare le pagine
immacolate di quello che, teoricamente,
doveva essere il quaderno degli appunti.
E va
bene, stronzetta: 1 a 0 per te, ma la guerra è appena iniziata!
-Se non mi dici cos’hai
scritto, dirò alla Morris che, anziché prendere appunti, durante
le sue lezioni ti fai i cazzi tuoi…- buttò lì placidamente,
facendo il finto indifferente.
La ragazza si bloccò e
lo guardò malissimo: -Cos’è, un ricatto?-
-Io lo chiamerei invito, suona meglio.-
-Beh, sappi che il tuo invito può benissimo andare a
farsi fottere, caro…-
sbottò quella, marcando ironicamente l’ultima parola –E poi,
da che pulpito! Se glielo dici tu, minimo minimo scoppia a ridere per un quarto
d’ora, dai…-
Fece per girarsi, ma ci
ripensò: -Ah, dimenticavo: ottima strategia, la usavo alle elementari.-
Detto quello, mantenne fede
alle proprie intenzioni e iniziò a chiacchierare con Steven, dando le
spalle ad un Duff sempre più stupito e contrariato.
-Hello,
I love you, won't you tell me your name? Hello, I
love you…- Vic canticchiava allegramente mentre la prof di
chimica spiegava, più o meno indisturbata, acidi e soluzioni basiche.
-… let
me jump in your game.- Slash, seduto accanto a lei, terminò la
strofa guardandola.
-Anche a te piacciono i The Doors?-
domandò stupita la ragazza, poggiando i gomiti sul banco e sgranando gli
occhi.
-Non te l'aspettavi, eh?-
-Mmm, sinceramente… no.-
Visibilmente stupito, il ragazzo si
appoggiò su un gomito e la squadrò.
-Ah sì? E come mai?-
-Dopo il battibecco tra Duff e Sara, direi che
uno anche tra noi due ci sarebbe stato benissimo, non credi?- ribatté
l’altra alzando il sopracciglio.
Slash le sorrise, fingendo di prendere appunti
sui bilanciamenti chimici, elementi basici, acidi... su tutta quella merda,
ehm, affascinante-brillante-intrigante
materia.
-Che ti sorridi?- gli chiese, imitandolo.
-Fingi di prendere appunti per esercitarti nelle
tue doti di attrice?- la stuzzicò lui, dando un'occhiata all'insegnante –Guarda: la prof sembra averti creduto, non si è
nemmeno accorta che stai bluffando alla grande.-
La ragazza si voltò verso l'amico con un
sorriso ironico: -Hudson, voglio solo
informarti che le mie doti sono del tutto naturali, non ho bisogno di nessun
tipo di esercizio.-
-Come ogni cosa del resto, vero?-
-Sì, come OGNI cosa. Sei contento, ora?-
-Soddisfatto come non mai, baby! Di certo non mi
aspettavo che tu fossi una santa, considerando anche com'eri da bambina…-
le sorrise –Eri una rompicoglioni
colossale, e ti ricordi quella volta che ti sei messa in mutande per far vedere
che eri veramente una ragazza? Citandoti: “Vistooo?! Non ho l'uccellino
come voi!” AHAHAHAH! Ma quanti anni avevamo?-
La ragazza abbozzò un sorriso,
ricordandosi a malapena quel tassello di vita.
-Cinque, sei… credo. Ma come fai a
ricordarti queste cose?-
Il ragazzo esitò qualche secondo prima di
rispondere: -Ottima memoria, solo
questo.-
-Ah ok, beh… fortunato te. Io manco mi
ricordo cos'ho mangiato stamattina… ah no, aspetta! Stamattina non ho
mangiato!- la ragazza sembrava parlare quasi a se stessa, mentre Slash rise,
scrollando la testa: -Da piccola non eri
così spiritosa, o sbaglio?-
-Io sono sempre stata spiritosa! Solo che tu non
te ne accorgevi.-
-Tu?! Spiritosa, tu? Ma se eri e SEI fredda,
acida, menefreghista…-
-… e stronza, casinista, cannata,
alcolizzata, bastarda… Abbiamo dimenticato qualcosa, Mr Hudson?-
replicò Vic con uno sbuffo.
L’amico notò il suo disappunto: -Non mi dire che ti sei incazzata!-
-No.-
-Ah sì? Sicura?-
-Sì, sono sicura. Va bene così?-
sbottò, voltandosi di scatto verso di lui.
-E così NON saresti incazzata?- Slash
piegò la testa di lato, puntandole addosso uno sguardo di chi sa dove
vuole arrivare.
-Senti Slash, non vorrei picchiarti anche
perché sono leggermente stanca, ed è solo il primo giorno.
Comunque preferirei che tu non mi facessi notare ogni singolo secondo della mia
vita che sono fredda, stronza, acida e tutta la serie di aggettivi che la gente
sembra non stancarsi mai di elencarmi. Lo so come sono fatta, perché
dovete ricordarmelo tutti?-
Slash la guardava, la sua espressione era
visibilmente stupita: lui stava scherzando, eppure era bastata quella semplice
battuta per far scatenare quella marea di parole…
Ma il flusso dei suoi pensieri fu interrotto da un'altra
inondazione: -Cazzo, tu t'immagini che
cosa significhi sentirsi ripetere continuamente, quasi ogni giorno, che dovrei
essere “più solare”, “più aperta verso i
sentimenti”, “più dolce”? Oh oh, aspetta, adesso arriva
il meglio! “Vittoria, ma come riesci ad essere sempre così
stronza, si può sapere? La maggior parte delle persone vuole avvicinarsi
a te, ma tu le respingi: si può sapere qual è il tuo problema?
Cos'è, ti fanno schifo i rapporti umani?” E non sai quante volte
avrei voluto dire “Sì! Mi fanno schifo i rapporti umani, va bene?!
Detesto gli abbracci, i contatti fisici, i baci sulla guancia, le strette di
mano, quando mi toccano i capelli, quando la gente deve sfiorarti per sentire
che ci sei…” Eccheccazzo, se vuoi solo palparmi, dimmelo no? Io
sono fatta così. Mi manca quella parte che mi permette di avvicinarmi
agli altri, come nei Lego… Ne sono sprovvista.-
Vic parlava guardando dritta davanti a
sé, ma la sua voce era un sussurro, e non c'entravano la prof e la sua
lezione: non ne aveva mai parlato a voce alta, non ne aveva mai parlato con
nessuno… non ne aveva mai parlato, e basta.
-Vic, io…-
-No Slash, lascia stare.- aveva ripreso a
costruire il muro di fronte a sé –Facciamo finta che questo discorso non sia mai successo, ok?-
-No, Vic! No… perché te ne penti?-
-Non me ne sto pentendo!-
-Ah no?-
-No.-
Slash le guardava gli occhi, che lei continuava
a far vagare per la classe, per evitare i suoi.
-Mi stai evitando, come quando eri…-
-No! Smettila! Ok?- alzò la voce quella,
pentendosene dopo un secondo.
-Bass, c'è qualche problema?- la prof la
fissò alterata.
-No, prof… nessun problema.-
-Bene, ne sono contenta! Ora riprendiamo con i
bilanciamenti…-
La ragazza non parlò più,
preferiva fingere di essere attenta alla lezione: non amava che le persone le
leggessero dentro, che qualcuno riuscisse a scavalcare il muro che si era
costruita durante quei diciotto anni. Mai mostrarsi deboli, MAI.
Ma Slash non era così, Slash non si
teneva tutto dentro. Slash voleva parlarle. Ma sapeva che lei non sarebbe stata
d'accordo, la conosceva.
Decise quindi di sfiorarle la gamba con la mano
e, a quel contatto, Vic alzò gli occhi, sbarrandoli.
-Non m'interessa se odi i contatti…- le
disse –Ma non sono mai stato bravo
con le parole, a meno che non si tratti d'insultare qualcuno… Ti voglio
bene, ghiacciolo. Posso chiamarti “ghiacciolo”, vero?-
E in fin dei conti, come poteva rimanere ostile
a quel sorriso sincero?
-Solo se io posso chiamarti barboncino.-
Subito dopo il suono della
campanella la professoressa di letteratura, tale Sandeurs, si era fiondata in
classe, non dando tempo agli alunni di riprendersi dallo shock della lezione di
chimica già al primo giorno di scuola.
Mmm, una
che va subito al sodo…
pensò Sara, fissandola e chiedendosi dove trovasse tutta quella voglia
di fare.
-Qualcuno di voi conosce
William Wordsworth?- esordì la donna, senza far caso se qualcuno la
stesse ascoltando o meno, speranzosa come ad ogni inizio di anno scolastico.
-Non di persona, ma mia nonna
dovrebbe farlo…- come al solito Slash ne aveva approfittato per sfoggiare
il suo repertorio, venendo ricompensato con le risate dei compagni.
-Grazie, Hudson, i tuoi
interventi sono sempre illuminanti.-
-Dovere, prof!-
esclamò quello, un sorrisone a tremila denti stampato sul volto soddisfatto.
-L’autore delle Lyrical Ballads, appartenente alla prima
generazione del Romanticismo inglese, assieme a Coleridge e Southey, se non
erro…-
Nel sentire quelle parole il
viso dell’insegnante s’illuminò, incontrando quello
dell’allieva: -Come fai a conoscerlo…?-
-Fancini, sono Sara Fancini.-
la ragazza le sorrise sincera: era bello vedere che esisteva ancora qualche
docente che insegnava con passione.
-Ecco, Fancini… Come
fai a conoscerlo?-
-Ho letto le Lyrical Ballads: alcuni componimenti li
trovo davvero eccezionali, ad esempio Daffodils.-
-Stradlin, ma era così
secchiona e insopportabile già da piccola? Dev’essere peggiorata
con gli anni…- ghignò Axl, specie quando notò che
l’amico lo stava incenerendo con lo sguardo.
A quelle parole Vittoria fece
per girarsi e rispondergli per le rime, se solo Slash non l’avesse tirata
per un braccio.
-Come minchia fa a sapere
tutte queste cose?-
-Saul, fa quello che tu non
hai mai fatto: legge.-
Il riccio ignorò la
sua battuta acida e proseguì nella sua orazione: -Mi sembra una ragazza
in gamba… Mi piacciono le tipe toste!-
-Cristo Santo, Hudson, prima
che il tuo cervello ti faccia pensare cose che è meglio che vengano
lasciate nel dimenticatoio, ti conviene fermarti… Ti supplico!- lo
implorò l’amica, sbattendosi la mano sulla fronte.
Nel frattempo la Sandeurs
osservava la propria alunna con sempre più ammirazione: -Davvero? E come
mai ti piace?-
Sara si passò una mano
tra i capelli, pensandoci un po’.
-Credo che sia per il totale
capovolgimento delle nostre aspettative: voglio dire, noi stiamo leggendo di un
Wordsworth intento a passeggiare in mezzo alla natura, perso nella sua totale
contemplazione e in una descrizione minuziosa di ciò che lo circonda,
quando… Pam! Il paesaggio sparisce per far spazio al poeta che, sdraiato
sul divano, si ricorda di quella fantastica camminata in compagnia della
sorella. È… spiazzante, ecco. È come se tutte le nostre
previsioni se le fosse portate via quel mare di narcisi, non so se mi spiego.-
concluse infine, arrossendo un po’. Generalmente non le piaceva uscire
allo scoperto, ma quella volta non aveva proprio resistito.
Dopo qualche secondo di
silenzio generale, la Sandeurs, ancora frastornata, riuscì ad aprir
bocca.
-Io… io credo di capire
alla perfezione quello che intendi dire, Fancini! Davvero, non sai quanto
piacere mi faccia vedere come in questo Paese non tutto sia da buttare…-
aggiunse, sorridendole gentilmente.
Axl e soci rimasero di sasso:
da quanto tempo era che non vedevano la Sandeurs sorridere in quel modo? Dal
primo giorno di scuola dei loro rispettivi primi anni di scuola superiore,
quando ancora era all’oscuro di quali mostri le fossero capitati come
alunni, quello era poco ma sicuro.
-Credevo che avesse
dimenticato come si sorride!- esclamò stupito Steven, facendo ridere
Sara di gusto.
-Allora sono una maga
anch’io, evvai!-
-Benvenuta nel club, socia!-
l’amico le diede il cinque, ridendo assieme a lei.
Improvvisamente la campanella
suonò e mezza classe fu fuori dalla porta in un battibaleno, mentre la
professoressa stava ancora parlando.
-Domani riprenderemo la
poesia di Shakespeare, giusto per vedere i punti in comune con la poetica di
Wordsworth, ok?-
-Magnifico, Shakespeare mi
piace un sacco! Arrivederci, professoressa…- Sara la salutò
entusiasta e raggiunse Vittoria e gli altri, che l’aspettavano nel
corridoio.
-“Shakespeare mi piace
un sacco, gnè gnè gnè! Arrivederci, professoressa, domani
le porto anche il caffè!”- la prese in giro Axl, non appena la
ragazza arrivò.
-Sto cercando
d’ignorarti, Bailey. Lasciami continuare la mia occupazione in pace,
grazie.- mormorò quella, con fare superiore.
-Ehm, Pizza Hut?- intervenne
Steven, cercando di sedare una rissa sul nascere.
-Pizza Hut, andiamo!-
esclamarono Slash e Duff entusiasti, facendo a gara a chi avrebbe raggiunto il
locale per primo.
-I soliti coglioni…-
borbottò Axl sprezzante, e Sara non poté non cogliere la palla al
balzo: era vero che quei due le stavano sulle scatole, ma non si sarebbe
lasciata sfuggire mai e poi mai un’occasione per rispondere per le rime a
quel pallone gonfiato del suo ex amico d’infanzia.
-Ha parlato il re dei
coglioni!- esclamò a voce alta, facendo sì che Izzy la prendesse
sottobraccio e se la portasse via, al riparo dalla furia omicida di Axl Rose.
-Allora, che prendete?- la
cameriera ventenne con l’immancabile cappello rosso da cow-girl si sporse
un po’ troppo sul tavolo, sbandierando praticamente ai quattro venti la
mercanzia di cui Madre Natura l’aveva dotata.
-A loro due- esordì
Axl, indicando le uniche due presenze femminili di quella compagnia
–porta quello che di solito prendi tu, per mantenerti così…-
A quelle parole la ragazza
gli sorrise maliziosa, ridendo come solo le ochette sanno fare.
Sara corrugò la fronte
parecchio perplessa, ma fu Vittoria ad intervenire per mettere subito in chiaro
le cose: -Magari un’altra volta, grazie.-
La biondona cessò di
ridere e la guardò storto, ma tornò a concentrarsi sulla
componente maschile, giusto per ritrovare il buonumore.
-A voi è meglio che
non porti quel che mangio io, vero?- le scappò un ulteriore risolino,
falso come i soldi del Monopoly.
-Beh, se avessi le tette
starei tutto il giorno a toccarmele…- rifletté Slash a voce alta,
facendo rispettivamente alzare gli occhi al cielo a Vic e Sara, sbattere la
mano sulla fronte a Izzy e ridere a crepapelle Duff e Steven.
Axl si limitava a sorridere
divertito, non concedeva più di un tot. di soddisfazione al riccio per
quelle sue battute ai limiti dello squallore.
-Beh, io allora prendo una Super
Supreme Pizza e una bionda grande… Non te, eh!- continuò
imperterrito quello, facendola squittire per l’ennesima volta.
-Voi?-
Axl, Izzy e Duff ordinarono
tre Meat Lover's Pizza e tre birre alla spina, mentre Sara e Vittoria si
accontentarono delle margherite.
-Io invece assieme alla birra
ci vorrei un bel piatto di spaghetti all’amatriciana, grazie…- le
spiegò cortesemente Steven, guardando un po’ perplesso Sara quando
questa scoppiò a ridere.
-Che cazzo ha?- chiese Slash
altrettanto confuso a Vittoria, e quella sospirò.
-Lasciatela stare, fa sempre
così: quando sente gli americani parlare in italiano non ce la
fa…-
-Scusami, Steven…
AHAHAHAHA, ma davvero, non volevo! Sei buffissimo!- e giù altre risate,
sotto gli sguardi sconcertati dell’intera tavolata.
-Cocche, non vorrei
interrompere la vostra festa, però non avete ordinato da bere…-
intervenne la cameriera, più per spezzare quell’atmosfera che per
un ligio senso del dovere.
-Coca Cola grande, grazie.-
tagliò corto Vittoria, senza guardarla in faccia, mentre Sara
ispezionava il menù in cerca di un segnale divino.
-Senti, non è che per
caso avete del the freddo alla pesca?- chiese infine speranzosa, facendo
sì che la “rossa” si sbattesse vistosamente la mano sulla
fronte.
-No, abbiamo solo Coca Cola,
Pepsi, Fanta, 7 Up e Sprite!- sbottò quella scocciata, picchiettando
impaziente la penna sul blocco per le ordinazioni.
-San Freddie Mercury,
quand’è che voi americani la pianterete di essere così
strani, eh?-
-Fino a prova contraria lo
sei anche tu, o sbaglio?- la
punzecchiò Izzy, sorridendo impercettibilmente.
-Dettagli trascurabilissimi,
Jeffrey! Dammi una Sprite e facciamola finita qui, dai…- mormorò
infine, chiudendo il menù e sbattendolo sul tavolo.
-Era ora!- sussurrò la
bionda neanche tanto a bassa voce, andandosene via sculettando prima che le due
ragazze potessero metterle le mani addosso, e non nello stesso senso che
intendevano Slash ed Axl.
-Tè? Non è che
per caso sei inglese anche tu?- Slash era già ripartito
all’attacco, e quel tentativo patetico d’abbordaggio fece roteare
gli occhi alla diretta interessata.
-Mi dispiace per te, Hudson:
mezza italiana.-
-Beh, si capiva un po’
dall’accento, no?- s’intromise Steven, sorridendole.
Generalmente quando la gente
tirava in ballo il suo accento la ragazza non riusciva a starsene zitta, ma
capì che il biondo non l’aveva fatto con cattive intenzioni, e
decise così di sorridergli a sua volta.
-Comunque abbiamo una cosa in
comune, siamo entrambi europei! Ci assomigliamo! Non è una figata?- il
riccio non demordeva, e ormai Sara aveva perso quel briciolo di pazienza che
rimaneva ancora in lei.
-Ma certo: difatti anche
Hitler e Stanlio e Ollio erano simili, no?- gli sorrise lei falsa, facendo
sghignazzare Izzy e Steven neanche tanto di nascosto.
-Come mai vi
siete accontentate di due semplici margheritine, ragazze?- dato che la biondona
se n’era andata, Axl tornò a concentrarsi su Vic e Sara.
-La vostra amica ci ha dato la nausea, e abbiamo
perso l'appetito.- replicò secca la seconda.
-Oh, ma cos'è, siete gelose?-
domandò Slash, appena ripresosi dal fallito tentativo di rimorchio.
-Ma no, sapete benissimo che noi non abbiamo che
voi in mente, siete le nostre preferite. Non potremmo vivere senza di voi!- Axl
rincarò la dose di dolcezza.
-Sara, puoi farmi un piacere? Tienimi indietro i
capelli, sto per vomitare.-
-Scusa?! Noi vi mostriamo il nostro affetto e
voi ci ripagate così? Che stronze!-
-Axl, dovresti saperlo che ormai
“stronza” è un complimento.- incominciò Vittoria,
levandosi la giacchetta –Scusate,
ma voi non avete caldo?!-
-Saranno gli ormoni, te l'avevo detto di non
sederti troppo vicino a me, faccio spesso questo effetto alle ragazze!- aveva
risposto laconico Axl.
-Ah, ah, ah. Hai finito con le stronzate?
GRAZIE.- lo rimbeccò lei, per poi voltarsi verso Sara per chiederle se
voleva accompagnarla fuori a fumare, ma si accorse che stava chiacchierando con
Pop Corn.
-Vuoi compagnia?- Axl indicò il pacchetto
di Lucky Strike che teneva in mano.
-No, non vorrei mai che il fumo ti uccidesse.- tagliò
corto lei, uscendosene dal locale.
Solo una volta fuori la ragazza si accorse di
essere senza accendino; provò a frugare in tutte le tasche possibili ed
immaginabili dei pantaloni ma niente… molto probabilmente l'aveva
lasciato nella tracolla. Si passò le mani tra i capelli
scompigliandoseli e imprecò.
-Cheppalle!-
-Ti serve d'accendere?-
Vic si voltò e vide Axl che le dondolava
un accendino davanti al viso.
-Sì, hai indovinato.- lei allungò
la mano per afferrarlo, ma l'altro trasse indietro la mano con sguardo
divertito.
-Oh, ho capito: questi sono quei giochetti che
divertono tanto i ragazzi, vero? Dai Rose, dammi l'accendino.-
-Sennò che mi fai?-
-Non ti faccio niente, non sono in vena di
omicidi, oggi. Dammi l'accendino.-
-No.-
La ragazza alzò gli occhi al cielo e,
dopo aver tirato giù tutti i Santi del Paradiso, bisbigliò un:
-E allora, se non vuoi darmi l'accendino, posso
sapere perché cazzo sei uscito?-
-Ohi, ragazzi! Entrate, è arrivato da
mangiare!- l'intervento di Pop Corn non permise ad Axl di risponderle,
così entrò, seguito da Vic.
-Sei riuscita a fumare?- domandò Steve
all'amica.
-No comment, ok?-
-Cazzo, ma
questo Meat Lover's Pizza è la fine del mondo!- fu il commento di Duff
non appena ne assaggiò una fetta.
Neanche a farlo apposta, la cameriera
arrivò proprio in quel momento con gli altri tre piatti e, avendolo
sentito, non si lasciò scappare l'occasione: -Buona, eh? È la nostra specialità!- e
posò le altre tre pizze a Slash, Axl ed Izzy.
-Avrei giurato che quella fossi tu.- Slash le
rivolse un sorriso sornione, al quale lei, neanche a dirlo, rispose con uno da
gatta morta… e pure in calore.
-Da quando in qua
“specialità” e “zoccola” sono sinonimi?- Vic non
si degnò nemmeno di abbassare la voce nel commentarla, mentre Sara sorrise,
continuando a tagliare la propria pizza.
-Come, scusa?- la bionda non era nemmeno
all'altezza di saper fingere di non aver sentito.
-Oh, wow, parli con me?- Vic si guardò
intorno, per poi indicarsi il petto con il dito.
-Sì, proprio con te!- replicò
quella poggiando le mani sui fianchi.
-Strano, non sono un maschio! Come mai ti degni
di rivolgermi la parola?- le chiese sorseggiando la Coca Cola dalla cannuccia e
osservandola con gli occhi verdi.
-E con questo cosa vorresti insinuare, eh? Sentiamo
un po', sono curiosa!-
-Ah, io non volevo insinuare nulla. Se non
sbaglio questo è un Paese libero, o no? Stavo solo parlando con la mia
amica Sara, mentre aspettavo che te ne andassi e ci restituissi l'aria che ci
stai rubando da quando siamo entrati.-
-Qui qualcuno è geloso, o sbaglio?-
-Qui qualcuno sta rompendo, e non mi sto
sbagliando.-
-Tu, brutta…-
Izzy dovette intervenire per alleviare la
tensione ed evitare una rissa: -Ehm, dai
ragazze, smettetela, che dite? Vic, eddai, cazzo…- ma voltandosi verso di
lei le fece l'occhiolino, per poi ritornare alla bionda –Jenny, giusto? Mettiamoci una pietra sopra, dai.-
-Sì, sopra di lei!- commentò Vic
beccandosi un'occhiataccia, anche se comunque divertita, da parte di Sara.
-Va bene, va bene. Riconosco che forse mi sono
lasciata troppo andare… Ci si vede dopo, ok belli?- bofonchiò la
cameriera e fece l'occhiolino ad Axl.
Vic osservò la scena e una stretta acida
s'impossessò del suo stomaco.
Ehi, ehi, Bass: che ti sta succedendo?
La ragazza tornò a concentrarsi sulla
pizza e sul suo appetito praticamente inesistente.
-Niente male la bionda, eh?- commentò
Axl, soddisfatto di sé.
-'Na scopata gliela darei volentieri anch'io!-
Slash non si smentiva, in quanto a finezza.
-Queste sono soddisfazioni!-
-Mamma mia, William, come ti diverti con poco!-
esclamò Sara, profondamente disgustata.
-La tua è tutta gelosia, Fancini!
Dì la verità, vorresti essere al posto suo, eh?-
-Contaci, contaci…- rise quella irrisoria.
-O magari tu, Bass?- l'attenzione del ragazzo si spostò su Vittoria, sotto
lo sguardo divertito di Slash e Duff, e quello scazzato di Sara.
-Rose, ce l'hai proprio con il mio maschiaccio,
eh? E mollala per un attimo!- Pop Corn corse in aiuto dell'amica, mettendole un
braccio attorno alle spalle.
Vic ringraziò con lo sguardo il biondo,
che le rispose con il suo solito sorriso gentile.
-Gente, allora oggi lavoriamo sul riff di ieri di Slash?- intervenne Duff, dopo essersi assicurato che la birra fosse fredda al punto giusto (testuali parole).
-Concordo, man! È
troppo figo per lasciarlo inutilizzato!- lo sostenne l’amico,
avventandosi sulla pizza come una bestia che ha dovuto patire chissà
quali carestie.
-Riff? Di cosa state
parlando, scusa?- Vittoria si rivolse a Steven, l’unico dei suoi tre amici
d’infanzia che in quel momento pareva non dedicare anima e corpo allo
smembramento di povere pizze.
-Stiamo tutti nella stessa
rock band, cara!- le fece l’occhiolino quello, dandole un buffetto sulla
guancia.
Sentendo quelle due paroline
magiche Sara si rianimò.
-Per caso hai detto
“rock band”?!-
-Ebbene sì!- Steven le
sorrise raggiante, tirando fuori le sue inseparabili bacchette ed esibendosi in
un 4/4, ottenuto pestandole sul tavolo.
-Figataaa! Cominciate a
starmi simpatici, sapete?- rise quella, bevendo un paio di sorsi dalla lattina.
-Comincio a chiedermi se mi sia
possibile…- fu il commento di Axl.
-Cosa?- intervenne Izzy, guardandolo curioso.
-Al fatto di lasciarla stare…- si
bloccò un secondo, indicando Vittoria –…intendo che come vittima per le mie battute
è l'ideale, dico bene, Vic?-
-Cheppalle
che sei, Bailey!- sbottò Sara –E
fattela una vita sociale, no? Sei sulla buona strada per finire a fare il
serial killer!-
Axl la incenerì con lo sguardo, ma poi
passò a guardare Vittoria; la ragazza però aveva ancora lo
stomaco inacidito dall'occhiolino della cameriera.
-Sì, come vuoi…- e spostò il
piatto lontano da lei.
-No, ma fammi capire: non mangi più?-
Sara si voltò verso di lei sbarrando gli occhi.
-No, ma tranquilla… Non morirò di
fame, adesso vado a fumare.-
-Sì, vai ad incenerirti i polmoni! Quello
fa bene, eh?- l'amica era irremovibile su certe idee.
-So che in realtà hai solo paura che ti
abbandoni, ma non disperare: torno subito!- quella volta, però, si
ricordò di prendere l'accendino.
-Allora ce l'avevi!- esclamò Axl
sorridendo.
-E chi ha
mai detto il contrario?- replicò acida lei.
-Vuoi che ti accompagni?- le chiese Duff,
notando un po’ di tensione nell’aria.
-Come vuoi, ma non penso che mi perderò!-
Izzy
finì la birra e sospirò soddisfatto: anche quel giorno era
riuscito a pranzare decentemente, il che non era cosa da poco.
Si
guardò dunque un po’ in giro, notando che l’amica era ancora
intenta a discutere con il batterista riguardo il miglior singolo dei Queen
finora uscito: scosse la testa divertito e le si avvicinò, piombandole
alle spalle e tirandole un leggero pizzico sul braccio.
-Sara, non
è che verresti con me a scuola, a prendere il pick-up? Sai
com’è, il garage è un po’ distante e alla mattina io
e Axl veniamo sempre in macchina…-
-Va
benissimo, mi ci vogliono proprio quattro passi per digerire!- gli sorrise
quella, congedandosi da Steven e seguendolo di buonumore.
Una volta usciti dal locale, Duff non si
lasciò sfuggire l'occasione di parlare all’amica di vecchia data.
-Sara sembra odiarmi.-
La ragazza lo squadrò mentre si accendeva
(FINALMENTE) la sigaretta, alzando il sopracciglio.
-Lei non ti odia, anzi: quello è il suo
modo di dimostrare che le vai a genio!-
-Ah sì? Pensa se mi odiasse…-
Vic fece una smorfia divertita, aspirando una
boccata di fumo.
-Anche se comunque mi fido di te, sai?-
continuò Duff, sotto lo sguardo incuriosito dell'amica –Voglio dire… se anche tu adotti la stessa
tecnica di Sara, questo vuol dire che tra te e Axl…-
-NO! “Io e Axl” proprio niente!-
-Chi disprezza compra, te l'ho già detto,
no?-
-Ti stai sbagliando, smettila.- tagliò
corto la ragazza, spegnendo la sigaretta per terra.
-Ma…-
-Smettila! Ok? Smettila. Io ed Axl non avremo
mai niente a che fare… Almeno non nel senso che intendi tu, va bene?-
Ma Duff non la guardava: era concentrato su
quello che c'era dietro di lei, e così anche Vittoria non resistette
più e si voltò.
-Tieni la tua borsa, noi stiamo aspettando che
Izzy arrivi con il pick-up.- Axl le porse la tracolla, per poi tornare verso
gli altri.
Una volta arrivati al
parcheggio, Izzy mostrò tutto raggiante il suo bolide alla ragazza.
-Cazzolina, è una
figataa!- esclamò lei, girandoci intorno.
-Quei cazzoni hanno preso
l’abitudine di scriverci sopra con l’indelebile, e ormai ci sono
affezionato…- sorrise lui, accarezzando la carrozzeria.
A quelle parole la ragazza
frugò nello zainetto e ne tirò fuori un pennarello nero: in meno
di due nanosecondi la sua “opera d’arte” era bella che fatta.
Si scostò e permise
all’amico di ammirarla, e quello non poté fare a meno di
ridacchiare.
-“If you
can’t be a highway, then just be a trail”, eh?-
-Direi che è in tema!
Una delle mie citazioni preferite in assoluto: nella vita non occorre fare
qualcosa di eclatante per dimostrare quanto valiamo…-
-Direi proprio di sì.-
le sorrise nuovamente quello, scompigliandole i capelli –Monta su, dai!-
Sara non se lo fece ripetere
due volte e lo seguì all’interno della vettura.
Dopo neanche un minuto di perfetto
silenzio, il moro prese a parlare a voce bassa e profonda.
-Sai che giorno siamo oggi?-
La ragazza scosse la testa e
lo guardò con un’espressione interrogativa.
-Nove anni… Sono passati nove anni e un giorno
dall’ultima volta che ti ho visto…-
Il cuore di Sara prese ad
accelerare: ricordare quei momenti non era mai piacevole per lei, e in passato
le era capitato molto spesso di svegliarsi nel cuore della notte dopo averli
rivissuti in sogno.
-So che ora è un
po’ tardi, però… Boh, non saprei neanch’io che cosa
dire…- ridacchiò imbarazzato l’amico –So solo che non
è stata un’azione che definirei corretta, ecco.-
A quelle parole la ragazza
s’irrigidì.
-Avevo nove anni… Nove
anni, Jeff, e ho saputo la notizia quella stessa mattina… Io… Ho
pianto come una cretina, quando l’ho saputo… E quando siamo
partiti… E pure per i mesi a venire, sappilo! È stata una
situazione orribile, credevi forse che mi avesse fatto piacere?!-
-Le telefonate esistono, no?
Potevi farcene una! O una lettera, che cazzo ne so! Non si buttano giù
per il cesso quattro anni d’amicizia… La nostra, poi!
Davvero…-
-Jeffrey, io…-
cominciò quella, ma lui la fermò.
-Non fa nulla, Sara. Davvero,
non m’importa.- mormorò, accarezzandole una guancia e facendola
avvampare.
Sara non faticò a
notare il sorriso amaro che gli si era dipinto sulle labbra e lo stomaco le si
strinse.
Trascorse il breve tragitto
scuola-pizzeria in silenzio, girata verso il finestrino ed intenta a mordersi
il labbro inferiore, cercando di non far sfuggire neanche una lacrima dalle
palpebre.
Fanculo.
Quando arrivarono a
destinazione, trovarono i ragazzi che li aspettavano fuori.
Montando sul pick-up, Slash
vide Sara un po’ contrariata.
-Piccola, cos’è
quel brutto muso?-
-Ho un po’ di mal di
testa, tutto qua.- tagliò corto quella, incrociando le braccia sotto il
petto e guardando fuori dal finestrino.
Il fatto che non gli avesse
risposto male lasciò il riccio alquanto stupito, mentre Vittoria la
osservava di sottecchi: c’era qualcosa che non andava, e toccava a lei
sapere se ci fosse un rimedio per sistemare la faccenda.
Dopo quattro minuti
arrivarono di fronte ad una villetta bianca, con tanto di acero giapponese nel
giardino.
-Qualcuno mi deve spiegare da
dove tirate fuori i soldi per vivere qui…- cominciò Sara,
riprendendosi dall’incazzatura –Avete fatto la fine
dell’asino che defecava zecchini?-
Axl le fece un medio
istantaneo, al quale lei non poté non rispondere con un gesto uguale.
-La signora Coleman è
una vecchietta che c’ha permesso di vivere e di fare le prove nel suo
garage… Sai com’è, cercava compagnia e siamo capitati nei
paraggi noi! Fortunata, no?- intervenne Izzy, facendo ridere Vittoria.
-Penso proprio che
starà facendo i salti dalla gioia per la sua bellissima scelta!-
esclamò quella, scostandosi una ciocca dai capelli.
-Ma sì, in fondo non
ci costa niente… Ci porta anche da mangiare e non viene quasi mai a
rompere le palle… Poi è pure un po’ sorda, quindi non la
disturbiamo quando suoniamo! Quando mai ci ricapita un’occasione del genere?-
asserì di nuovo quello, facendo annuire tutti in segno d’assenso.
-Occazzo, occazzo, occazzo!-
Sara si sbatté la mano sulla fronte, iniziando subito a frugarsi nelle
tasche, sotto lo sguardo perplesso degli astanti –Devo avvisare i miei
che non tornerò a casa subito, merdaa!-
La ragazza fece una posa
trionfante non appena riuscì a trovare un paio di gettoni e si
precipitò alla cabina telefonica dall’altra parte della strada.
“Pronto, mamma? Oh, per
fortuna sei tu! Senti, scusami se non sono tornata, ma Vic m’ha invitato
a casa sua e allora abbiamo pranzato insieme… Sì, lo so che senti
rumore dalla strada… Ti credo, stiamo andando a farci un giro in centro!
Ecco, bene… Papà non c’è? Perfetto! Senti, se ti
chiede qualcosa digli che sono andata a farle compagnia perché…
perché… perché sua mamma era al lavoro e quindi sarebbe
stata a casa da sola! Ecco, brava… Meglio non dirgli per i compiti,
risulta poco credibile al primo giorno, no? Eh, lo so che sono in quinta,
mamma, ma risulta poco credibile lo stesso, cazzo! Sì, tranquilla,
sarò lì per l’ora di cena, don’t worry! Cià,
cià”
Finita la telefonata la
ragazza sospirò, voltandosi verso il gruppo di amici, che la fissavano
interdetti.
-Alt! Non aprite bocca, so
già quel che volete dire… Ebbene sì, mio padre rappresenta
il perfetto stereotipo del maschio italiano!- sbottò quella, scuotendo
le braccia teatralmente.
-Veramente noi ci stavamo
chiedendo se avessi le branchie, dato che hai parlato per tutto questo tempo
senza respirare nemmeno una volta…- borbottò Slash, guadagnandosi
una sberla sul coppino dalla ragazza.
-Beh, ma sentite…
Spiegateci un po’ com’è nata la vostra band!-
cominciò Vittoria –Come avete detto che vi chiamate, scusa?-
-Guns n’ Roses,
donzella!- esclamò Duff, soffiando un anello di fumo.
-Non male.- Sara aveva emesso
la sua sentenza, e l’amica non poté non sorridere divertita: certo
che s’impegnava parecchio per fare la parte della sostenuta, eh!
Fu
allora che cominciò il riassunto, dettagliato però!, della
nascita della band. Steven si produsse in un elaborato racconto di quando aveva imparato a suonare la
batteria e passava i pomeriggi a suonare con Slash e Duff, Izzy ricordò
i tempi in cui lui ed Axl erano appena arrivati a Seattle e cercavano un
bassista, annuncio al quale aveva risposto Duff che, nel momento in cui gli
altri due membri della band avevano lasciato una chitarra e la batteria libere,
ne aveva approfittato per suggerire ai due tizi dell’Indiana un capellone
e un batterista biondo di sua conoscenza.
-Beh,
vi tenete proprio impegnati.- commentò Vic, seduta sul muretto e intenta ad accendersi una sigaretta.
-Più che
altro abbiamo constatato che i musicisti rimorchiano un sacco!- Axl non si
lasciò sfuggire nemmeno quella volta l'occasione di sottolineare l'importanza dell'approfondimento
degli esemplari del gentil sesso.
-Sì, va bene, 'ste
risposte ormai le considero scontate.- fu la replica della ragazza che, dopo una
boccata di fumo, tornò a concentrarsi sull'aspetto musicale –E che cosa suonate?-
-Abbiamo anche qualcosa di nostro, ma più
che altro sono cover, per il momento… Tipo Van Halen, Ramones, Rolling Stones, anche dei
Queen…- le spiegò Duff, cogliendo una scintilla di
felicità negli occhi di Sara quando pronunciò il nome della band di
Mercury.
-E oggi, gentili donzelle, pensavamo di proporvi una delle
canzoni più belle del mondo: Satisfaction!- s'intromise Slash, con un sorriso
a trentadue denti.
-Oh, my Mick!-
esclamò Vittoria, portandosi una mano sul cuore.
-Sappiate una cosa,
ragazzi- si affrettò a precisare Sara –alla
parola “Mick”, come del resto con “Jack”, la qui presente Vittoria Bass va… come posso
dire? In totale delirio?- si
voltò verso l'amica con un sorriso divertito.
L'altra scese dal
muretto: -L'hai detto,
donna! Ma come puoi darmi torto? Mick Jagger è… Mioddio! Io…-
Ma l'amica la
interruppe subito: -Alt alt alt, ti prego, risparmiaci la dettagliata
descrizione di quanto sesso ispira, di quello che ti piacerebbe fare con lui,
della parte più sexy del suo corpo. RISPARMIACI, almeno per stavolta!-
I ragazzi si misero a ridere sotto lo
sguardo incazzato, ma tutto sommato anche divertito, di Vittoria.
-Beh, deduco che ti
piacciono i vecchietti, eh?- affermò Slash entrando nel garage.
-Tu pensa ad
arrivare a quarant’anni come lui, e poi ne riparliamo!- ribatté la
ragazza.
-Ahi, ahi! Io vi
avevo avvertito: non datele contro su Mick e Jack!- Sara si divertiva a
stuzzicare l'amica.
Vic le mimò un –Vaffanculo,
stronza!- con le labbra, al quale lei rispose creando un cuore con
entrambe le mani.
Nel frattempo i ragazzi avevano tirato fuori i loro strumenti
e sistemato tutta l’attrezzatura: bastò un cenno veloce per far
sì che partisse il brano nominato in precedenza.
-I can't get no
satisfaction, I can't get no satisfaction, 'cause I try, and I try, and I try, and I try... I can't get no, I can't get no!-
Oh, beh, CAZZO. Devo rimangiarmi tutto quello che ho
pensato su Axl! Sì, ok, sarà uno stronzo fino al midollo, ma che cazzo di voce ha?
Vic spalancò gli occhi non
appena il ragazzo di fronte a lei cominciò a cantare.
Hai capito il fighetto di Lafayette! Devo
dire che non se la cava male, almeno quando canta non usa la bocca per sparare
cazzate!
Anche Sara era d'accordo con
l'amica: che si trattasse di simbiosi?
When I'm drivin' in my car
and that man comes on the radio,
he's tellin' me more and more
about some useless information,
supposed to fire my imagination
Axl si muoveva sicuro tra gli altri,
camminando con passo felino e sguardo malizioso a portata di mano.
Nel frattempo Sara si divertiva ad osservare le espressioni entusiaste che Steven faceva mentre pestava sulla batteria o la concentrazione di Izzy nel suonare la chitarra:
rivide nei suoi occhi scuri la stessa precisione che utilizzava da bambino nel
giocare al parco. La diversità tra lui ed Axl, per esempio, stava
proprio nel fatto che lui curava ogni minimo dettaglio e, cosa ancora più
importante, s'interessava alle conseguenze delle
sue azioni.
When I'm watchin' my TV
and that man comes on to tell me
how white my shirt can be,
well, he can't be a man,
'cause he doesn't smoke the same cigarettes as me!
Cazzo, ma Slash è preso malissimo
a suonare la chitarra! Oddio, se mi becca mentre lo guardo e rido, va a finire
che mi picchia! Ma chi se ne fotte, è troppo bello.
Vic cercava di concentrarsi sugli altri
componenti della band, ma il modo in cui l'amico abbracciava la chitarra era
qualcosa che non aveva mai visto prima, assolutamente no.
Non c'è niente da dire, sembra nato per suonare.
Sara si diede mentalmente della deficiente per non
riuscire a non guardare Duff: doveva ammetterlo, ci sapeva fare.
Poi vabbè, chissenefrega, io ho sempre avuto un debole
per i bassisti, è ovvio che mi metta a guardarlo… No, no, non un
debole in quel senso, cazzo! Fottuto cervello, quando ti deciderai a funzionare
come si deve?
La ragazza
scosse con vigore la testa, cercando di cacciar via quel pensiero bacato ma,
così facendo, attirò l’attenzione del biondo, che prese a
fissarla. Per tutta risposta quella, decisa a non dargli alcuna soddisfazione,
spostò il proprio sguardo su Izzy, mentre Duff non poté non
sorridere tra se e se.
-Allora, ragazze?
Che ne pensate?- Steven si appoggiò con un bel sorriso sul tavolo, di fronte a
Vittoria e Sara.
Le due amiche si
guardarono, rivolgendosi la stessa espressione che lui aveva riservato
loro.
-Mmm, non siete
male...-
commentò Vic con tono ironico.
-Sì, ve la cavate
benino, dai!- si aggiunse anche Sara.
-'Ste
stronze!- s'intromise Slash, scrollando la testa ed accendendosi una sigaretta; era
comunque facile da notare un sorriso nascosto da quell'ammasso di ricci.
-Come siamo
eleganti, Hudson!- lo apostrofò l'amica d'infanzia, uscendo per fumare.
Fuori trovò
Axl, impegnato nell'ardua impresa di farsi una sigaretta.
-Come mai non te le
compri già pronte come tutte le persone normali?-
Il ragazzo
passò lo sguardo dal tabacco a lei, che se ne stava
davanti a lui con la Lucky Strike tra le mani e i Ray-Ban addosso.
-Costano di meno, e
poi così posso metterci dentro qualcosa in più oltre al semplice
tabacco.-
-Tanto non corri il
rischio che ti si brucino i neuroni, no? Il tuo ultimo deve essersi già
suicidato dalla solitudine, o mi sbaglio?-
Axl era
intento a rollare la carta, ma non nascose un sorriso: -Sono convinto che non smetterai tanto facilmente con questa tua
vagonata d'amore, giusto?-
-E che cosa ti ha
condotto a questa conclusione così illuminante?- gli domandò lei, incrociando le
braccia.
-Intervento divino,
credo. O semplicemente una botta di culo, chi lo sa...- finalmente si
accese la sigaretta fai-da-te.
-La mia dose di
scetticismo mi porta a optare per la seconda.-
-Scetticismo?
Cioè, non credi a niente?- Axl aveva uno sguardo curioso.
-Non a tutto,
diciamo.-
-Mmm, fammi pensare...- rimase per
qualche secondo con la sigaretta a mezz'aria, gli occhi chiari rivolti verso il
basso. -Negli alieni?-
-No.-
-In Dio?-
-Tsk, ma per
favore!-
-E nell'amore?-
Vic
piegò la testa di lato e sbuffò: -Mi stai prendendo per il culo?-
-Ok, ok...- portò
le mani in
alto in segno di resa –E allora, in
cosa credi?-
-Nell'alcool.
Nella droga. Nel sesso. E nell'amicizia, ma
in quella vera.-
-Le stesse cose in
cui credo io. Curioso, no?-
-Botta di culo.-
Per la prima volta si sorrisero, e per davvero. Era uno di quei sorrisi che
sembrano durare tanto, forse anche troppo. E Vic sapeva che le cose che sono
troppo (troppo belle, troppo buone, troppo perfette, troppo tutto) non durano.
-Io torno dentro.-
disse lei, passandosi una mano tra i capelli.
-Ah ok, va bene.-
Nei suoi occhi non
era poi così difficile leggere una sfumatura di... delusione?
Non sono mai stata delusa in vita mia pensò Vic, entrando nel garage.
Il resto del pomeriggio
passò tutto sommato tranquillo, tra cover varie e bottiglie di birra (e
lattine di Coca Cola per Sara) stappate ad intervalli sempre più brevi.
-Aspetta, rosso: ripeti come
hai detto che ti chiami…- si rivolse quest’ultima al cantante.
-Axl Rose.-
-Mmm… Per caso ti
piacciono i giochetti di parole?-
-Come, scusa?- intervenne
Vittoria, non seguendo il ragionamento dell’amica e non capendo il
sorrisetto poco rassicurante che quella aveva incominciato a fare.
-Fellatio, Vic.-
-Fell-che?-
-Niente, Steven; sarà
un modo chic per dire “lascia stare”…- s’intromise
Slash, facendo il finto saccente, ruolo che non gli si addiceva manco per il
cazzo proprio per nulla.
-Veramente era il modo in cui
gli antichi Romani chiamavano il cosiddetto spompinamento,
Hudson.- gli fece Sara serafica, mentre gli altri scoppiarono tutti a ridere.
L’apoteosi della
giornata venne però raggiunta quando proprio Slash, dopo aver ingollato
l’ennesima bionda, s’impadronì del microfono (quando lo
aveva visto, Izzy non aveva potuto non commentare la vicenda con un
–Occristo, perché quella volta non sono nato sordo?!-, anticipando
alle new-entry la gravità della situazione) e si esibì in quella
che lui stesso definì la sua “miglior interpretazione” di Cocaine, lasciando Sara praticamente di
sasso. E non nel senso positivo dell’espressione.
Era quindi praticamente
scontato che, quando la ragazza informò gli amici che per lei era giunta
l’ora di tornarsene a casa, Steven se ne uscisse fuori con la battuta
–Tranquilla, se devi fuggire dall’ugola di Slasher non ti occorrono
scuse!-
Dopo aver salutato più
o meno tutti, la ragazza uscì dal garage e iniziò ad
incamminarsi, quando una voce la chiamò. In pochi istanti si
ritrovò lo spilungone ossigenato davanti, con una faccia che pareva
quasi… dispiaciuta?
-Sara, senti, io devo dirti
un mucchio di cose e mi piacerebbe tanto se non m’interrompessi…-
incominciò, il fiatone per la corsa fatta.
Quella sorrise divertita, ma
lo lasciò fare.
-Sono tutta orecchie,
McKagan.-
-Allora, in pratica,
ecco… Io volevo chiederti scusa per come mi sono comportato oggi: avevi
ragione, di quell’album conosco solo Under
Pressure e sì, ti ho riportato solo le cose che ho letto sui
giornali. Per cui mi scuso per il mio atteggiamento da strafottente. Le tue
risposte me le sono meritate tutte…-
La ragazza lo guardò
stranita: che stesse fingendo? Se lo stava facendo doveva ammettere che sapeva
mentire alla perfezione, a giudicare dal suo sguardo.
-Scuse accettate, Duff. Ma
sappi che le cose poco simpatiche che ho detto sul tuo conto non le penso sul
serio… Almeno, non in questo
momento.-
A quelle parole il ragazzo si
sciolse in una risata fragorosa, che la fece sorridere compiaciuta.
-Voglio dire, nessuno mi dava
il diritto di trattarti così… Eppure l’ho fatto. Per questo
vorrei tanto che anche tu accettassi le mie, di scuse.-
-Considera tutto dimenticato,
amica.- le porse la mano lui, e lei gliela strinse volentieri.
-Perfetto, direi che è
tutto risolto, allora… Io però adesso devo scappare, altrimenti
chi lo sente il signor Fancini!-
-Vai, vai, non ti voglio
avere sulla coscienza!- rise quello, facendole cenno di filare via.
-Sarei un peso leggiadro,
fidati.- gli rivolse un occhiolino l’amica e, dopo averlo salutato, corse
via, Jump In The Fire già
nelle orecchie.
-E tutto sommato piacevole,
se devo essere sincero…- sorrise il ragazzo, per poi rientrare nel
garage.
Our
Little Corner
Manco si vede che
è ricominciata la galera scuola, eh?
Saalve, gente! Come
state? Ci siete mancati un sacco çç
Ci dispiace di non
essere riuscite ad aggiornare prima, ma la fine del primo quadrimestre è
ormai alle porte e, come ben saprete, i prof si divertono ad affogarci di
verifiche e interrogazioni varie >.>
Così, per
farci perdonare, abbiamo sfornato un piccolo poema: 10 pagine di Word, gente,
non osiamo immaginare fino a che punto potremmo spingerci LOL
Anyway, questo
è un capitolo ricco di dovute spiegazioni, che ora passeremo a
snocciolare. :3
1) Kill ‘Em All, l’album
d’esordio dei Metallica, uscì il 25 luglio 1983.
2) La canzone
cantata da Vittoria e Slash durante l’ora di chimica è,
ovviamente, Hello, I Love You dei
mitici The Doors.
3) Dal sito di
Pizza Hut: “La Super Supreme Pizza è condita con salame piccante,
prosciutto, manzo, salsiccia di maiale, salsiccia italiana, cipolla rossa,
funghi, peperoni verdi e olive nere” (Slash è fine e leggiadro
come suo solito, insomma <3)
“La Meat
Lover’s Pizza ha salame piccante, prosciutto, manzo, bacon e
salsiccia” (i nostri complimenti per il coraggio vanno anche a Duff, Izzy
ed Axl!)
4) “If you can’t be a highway, then just
be a trail” è un verso della splendida poesia Be the best of whatever you are, di Douglas Malloch.
5) (I Can’t Get No) Satisfaction è,
ovviamente, il successone dei Rolling Stones.
6) Il “gioco
di parole” è un chiaro riferimento al duo Axl Rose - Oral Sex,
ancor’oggi oggetto di accesi dibattiti ;)
7) Cocaine è un brano di JJ Cale,
diventato famoso nel 1977 grazie alla cover del mitico Eric Clapton.
8) Jump In The Fire è la quarta
traccia del già citato Kill
‘Em All.
Volevamo inoltre
fare delle precisazioni:
1) La Roosevelt High School esiste sul serio,
e l’abbiamo scelta perché è stata frequentata da Duff ;)
2) Tutte le
abitazioni usate in questa storia (con conseguenti indirizzi) esistono
veramente, ma non vogliamo usarli a scopro di lucro.
3) La storia della
formazione dei Guns è abbastanza simile a quella raccontata in questo
capitolo: Slash e Steven avevano iniziato a suonare insieme e, una volta
arrivato a L.A., Duff ha risposto al loro annuncio: successivamente si è
stufato ed è entrato a far parte della band di Axl ed Izzy. Poi, quando Tracii Guns e Rob Gardner uscirono dal gruppo,
fece i nomi di Slash e Steven. Non sono dolcissimi? :’)
4) Sappiamo che le scuole
superiori statunitensi presentano i corsi e non le classi come le nostre ma,
per l’esigenza della trama, abbiamo preferito modificare questa
caratteristica… Non vogliatecene male: gli armadietti, la mensa, il ballo
di fine anno e la cerimonia del diploma rimarranno identiche, ve lo giuriamo!
Passiamo ora ai ringraziamenti:
grazie infinite a Eden e MrTwice per le recensioni, le sei nove persone
che continuano a fidarsi inserendoci nelle seguite, e le due tre persone
che hanno aggiunto la nostra creatura addirittura tra le preferite. <3
Ora non ci resta
che salutarvi e darvi appuntamento al prossimo capitolo (;
Bacioni,
Dazed;
e Jade
p.s. Dazed alla
cassa centrale:
Credits titolo
capitolo: Hey Bulldog - The Beatles
Grazie per
l’attenzione e arrivederci! (;